Papà
Racconto trovato in rete
Sono Marco, 30 anni…. Questa è una storia che risale a quando avevo 18 anni e ho provato per la prima volta quella cosa che sarebbe diventata la mia ragione di vita: il cazzo dei maschi maturi! Mi ero appena diplomato e avevo deciso di rilassarmi un po’ per tutta l’estate… avrei pensato in seguito a cosa fare della mia vita. All’epoca avevo già capito quali fossero le mie inclinazioni sessuali, mi piacevano i maschi, ma solo quelli maturi e davvero virili. Ne avevo uno in casa… mio padre: un bellissimo uomo di 48 anni, alto 1 metro e 73, 90 kg di massa muscolare un pò lasciata andare dalla non più assidua frequentazione della palestra, bella pancetta, peloso, scuro, con una bella testa pelata, gli occhi di un nero intensissimo, come i miei del resto, e una bocca da urlo. Il cazzo era un mistero, non lo avevo mai visto nudo, ma dalla biancheria o dal costume, notavo che tra quelle belle gambe grosse e pelose doveva esserci qualcosa di molto ma molto interessante. Mio padre è un camionista, quindi è spesso in giro per l’Italia per lavoro, ma quando è a casa non ci fa mancare tutto il suo amore.
Lo guardavo come il modello di uomo che volevo avere tutto per me, ma non pensavo minimamente che potesse essere lui il mio uomo. Mio padre, impossibile, che vado a pensare! Ma poi figuriamoci se mio padre guarderebbe mai un maschio, ma poi suo figlio… invece…….. mi sbagliavo, per fortuna, mi sbagliavo!
Mia madre, come al solito, ogni estate, si apprestava a organizzare il trasferimento nella nostra casa al mare. Ma ancora mio padre non era in ferie, doveva effettuare una consegna ed entro tre giorni sarebbe cominciate le nostre vacanze. Mia madre decise comunque di trasferirsi al mare con me e mia sorella. “Salvo, che ne pensi se io, Marco e Lisa, intanto partiamo con la macchina e cominciamo a sistemare tutto e poi tu ci raggiungi?”, disse mia madre. “Certo Laura, ok. Io ho il camion e vi raggiungerò poi in treno o trovo passaggio con qualche mio collega. Marco, che pensi di venire in viaggio con me in camion? Mi faresti compagnia, sai viaggiare solo è un po’ noioso, e poi adesso che non hai più lo studio a cui pensare puoi stare un po’ con tuo padre”. “Certo papà… mi farebbe davvero felice stare un po’ con te e soprattutto lavorare con te”. Detto fatto. Mamma e Lisa partono e io resto solo con papà….. sono proprio emozionato. “Marco, stasera ho invitato a cena un mio collega che si trova da queste parti, esco a fare un po’ di spesa e poi prepariamo qualcosa. Niente di complicato, sai, noi camionisti siamo abituati ad arrangiarci”. “Vuoi che venga con te papà?” “No, vado a piedi qui vicino, tra l’altro siamo rimasti senza macchina, e col camion mi sembra un po’ difficile spostarci per il paese”. Sorrido e vado a sistemare un po’ casa.
Papà ritorna, cuciniamo e alle otto in punto squilla il cellulare di papà: “ Gaspare. Sei arrivato? Ok, ti spiego come arrivare, lascia il camion nel piazzale accanto al mio appena arrivi”. Dopo le spiegazioni su come arrivare, ecco che sentiamo un camion, era vicinissimo. Papà esce per andare incontro al suo collega. “Entra Gaspare, entra, ti presento mio figlio Marco. Mia moglie e mia figlia sono già al mare, le raggiungeremo appena finito con la mia consegna”. “Ma che bel giovanotto, anche io ho un figlio della tua età, piacere Mario, sono Gaspare”. “Piacere mio Gaspare, accomodati”. E che piacere, che visione celestiale per i miei gusti da troietta….. un gran bel pezzo di maschione….. Un omone che sicuramente ha superato i 50, non tanto alto, sarà stato intorno al metro e settantacinque, ma possente, almeno 100 kg di carne e muscoli equamente distribuiti su un corpo che lasciava intravedere, dalla camicia svoltata e aperta sul petto, una peluria nera da impazzire; capelli rasati brizzolati, barbetta incolta, occhi verdissimi e una gran faccia da porco. La cena è stata molto divertente con mio padre e Gaspare che parlavano in codice di avventure sessuali fatte insieme che non lasciavano capire però chi fossero i o le protagoniste delle loro porcate. Questa cosa mi eccitava, mio padre che, in mia presenza, parlava di sesso col suo amico. Forse complice il vino calato a fiumi, ma la serata cominciava a diventare interessante per me. “Marco, ho detto a Gaspare di fermarsi a dormire da noi, non penso possa mettersi alla guida adesso. E’ un problema per te?”. “Ma che dici papi, anzi. E’ un vero piacere”. “Vado a chiudere il cancello e chiudo i camion, tu aiuta Gaspare, sistemalo in camera tua”. “E io papi, dove dormo?, in camera di Lisa? Sai che non vuole e si incazza come una iena”. “Dormi con me, dai, a dopo. Passo anche a dare un’occhiata in magazzino, così è tutto pronto per domani che partiamo”.
Gaspare si sistema in camera mia, mi chiede se può fare una doccia. Io ho il bagno in camera e gli dico che può fare come se fosse a casa sua. Esco e lo lascio in camera. Sono eccitatissimo, ho un gran maschione, oggetto dei miei desideri più porci, e lo lascio da solo? Forse è meglio, è amico di papà, un casino… lasciamo perdere. “Marcoooooooo”. Era Gaspare che mi chiamava. Entro nella stanza. La porta del bagno è aperta, ma non vedo Gaspare. “Scusa Marco, ma non ho l’asciugamano, che faccio?”. “Scusami, è vero, la mamma aveva già tolto tutto, aspetta, arrivo”. “Te lo lascio sul letto?”. “No, bagno tutto, entra e portamelo”. Entro col cuore in gola. E’ meraviglioso, tutto bagnato, pelosissimo, una roccia a cui aggrapparsi e non staccarsi più e, in mezzo alle gambe, qualcosa di mai visto, un cazzo moscio che già così era almeno 20 cm, con una cappella rossa e grossa, e direi anche succosissima bagnata com’era. Non posso fare a meno di restare imbambolato a guardarlo. “Che c’è Marco, che ti è successo?”. “Niente, scusa Gaspare, è che non ho mai visto un uomo come te, con quella cosa così enorme in mezzo alle gambe”. “Non hai mai visto un maschio nudo?, neanche tuo padre? “No, mai”. “Mi meraviglio di quel porco di tuo padre. Tra l’altro ha un cazzo che supera il mio…… Ancora non ti ha scopato?” “Ma, che dici Gaspare?”. “Io e tuo padre, quando viaggiamo insieme, ci facciamo i maschietti come te. E lui sa che tu sei una troietta vogliosa di cazzo. Pensavo ti avesse già svezzato e che stasera voleva farti provare a me”. Non resisto un secondo… mi fiondo sul cazzo di Gaspare e comincio a leccarlo tutto. Poi lo faccio uscire e lo asciugo… lo lecco su tutto il corpo, gli lecco i piedi, le ascelle, quel meraviglioso corpo peloso, e lui sembra gradire, perché ha un’erezione che fa svettare un cazzo che non mi aspettavo così. Veramente lungo, ma la cosa incredibile è che era grossissimo e venoso. Mi prende in braccio, mi porta sul letto, mi toglie i vestiti e mi mette il cazzo in bocca. Comincia a scoparmi la bocca dicendomi un sacco di parolacce: “Tieni troia, se sapevo che eri verginella, ti scopavo sul tavolo mentre sparecchiavi… lo so che ti piace il cazzo dei maschi come noi, vero?”. “Si, lo desidero da sempre, un maschio maturo, un maschione come te o papà”. “ Girati, che ti rompo il culetto, troietta dello zio”. “Hey, fermi. Che succede?”. Era entrato papà. Io stavo ancora succhiando, mi blocco, lascio il mio gelatone e mi rimetto in piedi terrorizzato. “Bravo il mio figlioletto troietta, hai rotto il ghiaccio… così non è necessario fare giri di parole…. Ma se permettete entrambi, il culo a mio figlio voglio avere l’onore di romperglielo io. Tu, troia, continua a succhiare lo zio Gaspare”. Riprendo ancora più eccitato di prima pensando a quello che mi aspetta. “Spero solo che tu ti sia limitato a fare solo giochetti innocenti coi tuoi amici e che tu abbia ancora il culo vergine.. altrimenti mi incazzo”. “Papà, non ho mai fatto nulla, sono gay, ma non ho mai trovato un maschio vero che mi piacesse…. Mi segavo pensando a quando tutto questo sarebbe accaduto”. Forse stanco di aspettare, Gaspare mi zittisce ficcandomi il suo palo fino in gola. “Dai Salvo, che fai, muoviti, che aspetti”. Mio padre si spoglia. E’ il mio dio, bellissimo e finalmente posso ammirare la maestosità del suo cazzo….. una cosa sproporzionata, enorme grossa e già dura. “Scusami figlio mio ma io non sono mai stato delicato con le troie”. Si sputa sulle dita e mi lubrifica un po’ il buco. Fa lo stesso con la sua cappella che è enorme, me la punta sul mio buchino vergine e con un colpo di reni entra tutto. Stavo spompinando Gaspare, sento un dolore terribile, svengo……..