La donna misteriosa (attenzione niente sesso!)
ATTENZIONE
Questo è un racconto molto diverso da quelli pubblicati in questo bellissimo sito. Vi avverto quindi che non troverete scene di sesso bensì una storia misteriosa che è nata per caso.
Infatti all’inizio volevo scrivere un racconto diverso molto erotico, con scopate continue e magari un’orgia ma quando sono arrivato a metà racconto mi sono accorto che i protagonisti non si erano dati neanche un bacio (sono proprio una frana). Sono stato anche tentato di riscrivere tutto ma quando ho riletto quello che avevo scritto … ho trovato la storia avvincente ed interessante.
Nella maggior parte dei racconti che ho letto il sesso è divertimento, è solamente il rapporto tra due o più persone che si godono (è proprio il caso di dirlo) la vita, ma nella realtà il sesso è anche amore. Ho deciso quindi di portare a termine il racconto senza neanche sapere come sarebbe finito. Vi ripeto quindi che non troverete scene di sesso e, di conseguenza, vi conviene scegliere un altro racconto se cercate solamente quello.
Dovendolo classificare per forza l’ho inserito nella categoria che si avvicinava di più anche se, ripeto, non c’è sesso nella storia.
Questa mattina tra le lettere della posta ho trovato una busta senza mittente cosa ormai quotidiana vista la storia che mi ha visto come protagonista.
In questo Stato, che considero ancora magnifico nonostante tutto, noi italiani abbiamo la bruttissima abitudine di mettere al rogo gente senza aspettare la conclusione delle indagini e qualora quest’ultimo risultasse innocente o peggio ancora parte lesa, come nel mio caso, il tutto viene archiviato da parte della stampa con quattro righe di scuse in quinta pagina rispetto ai i titoloni in prima pagina dei mesi precedenti che hanno ormai creato il mostro.
Purtroppo non tutti leggono quelle quattro righe e, di conseguenza, la nomea rimane e grazie a questa arrivano lettere anonime che promettono o richiedono vendette da parte di … ancora non l’ho capito.
Scusatemi se preso dalla frenesia non mi sono ancora presentato ma sono mesi che devo sopportare questo stillicidio oltre a cercare di dimenticare l’accaduto e pensare ad un futuro.
Mi chiamo Alessandro, sono nato a Milano trentacinque anni fa, lavoro presso una società farmaceutica e sono … single.
Non sono un vanitoso ma, permettetemi almeno questo, con il fisico da palestra che mi ritrovo, moro, occhi verdi, di bell’aspetto alto cm 190 devo dire la compagnia femminile non mi è mai mancata fino a … pochi mesi fa quando la mia compagna è stata trovata morta nell’appartamento in cui vivevamo insieme.
All’inizio si è parlato di furto, poi di suicidio ed infine di omicidio passionale con prove così schiaccianti verso di me che nel giro di pochi giorni mi sono ritrovato chiuso in una cella del carcere nonostante dichiarassi assiduamente la mia innocenza.
Quest’ultima è stata provata, dopo quattro mesi, grazie ad un colpo di culo, per me, quando sono stati arrestati un gruppo di rumeni per furto e, dopo la confessione di uno di loro, omicidio della mia amata Anna.
Molte volte quando cammino per le strade mi sento osservato, vedo gente che cambia direzione pur di non incontrami, vedo quelli che consideravo amici nascondersi in vicoli bui ed aspettare il mio passaggio e questa è una cosa che fa male, molto male, quasi quanto la perdita della tua donna.
Lei sarà sempre presente nei miei pensieri ma … non c’è, non vive come non sto vivendo io ma … io respiro e vorrei tornare a vivere.
Apro la posta lasciando per ultima quella busta anonima indeciso se aprirla o no. Le prime volte ho sofferto tanto per queste lettere ma ora c’ho fatto il callo e mi lasciano indifferente. Alla fine l’apro quasi meccanicamente ed estraggo la lettera preparandomi a leggere quali mali mi sono stati augurati questa volta. Rimango colpito quando vedo che le due righe che compongono la lettera sono scritte a mano con una calligrafia femminile mentre di regola sono stampate. Le parole sono diverse da quelle che mi aspettavo e sono solamente “SE VUOI, UN’AMICA” seguite da un indirizzo email.
Accendo automaticamente il computer e di getto scrivo:
ciao, ho appena ricevuto la prima lettera gentile da oltre quattro mesi, la tua.
Ti ringrazio Alessandro
Invio l’email prima di pensarci due volte perché so che altrimenti non lo farei più.
Come tutte le sere ormai mi ritrovo a sgranocchiare qualcosa guardando la televisione senza seguire i programmi. Mi serve per rompere il silenzio che altrimenti sarebbe il padrone assoluto di questa casa che considero come una prigione, se non di più. Ho tolto tutte le cose che mi ricordavano Anna ma non ci sono riuscito perché quelle poche rimaste mi torturano la mente con lampi di ricordi.
Decido di accendere il computer per navigare in quel mondo telematico dove nessuno mi riconosce e dove posso curiosare su tutto quello che mi passa per la mente.
Noto con stupore che ho ricevuto una email, stupore che passa a meraviglia quando leggo il messaggio.
“VORREI ESSERTI D’AIUTO MA ALLO STESSO TEMPO NON HO INTENZIONE DI INVADERE IL TUO MONDO. SE VUOI UN’AMICA”
Chi sarà? Cosa vorrà dire? Sara sincera? Il fatto che si firmi “AMICA” fa presupporre che sia una donna ma potrebbe essere anche un uomo che si diverte.
Prendo la decisione di non rispondere all’email, facevo meglio a non rispondere neanche alla prima.
— ° —-
Sono passati due mesi e torno proprio ora dal dottore che parlando con franchezza mi ha comunicato che se non cambio vita la depressione mi porterà alla pazzia (le sue parole non sono state così crude ma il contenuto era questo).
Esco di casa per la prima volta da molto tempo per fare un giro al centro come facevo una volta con Anna. Un’occhiata veloce alle vetrine, un panino da Mc Donald, l’acquisto dell’ultimo libro del mio scrittore preferito e, senza accorgemene, mi ritrovo davanti al portone di casa con le chiavi in mano.
Prima di salire decido di noleggiare un paio di film in videoteca per far passare in modo più veloce il resto della serata.
Il negozio è deserto a parte la solita commessa bionda, molto carina, occupata a far quadrare la cassa e che al mio ingresso mi comunica che sta chiudendo.
Sul bancone ci sono due film appena restituiti e prendo la decisione di noleggiarli. Molte volte ho scelto dei film che o non mi sono piaciuti oppure non ho neanche visto quindi tanto vale tentare la fortuna.
“Sicuro?” mi risponde la ragazza con una smorfia che non riesco a decifrare e che, alla mia risposta affermativa, si trasforma in un malcelato sorriso quando me li consegna dopo aver fatto le dovute registrazioni.
Arrivato a casa mi impossesso della solita bottiglia di liquore, inserisco il primo DVD e mi siedo sul divano premendo contestualmente il tasto start.
Il titolo del film è “C’è posta per te” non l’ho mai visto ma i protagonisti, Meg Ryan e Tom Hanks, sono attori che mi piacciono. E’ una classica commedia americana, che in parte mi annoia ma, sarà per il “messaggio” del dottore o sarà per la bellezza dell’attrice che in parte assomiglia alla commessa della videoteca, riesco a vederlo tutto bevendo solamente due bicchierini di scotch e fumando (solamente?) una decina di sigarette.
Non avendo sonno inserisco il secondo DVD e … rimango con la bocca aperta quando scopro che è un film hard del genere amatoriale.
La sola vista del menù basta a eccitare il mio cazzo che è a digiuno da ormai diversi mesi. La prima reazione, a parte quella del cazzo, è quella di togliere quel film, spengere la TV, farmi un ultimo goccio ed andare a letto ma poi ci ripenso.
Vedere quelle scene di sesso fatte da gente comune è una tortura doppia in quanto l’eccitazione mi ritrovo ben presto con il cazzo in mano e, allo stesso tempo, ripenso a quando era Anna ad urlare i suoi orgasmi.
La conclusione di queste torture avviene quando, alla fine della prima scena, mi ritrovo con le mutande piene di sperma e con le lacrime agli occhi.
Il mio sonno è stato agitato, ho dormito veramente male, e quando al mattina mi alzo dal letto ho un cerchio alla testa che si restringe sempre di più.
Come un automa accendo il computer e scrivo tutto quello che mi passa per la mente inviando poi l’email all’unica persona che posso considerare vicina: AMICA.
“DOPO TUTTO QUESTO TEMPO TI SCRIVO QUESTA EMAIL PIÙ PER CURIOSITÀ CHE PER ALTRO. LA MIA VITA È SEMPRE UGUALE, NON È CAMBIATA, MA HO CAPITO CHE DEVO IMPEGNARMI A FARLO. LA PRIMA PERSONA A CUI HO PENSATO SEI STATA TU, FORSE PERCH… NON TI CONOSCO, NON SO CHI SEI, DOVE ABITI. SE NON TI DISTURBA, E SE SEI ANCORA DISPONIBILE, CERCHER“ DI SFOGARMI MANDANDOTI QUALCHE MESSAGGIO. ALESSANDRO”
Attendo con impazienza una sua risposta che non arriva se non il giorno successivo.
“LA MIA PROPOSTA E’ SEMPRE VALIDA. ATTENDO TUE NUOVE. UN’AMICA.”
Da quel giorno ci scambiammo almeno un messaggio al giorno (certo che quel film aveva segnato in parte la mia vita) all’inizio brevi e contenuti per arrivare poi a vere e proprie lettere. Non mi ha mai voluto dire chi è, “CHIAMAMI ROSA MA TI AVVERTO CHE NON È IL MIO NOME” mi ha risposto una volta alle mie continue richieste, ed abita nella mia stessa città. Da quello che scrivo ho intuito che forse ci conosciamo e che qualche volta la incontro, magari di sfuggita, ma non ne ho la certezza.
Altro segno che ha lasciato quel giorno, o meglio quella sera, è il fatto che ogni tanto vado da qualche prostituta per farmi una scopata.
E’ molto tempo che chiedo a Rosa di incontrarci o di darmi il suo cellulare per poter almeno sentire una volta la sua voce ma la sua risposta è sempre la stessa: “SI VEDRÀ”.
La sera ormai è impostata nel seguente modo: invio della email, passeggiata al centro, noleggio di un film a volte consigliato da Serena (la commessa biondina), lettura dell’email ricevuta, veduta del film accompagnato da un solo bicchierino e poi … a ninna.
Con Serena ho ormai fatto amicizia grazie anche alla figuraccia fatta quando ho riconsegnato i film noleggiati quella sera e qualche volta, scherzando, mi annuncia con un sorriso l’arrivo di nuovi film hard.
Mi dimenticavo di dire che ho cambiato lavoro trovando nella nuova azienda colleghi che, all’oscuro della mia storia, sono diventati miei amici facendomi riscoprire il suo significato.
Sto scrivendo per l’ennesima volta a Rosa ringraziandola per tutto quello che ha fatto ed ha significato, per ora, nella mia nuova vita concludendo il messaggio con la solita frase “ASPETTO CON ANSIA LA TUA RISPOSTA E SONO SICURO CHE MI PERMETTERAI DI CONOSCERTI PERSONALMENTE. CON AMORE ALESSANDRO”.
E’ la prima volta che le scrivo quel “con amore” ma ho capito che il mio sentimento è quello, che l’amo veramente, che sto struggendomi nell’attesa di conoscerla personalmente e che quando avverrà sarà ancora più bello.
Faccio un salto in videoteca più per fare quattro chiacchiere con Serena che altro ma vedo subito che oggi non è nella giornata giusta. Mi saluta con un freddo ciao abbandonandomi alla scelta del film nonostante nel negozio non ci sia nessuno e continuando a pigiare i tasti della tastiera con sempre maggior violenza. Incuriosito dal suo fare la guardo di sottecchi notando che, per la prima volta da quando sono cliente, oggi indossa una gonna al posto dei soliti jeans, è leggermente truccata, i capelli sembrano più corti e più curati, e porta ai piedi scarpe con tacchi a spillo.
Già precedentemente ero rimasto colpito dalla sua bellezza ma oggi è veramente uno schianto.
Quando arrivo al banco per noleggiare i film scelti Serena è obbligata a dare un po’ di respiro a quella povera tastiera per potermi servire. Mi auguro che il cattivo umore le sia passato ma è una speranza vana perché a momenti neanche mi rivolge la parola. Mi consegna velocemente i film e mi liquida con un “ciao” per ritornare subito dopo al computer.
Già ero nervoso del mancato arrivo dell’email di Rosa e l’inatteso comportamento di Serena non ha fatto altro che peggiorare la situazione. In due minuti sono anch’io davanti al computer per collegarmi ad internet e controllare la mia casella email dove trovo finalmente il messaggio di Rosa.
“ SONO RIMASTA COLPITA DALLA TUA EMAIL. VORREI INCONTRARTI MA ALLE SEGUENTI CONDIZIONI: SARAI BENDATO E LEGATO DA UNA MIA PERSONA DI MIA FIDUCIA. STAI SICURO, NIENTE SADOMASO. RESTO IN ATTESADI UNA TUA RISPOSTA IMMEDIATA. ROSA.”
Queste parole mi hanno colpito al cuore. Speravo si di incontrarla ma senza queste stupide condizioni. Cosa faccio ora? Se rispondo negativamente può darsi che non avrò mai più una seconda occasione.
“OK” Queste due lettere sono quelle che compongono la mia risposta nella speranza di non dovermene pentire.
“VAI AL BAR XXXXXX E ORDINA UN APERITIVO E POI VAI AL BAGNO. SARAI AVVICINATO DA UN MIO AMICO. FAI TUTTO QUELLO CHE TI DIRA’ ALTRIMENTI …”
Quando esca da casa sono emozionato come un adolescente alla sua prima esperienza e le gambe mi tremano. Eseguo alla lettera le indicazioni ricevute e, dopo pochi minuti che a me sono sembrati secoli, sono avvicinato da un ragazzo robusto che si presenta come Luciano. Rimaniamo nel bar per diverso tempo consumando un paio di birre a testa. E’ quasi mezzanotte quando usciamo dal bar ed entriamo nella macchina di Luciano.
Prima di partire vengo bendato e i miei polsi vengono legati dietro alla schiena. La paura iniziale è passata grazie anche all’atteggiamento di Luciano che è sempre stato molto calmo e … comprensivo. “Mi dispiace ma sono ordini di Rosa” mi ha detto con voce calma mentre mi bendava facendomi capire dal tono della sua voce il suo imbarazzo per questa messa in scena. Non so quanto sia durato il percorso, avendo perso la condizione del tempo, e neanche la direzione presa comunque finalmente ci fermiamo in un posto silenzioso (forse in campagna) dove vengo sbendato per entrare dentro una stanza di quello che mi è sembrato un villino. Sono ora seduto su una poltrona, di nuovo bendato, in attesa dell’arrivo di Rosa. Sento il rumore della porta che si apre e si richiude e quello classico dei tacchi a spillo che si stanno avvicinando.
“Rosa sei tu” che domanda cretina ho fatto ma avevo bisogno di rompere quel silenzio
“Ciao Alessandro, finalmente possiamo sentirci. Scusami per questo, mi dice mentre mi toglie la benda dagli occhi, ma è ancora presto per conoscerci veramente. Volevo vederti anche io senza però farmi riconoscere.” La sua voce è molto sensuale e calda ed anche lei è molto bella. Indossa un vestito da sera che mette in risalto tutte le sue forme. Sul suo viso c’è una maschera di carnevale che lo nasconde tutto.
“perché mi hai aiutato? Come hai fatto a conoscermi? Rispondimi, ti prego”
“ci conosciamo da molto tempo, a volte ci incontriamo anche. Ti ho offerto il mio aiuto perché mi hai sempre affascinato, ti sogno da prima che succedesse quello …, e sapevo quanto soffrivi. Ho pensato di farlo in quel modo altrimenti non l’avresti accettato, ti conosco. Ora ho deciso di accontentarmi, in parte, rivelandoti queste poche cose e parte del mio corpo. Così ora puoi stare tranquillo che non sono una tardona ma bensì una ragazza.”
“Se tutto quello che stai dicendo è vero non ti sembra che questa messa in scena sia inutile visto che proprio oggi ti ho confessato il mio amore? Togliti quella maschera e fatti riconoscere, ti prego.”
“No. E’ ancora troppo presto. Come ricordo di questo incontro e conferma di quanto dichiarato ti lascio questo in cambio” mi dice avvicinandosi per poi baciarmi appassionatamente “ora è tempo di salutarci. Alla prossima” ed esce dalla stanza senta darmi la possibilità di parlare.
Sono disteso sul letto guardando il soffitto illuminato, ogni tanto, dai fari delle automobili che passano sotto casa. Sono ore ormai che rivivo continuamente l’incontro con Rosa riassaporando il suo bacio sforzandomi di capire chi essa sia, ma inutilmente. Sono rimasto in contatto con poche persone conosciute antecedentemente l’omicidio di Anna e poche persone ho conosciuto nel frattempo. Finalmente la stanchezza mi assale e cado in un profondo sonno.
E’ ormai passato un mese dal primo ed unico incontro con Rosa.
Continuiamo a scriverci email sempre più appassionate, se tali possono essere considerate delle parole lette su un monitor, ma ho capito che è inutile richiedere continuamente un incontro diverso dal precedente. Rosa è inamovibile. La sua risposta è sempre la stessa “FORSE DOMANI” ma poi il suo domani non corrisponde mai con il mio. La sera non esco più per paura di perdermi un suo invito e, di conseguenza, sto diventando un … esperto di cinema.
Giornalmente entro nella videoteca e cambio due parole con Serena che continua a consigliarmi film di ogni genere. La nostra “amicizia” è tutta là. Riconosco che la vedo sempre più bella e divertente, a volte si comporta in modo strano come se mi stesse facendo il filo lanciandomi messaggi da me mai percepiti. Questa sera sono entrato nel negozio ed ho visto che insieme a lei c’era un collega che, appena poteva, la mangiava con gli occhi.
“Ciao, ti presento il mio collega Mario. Oggi mi sostituisce perché, dopo non so quanto tempo, vado al cinema con degli amici.” Mi dice sorridendo “perché non vieni anche tu. Sono l’unica che si presenterà sola. Mi farebbe veramente piacere”. Il suo invito mi sorprende tanto che non riesco a parlare
“guarda che non sei obbligato” mi dice arrossendo violentemente
“No. Scusami è che non me lo aspettavo. Tutto qui. Certo che vengo, mi fa piacere.”
“Ok sei scusato. Ci vediamo alle otto.”
Ho giusto il tempo di controllare il computer, leggere l’email di Rosa e farmi una doccia che è già l’ora di uscire. Non è che la cosa mi attiri più di tanto ma ormai è troppo tardi per ripensarci.
La comitiva di Serena mi ha accettato subito bene, sono ragazzi con voglia di vivere e divertirsi e mi sembrano, per ora, abbastanza “adulti” da stare lontani da droghe.
Il film è stato una delusione ma il dopocinema assolutamente no. Siamo andati in un pizzeria dove a mezzanotte è iniziato uno spettacolo di cabaret, fatto da artisti alle prime armi, veramente divertente.
Alla fine dello spettacolo ci salutiamo promettendoci di ripetere la serata il prima possibile. Salgo in macchina con Serena per accompagnarla a casa. Ho l’impressione che abbia bevuto troppo vino, ni sembra un po’ alticcia, e questo è ben presto confermato dal fatto che lungo la strada per casa mi ritrovo una sua mano sul mio pacco. Mi sento gelare il sangue nelle vene ma questo non serve certo a lasciarmi indifferente visto l’erezione che mi ritrovo in mezzo alle gambe.
“Vieni a casa mia” mi invita Serena guardandomi con occhi vogliosi
“Serena” dico pensando a come esprimermi senza offenderla “sei una ragazza bellissima e fantastica. Ma ..”
“Ma”
“sono innamorato di una donna e non sono il tipo che mette le corna. Se fosse successo un paio di mesi fa sarei stato ben contento ma ora non posso proprio”
“E chi sarebbe questa fortunata che non ho mai visto. Ti ho sempre visto solo, tutte le sere noleggi dei film, non credo che questa donna esista veramente. Ha almeno un nome”
“Rosa. Questo è il suo nome ed esiste veramente. E’ bellissima anche lei e ci amiamo.”
“Scusami allora”
Lascio una Serena delusa sotto casa e parto verso il mio appartamento sconcertato anche io di quanto successo. Sono mesi che non faccio sesso, ancora il cazzo mi tira in mezzo alle gambe, ma il solo pensiero di tradire Rosa mi è impossibile.
Entro in casa ancora confuso, prendo un bicchiere e mi verso una buona dose di scotch con ghiaccio indeciso se parlare di quanto accaduto con Rosa. Decido che per oggi è meglio chiudere così e mi preparo a dormire anche se non mi sento stanco.
Sono le due del mattino quando sento il segnale di un msm pervenire dal mio cellulare. Colgo l’occasione per fare un salto al bagno e poi leggo il msm.
“DOVE SEI? XCHE’ NON MI RISPONDI? ROSA”
E’ la prima volta che ricevo un suo msm e dal fatto che il numero non appare capisco che mi attende una sua email. Corro ad accendere il computer dove trovo il messaggio.
“SE VUOI VIENI IN VIA xxxxx N. 80. CITOFONARE RIGHETTI.”
Non faccio in tempo a rispondere con un “ARRIVO” che già mi ritrovo alla guida dell’automobile diretto verso l’indirizzo indicatomi. Per fortuna conosco abbastanza bene la città per sapere dove recarmi senza perdere tempo a cercare la via. Premo il tasto del citofono e subito s**tta la serratura del portone senza ricevere neanche l’indicazione del piano. Salgo di corsa le scale fino ad arrivare al secondo piano dove trovo una porta aperta.
“E’ permesso” dico con voce strozzata dall’emozione e dalla corsa
“Avanti, avanti” mi risponde una voce che conosco ma che non riesco a ricordare a chi appartenga. La casa è illuminata con luci soffuse e mi dirigo verso la porta da dove è arrivata la voce e vedo Rosa. Anche adesso porta una maschera ma questa lascia scoperti i capelli che scopro biondi.
“Ciao Rosa. Finalmente ci rivediamo”
“si oggi ho pensato molto a te ed ho deciso di incontrarci. Cosa facevi dormivi? Come mai non hai controllato la posta?”
“devi sapere che sono uscito con una amica, una conoscente più che altro, la ragazza della videoteca. Siamo andati al cinema e a cena con la sua comitiva.”
“E’ così che mi pensi tu? Dici che mi ami e poi esci con le ragazze. Qualcosa non mi quadra.” Mi dice Rosa con una voce tagliente ed accusatrice
Capisco che nessuno crederebbe a quello che è successo nella realtà con Serena, al mio rifiuto di una notte di sesso per non tradire la donna che amo e che conosco solamente via email e mi sento furioso con me stesso per aver accettato quello che voleva essere solamente uno svago ed invece si sta mostrando come la fine di una storia mai iniziata.
“Rosa ti giuro che non è come tu pensi” le rispondo con voce debole sapendo che crederà mai alle mie parole. Mi sento perduto.
“Alessandro cosa penseresti al posto mio? Mettiti nei miei panni e dimmi sinceramente se crederesti a quello che mi stai dicendo. Raccontami tutto quello che è successo guardandomi negli occhi”
Inizio il racconto della serata partendo dall’invito di Serena per arrivare al mio rifiuto dovuto all’amore che provavo per lei, Rosa. Quando termino cerco una sua reazione che non arriva. Rosa continua a guardarmi negli occhi come se cercasse di leggere nel il mio corpo.
“Aspettami qui e se vuoi serviti da bere” mi dice improvvisamente indicandomi la bottiglia di scotch sul tavolo (la mia marca preferita) ed uscendo dalla stanza.
Sorseggio un goccio di liquore cercando in esso la forza di continuare a lottare per la conquista della sua fiducia pur sapendo che potrebbe essere un errore ma ne sento veramente il bisogno.
Rosa riappare accanto a me come per magia con un addosso un soprabito nero invitandomi a seguirla. La strada è deserta e ci incamminiamo lungo lo stradone che porta in piazza. Cammina rasente il muro senza preoccuparsi di eventuali incontri. In questi tempi la gente preferisce farsi gli affari propri, non si sa mai chi si incontra, e quindi sa che nessuno “noterà” la mascherina che le copre il viso.
Durante la passeggiata ricominciamo a parlare di noi, arriviamo addirittura a scherzare su cose che ci siamo scritti, mi sento sempre più a mio agio nonostante la paura di aver rovinato tutto. L’atmosfera tra di noi è sempre più distesa e di colpo mi accorgo che sto stringendo la sua mano nella mia. Rosa ha lasciato fare oppure anche lei non si è resa conto della situazione.
Siamo arrivati alla piazza, deserta anch’essa, e ci fermiamo davanti alla fontana da cui l’acqua continua a spruzzare creando un gioco di luci di una bellezza unica. Sento le braccia di Rosa che stringono il mio corpo, sento il suo seno sul mio petto, e penso che lei senta anche mia eccitazione. Ci baciamo per la prima volta sotto quel gioco di luci e acqua che mai dimenticherò nella mia vita.
Bacio atteso da non so più quanto tempo e che sarei stato disposto ad aspettare molto di più viste le sensazioni provate in quel momento. La sua lingua ricercava la mia, giocava con la mia, sfuggiva alla mia in una lotta continua e dolce mai provata precedentemente. Mi sentivo risucchiare tutte le forze da quella bocca calda ed accogliente tanto che alla fine mi dovetti mettere seduto per non cadere per terra. Il silenzio che seguì il nostro primo bacio fu molto lungo perché nessuno voleva interrompere quel momento magico. A questo bacio ne seguì ben presto un altro e poi un altro ancora fino a quando non ci mancò il fiato per continuare.
“Questo significa che mi hai creduto?” domandai a Rosa
“Si, ti ho creduto perché già sapevo quello che era successo ma volevo sentirlo dire da te. Ti ho messo alla prova per l’ennesima volta, e di questo mi devi scusare, ma nella mia vita ho sempre incontrato uomini diversi da te che si dichiaravano innamorati solamente per portarmi a letto per poi lasciarmi soffrire la mattina dopo quando, avendo raggiunto il loro scopo, mi salutavano scoparendo dalla mia vita. Dalla prima volta che ti ho visto” mi disse Rosa togliendosi la mascherina rivelando il viso di Serena rigato dalle lacrime che sgorgavano dai suoi occhi “mi sono innamorata di te. Ho visto in te l’uomo che ho sempre sognato, il mio principe azzurro, l’uomo che poteva farmi felice ma che, allo stesso tempo, amava un’altra donna. Quando è successo il … il … fattaccio ho sempre creduto alla tua innocenza ed ho pensato di aiutarti a superare quel momento spedendoti quella lettera che fortunatamente ti ha colpito. Non pensavo di arrivare al punto di farti innamorare ma ne sono contenta. Forse mi considerai egoista ed insensibile per tutto quello che ti ho fatto passare ma le delusioni vissute mi hanno insegnato a non fidarmi più di nessuno, neanche dell’uomo che amo, se non dopo averlo conosciuto bene. Ora so che non mi sbagliavo. Sei gentile, corretto, divertente, sai stare in compagnia, hai tutto quello che cerco nella mia anima gemella. Ora sta a te fidarti di me.” Mi disse guardandomi con quegli occhi rossi segnati dalle lacrime (di gioia o di paura?) restando in attesa della mia reazione.
Rimasi di sasso quando scoprii la vera identità di Rosa ma dentro di me sentivo di averlo sempre saputo. Era una sensazione strana, difficile da descrivere, ma era così. Avvicinai la mia bocca alla sua dicendole “Ti amo”.