Un incontro inaspettato
Era una tiepida giornata dello scorso aprile e l’idea mi solleticava già da qualche tempo: fare un’uscita en femme a Milano in pieno giorno. Pensavo di lasciare la macchina a Lampugnano prendere il metrò per un paio di fermate, scendere passeggiare per un po’ e poi tornare a casa. Niente di più semplice messa così anche se poi sono sempre stata assalita dai pensieri più negativi. Ma questa volta ero più che decisa, mi ero presa qualche giorno di ferie per liberare Alice, me stessa, dall’inverno e così mi svegliai di buon mattino e cominciai a prepararmi. Passai più di un’ora a truccarmi poi scelsi gli abiti più adatti… dovevo essere femminile, ma non sguaiata, insomma non volevo passare da troia, ma da semplice donna quale mi sento e sono. Optai infine per una camicetta, una mini non troppo corta accompagnate da lingerie (rigorosamente perizoma) e autoreggenti e un paio di decolletè tacco10. Presi il mio trench nuovo, ma mi coprii per il viaggio di un’ampia tuta così, da evitare spiacevoli inconvenienti in caso di “brutti” incontri. Partii ed arrivai a destinazione verso le 10,30. La giornata era bella tutto sommato e liberatami dell’ingombrante tuta, terminai il trucco con blush e rossetto, mi pettinai e scesi. Per avere un quadro migliore della mia situazione mi fermai alla toilette per fortuna c’era uno specchi che mi convinse come i miei sforzi fossero stati premiati. Mi sentivo davvero donna e una bella donna. Questo mi faceva stare davvero bene e con decisione puntai alla metropolitana. Dovevo acquistare il biglietto al distributore automatico, cosa non difficile visto che l’ho fatto innumerevoli volte, non c’era molta gente in giro a quell’ora e i pochi avevano tutti una gran fretta. Penso quindi di essere passata inosservata almeno fino al distributore. Qui c’era un uomo, l’impressione che dava era quella dei soliti sfaccendati che girano nei metrò. Aveva l’aria del tipo vissuto di mezza età e forse qualcosina di più, ricordava vagamente l’attore Ron Jeremy, almeno questa fu la mia impressione. Un tipo d’uomo quindi che può attirare la mia attenzione, mi sono sempre piaciuti i maschietti attempati, lui sembrava sulla sessantina, xl e pelosoni, e lui di peli ne aveva perché li notai spuntare dalla camicia sbottonata, forse perché i miei partners fin dalla prima volta sono stati quasi sempre così, ma soprattutto perché sono sempre riusciti ad apprezzare la mia femminilità ed a aumentare la mia autostima di donna. Anche lui mi aveva notata, eccome se mi aveva notata, così decisi di giocare un po’ e mi finsi imbranata nel prender il biglietto. Il provolone colse la palla al balzo e mi aiutò a far emettere il documento. Sorrisi e sussurrai un grazie e me ne andai verso l’ingresso del metrò cercando di ancheggiare vistosamente. Non lo vedevo ma mi immaginavo il suo sguardo desideroso su di me e i suoi commenti volgari tipici del maschietto arrapato. Mentre aspettavo il treno mi resi conto di essere eccitata, il suo sguardo, quel sorrisetto di superiorità che aveva sfoggiato quando si era avvicinato a me al distributore mi aveva quasi imbarazzato, mi aveva fatto sentire, non so quasi spiegarlo… turbata. Salii sulla metropolitana ma quel pensiero non mi abbandonava anzi continuava a turbarmi, in fin dei conti nella mia testa cominciai a fantasticare amplessi con quello sconosciuto che mi conquistava on facilità e mi sottometteva ai suoi desideri lussuriosi. Come da copione scesi dopo due fermate, ma non uscii e ripresi il treno che tornava indietro. Ero come impazzita volevo vedere la sua reazione nel rivedermi e soprattutto volevo stuzzicarlo a provarci con me. Il bello che non sapevo neanche come ero come guidata dal mio istinto femminile che mi spingeva a cadere tra le braccia del maschi dominatore. Arrivata era sempre là e io come in trance puntai direttamente verso di lui, che mi notò quasi subito, quando fui a pochi metri abbozzai un sorriso, svoltai di colpo e sculettando mi avviai verso l’uscita. Fuori mi accesi una sigaretta e pensai che se non fosse stato stupido tra poco mi sarebbe ronzato intorno. Infatti fu così perché pochi secondi dopo mi sentii chiedere da accendere. Senza dire nulla gli diedi l’accendino e mi accorsi di essere diventata piuttosto impacciata nei movimenti. Come sempre mi assale l’ansia della reazione del maschio di fronte la mia natura che per me è femminile, ma per lui…? Sapevo che nel momento in cui avessi parlato l’incantesimo sarebbe sparito e forse sarebbe sparito anche lui. Che fai di bello, con queste banali parole attaccò bottone, ormai non potevo più tirarmi indietro, in fin dei conti l’avevo provocato io. Niente oggi ho una giornata libera e voglio godermela risposi cercando di parlare lentamente e scandire le parole. La sua aria si fece curiosa e così sorridendo mi domandò se fossi una trans. Tranquilla risposi di essere una cross ma lui sembrò non capire molto e lasciai perdere abbozzando un timido sorriso e voltandomi un attimo. Vuoi farti una bella scopata, questo uscì dalla sua bocca qualche istante dopo e mi lasciò sconcertata, credo di essere diventata di mille colori perché lui sogghignò parecchio di fronte all’espressione che doveva aver fatto il mio viso. Passarono secondi interminabili, adesso tutto la sicurezza di qualche minuto prima era sparita e non sapevo più cosa dire e fare: da una parte volevo concedermi a lui dall’altra si trattava di uno sconosciuto e… non eri così un attimo fa dai lasciati andare che te la faccio godere io questa giornata. Questo più o meno furono le sue parole che spezzarono l’imbarazzo che si era creato. Non so ancora come e perché ma la mia risposta fu abiti vicino o conosci qualche motel nella zona…ma che motel andiamo nel cesso. Così sentii la sua mano appoggiarsi al mio culetto e spingermi verso il parcheggio. Ero tornata quasi in trance, mi sembrava di essere in quei filmetti porno di provincia, una sensazione eccitante ma al tempo stesso ansiosa. Mi ritrovai nella toilette controllai che non ci fosse nessuno e ci chiudemmo dentro. Adesso ceca di non gridare mi disse, poi infilando le mani sotto la gonna cominciò a palpeggiarmi il culetto e a baciarmi con passione. Le nostre lingue iniziarono a incontrarsi e devo dire che quel bacio mi sciolse completamente e mi abbandonai a lui. Cominciai a sbottonare la sua camicia a sollevargli la canotta e a leccargli i capezzoli anche se non fu facilissimo vista la quantità di pelo… piano piano scivolavo giù prima con le mani poi col viso fino alla sua patta che sentivo abbastanza gonfia. Lentamente lo sbottonai e liberai dolcemente un bel cazzone duro che iniziai a leccare giù giù fino alla palle accarezzandole delicatamente. Le sentivo belle piene e sentii lui dirmi brava zoccoletta anche le palle dai. Era evidente ce dovevo leccare anche quelle non me lo feci ripetere e iniziai il lavoro. Il suo membro diventava più turgido nella mia mano e il mio desiderio di essere fatta sua aumentava sempre più. Succhiai ancora un poco quello splendido strumento di piacere poi mi rialzi e mi misi a 90°, per quanto fosse possibile in uno spazio così stretto, chiedendogli di bagnarmi bene prima di penetrarmi. Di spalle lo sentii sputare sulla mia rosellina un paio di volte, poi la sua lingua calda e il suo dito l’esplorarono per un po’ fino a che senti la sua cappella premere sul buchino. Lo fermai e mi rialzai dandogli il preservativo. Sbuffò ma accarezzandolo nell’intimo e dicendogli dolcemente che se voleva davvero farmi godere doveva indossarlo, si rassegnò. Ecco che finalmente ero pronta per essere montata da questo stallone. La penetrazione fu piuttosto dolorosa anche perché il maialone era dotato di un bel cazzo davvero, ma resistetti e finalmente mi cominciai a godere davvero. Ero sua completamente impalata dalla sua pertica che stantuffava ritmicamente dentro di me. Mi resi conto di come ci desideravamo entrambi assecondavo ogni suo movimento sentivo il suo cazzo come non mai godevo a ogni colpo, intanto lui ogni tanto mi sculacciava e stuzzicava in mio clitty. Sensazioni di piacere davvero uniche il tutto condito dall’eccitazione di essere chiusa in un cesso di un parcheggio scopata di gusto da un porcellone maturo conosciuto, per modo di dire, cinque minuti prima. Devo dire che l’ometto fu molto resistente alla fine completamente succube mi lasciai andare ad un orgasmo davvero prolungato quasi senza toccarmi. Non fu davvero facile trattenere il piacere in silenzio qualche gemito mi sfuggì ma anche questo eccitava la mia fantasia, immaginando qualche genetica entrata per i suoi bisognini che sentiva noi godere e cominciava a masturbarsi immaginando il medesimo amplesso. Lui mi raggiunse poco dopo liberandosi dentro di me mentre emetteva un grugnito a****lesco. Mi liberò e notai la quantità di sperma nel preservativo… pensai che la ciliegina sulla torta sarebbe stato assaporare quel nettare invitante, ma poi mi resi conto che la giornata era già stata unica così. Io lo baciai ancora di gusto poi ci ricomponemmo. Uscimmo e gli dissi amore mi accompagni alla macchina mi disse di sì e mano nella mano ci incamminammo nel parcheggio. Gioia non ci siamo neanche presentati continuai, la sua risposta è stata tipica del maschio avevamo di meglio da fare. Comunque ci presentammo e mi lasciò dicendomi che lui era quasi sempre lì e se volevo un po’ di cazzo di andarlo a trovare. Finora non l’ho fatto ma effettivamente lui è quasi sempre lì.