Convegno sull’inquinamento.
Racconto trovato in rete su xhamster.
In questi giorni son stato a Rimini per un convegno sull’inquinamento dei mari, dato il mio lavoro ogni volta devo ass****re a queste noiose conferenze, l’interessante viene sopraggiunto da una veloce sonnolenza data dalle lunghe ore di viaggio. Dopo la lunga giornata finalmente arrivo nel mio albergo, nulla di eccezionale premetto, giusto un buon punto di sosta per la notte prima di partire, dopo aver cenato con alcuni colleghi la voglia di andare a rilassarmi un po‘ era diventata vitale, visto anche la noiosa cena e le classiche chiacchiere finte accompagnate da fiumi di vino.
Finalmente libero! Posso riposarmi in albergo, era più o meno l’una di notte, decido di deliziarmi con un ottimo bicchiere di rum prima di andare a dormire, il bar è deserto, prendo il mio bicchiere e lo sorseggio con calma, pago e mi dirigo verso l’ascensore. Una volta arrivato alla mia camera mi accorgo di aver dimenticato la carta elettronica, scendo e vado a prendere la mia tessera che avevo dimenticato al bar, questa volta c’era una bella donna, anche lei era appena arrivata in albergo. La guardo, bionda, sulla quarantina passata, molto ben curata, scarpe col tacco nere, calze molto femminili e sensuali nere, un tailleur nero con bottoni dorati molto elegante e la borsa, classica signora in carriera anche lei annoiata dalla vita negli alberghi e visibilmente stanca.
In mano stringeva e guardava la mia tessera, io arrivo sorrido e faccio un sospiro di sollievo, lei si volta e mi guarda.
„La tua vero?“
„Esatto, in questo periodo non so dove ho la testa, per fortuna è qui.“
Lei si volta e mi guarda dalla testa ai piedi, mi son sentito un po‘ in imbarazzo a dirla tutta.
„Cosa fa un ragazzo così elegante a quest’ora in albergo?“
Porgendomi la tessera.
„Un noioso convegno, purtroppo il mio lavoro me lo impone, sono un biologo marino.“
Lei alza un sopracciglio in segno di curiosità.
„Di certo non se ne vedono molti.“
„Eppure esistiamo.“
Sorrido prendendo la tessera.
„Cosa fa una così bella ragazza a quest’ora in albergo?“
Lei sorride divertita.
„Ragazza??? Mio caro ormai non lo son più da un pezzo! Anche se posso far concorrenza a molte ragazzine di ora! Comunque mi occupo di pubbliche relazioni.“
(il termine più odiato perché non sai mai cosa vuol dire!)
Sorrido divertito
„Qui si pecca di presunzione, lei è una bella donna.“
„Chiamami Barbara.“
„Barbara sei una bella donna, di certo non puoi far un paragone tra una ragazzina e te, sarebbe come paragonare un diavolo ad un angelo.“
„Ah si? Questa proprio non l’ho mai sentita… e sentiamo mmm…“
„Davide.“
„Sentiamo Davide, tu prediligi il diavolo o l’acqua santa?“
„Nessuna delle due Barbara, io posso essere il diavolo o l’acqua santa il resto si adatta a me come è sempre successo.“
Passò un po‘ di tempo tra battute piccanti e frecciatine del genere che vi risparmierò volentieri, finimmo col parlare bevendo qualche bicchiere in quel bar deserto e vuoto fino a quando i discorsi si fecero più caldi e lei si avvicinava sempre più a me. Il suo profumo delicato mi inebriava i polmoni, l’eccitazione e l’elettricità del contatto mi mandava in estasi, si avvicinò al mio orecchio sorridendo dicendomi.
„Davide ora che ti ho ridato la tessera perché non mi mostri un po‘ la tua camera d’albergo?“
Sorrido e dico.
„Perché no.“
Ci avviamo lentamente verso l’ascensore, lei è sottobraccio a me con la testa sulla mia spalla, lo chiamiamo ed entriamo, appena le porte si chiudono lei si volta mi prende per la camicia e mi tira a se sbattendomi verso la parete dell’ascensore. Iniziai col baciarla sul collo mentre le mie mani la tiravamo a me, l’ascensore salì velocemente, finalmente al mio piano, per fortuna il corridoio è vuoto, la prendo per mano e la tiro verso la mia camera che apro velocemente. Entriamo in camera e lei chiude la porta alle sue spalle mentre si morde il labbro, si sfila le scarpe col tacco, mi fissa, mi desidera, la mia eccitazione era incontenibile ed era stretta in quei pantaloni scomodi.
Ci avviciniamo e iniziammo, la presi di forza e la misi sulla scrivania, le mie mani sotto a quel tailleur scoprivano delle autoreggenti nere, misi le mie dita ai lati del suo perizoma e lo sfilai, aveva un pò di pelo nero sopra e sotto era totalmente depilata liscia ma soprattutto bagnatissima, la sua voglia era incontenibile. Mi mise una mano sui pantaloni stringendo il mio cazzo, iniziò con voracità a sbottonarmi la cintura e quasi con violenza mi abbassò i pantaloni ed i boxer insieme senza darmi tempo di levarmi le scarpe, le mie labbra erano sulle sue, le nostre lingue erano un vortice di passione, le sue mani nel frattempo mi pompavano sempre più forte, io eccitatissimo gemevo dal piacere. Mi spinse sul letto, ero steso, eccitato, con i pantaloni e i boxer abbassati ma ancora con le scarpe, lei si sfilò il vestito lasciando intravedere una biancheria nera di pizzo mozzafiato, senza dire nessuna parola si abbassò e si avventò sul mio cazzo infilandolo di colpo nella sua bocca, sentivo i suoi denti e mi facevano male.
„Ehi così mi mordi, fai male.“
Si sfilo continuando ad agitare.
„Più di così non riesco ad aprire la bocca.“
Vorace lo infilò nella sua bocca riempiendolo di saliva e ingoiando il tutto fino alla sua gola, sentivo dei rumori di soffocamento, a lei piaceva molto, questo paradiso di eccitazione smise cacciandolo fuori dalla sua bocca, iniziò col fissarmi perchè voleva essere ricambiata del piacere. La presi con forza e la misi sul letto, mi alzai e iniziai a togliermi di tutta fretta le scarpe e i pantaloni, Barbara non resisteva più e mi fissava, iniziò a leccarsi le dita e a toccarsi, prima girando sul suo clitoride poi con due dita dentro e fuori sempre più velocemente. Mi fiondai tra le sue gambe leccando il suo clitoride e facendo dei cerchietti, il suo respiro si fece affannoso, le piaceva molto, la mia mano le allargava le labbra rendendomi più facile il lavoro con la lingua, era un lago di piacere un concentrato di donna. Le sue mani premevano sulla mia testa verso di lei, voleva sentirmi dentro, quando mi staccai un respiro profondo uscì dalla sua bocca, la presi e la girai, la sua schiena verso il mio corpo e le mie labbra sul suo collo, era così eccitata che col bacino fremeva di farlo entrare dentro. Prima lo strusciai delicatamente all’esterno, poi dentro, tutto dentro, il suo calore mi avvolse creandomi sensazioni incredibili, la mia mano sul suo ventre la stringeva verso di me, l’altra spingeva la sua testa sul mio corpo dominandola a pieno spingendo con forza e vigore. I rumori e gli odori si diffusero nella stanza come sordi tonfi, lei gemeva come non mai, la staccai da me e la misi nella classica posizione chinata senza mai uscire da lei, le mie mani si spostarono sui suoi fianchi e iniziai a spingere con forza.
„Ancora non ti fermare.“
Spingevo con forza, lei crollò con le braccia adagiandosi con il corpo sul letto, le mie braccia mantenevano il resto spingendo, era diventata un lago, un urlo sordo e acuto uscì dalla sua bocca, diventò tutta sudata, sentii il mio pene bagnato caldo e umido, era venuta, le sue grida di piacere pian piano si affievolirono facendole soppiantare da respiri caldi e profondi.
„Io non sono ancora soddisfatto Barbara, girati.“
„Aspetta un attimo ti prego.“
„NO!!!“
Uscii da lei e la girai verso di me a gambe aperte, lo infilai ancora una volta dentro ma questa volta non ero soddisfatto, volevo di più, lo cacciai e iniziai a sfiorar il suo buco di dietro.
„NOOO, mi fai male con quell’attrezzo.“
„Zitta, voglio godere.“
Inumidì con la mia saliva il suo buco che non era di certo stretto, iniziai a spingerlo con forza ma allo stesso tempo delicato, lei strinse con le mani le lenzuola chiudendo gli occhi.
„AHIA… ahi… mmm…“
Le piaceva non avevo dubbi, iniziai a spingere e lei bugiarda amava questo trattamento, iniziò a massaggiarsi il suo clitoride con la mano.
„Amo gli uomini decisi.“
(mordendosi il labbro inferiore)
Le sue urla di piacere erano contrastate solo dalle mie e dal rumore dei nostri corpi che si scontravano, stavo impazzendo del tutto giungendo al culmine della mia eccitazione, iniziai a spingere sempre più forte, dovevo venire.
„Oddio Barbara vengo!
Lo cacciai fuori, una fontana bianca e calda inizio a schizzare, lei avida e rapida lo prese in mano lo strinse con forza e mi fissò.
„Questo è tutto mio.“
Lo infilò in bocca succhiando tutto con forza mentre mi agitava con forza, erano scariche elettriche e godimento allo stato puro, le mie urla di piacere si sentivano rimbombare nella stanza, lei bevette tutto e poi continuò per alcuni minuti a pompare, poi si spostò e mi disse.
„Davide sei la mia passione travolgente.“
Il giorno dopo la fotografai nella camera, il tutto per dimostrare che non è frutto di una finta ed erotica fantasia, il mio sogno divenuto realtà, grazie Barbara.