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In vacanza con mia moglie Monica 03

…Di ritorno verso l’albergo:
“allora, ti sono piaciuta?” dissi a mio marito Diego.
“Dai, non era quello che volevi? Qualcosa non va?”
“No, niente solo….”
“Solo..cosa?”
“Vedi cara, devo dire che mi ha fatto eccitare tantissimo, però dubito che riuscirai a guardare ancora in faccia quei due che erano con me al tavolo.”
“Perché, non vi sono piaciuta….? Ma se non riuscivate a togliermi gli occhi di dosso!”
“Sì, non è questo, però penso che li incontreremo ancora visto che sono i padroni dell’albergo, soprattutto dopo quello che hai fatto.”
“Ma scusa non potevi dirmelo….. dai che figura, avresti dovuto presentarmeli subito, prima che facessi ogni mossa.”
“In realtà ho tentato di dirtelo. Loro sono tornati da poco da un viaggio di lavoro e ti hanno visto ballare e allontanarti verso la spiaggia. Devono aver capito qualcosa e si sono seduti con me per offrirmi da bere…scusami, però eri troppo bella e troppo…”.
“Troppo….”
“Vedi io avevo una erezione incredibile perché immaginavo cosa avessi fatto e tu eri troppo decisa….mi sono bloccato, ecco tutto. Comunque domani è l’ultimo giorno e penso proprio che li rivedrai. Sei stata fantastica amore!”
Prima di entrare in camera ha voluto che aprissi la porta piegandomi in avanti per potermi vedere la figa da dietro. E una volta entrati non ha resistito: mi ha sbattuta sul letto aprendomi le gambe dicendomi: “guarda che bella figa aperta che hai tesoro. Sicuramente ha fatto divertire qualche bel cazzo stasera”.
Poi annusandomi: “sa proprio di cazzo, amore…si sente”. Ed ha cominciato a leccarmi tutta, prima le grandi labbra, poi spingendo la lingua sempre più all’interno. Io stavo godendo di nuovo, e in preda all’eccitazione: “peccato che mi sono pulita con il perizoma, avrei potuto lasciarti un po’ di sborra anche per te!”.
Queste parole devono aver fatto s**ttare qualcosa in Diego, perché di colpo si è alzato, si è sfilato i pantaloni e mi ha penetrata con foga mai vista. Non glielo avevo mai sentito così duro in tutta la vacanza, mi dava dei colpi fortissimi facendolo entrare tutto fino alle palle, finchè sfilandolo mi è venuto sulle tette e sulla pancia. Poi, come piace a lui, mi spalmato la sborra sulle tette e si è disteso di fianco a me. Dopo pochi minuti aveva di nuovo il cazzo che mi puntava sulla pancia e mi chiese di raccontargli tutto….dei balli, della spiaggia e delle scopate con i due ragazzi. Mentre ascoltava il mio racconto mi ha sputato sul culo e mi ha inculata fino a riempirmi di sborra. Mi ha chiesto di restare sporca di sperma e ci siamo addormentati abbracciati.
Il mattino seguente ci siamo fatti una bella doccia rigenerante, colazione, poi in camera a prepararci per l’ultimo giorno di mare. Arrivammo in spiaggia verso le 9,30, questa volta con indosso un normale costume a due pezzi, per niente vistoso, l’unico che mi ero portata di questo tipo e che ancora non avevo messo. Dopo circa un’ ora di sole si avvicinò qualcuno al nostro ombrellone:
“buongiorno Diego, dormito bene? Ahhh..cara Monica, noi siamo Paolo e Gianni, i padroni dell’albergo, non abbiamo avuto modo di presentarci ieri sera”. Erano due cinquantenni brizzolati molto piacenti con un fisico asciutto. Sembravano quasi fratelli da quanto si assomigliavano.
“Piacere Monica.” E abbassando la testa per un po’ di vergogna, strinsi loro la mano.
Dopo altre frasi di circostanza che mi misero un po’ a mio agio, Paolo dice:
“Sai in realtà siamo venuti a trovarvi per te Monica”.
“In che senso per me”.
“Nel senso che tuo marito ieri sera ci ha spiegato che siete una coppia molto aperta e che cerca di eccitarsi vivendo situazioni particolari”.
Guardo mio marito fulminandolo con gli occhi, lo stronzo non mi aveva detto che avevano parlato anche di questo. Non mi danno il tempo di rispondere…
“Anzi quello che abbiamo visto ieri sera, direi che lascia poco spazio all’immaginazione, siete una bella coppia molto porca”.
“In effetti è quello che facciamo, però sia chiaro, solo perché lo vogliamo tutti e due.” Risposi.
“Bene, per non farla lunga, ieri sera ci hai colpito molto e vorremmo invitarti da noi oggi pomeriggio dopo pranzo verso le 15, da sola….senza tuo marito.” Capiamo l’indecisione, non sei obbligata, ma potremmo farvi vivere un’ ultima esperienza molto trasgressiva”.
“Non saprei dobbiamo parlarne, mi cogliete proprio di sorpresa.”
“Ok, decidete con calma, ci farete sapere. Anzi noi siamo al bar, se decidete per il si, Monica, ti togli il pezzo di sopra del costume prima di tornare all’albergo per pranzo e ci passi davanti a salutarci.
“…ci pensiamo promesso.” Poi prima di allontanarsi Gianni mi dice:
“una cosa Monica, che numero porti di piede?”
“37” rispondo.
Una volta soli chiedo a Diego come mai non mi aveva informata della conversazione di ieri sera, poi senza dargli tempo, visto che era evidente dal suo cazzo quello che voleva….
” Ho deciso di accettare! Voglio giocare un po’ con loro” E mi tolsi subito il costume mostrando le tette.
All’ora di pranzo tornando in albergo, passai in topless davanti ai due padroni, salutandoli con un sorriso. Mio marito era eccitatissimo, non vedeva l’ora che facessi ancora la puttana.
“Vado ancora a fare la troia, amore. Ho voglia di essere trattata da puttana”.
Diego mi disse che potevo fare tutto quello che volevo. Mi avrebbe aspettato nella nostra camera, ansioso di riabbracciare e scopare la sua zoccola.
Al tavolo da pranzo trovai un biglietto “ore 15 camera n 525 ultimo piano. Vestiti solo con l’accappatoio dell’albergo.”
Dieci minuti prima delle 15, indossai il solo accappatoio con ai piedi i sandali da mare e uscii lasciando mio marito in camera. Salii al piano superiore fino alla camera e bussai. Dopo poco mi aprì Gianni sorridendomi e baciandomi sulla guancia. Mi fece sedere sul divano e mi offrì un drink.
La camera era spaziosa, molto più di una riservata alla clientela. Un anticamera con un comodo divano sul quale mi ero seduta e due poltrone e poi la stanza da letto con un letto molto grande e un bagno con molti comfort.
“Paolo dovrebbe arrivare tra pochi minuti.” Infatti dopo poco entrò con una borsa in mano. Mi salutò anche lui con un bacio sulla guancia, poi mi disse:
“qui c’è un piccolo regalo per te, vorremo che ti vestissi così per noi. Puoi cambiarti nel bagno, da quella parte.”
Mi diressi in bagno, aprii la borsa e indossai quello che mi avevano comperato.
Era una tutina nera intera a rete che mi fasciava le gambe e il seno e con una apertura che lasciava scoperta la figa. Ai piedi calzai scarpe trasparenti altissime numero 37. Mi guardai allo specchio e mi vidi….semplicemente troia…vestita come un’ attrice di film porno che si prepara ad essere usata…..mi stavo bagnando.
Feci un lungo respiro, uscii dal bagno ondeggiando sui tacchi vertiginosi e li vidi ad aspettarmi seduti sul divano con i pantaloni abbassati alle caviglie e l’uccello duro. Mi fecero i complimenti e m’ indicarono la poltrona proprio di fronte a loro.
“Sembri proprio una troia Monica, siediti, allarga le gambe appoggiandole sui braccioli della poltrona e toccati da sola” Era un tono di voce deciso che un po’ m’ impaurì, poi una volta seduta ho cominciato ad ubbidire. Divaricai le gambe appoggiandole ai braccioli e li guardavo negli occhi vedendo crescere la loro eccitazione. I cazzi s’ indurivano sempre di più e l’odore di sesso cominciava a riempire l’ambiente. Allargai la figa mostrandola già umida, m’ insalivai un dito e cominciai a farlo entrare dentro di me, mentre con l’altra mano mi toccavo il seno. Dopo qualche minuto:
“sei brava Monica, vedo che hai capito che ci devi ubbidire”. “ Ce lo aveva detto ieri sera tuo marito che ti piace essere umiliata prima di essere scopata. Dovrai ringraziarlo più tardi, perché è lui che ci ha chiesto di venire da te questa mattina e di proporti di essere nostra per un pomeriggio. Era sicuro che avresti accettato per il solo piacere di sentirti puttana”.
“Le sorprese però non sono ancora finite, vogliamo che oggi tu sia la nostra cagnetta”.
Io continuavo a sditalinarmi mentre Paolo prese un altro pacchetto e lo aprì.
“Vedi, per essere una cagnetta ti manca la coda”. Cercai di indicare che i miei capelli biondi lunghi potevano fare al caso, però mi bloccò dicendomi:
” No, ecco quello che ti serve”. Era un dildo anale rosso con attaccata una lunga coda nera.
“Adesso puttanella voltati e mostraci il culo”. Mi girai a quattro zampe, Paolo mi toccò la figa e con i miei umori mi lubrificò il buchetto e m’ infilò il fallo finto tutto nel culo. Un gridolino e la sanzione di essere piena. Era sicuramente più largo di un normale cazzo ma più corto, con una base più larga in modo che mi restasse infilato dentro. Mi piaceva….era quello che volevo. Così tanto eccitata che non avrei rifiutato niente.
“Adesso alzati e facci vedere come cammina una cagna in calore”.
Mi alzai e camminai girando intorno al divano cercando di non fare cadere la mia coda.
“No, non così, mettiti a quattro zampe, devi essere più reale”.
Mi misi a quattro zampe e avanzai verso di loro. Il pensiero di essere diventata una cagna mi stava facendo impazzire di voglia. Ad ogni passo sentivo la coda muoversi lungo le gambe. Nel frattempo si erano tolti i pantaloni e vedendomi rossa in viso mi chiesero se mi vergognavo a fare quella cosa.
Paolo mi venne vicino, e mi applicò una benda nera sugli occhi dicendo:
“così eviti di guardarci e puoi lasciarti andare completamente”.
Non mi stavo vergognando, ero solo rossa per il caldo della stanza e per la voglia crescente.
Paolo tornò a sedersi sul divano:
“Ora vieni da noi a leccarci il cazzo, troia”. Continuavano ad insultarmi mentre passavo la lingua da un cazzo ad un altro insalivandoli per bene. Sapevo benissimo che tra poco un’altra parte del mio corpo li avrebbe assaggiati.
Infatti, uno cominciò a toccarmi la fica: era fradicia di umori.
“Ma allora ti piace essere trattata come una cagnetta”.
Sempre messa a quattro zampe e bendata mi misero al collo un collare con un guinzaglio e mi guidarono fino al letto. Molto lentamente…volevano godersi il risultato della mia trasformazione. Ogni volta che mi insultavano sentivo delle scosse di piacere sulla figa. Troia, succhiacazzi, mignotta, figarotta, puttana del cazzo…..aumentavano solo la mia voglia. Mi fecero distendere sul letto a pancia in su, allargai le gambe e mi penetrarono facendomi finalmente gridare il mio piacere. A turno si scambiavano, io leccavo un cazzo mentre prendevo l’altro in figa fino in fondo. Ogni tanto sentivo tirare il guinzaglio se smettevo di succhiare…” succhia troia….non fermarti”. Ancora con la benda sugli occhi non potevo vedere chi mi stava scopando, anche se ormai stavo incominciando a riconoscere i loro cazzi.
“Sì puttanella, ti piace, vero? Apri la bocca che adesso ti do qualcosa da bere”. Quello che mi scopava, sfilò l’uccello e avvicinandosi alla mia bocca mi fece ingoiare un getto caldo di sperma. Alcune gocce mi rigarono il viso. L’altro prese a scoparmi e vedendomi sporca di sperma:
“Che vacca che sei…hai ingoiato tutta la sborrata, tieni bevi ancora…”. Un altro getto di sborra mi arrivò sul viso, in parte assaggiai anche quello. Anche la benda nera davanti agli occhi si era bagnata e Paolo finalmente me la tolse dandomela da leccare.
“Vieni Monica, non abbiamo ancora finito, sei troppo bella e troppo puttana per lasciarti andare così presto”. Mi accompagnarono in bagno a darmi una pulita al viso, mi sfilarono la “coda” che mi era rimasta nel culo per tutto il tempo e mi fecero sedere sul bidet per sciacquarmi la figa. Mentre passavo la mano sulla figa vidi i due membri riprendere vigore. Gli uccelli che si allungavano e le cappelle che piano piano uscivano puntando verso il mio viso. Li presi ancora in bocca sentendo il gusto misto di sborra e di figa.
“Non ti serve più la coda, tra poco ti sentirai riempita da qualcosa di ben più grosso”.
Tirata da Paolo per il guinzaglio, ma questa volta camminando su due piedi, andammo al letto matrimoniale, mi misero a pecorina e mi prepararono per l’inculata usando le dita. Di nuovo dai modi gentili del bagno erano passati ai modo rudi e a****leschi della scopata di poco prima. Mi incularono di colpo senza farmi abituare, mettendolo fino alla palle. Si scambiavano senza darmi tregua cercando in questo modo di ritardare le sborrate per divertirsi il più possibile con il mio corpo.
Poi uno venne sotto di me per infilare nuovamente il cazzo nella mia figa già aperta. Ero presa da due cazzi. Che bello sentirsi riempita in tutti i buchi e tutto questo devo ammetterlo….grazie a mio marito che mi ha permesso di provare cosa significa trasgredire. Si scambiavano di posto, mi chiamavano ancora troia, puttana, vacca, succhiacazzi, baldracca, ed io provavo orgasmi a ripetizione. Ne ebbi almeno tre prima di riuscire a farli sborrare. La sborra arrivò quasi simultanea per entrambi: uno in figa e l’altro nel culo.
“Adesso puoi tornare da tuo marito”. L’orologio della stanza segnava le 17,15, per più di due ore ero stata la troia dei padroni dell’albergo. Cercai di alzarmi per tornare da Diego, però mi fermarono:
“aspetta, vogliamo fare un regalo anche al cornuto che ti attende col cazzetto in tiro”. Mi fecero sdraiare a pancia in su, un po’ di sborra mi stava uscendo dal culo, e mi infilarono di nuovo il dildo anale con la coda.
“Così ne porti un po’ anche a lui”. Poi mi abbassarono il vestito scoprendo le tette e il ventre, e con pennarello blu indelebile mi scrissero in stampatello sulla pancia:
“MOGLIE TROIA, LECCAMI” con una freccia ad indicare la figa piena di sborra. Mi rialzarono il vestito e mi porsero l’accappatoio con cui mi ero presentata.
“Puoi tornare adesso, però attenta a non far cadere nulla”. E mi salutarono baciandomi sul collo e infilandomi la benda nera, usata per gli occhi e ancora sporca di sborra, dentro alla figa.
“Sei stata fantastica, tuo marito è un uomo fortunato”. Quando la porta si chiuse dietro di me, cercai di camminare verso l’ascensore con naturalezza, ma era difficile con le scarpe alte da puttana, il vibratore nel culo e la sborra che dalla fica, nonostante la benda, cominciava a colarmi lungo le cosce. Cercai di fare in fretta anche se il lungo accappatoio non lasciava intravedere nulla. Bussai per entrare da mio marito. Era nudo con il cazzo in tiro. Mi baciò in bocca:
“Hai ancora il sapore di cazzo sulle labbra”.
“Si e non solo lì tesoro”. Quando aprii l’accappatoio rimase di sasso. Il vestito a rete, il guinzaglio, le scarpe, le gocce di sborra lungo le gambe, la benda infilata nella figa e il cazzo finto nel culo!
“Raccontami tutto amore, ti prego”.
“Non avere fretta tesoro, la vedi la scritta? Gli dissi abbassandomi il vestitino. Ecco, adesso da bravo mi ripulisci per bene. Ho fatto la loro cagna a quattro zampe con la coda infilata nel culo….per il momento pensa solo a questo.
Mi tolsi la benda dalla figa e gliela sventolai sotto al naso. Sentì l’odore di sborra. Mi sdraiai sul letto a gambe larghe e cominciò a leccarmela assaporando la sborra di un altro uomo direttamente dalla figa della sua mogliettina. Non era la prima volta che lo facevamo. Mi piaceva sentire la sua lingua e mi stavo preparando a godere ancora. Mi tolse il plug e vide lo sperma uscire anche dal culo. Ne raccolse anche da lì con la lingua dandomi un po’ di sollievo ad entrambi i buchi apertissimi. Volevo far divertire lui ora, se lo meritava, io amo mio marito.
Gli raccontai tutto e mi scopò e inculò più volte fino alle 9 di sera. Mi fece rifare la cagna così come mi avevano ordinato Paolo e Gianni. Mi diceva che gli piaceva sapere che ero stata sfondata perché avevo fatto la puttana e che lo eccitavo da morire e ogni volta sborrava sul mio corpo. Vedere godere così tanto la persona che ami non ha prezzo. Rifacevo tutto quello che mi chiedeva. Continuava a sborrare non appena aggiungevo dei nuovi particolari di come ero stata usata e ogni volta non mi permetteva di pulirmi facendomi restare completamente piena di sborra. Dalle tre del pomeriggio stavo ricevendo dei cazzi dentro ai miei buchi. Ma non mi stanco mai a sentire il cazzo di mio marito, il cazzo del mio amore. Avrebbe potuto continuare finchè ne avesse avuto voglia.
Ci riposammo un pochino sul letto e ci facemmo una doccia, io particolarmente accurata e lunga. Poi uscimmo per mangiare qualcosa. Eravamo appagati, indossai dei pantaloni lunghi neri e una canottiera rossa piuttosto lunga in modo da coprire la scritta sulla pancia che con la doccia non si era cancellata completamente. Sentivo il culo aperto mentre camminavo. Stanchissimi, dopo cena ritornammo subito in camera per riposarci dopo la lunga giornata di sesso…

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In vacanza con mia moglie Monica 06

…Sentii la chiave nella serratura e la porta aprirsi. Guardai l’orologio, erano le 5.48 di mattina. Lo ricordo ancora perfettamente perché quell’orario è associato alla figura di mia moglie Monica che poco dopo mi raggiunge nel letto a conclusione di quella serata pazzesca e probabilmente irripetibile. Completamente nuda senza scarpe, i ricci biondi tutti in disordine e le tracce di sborra seccata su tutto il corpo e sui capelli. Inoltre diversi segni rossi le rigavano il corpo e qualche livido era visibile sulle gambe e sulle braccia. “Non preoccuparti sto bene, sono solo stanchissima” mi disse fugando immediatamente ogni mia preoccupazione. “Quei porci hanno appena finito di divertirsi. Mi sento completamente a pezzi. Voglio solo farmi una bella dormita, più tardi ti racconto tutto.” Mi diede un bacio sulle labbra rassicurandomi e si sdraiò a letto al mio fianco. Si addormentò quasi subito. Mi alzai per andare in bagno dove guardai dalla finestra per dare un volto alle voci che provenivano dal giardino. Erano 5 uomini, Gianni, Paolo e inoltre riconobbi chiaramente la figura di Aldo con quelli che dovevano essere due dei suoi amici che al ristorante avevano palpato Monica. Pensai che questa volta molto probabilmente erano andati ben oltre a qualche toccatina. Evidentemente la serata aveva subito diversi cambiamenti dal piano originale. Pensieroso tornai a letto dove Monica dormiva nuda sopra al lenzuolo. Non potei fare a meno di osservare i segni rossi che rigavano la sua schiena e il suo culo chiedendomi cosa le avessero fatto. Non volli disturbarla e cercai di riaddormentarmi nonostante i mille pensieri che mi affollavano la mente e il cazzo che mi divenne di marmo. Dopotutto anche io avevo dormito pochissimo lì da solo nel letto con la testa costantemente rivolta a quello che quei quattro maiali stavano facendo a mia moglie. Avevo assistito solo a parte della serata. Dopo poco più di un’ora infatti mi venne consigliato di ritornare nella camera che alla mattina ci era stata assegnata. Dove rimasi chiuso a chiave fino a quando non rientrò Monica. Immaginai le cose più degradanti e mi masturbai due volte prima di iniziare quel dormiveglia bruscamente interrotto dal rumore della serratura.
Appena tornati dal ristorante, Salvatore prese il guinzaglio di Monica e si diresse all’ingresso della villa. Eravamo entrambi eccitati per quello che sarebbe successo. Mia moglie stava per essere consegnata ai suoi padroni. Paolo e Gianni ci accolsero sorridenti chiedendoci se la cena e il dopo cena erano stati di nostro gradimento e liberarono mia moglie dalle manette. “mmm..hai ancora il plug infilato nel culo….allora sei proprio la nostra cagna ubbidiente.” Paolo lo tolse dal culo di Monica verificando se il culo restasse aperto, ci sputò sopra e glielo rinfilò fino in fondo per tre o quattro volte. Parlammo pochissimo perché ci dissero che i due tedeschi stavano aspettando mia moglie ed erano impazienti di divertirsi con il suo corpo. “Non ci aspettavamo che ritornassi con tua moglie, Diego”, mi disse Gianni. “Pensavamo preferissi farti qualche bella scopata anche tu. Salvatore aveva ordine di portarti in un posto davvero speciale. Avresti avuto solo l’imbarazzo della scelta. Evidentemente preferisci guardare come ci chiaviamo tua moglie e spararti qualche sega…..ma dovrai guadagnartela….Accentando di fare parte della nostra serata anche tu non potrai rifiutare gli ordini che ti saranno dati. Sarai solo il marito cornuto che aiuterà sua moglie a prendersi una bella razione di cazzo. E’ ora di iniziare, abbiamo atteso fin troppo”. Con queste parole cominciò la nostra serata all’insegna della sottomissione e della degradazione. Salvatore si congedò da noi per tornare alla macchina. Salimmo al piano superiore dove Monica venne portata in bagno per fare pipì e per lavarsi la figa e il culo sul bidet. Paolo le disse: “lavati, che sei già stata scopata questa sera. Pulisciti quel buco da svuotacazzi che hai in mezzo alle gambe. Ti è piaciuto vero farti riempire dal cazzo gigante di Aldo al ristorante? E adesso quanta voglia hai di cazzo, puttana?” Si, mi è piaciuto, ma non sono ancora soddisfatta. Voglio tanti altri cazzi che mi rompono il culo e la figa. Voglio essere riempita” rispose mia moglie. Sapeva di essere tremendamente eccitante parlando in quel modo. Si lavò le parti intime sfilandosi finalmente l’anal plug e si disse pronta ad iniziare tremando dall’eccitazione.
“Anche tu Diego, spogliati completamente e seguici”. Rimasi nudo e li seguii in un’altra stanza della villa al secondo piano. Salendo le scale i due non smettevano di toccare il culo di moglie e rendevano instabile il suo incedere sui tacchi alti infilandole le dita nella figa o nel buco del culo rimasto leggermente aperto dopo il trattamento con l’anal plug durato quasi un paio d’ore. Entrammo in un salone con poca luce. Era grandissimo, quasi un piano intero della villa. Paolo regolò l’interruttore e la stanza si illuminò. “Questa è la nostra stanza dei giochi. Qui portiamo le puttane rotteinculo come tua moglie per farle godere come cagne in calore. Abbiamo diversi giochini interessanti con cui divertirci. Ne sono passate parecchie in questa sala di puttane e ti assicuro caro Diego che anche la tua mogliettina sarà bella sfondata quando avremo finito. Mentre Paolo ci diceva queste cose, Monica ed io osservavamo la contrapposizione tra il lusso della stanza (mobili, quadri, tappeti, ecc..) e la volgarità dei vari articoli da sexy-shop che vi erano disseminati in giro (cazzi finti di ogni dimensione, fruste, catene, corde e vestiti e biancheria da donna di ogni tipo. Seduti su un ampio e lungo divano rosso scuro c’erano i due tedeschi ad attenderci, nudi con il cazzo in tiro. Due uomini muscolosi biondi sui 35-40 anni con un cazzo di dimensioni medie e completamenti depilati. “Loro sono Rudy e Erick, parlano poco l’italiano, ma sanno farsi capire in un altro modo.” Piombarono velocemente su mia moglie accarezzandola ovunque, poi le fecero segno di abbassarsi e di leccare i cazzi. La trattarono fin da subito con modi pochi gentili prendendola per i capelli e infilandole i cazzi in bocca.
“Non perdono tempo….meglio così” disse Paolo. Anche i due padroni di casa si spogliarono. Eravamo tutti nudi, ad eccezione di Monica che vestiva calze a rete, reggicalze e reggiseno rosa. Inginocchiata e circondata da quattro maschi, vidi mia moglie succhiare i loro cazzi e leccare loro i coglioni. I due tedeschi sembravano gradire molto quel lavoro di bocca. Ogni tanto toglievano il cazzo dalla bocca di Monica e lo usavano per schiaffeggiarla sulle guance. Anche il mio cazzo divenne durissimo, ma Gianni mi disse che avevo il divieto assoluto di toccarmi. “Siamo solo all’inizio, tra poco ci aiuterai mentre scopiamo tua moglie.” Rudy e Erick presero il guinzaglio e la fecero camminare a quattro zampe verso il divano dandole forti schiaffi sul culo. Mia moglie si stava di nuovo umiliando facendosi trattare come una cagna da sconosciuti. Osservandola da dietro vidi la sua figa luccicante di umori….che troia pensai.
I quattro maschi si sedettero sul divano uno di fianco all’altro e ordinarono a mia moglie di impalarsi sui loro cazzi durissimi dando loro la schiena. Era girata verso di me che ero in piedi di fronte al divano. Dovevo tenerla per il guinzaglio mentre lei si faceva sparire i cazzi nella figa. Ogni volta che lei si spostava da un cazzo ad un altro dovevo aiutarla ad impalarsi indirizzando con la mia mano il cazzo all’ingresso della sua figa. Infatti le loro mani erano costantemente indirizzate a strizzarle le tette. Fu una sensazione strana quella di toccare quattro cazzi che si stanno fottendo la figa di tua moglie. Ma ormai avevamo deciso di giocare. Monica si impalava sempre più velocemente godendosi le scopate e la sua figa diventava sempre più rossa e bagnata per quanto era usata. Tenendola per le tette la spingevano con forza verso il basso non appena si fermava un attimo per riprendere un po’ di fiato. Non ebbe un attimo di tregua, continuamente forzata a saltare da un cazzo all’altro. I laccetti del reggicalze si erano quasi tutti distaccati per la foga con cui si muoveva e il reggiseno era sceso a livello del suo ombelico. Il piacere che quei cazzi le provocavano era leggibile nelle espressioni del viso e nei suoi occhi carichi di desiderio.
“Diego, sembri una di quelle puttane che nelle gangbang aiutano l’attrice principale per fare restare tutti i partecipanti col cazzo duro”, mi disse Paolo. “Hai voglia di menarti il cazzo?”. Gli feci cenno di si con la testa. “Allora, perché non prendi quelle calze a rete nere e te le metti?”, continuò a dirmi. Avevo una voglia matta di toccarmi, guardai mia moglie che in preda a qualche orgasmo mi fece solo un veloce sorriso. Presi le calze a rete nere e le indossai. Istantaneamente iniziai a menarmi l’uccello per la voglia che avevo accumulato. Subito non pensai che mi stavano considerando una puttana tanto quanto mia moglie. Nel frattempo Monica era stata messa a pecorina sul tappeto. I tedeschi presero a scoparla da dietro con dei colpi velocissimi e violentissimi. Rudy aumentò ancora il ritmo e con un gridò le sborrò nella figa. “Mettiti sotto Diego, appena avrai ripulito per bene la figa della tua mogliettina mignotta lasceremo sborrare anche te”, mi dissero. Mi sdraiai sotto a Monica a 69, con la bocca rivolta verso la sua figa e cominciai a leccarla pulendola con la lingua. Contemporaneamente sentii la lingua di Monica sulla mia cappella. Fu una sensazione piacevolissima. “Adesso bacia tua moglie”, mi disse ancora Gianni. Scorrendo in avanti con la mia bocca verso quella di mia moglie, limonai con Monica. Ci guardavamo negli occhi ed eravamo eccitatissimi, contenti di vivere insieme delle sensazioni straordinarie. Erick incominciò nuovamente a scopare la zoccola che aveva a disposizione. Pensavo di aver finito e feci per rialzarmi, ma Gianni mi bloccò dicendomi:” Non hai capito…adesso anche tu stai facendo la puttana, hai scelto di indossare delle calze da troia, quindi da brava succhiacazzi pulisci la figa di tua moglie da tutte e quattro le sborrate”. Rimasi lì sotto ad aspettare di leccare la figa di mia moglie con il cazzo che non ne voleva sapere di ammosciarsi. Con gli occhi all’altezza della figa, vedevo da pochi centimetri il cazzo entrarle dentro. Ogni tanto le palle mi sbattevano sulla fronte. Allungai la lingua verso il clitoride cercando di leccarlo e sentendo sulla lingua le vibrazioni e le scosse di godimento che il cazzo le stava provocando. Mi ritrovai senza volerlo a leccare la cappella tutte le volte il cazzo usciva completamente dalla figa di mia moglie. Contemporaneamente mi toccavo il cazzo e sborrai una prima volta non appena vidi il cazzo di Erick fermarsi e contrarsi per scaricare il succo delle sue palle dentro alla figa di Monica. Appena tolse il cazzo una densa sborrata bianca cadde sulla mia lingua. Sborrarono tutti in figa a mia moglie scopandola a pecora e facendola gemere continuamente. Ogni volta la ripulivo dalla sborrata. Anche la sua bocca non se ne perse una….dopo che un cazzo aveva finito di riempirla, finivamo col limonare come due innamorati passandoci la sborra l’uno con l’altra. Dopo L’ultima sborrata, mentre stavamo limonando, Monica allungò la mano sul mio cazzo che era tornato duro. Mi segò con pochi colpi che subito sborrai schizzandomi sulla pancia e restando senza fiato. Anche Monica si adagiò sul tappeto per riprendere un po’ di energie. Poi da brava puttana si tolse il reggiseno che le dava fastidio facendolo cadere a terra e si riaggiustò il reggicalze.
Furono Rudy e Erick, i primi ad avere sborrato, a riprendere a giocare. Dissero qualcosa in tedesco che non capimmo e vedendo che Monica non si alzava, la presero per i capelli facendola nuovamente rimettere a quattro zampe. Erick le mise con violenza quattro dita nella figa per incominciare a scaldarla. Mia moglie si eccitò ancora. E’ sempre stato così, non appena si sente usata, la sua figa si bagna all’istante. Anche io ero in ginocchio vicino a lei e la vidi aprire la bocca per passarsi la lingua sulle labbra mentre con una mano si strizzava una tetta. Rudy avvicinò il suo uccello al mio naso per farmi sentire l’odore del cazzo che poco prima aveva goduto dentro alla figa di mia moglie. Il profumo della figa di Monica sul suo cazzo era perfettamente riconoscibile. Poi si fece annusare il cazzo anche da mia moglie segandosi vicino alle sue labbra.
La posizione della cagna doveva eccitare molto tutti quanti perché sempre a quattro zampe la guidarono schiaffeggiandola sul culo fino al letto dove mia moglie si sdraiò su delle soffici lenzuola azzurre. Aprì le gambe per offrire nuovamente la sua figa rasata ai quei quattro cazzi. Era completamente esposta con le grandi labbra aperte e il buco rosso e sfondato ben visibile. Rudy, che era il più eccitato di tutti, salì sul letto per scoparla facendola gridare. Si stava gustando la figa di quella troia che gli era capitato di potersi fottere e non sembrava aver voglia di cedere il posto. Gli altri si smanettavano l’uccello per farselo rimanere duro, mentre io ancora sporco della mia sborra guardavo, come poco prima, il cazzo di Rudy entrare ed uscire senza sosta nella figa della mia donna. Paolo mi guardò complimentandosi per quanto fosse figa mia moglie : ”che figa pazzesca, quella vacca ci ha già fatto drizzare tutti quanti. E’ incredibile quanto le piaccia scopare. ”Poi mi chiese se avessi problemi a continuare a fare la puttana insieme a mia moglie, visto che gli sembrava che mi fossi già spinto ben oltre toccando e leccando qualche cazzo, oltre ad aver pulito la figa di Monica da tutte le sborrate. Mentre Monica ora si godeva anche i cazzi di Erick e Gianni continuando a gemere come una vacca, Paolo mi spiegò che i due tedeschi erano anche bisex e che probabilmente avrebbero voluto incularmi mettendomi a pecorina di fianco a mia moglie. Non era la prima che facevano serata con loro. Altre due coppie con gli stessi nostri gusti erano state sottoposte allo stesso trattamento. Purtroppo con entrambe avevano rotto i rapporti dopo che i tedeschi avevano brutalmente rotto il culo ai due mariti divertendosi ad infilarci non solo il loro cazzo ma soprattutto alcuni cazzi finti giganti che mi fece vedere in giro. Devo dire che la cosa mi impaurì non poco. “Non vogliamo perdere i contatti con voi, Monica è semplicemente troppo di tutto. Se vuoi posso aiutarti a salvarti il culo e tu in cambio ci concederai di scopare ancora con tua moglie quando verremo a Milano.” Gli dissi che ero d’accordo. Non avevo nessuna di essere immobilizzato a novanta per beccarmi due cazzi e chissà cos’altro nel culo. Quello andava oltre le mie fantasie. Mi disse che mi avrebbe accompagnato nella mia camera e che mi avrebbe chiuso dentro. Monica si stava ancora facendo scopare a gambe larghe dai due biondi mentre Gianni si avvicinò al letto con delle corde. Cominciò col legare i polsi di Monica alla spalliera del letto senza nessuna resistenza da parte di mia moglie, come se fosse proprio la cosa che stesse aspettando. Poi fu la volta delle caviglie. Quasi non si accorsero della mia uscita dalla stanza. Girandomi verso il letto, prima di uscire dalla porta, vidi mia moglie sdraiata a pancia in su completamente immobilizzata al letto con delle corde. Qualcuno si stava già sdraiando sopra di lei. Capii che con il corpo di Monica i quattro maschi si sarebbero tolti ancora molte voglie. Ero però anche consapevole che mia moglie aveva sempre dimostrato di accettare ogni situazione perversa le venisse proposta. Quindi pensai che come tutte le volte avrebbe goduto all’inverosimile.
Paolo mi chiuse nella mia camera per evitare che preso dalla curiosità di quello che stava succedendo tornassi nella sala dei giochi. “Vedrai, così lo troverai ancora più eccitante. Probabilmente te la staranno già inculando. Lo vedi, al solo pensiero di tua moglie che si becca il cazzo di un altro nel culo ti diventa subito duro….” Era vero. Mi salutò e tornò a godersi i buchi della sua puttana. Il resto della serata mi venne poi raccontato da Monica quando tornammo a Milano.
Ci risvegliammo il giorno seguente a pomeriggio inoltrato. Era tardissimo. Il giorno dopo saremmo dovuti tornare a lavoro e avevamo ancora più di tre ore di macchina prima di arrivare a casa. Mia moglie si fece una lunga doccia e si lavò i capelli tornando ad essere una donna presentabile dopo gli eccessi della sera precedente. Mi avvicinai per osservarla meglio. I striature rosse sulla schiena si erano leggermente attenuate, mentre sul culo erano ancora ben evidenti. Anche le tette dovevano aver subito qualche pressione particolare perché scorsi dei segni di cui non mi ero accorto la sera prima. Le chiesi come si sentisse. Abbracciandomi e sorridendomi mi disse: “ho il culo e la figa a pezzi, per il resto è tutto ok. Scusami amore, ma mi sento ancora uno straccio. Lo so che sei curioso di sapere quello che mi hanno fatto, ma ti dirò tutto a casa quando potremo scopare. Adesso mi fanno troppo male.” Mi diede un lungo bacio. Si vestì con uno dei suoi miniabiti, quello giallo, e sandali bassi bianchi. Quando si girò per prendere i sandali dalla borsa si piegò leggermente. Non resistetti, ero troppo impaziente. Le andai dietro e le abbassai il perizoma nero che si era messa. “Voglio solo vederti”, le dissi. Sorrise capendo la mia curiosità e si piegò un pochino in avanti dandomi del porco pervertito che gode nel vedere come gli avevano spaccato la moglie. Le vidi la figa trovandola irriconoscibilmente slabbrata, ma sopratutto allargandole le natiche le vidi il culo oscenamente aperto. Non si era ancora richiuso per niente e sicuramente le avrebbe fatto male per qualche giorno. Mi avvicinai con le labbra per baciarle il buco del culo. Poi alzandomi le dissi. “E’ vero sei tutta rotta. Ti amo, amore”.
Paolo e Gianni ci fecero trovare qualcosa da mangiare e poi salutammo i nostri amici con la promessa di rivederci. Abbracciarono mia moglie molto affettuosamente ringraziandola. In macchina Monica faticò a trovare una posizione comoda finchè si addormentò fino a casa…

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In vacanza con mia moglie Monica 04

…Quando ritornammo in camera dopo la breve cena parlammo ancora un po’ di quanto accaduto nel pomeriggio e negli altri giorni della vacanza. Entrambi eravamo concordi di aver vissuto delle sensazioni bellissime. Quelle esperienze ci stavano facendo vivere delle emozioni incredibili e decidemmo di continuare ancora se si fosse presentata l’occasione. Non ci troviamo nulla di male nel fare l’amore solo con la persona che si ama e nel fare sesso coinvolgendo altre persone. All’inizio capitava anche a me di scoparmi qualche altra figa. Poi capii che preferivo la figa calda e accogliente di mia moglie e che non mi dispiaceva affatto vederla scopare con qualcun’altro. Anche a Monica piace così, si diverte ad essere umiliata come le puttane di strada, in presenza di suo marito, e di essere il giocattolo di altri cazzi.
Purtroppo l’indomani, sabato mattina, sarebbe stato il giorno del rientro. Prima di addormentarci ricevemmo una chiamata dalla hall. Era il portiere che ci avvisava se il servizio in camera a quell’ora, le 00.30 circa, ci avesse disturbato. Gli risposi che poteva salire. Entrò un ragazzo con un secchio, una bottiglia di champagne e due bicchieri…..con gli omaggi di Paolo e Gianni. Con il biglietto allegato ci ringraziavano per lo splendido pomeriggio e ci invitavano a passare l’intero sabato nella loro villa al mare come loro ospiti. Il biglietto continuava dicendo che se avessimo accettato non saremmo stati in obbligo di nulla…..ma solo per una giornata di relax prima del nostro rientro in città. Solamente di avvisare il portiere dell’albergo con una telefonata. “Perché no, mi disse Monica”. In fondo quei due cinquantenni piacevano a mia moglie ed erano di compagnia gradevole. Telefonai alla reception dicendo che ci saremmo fermati. Non fummo in grado di bere alcolici per via della stanchezza. Lo champagne era di buona marca e lo infilai nella valigia. Al risveglio trovai un biglietto sotto la porta d’ingresso della camera con il quale Gianni ci chiedeva di preparare i bagagli e di presentarci fuori dall’albergo dove un certo Salvatore (il loro autista privato) avrebbe guidato la nostra macchina alla loro villa a circa 30km di distanza. Monica mi chiese quanta voglia avessi ancora di vederla fare la puttana. Le risposi che a parte l’episodio dell’autogrill, il primo giorno di vacanza, non avevo più avuto la possibilità di vederla alle prese con altri cazzi e che quindi mi sarebbe piaciuto tantissimo. “Anche io voglio giocare ancora….ti farò divertire amore”, mi sussurrò all’orecchio mentre cominciava a tastarmi il cazzo. Si infilò il suo costume a perizoma bianco e un mini abito azzurro. Ai piedi calzò le scarpe trasparenti da zoccola che le erano state regalate il giorno prima quando si era umiliata facendo la cagna in una camera d’albergo. Preparammo tutto e ci presentammo al piano terra. In macchina si sedette dietro lasciandosi ammirare le gambe e la generosa scollatura del mini abito. Salvatore, un vecchio di 65 anni, non perse l’occasione di osservarla dallo specchietto retrovisore o di girarsi verso di lei non appena rallentava per farci vedere qualcosa del posto. Cominciavo a pensare che fosse un peccato che mia moglie avesse indossato il perizoma. Dopotutto Salvatore si comportava in modo molto gentile e cortese. La vista della figa rasata di Monica avrebbe anche potuto meritarsela! Ci portò alla villa. Molto grande, dotata di un giardino e di una spiaggia privata.
Paolo e Gianni furono contentissimi di rivederci, in particolare di rivedere Monica, che venne accolta con un caloroso abbraccio, e si complimentarono con lei per la sua bellezza. Ci mostrarono parte della casa e la nostra camera al piano superiore. Sulle scale non toglievano gli occhi dal culo di mia moglie. Il mini abito si alzava ad ogni gradino e lei sembrava ben contenta di mettersi in mostra. Sistemate le nostre cose ci dissero che ci avrebbero aspettati nella spiaggia poco distante dalla villa.
Mia moglie camminò sui suoi tacchi altissimi sul sentiero in cemento che portava alla spiaggia. Una volta arrivati, Monica si tolse le scarpe e si sfilò il mini abito restando in topless, suscitando subito l’ammirazione dei due cinquantenni. Poi si sdraiò sul lettino a prendere il sole girandosi di tanto in tanto e permettendoci la vista delle tette o del culo. La scritta “troia” che i due porci le avevano scritto sulla pancia il giorno prima era meno leggibile, invece la freccia blu rivolta verso la figa, che era più marcata, si vedeva ancora chiaramente. L’eccitazione aumentava col passare dei minuti.
“Tua moglie ha un culo fantastico, Diego. Non faccio altro che pensare a ieri pomeriggio”. Mi disse Paolo. “Poi quella scritta sulla pancia non fa altro che ricordarmi quanto è veramente troia. Pensi che a tua moglie dispiaccia divertirsi ancora un pochino? Mi sembra ben disposta a lasciarsi ammirare….magari vorrebbe qualcosa di più”.
Monica ci chiese di andare in acqua. Andammo tutti in riva al mare. Era il momento che i due attendevano. Avvicinandosi a mia moglie le chiesero se fosse di nuovo disponibile ad una giornata un po’ particolare. “Mi state proponendo di essere la vostra puttana per un giorno? Solo se promettete anche di scoparmi per tutto il giorno! Però ad una sola condizione….oggi deve partecipare anche Diego, o almeno deve essere sempre presente. Lo voglio con me.” Ribattè Monica.
“Ma certo Monica, tuo marito può stare con te tutto il tempo e farsi tutte le seghe che vuole”. Vero Gianni, disse Paolo. “Certo, e se vuole può anche farci delle foto o dei video come ricordo della giornata”. Aggiunse Gianni.
“Voglio vederti fare la puttana, tesoro”. Mi ritrovai a dire toccandomi il cazzo che si era già impennato.
Gianni si avvicinò a mia moglie e le strinse le tette da dietro. Le stava strusciando il cazzo sul culo. Paolo invece cominciò a baciarla sul viso e a toccarle la figa. Istintivamente Monica allargò le gambe per permettergli di entrare più facilmente. Era di nuovo nelle loro mani. Tra poco sarebbe rientrata nei panni della cagna in calore, quelli che a lei piacciono tanto. Io ero stato il primo a tirare fuori il cazzo dal costume e cominciai a menarmelo. Paolo sfilò il perizoma di Monica e me lo diede: “tieni, segati con questo….senti come tua moglie l’ha già bagnato tutto con la figa”. Infatti l’acqua del mare ci arrivava a malapena alle ginocchia.
“Si segati col mio perizoma, amore. Tra poco mi vedrai la figa riempita da due bei cazzoni”. Mi disse mia moglie. Tolse il costume ai suoi due uomini e li lancio a riva, poi si piegò a novanta per succhiare il cazzo di Paolo. Gianni gli puntò il cazzo sulla figa e cominciò a scoparla. Doveva avere una voglia pazza di farla di nuovo sua perché durò ben poco prima di sborrargli tutto sulla schiena e sul culo. Anche Paolo la scopò a pecora, solo che questa volta la bocca di mia moglie si attaccò al mio cazzo. Sentirla aggrapparsi con una mano al mio culo per attutire i colpi che le stavano aprendo la figa, mi fece salire alla punta del cazzo una sborrata devastante che le riempì completamente la bocca. Ingoiò tutto. Paolo invece la scopò ancora per un paio di minuti prima di prendersi la libertà di riempirle la figa di sborra calda. Anche Monica aveva goduto per le due scopate in riva al mare alla luce del sole.
“Tua moglie ha veramente una figa fantastica, ci fa sempre sborrare dopo poco tempo. Non preoccuparti zoccola, vedrai che tra poco ti faremo godere ancora”. Disse Gianni.
Quando mi girai verso i lettini vidi che Salvatore, l’autista, aveva assistito alle scopate e si stava menando il cazzo. Piccolo, ma con due palle molto grosse. Nell’altra mano aveva una scarpa da zoccola di mia moglie. La teneva con il tacco a spillo vicino al cazzo e sembrava volerci sborrare sopra. Gianni ci disse che a Salvatore piacciono di queste cose un po’ strane. Il suo cazzo si stava però ammosciando, probabilmente per la vergogna di averlo sorpreso. Gianni si avvicinò all’orecchio di Monica e le disse qualcosa. Quindi mia moglie si diresse verso Salvatore e appoggiando un piede sul lettino divaricò leggermente le gambe e si aprì la figa con le mani facendogli vedere la sborra che colava fuori. La freccia blu disegnata sulla sua pancia e che puntava verso la sua figa, ora aperta, aveva un effetto devastante. Il cazzo di Salvatore riprese vigore e una copiosa sborrata finì in parte sulla sabbia, in parte sulla scarpa di mia moglie. Lei divertita prese entrambe le scarpe ringraziandolo e spostasi sul vialetto di cemento le indossò sporcandosi il piede destro con la sborra del vecchio autista.
“Seguitemi se volete divertivi ancora”. La seguimmo all’interno della casa. Si fermò in salotto appoggiata al bracciolo di un lungo divano nero posizionato sopra ad un coloratissimo tappeto orientale. Era bellissima, leggermente piegata in avanti con il culo rivolto verso di noi. Il segno della sborrata di Gianni seccata lungo la schiena. Piegò le gambe e si appoggiò al bracciolo col viso. Con le mani si aprì il culo per farci vedere i suoi buchi. La vista della figa usata di mia moglie mi fece eccitare nuovamente.
“Voglio essere ancora la vostra cagnetta” ci disse non appena le fummo vicini. Paolo prese un paio di manette da un cassetto di un armadio, le bloccò i polsi dietro la schiena e la fece inginocchiare a terra. Poi la fece abbassare. Non potendo reggersi con le mani, Monica fu costretta ad appoggiare il viso sul tappeto con il culo in bella vista. Fu un attimo, Paolo le sputò sul buco del culo e con decisione la inculò facendola gridare per il dolore e continuando ad incularla selvaggiamente. Con un piede schiacciava la faccia di Monica contro il tappeto. Fu una scena altamente eccitante. Le urla di mia moglie e il suo culo che si stava allargando sempre di più sotto i colpi del cazzo del nostro amico. Continuava chiamarla puttana e le chiedeva se le piaceva prendere il cazzo nel culo. Mia moglie rispondeva sempre di si e che voleva che le spaccasse il culo. “Sono una cagna con il culo rotto” ripeteva continuamente. Paolo le sborrò dentro e appena tolse il cazzo dal culo di mia moglie vidi quanto glielo avesse aperto. Monica rimase per un po’ senza fiato poi si girò a guardarmi sorridendo e mandandomi un bacio. Cominciò ad agitare il culo….ne voleva ancora….Gianni si sputò sull’uccello e si godette anche lui una meravigliosa inculata. Anche il vecchio Salvatore guardava la scena con attenzione. Però il suo cazzo non voleva saperne di ritornare in tiro. Si sarebbe goduto anche lui il culo di mia moglie se solo ci fosse riuscito. Poi Paolo mi disse: “dai che aspetti, ha tutti e due i buchi pieni di sborra….infilane uno. Hai ancora tutto il giorno per fare il guardone, adesso goditi anche tu questa grandissima vacca”. La sborra che stava uscendo dal culo le stava colando sulla figa. Decisi di infilarlo nella figa e di scoparla come avevano fatto loro. Sentivo la sborra degli altri sul mio cazzo e le toccavo il buco del culo con le dita per rendermi conto di quanto si fosse allargato. “Senti che bella figa aperta, amore. Hanno inculato e scopato tua moglie come una cagna. Lo sento quanto ti piace. Siii, sborrami dentro”. Disse mia moglie. Al massimo dell’eccitazione le riempii la pancia con dell’altra sborra.
Dopo esserci sistemati e aver mangiato velocissimamente ci riposammo al sole sui lettini per tutto il pomeriggio, facendo anche qualche bagno. Restammo così fino a quando Paolo e Gianni ci chiesero “organizziamo qualcosa per la serata?”…

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In vacanza con mia moglie Monica 01

Come tutti gli anni io e mia moglie Monica siamo partiti da Milano per le meritate vacanze verso la metà di luglio. Il caldo terribile e la mancanza di aria condizionata in macchina, oltre alla esasperata lentezza di mia moglie per i preparativi, hanno fatto slittare la partenza verso le 10 di sera. Per lo meno sono stato accontentato…..mia moglie ha indossato una delle sue minigonne che preferisco: color beige e molto corta con un top rosso per coprire le tette. Mi piace poterle accarezzare le gambe quando siamo in macchina e il fatto qualcuno possa vederci ci fa eccitare parecchio. Peccato ormai per il buio. Circa a metà strada dopo due ore di tragitto direzione Ancona decidiamo di fare una sosta all’autogrill. Probabilmente a causa dell’orario il locale era semideserto, comunque il bar era ancora aperto così da permettermi di prendere un caffè. Decido di mettermi in coda alla cassa dietro a due persone, il biondo primo della fila però è straniero e non riesce a farsi capire dalla cassiera. Passano alcuni minuti e finalmente la situazione si sblocca, ma nel frattempo noto che mia moglie si è seduta a gambe accavallate vicino al bar su uno di quegli sgabelli che arrivano quasi all’altezza del bancone. Guardo dietro di me nella direzione dei tavolini ad una ventina di metri dal bar dove un gruppo di cinque ragazzi ha attirato l’attenzione dei pochi presenti con alcune risate . La cassiera mi chiama, è il mio turno, ordino e pago sempre sentendo uno strano mormorio. Mi volto verso mia moglie e la vedo sempre seduta sullo sgabello con le gambe leggermente divaricate intenta a rinfrescarsi le gambe con delle salviettine umidificate e il tutto girata verso i ragazzi con la minigonna che vertiginosamente sale a livello della zona proibita. Mi accoglie con il viso leggermente arrossato dicendo: “accidenti che caldo, intanto che tu bevi il caffè io vado un attimo in bagno per rinfrescarmi meglio”. E scende dallo sgabello con un movimento che di certo non è passato inosservato al gruppo di ragazzi. Infatti tutti sono rivolti verso di noi, sorridono fissando mia moglie seguendola con lo sguardo fino alle scale che portano alla toilette al piano di sotto. Lei è molto sensuale nei movimenti, aiutata anche dai sandaletti estivi con tacco appena accennato. I cinque continuano a sogghignare….sicuramente le avranno visto il suo perizomino rosso che mi aveva volgarmente mostrato in autostrada allargando le gambe per buona parte del tragitto. Avevamo già fatto diverse volte questo gioco e sapeva benissimo che mi eccitava parecchio. Inoltre scommetto che se avesse saputo di trovare un pubblico come quei ragazzi, mia moglie sarebbe entrata all’autogrill senza mutandine e si sarebbe divertita molto mostrandosi nuda sotto la minigonna. Torna dopo pochi minuti, si risiede sullo sgabello e mi dice: “ tu non vai? non ci fermeremo come al solito lungo l’autostrada, vero? Dai intanto sei ancora in tempo, giù c’è nessuno e il vecchio che pulisce i bagni non ha ancora chiuso”. Mi alzo, mi dirigo verso le scale e con la coda dell’occhio vedo nuovamente mia moglie mostrare le gambe in direzione dei ragazzi che probabilmente si gustano la scena. Dopo qualche minuto riesco a tornare di sopra, lascio una mancia al vecchio che vedo intento alla chiusura, e risalgo le scale. La situazione era decisamente mutata. Infatti mia moglie aveva abbandonato lo sgabello e si era avvicinata ai cinque ragazzi che nel frattempo si erano spostati vicino a dove erano venduti alcuni giocattoli. Osservo la mia mogliettina senza avvicinarmi troppo. Una bella 32enne bionda con gli occhi verdi, capelli lunghi ricci, una seconda abbondante e decisamente un bellissimo culetto. Si abbassa ad osservare alcune riviste, si gira verso di me, apre le gambe e…..vedo la sua figa sotto la minigonna. Rasata con una striscia di peli biondi sul pube. Monica si era tolta le mutandine in bagno ed ora, sicuramente eccitata, aveva deciso di giocare sempre più apertamente. Mi sorride accarezzandosi velocemente la figa con un dito poi si alza, guarda in direzione dei ragazzi che la mangiano con gli occhi, si gira e si abbassa a novanta gradi senza piegare le gambe lasciando che la minigonna si alzi per mostrare la figa e il culo. Che zoccola mia moglie, penso. E’ veramente fantastica….sarà difficile fermarla ora, quando si eccita deve godere e penso che il modo lo abbia ormai trovato. Infatti dopo essersi lasciata ammirare, si avvicina ai ragazzi dicendo loro qualcosa che non sento bene, tra cui sicuramente di non preoccuparsi di me, poi qualcuno comincia a toccarle le gambe e la figa sotto la minigonna e il gruppo scende le scale verso la toilette. Mia moglie è con loro, attaccata al braccio di uno di questi. Li lascio scendere, poi mi affretto per scale in tempo per vedere che uno dei ragazzi (tutti quanti sui 20-25 anni) lascia 50 euro al vecchio custode per farli entrare nel bagno dei maschi. La porta si chiude, mi avvicino e chiedo se posso entrare anche io. Il vecchio finge di non capire, apre la porta, entra e la richiude lasciandomi fuori e chiudendo a chiave. Ho il cazzo durissimo…devo entrare. Busso sempre più forte, poi il vecchio apre e mi dice non fare casino. “C’è una troia dentro….non posso farti entrare. Se i ragazzi godono in fretta magari ti faccio entrare dopo”. Sento godere mia moglie….”sono il marito…per favore fammi entrare, voglio solo vedere”. Entro da solo e la scena è veramente fantastica: mia moglie è seduta su uno dei pisciatoi a muro con la minigonna e il top completamente arrotolati in vita e le gambe oscenamente aperte che si sta sditalinando. I ragazzi non sono da meno, infatti tutti sono con l’uccello in mano e qualcuno è già pronto per andare oltre. Due si avvicinano e si fanno leccare il cazzo, mentre gli altri tre pisciano a turno nel pisciatoio di fianco a quello dove è seduta mia moglie e poi si fanno pulire la cappella. Nel frattempo io mi ero sporto un po’ troppo, qualcuno mi aveva visto e disse: “ fai vedere al tuo maritino come lo succhi bene…. adesso gli mostriamo quanto sei zoccola….leccaci anche le palle mignotta”. Mia moglie eseguiva ad occhi chiusi gustandosi quei bei cazzoni poi girò gli occhi verso di me per fami vedere quanto le piaceva. Mi abbassai i pantaloni e cominciai a segarmi. E’ una droga…vedere mia moglie trattata da puttana mi eccita tantissimo. Poi uno le ha ordinato di alzarsi e di girarsi a pecorina dicendole che così bagnata come era doveva avere proprio un gran voglia di cazzo. A turno cominciarono a trombarsela obbligandola ad urlare verso di me quanto le stava piacendo: “dì a tuo marito che ti piace godere come una cagna in calore……come ti piace farti aprire e rovinare la figa…..come è bello sentire cinque cazzoni che ti sfondano”. Lei ripeteva il tutto senza però fissarmi negli occhi, concentrata a sentire e a godere dei cazzi che la fottevano. Le mani di mia moglie erano appoggiate all’orinatoio con la testa leggermente al suo interno, però avvicinandomi vidi che c’era una scritta che subito non avevo notato e che diceva: “guasto”. Quei porci l’avevano fatta mettere in quell’altro dove tre di loro avevano pisciato poco prima e quindi lei era a diretto contatto con la loro urina. Un pò per i forti colpi, un pò perchè tenendola per i capelli la spingevano verso il basso, vedevo alcune gocce colarle dal naso che inizialmente avevo reputato come delle gocce di sudore. “Lecca il nostro piscio puttana….che tra poco assaggerai anche qualcos’altro”. Umiliata e chiavata….proprio quello che mia moglie desiderava quando trovava dei cazzi con cui riempirsi la figa. Tutti avevano i pantaloni abbassati alle ginocchia e alcuni sembravano al dunque, ma non era ancora finita. La fecero alzare e due la sollevarono tenendola per le gambe sempre ben divaricate; lei si reggeva abbracciando i due giovani e doveva essere in preda ad un orgasmo incredibile: il volto segnato dal piacere, gli occhi sempre socchiusi e obbediente ad ogni loro ordine. Quello che aveva ordinato di alzarla se la stava scopando in questa posizione: “adesso voglio sborrarti dentro, voglio vedere che faccia fa tuo marito a vederti colare di sperma”. Un urlo, il ragazzo che si distacca e la sborra che esce dalla figa di mia moglie sempre sorretta a gambe larghe. Il mio sogno si avverava di nuovo…..vedere la figa di Monica riempita di sborra. Ne godevamo entrambi. Ormai mi segavo senza sosta cercando di ritardare la sborrata per continuare a far parte mentalmente di quel gioco stupendo. Alcune gocce di sperma stavano cadendo sul pavimento, ma ancora per poco, un altro di loro si avvicinò e la pompò fino a venire. Mia moglie era fradicia in mezzo alle gambe, poi quello che era appena venuto raccolse un pò di sperma dalla figa di mia moglie con l’indice, me lo fece vedere e disse: “adesso guarda come ti inculiamo la tua signora!!!!”. Introdusse lentamente il dito nel buco del culo, con lei sempre nella stessa posizione oscena: prima uno poi due… ormai era pronta e infatti venne fatta scendere e messa di nuovo a pecorina. “Lecca tutto, vedi come ti abbiamo trattato da troia? Ti piacciono le dita che sanno di culo e sborra?” “Sì, ma adesso allargatemi il culo…bastardi…mi piace fare la vostra puttana”….diceva mia moglie. Un altro di quelli ancora col cazzo duro iniziò ad incularla spingendo come un forsennato e senza preoccuparsi se i gemiti di mia moglie fossero di dolore o di piacere. Durò molto poco venendo nel culo di mia moglie e girandosi verso gli altri: “che gran culo da vacca che ha questa zoccola…chissà quanti cazzi si è già presa anche nel culo”. Intanto i primi due erano diventati di nuovo in tiro e tutti non vedevano l’ora di infilare il cazzo nel culo di mia moglie. Gli ultimi due le riempirono il culo, poi i primi due che l’avevano scopata offrirono uno spettacolo mozzafiato: uno si sedette sul w.c. e inculò mia moglie che girata a gambe divaricate offrì nuovamente la figa all’altro ragazzo. Subito alcuni favorirono la penetrazione tenendole le gambe ben aperte e io fui invitato ad avvicinarmi per gustarmi meglio la scena. Monica godeva come una vacca…sapevo bene quanto le piacesse prendere due cazzi contemporaneamente. Dopo cinque interminabili minuti uno le venne nel culo, mentre l’altro si alzò e le sparò tutto in faccia ordinandole di ripulire il cazzo con la lingua. Super eccitati da quanto visto, anche gli altri tre la riscoparono velocemente e le sborrarono sulla faccia e sulle tette. Mia moglie colava sborra dal mento alle tette e dalla figa e dal culo lungo le cosce e a terra. Stupenda….. “Dai adesso è il tuo turno”….mi disse uno di loro. La presero per i capelli forzando l’apertura della bocca e ormai allo stremo della mia eccitazione nel vederla tutta sporca di sborra, le venni tutto in gola. Uno le tappò il naso, obbligandola ad ingoiare tutto tra le risa generali e anche un applauso. Infatti dietro di noi il vecchio aveva assistito alla scena ed aveva applaudito. Disse ai ragazzi che era ora di andare, questi si sciacquarono velocemente e il vecchio andando verso la porta, con mia sorpresa, la richiuse a chiave dietro di loro. “Lo sai vero che adesso è il mio turno, disse a me con tono malizioso. Non avrò certo rischiato il posto per far divertire solo voi, sopratutto dopo aver visto cosa sa fare quella puttana. Come prima cosa, rivolto a mia moglie, datti una ripulita che così mi fai proprio schifo, sei piena di sborra ovunque”. Lei si alzò (era seduta sul wc), si diresse verso il lavandino e si lavò il viso. “Muoviti che non ho mica tempo da perdere, lavati pure solo il culo, l’unica cartuccia che ho voglio giocarmela bene. Poi rivolto verso di me: quando mi ricapita una troia che gode a farsi inculare”. Mia moglie iniziò a lavarsi come gli aveva detto, sciacquandosi velocemente il culo, poi il vecchio col cazzo già in tiro l’appoggio a novanta sul lavabo e la inculò gridando tutto il suo piacere. Mia moglie aveva già goduto molte volte ed ora non le piaceva come con i ragazzi. Cominciava a pensare come chi dopo l’orgasmo ripensa a quello che è successo e ritorna alla realtà. Aprì gli occhi mentre subiva l’inculata, si guardò allo specchio dritto di fronte a lei, poi guardò verso di me sempre attraverso lo specchio e con una smorfia mi indicò il dolore che l’inculata ora le stava provocando. Il vecchio la prese con molta rabbia e lo tolse solo dopo averle sborrato dentro. Notò il tanga dentro alla borsetta aperta di mia moglie, lo prese, si pulì l’uccello e lo rimise nella borsetta, dicendo che così la troia aveva un bel ricordo della serata. Poi si tirò su i pantaloni, fece rialzare mia moglie che si abbassò la mini, le mise una mano in mezzo al culo e senza neanche darle un minuto per ricomporsi, ci cacciò fuori dicendo: “merda…. devo ancora ripulire tutta la sborra sul pavimento di quei bastardi”. Mia moglie si ricompose alla meglio i capelli, e a testa bassa camminò davanti a me senza dire parola. Io la guardai da dietro, non aveva fatto in tempo a rimettersi il perizoma, e vidi il vestito pieno di chiazze di sperma con una molto grossa che si stava formando a livello del buco del culo in mezzo alle chiappe (la manata del vecchio aveva lasciato il segno). Forse a causa del passo non troppo sostenuto o forse perchè continuava ad aggiustarsi la minigonna vidi alcune gocce di sperma scenderle lungo la coscia destra. Uscimmo dall’autogrill e salutammo velocemente i cinque ragazzi che ci chiesero di incontrarci ancora lasciando a Monica un foglietto con i loro numeri di telefono. “Forse”, fu la risposta mentre sfiorava con la mano il cazzo di un paio di loro e mentre gli altri le palpavano nuovamente il culo. “Adesso però devo andare”. Salimmo in macchina dove finalmente soli baciai mia moglie ringraziandola per la serata. “Lo so che non ti accontenti di un bacio” mi disse. Si tolse i vestiti e se li mise sotto al culo per non sporcare. Rimase nuda in macchina pulendosi i buchi con delle salviettine. La mia eccitazione cresceva nuovamente. Dopo una ventina di km mi fermai in un’area di sosta vicino ad un paio di tir ed abbassai il suo sedile. Le toccai il culo…era ancora apertissimo e la scopai sentendo quanto fosse allargata la sua figa. Era ancora bagnatissima. La sua lingua sapeva di cazzo e sborra. Pochi minuti e le sborrai sulle tette mischiando la mia sborra a quella che si era seccata poco prima sul suo corpo. Era solo l’inizio della vacanza. Ci saremmo divertiti ancora.

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In Vacanza

Agosto, ci si organizza per le ferie, io mia moglie, la nipote col suo ragazzo, ma all’ ultimo momento per un impegno di lavoro lui non può venire.
Rimaniamo in tre, io con due donne.
Arrivati al mare, per risparmiare alloggiamo in una camera tripla. Tutti al mare a divertirci ed alla sera niente sesso…….. Perché c’e l’ospite.
Le prime notti passano tranquille, ma la terza sera io non riesco più a prendere sonno, sono arrapato, ho tanta voglia di scopare ma la mia cara mogliettina vuole solo dormire.mentre sono le quattro e sono ancora con gli occhi sbarrati sento dei movimenti nel letto ai piedi del nostro, e’ la splendida nipotina di venti anni che anche lei non riesce a dormire, forse per il mio stesso motivo. L’accarezzo con lo sguardo, e’ girata di spalle, i capelli nero corvini, il collo scoperto baciato da un raggio di luna, la schiena sinuosa che termina in un fondoschiena da urlo, fasciato da un pigiamino attillatissimo che mette in evidenza tutte le forme e gli anfratti.inizio a pensare come sarebbe bello aprire quei buchetti non cosi’tanto nascosti, e quanto godimento trarne, non ce la faccio più, “ambrogio” inizia ad agitarsi ed in un lampo e’alla sua massima grandezza, pulsa come un cuore impazzito, inizio a toccarmelo, cercando di non far rumore, ma forse sperando che A. Si accorga di questo.ad un tratto lei si gira mettendosi a pancia in su guardando nella mia direzione. Mi fermo immediatamente, ma senza coperte seppur nella penombra, si vede il profilo dell’obelisco che scalpita. Un attimo di silenzio e d’imbarazzo, anche perché mi sento osservato. Penso a girarmi e a cercare di addormentarmi ma un non so che di perverso mi blocca, che veda quanta carne e’ pronta a farla felice. Quello che sta osservando penso che stia facendo effetto perché sento un soffocato sospiro e una mano inizia ad accarezzare lascivamente una tetta, facendo presto ergere uno splendido capezzolo, che buca la leggera magliettina del pigiama.dopo esserselo a lungo torturato passa all’altro seno ottenendo immediatamente lo stesso risultato. Inizio a non capire più niente, ed attento a non svegliare la moglie, mi godo lo spettacolo ritornando con la mano ad accarezzarmi la fava. Una sua mano si spinge verso il ventre, penetra sotto l’elastico dei calzoncini e, sempre non staccandomi gli occhi da dosso, inizia ad imprimerle un movimento ritmico che subito sincronizzo col mio, come per una scopata a distanza ravvicinata. Il ritmo dell’azione aumenta sempre di più, senza neanche più preoccuparci di chi ci dorme accanto, e ad un tratto un gemito soffocato mi avverte che la mia compagna di gioco e’ giunta al culmine del piacere. Cerco di interrompermi, per non lasciare tracce visibili di quel che sta succedendo, ma non ci riesco, una potente sborrata mi impiastriccia la pancia e le mani. Lei con un sorriso, forse soddisfatta dello spettacolo dal quale e’ stata coinvolta, si gira dall’altra parte e riprende a dormire.la mia prima scopata a distanza e’ terminata, ma già pregusto quello che potra’ succedere in seguito.

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In vacanza con mia moglie Monica 05

…Verso sera i padroni di casa ci dissero che ci avevano prenotato un tavolo ad un ristorante e che loro avrebbero cenato senza di noi ad un importante incontro di lavoro. “E’ il miglior ristorante della zona, tutto offerto da noi. Desideriamo che passiate un po’ di tempo da soli in intimità e che decidiate con tutta calma”, ci disse Gianni. “Se sarete disponibili per il post-serata che intendiamo organizzare, non dovete fare altro che leggere le istruzioni contenute in questa busta. Potete aprirla quando sarete a cena per parlarne tra di voi”, aggiunse il nostro amico Paolo. Monica infilò la busta sigillata con della ceralacca nella sua borsetta e Salvatore ci accompagnò al ristorante a bordo di una Jaguar. Faceva molto caldo. Mia moglie indossò una maglietta con molto colorata e molto scollata e dei ridotti calzoncini bianchi. Niente reggiseno e perizoma rosso. Si truccò leggermente ed ai piedi mise i suoi altissimi sandali rossi con tacco a spillo. Salvatore ci aspettava con la portiera della macchina aperta e non perse occasione di complimentarsi con mia moglie per il pomeriggio. Notai che accennò una leggera carezza ad una gamba prima di farla accomodare sul sedile posteriore. Sembrava leggermente deluso per il fatto che mia moglie non avesse molto altro da mostrare oltre alle sue splendide gambe abbronzate. La crema doposole che si era spalmata le conferiva una lucentezza davvero eccitante. Fummo accolti dal proprietario del ristorante che ci fece accomodare in una saletta a noi riservata. Due camerieri ci servirono pietanze deliziose. Fu una cena molto tranquilla, ma il pensiero andava sempre a quella busta. Prima del dolce decidemmo di aprirla. Il testo era pressoché il seguente:
“Carissimi Monica e Diego, siamo ad una cena di lavoro con due dirigenti di un importante gruppo imprenditoriale tedesco. Al termine di questo incontro ci piacerebbe proseguire la serata nella nostra villa tutti insieme potendo disporre di Monica come meglio vogliamo, per il nostro, e crediamo anche vostro, piacere sessuale. Tua moglie, Diego, dovrà essere la puttana di quattro maschi che la useranno per tutta la notte per esaudire le loro fantasie più perverse. Puoi decidere di essere presente, ma in tal caso dovrai anche tu ubbidire ai nostri ordini. Altrimenti Salvatore ti potrà accompagnare in un locale che sarà sicuramente di tuo gradimento. Invece Monica comincerà a prendere ordini lì al ristorante direttamente da Aldo (il proprietario) che avete già conosciuto. In qualsiasi momento della cena, in base alla vostra decisione, potete chiedere di essere riportati alla villa per passare una tranquilla serata oppure chiedere il conto ad Aldo, lui capirà, per incominciare la vostra serata trasgressiva. Augurandovi una buona cena, Gianni e Paolo”.
Restammo per un po’ senza parlare rileggendo la lettera alcune volte. Gli occhi di Monica sembravano già carichi di voglia. Le chiesi che cosa ne pensasse. “Se siamo arrivati fino a qui, non è di certo per andare a letto alle 10 di sera. Mi sono bagnata solo leggendo la parte in cui dovrei essere la puttana di quattro uomini perversi. Voglio giocare con loro, però mi piacerebbe che potessi essere lì a vedermi anche se potrai solo ubbidire senza partecipare.” Avevo subito intuito che mia moglie avrebbe accettato. Durante tutta la vacanza aveva provato piacere nel vestire i panni della zoccola umiliata e sottomessa. Quella serata sarebbe stata per lei l’occasione di provare delle sensazione forse irripetibili. Per quanto mi riguarda, invece, avrei preferito non dover sottostare a nessuno dei loro ordini, però la curiosità e il desiderio di vedere ancora mia moglie usata in tutti i suoi buchi erano troppo grandi. Inoltre sarei stato presente nel caso cui la serata avesse raggiunto dei livelli troppo eccessivi. Così decisi che anche io sarei tornato alla villa.
Aldo, il proprietario, era anche lui cinquantenne, ma contrariamente a Paolo e Gianni non poteva certo definirsi proprio un bell’uomo. Alto circa 1.90 cm, aveva un girovita troppo eccessivo e pochi capelli. Ogni qual volta ci raggiungeva al nostro tavolo non perdeva mai occasione di versare del buon vino rosso nel bicchiere di mia moglie sbirciando nella sua generosa scollatura. Monica doveva piacergli molto. Però non poteva sapere che mia moglie è un ottima bevitrice. Se davvero pensava di farle accettare le condizioni della lettera facendole perdere le inibizioni con l’alcool si sbagliava di grosso. Mia moglie si comporta da puttana perché le piace fare la puttana, non certo perché è ubriaca. Se l’avesse saputo avrebbe risparmiato molto molto vino….
Comunque dopo la lettura della lettera capimmo perché Aldo si presentava continuamente al nostro tavolo. Sicuramente non vedeva l’ora che gli venisse richiesto il conto. Il fatto che anche Aldo sapesse del gioco che avevamo in atto con i nostri amici aumentò la nostra eccitazione. Monica si avvicinò a me, vicino alle mie labbra e mi disse sottovoce: “amore, voglio incominciare, ho il perizoma completamente bagnato. Lo sai come sono quando sono eccitata. Tutta questa situazione mi sta facendo perdere il controllo.” E mi baciò in bocca. “Se anche tu ti senti pronto puoi chiamare Aldo per chiedergli il conto”. Non aspettammo molto. Probabilmente Aldo ci aveva visto intenti alla lettura e si presentò da noi chiedendo se avessimo gradito un dessert. “ Va bene così, vorremmo il conto per favore”, gli dissi.
“Ma come, senza prendere il dessert o un caffè? Abbiamo dei buonissimi dolci fatti in casa. Aspettate almeno che vi faccia portare il carrello con tutti i dolci da uno dei miei camerieri”, mi rispose. Un leggero sorriso si stampò sul suo viso incrociando lo sguardo di Monica. Ora era lui a condurre il gioco. Lo sapeva e si sarebbe sicuramente divertito un po’ con mia moglie prima di farci lasciare il ristorante. Il cameriere arrivò col carrello. Monica si fece servire una panna cotta al cioccolato, mentre io ordinai una torta della casa.
“Bravi, avete fatto un’ottima scelta”. Aldo era già di ritorno con uno zainetto nero in mano. “Ora se mi volete scusare, devo solo eseguire quello che mi hanno chiesto i nostri amici comuni Paolo e Gianni”. Un cameriere arrivò con un separè a chiudere l’ingresso della nostra saletta. Eravamo rimasti noi tre soli. Senza la luce della stanza adiacente, la luce della saletta divenne più tenue. “Prima che incominciate il dessert…..Monica, hai deciso di essere usata come puttana…devi spogliarti nuda lasciando solo le scarpe”, disse Aldo con tono deciso. Mia moglie si alzò in piedi e cominciò a denudarsi mostrando prima le sue tette sotto la maglietta. Quindi tolse i pantaloncini e il perizoma rosso restando completamente nuda. Lo sguardo dell’uomo si fece insistente sul corpo di mia moglie, indugiando sulla figa depilata e luccicante. Un lungo sorriso comparve sul suo volto. Forse rimase un pochino sorpreso con la velocità con cui si spogliò mia moglie e che nessuno di noi due oppose alcuna resistenza al suo primo ordine. Questo lo rese certamente più sicuro a continuare. Il corpo nudo e abbronzato di Monica era veramente eccitante. Non c’era quasi nessun segno del costume a rovinarle l’abbronzatura. Completamente assente sul seno e veramente ridotto presso le sue parti intime, a conferma di quanto mia moglie fosse stata disinibita in tutta la vacanza prendendo sempre il sole in topless con dei perizomi talmente minuscoli da lasciare completamente scoperto il culo e da coprire a malapena le grandi labbra della figa. Il mio cazzo si stava indurendo. Anche io avevo lo sguardo fisso su Monica che in piedi aspettava di essere comandata. Penso che entrambi aspettassimo con la stessa eccitazione il resto degli ordini che presto le sarebbero stati impartiti.
“Metti le mani dietro la testa e allarga le gambe, troia” Aldo posò lo zainetto a terra e si avvicinò a mia moglie. Cominciò a palparle le tette con le sue grosse mani pelose, poi scese lungo le gambe e cominciò a sditalinarla. Contemporaneamente prese a succhiarle le tette giocando con la lingua sui suoi capezzoli. Quindi la fece piegare a novanta con la faccia sul tavolo sempre tenendo le mani dietro la testa e si inginocchiò dietro di lei per leccarle il culo e la figa. “Sei una figa stupenda Monica. Mi spiace non poterti inculare, ma ho promesso a Paolo e Gianni che non ti avrei rovinato il culo per non togliergli il divertimento. Guarda zoccola…..”. Aldo si abbassò i pantaloni e le mutande. Aveva un cazzo grossissimo, molto largo e molto lungo (almeno 25cm). Mia moglie si girò per osservarlo. Solo in un paio di occasioni ne aveva presi di così grossi. “Ho promesso ai nostri amici che non ti avrei sfondato il culo stasera, adesso però non vedo l’ora di fartelo sentire nella tua figa da troia. Tu Diego resta lì seduto, fermo. Mi han detto che ti piace vedere tua moglie godere con il cazzo di un altro piantato nella figa. Penso proprio che con questo si divertirà parecchio.” Lo appoggiò per un po’ sul culo di mia moglie mostrandomi in tutta la lunghezza il cazzo che tra poco l’avrebbe fatta godere. Poi lo strusciò sulla figa, si bagnò la cappella con un po’ di saliva e cominciò a scoparla da dietro. Iniziò lentamente per farla abituare al suo cazzo. “Senti come sei bagnata, puttana. Adesso te lo prendi tutto fino alle palle”. Iniziò a fotterla spingendo più forte. Sentivo mia moglie godere mentre Aldo le allargava la figa e il cazzo mi stava scoppiando nella mutande. Su ordine di Aldo rimasi seduto senza fare nulla. La prese per i capelli e aumentò sempre di più il ritmo della scopata. Adesso le grida di mia moglie diventavano sempre più forti. La sua grossa pancia sbatteva contro il culo di Monica provocando un suono continuo. “Mi piace scopare questa puttana Diego. Sta godendo come una cagna.” Mia moglie ruotò la testa verso di me per farmi vedere quanto stesse godendo a sentirsi riempita da quel cazzo gigante. “Allargati il culo con le mani…voglio vedere il mio cazzo che ti entra tutto dentro”, disse Aldo. Monica distese le braccia verso il suo culo per aprirsi le chiappe mentre Aldo continuava a scoparla senza sosta. Vedevo il cazzo di Aldo uscire quasi completamente per poi scomparire di nuovo dentro a mia moglie. “Voglio provare anche la tua bocca da pompinara adesso”, le disse dopo averla scopata per una quindicina di minuti. “Vieni Diego, tienile i capelli in alto dietro la testa. Mi avvicinai per tenere i capelli biondi di Monica. Tolse il cazzo dalla figa e si avvicinò alla bocca di mia moglie per farselo succhiare. Sempre tenendola piegata con la testa sul tavolo le disse di annusare il cazzo che l’aveva appena scopata, poi prese a scoparle la bocca cercando di metterne in gola il più possibile. Dopo qualche minuto Monica cominciò ad aiutarsi nella pompa con la mano destra. Vedevo da molto vicino il cazzo di Aldo scomparire sempre di più nella bocca di moglie che adesso cercava di farlo sborrare segandolo. “Bravissima troia, metti la bocca vicino al tuo piatto adesso…..”, Aldo le tolse cazzo dalla bocca, si segò velocemente con la mano e poi schizzò una lunga sborrata. Molta sborra le finì in bocca, alcuni schizzi sul viso e altri caddero sul dessert di mia moglie. “Ahhhh si puttana, godo. Mi hanno detto che ti piace la sborra….mandala giù tutta vacca”. Poi guardò la sborra finita sulla panna cotta…”adesso puoi finire di mangiare il tuo dolce…sarà ancora più buono.” Monica ancora rossa in viso per la scopata e la sborrata che si era appena bevuta, si sedette e mangiò il suo dolce con il cucchiaino gustandosi ulteriormente la sborra di Aldo e dimostrando una completa sottomissione. Capiì che quella sera avrebbe accettato ogni cosa. La guardammo mangiare il dolce fino all’ultimo boccone. “Lo so che sei eccitato amore… hai il cazzo che ti sta scoppiando, vedrai che farò godere anche te….adesso baciami.” Si avvicinò alla mia bocca e mi baciò con la lingua. Le sue labbra sapevano chiaramente di cazzo. Fu assolutamente fantastico ed eccitante.
“Siete una coppia stupenda”, ci disse Aldo mentre si riallacciava i pantaloni. “Mi piacerebbe proseguire la serata con voi, ma devo sbrigare delle faccende importanti e penso che per voi sia ora di tornare alla villa.” Io ero troppo eccitato per mangiare il mio dessert e dissi che potevamo tornare. Poi Aldo aggiunse: “devo ancora darvi un ultimo ordine. Dentro a questo zaino, Monica, ci sono i tuoi abiti per la serata. Devi indossarli subito e tornare alla villa così vestita. Tuo marito può tornare con te se lo desidera. Tieni, indossa tutto e quando sei pronta chiamami. Vi farò uscire senza essere visti”. Dopo averci lasciati soli abbracciai mia moglie chiedendole se andava tutto bene. “Si è bellissimo, non preoccuparti….voglio continuare e voglio essere scopata ancora. Stasera voglio essere la loro schiava”, mi rispose. Monica aprì lo zainetto e indossò con cura le poche cose che vi trovò all’interno. Delle calze a rete rosa con reggicalze rosa e un reggiseno di pizzo anch’esso rosa che le lasciava il seno scoperto per metà. Scarpe altissime nere con un tacco a spillo dorato. Il colore rosa fu un ottima scelta perché provocava un mix davvero esplosivo unito al colore scuro della sua pelle abbronzata e al colore biondo chiaro dei suoi capelli ricci. Mi guardò sorridendo e aggiunse: “c’è ancora qualcos’altro…”. Un collare nero con un grosso anello sul davanti e un plug anale nero lungo e sottile. Li indossò terminando la sua trasformazione e bagnando il plug anale con la saliva per infilarselo tutto nel culo. Era semplicemente bellissima….l’avrei scopata subito se solo non avessimo avuto il gioco da proseguire. La curiosità di sapere cos’altro sarebbe successo ci stava unendo. Si avvicinò e mi slacciò i pantaloni cominciando a segarmi e infilandomi di nuovo la lingua in bocca. Avrei sborrato in pochi minuti se Aldo non si fosse sporto dal separé per controllare se eravamo pronti. “Non ancora Diego….avrete tutto il tempo che volete più tardi. Adesso Monica deve pensare soltanto a far godere altri cazzi”, ci disse. Rimase soddisfatto della trasformazione di mia moglie. Toccandosi il cazzo da sopra i pantaloni disse che gli stava tornando duro. Esaminò con cura che Monica si fosse vestita con tutto quanto soffermandosi sull’anal plug e toccandole la figa per sentire quanto mia moglie fosse nuovamente bagnata. “Seguitemi, vi farò uscire senza farvi vedere, come promesso. Fuori troverete subito la macchina di Salvatore ad attendervi.” Da una tasca esterna dello zainetto prese alcune cose e legò le mani di mia moglie dietro alla schiena con delle manette, quindi agganciò una lunga catena al collare di mia moglie e strattonandolo fece cenno di seguirlo. “Mi hanno detto anche che sai essere una cagna ubbidiente…. venite con me”. Tirava Monica per il guinzaglio mentre io li seguivo da dietro vedendo lo splendido culo di mia moglie ed eccitandomi sempre di più pensando a quanto fosse porca. Avevo in mano i vestiti con cui mia moglie si era presentata al ristorante. Il rumore dei tacchi a spillo delle scarpe di Monica erano l’unico rumore che si sentiva. Passammo tre piccole stanzette vuote finchè sentimmo alcune voci in lontananza. Ne oltrepassammo un’altra e raggiungemmo l’ingresso di una stanza chiaramente affollata per il vociare che ne proveniva. Prima di entrare Aldo si fermò sorridendo….”senza paura, non vi conosce nessuno qui e ricordate che dovete ubbidire. Vieni zoccola”. Mia moglie si girò verso di me con lo sguardo impaurito. Anche io ebbi un attimo di esitazione. Quel bastardo ci aveva mentito. Aldo però non ci lasciò tempo, entrò nella stanza allungando il guinzaglio e Monica non potè fare altro che seguirlo. La sala si ammutolì di colpo. “Questo è un piccolo regalo per voi amici”. Aldo stava offrendo la visione di mia moglie trattata da cagna ad una decina di suoi amici. Erano tutti oltre i cinquanta, seduti ad un tavolo al centro della sala e commentarono la scena molto volgarmente insultando pesantemente mia moglie. “Ah… e’ questo il puttanone di cui ci hai parlato prima”, disse uno di loro. Quasi non si accorsero di me che restavo un po’ distante, ma squadravano mia moglie dalla testa ai piedi. Sempre tenendola per il guinzaglio, Aldo le fece fare il giro intorno al tavolo. Tutti allungavano le mani per toccarla. Lei ammanettata non poteva respingere nessuno. Qualcuno si accorse del plug anale e lo sfilò infilandoglielo in bocca. Ora anche il suo culo poteva essere aperto dalle loro mani vogliose. Qualcuno si alzò in piedi per toccarla meglio e abbassarle il reggiseno per strizzarle le tette. Osservavo eccitato il corpo di mia moglie accarezzato ovunque con alcune dita saldamente infilate nei suoi buchi per rovistarle il culo o a sditalinarle la figa. “Ha la figa larghissima questa vacca, si sente che è già stata scopata e sicuramente sei stato tu ad aprirla con quella mazza che hai mezzo alle gambe”, disse ad Aldo uno dei suoi amici. Aldo le fece terminare il giro molto lentamente per permettere a tutti di esplorare ogni parte del suo corpo. Anche i commenti volgari su quanto Monica fosse una moglie zoccola o quanto fosse sfondata non ebbero sosta. Poi la fece piegare leggermente in avanti e le infilò nuovamente il plug nel culo. “Mi spiace amici, ma questo è tutto quello che ho promesso di lasciarvi fare con questa puttana”. Mi fece avvicinare e mi ordinò di risistemare mia moglie. “Vieni, Diego, sistema il reggiseno e il reggicalze di tua moglie. Deve essere perfetta per i quattro padroni che questa sera te la chiaveranno fino a sfondarle i buchi e riempirtela di sborra”. Poi tra le risa dei presenti, aggiunse: “visto che ti piace tanto essere cornuto, ricordati che puoi portarmela qui quando vuoi. Potremmo spaccarle il culo per bene prima di riportartela a casa”. Alcuni di loro si abbassarono i pantaloni per farci vedere che anche i loro cazzi non erano da meno di quello del proprietario. Monica aveva i segni delle loro manate su tutto il corpo, ben visibili sul culo per le diverse sculacciate ricevute. Aveva goduto di tutte quelle palpate….lo capiì guardandola in viso appena prima di uscire dalla stanza. Con delusione dei presenti uscimmo dal ristorante. Anche Salvatore, che ci stava aspettando, si soffermò a toccare le tette, il culo e la figa aperta di mia moglie, poi ci fece salire in macchina e partimmo verso la villa. Ogni tanto si annusava le mani per sentire il profumo di figa di mia moglie. Sola sul sedile posteriore Monica non riusciva a restare ferma. Era ancora ammanettata dietro la schiena. “Voglio godere amore, mi sono sentita una troia poco fa….mi hanno fatto eccitare da morire tutte quelle mani addosso. Guarda com’è bagnata la mia figa”. E aprì le gambe per farmela vedere. Anche Salvatore rallentò per girarsi e guardare la figa gocciolante di mia moglie. Fermati Salvatore, non resisto. Salvatore si fermò dopo poco in una stradina secondaria. Poche svolte e fermò la macchina. Feci scendere Monica e tirandola per il guinzaglio la posizionai a novanta sul cofano della macchina per scoparla. Fu bello fotterla come una vacca a pochi passi dalla strada dove altre macchine stavano passando. Godemmo tutti e due dopo due minuti, eravamo troppo eccitati per tutto quello che era successo. Sborrai tutto sul suo splendido culo ancora tappato dal plug anale. Salvatore invece era rimasto al posto di guida e guardò la spettacolo dal vetro vedendo le smorfie di piacere sul viso di Monica e segandosi il suo piccolo uccello. Appena vide che mi stavo ricomponendo, scese dalla macchina, continuò a segarsi vicino al culo di Monica e si svuotò le palle sul corpo di mia moglie. Prima di ripartire Salvatore mi disse che non potevamo sporcare la macchina. Mi allungò dei fazzolettini coi quali dovetti pulire il culo di mia moglie dalle due sborrate. Nel frattempo Monica mi confessò di non essere per nulla appagata e di voler continuare quel gioco perverso. Ritornammo alla villa a mezzanotte appena trascorsa. Il pensiero che tra poco mia moglie sarebbe stata schiava di quattro maschi mi fece nuovamente eccitare…

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In vacanza con mia moglie Monica 07

…Fu una dura prima giornata di lavoro. Tornai a casa solo alle 9 di sera. Per tutta la giornata la mia mente si era persa nei ricordi di quelle vacanze. La curiosità di quello che era successo la sera prima a mia moglie però prendeva sempre il soppravvento e mi ritrovai costantemente con delle lunghe erezioni nelle mutande. A casa, nel pomeriggio, Monica si era sicuramente riposata in quanto è commessa part-time in un supermercato. La ritrovai indaffarata a prepararmi la cena vestita con una canottiera bianca e dei calzoncini neri. Niente di sexy insomma. Mi disse che al lavoro non fu affatto facile perché aveva dovuto stare seduta per tutto il giorno alla cassa del supermercato con il buco del culo ancora dolorante e i segni rossi sulle chiappe che le procuravano un bel pò di bruciore.
Dopo cena mi venne a sedersi in braccio sulla poltrona dove mi ero accomodato per guardare distrattamente qualche canale della TV. Cominciammo a farci un po’ di coccole, qualche bacio e un po’ di carezze. Si accorse della mio cazzo duro e lo toccò mettendo la mano dentro ai pantaloncini incominciando a segarmi dicendomi: “lo so che stai morendo dalla voglia che ti racconti tutto. Però penso proprio che non riuscirai a scoparmi questa sera perché sento ancora male alla figa e soprattutto al culo. Sono stata tanto zoccola ieri sera quando non c’eri e non si sono risparmiati nulla. Ad un certo punto pensavo volessero mandarmi all’ospedale per quanto mi stavano aprendo la figa e spaccando il culo.”
Le risposi che l’avrei scopata quando si sarebbe sentita meglio, ma che si, avevo troppa voglia che mi rivelasse le cose che aveva subito rinchiusa in una stanza per quasi quattro ore con diversi uomini vogliosi.
Mi sorrise, mi tolse i pantaloncini e le mutande e ci sdraiammo sul divano per stare più comodi. Monica ricominciò a segarmi l’uccello e finalmente mi svelò tutto quanto.
“Quando ho visto che stavi uscendo dalla stanza, pensavo saresti tornato dopo pochi minuti e che non mi avresti lasciata sola. Mi avevano appena legato al letto. Appena mi sono resa conto di quello che avevano intenzione di fare mi sono bagnata tantissimo. Sai che è una cosa che mi è sempre piaciuta…ed essere lì nelle loro mani, usata per soddisfare le loro voglie senza poter fare nulla mi dava quel senso di impotenza che ti fa capire di essere completamente sottomessa. Era quello che desideravo in quel momento e mi sono eccitata come non mai. Non riuscivo a muovere le braccia, solo le gambe riuscivo a piegarle leggermente. Ogni tanto si davano il cambio e mi salivano sopra per scoparmi. Erano delle macchine, più vedevano che mi piaceva, più si eccitavano e più mi scopavano con foga, più io gridavo forte. Continuavo a gridare che ero la loro troia e che dovevano spaccarmi la figa perché ero andata lì solo per quello. Per almeno mezz’ora si sono goduti la mia figa facendomi godere diverse volte. I due tedeschi erano quelli che mi martellavano con maggior forza. Avevano un bel cazzo, sapevano muoverlo veramente bene e mi hanno fatto sentire una grandissima puttana. Ricordi, anche tu li hai toccati e hai sentito quanto erano duri quando li hai aiutati con la mano ad infilarmeli nella figa. Lo sai che proprio oggi pomeriggio ripensavo ai cazzi che mi hanno allargato la figa mentre ero legata? Lo vedi quanto sono diventata troia? Mi sono subito bagnata e mi è venuta voglia di farmi un bel ditalino. Sono andata nel letto e ho messo le dita dentro le mutandine. Ho cominciato a toccarmi….ero un lago, ma se le infilavo troppo dentro mi davano fastidio. Ho preferito smettere. Pensa,…tua moglie che non può neanche toccarsi perché ieri notte per tante ore si è presa tanti di quei cazzi che adesso si sente la figa rotta.”
“Si, sei una figarotta, tesoro” mi ritrovai a dire chiudendo gli occhi mentre Monica ora aumentava ora diminuiva la velocità della sega per farmi durare il più possibile. Non era la prima volta che mi raccontava di qualcuno che l’aveva trattata da puttana facendola godere e sapeva che avrei potuto sborrare in pochi minuti.
“mmm si, sono una figarotta, amore. La tua mogliettina zoccola che si fa scopare da tutti. Anche adesso che ne parlo mi si sta allagando la figa”, mi disse. Si mise due dita dentro i pantaloncini e poi mettendomele davanti agli occhi mi fece vedere quanto si stesse bagnando. Leccai le dita assaporando il sapore speciale della sua figa. Stavo veramente godendo come un maiale a sentire tutte quelle cose. “Continua, voglio sapere il resto”, le dissi.
“Alla fine mi hanno sborrato tutti e quattro sul corpo. Si sono messi intorno a me mi hanno schizzata ovunque. Avevo per lo più la sborra sulle tette e sulla pancia. Un tedesco mi ha sborrato anche in faccia e sui capelli. E’ stato bellissimo perché hanno sborrato quasi tutti e quattro contemporaneamente e ho sentito tanti schizzi di sborra calda colpirmi dappertutto. Quando hanno incominciato a slegarmi ero tutta sporca di sborra. Appena mi sono alzata dal letto ha cominciato a colarmi lungo le gambe sporcando tutto il reggicalze e le calze. Non mi ero nemmeno accorta che non eri rientrato talmente ero presa a farmi scopare. Ti ho cercato per farti vedere quanto ero stata puttana, perché lo so che ti piace vedermi così….ma non ti ho visto. Avrei tanto voluto che dopo le quattro sborrate anche tu mi saltassi sopra a scoparmi fino a sborrarmi addosso. Poi ho detto a Paolo che avevo bisogno di andare in bagno. Lui mi ha seguito e mi spiegato perché eri ritornato in camera. Ti confesso che mi è piaciuto vederti con le calze a rete nere e mi sono eccitata ancora di più quando ti hanno detto che eri una puttana come tua moglie. Magari qualche volta ti faccio vestire da zoccola e ti chiedo di scoparmi. Eh…che ne dici? E poi sei stato bravissimo a pulirmi la figa dalle sborrate. Pensa a quanta ne avevo sul corpo….e a quanta ne avresti dovuta leccare per pulire la tua mogliettina. Lo avresti fatto per me?”
“Si, si, faccio tutto quello che vuoi, ti lecco tutte le volte che vuoi, basta che continui a farti sfondare come una cagna. A me piaceva vederti camminare a quattro zampe tenuta al guinzaglio. La prossima volta chiedo a Gianni e Paolo di portarti al parco e di farti fare la cagna sul prato con tutta la gente che ti guarda e ti dice che sei una grandissima puttana succhiacazzi col culo rotto. Gli dico di portarti ad annusare tutti i cazzi di quelli che si segano e di farti sborrare in faccia e sulle tette”. Ero al limite e le dissi che volevo godere.
“Adesso ti faccio sborrare”, mi disse. Velocemente si alzò e si abbassò i pantaloncini e le mutandine. Si mise a quattro zampe sul tappeto facendomi vedere il culo. “Guarda che culo rotto che ho, amore. Guardamelo com’è spaccato” e si allargò le chiappe con le mani. Vedendo le natiche con delle strisce rosse ancora ben evidenti e il buco ancora apertissimo, mi alzai smanettandomi per sborrarle tutto sul culo. Scaricai tutta l’eccitazione che avevo accumulato durante la giornata e pensai di avere veramente una moglie fantastica. Sapeva con esattezza quello che volevo e faceva di tutto per esaudire ogni mio desiderio.
Andai in bagno a prendere dei fazzolettini per permettere a Monica di ripulirsi. Si ricompose e restammo ancora un po’ in salotto a gustarci qualche bicchiere di un buon vino rosso parlando della giornata che ormai volgeva al termine. Ad un tratto, dopo una mezz’ora che chiacchieravamo, mi disse: “allora ti sei preso paura….non volevi farti rompere il culo e sei scappato….”. “E hai lasciato che in cambio lo rompessero a tua moglie…eh”, aggiunse sorridendomi iniziando un botta e risposta.
M- “E…. sentiamo cosa avresti promesso a Paolo per svignartela?”.
D- “Ahhh quello intendi….mi sa che lo sai già se lo chiedi”.
M- “ Si, ma voglio sentirtelo dire da te”.
D- “ Ho accettato che sia Paolo che Gianni ti avrebbero scopato ancora quando sarebbero venuti a Milano”.
M- “Ah ecco, e cosa ti ha fatto pensare che avrei accettato?”
D- “Nulla…ho risposto senza pensarci. Solo non volevo prendermi i cazzi dei due tedeschi nel culo. Perché non ti faresti scopare ancora?”.
M- “Si certo che mi farei scopare ancora. Però ti confesso che non averti lì con me ieri sera mentre mi scopavano mi ha fatto sentire ancora più troia. Mi sono lasciata andare maggiormente….insomma….non mi sono mai sentita così tanto puttana. Non so se quando verranno qui a scoparmi vorrei che fossi presente oppure no….devo pensarci. Anche perché quello che mi hanno fatto dopo è stato oltre ogni limite. Magari tu non lo avresti permesso ed io penso che avrò ancora voglia di ripeterlo”.
D- “Non saprei, devi prima dirmi come è proseguita la serata. Ho visto tutti i segni che ti sono rimasti sul corpo. Non pensavo ti piacesse così tanto”.
M- “Hai ragione non lo sapevo nemmeno io. Ma non mi sarei più fermata. Ero io che chiedevo di continuare”.
Vedevo Monica con gli occhi arrossati mentre ripensava a quelle scene. Sentirla parlare in quel modo mi aveva fatto eccitare nuovamente. Le chiesi di seguirmi a letto e di continuare col racconto.
Ci spogliammo completamente e ci sdraiammo sopra le lenzuola.
“In bagno mi sono data una bella ripulita al viso. Ho tolto il reggicalze e le calze che erano sporchissimi e tutti appiccicosi. Aiutata da Paolo mi sono liberata anche del collare. Avevo la sborra che si era infilata anche tra il collare e il collo. Sono entrata nella doccia e mi sono tolta col getto dell’acqua la sborra da tutto il corpo molto velocemente. In quel momento sono entrati anche gli altri tre. Ho detto che dovevo fare pipì e ho chiesto se potevano uscire. Gianni mi ha detto che i due tedeschi erano lì proprio per quello, perché volevano vedermi pisciare. Mi hanno ordinato di abbassarmi sui talloni, di allargare bene le gambe e di aprirmi la figa con le mani. Volevano vedere che pisciassi nella doccia. Così ho fatto quello che mi chiedevano. Era strano, ma l’ho fatto. Ho allargato le gambe e gli ho fatto vedere mentre pisciavo. Ad Erick gli si stava rizzando il cazzo nuovamente. Si è avvicinato e ha voluto un pompino. Poi mi ha preso per i capelli e mi ha fatto appoggiare le mani al muro della doccia col culo in fuori. Ha iniziato a infilarmi le dita nel culo, poi mi sputato sul buco e ha cominciato ad incularmi. Non mi ha fatto tanto male, forse perché l’anal plug che avevo tenuto tutta sera mi aveva preparata. Mi è piaciuto subito farmi inculare. Era ora, mi avevano spaccato la figa tutta la sera, fin dal ristorante e avevo una gran voglia di sentire dei bei cazzoni nel culo. Anche Rudy si è divertito allo stesso modo col culo di tua moglie prima di portarmi di nuovo sul lettone. Tutti e quattro mi hanno sfondato il culo facendomi mettere in diverse posizioni. Godevo come una matta a sentirmi impalata da quei quattro cazzi durissimi. Poi Paolo mi ha fatto sdraiare sopra su di lui e mi ha detto di infilarmi il cazzo in figa per lasciare il culo libero ad un altro cazzo. I due cazzi che non potevano godersi i buchi della tua mogliettina invece li ho presi in bocca. E’ stato stupendo, mi sono beccata i cazzi di tutti contemporaneamente nel culo e nella figa mentre ne succhiavo altri due. Pensa amore, tua moglie sfondata da due cazzi nello stesso momento mentre tu ti facevi le seghe rinchiuso nella tua cameretta. E io a spompinare gli altri due per farli restare duri per quando mi sarebbero entrati ancora nel culo o nella figa. Ti sei segato l’uccello da solo in camera?”.
“Si, ho sborrato altre due volte”, le risposi mentre Monica aveva ripreso a masturbarmi lentamente.
“Che segaiolo che sei e a cosa pensavi?”, mi chiese.
Monica aveva aumentato la velocità della sega e risposi balbettando: “a queste..cose….pensavo…ti immaginavo…ancora legata….mentre si divertivano….a romperti….il culo……mi immaginavo….tanti cazzi….che ti inculavano….una fila di 50 uomini con i pantaloni abbassati che aspettavano il loro turno per incularti. Che usavano il tuo culo solo per svuotarsi le palle e poi lasciavano il posto a qualcun’ altro….senza sosta”.
“ Ma sentilo….sapevo che eri un maiale e che ti piaceva vedermi scopare….mmmm pensa che bello allora….chissà come lo allargano il culo della tua mogliettina 50 maschi arrapati…e chissà quanta sborra mi schizzano addosso……basta altrimenti sborri subito porco….” Tolse la mano dal mio cazzo senza permettermi di godere.
Cercai di riprendere la sega da solo, ma mi schiaffeggiò la mano dicendomi: “aspetta ho in mente una cosa più bella”.
Si alzò dal letto e si infilò un paio di autoreggenti bianche. Poi mi fece sdraiare sul tappeto vicino al letto e col piede incominciò a massaggiarmi il cazzo. Sentire il piede di mia moglie coperto dal nylon sul mio cazzo fu indescrivibile. Una scossa mi percorse tutto il corpo, partendo dalle palle per arrivare fino al cervello. Mentre mi toccava il cazzo, mi guardava negli occhi e mi diceva che ero un cornuto segaiolo che si fa fottere la moglie. E di guardare come gli avevano ridotto la figa….si abbassò e si aprì le labbra con due dita avvicinandosi alla mia bocca per farmela vedere da vicino dicendomi che non riusciva più a richiuderla per quanti cazzi l’avevano sfondata. Strofinandomela sul naso mi disse anche che probabilmente sapeva ancora di cazzo perché ultimamente aveva passato più tempo con dentro qualche cazzo che senza niente. Riuscii solo ad annusarla più volte senza leccarla perché si rialzò troppo rapidamente per riprendere la sega. Aveva un buon profumo di figa invece….. che mi fece perdere completamente la testa. Quindi sedendosi sul bordo del letto Monica riprese a segarmi l’uccello con due piedi fino a farmi sborrare. Tutta la sborra le finì sulle calze, spostò i piedi verso la mia bocca e me li diede da leccare.
“Lecca tutta la tua sborra, maiale….”, mi disse. Leccai tutto e poi mi alzai in piedi per baciarla con la lingua. Come la sera prima ci scambiavamo la sborra baciandoci. Allungai una mano sul suo culo…”piano…fai piano…”mi sussurrò Monica all’orecchio. Per la prima volta da quando si era fatta inculare le toccai il buco del culo con un dito. Solo allora mi resi conto di quanto fosse veramente allargato e spaccato. “Muori dalla voglia di saperlo, vero?”….”Si Monica”, risposi.
“Dopo quelle inculate mi hanno sborrato in bocca tutti e quattro facendomi ingoiare tutto. Poi i due tedeschi mi hanno riportato in bagno e mi hanno fatto inginocchiare nella doccia. Si sono detti qualcosa che non ho capito, poi ridendo hanno indirizzato con le mani i cazzi ammosciati verso di me e hanno iniziato a pisciarmi sulle tette. Ho fatto per spostarmi e rialzarmi, ma uno dei due mi ha preso i capelli e mi ha dato due schiaffi facendomi segno di stare ferma. Anche Gianni mi ha detto di non muovermi, ma di ubbidire e di fare quello che volevano. Mi stavano usando come un cesso. Con il getto sono arrivati sul collo e poi sulla faccia cercando di centrarmi la bocca che dovevo tenere aperta. Ne ho ingoiata poca perché sono riuscita a sputarla quasi tutta. Mi stavano sicuramente insultando nella loro lingua. Poi Gianni mi ha spiegato che avevano deciso di punirmi perché pensavano che avrebbero potuto incularsi mio marito, ed invece non eri più tornato. E che quindi adesso me l’avrebbero fatta pagare a me. Mi hanno riportato in sala senza lasciarmi il tempo di sciacquarmi. Ero molto impaurita, ma Gianni e Paolo mi hanno rassicurato un pochino dicendomi che li avrebbero tenuti d’occhio. Mi hanno portato in un angolo della sala dove c’era una corda che pendeva dal soffitto e mi hanno fatto allungare le braccia verso l’alto legandomi i polsi. Poi mi hanno fatto allargare le gambe e legato le caviglie a dei ganci sul pavimento. Le corde erano strettissime, molto di più che quelle usate per legarmi al letto. I segni che vedi sulle braccia e sulle gambe mi sono sicuramente rimasti per quello. Poi si sono divertiti a…

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L vacanza parte 3

Mi sveglio verso mezzogiorno, so che sarà un giorno impegnativo, ed inizio i preparativi. L’hotel mi recapito una lettera da parte di Nico: “passiamo a prenderti alle 8 troietta, fatti trovare pronta e carina, prima del tuo ritorno a casa, vogliamo averti ancora nostra”; ci sono alcune foto dentro, ci sono loro tre in piedi, con me distesa sul pavimento senza sensi, e il buchetto dilatato, che “vomita” il loro seme..
“oh dio” penso, allora è vero, hanno continuato due sere prima, nonostante non fossi più in me, hanno continuato a scoparmi, come fossi una dannata bambola. Ma chi ha s**ttato quella foto? La mia domanda riceve subito risposta, capita tra le mie mani l’ultima foto, dove si vede un uomo di colore, mentre mi sta penetrando, ed il mio viso in una smorfia, impossibile ricordare se di piacere o di dolore. Sono le 2 di pomeriggio, non so che fare, ma cosi mando giù un po del prosecco disponibile nella mia camera e mi decido: farò questa cazzata, prima di ripartire.
Passo il pomeriggio a preparare il mio corpo, aggiustando ogni piccolo particolare, li voglio.
8 meno 5 io pronta, abito lungo stavolta, spacco raso coscia, calze con reggicalze lievemente visibile, trucco azzurro/verde, mi guardo allo specchio e mi piaccio, e poi quelle scarpe, mai messe prima, chiuse ma con lieve apertura sul davanti, tacco 15, e aperte sul tallone con fascia sulla caviglia. Bussano alla porta, “chi è” chiedo, “Sebastian” dice lui.
Apro lui mi guarda, entra in camera, mi sta mangiando con gli occhi, “sei davvero magnifica” mi dice, mentre si avvicina; con un abbraccio passa dietro la mia schiena e portandomi a lui mi bacia, poi mi sussurra “andiamo che è tardi”, io sono gia eccitatissima. Mentre scendiamo in ascensore, lo vedo dietro di me nello specchio, che osserva il mio sedere. C’è una limousine ad aspettarci, entro mi accomodo, e chiedo “dove andiamo”, lui subito “beh andiamo fuori città a casa di un amico, vedrai ci si divertirà”. Il viaggio dura una mezz’oretta, raccogliamo anche gli altri 2, si parla del più e del meno, tanto per passare il tempo. Infine prendiamo anche il ragazzo di colore, si chiama Mbobo, e non posso fare a meno di notare quanto sia grande, enorme e possente.
Si arriva fuori città, una villa di campagna, messa non troppo bene, ma accogliente; io ho bevuto a bordo, presa dall’ansia, e dall’emozione: so che sarà un esperienza estrema, unica ma estrema. La cena passa in fretta, ed ad un tratto è proprio Mbobo a prendere l’iniziativa: arriva alle mie spalle, e poggia il suo membro su di me lasciandolo scendere sul mio petto, è enorme, davvero enorme, lungo ma anche dannatamente largo. Senza pensarci, lo lecco, mentre gli altri guardano incuriositi, passo la mia lingua su quell’affare e sento quanto davvero sia potente, lo sento pulsare dannatamente. Sebastian interrompe tutto “sai stasera vorremmo invitare delle persone, nostri amici cari e fidati, e scoparti tutti assieme, saremo oltre 20 persone” tra l alcole l’eccitazione dico “va bene, rompetemi, distruggetemi, fate di me ciò che volete. Lui si alza ed invia qualche sms, mentre io decido di succhiare quell’affare nero, duro, pieno di nervature dure come il marmo. Il tempo passa, e tra una succhiata e l’altra la casa si riempie di persone, mi portano in una stanza, e sempre Seb mi dice “vogliamo sia violento, senza limiti, ti senti pronta?” ed io “si”. Uno di loro si avvicina e mi mette le manette, serrate strette, a parte i miei “amici” non conosco nessuno e non mi importa; voglio solo essere la loro troietta da sballo. Un altro si avvicina e mi bacia, stringendo i miei seni tra le sue mani, ma ecco l’inizio della mia fine. Sento mani dappertutto, il mio perizoma viene disintegrato, e le loro lingue sul mio corpo. Non ci sto capendo nulla, non posso oppormi. Il tizio che mi stava baciando, porta la mia bocca sul suo affare e chinandomi li vedo, tutti la a massaggiarsi, qualcuno infila una massiccia dose di lubrificante nel mio sedere, e vi penetra immediatamente. I suoi colpi sono veloci, irruenti, quasi furiosi, e il dolore iniziale si tramuta in un piacere continuo, e pulsante. A turno si danno il cambio sia con la mia bocca che col mio posteriore, ed io godo come una matta, gemo e tento invano di emettere suoni, mi toccano ovunque, giocano col mio membro, non ci capisco più nulla. Ma con la coda dell’occhio vedo i miei amici distanti, loro aspettano e si godono lo spettacolo, so cosa vogliono, vedo nei loro occhi quasi disprezzo per me; mentre tutti si limitano a scoparmi in ogni modo, loro vogliono la sottomissione, la tortura.
Qualcuno inizia a venire, mi riempie, e si scosta, qualcun altro scarica nella mia bocca. Passa qualche tempo e mi ritrovo seduta, ansimante, osservo sul pavimento il seme che avevo dentro, spargersi lentamente, ne ho ingoiato altrettanto, e sono su di giri; un tizio avanza, si china e inizia a masturbarmi compiaciuto, e in pochi secondi io vengo, e lui indirizza il mio spruzzo su di me, caldo e abbondante. “non male come prima” dice qualcuno “ma adesso la troietta sa cosa l’aspetta?” interviene Sebastian “ve l’avevo detto è brava, ma siamo qui per spingerla al limite, e una scopata di gruppo non è un limite” io ancora con le mani legate osservo e ascolto tentando di immaginare cosa vogliano farmi. “vorremmo tu ci dessi il permesso di abusare del tuo corpo brutalmente” dice “non solo scopandoti, ma facendoti del male vero, te la senti?” io mi guardo attorno, poi fisso lui e dico “fate di me ciò che volete, ci sono dentro e non mi tiro indietro, volete picchiarmi? Volete umiliarmi? Non è la violenza a spaventarmi, ma il terrore di vivere senza rischiare”. Tutti mi guardano con approvazione. Seb mi aiuta ad alzarmi e mi portano in una stanza abbastanza grande, cè di tutto dentro, da una croce, a diverse corde, oggetti metallici vari, un sybian, e vari strumenti di tortura che non saprei nemmeno definire. Mi legano alla croce ad “X” mi infilano una ball in bocca, e seb mi sussurra “ora urlerai, e vorrai scappare, se vuoi tirarti indietro fallo adesso, o mai più” io prontamente dico “mai più”. Lui strappa il mio vestito, afferra i miei seni e li stringe tirandoli con forza, tento di urlare, ma lui non molla, anzi prende i miei gioielli e strizza anche quelli. Una lacrima di sforzo segna il mio viso, ma sto bene. Lui si scansa ed un uomo bassetto si fa avanti, mi colpisce in volto, e poi sferra un pugno poderoso sul mio seno destro… mi manca il respiro… ma mi piace cazzo. Continua…

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In vacanza con mia moglie Monica 02

…Nonostante parlammo dell’esperienza dell’autogrill come una avventura da ripetere, la vacanza scorse via tranquilla fino agli ultimi giorni. Fino ad allora mi ero divertita a fare un po’ l’esibizionista in alcuni luoghi (albergo, spiaggia, strada) vestendo abiti molto corti senza mutandine o prendendo il sole in topless con un bel perizoma. Sopratutto in spiaggia mi sdraiavo allargando le gambe e mi lasciavo guardare le grandi labbra della figa che non erano completamente coperte dal costumino ridotto. Quel porco di mio marito Diego aveva preteso solo perizomi anche in spiaggia. Il massimo era quello bianco che appena bagnato diventava pressoché trasparente lasciandomi praticamente nuda alla vista di molti uomini. A cena nei vari ristoranti invece voleva che trovavassi sempre il modo di farmi vedere la figa depilata da chi mi stava di fronte o dai camerieri per la sua e loro grande gioia. L’eccitazione di mio marito era sempre al massimo e in albergo appena poteva mi saltava subito addosso per farsi un bella scopata dicendomi di come le ero piaciuta a mostrarmi alla gente. Spesso mentre mi scopava, in preda all’orgasmo, mi chiedeva se mi sarebbe piaciuto ripetere quello che avevo fatto con quei cinque ragazzi. A me l’esibizionismo eccitava parecchio ma dopo 12 giorni avevo una grandissima voglia di sentirmi riempita da qualche bel cazzone. Anche io avevo goduto moltissimo ad essere trattata da troia all’autogrill, ma volevo che fosse il mio uomo a spingermi a farlo nuovamente.
Il penultimo giorno di vacanza mi disse se avevo voglia di prendere il sole nuda. Gli risposi che lo avrei fatto in una zona meno frequentata della spiaggia. Scegliemmo una spiaggetta abbastanza isolata e mi spogliai completamente. C’erano due coppie a poca distanza, entrambe le donne erano nude, ma non più bellissime per via dell’età. Verso le 15 cominciarono ad arrivare alcuni singoli che si posizionarono proprio di fronte alla mia figa completamente esposta. Il cazzo di mio marito era durissimo….io mi stavo bagnando. Mi toccai la figa iniziando ad entrare con due dita presa da una gran voglia di scopare. Due uomini bel oltre la cinquantina presero a toccarsi il cazzo e a masturbarsi apertamente guardando nella mia direzione. Ormai era difficile fermarsi….iniziai ad aumentare la velocità del ditalino con gli occhi fissi sui cazzi di quei due maiali. Si avvicinarono sempre di più per vedermi meglio e sborrarono sulla sabbia non appena mi aprii la figa con due mani per far vedere quanto fossi bagnata. Volevo essere riempita e chiesi a mio marito di tornare all’albergo. Il suo cazzo stava scoppiando dentro al costume. Infilai il mio vestitino e allungammo il passo verso la macchina. L’eccitazione era alle stelle. Mio marito voleva ancora mostrarmi, mi divaricò le gambe e lasciò che fossi guardata da tutti quelli che si avvicinavo alla macchina non appena rallentavamo. Appena entrati in camera mi alzò il miniabito e mi penetrò; era una furia…. continuava a ripetermi che in spiaggia ero stata bravissima, di come i due vecchi si erano segati per me e di come si era eccitato al pensiero di vederli entrare dentro di me fino a sborrarmi nella figa. Fece aumentare così anche la mia eccitazione, mi bagnai moltissimo e venni; poi per farlo sborrare gli dissi che se veramente lo voleva ancora ero pronta a soddisfarlo, a fare di nuovo la troia. A quelle parole tolse il cazzo dalla fica per portarlo alla mia bocca, ma venne prima del tempo sporcandomi la schiena e il culo. Il resto della giornata se ne andò tranquilla.
Dopo cena salimmo in camera a cambiarci, non gli dissi niente, solo di uscire e di aspettarmi nella hall. Decisi di vestirmi in modo da farlo rizzare a chiunque mi avesse guardata. Una canottiera bianca molto aderente senza reggiseno, un perizoma bianco trasparente, che copriva a stento la figa depilata, coperto da una microgonna nera che arrivava di poco sotto al sedere con un piccolo spacco dalla parte sinistra. Ai piedi indossavo delle scarpe da schiava allacciate intorno ai polpacci color argento con un tacco da 12 cm. Un trucco non molto vistoso con un rossetto rosa e i capelli ricci biondi raccolti a coda di cavallo. Uscii dalla camera, due ragazzi fermarono l’ascensore e mi aspettarono. Non mi toglievano gli occhi di dosso, camminando verso di loro feci salire un poco la gonna e sicuramente poterono vedere il bianco del mio perizoma. Arrivata alla hall cercai mio marito, mi vide, mi raggiunse complimentandosi per l’abbigliamento e mi disse se volevo andare ad una festa organizzata dall’albergo sulla spiaggia. Non camminammo a lungo, la spiaggia era vicina, per strada attiravo l’attenzione di tutti con la minigonna da mignotta che saliva a scoprire sempre di più il mio culo abbronzato. Arrivati alla festa prendemmo da bere e ci sedemmo ad un tavolino; molti ragazzi ballavo al ritmo di musiche caraibiche, poi ad un tratto mi convinsi e dissi: “ti spiace se vado a ballare un po’?” “No, cara fai pure, divertiti”. Mi alzai, tentai di riabbassare un po’ la gonna che era salita parecchio e andai in pista a ballare. Non ci volle molto. Subito fui avvicinata da diversi ragazzi, ma ballai solo con quelli che mi piacevano. Mio marito era là seduto con il bicchiere in mano, mi guardava ballare le danze latine con altri maschi. Sicuramente notò di come alcuni si avvicinavano baciarmi sul collo o di come le mani scendevano lungo i fianchi fino a palparmi il culo. Non lo notò subito, ma glielo raccontai dopo, un ragazzo introdusse la mano destra nel piccolo spacco della mini, la alzò un po’ e mi toccò direttamente il sedere; lo lasciai fare, ero senza freni, non so quante mani mi avessero già palpato, ma io sentivo solo la fica bagnarsi sempre di più. Ad un tratto il DJ annunciò una pausa di pochi minuti, la gente stava lasciando la pista, e persi di vista più mio marito. Due ragazzi con cui avevo ballato si avvicinarono, mi lasciai toccare e mi chiesero di seguirli in spiaggia. Chissà la faccia di mio marito quando non mi vide tornare e chissà il suo cazzo….pensai. (dopo mi disse che gli si era rizzato subito pensandomi con qualcuno). Ci avviammo verso un lembo di spiaggia poco frequentato, dietro ad una barca in riva al mare, io li seguivo, tenevo in mano le scarpe che avevo tolto abbassandomi a novanta, facendo salire la mini sui fianchi. Il mio culo era a loro disposizione, spostarono il perizoma, mi guardarono la fica e mi penetrarono con le dita. Continuarono a palparmi la figa fino alla barca e anche io li toccai da sopra i jeans. Dietro alla barca mi abbassai allargando le gambe, mentre loro con i pantaloni alle ginocchia mi diedero da succhiare. Li alternavo nella mia bocca, spostai di lato il perizoma e mi masturbai un poco per preparami a prenderli dentro. Uno dei due giovani (avranno avuto poco più di 20 anni), mi fece alzare prendendomi per la coda di cavallo, mi fece appoggiare una gamba sulla barca, sputò sulla figa e iniziò a scoparmi. Cominciai a godere subito, loro si alternavano e io gemevo ad ogni colpo dei loro cazzi durissimi. Poi uno salì sulla barca per farmelo leccare, erano eccitatissimi, contenti di potersi soddisfare con una bella puttana. Sentivo che stavano per godere, io avevo già goduto un paio di volte, poi quello che mi scopava gettò un urlo e mi venne dentro, l’altro forse sorpreso per dove mi ero lasciata sborrare, si menò il cazzo velocemente davanti alla mia bocca e mi venne sul viso. Molto colò sulla canottiera sporcandomi tutta. Mi scoparono ancora scambiandosi le posizioni. Dopo essermi presa due sborrate in figa e due sborrate in faccia mi ricomposi, sistemai il perizoma, la mini e mi asciugai la bocca con un loro fazzolettino. Mi chiesero di seguirli a casa loro per continuare. Avrebbero voluto incularmi insieme a due loro amici. Io rifiutai spiegando che dovevo tornare da mio marito e che per me era stato solo un gioco. Mi riaccompagnarono alla festa dopo circa 30 minuti; ad ogni passo lo sperma dei due ragazzi usciva dalla mia figa per bagnare il perizoma. Indossai di nuovo le scarpe e ci salutammo. Andai dietro ai bagni dove non c’era nessuno e cercai di fare uscire ancora un pò di sperma dalla figa per bagnare ancora di più le mutandine. Poi le sfilai e le strinsi in mano. Mi diressi verso mio marito, mi vide….. ebbi un attimo di esitazione quando lo vidi al tavolo con due uomini intento a chiacchierare. Mi decisi ad andare verso di loro, lui disse: “ah….ecco mia moglie, divertita a ballare?” “Direi di sì” risposi e appoggiai sul tavolo il perizoma completamente sporco di sborra dicendogli “ecco questo è il regalo che volevi tesoro”. Mi sedetti allargando le gambe, tutti e tre rimasero senza parole e mi guardarono la figa ancora bella aperta per le due scopate, presi un fazzoletto di carta sul tavolo e asciugai le poche gocce di sperma che ancora stavano uscendo. “Ok possiamo andare adesso”, mi alzai prendendo mio marito per mano, che si accorse solo ora delle macchie sulla canottiera. Lui si mise in tasca il mio perizoma ed io appoggiai il fazzolettino sporco sul tavolo lasciando senza parole i due maschietti…

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VACANZA DI NATALE IN CASA DEI MIEI SUOCERI…

Questo racconto risale all’ultimo natale trascorso ed anche all’ultimo passato in casa dei miei suoceri perché da aprile abbiamo cambiato casa e quindi non abitiamo più con loro, mio suocero per la settimana di natale aveva prenotato un viaggio, come spesso fanno, ed io al pensiero di non averli tra i piedi e di andare a rovistare nelle sue cose intime magari trovando qualcosa di più spinto era già qualcosa che mi faceva bollire dentro. Prima della partenza mia moglie mi confessa che mentre aiutava la madre a fare le valige gli vede in un borsello da viaggio sai dove si mettono gli spazzolini, ecc, delle pillole con sopra scritto cialis. quando la sera rientro a casa i miei suoceri erano già partiti dal pomeriggio, e mia moglie mi racconta l’accaduto dicendo di averli trovato queste pillole e di aver fatto una ricerca su internet e aveva riscontrato che si trattavano di pillole come il viagra, infatti mi disse che il padre prende molte medicine e che quindi col fatto che ha 59 anni ne avrà bisogno di quelle pillole, mentre mia moglie in maniera naturale mi raccontava questo nella mia mente tutte le fantasie su mia suocera che avrebbe fatto la porca con il marito in vacanza mi facevano eccitare e un po anche infastidire perché anche se è una cosa improponibile volevo tanto un giorno fargli sentire di quanto ero pazzo di lei e di quanto avrei voluta farla felice senza l’aiuto di pillole. La serata continuò cenai tranquillamente ma inizio a prepararmi un piano per come e quando iniziare una ricerca approfondita sulle cose intime di mia suocera…In quella settimana ne capitarono di occasioni, mia moglie un pomeriggio andò a fare spese con mia madre ed io rimasi solo a casa, avevo tempo un oretta, iniziai da andare giù in cantina non so perché ma nella mia fantasia c’era la voglia di trovare tipo una videocassetta o un cd di un loro video privato ma purtroppo così non è stato, trovai delle vecchie foto invece da lei da giovane, e vi dico che adesso ha un po più di forme in più che assolutamente non mi dispiacciono ma da giovane era magrissima ma sempre con un seno bello prosperoso e in evidenza e trovai delle foto di quando andavano in vacanza con lei in costume, e fù allora che mi venne l’idea che se l’estate dopo cioè questa che è appena passata saremmo andati con loro al mare l’avrei fotografata di nascosto in bikini o cmq in maniera dove risaltano le sue forme di certo non lo potevo fare nei giorni normali, sarei stato sgamato. Dalla cantina passai al loro bagno ma niente di che anche se notai un l’asciugamano vicino al bidè bagnato ed il sapone intimo che era ancora aperto è capì che mia suocera si era lavata le parti intime prima di partire, di certo noi maschi preferiamo la doccia, presi quell’asciugamano lo annusai e il fatto che lì si era asciugata la sua bella fica e magari anche il fondoschiena fece eccitare i miei neuroni e tutto il resto, si sentiva di donna ma non molto perché era bagnato, infine andai in camera da letto, sicuramente nella fretta del viaggio non ebbe modo di rifare il letto e lascio il suo pigiama ancora lì chiedendo poi a mia moglie di mettere a posto la sua camera, iniziai ad odorare la maglia del pigiama dava del suo profumo, poi quando presi i pantaloni per annusarli vidi che in mezzo ai pantaloni c’erano le sue mutande nere, un po sporche le presi le odorai fortemente dava un odore forte di pipì e non solo pensai dentro di me ” brutta porca” le odorai ancora e le rimisi come stavano, pensando che tanto mia moglie non sarebbe andata subito a rifargli il letto e a pulire la camera e quindi aspettai il momento più comodo e tranquillo per masturbarmi come si deve…passò anche quella serata mangiando con mia moglie ma con in mente un pensiero fisso, quasi da ossessionato, quello di ritornare nella sua camera da letto a sentire il suo odore di fica matura, la notte non riuscivo a prendere sonno quando vidi che mia moglie dormiva, erano quasi le 2 di notte, mi alzai zitto zitto dal letto e senza mettermi le pantofole per non fare rumore uscì dal mio appartamento e andai al piano di sopra nella sua camera da letto, faceva freddo e tremavo sia per il freddo che dall’eccitazione, mi misi nel suo letto dal lato dove dormiva lei sul suo cuscino, presi la sua maglia del pigiama piena del suo bel profumo e le sue mutande le avvicinavo al mio naso con una voglia matta che se in quel momento si trovava lì mia suocera gli avrei leccato come non mai fino a farla venire quella sua ficona che immagino calda e grande, così iniziai a masturbarmi mettendo le sue mutande sul mio pene e leccandole proprio sul punto dove si sentivano di più i suoi profumi di donna, arrivai ma non sulle sue mutande in un grande sborrata e ancora con le sue mutande vicino alla mia lingua, è stato un bel momento ero nel suo letto sentivo il suo profumo sul suo cuscino, proprio lì nella sua camera dove fa di tanto in tanto qualche bella scopata con suo marito e con le sue mutande con i suoi umori vaginali immaginandola di leccarle la fica e le leccavo le mutande e stata una delle più belle sborrate eccitanti della mia vita, mentre mi segavo me la immaginavo lei con le sue belle tettone che mi scopava o me lo prendeva in bocca e a voce alta per eccitarmi ancora di più le dicevo ” sei una porca, sei zoccola, quanto mi piace il tuo odore di fica”, tutto questo purtroppo non l’ho più fatto perché non è più stata fuori casa, ma il pensiero fisso del suo odore di fica, o le sue tette che tutte le mattine durante il caffè avevo davanti agli occhi mi continuavano a rimanere in testa, con un pensiero che prima o poi me la volevo scopare….LA STORIA CONTINUA…

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La vacanza parte 4 finale

Sono legata su quella croce. A turno ogni uomo inveisce su di me, tra pugni, strizzate di tette, schiaffi. E’ tutto cosi surreale. Perché ho accettato tutto questo? Perché lo volevo. Sentire la forza maschile dominarmi, il dolore misto all’eccitazione, i colpi seguiti da spasmi di piacere. Dio sto impazzendo. Non so per quanto tempo continuino a colpirmi; mi liberano e scivolo verso terra stremata. Uno di loro mi afferra per i capelli e infila il suo membro dentro la mia bocca. Non ho di che res****re. Mi scopa la bocca, fino all’esofago, gli altri esultano, e di colpo spinge, spinge tanto a fondo da scendermi in gola e scarica tutto il suo sperma dentro di me. Non respiro mi sento svenire, come mi libera tossisco e cado in avanti… ma subito vengo afferrata per i capelli, ma poi la presa molla e due mani afferrano i miei seni. Trascinata sul pavimento, mi sollevano e legano le mie mani sopra la mia testa. A turno iniziano a fottermi, uno dopo l’altro, il mio sedere è dilatato, distrutto, direi divelto, e l’eccitazione è tanta da farmi venire…. Un filo di seme cola dal mio pene, “gli piace” sussurra qualcuno. Mbobo si presenta davanti a me, mi tocca prima il seno, poi li sotto… non posso muovermi, e lui struscia il suo gigantesco arnese sul mio…. Poi passa dietro.. dio quant’è grosso.. sento il suo cazzo enorme, spaccarmi in due, il ritmo è incessante, e cotinuo a venire di piacere…. Per diverso tempo quel nero mi scopa incessantemente, poi viene riempiendomi, e mentre sfila il suo poderoso piccone, la sua venuta cola dal mio buco dilatato, sulle mie gambe. Mbobo si allontana, lo vedo parlare al telefono, mentre la mia tortura continua incessantemente. Il tempo sembra non passare mai, sono tanti, sono bruti e violenti, molto violenti; dopo non so quante venute, e sborrate varie su di me, mi ritrovo seduta per terra, con la schiena al muro, esausta; osservo lo sperma sul mio corpo, i lividi, i miei seni gonfi, respiro affannosamente: mi hanno distrutta, devastata, umiliata fino all’impensabile. Mbobo torna a farsi mi vivo e mi osserva, con malizia mi sussurra “ho una sorpresa finale per te puttana bianca, che tu lo voglia o no, non mi importa, Sebastian ti ha portato qui, ed io voglio vederti supplicare, guarda”, afferra i miei capelli e mi fa notare che sono arrivati altri neri, ne conto 5, forse sono di più “sono i miei amici puttana bianca” mi dice Mbobo “africani come me, e adesso ti rovineremo, vogliamo sentirti urlare, supplicare, disperarti”. Con un ultimo cenno d’orgoglio rispondo “avanti negro, vediamo quanto cazzo valete”. Un ceffone mi colpisce, quasi svengo, e in un attimo quei neri sono su di me, Mbobo osserva, mentre loro iniziano a penetrarmi,usando i miei due buchi, le mie tette, persino i miei piedi. Non capisco più nulla, oramai ho talmente tanto ormone in corpo da sentire piacere, urlo o almeno ci provo considerando ciò che ho in bocca, sento le convulsioni del mio pene incessanti, ma oramai non ho più niente da sparare fuori. Sono un dannato pezzo di carne nelle loro mani, e i loro sapori forti sembrano svanire col passare del tempo…. Il più grosso di loro inizia a scoparmi come un pazzo, afferra la mia gola e la stringe, sempre più forte, lo sento profondo dentro di me, sento la sua sborra schizzare all impazzata dentro di me, ma non molla la presa sul collo. Non respiro, mi dimeno o almeno ci provo date le mani legate, ma nulla. Gli altri vengono in un bicchiere, a quel punto lui lascia e mi obbligano a bere; con difficoltà mando giù tutto. “vuoi dell’acqua?” è Sebastian. Accenno di si, ma quell’acqua ha un sapore amaro, troppo amaro. Quando capisco è tardi. Al mio risveglio sono in albergo, nuovamente, non ricordo nulla del seguito, ma il mio corpo mi fa capire che ci hanno dato dentro. Inizio a prepararmi per tornare nel mio paese, cambiata da quell’esperienza. Adesso so, che voglio essere donna al 99%, perché quell’essere usata così mi ha segnato, ha trasformato la mia mente, la mia anima.

Alla prossima.