IL sogno di Gianna
E‘ molto presto stamani, le 5 passate da poco.
La Gianna dorme profondamente.
Un’ora fa l’ho sentita muovere: si era svegliata, certo dopo un sogno.
Ho allungato la mano e ho trovato le sue natiche calde.
Gliele ho accarezzate. E‘ un gesto delicato che faccio sovente, come per chiederle se vuole essere soddisfatta in qualche modo. Se si scansa, lascio perdere, ma se sta ferma continuo.
E‘ stata ferma e io ho seguitato a carezzarle il culo e i fianchi. ha sospirato, Gianna; un sospiro di gradimento e di soddisfazione.
La mano s’è imtrodotta fra le sue natiche formose e il dito medio ha cercato il buco del culo.
Ho iniziato un delicato titillamento progressivamente sempre più indiscreto.
Gianna ha spinto il fuori il culo, verso di me come faceva per farsi trombare quando ero ancora potente. Ora il culo era del tutto scoperto e proteso.
Ho ritirato il dito insalivandolo per facilitare la penetrazione e quando le ho ricercato il buco del culo, ha fatto un gemito prolungato: aveva decisamente voglia.
Ha il buco del culo molto tonico e resistente mia moglie, ma anche disponibile e -con le dovute attenzioni- pronto ad accogliere un bel cazzo.
Il titillamento ha lasciato il posto alla penetrazione e tutto il dito è entrato dentro. Lo muovevo decisamente come per incularla.
S’è voltata verso di me. „Mauro…“ ha sussurrato: „Ti va di leccarmi?“
„Sei eccitata, vero?“
„Si, tanto… Hoo fatto un sogno erotico… Ho sognato un cliente che è già venuto al negozio e che mi piace…E‘ un bell’uomo e mi sa che anch’io gli piaccio… Ho sognato che ci uscivo proprio con quell’intenzione, sai?… Mmmmmmmmmmmmm“
Scivolo sotto le lenzuola e mentre lei si è messa sdraiata divaricando le cosce, ho preso il mio cuscino e l’ho spinto sotto il suo culo sollevandoglielo, per poterla leccare meglio.
Appena sono arrivato alla vulva, ho sentito il fortissimo odore buono del sesso eccitato. Era già mezza.
Che bello! Lei, come fa sempre, mette una mano sulla mia testa e mi guida nei movimenti.
C’è voluto poco per iniziare a sentirla smaniare e muovere il bacino. La sua mano mi teneva la testa premuta forte sulla vulva eccitata, scivolosa, odorosa di umori.
Movimenti sempre più veloci, poi: „Oddio!! fermati sennò vengo subito…“
„Troia,“ sibilo: „Troia, hai voglia davvero di lui, lo sento… Ma sai una cosa? Al club in rete che io frequento, ci sarebbe un bell’uomo che vorrebbe conoscerti. Che dici? Se gli dicessi di farsi avanti?“
„Mmmmm, e com’é? Lo hai visto su Skype?“
„E‘ un bell’uomo, credimi… Che faccio? Lo invito…?“
„Ruffiano!… Cornuto ruffiano… Cornuto!… Ma lo sa quello, che tu sei un cornuto che vuoi farti trombare la moglie perché sei impotente e solo segaiolo?“
„Si, Gianna, lo sa. Ma sai è un tipoo molto corretto e per bene… Magari potresti conoscerlo come amico… Poi… Se vi piacete… Perché no?!“
Gianna allunga la mano vero di me e sente che ho il pene eccitato, barzotto. Ormai il mio pemne, ridotto dall’atrofia dei corpi cabernosi non è più in gtrado di soddisfare una donna, ma se titillato e massaggiato da sempre lo stesso piacere di una volta.
„Senti senti com’è eccitato il mio cornutone…“ mi dice pizzicandomi il piccolo membro: “ Hai voglia di corna fresche, vero porco cornuto?“ Le piace darmio del cornuto. E‘ una sicula e attribiuisce molti significati a quell’aggettivo. Il cornuto per lei non è più maschio.
La rilecco con decisione per tenerla eccitata. Sento bene che essendo eccitata e vogliosa del maschio smania, respira forte, geme, si agita, contrae il pavimento pelvico, stringe e rilascia le natiche e cola molti umori nella mia bocca, che li risucchia avidamnete, mentre gemo e le tengo il medio infilato nell’ano. Un tempo dicevo che se fossi diventato impotente mi sarei ucciso, oggi sono felice della mia impotenza e del rimpicciolimento del pene, perché mia moglie deve cercare il maschio e io godo proprio delle corna; ma delle corna vere, non quelle che taluno si procura nel privé o nei parcheggi delle periferie. A me piace da morire che mia moglie prenda un’infatuazione per il maschio; che sia coinvolta. Così le corna le sento davvero.
Percepisco che il suo orgasmo si sta avvicinado. Sguscia come una serpe, sobbalza sul letto spingendo in avanti il pube con la vulva violacea e viscida e mi preme forte la faccia sulla vulva, che ora cola abbondantemente.
„Oddio Mauro!! che voglia di cazzo che ho mmmmmmmmm…“.
„Ma lo tromberesti il mio amico se fosse qui?“ farfuglio con la bocca immersa nel suo sesso.
„Mmmmmmmmm…Siiiiii. Dai!…daiii!… Lecca cornuto, daiii che vengoo! Dai!!! Daiiii!…eccolooooooooooooo“ e si contorge come una serpe sgambando e scuotendo la testa a destra e sinistra, smaniando forte con la bocca aperta quasi non riuscisse a respirare.
Mi allaga la bocca e sobbalza nel letto con forti scossoni, che man mano vanno scemando.
Poi sospira diverse volte e infine il respiro le si fa man mano più lento.
Mi masturbo veloce e il pene semimoscio sussulta fra le sue chiappone, dato che s’era nel frattempo rigirata per rigettarsi nel sonno ristoratore, che dura tutt’ora.
Il semino l’ho gettato. In giornata, magari stasera stessa la riecciterò per portarla nel giusto stato d’animo per farle accettare l’idea di conoscere un uomo per farsi trombare. Ieri l’altro lui mi ha mandato le foto che gli avevo richiesto. E‘ un bell’uomo alto, brizzolato, simpatico, con un bel sorriso e… un cazzo davvero maestoso: largo, nodoso, con una bella cappellona e due coglioni che promettono trombate multiple. Il massimo che un vecchio cornuto impotente come me possa offrire alla giovane moglie insoddisfatta e vogliosa di maschio.