Categories
Racconti Erotici

Mia moglie, l’avvocato ed io. II Parte. In un

Continuano le avventure di mia moglie Loredana, di pura fantasia. Non avevo più rivisto l’avvocato Massimo, gran maiale ed infame che, davanti hai miei occhi aveva penetrato mia moglie non risparmiandole niente. E’ vero da quel giorno i miei guai sembravano essere spariti. Un mese fa, in occasione del compleanno di Loredana ricevemmo il seguente invito. Gentile Sig.ra Loredana e Sig. Carlo. vorrei tanto festeggiare il compleanno nella mia villa sul lago. Mi piacerebbe organizzare una festa in stile giapponese. Fatemi sapere. Vi manderò a prendere. Massimo. Subito dissi di no. Lei, che già non stava nella pelle, cominciò ad ins****re, che male c’era accettare un invito, poi non saremmo stati certamente soli. Se fossi forte avrei detto di no, ma alla seconda sua richiesta ero già bello convinto. E venne il giorno. Verso le 15.00 suonò l’autista dell’avvocato, in perfetta divisa. Scendemmo e trovammo una fiammante Bentley che ci attendeva. Loredana era già incontenibile dalla gioia. Salimmo e sprofondammo nei sedili di pelle color miele. Come sempre era elegantissima. Tailleur bianco Max Mara e scarpe Louboutin con tacco 12 d’ordinanza. Notai la suola rossa. Chiesi quanto costavano, mi disse che aveva fatto un vero affare per 600 euro. Mi vennero dei dubbi ma non era il momento. Sedendosi la gonna era salita in alto sulle cosce. In fondo era mia moglie e non resistetti a infilare la mano. Ero sicuro di sentire le calze sostenute dal reggicalze, ma confesso di essere rimasto sorpreso nel non trovare le mutandine. Era forse una dimenticanza nella fretta e cominciai a masturbarla. Gradiva molto e incurante dell’autista gemeva e ansimava. In breve raggiunse un potente orgasmo che debordò dalla mia mano e bagnò la gonna. Arrivammo nella meravigliosa villa settecentesca della famiglia di Massimo. Villa e bellezza come sogno. Il panorama splendido del lago. Trovammo solamente l’avvocato che ci accolse con grande signorilità e gentilezza. Ci fece accompagnare nella stanza degli ospiti e sparì. Avemmo così tutto il tempo per guardarci intorno. Loredana, subito volle andare in piscina e non avendo di costume si tuffò completamente nuda. Verso le ventuno bussò alla porta Massimo, pregandoci di essere pronti entro mezz’ora. Loredana era bellissima con un vestito lungo con scollatura profondissima sulla schiena. Un vestito color ghiaccio di alta sartoria che vedevo per la prima volta. In giardino trovammo motti ospiti, uomini e donne elegantissimi che si trovavano a completo loro agio. Notai dei lampioncini giapponesi con candela, il buffet era conseguentemente ricco di suki. Non mancava niente, anche una discreta orchestra in un angolo del giardino. Massimo ci presentò e volle iniziare il festeggiamento per il 51essimo compleanno di Loredana. Aprì la serata con un walzer perfetto e lei danzò divinamente. Ero veramente contento. Alla fine, con grande disinvoltura la invitò a mostrare la sua bellezza agli invitati con uno strip. Rimasi contrariato, lei ci pensò non più di due secondi e rispose si. L’orchestra attaccò Abat-jour e ingenuamente pensai a un omaggio a De Sica, nella celebre scena del film Ieri oggi e domani lo spogliarello della Loren per Mastroianni. Loredana sembrava una spogliarellista professionale. Le luci, la sera aumentavano l’atmosfera raffinata e un po’ anni ’60. Non vi descriverò lo strip, vi dirò che dopo un tempo lunghissimo ed estenuante, Loredana rimase con le sue Louboutin in reggicalze e calze color acquamarina. Tutti applaudivano, non vedevo l’ora che tutto finisse. Loredana fu raggiunta da un giovane in perfetto smoking bianco. L’afferrò per le spalle la fece scivolare all’altezza giusta e tirò fuori il cazzo. Saltai come una molla, due forti mani di un “cameriere” mi trattennero. Comincia ad urlare ma una mano mi soffocò. Fui spinto in un anglo buio da dove però ero costretto a vedere. Loredana infoiata cominciò un pompino, ma il giovane quasi subito si ritrasse. Lasciò il suo posto ad un altro. E poi un altro ancora, così in una processione che sembrava non finire più. Giovani tutti bellissimi atletici chi italiano, chi straniero, avevano in comune tutti un cazzo spaventosamente enorme. L’ultimo fu il dodicesimo, credo fosse turco. La musica sembrava incitare questa specie di sacrificio. Formarono tre gruppi da quattro. Loredana era sempre al centro molto spavalda. Cominciarono a cacciarle i cazzi i bocca e lei ciucciava ora uno ora l’altro ora ne teneva due nelle mani. Il secondo gruppo dopo un’ altra raffica di pompini lasciò spazio al terzo gruppo, che cominciò a penetrarla. Cercavo di liberarmi inutilmente. A turno due la incularono, due la chiavarono, e poi la presero in una doppia penetrazione. Gli spettatori stavano in silenzio, alcuni gemevano, alcuni si masturbavano nel buio.
I gruppi si riformarono a turno la circondarono e masturbandosi cominciarono a scaricare la loro sperma. Venne Massimo e disse : Le piace ? Questo è il Bukkake giapponese, l’orgia della sperma.
Come macchine regolate a tempo ognuno portava a termine il suo compito. Getti di sborra colpivano Loredana sulla faccia, sul collo, negli occhi. Alcuni le tenevano la bocca aperta e la riempivano fino quasi a soffocarla. Lei molto porca se ne riempiva la bocca, faceva una specie di gargarismo e inghiottiva. A un tratto la faccia era quasi scomparsa dietro un denso stato di sborra. L’ultimo scaricò una quantità enorme nella bocca. Era finito forse il mio secondo suplizio ? No di certo. Massimo si avvicinò tirò fuori il suo attrezzo alla Remigio Zampa e la schizzo ed inondò per l’ennesima volta. La mattino dopo mia moglie ed io aprimmo i regali: per lei un braccialetto con diamanti, per me un Patek Philippe Calatrava forse da 20.000 euro. Cinicamente Loredana ni disse. E se un altr’anno ci invitasse ancora cosa rispondiamo?

Categories
Racconti Erotici

Che fosse un Master in gamba …..

Che fosse un Master in gamba e molto determinato capace di sottomettere psicologicamente e sessualmente le sue schiave lo avevo capito appena avevo risposto alla sua telefonata. La sua voce era ferma e determinata priva di qualsiasi esitazione capace di farmi sentire immediatamente un suo oggetto di piacere e d’oscenità. Mi comunicò senza mezzi termini che il giorno seguente sarebbe venuto a casa mia per una prima sessione e mi ordinò di vestirmi da cagna con calze a rete, perizoma di pizzo nero, body anch’esso di pizzo e tacchi a spillo. Mi affermò che gli piaceva un mondo umiliarmi così vestita, vedere il mio corpo ridotto ad una lurida zoccola.
Sarebbe giunto alle 22 in punto e non ammetteva ritardi; quell’ uomo mi metteva addosso uno strano timore ma anche tanta eccitazione. Mi preparai con molta calma, mi depilai ben bene, trucco pesante da troia e parrucca biondissima. Devo affermare che già a vedermi mi eccitai, vedere quell’enorme buco così a lungo devastato e slabbrato mi fece rizzare il cazzo.
Alle ventidue in punto sentii suonare il citofono e aprii immediatamente compresa la porta appena suonò dal pianerottolo. La persona che mi trovai davanti poteva avere circa 60-65 anni, alto un metro e sessanta circa, pelato e con la pancia ma non grasso. Mi squadro dalla testa ai piedi poi tirò fuori un guinzaglio da cane e me lo applicò al collo e con quello mi trascinò nella penombra del saloncino. Seduto in poltrona mi disse di camminare avanti e indietro facendogli vedere bene come sapevo sculettare sui tacchi e mentre eseguivo mi apostrofava con insulti ed oscenità, mi chiamò la sua “ frocia rotta in culo” anzi mi disse che da allora in poi quello sarebbe stato il mio nome. Si alzò ed avvicinandosi prese il guinzaglio e mi obbligò ad inginocchiarmi ai suoi piedi e disse: “ Frocia… apri la bocca e spalancala bene”. Io eseguii e lui avvicinandosi con il viso ci sputò dentro “ Ingoia “ mi disse “ Impara a conoscere i sapori e gli odori del tuo padrone”. Chiusi la bocca ed ingoiai senza remore, cominciavo ad eccitarmi veramente e lui lo notava dal rigonfio sul mio perizoma. Ero in ginocchio ma lui mi fece mettere alla pecorina con il viso e le spalle poggiate per terra, in quel modo il mio culo era visivamente profanato e completamente aperto e il Master non tardò molto a farsi sentire…..slacciò il guinzaglio dal collare e disse: “Togliti…e senza cambiar posizione… il perizoma e fammi vedere che fogna ti ritrovi a posto del culo”. Mi vergognavo da morire ma l’eccitazione era tanta e…purtroppo si vedeva.
“Come osi eccitarti così davanti al tuo Padrone frocia rotta in culo” e cominciò a frustarmi sul culo che avevo bene in esposizione; i colpi cadevano con lentezza ma con determinazione capaci di farmi sentire spasimi di dolore ma non in modo cruento. Il Master era effettivamente molto esperto. Smise solo per ordinarmi di aprire con le mani il culo fino a fargli vedere com’era ben dilatato e compiacendosi ad alta voce per le rosse striature. Mi riappuntò il guinzaglio mi fece indossare il perizoma e sollevandomi mi ordinò di spogliarlo. Cominciai dalla camicia e poi gli sfilai la maglietta mentre lui mi palpava voluttuosamente le chiappe del culo, le serrava tra le dita e poi gli mollava dei sonori ceffoni, mi stava facendo impazzire dalla voglia e se ne rendeva perfettamente conto; non aveva neanche un pelo sul petto ma in compenso c’erano due capezzoloni erti, grossi e scuri che subito mi ordinò di ciucciare. Quando finivo con il primo mi faceva aprire la bocca ci sputava dentro e mi obbligava a succhiare il secondo e così via e ogni volta che cambiavo dovevo farmi riempire la bocca della sua saliva. Mi stavo eccitando come una troia in calore e mugolavo sui suoi capezzoli senza nessun ritegno, senza accorgermene mi ritrovai due sue dita sprofondate nel mio culo che rovistavano con forza, sentii anche l’anulare e il mignolo unirsi alle altre in modo che tutte e quattro mi profanavano a dovere. “ Frocia hai tutto il culo bagnato dalla voglia” e così dicendo le tolse dal culo e me le spinse in bocca. Le ingoiai tutte e quattro leccando e succhiando con voracità tutti i miei umori, sentivo la sua mano spingere le dita fino in fondo alla gola, i miei conati lo facevano eccitare da matti. A questo punto mi fece mettere in ginocchio e mi ordinò di continuare a spogliarlo, tolsi le scarpe ed i calzini e sbottonandogli i pantaloni li feci scivolare giù; portava un paio di mutande bianche a slip vecchio stile e sul davanti si vedeva un bozzo di notevole entità. “Ti piace frocia?” disse passando in maniera volgare la mano su quel fagotto e poi con lentezza prese l’elastico tra le mani e si abbasso lo slip. Anche lì era senza peli cosa che accentuò la grandezza di quel cazzo ma soprattutto delle palle, grosse e voluminose che pendevano in modo osceno; il cazzo era grosso, tozzo e nodoso e pendeva moscio sui coglioni una cosa da farmi riempire la bocca di saliva. Con la destra si scappellò il cazzo e tenendomi con la sinistra la testa all’insù strofinava la grossa cappella sulla faccia e spingendola sotto il naso mi diceva: ”Frocia annusa l’odore del tuo Padrone”. Sentivo l’odore del maschio eccitato e a mia volta mi eccitavo, poi lui lasciando la mia testa mi infilò il suo dito mignolo in bocca ordinandomi di leccarlo e bagnarlo con la saliva, poi serrando con la destra il cazzo appena sotto la cappella vidi il suo mignolo farsi strada dentro il meato e sparire completamente. Sapevo già cosa avrebbe fatto. Tolse il mignolo me lo fece annusare e leccare per poi farlo sparire di nuovo nel buco che ora stava diventando largo e ricettivo e tutto questo per svariate volte finché….” Frocia rotta in culo…. Infilaci la lingua dentro e lecca”. Non me lo feci ripetere due volte e metà della mia lingua spariì nel pertugio largo ed odoroso.
Cominciai a vederlo indurirsi un po’ e a quel punto me lo sbatté in gola ordinandomi di succhiare e leccare; lo ingoiavo tutto fino alle palle, lo sentivo aumentare di volume nella gola soffocando di piacere. Mi pompava e scopava con forza la bocca mentre la saliva mi colava dalle estremità mischiata dai suoi ripetuti sputi. “Frocia bocchinara la prima sborrata te la faccio direttamente in bocca perché è tanta, è bianca, densa e appiccicosa. Voglio che la ingoi tutta e guai a te se ne perdi una goccia”.
Sentii la sborra salire dai coglioni, succhiai con maggior vigore e non pensai alle dimensioni del meato; con le mani mi bloccò la testa tenendomi solo la cappella in bocca. Sentii tre schizzi violenti in ripetizione ma la quantità di sborra che usciva da quel meato dilatato mi inondava la bocca, dovevo ingoiare per non farla uscire e più ne ingoiavo e più ne schizzava; talmente era densa che mi sembrava di ingoiare marmellata. Si fece ripulire tutto il cazzo meato compreso, il mio perizoma era invaso dalla mia sborra avevo goduto senza toccarmi… mi fece ripulire con la lingua anche quello, devo dire che la mia sborra fu più umana. Mi afferrò con forza ma senza violenza per i capelli e mi trascino fuori dal saloncino, dovetti indicargli il bagno già pregustavo una delle cose che mi fa impazzire ma non potevo pensare che….
“ Frocia, come sborratoio te la cavi abbastanza bene ora vediamo come pisciatoio del tuo Padrone. Inginocchiati vicino alla tazza e apri la bocca”. Eseguii senza batter ciglio, si avvicinò alla mia bocca con il cazzo scappellato e facendomi piegare la testa all’insù lascio partire un leggero ma costante fiotto di piscia. “ Frocia …anzi fogna, tienila tutta in bocca e non farne cadere neanche una goccia altrimenti ti frusto a sangue le natiche”. Mi riempiì la bocca con il suo caldo piscio. “Ingoia!!” disse perentorio. Eseguii senza fiatare sentendo il sapore salato e acido scendermi nello stomaco…mi stavo eccitando di nuovo. L’operazione la ripeté altre due volte compiaciuto di come ingoiavo; poi mi prese la testa e la spinse nel water e finì di pisciarmi sulla faccia e in bocca. Tornammo in salotto lui si mise a pecorina sul divano ordinandomi di fargli un bel bidé, solo allora vidi il suo buco …anzi bucone era completamente aperto e slabbrato e lui ridendo divertito disse “Frocia è proprio lì che mi devi leccare e infilare la lingua per bene”. Continuava a stupirmi era effettivamente un Master con tante….risorse. Ripulii con la lingua tutto il cazzo e le palle per poi salire fino al buco; leccai con la lingua ma non bastò volle che la infilassi tutta dentro eseguendo un massaggio lungo e rilassante. Quando fu soddisfatto si alzò e costrinse me a mettermi a pecorina senza perizoma e mi legò le mani con le gambe con dei legacci che aveva tolto dalla giacca, mi immobilizzò. “Frocia adesso quel tuo culo…anzi la tua fogna la allargherò fino a farla diventare una cloaca larga e piena del mio piscio”. Mi spalmò mezzo tubetto di Luan su per il culo, io tremavo dalla voglia ma anche dal timore di quanto mi avrebbe fatto, tirò fuori dalla tasca della giacca dei guanti di gomma che coprivano fino oltre all’avanbraccio e li indossò mentre io lo imploravo di non penetrarmi così in profondità perché non lo avevo mai fatto.
“Zitta e rilassati” le uniche sue parole. Sentii la mano entrare con delicatezza ma con fermezza, mi sentivo aprire fino a che la mano non scivolò dentro fino al polso; la muoveva con sapienza, mi palpava la prostata provocandomi brividi di piacere cominciai a gemere e a strillare dal piacere, spingevo volevo che mi penetrasse di più ma lui si ritraeva, mi stava facendo impazzire ed io strillavo di sfondarmi tutta. Dopo un po’ lui fece di meglio ed accostandosi con la bocca vicino al mio orecchio mi sussurrò: “Adesso ti farò provare cosa significa sentire il culo slabbrato, avrai la sensazione da squarciaculo e per te troia lo allargheremo sempre di più”. Sentii la sua mano che si stringeva a pugno dentro il mio ano poi di s**tto la sfilò completamente; lanciai un urlo ma la sua mano libera era già sulla mia bocca mi sentivo aperta come non mai. Stavo assaporando quella sensazione quando la mano aperta entro di colpo e senza fatica nel culo e subito dopo si strinse a pugno e fu spinta fuori, altro urlo soffocato. Pensavo a come si era oramai dilatato e mi eccitai, il Master continuò finché non smisi di urlare soffocato non più dalla sua mano ma dal piacere crescente a dismisura. Non contento mi fece abbassare di più la schiena sul divano e cominciò a spingere la mano in fondo al mio intestino fino a farci entrare il braccio fino al gomito. Godevo solamente a sentirmi così impalata mentre lui lo sfilava e lo riinfilava; un dentro e fuori che aumentò di ritmo facendomi quasi svenire dal piacere. “Adesso frociona mia finiamo in bellezza” mi disse.
Capii cosa voleva dire solo quando mi infilò con forza entrambe le mani nel culo per poi rotearle con gusto. Le sfilo, mi slegò e mi porto di nuovo in bagno, mi fece mettere alla pecorina nella vasca si mise dietro di me e con le mani mi divaricò il culo facendo partire una calda pisciata. Cercava di centrare e di riempirmi il buco, mi fece proprio un bel clistere, e quando fu pieno ritirò le mani facendo richiudere il buco. “Adesso sei proprio una cloaca …fogna del tuo Padrone e Signore”. E così dicendo mi fece girare finendo di scaricarmi addosso e in faccia il suo caldo piscio.
Mi fece rimanere nella vasca mentre lui si vestiva e se ne andava. Mi feci una doccia e quando tornai nel saloncino trovai un biglietto scritto a mano:
“La prossima settimana la mia frociona sarà prestata a due miei amici”. Rimasi interdetta, ma già al pensiero…

Categories
Racconti Erotici

Un altro giorno infernale alla palestra… o

Il mio nome non ha importanza, ma quello che vi troverete in ogni mio racconto sono confessioni (reali o fantasiose) della mia vita.
Ecco un altro giorno in palestra, come sempre sono arrivato prossimo all’orario di chiusura. Stranamente oggi la palestra è deserta, non c’è anima viva. Di solito ci sono mi alleno anche con altri, ma stavolta ci siamo solo io e lei. La ammiro da diverso tempo, ci siamo conosciuti dopo un po’ di tempo che ho iniziato a frequentare la palestra. Adoro il suo corpo, il suo viso incorniciato da quella stupenda chioma rossa, i suoi glutei modellati dalle ore passate qui, le sue labbra sono state un mio desiderio nascosto (per non parlare dei suoi seni…). Mi chiederete dove è il problema, è la solita donna casa e chiesa, ma sotto sotto sento che lei desidera di più. Stiamo finendo entrambi l’ultima serie di esercizi; il sudore che le scorre sul corpo la rende ancora più eccitante…. Inizio a sentirmi a disagio perché la mia eccitazione è palese e continua mi guarda. Colgo una strana luce nei suoi occhi, qualcosa come di sopito ma pronto ad accendersi. La vedo indugiare sul mio basso ventre e la vedo muoversi in modo più lento, studiato, come se volessi essere sicura che quello che vede è un apprezzamento della sua femminilità.
Sarà l’astinenza, sarà la mente che vaga, ma sento crescere il desiderio che ho per lei. Mi dice che ha finito, e mentre la guardo allontanarsi il pensiero di possederla si fa sempre più forte. Dopo pochi minuti che si è allontanata penso solo ad una cosa: “O la va o la spacca…”. Con questo pensiero che mi formicola per la testa mi avvio verso gli spogliatoi. Mentre le due porte, per fortuna affiancate si avvicinano, sento l’eccitazione crescere a dismisura man mano che la distanza a quella porta minuisce. Prima di aprirla mi volta e controllo che siamo soli.
Mentre entro nello spogliatoio, sento il rumore dell’acqua scorrere nel locale docce. Mi guardo intorno e vedo i suoi indumenti sparsi vicino alla panca. Mi avvicino per annusarle e sentire il loro calore. Noto il suo intimo, tutt’altro che sportivo, composto da un semplice perizoma nero…. Mmmmm è bagnato, e non di sudore…. La voglia inizia a prendere il controllo del mio corpo. Mi spoglio anche io e entro con calma nel locale docce. La ammiro di spalle mentre la mia eccitazione mi precede sempre di più. Mi avvicino a lei e la stringo a me dicendole: “Ciao”. Lei salta per il lieve spavento e risponde: “Che ci fai qui nudo? È lo spogliatoio sbagliato”. Le sorrido; “Beh invece è proprio quello giusto secondo me”. Le mie mani iniziano a prendere possesso del suo stupendo corpo, palpandolo, stuzzicandolo, stringendolo…
“Ti prego smettila, non qui. Potrebbe arrivare qualcuno”
Sento che le ultime difese stanno crollando mentre la rivolgo verso di me. I suoi occhi mi guardano, nudo. Il mio corpo non è così muscoloso, palestrato come la maggior parte degli altri uomini che normalmente frequentano la palestra, ma ciò che la attira davvero è il mio pene, duro e eccitato per lei, per quello che tra poco accadrà. Mentre avvicina una mano per toccarlo, io le prendo il viso e i nostri occhi si fissano. Ci desideriamo e ogni secondo che passa le sue ultime difese cadono mentre lentamente mi tocca.
Mentre la mia mano destra la avvicino a me, le dico: “Non ti preoccupare, ora saremo solo tu e io…” E avvicinandomi all’orecchio le dico “come so che desideravi da un po’”. Percorro con la mano libera il suo collo, mi soffermo su suo seno. Appena lo sfioro la sua mano si serra forte sul mio pene e le scappa un sospiro. Avvicino il suo capezzolo, che inizia a indurirsi, alle mie labbra mentre lei delicatamente inizia a masturbarmi, saggiando l’oggetto del suo piacere con desiderio ogni volta che la mano sale e scende. Con stuzzico l’altro capezzolo e scendo tra le sue gambe, per avere conferma del suo desiderio. Appena le mie dita supera il suo ombelico, percepisco la sua ultima titubanza e la sento sussurrare: “No ti prego, non ancora…” Ma la mia mano mi dice altro. Mentre intrufolo tra le sue gambe l’indice, mi avvicino al suo orecchio e le dico: “Appena ti avrò toccata, tu sarai mia”.
Lei fa per allontanarsi ma, così facendo, mi fa sentire quanto sia eccitata, vogliosa, desiderosa che io la prenda ora. Il calore e i liquidi che mi coprono l’indice ne sono la prova. Col mio corpo la spingo contro il muro della doccia, mentre l’acqua continua a scorrere sui nostri corpi.
“No ti prego, smettila” continua a dire, ma le mie labbra hanno già preso possesso del suo sesso, del suo desiderio e la mia lingua fa ciò che i suoi occhi mi implorano. Lecco le sue grandi labbra, i suoi umori mischiati all’acqua della doccia mi dissetano. Le sue mani si sono impossessate dei miei capelli, li tirano e mi schiacciano il suo viso contro il mio sesso. Più forte mi preme contro di lei, più le sue labbra mi implorano di darle piacere: “ti prego non ti fermare”.
Penso solo questo: “è mia”
Mi alzo, e le chiedo fissandola negli occhi: “ora mi vuoi?”
La sua risposta esce veloce, come se fosse stata imprigionata da tempo: “Si”
Mentre l’acqua continua a scorrere, lascio che la voglia si impadronisca definitivamente di noi, lentamente la giro, poggiando le mie mani sui suoi fianchi. Le sue spalle sono contro il mio petto e i suoi glutei mi cercano, mi desiderano. Mi piego e inizio a entrare in lei, lentamente, gustandomi questo istante. Sento il suo corpo e il suo desiderio mentre avanzo dentro di lei. Urla la sua liberazione quando finalmente sente il mio bacino contro il suo, si gira e, fissandomi negli occhi, mi sorride muovendo il bacino. “Se è così l’inizio, figuriamoci come è il resto, mio bel porcello” A quelle parole, inizio a montarla con tutto il desiderio che mi ha generato nei lunghi mesi di conoscenza. La sbatto sempre più forte e ad ogni corpo sento che il muro dentro di lei non esiste più.
“Sei la mia puttana” le urlo
Lei, presa sempre di più dal piacere, risponde: “Si sono la tua puttana. Non smettere, sbattimi forte”.
Il suo corpo freme sempre di più e le sue urla di piacere riempiono la stanza. Si gira e mi dice: “andiamo a metterci comodi”.
Mi fa uscire, a malincuore da lei, e sculettando mi precede negli spogliatoi. Mi accarezza, fissando sempre il mio corpo e il mio viso. La sento diversa, libera e il suo corpo continua a urlarmi di continuare. Mi fa sedere su una panca e dice: “Ora è tempo che mi goda tutto questo con comodità”. Impugna il mio pene sorridendo maliziosa. Le sue gambe avanzano sopra le mie e ammiro la sua stupenda fica con gli umori che escono da lei, percorrendo le sue stupende gambe toniche. Il suo sguardo è sempre fisso sul mio viso, come a dirmi che ora non la fermerà più nessuno. Si penetra delicatamente, facendomi scivolare dentro di lei di nuovo. Chiude gli occhi e assapora il mio lento scivolare in lei, ma io sono di tutt’altro avviso. Le mie mani riprendono posto sui suoi fianchi e la spingo contro di me. Spalanca gli occhi e dalla sua bocca spalancata le esce un gridolino di piacere. La bacio con passione e fissandola: “tu sei la mia puttana, ricordatelo sempre”.
“Si sono la tua puttana, la tua troia” pronuncia mentre mi cavalca sempre più forte. La mia bocca prende possesso della sua e poi dei suoi seni, che danzano davanti a me in modo ipnotico. I nostri sospiri sono ora un indistinto urlo di piacere.
Non so riesco a capire quante volte lei sia venuta, so solo che il suo viso e le sue labbra non smettono di dirmi “Ancora, non ti fermare”. La sento urlare sempre più forte, mentre il suo corpo si contorce nel piacere ancora e ancora, come se stesse dicendo al mondo che ora la sua rinascita è completa.
“Brava così, continua porcella mia. Sto per venire”. Lasciandomi dentro di lei, si gira e continua l’ultima cavalcata, sempre più forte, sempre più profonda.
“Sto per venire ancora. Sei il mio porco”. A sentirle pronunciare queste parole le vengo dentro, riempiendola completamente, coronando la nostra passione.
Ci facciamo di nuovo la doccia assieme, e ogni tanto indugio sul suo seno per farle tornare il desiderio, che però questa volta non volevo che l’abbandonasse più.
Una volta rivestiti, mi affaccio dalla porta dello spogliatoio, controllando che non ci sia nessuno. Lei si avvicina a me e mi saluta baciandomi con passione. “A presto mio stallone. Ci vediamo la settimana prossima”, strizzandomi un occhiolino.

Categories
Racconti Erotici

Un trio con Katia e la sua amichetta

Quell’anno avevo faticato molto per rimanere a casa da solo in quanto i miei genitori avevano deciso di partire per due settimane durante le vacanze estive con un gruppo di amici.
Nonostante l’insistenza dei miei per farmi partire con loro riuscii a convincerli che avrei approfittato della loro assenza per dedicarmi un po’ allo studio e recuperare un bel po’ di lezioni di matematica (naturalmente fingendo). I primi giorni mi dedicai soprattutto alle uscite con gli amici potendo rincasare tardi e divertirmi con i miei amici con i quali rimorchiavo alla grande.
L’occasione però mi si presentò un afoso martedì pomeriggio in qui avevo deciso di non uscire a causa del gran caldo e così restai a casa a guardarmi un bel film.
Verso le 16 mi arrivò la telefonata di una mia amica di classe Katia, una bonazza pazzesca con due tette ed un culo da sfondare, mi disse che sarebbe passata per casa mia con Dalila un’altra nostra amica per discutere un po’ sul dove passare le vacanze estive. Ormai erano 2 anni che passavamo le vacanze in campeggio con tutta la nostra comitiva ed io avevo sempre desiderato di scoparmela fino a che l’ultima sera di campeggio dell’anno precedente aiutato un po dalla sbronza mi decisi a proporglielo e lei per niente scandalizzata mi rispose con un tenero bacio ed un sorrisetto malizioso “ormai è tardi ci rifaremo la prossima volta”. Durante l’anno scolastico però non avevo potuto più chiederle niente poiché si era messa con un mio amico e quindi mi ero solo limitato a farmi le seghe pensando a come l’avrei scopata in campeggio.
La sua telefonata accese in me un lume ed estasiato anche perché ormai era tornata single mi iniziai a preparare con cura: mi lavai con cura, mi rasai la barba, mi improfumai ed indossai una camicia di seta bianca per mettere in mostra i miei muscoli ed i miei addominali scolpiti ed un jeans attillato che faceva risaltare le mie gambe toniche frutto di 13anni dedicati al calcio.
Quando suonarono al campanello andai ad aprire e mi si presentarono due bei pezzi di fica, Katia era alta 1.75 capelli lisci neri lunghi, occhi da pantera e formosa al massimo con un paio di tette enormi. Infatti quel giorno indossava un top scollato che metteva in mostra tutto il suo davanzale ed un jeans attillato che risaltava il suo culetto tondo e sodo, Dalila invece che era una ragazza molto più facile e ancor più bella indossava un completino rosa che mi fece arrapare solo a guardare.
Così invitai le mie amiche a bere qualcosa ed iniziammo a parlare del più e del meno mentre io ero distratto ad ammirare le splendide forme di quelle due porcelline ed aspettavo solo un minimo segnale da parte loro per scoparmele entrambe.
Così ad un tratto Katia si alzo e mi chiese di andare in bagno ed io rimasi solo con Dalila a parlare quando ad un tratto lei mi disse “guarda che sto vedendo come ci guardi sai ma dimmi 1po chi è che ti eccita di più tra noi due?” a quelle parole non ero preparato e avrei voluto rispondere più garbatamente ma mi uscì spontaneo rispondere “siete due maiale e vi tromberei entrambe” ma subito mi pentii per paura di averla offesa anche se sapevo che era una grande zoccola, infatti mi rispose “Ah si beh aveva ragione Katia sei proprio un porco”
“Perché cosa pensa Katia di me” le risposi “Niente avevamo fatto una scommessa e lei aveva scommesso che tu oggi ci avresti provato con entrambe! Ma devo dire che non mi dispiacerebbe affatto perderla sai anche tu mi ecciti molto”
Così a quelle parole le afferrai la faccia ed infilai la mia lingua nella sua bocce e fu una sensazione stupenda perché iniziò a succhiarmela con avidità.
Mentre ero intento nel baciarla stavo iniziando gia a scendere con le mani per strizzare le sue meravigliose chiappe ma non feci a tempo perché comparve la mia amica Katia sull’uscio della porta e rivolgendosi a Dalila disse “Hai visto ho vinto!” e poi rivolgendosi verso di me disse con fare malizioso “Che meraviglia la tua vasca idromassaggio sai pagherei tanto per farmi un bel bagno” ed io ancor piu eccitato le dissi “Beh la vasca è grande in 3 ci staremmo benissimo”.
Così accompagnandole per mano le condussi verso il bagno dove c’era la mia grande vasca ed iniziai a spogliarle. Prima iniziai da Katia le tolsi il suo top e liberai quelle due magnifiche tette che iniziai a succhiare come caramelle notando sempre di piu l’inturgidirsi dei suoi capezzoli mentre Dalila iniziò a fare da se rimanendo solo in perizoma e iniziandomi a spogliare a sua volta e a massaggiare delicatamente il mio cazzo ancora nei boxer che ormai era allo stato puro di erezione.
Una volta nudi entrambe iniziai a riempire la vasca e nel frattempo mi dedicai un po’ ad assaporare tutti gli umori delle loro fiche.
Riempitasi la vasca ci immergemmo ed attivai l’idromassaggio e li andai in estasi quando Dalila inizio lentamente a fermi 1pompino e a succhiare delicatamente la mia cappella fino alle palle mentre io e Katia eravamo intenti a limonare mentre io le toccavo il seno.
Ero ormai al massimo sentivo che stavo per sborrare quindi le feci mettere entrambe vicino alla mia cappella mentre la limonavano a vicenda le venni in faccia con diversi spruzzi e le due porche iniziarono a giocare passandosi lo sperma da una bocca all’altra.
Non mi era mai capitato ma il mio cazzo dopo aver eiaculato restò duro come de nulla fosse successo e quindi presi Dalila e le dissi “ora ci divertiamo dove lo vuoi” lei mi rispose “dappertutto sfondami la fica e anche il culo” e così non me lo feci ripetere 2 volte e le infilai il mio uccello ancora lubrificato nella sua caldissima fica mentre con il dito medio mastrurbavo il clitoride a Katia ed in pochi minuti i gemiti di piacere di quelle due troie pervasero tutto il bagno.
All’improvviso Dalila emise un urlo diverso dagli altri molto più intenso e sfilandole il cazzo dalla sua fica iniziarono a colare umori a fiumi.
Katia intanto si era fatta avanti ed aveva preso il suo posto mettendosi a pecora a bordo vasca e come una vera porcella aveva condoto il mio cazzo nella sua michetta un po’ strettina che mi fece godere da morire guardando anche lei che mentre lo prendeva in fica leccava a vicenda la passerina di Dalila. Non ce la feci più e di nuovo sborrai sulla fica della mia amica che intanto eiaculaca e quindi in quel miscuglio di sperma e umori Dalila ne approfittò per saziarsi.
Ero sfinito il caldo e la stanchezza si facevano sentire ma le mie amiche sembravano on saziarsi mai così Dalila mi riprese “E no bello mio ricordati la promessa ora mi devi sfondare il culo” così a queste parole iniziai a leccare l’ano di quella favolosa troia e devo ammettere che non era affatto stretto ma volevo assicurami una penetrazione soddisfacente e così aiutandomi con le dita feci spazio al mio cazzo e me la scopai anche in culo come un toro, devo ammettere che gemeva di piacere e dolore ma continuava come una troia a dirmi “Vai stallone sono tua trombami ancora rompimi tutta” mentre Katia guardava la scena e si masturbava lentamente quando improvvisamente di nuovo Dalila Urlò “VENGOOOOOOOO” e mi spruzzò sulla cappella calda un bel po’ di liquido che mi fece eccitare al massimo perché lubrifico tutto il mio membro.
Così dissi a Katia “Tu ricordati della promessa ora devo sfondare anche te il tempo lo abbiamo” e lei si avvicinò e mi mise in primo piano il suo bellissimo culo che iniziai a palpare lentamente.
Con lei però volevo essere più perfido quasi ce l’avessi con lei per tutte le volte che non si era concessa, così mentre le leccavo l’ano le infilai tutta la cappella in culo e credetemi dette un urlo che per un attimo temevo mi volesse respingere, ma niente a fatto dopo pochi istanti iniziò a dirmi “grazie amore mi hai sverginato il culo dai continuo dai dai…” e mentre ero intento a scopare il suo bel buchetto Dalila mi venne a leccare le palle e le succhiava lentamente con la sua bocca carnosa.
Quindi non ce la feci piu tirai fuori l’uccello e lo ficcai in bocca a Dalila che mi diede un morsetto sulla cappella facendomi sborrare nella sua gola.
Katia si rialzò dal bordo vasca e iniziò di nuovo a limonare con la sua amica facendo così sciogliere lo sperma sulle loro lingue.
Esausti entrambe uscimmo dalla vasca e ci asciugammo le mie amiche se ne andarono dopo poco ed entrambe mi scambiarono un intenso bacio con la lingua. Prima di andarsene Dalila prese in mano il mio uccello nei pantaloni e mi disse “domani farà ancor piu caldo di oggi verremmo sicuramente a rinfrescarci nella tua splendida vasca.
E si infatti questo si ripetè per ben 3 giorni mentre in campeggio rombammo ancor piu avidamente divertendoci un mondo. Katia è una ragazza seria le promesse le mantiene!!!

Categories
Racconti Erotici

Un sogno che si avvera!

Racconto trovato in rete su xhamster

Zia Tanya è la sorella di mio padre, abbiamo circa quindici anni di differenza, praticamente da quando sono nato è sempre stata presente nella mia vita, sono molti i ricordi che ci legano, talvolta mi piace rivedere le nostre vecchie foto di famiglia, in particolare quella in cui poco più che dodicenne le cingo le spalle con il braccio sinistro. Zia Tanya non è certo una stangona, ha un corpo minuto ed energico, due bei cosciotti sodi che soprattutto d’inverno ama tenere stretti in calze di microfibra, di carnagione scura, corporatura longilinea, lineamenti regolari, folte sopracciglia in stile mediterraneo, un piccolo neo nero leggermente sporgente sul lato esterno dello zigomo sinistro appena sotto l’occhio, d’estate la sua pelle raggiunge delle tonalità molto prossime alla folta capigliatura riccioluta e crespa che le casca oltre le spalle, tanto da sembrare vista in lontananza ad una ragazzina brasiliana di colore.
Mia madre non ha un buon feeling con lei, l’ha soprannominata “il cespuglio”, sembrerà pure un cespuglio ma la mia cara zia di “brasiliano” non ha solo la carnagione, sopra quelle gambe tornite dimora un sederino che è una poesia, nonostante i sui quarantun’anni suonati zia Tanya ha un bel culo sodo a “mandolino” che non ama mettere in mostra, indossa tendenzialmente abiti comodi ma non passa inosservata nemmeno agli occhi dei meno interessati….. le donne. Mia zia ha sempre avuto un forte ascendente sugli uomini, di conseguenza quasi sempre ha destato diffidenza ed invettiva da parte delle donne, posso giurarvi che ha un sorriso disarmante, quando sorride le guance si contraggono fino a mostrare due fossette, gli occhi neri cominciano a brillare di sincera emozione, negli ultimi tre anni raramente ho avuto il piacere di ass****re a tale prodigio perché zia Tanya ha divorziato, nonostante la forza d’animo di non abbattersi ed andare avanti sta vivendo una condizione di disagio, molto probabilmente di profondo dolore inconscio.
Quest’estate mio padre l’ha invitata a stare con noi nella casa al mare, non ci è voluto molto perché finisse al centro dell’attenzione sul lido che frequentiamo, per la prima volta dopo tanti anni i ragazzi più in vista della mia comitiva cominciano a trattarmi con maggior considerazione, so perfettamente che lo fanno solo per potersi avvicinare a zia Tanya, per fortuna lo sa anche lei, molto abilmente riesce a ridicolizzarli con frasi ambigue ed argomentazioni piene di doppi sensi. Credo sia superfluo a questo punto parlarvi del mio “irrigidimento”, fantasticare su mia zia Tanya mi procura delle erezioni da paura, lo so è deplorevole provare desideri i****tuosi, non ne vado fiero ma ne sono letteralmente schiavo, lei ne è consapevole, lo è da molti anni date le mie mal celate manifestazioni morbose adolescenziali, più d’una volta mi ha sorpreso ad annusare le sue mutandine trafugate dal cesto della biancheria sporca, una volta mi ha scoperto a spiarla dalla piccola finestra semichiusa del bagno mentre stava facendo la doccia, l’ho fatto molte più volte ma lei se n’è accorta solo in quell’occasione. La cara zia ha sempre tollerato il mio atteggiamento sconveniente senza mai rivelarlo ad altri, per assecondare il mio desiderio latente talvolta mi concedeva di pettinarle i capelli, capitava che ci sedessimo sulle scale della villetta, lei mi faceva da schienale stringendomi tra le braccia e poggiando il mento sulla mia spalla mi sussurrava qualche riflessione filosofica sul senso della vita, sentirmi quelle tettine di pietra puntate nella schiena ed i sussurri all’orecchio…. oh che ve lo dico a fare! Anche quella è ormai storia antica, dopo essersi sposata zia Tanya si era trasferita nei dintorni di Milano, per circa otto anni non c’erano più state molte occasioni d’incontrarci, inutile dirvi che una passione può affievolirsi ma non svanire come se nulla fosse.

Ormai prossimo ai ventisei anni sono piuttosto consapevole delle mie pulsioni, ora so come tenere a freno la libido per osservarla finalmente con occhi nuovi, esserle nuovamente accanto accresce in me il desiderio di lei istigandomi a nuove “sordide” fantasie, come potrei azzardarmi a tentare un approccio e sperare di ottenerne ciò che desidero?
Sono già cinque giorni che facciamo colazione insieme, la porto al mare in vespa, si lascia spalmare la crema abbronzante in spiaggia, in un paio di occasioni abbiamo avuto delle lunghe conversazioni stando in acqua appartati quasi nascosti, mi ha raccontato di suo marito, di come il loro rapporto sia gradualmente collassato, io altrettanto le ho detto di Cristina, di come la routine di coppia stia diventando l’anticamera di una probabile separazione.
“Il fatto di non essere insieme durante le vacanze quest’anno è un grave campanello d’allarme.”
Stasera, però, sento di aver raggiunto la saturazione, devo trovare il modo di placare i miei “bollenti spiriti”, ho salutato gli amici inventando una scusa e ho comprato un giornale porno, in casa non c’è nessuno, nessuno tornerà prima di un paio d’ore, i miei sono a cena da amici, mia sorella è al bar del lido con le amichette e zia Tanya si è aggregata a due coetanee conosciute stamattina per una passeggiata in paese.
L’afa m’induce a farmi una doccia gelata, mi libero facilmente degli abiti leggeri, poso il “pornazzo” sulla scrivania della cameretta e mi avvio nel bagno, l’acqua fredda non mi dà noia, la sensazione d’improvviso refrigerio fa si che mi frizioni più vigorosamente lasciando la muscolatura umida e lucente, trascino un grande asciugamani bianco in vita con il classico nodo da spiaggia, ne prendo un altro più piccolo per frizionarmi la testa, in realtà non ho una gran voglia di masturbarmi, magari sarà meglio sdraiarmi sul lettino per riflettere, diciamo più “compiangermi”, esco dalla doccia col capo chino tenendomi l’asciugamani teso sulla testa e non mi accorgo che…
“Ciao! Serata romantica per uno?”
Zia Tanya dà le spalle alla scrivania, tiene in mano il “pornazzo” mostrandomi la copertina e fissandomi con un risolino divertito, confuso e smarrito in preda al più totale imbarazzo resto immobile sotto l’arco della porta a fissarla in silenzio, probabilmente i miei occhi parlano per me, zia Tanya abbassa lo sguardo rilasciando il braccio a posare la rivista sulla scrivania e in un sussurro soffocato dichiara.
”Scusa Carlo non avrei dovuto permettermi.”
Avanza verso di me con passi rapidi cercando di scartare alla mia sinistra e dileguarsi, non so spiegare come ma travolto da una tempesta di emozioni perdo il controllo di me stesso ed allargo le braccia per raccoglierla.
“Tanya io.”
Lei mi guarda negli occhi un po’ imbarazzata ma amorevolmente con voce rassicurante.
”No Carlo, non ti preoccupare non è successo niente ma ora preferisco uscire.”
“No, aspetta!”
Il tono della mia voce è supplichevole ma deciso, il suo viso assume un’espressione dura, tende le braccia in avanti e prova a fare pressione sul mio petto per spingermi, ma a nulla servono i suoi sforzi e rimbalza indietro di due passi fissandomi con occhi di fuoco.
“Tanya io non so come dirtelo!”
“Dirmi che cosa?”
Grida lei.
“Che vuoi da me? Non vedi che mi stai mettendo in grave imbarazzo? Lasciami andare!”
L’ultima frase la pronuncia con un gemito di terrore.
“Aspetta! Lasciami dire.”
Zia Tanya comincia a piagniucolare.
”Ma che vuoi da me? Sono la sorella di tuo padre lasciami andare!”
Raccoglie tutte le sue forze e come un ariete abbassa la testa per balzare in avanti contro di me puntando la fronte e i gomiti verso la bocca del mio stomaco, nell’impatto gli asciugamani scivolano in terra e resto nudo in piedi dov’ero, tenendola a forza tra le mie braccia sospesa a mezz’aria come un satiro che ha catturato la sua baccante.
“Caarrlllooo!!!”
Il suo grido come un tuono rimbomba nella cameretta, la sua mano destra colpisce violentemente la mia faccia con un ceffone, schiocca come una frustata fra l’occhio e lo zigomo obbligandomi ad allargare immediatamente le braccia per farla ricadere sul pavimento, entrambi restiamo lì immobili a fissarci con gli occhi gonfi di lacrime, Tanya legge nei miei qualcosa d’inspiegabile intuisce la mia rassegnazione. Balza nuovamente in avanti, stavolta però con un’espressione di rammarico, poggia la mano sulla mia spalla per sollevarsi sulle punte e forza delicatamente il mio mento con le dita per farmi ruotare il viso osservando il rossore provocato dallo schiaffo con gli occhi al suolo mi ritraggo lentamente per andare a raccogliere l’asciugamani e riacquistare qualche brandello di dignità, mi avvio verso il bagno per sciacquarmi la faccia.
“Carlo!”
Sento la sua mano sulla spalla che mi trattiene, mi volto a guardarla pieno di vergogna per quanto è accaduto, lei non meno sofferente mi tira delicatamente per un braccio invitandomi a sederle accanto sul lettino.
“È davvero così intenso il sentimento che provi per me?”
Mi lascio andare giù sulla schiena e tiro un profondo sospiro.
”Non saprei a quanto pare io stesso non avevo idea di quanto cazzo ho completamente perso il controllo.”
Sgrano gli occhi incurante della mia nudità e rompendo in una fragorosa risata eccole, quelle due meravigliose fossette spuntano sulle sue guance, mi giro sul fianco destro, punto il gomito sul lenzuolo per tenermi su la testa così comincio a carezzarle timidamente l’avambraccio con l’indice, sembro un antico romano ospite di un banchetto luculliano con l’asciugamani spiegazzato che mi copre appena il bacino, lei ruota la spalla sinistra e reclina il capo a guardare indietro, osservandomi teneramente con occhi sognanti quasi stesse rivivendo tutti i momenti trascorsi insieme.
“Potrai mai perdonarmi?”
Le sussurro distogliendo lo sguardo sentendomi d’un tratto tremendamente colpevole per l’accaduto, lei si lascia cadere sul fianco sinistro acquisendo la mia medesima posizione come un’immagine riflessa, allunga la mano destra per carezzarmi delicatamente il viso ferito.
“E di cosa?”
Avvicinando le labbra al mio orecchio sussurra con ironia.
”Di avere una zia tanto sexy da non poterle res****re?”
Nooo!!! Ecco ancora quella meravigliosa sensazione, stavolta l’erezione è piuttosto visibile e l’asciugamani s’impenna quasi che qualcosa ci si fosse infilato sotto, lei gran donna come sempre.
”Vedi? Che ti dicevo?”
Torna a fissarmi con occhi sognanti.
“Tanya io credo che sia meglio defilarmi, tenerti a distanza ravvicinata mi fa venire una gran voglia di baciarti”
Tanya protrae le labbra contro le mie, agilmente spinge il suo fianco in avanti imponendomi di sdraiarmi, la stringo teneramente fra le braccia ma il nostro amplesso dura pochi istanti, vinti dal desiderio cominciamo a contorcerci l’uno contro l’altra in maniera convulsa quasi volessimo strapparci vicendevolmente la pelle, le nostre bocche s’impiastricciano di saliva fino alle guance ed il sottofondo di mugolii s’interrompe solo per qualche istante mentre in tutta fretta Tanya si sfila il vestito. Il suo corpo ora coperto soltanto della lingerie nera di pizzo è caldo e sinuoso,
quello spettacolo dà maggior vigore alla mia erezione, la sua mano scivola sotto l’asciugamani per afferrarmi il cazzo cominciando ad agitarlo ritmicamente, è abilissima nel carezzare delicatamente il frenulo, costringendolo nel palmo e esercitando fluide rotazioni del polso per accentuare l’intensità del massaggio. Io intanto mi faccio strada con le dita della mano facendole scivolare sul suo addome fino ad insinuarle nello slip in cerca del clitoride, Tanya sembra coinvolta quanto me, ha la fica fradicia di umori, appena la tocco ha un sussulto improvviso e dirige la testa verso il mio ventre, la sua mano si stringe intorno al glande e scivola giù tendendo la pelle fino a scoprirlo completamente. La sua bocca umida ingoia la nerchia fino a far toccare le labbra sull’indice della mano che sovrasta i miei testicoli gonfi, poi la testa risale e prende ad oscillare come prima il polso ripetendo lo stesso abile gioco, la sua lingua saetta sull’uretra, compie dei semicerchi intorno al frenulo e le labbra serrano ermeticamente il glande, la bocca trattiene e shakera il cocktail di saliva ed umori maschili che diviene più copioso ad ogni risucchio. Respiro affannosamente quando l’eccitazione diviene insostenibile emetto dei profondi sospiri soffocati, lei invece sembra ignorare il mio massaggio quando improvvisamente fa s**ttare il bacino verso sinistra ed emette un verso gutturale a bocca chiusa.
“UHM!”
Senza interrompere il pompino comincia a muovere la mano incrementando la velocità e la fluidità del gesto come se volesse indurmi a venire, sono infoiato oltre misura, non riesco più a trattenere il desiderio di penetrarla, di essere cavalcato da lei e tenerle quel bellissimo culo tra le mani, sfilo le dita dalle mutandine e porto entrambe le mani sui suoi fianchi per denudarla.
“No! Aspetta.”
Tanya s’impenna sulle ginocchia con le cosce ancora larghe e mi punta una mano sul petto per fermarmi, ho il panico, come può essere tanto crudele da interrompere così bruscamente l’azione sul più bello?
“Non possiamo farlo qui! Se torna qualcuno che gli raccontiamo?”
Dichiara zia Tanya con sincera preoccupazione.
“Dove potremmo andare?”
Una piccola quantità di sangue mi risale al cervello e la preoccupazione assale anche me, Tanya mi scruta con aria riflessiva, dopo qualche istante le sue labbra si dilatano in un sorriso furbetto.
”Lo so io! Vestiti!”
Si china di s**tto verso di me per schioccarmi un ultimo bacio appassionato, poi in tutta fretta recupera il vestito e le scarpe per indossarli alla meno peggio, io faccio quel che posso per seguirla a ruota, l’erezione non accenna a calare ed ho qualche difficoltà ad abbottonare i pantaloni, Tanya coordina le operazioni di fuga.
“Prendi le chiavi della vespa ed una coperta dall’armadio, a proposito ce li hai i preservativi?”
Ah già i preservativi, per uno come me praticamente incapace di avere una incontro sessuale occasionale sarebbe perfettamente inutile girare con un preservativo in tasca, per fortuna da queste parti si usa tenerne almeno due nel portafogli, se non altro per prestarli a qualche amico della comitiva più fortunato.
“Sì, come no!”
Sembriamo due ragazzini infervorati da chissà quale bizzarra idea, ci muoviamo furtivamente stando accorti a non essere notati dal vicinato, salto in sella alla vespa mentre Tanya corre ad aprire il cancelletto laterale della villa, ripiego la coperta a cilindro e me la infilo tra le gambe, quasi mi casca quando poggio il piede in terra per far salire lei che nel frattempo ha richiuso la serratura cercando di non fare rumore.
“Dove andiamo?”
Le chiedo con eccitazione fantasticando di ricominciare presto quello che abbiamo bruscamente interrotto.
“Sulla spiaggia! Non ti è mai capitato di fare sesso sulla spiaggia prima d’ora?”
Nel dirlo si stringe forte a me e parto senza pensarci.
“Dimmi tu che strada seguire!”
Muoio dalla curiosità di scoprirlo.
“L’ultimo lido quello con le cabine che fanno angolo con la scogliera, c’infiliamo dentro l’ultima e ti spacco in due!”
Mentre ride mi tocca il petto con una mano ed emette una specie di sibilo quando con l’altra si accorge che il mio pene è ancora turgido di eccitazione, grazie ad una scorciatoia arriviamo a destinazione in pochi minuti, data l’ora posso parcheggiare la vespa proprio accanto alla cabina nascosta dal buio e completamente isolata, il cielo è coperto e salvo un paio di lampare in lontananza che brillano dal mare c’è buio pesto.
“Accidenti! Avrei dovuto portare una pila!”
Dichiaro con tono seccato ma dal buio improvvisamente compare una fiammella d’accendino, intravedo il suo splendido viso sorridente e mi sembra più bella che mai.
“Entra e stendi la coperta in terra, poi togliti solo i pantaloni.”
La fiammella si spegne ma nel buio vedo la sua ombra nell’atto di sfilarsi le mutandine.
“Dobbiamo restare più o meno vestiti perché, se dovesse venire qualcuno, dobbiamo dileguarci il più in fretta possibile!”
Anche lei entra, sento lo s**tto del bloccaporta di metallo che ci isola dal resto del mondo, la fiammella dell’accendino illumina i listelli bianchi di legno delle pareti intrisi di salsedine e costellati di crepe, alle mie spalle c’è una piccola panchina verniciata di blu sovrastata da un attaccapanni, non posso crederci una lampadina appesa ad un filo nero che pende da un angolo, sotto la quale è posto un interruttore di plastica bianco, provo ad accenderlo e eureka funziona, Tanya mette via l’accendino e mi guarda fisso negli occhi con un’espressione di desiderio che non avevo mai visto prima d’ora.
“Ci ho ripensato: mettiti nudo!”
Sentenzia lei aiutandomi a spogliarmi, incrocio le braccia sui fianchi e tiro su la maglia mentre i gomiti si allineano alla testa ed il tessuto mi copre il viso, sento le sue mani scivolare sulla mia schiena e la lingua prende a saettare sul mio capezzolo destro inumidendolo, emetto un gemito soffocato ed il mio pene s’impenna con vigore contro il suo addome, mi strappo via la maglia e voglio abbracciarla ma lei si lascia cadere in posizione accovacciata ed ingoia avidamente il mio cazzo reggendosi saldamente ai miei fianchi. Guardo verso l’alto tenendo gli occhi semichiusi in preda all’eccitazione, devo confessare che pur nelle mie più torbide fantasie non avevo mai immaginato una cosa così travolgente, torno a guardare in basso e noto che lei mi scruta per constatare l’effetto del suo lavorio, le carezzo delicatamente la fronte e mi ritraggo lentamente perché sento che è ormai tempo di accoppiarci, mi giro di spalle per sfilare il portafogli dai pantaloni e prendere il preservativo, la sento armeggiare col vestito e quando mi volto la trovo a capo chino, le braccia infilate dietro la schiena a gomiti larghi intenta nello sganciarsi il reggiseno. Con un colpo di denti strappo l’involucro del profilattico e lo estraggo, tenendo premuto il cappuccetto tra le dita poggio l’anello sulla nerchia tesa per srotolarlo, a cose fatte Tanya prende a massaggiarmi l’uccello teso per accertarsi che la guaina in lattice aderisca perfettamente, mi fa cenno di sdraiarmi sul pavimento di cemento, la coperta mi punge la schiena e i glutei ma sono troppo eccitato per curarmene, fra le ginocchia rannicchiate vedo lei completamente nuda che si appresta a calarsi su di me, s’inginocchia cingendomi i fianchi con i polpacci e si spinge lentamente all’indietro tenendomi la verga con la mano destra per infilarsela nella passera fradicia. Tanya socchiude gli occhi e china il capo in avanti emettendo un profondo sospiro, poi alza di s**tto la testa e mi fissa contorcendo la bocca in una smorfia di dolore che subito muta in un sorriso malizioso, resto immobile per qualche istante mentre lei è intenta a calibrare l’intensità dei primi affondi, incredulo comincio a realizzare che il sogno della mia vita tutto ciò su cui avevo fantasticato milioni di volte sta incredibilmente divenendo realtà.
Le stringo le natiche fra le mani e faccio pressione sugli addominali per sollevarmi e baciarla, lei mi abbraccia tenendomi i capelli sulla nuca stretti in una mano e fa danzare ritmicamente il bacino cavalcandomi con affondi brevi e rapidi, gli schiocchi dei baci ed i sospiri echeggiano nella cabina per un po’ quando improvvisamente Tanya si stacca violentemente da me e ritta sulla schiena sbotta in un profondo gemito di piacere.
”OOOHHH! MMMHHHMMM!”
Tesa all’indietro con le mani sulle mie ginocchia piegate s’impernia sul mio cazzo per tutta la lunghezza, oscillando leggermente la testa con gli occhi chiusi e compiendo affondi più lenti e profondi in preda all’eccitazione, i suoi lamenti sono musica per le mie orecchie e il solo pensiero di esserne l’artefice mi fa ingrifare oltre ogni limite, ritorno su e le succhio i capezzoli mentre con le mani sulle natiche contribuisco ad aumentare le spinte del suo bacino.
“AH, AH, AAAHHH!!!”
Tanya è ormai al culmine dell’eccitazione, gli umori hanno lubrificato il lattice a tal punto che pare di sentire il rumore di un qualcosa che stia picchiando ritmicamente in una pozzanghera.
“WOOOH, AH, AH, AAAHHH!!!”
Impressionante, il suo corpo comincia a tremare come una lenza vibra quando vi abbocca un grosso pesce, mi pone le mani sul petto e mi costringe al pavimento gemendo e sorridendo mentre compie lentamente gli ultimi affondi fissandomi estasiata, poi si lascia cadere in avanti e poggia la testa sulla mia spalla sinistra, scivolando sul fianco e contorcendo spasmodicamente le cosce per res****re alle pulsazioni residue dell’orgasmo.
“UH! Ma sei incredibile, quanto devo strapazzarti ancora per farti venire?”
Tanya sorride e mi carezza il viso mentre io in silenzio mi godo il trionfo.
“Ti andrebbe di fare il bagno?”
Mi chiede con curiosità.
“Vieni, sono sicura che ti piacerà, togliti il preservativo e spegni la luce.”
Nel cielo è apparsa la luna e qua e là splende qualche stella, il mare è nero come la pece ed incute timore ma Tanya s’incammina frettolosamente giù per la scalinata di legno che conduce alla piccola conca circoscritta da scogliere e s’immerge in acqua fin sotto i seni.
”Vieni, l’acqua non è molto fredda è bellissimo!”
Sì è bellissimo ed è un’altra cosa che ho sempre desiderato fare quella di scopare in mare di notte, in breve le sono accanto, per qualche istante ci soffermiamo a guardare in alto la luna che c’illumina, d’improvviso mi sento afferrare il cazzo che immediatamente ritrova la completa rigidità, lei prende a menarmelo con la mano al contrario come quando si porge per presentarsi a qualcuno e mi bacia voluttuosamente stringendosi a me.
“Posso leccarti!”
Le sussurro timidamente all’orecchio, lei non risponde ma cambia la presa e prende a trascinarmi verso la riva come fossi un cagnolino al guinzaglio, si volta e fa qualche passo all’indietro in direzione degli scogli poi si lascia cadere sul bagnasciuga ed allarga le cosce, m’inginocchio, lei si spinge in avanti cingendomi il collo con il braccio e baciandomi ancora con passione, poi porta la mano sulla mia nuca e si ritrae calandomi lentamente la testa verso il basso ad incontrare l’oggetto del mio desiderio. Sposto il mio bacino sul fianco destro per evitare di fare un buco nella sabbia con la mia erezione, punto il naso sul monte di Venere per avere un punto di riferimento nel buio ma altrettanto per inebriarmi dell’odore frammisto di umori ed acqua salata che emana la sua fica nuovamente eccitata, spingo in avanti la punta della lingua dal basso verso l’alto in cerca della fessura per raggiungere il clitoride, in un paio di lappate trovo l’estremità sporgente e faccio saettare la mia lingua in senso circolare, provocando in Tanya delle lievi contrazioni del bacino ed inducendola a rilassarsi sul dorso, dopo un po’ decido di rincarare la dose e le costringo il lembo di pelle che copre il clitoride fra gli incisivi ed il labbro superiore risucchiando come se la stessi spompinando. Tanya non riesce a res****re e comincia a sussultare contorcendo il bacino in modo convulso e mordicchiandosi un dito per soffocare le grida, io incrocio le mie braccia sul suo addome in una morsa d’acciaio e non diminuisco d’intensità anche se ho la bocca piena di fluidi che trasborda sulle guance ed imbratta l’interno delle sue cosce tremanti, il naso è talmente compresso contro il suo pube che sono costretto all’apnea, solo di tanto in tanto emetto degli sbuffi e recupero un po’ d’aria dai lati della bocca per non rallentare l’azione micidiale dei miei “baci”.
D’improvviso Tanya emette un grido straziante, stende le gambe e comincia a vibrare tutta cercando di liberarsi della mia testa per chiudere le cosce, la lascio immediatamente, lei rotola sul fianco e si contorce le mani serrate sul pube come se le avessi inferto una coltellata, emette dei rantoli profondi e gutturali alternati con suoni acuti smorzati, simili a singhiozzi ma più intensi quasi fosse sul punto di piangere dal dolore.
”UH, UH, UH… OOOHH… MMMHHH… AAAHHH!!!”
La scena si protrae per quasi un minuto ed io vi assisto sinceramente perplesso, combattuto fra l’orgoglio di averle provocato un orgasmo così potente ed il timore di aver oltrepassato il limite, non so che fare, sotto i raggi della luna il suo splendido corpicino appena visibile continua a tremare come se ricevesse delle scosse, appena sembra placarsi mi avvicino e le poso una mano sulla spalla per tentare di farla voltare delicatamente verso di me cercando di vedere come si senta, lei ruota di s**tto e mi si avvinghia al collo con entrambe le braccia trascinandomi giù al suo fianco tanto da sentirne il respiro affannoso ed i gemiti residui, allunga la gamba sinistra e mi pianta il tallone nei quadricipiti per unire il suo bacino contro il mio.
“WOW, Carlo, sei un demonio!”
“È tutto merito tuo, hai sempre saputo quanto ti desiderassi e non so come ho finalmente coronato il mio sogno impossibile.”
Lei guarda in basso perché sente crescere la mia erezione sul suo ventre ed esclama.
”Mi sa che è giunto il tuo turno di venire seguimi.”
Si alza in piedi e si dirige a passi lenti verso l’acqua, con i glutei e le cosce imperlati di sabbia, per qualche istante resto immobile a cercare d’imprimermi nella mente quella stupenda visione ma poco dopo lei s’immerge fino alla vita e si volta a fissarmi.
”Vieni ti ho detto!”
Piego le gambe ruoto sulle ginocchia punto le mani e faccio leva per sollevarmi in piedi, noto qualcosa d’insolito nei movimenti di Tanya, tiene il braccio destro flesso dietro, si sfrega con eccessiva insistenza e sembra che provi disagio, avvicinandomi riesco finalmente a comprendere cosa stia accadendo, proprio non riesco a crederci, Tanya sta cercando di dilatarsi l’ano con le dita e appena le arrivo a tiro s’inginocchia e mi afferra la verga tesa con la mano sinistra portandosela alla bocca. Sento i suoi denti scorticarmi leggermente la pelle, i risucchi sono fortissimi mentre la mano stantuffa ritmicamente alla base del cazzo agitandomi i testicoli induriti dall’acqua fredda, mi sembra d’essere sul punto di esplodere ma non riesco a raggiungere il culmine, mi godo quelle meravigliose sensazioni emettendo dei profondi sospiri smorzati.
“Vieni avviciniamoci agli scogli.”
Mi trascina nuovamente tenendomi per il pene come fosse un guinzaglio.
“Scommetto che l’hai sempre sognato ma non l’hai mai fatto!”
“Sì infatti!”
Dichiaro senza vergognarmene.
“Scordati quello che hai visto nei film o sulle riviste non è facile a farsi, discretamente doloroso per buona parte delle donne e non è il caso che duri a lungo.”
Si solleva sulle punte e mi schiocca un bacio appassionato, agita la mano per masturbarmi in modo così violento da generare un mulinello di schiuma in acqua, poi si volta e poggia la mano sinistra sullo scoglio piegando la gamba dello stesso lato per tenere le chiappe meglio dilatate, con la destra trattiene il mio glande contro lo sfintere ed accenna dei movimenti di bacino per agevolare la penetrazione, sembra che la cosa non possa succedere quand’ecco che la cavità anale si dilata ed ingolla la testa del mio batacchio.
“UUUHHH…MMMHHH…OOOHHH!!!”
Tanya avverte un forte bruciore e quasi s**tta in su per la pressione, resiste e dopo qualche attimo di concentrazione spiega.
”Devi farlo entrare di pochi centimetri ancora e poi lentamente affondare e ritrarlo ritmicamente per la stessa misura ma piaannoooo!”
Lo sfintere è molto stretto, temendo di farle male vorrei estrarre il cazzo e venire masturbandomi da solo, lei si mette in piedi inarca la schiena all’indietro e afferrandomi la nuca con la mano destra porta la bocca vicina al mio orecchio, mi grida tutta la sua eccitazione mentre controbilancia il peso del suo corpo tenendo la mano sinistra ben salda sul mio fianco. In preda alla lussuria le agguanto saldamente i fianchi e comincio a far oscillare ritmicamente il bacino, esercito una grande pressione sulle gambe piegate, sento il glande costretto farsi strada a forza dilatando la cavità anale con l’aiuto dell’acqua che fa in qualche modo da lubrificante. Sento che il cazzo mi sta diventando di fuoco a furia di sfregamenti, Tanya sembra non riuscire più a sopportare quel doloroso supplizio, quando uno schizzo incandescente le inonda il buco del culo seguito da altri d’intensità via via minore, lei come una cagna ferita a morte porta entrambe le mani sui miei fianchi spingendo per liberarsi da quel supplizio. Ho il fiato corto, mi sento letteralmente svuotato, non riuscendo a stare sulle gambe mi trascino verso gli scogli per sedermi,
Tanya nel frattempo si è tenuta le natiche larghe sforzandosi di espellere lo sperma, con una smorfia in viso sottolinea il gran bruciore, si avvicina respirando anch’essa a fatica e s’inginocchia davanti a me abbracciandomi forte puntando la fronte contro il mio petto.
“Vorrei che questa notte non finisse mai.”
Mi confessa sotto voce mentre alza gli occhi per fissarmi.
“Non avrei mai immaginato di poter provare sensazioni così intense, mai avrei fantasticato di poterle vivere insieme a te, eri il mio angioletto e adesso sei un uomo e che uomo!”
“Che succede adesso fra noi?”
Le chiedo con voce sommessa.
“Che vuoi che succeda?”
“Questa serata resterà un ricordo indelebile per entrambi.”
“Sei il mio nipote preferito, ho sempre avuto un trasporto nei tuoi confronti anche se ciò è degenerato in un rapporto sessuale niente cambierà fra noi.”
“Sai? In realtà non siamo nemmeno i primi in famiglia a fare una cosa del genere!”
Sgrano gli occhi incredulo esclamando.
”Chi? Dove? Quando”
Ma Tanya mi tappa la bocca con le dita e dichiara.
”Preferisco non dirtelo e poi si tratta di un fatto vecchio.”
Con un sorriso malizioso la imploro.
”Dai, ti prego, dimmelo!”
“Ok! Se proprio ci tieni ma non ti azzardare a chiedere conferme in giro si tratta di…”

Categories
Racconti Erotici

un felice guardone

Cari lettori vi voglio raccontare una vicenda che ricorderò per sempre e con molto piacere.
Il tutto è successo questa estate in spiaggia quando una mattina io e Anna abbiamo deciso di andarcene al mare e rilassarci un po’.
Avevamo lasciato la macchina nel parcheggio accanto al resort dove normalmente andiamo e ci siamo avviati verso la spiaggia alla ricerca di un posto dove porre le nostre cose personali e stendere gli asciugamani.
Mentre camminavamo uno accanto all’altra guardandoci in giro per individuare il posto ideale ho notato che Anna si era fermata di s**tto e richiamandomi mi indica un posto che per lei andava bene.
Stavamo poggiando le nostre cose sulla sabbia e con la coda dell’occhio notai che Anna si era voltata verso un tipo che era a circa cinque metri da noi salutandolo allegramente, poi voltandosi verso di me disse:
“sai…è un mio ex…ma guarda un po’!”.
Ci stendemmo per prendere un po’ di sole ma faceva troppo caldo così decisi di andare al bar e prendere qualcosa da bere.
C’era un po’ di gente alla cassa e aspettai quasi venti minuti per pagare.
Quando tornai da Anna mi ritrovai davanti a una scena che mi infastidì tantissimo ma che allo stesso tempo mi arrapo’ in un modo indescrivibile!
Anna stava conversando allegramente a tette nude con il suo ex il quale le si era seduto di fronte godendosi lo spettacolo della troia che si spalmava l’olio.
Fino ad allora lei non si era mai messa in topless in spiaggia; diceva che era una cosa che intendeva fare solo con me in privacy o mentre scopavamo in acqua; non voleva affatto che altri all’infuori di me le guardassero le tette.
Appena mi vide tornare senza scomporsi mi presentò il suo ex:
-“lui è Aldo…
-“ciao piacere, Niky”.
-“sai ricordavamo i tempi passati…che follie!!!!” fece lui.
-“eh si! posso immaginarlo il divertimento” risposi.
Senza aggiungere altro ci salutò e tornò alla sua sdraio.
Guardai Anna con un sorriso sarcastico e lei con il tono di chi chiede comprensione fece:
-“hai visto che caldo! non ce la facevo più con il pezzo di sopra e l’ho tolto!”
-“hai fatto bene! eppure altre volte faceva più caldo ma l’hai tenuto!”
-“ma ti ha dato fastidio!? se vuoi lo rimetto!”
-“a che serve..tanto lo spettacolo l’hai già dato!!!!”
-” se ti riferisci ad Aldo ti sbagli…ormai siamo amici e poi le tette non me le ha guardate nemmeno per un secondo! tra noi è rimasto un bellissimo rapporto!”.
-“ok…va bene…poi vedremo che si intende per bellissimo rapporto!”.
Non aggiungemmo altro e restammo distesi al sole per una ventina di minuti.
A un tratto Anna si alzò dirigendosi in acqua e notai che il suo amico era li come se l’aspettasse.
Restai sulla sdraio osservandoli fingendomi intento a leggere e mi accorsi che i due si erano messi a parlare uno di fronte all’altra a pochi centimetri di distanza e ogni tanto ora lui ora lei si immergeva per poi risalire.
Mi resi conto che quando Aldo si immerse Anna assunse in viso un’espressione di piacere.
Sicuramente stavano giocando in acqua leccandosi a vicenda tra le gambe e ne ebbi la conferma quando mi avvicinai a loro e notai che Aldo aveva il costume tirato in giù con il cazzo bello eretto.
-“vi state divertendo a quanto vedo!”
-“che…che vuoi dire!? è normale quando si parla delle cose divertenti del passato!” fece Anna.
“hai ragione….ed è anche bello succhiare un cazzo in acqua..soprattutto se è il tuo ex!” risposi.
Aldo seguiva il battibecco in silenzio.
Con tono incazzato la troia voleva per forza prendermi per il culo sostenendo che mi stavo sbagliando.
La zittii immediatamente dicendo:
-“guarda io non sono geloso ma segui il mio discorso….eri in topless davanti a lui spalmandoti le tette come una troia, poi stavi qua in acqua con lui che ha il cazzo fuori dal costume e per giunta tutto dritto e duro! regalami un po’ di piacere come dico io adesso…
-” e cioè!?” chiese lei
-“finisci l’opera….scendi sott’acqua e succhiagli il cazzo fino alla fine!”
Mi guardò con gli occhi sbarrati e senza parlare con l’aria rassegnata di chi è stato scoperto si immerse e iniziò a succhiare il cazzo di Aldo portandoselo fino alla gola.
Lo faceva con passione e in un modo particolare…come se conoscesse tutti i punti più sensibili di quel cazzo.
Notai la faccia di Aldo estasiata e gli chiesi:
-“stai per venire vero!!??”
Anna tornò in superficie per riprendere aria e le dissi:
-“guarda che sta per venire…mi raccomando ingoialo tutto!! fallo godere per bene!”.
La puttana mi guardò infastidita e senza parlare ritornò giù. In due minuti lo fece venire e la vidi attaccarsi con la bocca alla base del cazzo fino a quando lo sperma non le scese tutto in gola.
Alla fine del lavoretto ritornò in superficie e mi guardò….
Contento e soddisfatto le dissi:
” visto!? ci siamo divertiti tutti e tre!”.

Categories
Racconti Erotici

un viaggio Inaspettato

premetto che il racconto che mi accingo a condividere con voi amici è successo appena 2 giorni fa…
finalmente io e mio marito siamo riusciti a prenderci le agognate ferie e quasi come tutti gli anni andiamo qualche giorno a casa mia in romania…prewferiamo sempre farci il viaggio in macchina tranquilli e fermarci dove vogliamo e quando vogliamo senza fretta…
solitamente preferiamo prendere l autostrada fino in austria e una volta entrati a Villach in Austria decidiamo quale tragitto fare fra i paesini e goderci un po il paesaggio…
questa volta appena arrivati in ungheria ci fermiamo al primo autogrill,decidiamo di riposarci un po per qualche ora prima di continuare…sono le una di notte…l autogrill è poco affollato a quell ora qualche autotrasportatore e viaggiatore come noi che si prende un caffe prima di ripartire
Mio marito va alla cassa per pagare la tassa stradale mentre io giro senza interesse fra i scaffali…quando noto un uomo che mi fissa con la coda dell occhio…faccio finta di nulla ma lo tengo d occhio cercando di non farmi notare.
Mi dirigo verso il bagno delle signore divertita dalla situazione…mi do una rinfres**ta e maliziosamente mi scosto leggermente in giu la canottiera scoprendo un po lo spacco dei miei seni…sono vestita comodamente con una tuta e una semplice canottiera attillata per il viaggio ma so che anche quel piccolo gesto farebbe un altro effetto…esco per andare incontro a mio marito e mi trovo l uomo in fila nei corridoi delle toilette…ci scambiamo uno sguardo fugace ma prima che abbassi gli occhi sulle tette gli accenno un sorriso…
Esco a fumare una sigaretta con mio marito e gli accenno la scena e gli faccio capire di quale persona sto parlando…
Ad essere sincera è un bell uomo..attempato sarà sulla cinquantina, ma un bell uomo…brizzolato un viso smussato con lienamenti duri e ben piazzato…ù
Mentre siamo li fuori ci accorgiamo che si sta prendendo una sigaretta e nell uscire si ferma accanto a noi con la scusa del posacenere li vicino…ci scambiamo tutti e tre un saluto e iniziamo a parlare del piu e del meno…scopriamo che sta andando a Timisoara per caricare il camion dopo aver fatto una consegna vicino Treviso…che e sposato con due figli e che fa questa vita da sempre…gli raccontiamo a nostra volta un po di noi giusto per educazione..
Ci da l impressione di essere un uomo onesto e educato..cosi tra una parola e l altra ci diciamo che avremo fatto la stessa strada almeno fino al confine…
Ci rendiamo conto che era passata intanto una mezz’oretta cosi salutandoci ci avviamo verso la nostra auto…in macchina mio marito mi dice subito che continuava a cadergli lo sguardo sulla mia scollatura mentre parlavamo e che sapeva che avevo fatto apposta per provocarlo…
“ sei proprio una porca cazzo”…iniziammo a scherzarci su e fra una battuta e un’altra gli chiesi:
-Ti va di provocarlo ancora di piu…questa situazione inizia a intrigarmi
Lui mi guardo sorridendo e io sfoggiai lo sguardo da porca che lui conosce molto bene…
-come vuoi fare
-parcheggiamo in una zona di sosta
-e poi?
-e poi lo facciamo guardare
-se poi gli viene voglia di intromettersi…se non gli basta guardare…giustamente fra l altro…
-saremo chiari..gli diremo di stare vicino al suo camion…se gli sta bene cosi bene senno non se ne fa nulla…lo so che ti piace l idea…lo vedo
gli afferrai l uccello sotto la tuta e come prevedevo era gia eretto…tutta quella situazione mi stava eccitando…non l avevamo mai fatto prima…ci siamo fatti guardare da sconosciuti qualche volta in cam ma nient altro…sapere che c era un uomo che mi guardava e desiderava mentre mi facevo fottere da mio marito mi mandava il sangue alla testa…
in prossimità della prima piazzola rallentò aspettando che il camion si avvicinasse in modo che riconoscesse l auto…attaccò le 4 freccie e girò…
La piazzola era piuttosto grande circondata da alberi qualche tavolo un gabinetto schifoso e pochi lampioni..il posto perfetto…il camionista parcheggio vicino alla nostra auto coprendola al poco traffico notturno..perfetto pensai…
scendemmo tutti e tre quasi insieme e ci chiese subito se fosse successo qualcosa…
mio marito mi abbraccio intorno al collo facendo cadere una mano sul mio seno…
Gli dissi che sarebbe potuto succedere qualcosa a patto che se ne restasse fermo li dov’era..
aveva uno sguardo allibito povero ma sapevo che qualcosa iniziava a intuire…non disse nulla ma fece cenno di si con la testa…
a quel punto mi ritrovai la mano del mio uomo fra le tette e in un momento abbasso la canottiera scoprendo i miei seni stretti nel reggiseno…non persi tempo e gli infilai una mano nei pantaloni…la situazione lo eccitava e il suo membro era rigido come nelle migliori occasioni…
L’uomo aveva uno sguardo scioccato e l unica cosa che fece fu lanciare un imprecazione…
spinsi a sedere mio marito sul cofano dell auto e guardando il camionista in faccia mi inginocchiai…
diedi un piccolo morso al cazzo duro attraverso i pantaloni poi gli abbassai tutto facendolo uscire…lo afferrai con una mano e andai a baciargli le palle…
L uomo inizio a tenersi il pacco e fra un imprecazione e l altra continuava a ripetere che non ci credeva…
iniziai a salire con la lingua lungo tutta l asta fino alla cappella per poi tornare giu…lanciai uno sguardo da zoccola al poveretto..
-forse e meglio se lo tiri fuori
gli dissi sorridendo, mio marito si godeva tutta la scena appoggiato sul cofano..l uomo si guardo attorno poi si slaccio i jeans e tiro fuori un cazzo di decenti dimensioni..era duro e con la cappella gia bella in vista…se lo strinse in mano e mi disse che una cosa cosi non gli ricapiterà mai più…
Io gli diedi ragione e senza torgliergli gli occhi di dosso feci scivolare le mie labbra attorno al cazzo di mio marito…mi sentivo completamente andata…iniziai a fare su e giu lentamente mentre con le mani mi toccavo i seni…mentre pompavo guardai a mio marito che era estasiato…mi piaceva vederlo cosi eccitato cosi mi dissi che sarebbe stato il pompino piu porco che gli avessi mai fatto…presi l asta in mano e iniziai a sbattermi la cappella sulla lingua..me lo rimisi in bocca e scesi piu possibile fino a risalire lentamente baciandogli la punta…lo pompai per circa un minuto cercando di succhiare ogni volta che risalivo con la bocca…mi sentivo una perfetta porca…sentivo il camionista che nel frattempo mi incitava dandomi della porca, della troia,della pompinara…me ne disse di cotte e di crude ma non mi dispiaceva…ero eccitata e volevo solo farli impazzire entrambi….
Sentivo mio marito sempre piu affannato cosi mi infilai il suo cazzo sotto il reggiseno e lo feci scivolare fra i miei seni…guardai in faccia l uomo che si masturbava affannato e strinsi le braccia per far si che le mie tette avvolgessero l uccello di mio marito…lui inizio a muoversi lentamente sentivo quella verga bollente scivolare sui miei seni e decisi che era il momento di farli venire…abbassai la bocca sulla cappella e iniziai a succhiarla e leccarla ..mio marito si fermo…strinsi ancora di piu le tette per tenerlo fermo e succhiai fino a farmelo venire in bocca….lo lasciai colare sul mio corpo…li sentivo ansimare entrambi
Il camionista a quella vista esplose venendo e dandomi della troia continuamente…
Lo vidi con ancora l uccello in mano ormai non piu eretto come prima ..e mio marito che mi sorrideva
-sei stata davvero porca stavolta devo dargli ragione…
Erano entrambi soddisfatti ma io ero eccitata…mi sarei fatta sbattere anche subito ma mi trattenni…avevo soddisfatto quella mia fantasia e era ora di andare…
Mi dissi che appena arrivati a casa gli sarei saltata addosso e ripensando a tutto avrei perso la testa…
Ci salutammo fugacemente e partimmo lasciandolo li vicino al suo camion…
Lo sentii solo dire che eravamo due matti e forse ha ragione….

Ora spero che la nostra piccola avventura vi piaccia…forse mi sono dilungata troppo ma volevo essere precisa..
In fin dei conti è la nostra prima storia che decidiamo di pubblicare
Un bacio a tutti

Categories
Racconti Erotici

Un dolce risveglio. .

Giulia era distesa di fianco sotto le coperte con vicina la sua fidanzata, Giada. Entrambe erano nude perchè la sera prima, si erano divertite e non poco. Fu Giada la prima a svegliarsi sentendo il suo cellulare vibrare che l’avvertiva di alzarsi. La ragazza però lo prese e disattivando la sveglia, si sdraiò nuovamente sul letto stiracchiandosi un poco. Notò con non poco stupore, di essere abbastanza bagnata e decise così di masturbarsi per soddisfare le proprie voglie che, iniziarono a farsi sentire maggiormente non appena la ragazza s’infilò due dita dentro la propria vagina. Con il medio e l’indice della mano sinistra si penetrava e con l’altra si sfiorava il clitoride aumentando così la sua eccitazione. Dovette però contenersi una volta raggiunto l’orgasmo altrimenti avrebbe svegliato la sua fidanzata che era ancora addormentata. Ma la sua voglia di fare sesso di certo non si fermò lì dopo essersi fatta un ditalino, ora voleva scopare la sua fidanzata per condividere con lei tutti i suoi piaceri. Le due ragazze avevano una collezione di dildi e vibratori, ma uno in particolare quella mattina ispirava di più Giada: un fallo nero flessibile e allacciabile. Si alzò per prenderlo e se lo mise immediatamente, poi si sdraiò nuovamente dietro Giulia che era sommersa in sonno profondo. Dapprima l’accarezzò solamente lungo tutto il suo magnifico corpo, la baciò più volte sul collo e sui capezzoli, poi le passò le mani sulle natiche belle sode e rotonde. Dopo quei svariati tocchi Giulia si mosse un pò ma rimase comunque addormentata e Giada poté continuare. Iniziò così a sfregare la punta del fallo tra le natiche di Giulia quasi a cercare disperatamente l’apertura della sua vagina ma Giada non voleva correre troppo e causare così alla fidanzata un pessimo risveglio no, al lavoro non sarebbe andata e così aveva tutta la giornata libera per sperimentare le sue più nascoste fantasie sulla sua ragazza. Ma l’eccitazione di Giada aumentò incredibilmente quando il fallo si fece strada tra le belle rotondità della sua fidanzata e trovò la sua apertura vaginale. Piano piano iniziò a spingere il fallo dentro quel buchino che molte volte aveva leccato e dopo leggere spinte Giulia si alzò e si rese conto di cosa le stava facendo la fidanzata. Si girò un pò col viso e incontrò le labbra frementi di Giada desiderose di incontrare quelle morbide di Giulia. Quando ormai Giulia si era svegliata completamente, Giada la iniziò a penetrare con maggior forza e non volendo far urlare la propria ragazza, la baciò insistentemente. L’orgasmo di Giulia non tardò ad arrivare e ciò rese Giada ancor più eccitata di quanto non poteva già essere. Così senza preavviso fece sdraiare Giulia a pancia in giù e iniziò a leccarle la sua cavità più nascosta e dopo che fu inumidita per bene, Giada iniziò a penetrare la sua fidanzata analmente. Non lo facevano spesso e così ci andò piano perchè aveva paura di far male a Giulia che però non dava segni di dolore ma anzi, continuava a godere dall’eccitazione incitando maggiormente Giada che, non facendoselo ripetere due volte, la penetrò con più veemenza. Entrambe raggiusero l’estasi del piacere e dopo che Giada si sfilò via il fallo, fece rigirare la fidanzata e poggiandosele sopra la baciò dolcemente. Dopo che si ripresero un pò, fu Giulia a prendere il comando della situazione. Prese due bende dal cassetto del comodino con le quali legò i polsi della fidanzata alle sbarre del letto. La iniziò prima a leccare sotto il collo per poi riscendere sui capezzoli, dove si fermò un pò più del solito per farglieli indurire progressivamente. Dopo averglieli succhiati avidamente, la leccò su tutta la pancia fino ad arrivare sul suo clitoride, il quale sembrava pulsare dalla voglia di essere leccato. Giulia allora ci si fiondò con tutta la faccia e lo leccò più che poté. Giada era in preda agli orgasmi e bloccata al letto, non poteva neanche fermare la propria fidanzata. Giulia la leccò anche dopo che la fece venire perchè non era mai sazia della vagina di Giada e quella mattina, di certo, non avrebbe esitato un solo istante a non dare piaceri alla sua ragazza. Dopo averla fatta venire per l’ennesima volta, Giulia diede qualche altro bacio a Giada e nel farlo, le si dovette avvicinare e nel mentre la sua mano finì proprio sulla vagina ormai fradicia della fidanzata e iniziò così a penetrarla con due dita. Ormai in quella camera da letto si sentivano solo gli urli di Giada e le dita di Giulia che si infilavano continuamente dentro la vagina dell’altra. Ancora vogliose di sesso, Giulia slegò i polsi a Giada la quale si fiondò sul corpo della fidanzata e la fece risdraiare sotto di sé. Mise poi le sue gambe tra quelle di Giulia e iniziò a strusciarvisi sopra. Le due gemevano all’unisono e più gemevano più aumentavano i movimenti della vagina di Giada su quella di Giulia. Vennero ancora una volta, passarono altri cinque minuti a baciarsi per potersi riprendere e per finire in bellezza, le due fecero anche un bel 69. Giada si mise sotto e leccò con molta voglia la vagina bagnata di Giulia sopra il suo viso ma nel frattempo sentiva la lingua di Giulia prima passare sul suo clitoride e poi infilarsi tra le sue cavità vaginali. Il tutto durò una decina di minuti finché le due ragazze, ormai distrutte dalla scopata fatta, si rimisero sotto le coperte una sopra e sotto l’altra a baciarsi con passione.

Categories
Racconti Erotici

Un Centro Benessere Con Servizi Particolari 2

Disteso su quel lettino, con le spalle rivolte verso il soffitto, sentivo le sue mani massaggiare il mio sedere con delicatezza. Erano fredde, ma delicate. I suoi pollici timidamente, ma con decisione, sfioravano il mio ano. Ogni tanto azzardava il gesto di mettere quel dito dentro il mio culo, per poi fermarsi a pochi millimetri da esso e continuare a giocare con le mie chiappe. Chiaramente mi stava masturbando lentamente partendo alla lontana. Sentivo il mio pisello gonfiarsi poco a poco, fino a raggiungere una parziale erezione dopo pochissimi minuti. Ero sdraiato a pancia in giú su quel letto “modificato”, di quelli che trovi solo nei centri estetici con massaggi. Il viso rivolto verso il basso, era poggiato su due cuscini laterali, ed in mezzo ad essi c’era un foro circolare abbastanza ampio da lasciare la visuale del pavimento al sottoscritto. All’altezza del mio bacino, un altro foro. Questo permetteva al mio pisello di ciondolare nel vuoto e non essere schiacciato dal peso del mio corpo. Kaori era in gamba, oltre che una gran fica giapponese, ma se non fosse stato cosí, non avrebbe “lavorato” in quel posto. Continuando a palpeggiare il mio culo con decisione, fece quel gesto che probabilmente mi aspettavo, ma non pensavo osasse metterlo in atto. Nemmeno il tempo di dirle “no, quello non farlo” e sento il suo pollice unto d’olio infilarsi dritto con decisione nel mio ano! Un gesto veloce che non mi lascia il tempo di fare altro, se non godere inaspettatamente. Proprio cosí, quel suo dito, quel suo pollice, si infila con scioltezza nelle profonditá del mio ano e stimolando non só cosa al suo interno, mi provoca un’immensa sborrata, un enorme schizzo che parte verso il pavimento. Un gemito improvviso esce dalla mia bocca, mentre guardo il mio cazzo non ancora in erezione venire. Incredibile! Avevo sborratto senza un’erezione. Passano pochissimi secondi, giusto il tempo di godermi in tutti i sensi quella nuova sensazione e Kaori cerca il bis! Sfila il suo pollice dal mio culo e poi lo rimette dentro con ancora piú forza! Sento che raggiunge nuovamente le profonditá del mio culo, tocca di nuovo qualcosa, stimola ancora qualcosa al suo interno ed un’altra lunga schizzata, finisce sul pavimento. Questa volta la sborrata é piú lunga e se non vedessi con miei occhi la crema bianca uscire dal mio cazzo, potrei pensare che si tratti di una pisciata involontaria. Era la prima volta che qualcuno mi metteva un dito in culo per farmi sborrare, anzi la seconda, ora che ci penso bene. La prima fu quando feci sesso con una ragazza conosciuta in vacanza in una cittá Europea qualche anno fá! Ero sopra di lei e mentre gli sbattevo il mio cazzo dentro la sua fica, lei mi afferava il culo cercando di spingere la mia asta sempre piú in profonditá e mentre lo faceva, cercava sempre di inserire il suo dito medio in mezzo al mio culo. Certo, ora qui con Kaori era diverso, il mio cazzo ancora non era dritto, non del tutto almeno, eppure spingendo dentro il suo pollice nel buco del mio culo, toccando non só cosa dentro, mi provocó una sborrata naturale, enza erezione. Un pó come se ci fosse dell’acqua dentro una siringa e spingendo l’asticella, l’acqua uscisse dalla punta della stessa per via della pressione. Dovevo ammetterlo, questa nuova gestione del centro massaggi non faceva rimpiangere quella precedente e per chi volesse “ripassare” la mia prima esperienza in una struttura simile, vi rimando ad un mio racconto del passato dal titolo: “Un Centro Benessere Con Massaggi & Servizi Particolari”.
Non pensavo di tornarci ancora, pagare per farsi masturbare, non mi attirava particolarmente. Ma quando quel giorno, aprendo un’E-Mail secondaria, di quelle che usi raramente con nomi fittizzi, mi venne nuovamente la curiositá come la prima volta con Natsumi. Il testo, grosso modo recitava: “Buongiorno Signor Chase, la informiamo che il nostro centro benessere ha cambiato gestione ed ha ampliato i suoi servizi. Ci venga a trovare per una dimostrazione”. Ci pensai qualche giorno, ma poi dato che i “loro servizi erano ampliati”, mi chiedevo cosa altro avevano inventato e studiato per masturbare il mio pisello! Decisi di fare quindi un secondo giro. Meno di due settimane dalla lettura di quella E-Mail ed ero giá davanti al Centro. Il posto era cambiato, ora era molto fuori mano. Ma per quello che facevano, forse essere poco visibili, anche per un discorso di privacy, non era poi una scelta sbagliata. Anche l’interno era molto riservato e ad accoglierti c’era ovviamente una spledida orientale, che dopo avermi accolto con gentilezza, mi domanda in cosa poteva eseermi utile. Mi presento, gli spiego che sono giá stato “cliente” della vecchia gestione e che avevo ricevuto un invito da loro per provare i nuovi “servizi” della nuova gestione. Mi guarda sorridendo, dice “capisco” lanciando un brevissimo ma eloquente sguardo all’altezza del mio pisello, per poi riportare l’attenzione al mio viso, dicendomi di accomodarmi nella sala d’attesa privata in fondo al corridoio. Non appena fosse stato il mio turno, mi avrebbero chiamato. Dopo un tempo non proprio breve arriva una ragazza, sempre orientale, decisamente magra, ma decisamente anche una gran topa. Si presenta, il suo nome é Kaori, mi spiega le procedure e mi chiede, senza entrare troppo nei dettagli, ma comunque abbastanza diretta pur pesando le parole, se volessi un “servizio completo” o “base”. Opto per quello completo, ormai ero lí, tanto valeva provare tutto. Sistemiamo la “situazione” economica, poi mi fá accomodare in una stanza, dicendomi di mettermi comodo e di aspettarla lí. Mi siedo su una poltrona ed osservo l’ambiente. Molto soft, con una luce soffusa tendente al viola ed una musica da camera come sottofondo. Noto degli strani oggetti attaccati alla parete, ma mentre cerco di metterli a fuoco, vedo arrivare Kaori. Indossa un semplice accappatoio bianco e mentre si dirige verso di me, mi dice qualcosa:
– “Allora Chase, sei pronto?”
– “Certamente! Cosa devo fare?” Rispondo io.
– “Tu niente, ci pensiamo… penso a tutto io! Non sei qui per questo? Per rilassarti e goderti questo momento?” Aggiunge lei tra il malizioso ed il serio.
Mi invita quindi a togliermi i vestiti e indicandomi la porta del bagno, a farmi una doccia.
– “Mi cambio qui? Devo spogliarmi del tutto?” Dico con finto attegiamento timido.
– “Certo! Non vorrai farti la doccia con gli slip? Non sarai mica timido?” Mi risponde Kaori.
Allora inizio a togliermi gli indumenti, intanto lei sembra non curarsi di me ed impegna il tempo che impiego a togliermi i vestiti, altrove, vicino alla parete con quegli strani oggetti. Quando arrivo a togliermi anche i boxer, Kaori torna indietro, verso di me. Durante il suo cammino si toglie l’accappatoio, ma sotto non é nuda. O quasi. Quello che indossa é qualcosa che si avvicina ad un costume, perché in realtá é come se non lo avesse. Un filo interdentale attraversa lo spacco della sua fica e quello che sembra essere un reggiseno, é un altro spago che a malapena copre i suoi capezzoli. Mentre la osservo, inizio giá ad eccitarmi e sento immediatamente il mio pisello gonfiarsi. Allora provo a darmi una controllata, mentre lei dolcemente mi afferra la mano e mi guida verso il bagno. Una volta dentro, apre l’acqua, sceglie la giusta temperatura e mi invita ad entrare nel box doccia. Io entro, lei esce. Mentre mi dó una rinfres**ta, inizio comunque ad eccitarmi, il pisello mi si gonfia, rasentando l’erezione. Kaori sembra indaffarata con alcuni flaconi tipo bagnoschiuma. Io continuo la mia doccia, ed il mio cazzo continua a gonfiarsi, la voglia di farmi una sega e tanta, giá mi sento pronto a venire. Provo a mettermi una mano sul pisello, non resisto, ma appena cerco di masturbarmi simulando un lavaggio del mio uccello, arriva lei e mi toglie la mano scuotendo la testa come per dire “no, no”. Quindi entra anche lei nel box e mi aiuta a lavarmi le spalle. Le sue mani sono fresche e morbide, le sento scivolare su e giú ungo la schiena, poi in mezzo alle gambe. Mi insapona tutto, soffermandosi maggiormente all’interno coscia, poi sul mio culo. Poi, sempre rimanendo alle mie spalle, mi insapona anche il petto, poggiando il suo corpo, le sue piccole tette, sulla mia schiena e allungando le mani come per abbracciarmi. Il mio pisello pulsa e si gonfia alla grande. Quindi le sue mani, lentamente, scivolano dal mio petto verso gli addominali, fino a scendere sul mio cazzo. Lo tocca per la prima volta, lo insapona, lo lava, lo masturba. Eh si, perché anche se sembrava mi stesse facendo una doccia, in relatá quel movimento su & giú lungo la mia asta, non era altro che una sega. Comunque il “gioco” dura poco, non appena Kaori percepisce un’erezione totale, molla la presa, lasciandomi con il cazzo dritto e le palle gonfie. E mentre esce dal box, mi dice di sciacquarmi. Eseguo mentre la vedo allontanarsi. Ma non vá via, con i piedi sopra un tappetino, si spoglia anche lei. Prima gli slip, poi il reggiseno. Ora la osservo meglio, la sua fica adesso si vede chiaramente, é completamente depilata, non un accenno di pelo. Anche il resto del corpo é completamente liscio. Le sue tette sono a malapena pronunciate. Torna sotto la doccia ed inizia a rinfrescarsi anche lei. Mi chiede se posso insaponargli la schiena, perché con le sue mani non ci arriva. Non me lo faccio dire due volte, poggio le mie mani sulla sua schiena, ed inizio ad insaponarla. Cerco di essere delicato come lei, la tocco ovunque di dietro. La mia eccitazione arriva immediatamente, tutto quello spettacolo mi stava facendo impazzire. Il mio cazzo lentamente si alza, si gonfia come un hot dog, diventa dritto. Talmente dritto e duro, che mentre cerco di lavargli anche le braccia, il mio pisello gli si parcheggia in mezzo alle gambe, nello spacco del suo culo. Appena Kaori lo sente tra le sue cosce, fá un passo avanti si gira e mi dice che adesso avrebbe continuato da solo. Mi invita ad uscire e ad asciugarmi. Lei mi avrebbe raggiunto poco dopo. Cosí mentre mi passo l’asciugamano su tutto il corpo. Anche lei, Kaori, termina la sua doccia. Quindi esce, si infila l’accappatoio e mi porta nella saletta principale. Mentre mi fá accomodare sul lettino, lei finisce di asciugarsi. Ora é completamente nuda ed io sdraiato la osservo, mentre le mie palle iniziano a reclamare una prima svuotata di sperma. Sperma che sento fermentare sempre piú, vedendo Kaori che si cosparge tutto il corpo di un qualche olio. Il suo corpo ora luccica letteralmente, diventa liscio come il marmo. Quindi si avvicina a me ed effettua la stessa operazione “olio”. Me lo spalma ovunque, braccia, petto, gambe. L’erezione é di nuovo inevitabile e Kaori ne approfitta per oliarmi l’uccello. Le sue mani mi massaggiano le palle, il cazzo, tira giú la pelle dalla mia cappella ed olia anche quella. La sborra inizia ad incanalarsi lungo l’asta. Ma lei é molto brava, non stimola il mio cazzo un secondo piú del dovuto, capisce che stó per eplodere come un vulcano e si ferma. Si mette di fianco al mio viso e mi chiede di voltarmi, di mettermi spalle al soffitto. Cerco di girarmi con il mio cazzo ancora in erezione e comprendo il perché di quel foro sul letto ad altezza bacino. Serve a stare in posizione supina, anche con il pisello dritto, tanto ce lo infili dentro e finisce nel vuoto. Lascia “riposare” qualche secondo il mio cazzo, ed intanto si mette altro olio sulle mani. Poi torna su di me e continua a spalmarmelo sulla schiena e sulle braccia. Scende quindi verso il basso, zona culo. Anche lí provvede ad oliarmi per bene, giocando parecchio con l’interno coscia. Continuando a palpeggiare il mio culo con decisione, fece quel gesto che probabilmente mi aspettavo, ma non pensavo osasse metterlo in atto. Nemmeno il tempo di dirle “no, quello non farlo” e sento il suo pollice unto d’olio infilarsi dritto con decisione nel mio ano! Un gesto veloce che non mi lascia il tempo di fare altro, se non godere inaspettatamente. Proprio cosí, quel suo dito, quel suo pollice, si infila con scioltezza nelle profonditá del mio ano e stimolando non só cosa al suo interno, mi provoca un’immensa sborrata, un enorme schizzo che parte verso il pavimento. Un gemito improvviso esce dalla mia bocca, mentre guardo il mio cazzo non ancora dritto, ma comunque bello gonfio, venire! Incredibile! Avevo sborratto senza un’erezione. Passano pochissimi secondi, giusto il tempo di godermi in tutti i sensi quella nuova sensazione e Kaori cerca il bis! Sfila il suo pollice dal mio culo e poi lo rimette dentro con ancora piú forza, sento che raggiunge nuovamente le profonditá del mio culo, tocca di nuovo qualcosa, stimola ancora qualcosa al suo interno ed un’altra lunga schizzata finisce sul pavimento! Questa volta la sborrata é piú lunga e se non vedessi con miei occhi la crema bianca uscire dal mio cazzo, potrei pensare che si tratti di una pisciata involontaria. Ma in realtá era una sborrata involontaria, quelle del tipo che fai durante la notte durante un sogno erotico: ce l’hai moscio, ma ti bagni comunque le mutande perché stai “scopando nel sonno”. Kaori aveva premuto un “pistone” e di conseguenza qualcosa é uscita fuori: la sborra accumulata. Di nuovo lascia a riposo il mio cazzo, ed anche se un pó mi aveva svuotato le palle, io aspettavo comunque quel lungo orgasmo che fai quando spingi con il bacino la sborra che hai nelle palle, quel senso di liberazione che solo lunghe spinte pelviche ti sanno dare! Vedo Kaori avvicinarsi al bancone “strumenti masturbatori” e mentre lo fá, mi chiede di mettermi nuovamente con il viso rivolto al soffitto, insomma, di girarmi. In mano ha una corda che assomiglia ad piccolo cappio. Che voleva fare? Impiccare il mio pisello? Non ero molto lontanl dalla veritá. Si avvicina nuovamente a me, mette la corda intorno alle mie palle e poi la tira per stringerla come un nodo. Poi con una mano la tira verso l’alto e di conseguenza le mie palle. Allungo lo sguardo, ho i testicoli completamente strizzati e rossi. Completamente legati e soffocati in una morsa. Vedo la pelle in tiro che sembra volersi staccare dal mio cazzo. Successivamente Kaori inizia a colpirli con l’altra mano, con una serie di piccoli schiaffetti. Quello che provo non só se é dolore o godimento. Dopo qualche minuto smette di “torturare” i miei testicoli, lascia scivolare la corda nel foro del letto sotto il mio culo e si avvicina nuovamente al bancone. Torna con un piccolo peso di ferro ed un’asticella tonda di legno, che cosí a vista sembra di almeno 30 Cm. Con le spalle rivolte me, Kaori si piega a novanta gradi mostrandomi il suo lisco culo. La voglia di mettergli due dita nel suo buchetto é tanta, ma il “regolamento” parla chiaro: “Non si possono toccare le Hostess senza il loro consenso”. Allora mi accontento dello spettacolo, che ha comunque ha il suo effetto erotico. Da quella posizione afferra la corda penzolante e ci fissa il peso. Ora le mie palle sono di nuovo in tiro, ma verso il basso. Kaori mi afferra una mano, se la mette in mezzo alle sue gambe e rimane immobile. A quel punto provo a fare quello che desideravo da quando l’avevo vista nuda. Toccarla, palpeggiarla, sfiorare ogni suo posto piú intimo. Struscio la mia mano lungo la sua fica liscia, la tocco lentamente, poi sposto l’attenzione sulle sue piccole tette. Gioco con quelle che sembrano due noci di carne. I suoi seni sono praticamente formati solo dalle areole che sporgono, per il resto é completamente piatta. Gioco con i suoi capezzoli, mentre l’inquilino che abita in mezzo alle mie gambe, inizia ad alzarsi! Lo sento gonfiarsi, irrigidirsi, mettersi sull’attenti. Intanto il peso attaccato alle mie palle, stira la pelle di tutta l’asta. Quando il mio cazzo é completamente dritto e duro, Kaori lo afferra con una mano ed inizia a masturbarlo. Sento lo sperma salire su, forse ci siamo, sto per sborrare alla grande. Ma Kaori ferma la sega, afferra l’asticella di legno e me la infila nel buco della mia cappella. Dolcemente, ma senza fermarsi. Piano piano vedo l’asta sparire dentro il mio cazzo, centimetro dopo centimetro me la mette tutta dentro. Un gemito esce dalla mia bocca, allora lei smette di affondarla dentro il mio uccello. Con un dito tocca la punta dell’asticella ed inizia a farla roteare. Avverto il pezzo di legno dentro di me, lo sento sfiorare le mie palle dall’interno. Altri suoni escono dalla mia bocca, credo che manchi poco, stó per venire… mollo la presa dalle tette di Kaori e mi abbandono al piacere. Lo sperma sale lungo l’asta, sale, sale ancora…. ma invece che uscire una lunga schizzata, lo sperma fuoriesce sui lati e non avendo altra via d’uscita, cola sul bordo del mio uccello. Un pó come quando riempiamo di corsa un bicchiere di birra e la schiuma esce dai bordi del boccale. Stavo venendo, ma lentamente, sentivo che lo sperma usciva, ma senza prepotenza. Kaori si allontana nuovamente dal letto, si sincera che il mio cazzo abbia smesso di eruttare ed inizia a liberarmi di tutto.
Mi lascia qualche minuto per “rilassarmi” e poi torna al lavoro. Prende delle salviette umide e mi pulisce dal mio stesso sperma. Ma il modo in cui lo fá, non sembra altro che l’ennesima sega, visto che passa le salviette su & giú lungo il mio cazzo. Ma lo fá per poco, giusto il tempo di farmi riacquistare l’erezione. Poi magicamente dalla sua mano spunta un preservativo. Lo apre e lo fá indossare al mio pisello ormai al limite. Quindi sale sul lettino, mettendosi in piedi sopra di me e mi lascia ammirare il suo fisico. Poco dopo sembra abbassarsi sul mio cazzo, forse se lo lascia mettere dentro, ma é una vana speranza. Si piega quel tanto per farmela assaporare la sua fichetta, le sue grandi labbra sfiorano la mia cappella, le struscia leggermente, ma non se lo fá mettere dentro. Si mette di nuovo in piedi, un piccolo passo e si abbassa nuovamnete. Stavolta la sua fica e sul mio viso, mi correggo, é poggiata sul mio viso, il suo spacco lo struscia sul mio naso ed io respiro la sua intimitá. Stó per scoppiare, le palle iniziano a farmi davvero male. Vedo Kaori scendere dal lettino ed indossare un paio di pantaloncini cortissimi e aderenti. Talmenti attillati che lo spacco della sua fica é ben visibile. Sale di nuovo sopra di me, si lascia nuovamente ammirare per un pó dal basso verso l’alto, gioca qualche secondo con le mie palle prendendole lievemente a calci con i piedi e poi si abbassa nuovamente. Stavolta si siede sulle mie cosce, apre le sue gambe e poggia la fica sul mio cazzo dritto. Poggia le mani dietro di sé, sul lettino, piegando leggermente la schiena. Inizia a strusciare la sua fica sul mio pisello, su & giu, su & giú… poi mi sfila il preservativo gettandolo via. Continua a farmi una sega con lo spacco della sua fica protetto da quei pantaloncini. Spinge come se lo avesse dentro, anche io inizio a muovere il bacino, lo sfrego contro di lei, contro la sua fica. Sento la sborra salire… mi struscio ancora… e ancora… la sborra… la sento salire… Kaori continua a masturbarmi con la fica, per quanto puó cerca di avvolgere il mio uccello con le sue grandi labbra… vedo le prime gocce di sperma uscire dalla mia cappella… continuo a strusciarmi e… vengo… un enorme schizzo finisce sullo stomaco di Kaori, poi un secondo… un terzo e mentre la sborra inizia a colare lungo il suo petto, un quarta schizzata la raggiunge sotto il mento… continuo a venire ancora ed ancora… vedo lo sperma colare anche lungo l’asta del mio cazzo e macchiare i pantaloncini di Kaori… e prima che la festa finisca, lei afferra il mio uccello con le mani per dargli l’ultima strizzata, un’ultima spremuta e facendo su & giú con le mani per ancora qualche secondo, un paio di fiacche sborrate vengono fuori. Infine quando Kaori capisce che ormai le palle sono belle che svuotate, si congeda.
Rimango ancora qualche minuto sdraiato respirando lentamente. Guardo il mio pisello e vedo che ancora é dritto. Aspetto ancora. Quando finalmente si affloscia, mi alzo e mi dirigo verso il bagno. Durante il breve tragitto, noto che la mia cappella é rosso fuoco e le mie palle sono talmente moscie, che quasi toccano le ginocchia. Kaori mi aveva spremuto per bene, lo dovevo ammettere.
Salgo in auto e mi dirigo verso casa. Mi attende quasi un’ora di strada. Ma ne é valsa la pena tornare in quel posto. Forse molti penseranno che ho buttato il mio tempo, perdendo una giornata intera per farmi fare una sega, quando posso tranquillamete masturbarmi a casa da solo. Forse. O forse no! Personalmente quando voglio svuotarmi le palle, chiamo qualche amica particolarmente disinibita e aperta (in tutti i sensi) in materia di sesso e me la scopo. Qui volevo nuovamente giocare, sperimentare qualcosa di nuovo e forse é stato cosí. In fondo sono stato sotto le mani (e non solo) di Kaori per quasi due ore. Quasi due ore a cazzo dritto e palle piene. Si, é stata una bella esperienza, da provare sicuramente almeno una volta nella vita, o magari due. Ma non di piú.
Perché una sana & bella scopata con una donna, non si batte comunque!

chasedessler@katamail.com

Categories
Racconti Erotici

Giuliana spesso è un po’ puttana

Giuliana, Giuli come la chiamo io, mi aveva stupito durante quel fine settimana trasgressivo, con la sua insicurezza dimostrata nell’ultimo incontro della serie, ma ancor più m’incuriosiva il suo comportamento negli ultimi tempi. Avevamo programmato quell’incontro con un’altra coppia da un po’ di tempo. Come per me, anche la mia deliziosa Giuliana era attratta da questo tipo di esperienze, di fantasie. Spesso mi raccontava la fantasia di un terzo personaggio tra di noi. Lei in quelle situazioni si lasciava molto andare, ma poi, quando tutto finiva, non coglieva le differenze. Io ero rimasto un marito annoiato e borghesuccio mentre lei, trentenne, brillante laureata in ingegneria gestionale, aveva conosciuto il meglio del meglio della Milano degli affari. Il suo lavoro in una nota azienda del farmaco la portava spesso in giro per il mondo. Così dopo una decina d’anni di matrimonio e cinque di fidanzamento mi trovavo spesso la sera solo, a chiacchierare con qualche amico al telefono, visto che evitavo i noiosissimi colleghi di lavoro ed evitavo soprattutto le dispendiose partitine a poker che mi proponevano. Delle sere desideravo Giuli così tanto che andavo nella nostra stanza da letto per annusare il suo profumo ed i suoi indumenti. C’è poco da dire, lei, rispetto a me, ha una marcia in più non solo per la sua brillante carriera professionale ma per il suo carattere eccezionale. Giuli è il tipo che non fa regali, parla poco, concede pochissimo agli altri della sua intelligenza, sembrerebbe una snob, in realtà ha un mondo interiore ricco di fantasia. Sono stato fortunato ad incontrarla e a sposarla nonostante i suoi non volessero ma, adesso, dopo dieci anni di matrimonio avvertivo la necessità di sondare le sue fantasie, le perversioni di cui non mi aveva mai parlato e così come degli uomini che nei suoi viaggi di lavoro aveva incontrato. Impazzivo di gelosia ma, quando era a casa, ricevere il suo bacio e passare una notte stringendo il suo corpo fino a farle male allontanava i miei pensieri folli. Giuli non poteva essere solo per me, e avevo deciso di farle provare qualche esperienza con altri o con altre coppie. Una sera, attraverso un sito di incontri avevamo contattato una coppia di Milano che sembrava molto disponibile all’idea di un incontro a quattro. Qualche mail, qualche giorno di chat, una settimana o forse due. Poi una sera, Marco, il marito della milanese che desiderava ciucciare cazzi a quintalate mi diede il suo cellulare. La sera successiva sarebbero venuti loro a Firenze. Fu un contatto veloce. Mi era sembrato subito simpatico Marco. Giuli invece mostrava una certa ansia. Forse con quella mossa mi stavo giocando lei ed il nostro matrimonio ma, pur non essendo un abile giocatore, sapevo che per non perdere una moglie che si allontana, dovevo alzare la posta ed offrirle di più. Quando sei ad un passo dal confrontarti con i tuoi reali desideri è necessario cogliere l’occasione concretizzando quei desideri, oppure al minimo raffreddamento, si rischia di fare un passo indietro. Ed era quello che stava capitando. Lo stavo capendo, e provai a fare la mia mossa. Perciò non forzai assolutamente Giuli ma la convinsi simpaticamente ad avere un incontro semplice e senza forzature con questa coppia. Avrei prima incontrato Marco a piazza della Repubblica. Fu puntuale alle 23.30 , era un quarantenne simpatico ed interessante. Mi fece mille domande, e mi confidò i suoi desideri, le sue fantasie. Mi disse che lei, Dolly, era ignara delle sue reali intenzioni, ma che, come mi aveva già detto, per lo meno condivideva questa sua fantasia e che lui stesso gli aveva anche fatto vedere qualche commento alle foto di lei dal sito di annunci, tra i quali il mio messaggio e il mio profilo. Quando arrivò Giuli, lui rimase emozionato. Poiché la sua Dolly conosceva Firenze, aveva telefonato ad una amica e si avvicinò a Giuliana per presentarsi. Mia moglie, bionda, con Dolly, bella brunetta, longilinea e formosa, capelli corti molto elegante, gambe sexy e portamento altezzoso. Erano una coppia da urlo. Marco invitò tutti ad accomodarci al tavolo. Che strano, io in fondo sono timido, ma ero in quel frangente particolarmente tranquillo, a mio agio. Mi ricordo che assaggiammo dei dolcetti di ananas essiccato e cioccolato. Assaggiato uno non seppi più cosa fare. Un gusto orribile, che mi mise in crisi. Cosa fare? Mando giù in un boccone, ma non resisto, e glielo dico. “Mah, sono terribili!” Non credevo di essere così deciso, ma mi sentivo in piena libertà con loro, e difatti scoppiammo in una risata collettiva. Anche loro si erano accorti della mia reazione, e comunque, concordavano con me che quegli affari erano orribili al gusto. Però, anche se ero rapito da Dolly, Giuli ne era realmente conquistata. Sono anche questi piccoli segnali, questi particolari che fanno grande e concreta una relazione personale, manifestando tutto il feeling che può esserci tra le persone che possono condividere qualcosa. Era come se ci fossimo conosciuti da tanto. Bevemmo anche qualche bicchierino di amaro dopo il caffè, e magari sarà anche per questo che Giuli, spiazzandomi ancora una volta, mi disse ad un certo punto “ma, Antonio, non hai capito chi è questo?” Lei, per un’ attimo, sembrò ancora interrogativa, poi ad un certo punto cadde in un silenzioso ed allarmato atto di comprensione. Il rumore della sedia che striscia sul pavimento rompe quel silenzio tombale. Alzandosi in piedi disse: “E’ in uomo, anzi una trans, è vero Marco?” Marco iniziò a ridere; ricordo soprattutto che, mentre rideva, se ne uscì con la frase: “Antonio, ti presento mia moglie”. Presi così io in mano la situazione. Tranquillizzai Giuli , che non ne aveva affatto bisogno. Dolly ora sembrava meno timida e rimaneva sempre elegante nei modi e nel comportamento. Mi piaceva. Donna non volgare e conscia del suo essere femminile, delle sue fantasie seppur restia a concedersi ad un cenno di consenso verso un’ approccio a quelle fantasie. Mi disse, mi confidò che lei si fidava molto del marito, di come lui sapesse bene quello che a lei piaceva. Mi faceva in pratica capire in maniere delicata e maliziosa che la cosa la poteva interessare. Parlammo tanto, e poi lasciai Giuli e Dolly e dicendo: “E’ giusto che voi ne parliate, ed è giusto che voi, se dovete avvicinarvi a questo tipo di fantasie, lo facciate con la consapevolezza di chi ha preso liberamente la scelta, insieme. A casa nostra ormai sembrava che Giuliana avesse le idee chiare, faceva quasi comunella con quella splendida trans che si faceva chiamare Dolly. Noi uomini eravamo quasi esclusi dai loro discorsi. Dolly ci raccontò di essere di padre milanese e madre giapponese e di aver avuto, sin da bambino, inclinazioni omosessuali. Poi, ad una certa età era giunto il momento del salto definitivo e così aveva iniziato a dichiararsi trans a tutti, di scegliere una vita da transessuale nell’attesa dell’intervento che le avrebbe donato quello che la Natura le aveva promesso ma non le aveva regalato. Così, mano nella mano come due amiche, lei iniziò, nella nostra camera da letto a giocare con Giuli. Esibiva un cazzo notevole, ma soprattutto iniziò a baciare avidamente la conchiglia della mia Giuli e a succhiarla come una pesca zuccherosa e odorosa. La natura e la cultura giapponese del corpo si notò subito quando chiese a me, che osservavo insieme al “marito” Marco, se avessimo dell’olio profumato. Ovviamente sì, fu la mia risposta e così iniziò, con un sottofondo di un pezzo di musica classica, la danza di quelle due dee uscite dal Simposio di Platone. Dolly non smetteva di baciare e accarezzare le gambe di una sempre più coinvolta ed estasiata Giuliana mentre, dopo averle sfilato il perizoma, usava l’olio profumato accarezzandole i seni. Le gambe di Dolly erano lunghissime, calze e scarpe con tacco alto, come Giuliana. Giuli era stata abilmente e velocemente denudata da quella bellissima donna/uomo che adesso, dopo averla messa di spalle le diceva “Sai , io non ho la pussy ma il mio uccellone è tutto per il tuo culo morbido. Dovrai attendere per averlo, supplicarmi, se lo vuoi, ma io ti regalerò l’estasi. C’è da pagare un prezzo per ogni cosa.” Per la prima volta Giuli sotto scacco, di spalle e con il buco del culo pronto per una severa penetrazione. Dolly continuava a massaggiare con l’olio profumato Giuli che, adesso di schiena, era stata anche ammanettata alle sbarre del letto da Dolly. Le manette le aveva con sé Marco che, da quanto mi aveva fatto capire, procurava questi attrezzi e incontri per la sua dolcissima bambolina. La ragazza controllò, strattonandole, la tenuta delle manette poi si allontanò di qualche passo da lei, verificò che io mi trovassi nella stanza quindi iniziò a spogliarsi. Lentamente, sempre fissando Giuli negli occhi, si levò il vestito e, dopo averlo piegato con cura, lo appoggiò sulla poltrona vicina. Indossava una biancheria molto seducente composta da un reggiseno delicatamente traforato e un tanga color grigio perla. Una tinta che magnificamente s’intonava sulla sua pelle e che richiamava l’azzurro tendente al grigio degli occhi. Le calze autoreggenti, di un colore molto chiaro, sottolineavano la lunghezza delle gambe terminando a metà coscia. Era veramente molto attraente, sapeva come porsi per mettere in risalto gli aspetti positivi del suo fisico. Non credevo che la mia donna trovasse quello spettacolo eccitante, Giuliana non era propriamente bisex, lei non aveva problemi a dividere il suo uomo ed il letto con un’altra donna, non disdegnava neppure le carezze femminili, in un’occasione l’avevo vista baciare la mia ex ma non cercava mai un rapporto saffico. Per quel che ne sapevo anche Dolly era così, quindi il suo spogliarsi davanti a Giuli assumeva un significato più simile ad una sfida che al gioco erotico di un’amante. Se guardavo con attenzione gli occhi della ragazza vi leggevo, infatti, una durezza ed una determinazione tale da lasciarmi immaginare la silenziosa competizione in atto tra le due donne. Non mi erano chiari, invece, i motivi di tale tensione. Dolly si sfilò il tanga dopo aver fatto scorrere con malizia le mani sulla pelle appena sopra l’elastico, quindi lo abbassò quel tanto sufficiente a lasciarlo cadere scivolando sulle gambe. L’indumento che cadeva aveva scoperto una minghia completamente depilata su un corpo quasi acerbo e dalla pelle levigata. Era totalmente innocente per quanto in realtà fosse perversa. Dolly era una donna che basava la seduzione sui contrasti e sulle armonie. Accentuava i contrasti tra il corpo e il suo modo di agire mentre studiava con cura le armonie tra l’abbigliamento e la sua figura. Una donna perfettamente in grado di competere con la mia Giuli. Il tanga aveva appena raggiunto il tappeto che, dopo averlo afferrato con le dita dei piedi piegò la gamba per portarselo all’altezza delle mani, quindi lo gettò sulla poltrona a fianco del vestito. Quindi, terminato il massaggio a Giuli, si rivolse verso di me mentre slacciava il reggiseno, se lo tolse con pochi e aggraziati movimenti rimanendo vestita solo delle calze. Buttò anche il reggiseno sulla poltrona mentre si posizionava di fronte a me con le gambe aperte e le mani appoggiate aperte sul grembo, senza attendere altro salì a cavallo delle mie ginocchia lasciando scivolare il suo uccellone contro il mio membro che premeva contro il tessuto dei pantaloni. Giuli mi fissava mentre i suoi occhi s’illuminavano di una luce tutta particolare accentuata dalla dilatazione delle pupille, segno di grande eccitazione. La ragazza spinse le sue labbra sulle mie e al primo tocco le aprì offrendomi la sua lingua. Un bacio avido e passionale fu il nostro primo contatto, mi ritrovai a pensare che se quello era un anticipo di ciò che m’aspettava, allora non avrei resistito a lungo. Senza staccare le labbra dalle mie, sul letto mentre Giuli rimaneva ammanettata , insoddisfatta Dolly mi prese le mani invitandomi ad alzarmi. Una volta in piedi mi potei spogliare davanti a lei. Il suo sguardo scorreva il mio corpo alla ricerca di quei sintomi d’eccitazione che potevo scorgere sul suo. I capezzoli erano perfettamente eretti nel loro turgore, su quel seno minuto parevano enormi ed estremamente invitanti, avrei voluto prenderli subito tra le labbra per succhiarli e leccarli ma lei si allontanava da me giocando con la mia voglia. Sfilai i pantaloni già aperti e li lasciai cadere in terra mentre spiavo i suoi occhi per avere la gratificante conferma che si posassero sul mio membro. Lei, infatti, stava studiando con freddo interesse la zona genitale, non mi diede il tempo di terminare di spogliarmi: infilò una mano negli slip e mi afferrò il membro con forza. Mentre stringeva si avvicinò a me e mi baciò ancora una volta, quindi si inginocchiò ai miei piedi mentre le mani facevano scorrere le mie mutande verso il basso. Il pene si trovò, quindi, dinanzi alla sua bocca senza che lei facesse nulla se non osservarlo. Giuli vedeva la sua lingua che scorreva sul mio pene. Aveva un tocco leggero e delicato, seguiva la lunghezza del membro dai testicoli al glande con la sua lingua umida. Le sensazioni che mi dava erano stupende nella loro dolcezza ma mi ritrovavo a desiderare l’interno della sua bocca. Ero troppo eccitato per sopportare a lungo quello stimolo troppo leggero, guardai nella direzione di Giuliana in cerca dei suoi occhi. La mia donna sembrava soffrire della sua prigionia. Conoscendola m’immaginavo il desiderio nascente in lei di occupare il posto di Dolly. Certamente pensava che, al suo posto, mi avrebbe fatto godere molto di più, sicuramente voleva sentire il mio sapore in bocca. Preso da questi pensieri non mi accorsi che quell’incrocio tra una donna italiana ed il fascino del Lontano Oriente aveva spalancato la bocca e si preparava ad accogliermi dentro. Notai gli occhi di Giuli spalancarsi e le pupille dilatarsi nell’attimo in cui provai un forte calore sul glande; non vidi altro. Dolly, dopo avermi ingoiato per buona metà il membro, succhiò forte provocandomi una fitta d’inteso piacere tale da costringermi a chiudere gli occhi. Era abilissima in questo gioco. Dopo aver stuzzicato il glande con la lingua all’interno della bocca lo fece uscire lentamente, molto lentamente, accompagnando il movimento con la lingua. Subito lo ingoiò nuovamente per ripetere ancora il rito di prima. Quando riuscii a dominare le sensazioni che mi dava, tornai ad osservare le due donne: Dolly aveva gli occhi chiusi mentre scivolava in avanti con il viso ad ingoiare il mio pene, poi li apriva per guardare Giuli. La mia donna fissava intensamente il viso di quella bambolina che giocava con entrambi; era chiaramente eccitata dallo spettacolo, lo coglievo dai tanti segni che, ormai, sapevo decifrare. Non mi aspettavo questo da lei; avevo sempre pensato che lei godesse solo ed unicamente quando era al centro dell’attenzione, protagonista unica del piacere, vittima e dominatrice delle voglie mie e degli altri uomini. Ora si stava eccitando alla vista di un mio incontro con un’altra donna, questo la faceva sempre più apparire simile a me. Capivo ora quanto lei mi capisse e approvasse la mia perversione, proprio perché era stata lei a farmi diventare così. Avrei voluto avvicinarmi a lei in modo da avere un qualche contatto fisico con la mia donna in quel momento, ma Dolly mi bloccava con il piacere che mi dava. La ragazza era certamente conscia del mio stato d’animo, molto probabilmente aveva colto la lotta interiore tra ciò che desideravo e ciò che avrei voluto fare. Il desiderio di godere, e di far godere, lottava con la voglia di coinvolgere fisicamente Giuliana. Dolly risolse la situazione alzandosi in piedi dopo aver interrotto, con mio disappunto, il suo gioco di labbra sul mio pene. Salendo fece in modo da far scivolare il seno lungo il mio busto poi aderì con tutto il corpo al mio stringendosi a me con una mano. Mi impressionava molto favorevolmente la sua altezza, era raro per me trovarmi a guardare negli occhi una donna senza dover reclinare il capo. Stupenda era la sensazione del suo fallo contro il pene eretto, potevo cogliere il suo respiro che diveniva piano, piano, sempre più veloce. Dolly stava pensando a ciò che sarebbe presto seguito, pareva che tentasse di anticipare attraverso la pelle del bacino la sensazione del mio membro dentro di lei. Notavo dai suoi occhi una crescente eccitazione e un forte desiderio, mi persi in quel grigio macchiato d’azzurro e per un istante dimenticai il verde degli occhi di Giuli. Rapito dalla femminilità prorompente di quella “donna” che avevo contro la pelle, iniziai a camminare lentamente all’indietro verso il divano, seguito da lei. Mi sedetti mentre le mie mani scivolavano verso i suoi glutei. Dolly attese che il mio sguardo percorresse ogni centimetro del suo corpo, voleva darmi la possibilità di apprezzare appieno il corpo con cui stavo per unirmi, quindi si girò per essere inculata. Si sollevò in modo da consentirmi di guidarmi dentro di lei, appena sentì il pene sistemato correttamente nel suo ano iniziò il suo movimento. Il suo culetto si apriva dolcemente, caldo e morbido. Avevo gli occhi puntati sul suo bacino affascinato dalle curve armoniose e dal gioco dei muscoli che intravedevo sulla pelle sin che un gemito richiamò la mia attenzione sul suo volto. Non mi aspettavo di vederla già preda del piacere, il suo volto testimoniava una soddisfazione profonda. Iniziò a muoversi con ampi giri del bacino rafforzati dal gioco delle natiche. A volte sollevava il corpo in modo da far uscire ed entrare il mio pene in lei; si era posizionata in modo da favorire il lavoro della mia mano senza però rinunciare a prendere completamente il pene dietro. La sentivo dilatarsi sempre di più mentre con la mano percepivo i suoi umori. Iniziai a spingere con il bacino, quel poco che potevo, in modo da farmi sentire meglio da lei. Stava acidamente cercando il piacere, fortunatamente il suo ano era già tanto dilatato da ridurre il mio godimento. Mentre lei godeva e trasmetteva a me parte del suo piacere tentai di guardare nella direzione di Giuli, ma poiché era ammanettata e di spalle, in terra non riuscivo a vederla. Provavo ad immaginarla, tentavo di realizzare nella mia mente cosa stesse provando la mia donna in quel momento, ma non vi riuscivo. Sapevo perfettamente cosa provavo io quando era lei a godere sotto i colpi di un altro uomo ma non potevo conoscere i suoi sentimenti. Senza dubbio una donna non provava ciò che sentivo io e mi sarebbe piaciuto conoscere cosa le passava per la mente e come il suo corpo reagiva in quel momento. Avrei soddisfatto la mia curiosità più tardi, lo sapevo, ma in quel momento avrei dato qualunque cosa per entrare nella sua anima. Il corpo di Dolly era davvero stupendo e lei sapeva muoverlo bene, mi faceva godere ma io pensavo continuamente a cosa stava provando Giuliana e mi ritrovavo a sperare che lei godesse con noi. Succedeva anche a lei quando apriva il suo ventre ad un altro uomo? L’intensità del mio piacere era tale da non consentirmi di aprire gli occhi per puntarli su quelli della mia donna, avrei voluto assimilare dal suo sguardo ciò che provava. L’avevo vista impegnata fisicamente in quella che credevo fosse la massima espressione della sua perversione, ma in quel momento lei stava provando il piacere generato da una depravazione ancora più grande. Legata al letto, prigioniera dello spettacolo del mio corpo unito a quello di una trans, provava finalmente ciò che sentivo io quando era lei ad agire. Terminato il mio orgasmo riuscii finalmente a spostare il mio sguardo su di lei. Giuli aveva un’espressione indecifrabile sul viso, capivo che era eccitata, vedevo il piacere sottile ma intenso appena provato, gli occhi lucidi testimoniavano una forte emozione ma le labbra erano serrate in una smorfia più simile al dolore che al piacere. Non capivo se soffriva per il desiderio di agire o per i fatti appena accaduti. Forse lo spettacolo era stato troppo forte per lei, probabilmente si era fatta ammanettare per res****re alla tentazione di fermarci all’ultimo istante. L’ultimo dei miei desideri era di procurarle un dolore di qualsiasi forma.

Categories
Racconti Erotici

Un sogno che si avvera

So che è disinibita, è il mio sogno erotico da sempre, voci dicono che si fa fare anche il culo, alcune amiche mi hanno confidato che un paio di volte ci ha provato con loro e il suo ex mi conferma che è indubbiamente la regina del pompino con ingoio. Mora, capelli lunghi e ricci, sul metro e settanta, magra al punto giusto, ho visto alcune foto e quando si mette in tiro,wow!, un gran pezzo di gnocca!! Quella sera in disco ero solo anche se in compagnia degli amici incontrati sul posto e lei nella stessa condizione: due sabati prima mi ero ritrovato a ballare con lei che si muoveva in maniera piuttosto provocante, strusciando il culo sul mio pacco e passandomi le labbra a un millimetro dal collo con le braccia incrociate dietro la schiena, in quel frangente avevo iniziato a credere di riuscire nell’impresa, invece nada! per quello quando mi si era avvicinata gridandomi in un orecchio per sovrastare alla musica che aveva bisogno di parlarmi, mi misi subito all’erta. Il piano era semplice, lei mi dava il segnale e io la seguivo dopo qualche minuto, verso l’uscita, con ritrovo nel parcheggio. Uno di fronte all’altra, le domando se c’era qualche problema e lei mi dice che quello non è il posto giusto, invitandomi a seguirla a casa sua. Educatamente, entro domandando il permesso, ma lei mi dice di non preoccuparmi, che i suoi genitori sono fuori e torneranno tra due giorni, così mi trovo da solo in casa con una figa imperiale con il piercing sulla lingua con il quale gioca in maniera assolutamente eccitante mentre si stende sul suo letto ed io mi siedo su un bordo a fianco. Ovviamente non ha nessun argomento importante di cui parlarmi e passiamo mezz’ora a raccontarci cazzate, mentre io mi rilasso e mi distendo al suo fianco, il suo gioco appare chiaro quando inizia a farmi il solletico, al quale non resisto, accartocciandomi verso di lei, che infila la testa di fianco alla mia baciandomi e leccandomi il collo. Mi scosto leggermente afferrandole la nuca con una mano e la bacio seriamente, il mio sogno si sta realizzando, sto per scopare una delle più grandi porche della mia vita, penso, mentre ci togliamo la maglietta e le slaccio il reggiseno. Scopro due superbe tettine, piccole e sode, sto per lanciarmi in missione tra di loro, ma lei capovolge la situazione, si mette a cavalcioni su di me e, con la bocca a non più di un centimetro dalla mia, mi blocca le braccia sopra la testa, avvertendomi che le piace molto comandare e che per nessuna ragione avrei dovuto muoverle finchè non fosse stata lei ad ordinarlo. Accetto di buon grado questa nuova ed intrigante situazione, mentre mi toglie i jeans lasciandomi con i soli boxer e, a ruota, i suoi, con il perizoma minimo e trasparente come unico indumento a coprirla su tutto il corpo. Si china su di me e riprende a baciarmi, scivolando lentamente sul collo e sul petto, si rialza e mi sbatte in faccia le tette che lecco e succhio con piacere, faccio per alzare le braccia e stringerle il culo, ma lei prontamente mi blocca, ricordandomi che è lei che ha il controllo del gioco fino a nuovo ordine. Così, mentre ricomicia a scendere, mi aggrappo alla testata del letto, lei continua ad andare in basso, arriva con la testa tra le mie gambe e inizia a massaggiami e mordicchiarmi il cazzo duro da sopra la stoffa dei boxer, fino al momento in cui finalmente li toglie, lasciandomi completamente nudo e in suo potere. Mi dice che ora posso usare le mani, ma soltanto per spingerle la testa mentre mi fa un pompino da dieci e lode, io non me lo faccio ripetere, mi sollevo su un gomito e con la mano libera le raccolgo i capelli impugnandoli per spingerla sempre più giù. Lo prende in bocca quasi completamente, mai provato nulla di simile, lo fa senza mai smettere di guardarmi negli occhi mentre io ansimo raccogliendo il piacere, mi sta facendo impazzire, lo succhia con la giusta delicatezza afferrandomi con la mano le palle, ritmando una leggera pressione. Quando si ferma, il mio cazzo è un lago di saliva che le bagna abbondantemente anche il mento colandole sul collo e sul seno, è ancora a cavalcioni su di me e mi sollevo mettendomi di fronte a lei, la bacio, palpeggiandole le tette bagnate e, infilandole le mani sotto al culo, ma è soltanto un attimo, perchè mi spinge sulle spalle ributtandomi indietro e mettendosi in piedi per sfilare in perizoma che mi lancia in faccia ordinandomi di mettere le braccia di nuovo sopra la testa.
Ora anche lei è completamente nuda e la vista d’insieme rispecchia le aspettative, anche se al momento lo sguardo è più attratto dal minuscolo ciuffetto di pelo sopra la piccola fichetta che, essendo in piedi ed avendo il mio corpo che non le permette di chiudere le gambe, appare aperta quanto basta per poterla ammirare e desiderare da perderci la testa. Il mio desiderio si acuisce quando una delle sue mani scivola sul fianco andando a posarsi sulla fica e iniziando a masturbarla, a scostare le grandi labbra per mostrarmi cosa c’è dopo, a mettere un dito al suo interno… Dito che, chinandosi, mi fa leccare, per poi aggiungere la sua lingua, inginocchiandosi su di me. Si avvicina e stringo di nuovo la testata, si posiziona finalmente con la fica davanti alla mia bocca, ne avverto l’eccitante odore, ma non mi basta, la voglio leccare perdendomi, lei usando entrambe le mani la dischiude cosicchè posso iniziare ad assaggiarla e baciarla, succhiandole il clitoride, infilandomi con la lingua dentro di lei per meglio gustarne gli umori, leccando tutto il contorno completamente glabro. Afferra la mia testa con le mani e mi schiaccia contro il suo basso ventre, a malapena respiro, ma è fantastico trovarsi immersi tra le sue cosce e avere l’obbligo di non muovere le mani, essere in suo potere, non poter far altro che obbedire ai suoi desideri…Ma ora voglio prendere un pò di controllo, la faccio distendere con le gambe aperte per poter finalmente leccargliela nella posizione classica: lei accetta ma resiste poco, vuole mettersi a sessantanove, cosa alquanto gradita. La sensazione di leccare una figa sentendosi succhiare il cazzo è unica nel suo genere, non ha paragoni per gli amanti del sesso orale, sentire il suo piercing che batte proprio li, dove la pelle che ricopre la cappella si unisce a quella che corre sul resto dell’asta, fa temere l’eiaculazione precoce. Sto resistendo, ma si toglie ordinandomi di leccarla ancora un pò prima di passare oltre, ubbidisco e ricomincio la perlustrazione, mentre muove roteando la punta delle dita sul clitoride ed io, piegato a novanta davanti a lei, inizio a farmi una sega per mantenere alta la tensione. Mi stacco e cerco nello zaino vicino al letto un condom, lo scarto e lo indosso, mi stendo su di lei e lentamente affondo, muovendomi lentamente mentre lei, imperterrita, continua a masturbarsi, tendendo la pelle che stringe un pò di più il cazzo che la sta penetrando. Mi sollevo in ginocchio facendole appoggiare una lunga gamba sulla mia spalla e comincio a colpirla con più forza, ma decido di farle riprendere il controllo e, appoggiando le spalle al cuscino, le chiedo di sedersi su di me. Lei sceglie di rivolgermi la schiena e, nella debole luce che filtra dalle tapparelle, gusto la sua fichetta che inghiotte il mio cazzo, si siede e prende a flettere sulle gambe piegandosi verso i miei piedi, lasciando libera la visuale del culo che si contrae ritmicamente. A quanto pare gradisce particolarmente, perchè aumenta la velocità e la sua voce si mescola ad un insieme di sospiri e gemiti che mi fa intuire che sta per venire: a quel punto, sollevo le natiche e le abbasso seguendo i suoi movimenti, fino a quando si contrae più volte gemendo. Si alza e mi confida che uno è il numero massimo di orgasmi che può raggiungere in un amplesso, ma che ora era arrivato il mio turno e che non mi avrebbe lasciato andar via senza avermi soddisfatto. Mi dice di mettermi in piedi sul letto, eseguo e lei si inginocchia davanti a me, leva il condom e prende il mio cazzo in bocca mentre con una mano sul culo mi spinge in avanti e con l’altra mi stimola il muscolo proprio sotto le palle, inizio a faticare a mantenere il controllo e mi lascio andare. Avverto quella sensazione di inevitabilità tipica dell’orgasmo maschile, la avverto che sto per venire e lei mugola affermativamente lasciandomi intendere che lo sa, che se ne rende conto, ma non si ferma, anzi, accelera ancora, smette di succhiare e si mette con la bocca aperta e la lingua protesa in fuori a un centimetro dalla punta della cappella mentre continua a farmi una sega. Mi sembra di essere al gran finale di un film porno di qualità, sto pensando a quanto mi piacerebbe poter riprendere questa scena per potermela gustare in futuro, mentre i miei pensieri scorrono, inizio a venire, guardo in basso e vedo il suo bel viso che viene sporcato dagli schizzi del mio sperma, che le scivola dagli angoli della bocca sul collo e sul petto, uno più potente degli altri si appoggia obliquo sulla traiettoria dell’occhio sinistro finendo di depositarsi sulla lingua. Sulle ultime contrazioni ricomincia a succhiarlo, ed io provo quel prurito al limite del fastidioso tipico del post orgasmo. Da vera pornodiva, lo batte ripetutamente prima sulla lingua, poi sulle tette, facendolo strofinare sui capezzoli per poi rimetterlo in bocca, fino a quando sono io che decido di spostarmi per concludere la scopata.

Categories
Racconti Erotici

Tutto per un pallone

Me ne stavo bella tranquilla e rilassata su uno sgabello della cucina a leggermi un giornale di gossip quando improvviso mi giunse all’ orecchio una sorta di esplosione e di vetri infranti, veniva dalla sala non c’ erano dubbi, andai a vedere e infatti ci trovai una finestra che dava sul terrazzino sfondata ed un pallone da calcio tranquillo tranquillo sopra ad un divano, attenta a non pestare vetri sono andata in terrazzo e guardando di sotto ho visto in giardino un bel numero di ragazzini col naso girato all’ insù che stavano osservando il mio balcone, nemmeno sono riuscita a cominciare a smoccolare che è suonato il campanello di casa.

Sono andata ad aprire e mi sono trovata davanti uno degli eroi del pallone.

– Signora non so come scusarmi, sono stato io a tirare il pallone e a procurarle i danni al vetro, se ha un pò di fiducia in me, mi chiamo Manuel, faccia pur riparare il tutto e con l’ aiuto dei miei genitori le rimborserò il dovuto.-

Lo guardai dritto negli occhi, in effetti lo avevo già visto, abitava nella palazzina di fronte a quella dove abitiamo noi e la luce che usciva dall’ azzurro delle sue pupille mi parve sincero.

– Ok Manuel un incidente può capitare a tutti, vedi di fare in modo che non si ripeta, poi ti dirò la spesa del vetro, ciao. –

– Scusi signora mi restituirebbe il pallone? Sa non è mio ma di un mio amico.-

– Dovrei trattenerlo “a garanzia” ma voglio fidarmi di te, te lo vado a prendere.-

Gli riconsegnai il pallone, ci salutammo, mi ripeté le scuse e se ne andò. Non restava che armarmi di scopa, paletta e secchio per raccogliere i vetri rotti.

Avevo tutto il pomeriggio e parte della sera a mia disposizione perché mio marito, facendo il turno pomeridiano, sarebbe tornato solo verso le 21. Finito di ripulire tutto mi sedetti in sala e accesi il tv alla ricerca di una trasmissione che mi consentisse di annoiarmi il meno possibile.

Stavo guardando un vecchio filmetto quando suonò nuovamente il campanello di casa, diedi un occhiata dallo spioncino della porta e attraverso le lenti vidi che c’ era nuovamente Manuel, eccolo, pensai, ha parlato con i genitori e quelli gli hanno detto di arrangiarsi, la vedo nera per il vetro della mia finestra. Aprii la porta e lui con un sorriso mi disse:

– Posso entrare signora avrei bisogno di parlarle.-

– Qualche problema a casa?- Intanto lo feci entrare.

– Nessun problema ma vorrei raccontarle la verità.-

Non sapevo che pensare, lo feci accomodare in cucina e gli chiesi se desiderasse un caffè o qualcos’ altro, mi chiese un bicchier d’ acqua e si accomodò su uno degli sgabelli.

Gli diedi la sua acqua e gli chiesi che novità ci fosse dopo tanto poco tempo e di quale “verità” parlasse.

– Vede signora il pallone l’ ho tirato io volontariamente, di certo non volevo colpire la finestra ma desideravo finisse nel suo terrazzo.-

– Allora Manuel cominciamo col dire che mi chiamo Luisa e non signora che altrimenti mi fai sentire più vecchia di quel che non sono, poi, spero vorrai motivarmi questo tuo gesto.-

– Luisa, preferisce un lungo giro di parole e di metafore o dritto per dritto alla verità?-

– Oltre a Luisa gradirei anche del tu e non del lei, forza Manuel, dritto alla verità.-

– Bene, grazie per la confidenza, ma ricorda che la verità me la hai chiesta tu, ok?-

– Ok, ok ma sbrigati perché sto cominciando a preoccuparmi.-

– So di certo che tu non ti sei nemmeno mai accorta di me ma è un pò di tempo che io ti sto divorando con gli occhi, una donna come te non è giusto che appartenga ad un solo uomo, ti sogno tutte le notti e tutte le notti mi masturbo pensando a te.-

Ero ammutolita, non sapevo che dire e dopo le sue parole mi sentivo letteralmente spogliata dai suoi sguardi.

– Manuel ma tu ti rendi conto di quello che stai dicendo? Ti rendi conto che sei un ragazzino ed io una donna molto più anziana di te? Dimmi la verità, cos’ è una scommessa che hai fatto con i tuoi coetanei mettendomi in mezzo?-

– No Luisa, i miei amici pensano solo al pallone e alla play station, tranquilla, sono io che ho in mezzo alla testa le donne in generale e te in particolare.-

– Sai che sei proprio un bel furbetto, concludendo che vorresti da me?-

– Vorrei vederti senza vestiti, poterti ammirare a 360° ed avere ispirazioni più dirette per i miei giochi notturni.-

Ero di sale, Manuel mi stava mettendo decisamente in difficoltà, anche perché volente o nolente capivo che stavo eccitandomi, che fare? Premiare la sia sfacciata sincerità e il suo modo inusuale ma educato o pensare che in fin dei conti era solo un ragazzino…

– Scusa Manuel ma con i tuoi modi di fare e la disponibilità delle ragazzine di oggi proprio di una “vecchia” come me hai bisogno?-

– Luisa non arrampicarti sugli specchi, sei tu che turbi le mie fantasie.-

– Mi dici Manuel quanti anni hai?-

– 18 da pochi giorni.-

Non era vero a mio modo di vedere ma feci finta di credergli, mi faceva comodo. Mi parve che le parole mi uscissero dalla bocca contro la mia volontà, non credevo quasi a quanto stavo dicendo.

– Ok Manuel, vai nella sala e aspettami, però devi accettare le mie condizioni, ti limiterai a guardarmi e resterai seduto senza avvicinarti a me, comunque vada a finire tu mai più verrai a suonare alla mia porta se non sarò io a chiedertelo, per finire devi giurarmi che non farai mai verbo con nessuno di questa cosa, non voglio per fare un piacere a te diventare la troia del quartiere, sei disposto ad impegnarti su queste mie condizioni?-

– Luisa ti giuro quello che vuoi e sarò di parola, stanne certa.-

– Bene, allora vai, siediti e aspettami.-

Andai in camera da letto per mettermi un paio di sandaletti col tacco e mi infilai anche un paio di autoreggenti, nel sistemarmi il perizoma mi resi conto che non stavo facendo un piacere solo a lui, la mia fica era fradicia.

– Non aspettarti uno spogliarello, dissi a Manuel arrivando nella sala, mi metterò semplicemente nuda per il piacere dei tuoi occhi e delle tue fantasie.-

Indossavo una vecchia gonna a portafoglio che volò via in un attimo, poi mi tolsi la maglietta e rimasi davanti a lui con il solo perizoma, le autoreggenti e le scarpe ai piedi.

– Sei esattamente quello che immaginavo, stupenda, ma non mi dirai che hai finito, c’ è un perizoma di troppo e il pelo che ne esce lateralmente mi fa supporre che il tuo boschetto sia molto folto, fammelo ammirare ti prego, odio le donne che si depilano.-

In pochi secondi mi aveva già fatto i raggi x, effettivamente il mio boschetto, come lo defìnì lui, è molto folto per espresso desiderio di Mario, mio marito, mi tolsi anche il perizoma e rimasi pressoché nuda a farmi divorare dai suoi occhi. Feci un lento giro su me stessa per potergli dare la possibilità di guardarmi bene ovunque, quando tornai dritta davanti a lui mi accorsi che Manuel si era slacciato i jeans e teneva in mano il suo pene turgido.

– Ma che fai Manuel?-

– Questo Luisa non me lo hai vietato nelle condizioni che hai posto!-

Aveva ragione, intanto che si menava il pene sentivo che a quella vista la mia fica gocciolava sempre di più e il liquido cominciava a scendere nell’ interno delle coscie. Stavo partendo completamente di testa. Non ce la facevo proprio a res****re alla vista di quel pene e a non toccarlo.

Andai verso di lui e mi ci inginocchiai davanti, mi feci posto tra le sue gambe pregandolo di palparmi le tette, gli ingoiai tutto l’ uccello fino alle palle risalendo pian piano fino a potergli slinguare la cappella, conoscevo già l’ epilogo ed in particolar modo la durata di questa mia performance, infatti bastarono pochi secondi e cominciai e sentire il suo pene pulsarmi in bocca, gli strinsi dolcemente le palle e quasi contemporaneamente fui inondata da un lunghissimo e copioso getto di sperma accompagnato dai suoi soddisfatti sospiri, sapevo che sarebbe durata poco, continuai a leccare imperterrita fino a raccogliere anche l’ ultima goccia del suo caldo “miele”.

Restai nella posizione in cui ero a godermi le espressioni del suo viso soddisfatto.

– Grazie Luisa, non pensavo potesse essere tanto bello, ma ora permettimi di pensare io a te, ti siedi al posto mio e chiudi gli occhi.-

Feci come richiestomi e chiusi veramente gli occhi, ero curiosa di sapere come si sarebbe comportato Manuel, mi spalancò le coscie e mi ritrovai il suo viso affondato nella fica, passava sapientemente dal mordicchiarmi il grilletto a leccarmela tutta e a penetrarmi con la lingua, era molto bravo il ragazzo, pareva volesse mangiarmela ed io non potevo esimermi dal venirgli ripetutamente in bocca.

– Sei molto bravo Manuel, gli dissi con un filo di voce rotta da vari e ripetuti sospiri, mi stai facendo liquefare.-

– Con una strafiga come te si fa poca fatica, avevo ragione, una come te non può essere di un solo uomo.-

A questo punto lo volevo dentro, diedi un occhiata e vidi che il suo “bastone” era già nuovamente pronto, beata gioventù, ad essere usato, lo spinsi sulle spalle fino a farlo sdraiare sul tappeto del pavimento, gli sfilai i pantaloni ed i boxer e mi infilai il suo atrezzo nella fica cominciando a montarlo. Ero ubriaca di piacere. Questa volta capii che il mio “montoncino” avrebbe resistito molto ma molto di più. Mi sentivo le sue mani ovunque e questo contribuiva ad accrescere il mio piacere e a farmi venire in continuazione, mi fece sdraiare su di lui e senza togliermi il ***** dalla tana mi ribaltò in modo di essere lui sopra, cominciò a sbattermi come un forsennato.

– Mi stai facendo impazzire di piacere Manuel, sfondami ti prego.-

I suoi colpi si moltiplicarono dandomi un piacere quasi sconosciuto, mai ero stata montata prima con tanta veemenza, mi pareva d’ avere la sua cappella dentro la pancia, cominciai a sentire il suo membro che si ingrossava ulteriormente e capii che stava per venire.

– Dentro o fuori Luisa?-

– Dove vuoi ma resisti ancora qualche colpo che voglio venire assieme a te.-

Così avvenne tra mugolii e grida di piacere, pensavo di averlo svuotato col pompino di prima invece un altro fiotto bollente mi esplose nella ****. Eravamo entrambi esausti ma molto soddisfatti. Si sdraiò al mio fianco avendo cura di infilare ancora le dita della sua mano nella mia fica e spargendo lo sperma che ci trovava sul mio pelo.

– Pensavi che ti avrei permesso di arrivare a tanto oggi Manuel?-

– Onestamente speravo che se fossi riuscito a farti spogliare avrei avuto anche molte probabilità di scoparti.-

– Sei molto sicuro di te stesso ma debbo ammettere che ne hai il merito, sei stato molto bravo.-

– Il merito è solo tuo, sei una donna meravigliosa e mi hai regalato ore che non vivrò mai più nella mia vita.-

– Ora non esagerare che poi mi convinci.-

Mi rimisi in piedi e dicendogli di aspettarmi 5 minuti volai sotto la doccia per ripulirmi da tutto lo sperma che avevo nelle parti basse del mio corpo. Quando tornai in sala con il mio accappatoio indosso Manuel si era già rivestito, raccattai da terra quei pochi vestiti che mi ero tolta e presi per mano il giovanotto e lo portai verso la porta di casa.

– Ti lascio il numero del mio cellulare visto che mi hai vietato di cercarti spero lo faccia tu.-

– Ok Manuel, e lo scrissi sul primo foglio che mi capitò a portata di mano, non ti faccio promesse ora ma non penso sia questa l’ ultima volta che ci vediamo.-

Stavo per aprire la porta ma lui mi fermò mi appoggiò contro il muro e mi baciò con molto trasporto avendo cura di infilare un suo ginocchio tra le mie gambe roteandolo in modo di massaggiarmi ancora la fica, avrei dovuto certamente rifare la doccia!

– Ciao Luisa, sei immensa e non dimenticare mai di chiamarmi ogni volta che lo desideri.-

Diedi un’ occhiata tramite lo spioncino che non ci fosse “traffico” sulle scale e lo feci uscire.

Ero un pò stordita ma felice, mi restava solo da decidere se raccontare il tutto a Mario o tenermi tutto per me, scelsi la via di mezzo, presi il telefono e chiamai Daniela, la mia amica dell’ esperienza al Club Priveè, la invitai per il pomeriggio dopo a prendere un caffè a casa mia, non era il caso di raccontare l’ accaduto per telefono, ma lei, conoscendomi bene mangiò la foglia,

– Verrò di certo, sono proprio curiosa di sapere con chi hai fatto la troia stavolta.-

ringrazio la mia amica Lela per avermi raccontato questa bella storia che posso condividere con voi.

Categories
Racconti Erotici

L’inizio di un aspirante cuckold

Ciao a tutti, mi chiamo Riccardo, Riky per gli amici, e voglio raccontarvi come è iniziata la mia sfegatata passione dell’essere cuckold.
Sono sposato da circa 10 anni e devo anche dire felicemente sposato. Il sesso nella vita di coppia non è mai mancato, solo che come spesso capita dopo un po di tempo occorre qualcosa che stimoli di più, che metta del pepe per riattivare la “circolazione”. Capitava molto spesso che durante le nostre razioni di sesso e amore s’inventava qualche storiella del tipo:
farlo con il vicino o la vicina di casa, con il capo al lavoro, con la segretaria e chi più ne ha più ne metta.
Un bel giorno mi sono chiesto: quando scopiamo mi chiede di interpretare un altra persona che la fotta, se questo “gioco” la eccita al punto di scopare come una dannata e dare il meglio di se, perchè non provare sul serio? Fu proprio allora che cercai di capire come poterle proporre la situazione. Andando per le corte, una volta proposta la cosa facendo riferimento che io provassi immenso piacere vedererla scopare da un altro che potesse a sua volta dare immenso piacere a LEI, che altrettanto bello e eccitante potesse essere farlo in tre o magari quattro.
Miei cari amici, non avrei mai pensato in quel preciso momento di prendermi un sincero e diretto VAFFANCULO ed una buona razione di schiaffi.
Deluso, indignato e sconfitto, con la coda tra le gambe dovetti nel tempo creare una nuova armonia e attendere che sbollentasse quella che era la sua ira ed il suo castigo sessuale nei miei confronti.
Trascorse un anno, i rapporti si erano ristabiliti ed eravamo in attesa del primogenito. Dopo la gravidanza, seguì un periodo post-parto un po noioso e mentre LEI si deprimeva e affondava nelle comuni paranoie delle neo mamme, il mio pensiero, quella di volerva vedere scopare un altro si rialimentava.
Fu così, un bel giorno, che mi venne in mente di iscrivermi ad uno di quei siti dove si incontra gente, ci si organizza etc. Iniziai a scrivere e cercare di reclutare un individuo che avesse le caratteristiche dell’uomo che potesse senza molte difficoltà sedurla e farla invaghire.
Rientrata al lavoro, dopo l’assenza per maternità, inizio il mio percorso da pioniere dei questa nuova situazione. Trovato il candidato ideale, lo misi subito al lavoro. Lo coordinai in tutti i suoi spostamenti, in maniera che fosse sempre casuale il loro incontro. Si inizio dal ber dove LEI faceva colazione, alla tavola calda dove pranzava con i colleghi di lavoro.
Finalmente notati gli sguardi lanciati dal tizio misterioso che da qualche tempo frequentava gli stessi posti suoi, iniziò a ricambiare gli sguardi maliziosamente e compiaciuta del fatto che quel bell’uomo scrutasse proprio lei. Una mattina s**ttò l’operazione caffè offerto senza che lui fosse lì. Normale che avesse pensato subito a lui. Alla prima occasione che s’incontrarono lei lo ringraziò e da lì iniziò un susseguirsi di caffè insieme, pause pranzo non più con i colleghi ma con LUI; dopo qualche tempo lei accettò il suo numero di cellulare. Non lo utilizzò subito ma attese un paio di settimane, proprio quelle in cui io volutamente diventai freddo, distante, poco comprensivo. Dal primo sms a lunghe chiaccherate non ci volle poi così molto tempo.
Amici miei cari, eravamo vicini a quello che era stato sempre il mio sogno. Un giorno mia moglie, che vivevano questo rapporto di “amicizia” in maniera molto confidenziale con lo sconosciuto,valuta una proposta da LUI ricevuta! Pranzare insieme ma in maniera più intima a casa sua (di LUI). Quando lui me lo disse io saltavo di gioia, sentivo già pulsare il membro dall’eccitazione. Ci organizzammo tutti tra di noi indipendentemente. Io dissi a mia moglie che non sarei tornato per pranzo per un appuntamento a CT e sarei tornato nel tardo pomeriggio; lei mi disse che aveva ispezione al lavoro e quindi avrebbe eventualmente chiamato lei per sentirci come sempre durante la pausa pranzo. Mentre io daccordo con lo “sconosciuto” mi nascondevo nella sua villetta di Mondello nella cabina armadio in muratura prima che loro arrivassero, Lui andava a prenderla in ufficio per portarla lì. Una volta arrivati sul luogo, entrarono, chiaccherarono a lungo mentre lui preparava del cibo ed una volta terminato il pranzo si misero sul divano in una stanza adiacente a conversare del più e del meno, dei rapporti con i rispettivi partner, dei figli, del lavoro; all’improvviso mentre io potevo solamente ascoltare e non vedere per non essere visto e rovinare tutto, un silenzio tombale turbò la conversazione.
All’improvviso LEI esclamò: due amici non stanno in silenzio interrompendo una conversazione guardandosi fissi negli occhi con mezzi sorrisi.
LUI: hai ragione; solo che in questo momento non ti guardo come amica ma ti considero molto più che una amica.
Io non vedevo ma lui poi mi raccontò che lei chiuse gli occhi e allungò le braccia intorno al suo collo, lui la strinse forte e la iniziò a baciare con molta passione, poi la prese di peso tra le braccia e lei gli si mise a cavalcioni stringendolo.
Corserò verso la camera dove finalmente io potevo osservare quello che la mia mente elaborava da oramai più di due anni.
Si spinsero sul letto matrimoniale, si sposgliaro velcemente a vicenda, lei gli tirò giù gli slip e gli prese in bocca il cazzo durissimo, iniziandolo a spompinare come non aveva mai fatto nemmeno con me; si ritrovarono a fare un magnifico 69 ed io da dietro le quinte col cazzo durissimo mi gustavo quanto fosse troia la mia splendida mogliettina. Poi lui la prese, la spise con le spalle sul letto, le spalancò le gambe e le ficcò dentro con forza quell’enorme uccello da 23 cm e un diametro da invidia. La inizio a pompare come un dannato lasciandola senza respiro, poi le si girò per cavalcarlo senza pietà, tutto dentro fino ai coglioni. Ad un certo punto vidi che lui cercava di spostarla per poter sborrare ma lei lo inforcò con forza dicendogli: ti prego inondami la fica di sborra, ti prego fallo.
Lui era restio e al suo titubare lei gli grido godendo come una gran troia: cazzoooo prendo la pillolaaa, sborramiiii dentroooooooo.
Lo fecero altre 3 o 4 volte ed io dentro la cabina armadi mi segavo fino all’infarto. Era stato bellissimo.
Tornati a casa ognuno per i fatti nostri come se nulla fosse successo, abbiamo parlato del più e del meno e dopo cena ci siamo fatti una bella scopata durante la quale lei ha inventato una storiella pressocchè simile a quella vissuta poche ore prima con lo “sconosciuto”.
Tutto ciò ebbe seguito per circa 4 mesi, poi ovviamente come tutte le storie degli amanti finiscono, ma per volere mio in questo caso.
In quasi 10 anni e con due gravidanze in mezzo ho effettuato circa altri 20 tentativi e solamente 5 “sconosciuti” sono andati a buon fine, ma questi ve li racconto un altra volta.
A presto

Categories
Racconti Erotici

(Quasi) Schiavo Per Un Giorno!

Dopo una breve presentazione e quattro chiacchiere per rompere il ghiaccio, me lo domandó: “sai qual é il mio lavoro?”. Certo che lo sapevo e sapevo anche come lo faceva. E le foto che aveva sul suo blog, me lo confermavano. Era una specie di Mistress, o almeno cosí la chiamano quelli del “settore”, una sorta di donna dominatrice o roba simile. Mi aveva cercato lei sul sito, forse leggendo i miei racconti, guardando le mie foto, pensava che fossi un potenziale “cliente”.
– “Só di cosa ti occupi Vanessa. Sei una di quelle Signorine con la frusta, guanti in pelle e giocattoli strani che prende a sculacciate, se non peggio, gli uomini che si affidano a lei” Gli risposi.
– “A molti piace Chase!” Scrisse serafica lei.
– “Piacere? Cosa c’é di bello e piacevole nel farsi prendere a calci nelle palle?” Continuai immedesimandomi come un fantomatico cliente e mettendomi istintivamente una mano sopra le palle come a proteggerle.
– “Da come lo dici sembrerebbe tutto lí e comunque se non lo provi, come fai a giudicare?” Continuó Vanessa.
– “No, ti ringrazio dell’offerta, ma come direbbe qualcuno, rifiuto e vado avanti anche senza questa esperienza!” Cerco di conlcudere io.
– “Andiamo Chase. Lo só che in fondo in fondo vorresti provarla questa cosa. Ho letto i tuoi racconti, le tue storie, Natsumi, Kaori e prima ancora tua cugina. Ti piace che ogni tanto qualcuno si prenda cura del tuo uccello, senza che tu debba pensare ad altro. Forza, incontriamoci, non te ne pentirai!” Provó ad ins****re lei.
Quella sera la nostra chiacchierata On Line si concluse con il nulla. Io non ero convinto della sua proposta (ma qualcosa inizió a farsi strada nella mia testa) e Vanessa non si spinse oltre. Peró ci promettemmo di risentirci qualche giorno dopo. La “conoscevo” da poco piú di sei mesi e non l’avevo cercata io, o meglio, avevo dato una sbirciatina al suo sito per curiositá, ma non gli avevo mai chiesto “l’amicizia”. Lo fece lei poco tempo dopo, notando che tra le visite della sua pagina, c’era il mio nome. I primi tempi ci furono i soliti messaggi e commenti piú o meno banali sulle foto caricate da entrambi in Rete, tipo “ti riempirei quella fica di sborra”, “mi svuorerei le palle su quelle tue enormi tette”, “che bel culo”, “vorrei sentire Chase il tuo cazzo dentro la mia fica” e cose simili. Fino a quando non mi chiese se avessi qualche foto o video in piú. Allora gli diedi un paio di Link dove avevo caricato parecchi album su di me (ma a volto coperto). Da quel momento partí una fitta corrispondenza, Vanessa aveva capito che non ero il solito fake della Rete. Cosí una sera, quando ormai avevamo superato da tempo la fase stile “mi piace” di moda ormai sui social network sulle nostre foto di nudo, iniziammo a “chiacchierare” in chat. La prima parte l’avete letta poco sopra, questo il seguito circa dieci giorni dopo:
– “Ti vedo Chase, sei On Line. Allora? Hai pensato alla mia proposta?”
– “Non lo so Vanessa, non dico che non vorrei provare, ma un conto é farsi fare una sega, masturbarsi. Un altro é farsi torturare l’uccello”
– “Forza Chase, lo só che vuoi farlo. E poi non é come pensi. Quello cha faccio io, é far provare ad un uomo altri piaceri con altre tecniche oltre la semplice sega. Non sempre mi calo nel ruolo di Mistress, anzi, io non sono proprio come loro, a me piace tormentare i vostri uccelli! E comunque non esiste solo il gioco schiavo/dominatrice, ci sono anche altre possibilitá, dipende dalla situazione, dalle regole date all’inizio da entrambe la parti” Cercó di spiegarmi lei.
– “Se dico che accetto, come funziona ‘sta cosa? Quanto mi costa? No, guarda, lasciamo perdere…. ti stó solo facendo perdere tempo” Provai a chiudere il discorso.
– “É questo quello che pensi? Che lo faccia per soldi? Se fossi stato uno qualunque, uno di quelli con la panza, puzzolente, dall’aspetto sfigato, forse ti darei ragione. Ma questa volta é diverso. Ogni tanto io e Luisa cerchiamo volontari per i nostri video da mettere On Line. Tu ci sembravi….. ci sembri, il candidato ideale. Come giá ti ho detto, ho letto le tue storie su quando ti facevi segare da tua cugina o le tue amiche. Ed ho visto anche i tuoi video amatoriali, tra i tanti mi ha colpito quello dove ti metti da solo un’asta di ferro lunga 30cm dentro il buco del tuo uccello. Ecco perché ti ho cercato. Insisto, vedrai che ci divertiremo e poi nessuno a mai parlato di soldi. Comunque vedila cosí: tu avrai un’altra storia da raccontare e noi un altro video per farci pubblicitá!” Continuó Vanessa.
Luisa. Non si era mai parlato di una seconda persona. E non avevamo parlato nemmeno di farmi riprendere durante l’eventuale seduta masturbatoria. Ma per i dettagli c’era tempo. Alla fine mi aveva quasi convinto. Anzi, mi aveva decisamente convinto, visto che la settimana successiva ero giá sotto casa sua. Vanessa abitava in una casa isolata poco fuori la mia cittá. Una volta arrivato nelle vicinanze del suo appartamento, parcheggio la mia auto a diversi minuti (non si sá mai qualcuno mi riconosca) dalla sua residenza, lascio in auto tutti i miei documenti, compreso il cellulare e mi dirigo alla sua abitazione. Sul citofono leggo solo i loro nomi, Vanessa & Luisa. A quanto pare anche le ragazze ci tenevano all’anonimato. Mi aprono, attraverso un lungo vialone ed un minuto dopo sono davanti alla porta di casa loro. Quella che mi accoglie dovrebbe essere proprio Vanessa. É come nelle foto: altezza circa 170 cm, magra con i capelli lisci non troppo lunghi ed un seno prosperoso. Solo il suo viso mi é nuovo, anche lei lo aveva “nascosto” in Rete.
– “Ciao, tu devi essere Chase, ma qual é il tuo vero nome?” Esordisce sorridendo Vanessa.
– “É importante il mio nome? Comunque piacere di conoscerti, sei ancora piú bella dal vivo” Rispondo sorridendo.
E bella lo era davvero, al di lá del suo fisico prorompente, quasi necessario per la sua “attivitá”, anche il suo viso faceva la sua parte, rimaneva molto delicato e pulito. In effetti stonava con il suo “lavoro” e l’abbigliamento con il quale mi aveva accolto. Un look quasi aggressivo per un faccino cosí pulito, sembrava un paradosso. Persino i suoi capelli rossi naturali gli donavano un’aspetto sexy piuttosto che hot. Una volta dentro, ci scambiamo le solite chiacchiere di convenienza e mentre parliamo, mi offre un aperitivo. Dopo un pó si arriva al dunque e mi spiega le poche regole base del gioco. Fondamentalmente sono solo due, mi dice Vanessa mentre inizia a spogliarmi. La prima é ovviamente non toccare se non autorizzati, la seconda é tenere a mente la Safeword, una parola che in caso di giochi troppo spinti, ferma tutto. Ovviamente, continua lei, se deciderai di farne uso, magari anche subito, la storia finisce qui ed ognuno per la sua strada. Lo dicevo io, faccino dolce, ma bella decisa la tipa. Allora mentre lascio che mi tolga gli ultimi indumenti, anche io detto le mie regole, che poi sarebbe solo una: non voglio il video. Vanessa capisce che non voglio “pubblicitá” e mi dice di non preocuparmi, a quello ci penseremo dopo. Ora sono nudo davanti a lei che sembra non guardarmi. Quindi mi prende per mano e mi accompagna in bagno suggerendomi di fare una doccia. Lei mi avrebbe raggiunto di lí a poco. Che atmosfera strana! Ma comunque eccitante. Mentre mi insapono, assaporando l’attesa di quello che verrá, il sangue comincia ad affluire lungo il mio pisello che inizia giá a gonfiarsi. Vanessa torna quasi subito, avvolta in un costume rosso fuoco ed una mascherina dello stesso colore che le copre gli occhi. Che fica, ovviamente dieci volte meglio che in foto. Le sue enormi tette ora sono ben visibili. Di che misura sono? Una terza abbondante? Una quarta? Vorrei strapparglielo per riempire le mie mani con quei due cocomeri, giocarci, succhiare quegli enormi capezzoli! Ma cerco di controllarmi. Poi subito dopo dalla porta spunta un’altra ragazza, si presenta e mi lancia una specie di passamontagna nero. Doveva essere Luisa, colei che avrebbe filmato tutto e quel cappuccio di cotone nero era per me, per nascondere la mia identitá. Il suo fisico é meno imponente di quello di Vanessa, lei è decisamente magra, piú minuta. Indossa un custume, come la sua amica, di colore verde acido che risalta la sua abbronzatura. Ora si che il mio cazzo diventa bello tosto. Se ne accorgono entrambe e mentre accende la Videocamera, Luisa mi dice che ora ci avrebbe pansato Vanessa al mio uccello. Quindi la lascio fare e mentre l’acqua scorrendo mi toglie il sapone, inizia a farmi una sega. Non perde tempo. Meglio cosí, le mie palle sono giá pronte ad esplodere. La sua mano é delicata come il suo viso ed il mio cazzo, giá gonfio per averla vista quasi nuda, diventa subito dritto. Vanessa continua a smanettarlo, ma si ferma quasi subito. Poi fa un passo indietro, prende da un mobiletto della schiuma da barba, delle lamette usa & getta, delle piccole forbici e torna verso di me nuovamente. Capisco che vuole depilarmi l’uccello, ma gli dico di non farlo, lo preferisco cosí. Allora mi mette una mano in bocca come per zittirmi e mi ricorda che dal momento in cui ho varcato la soglia di casa sua, ho accettato implicitamente che fosse lei a “Comandare” in tutto e per tutto. Inizia a tagliarmi i peli superflui con le forbicette ed ammetto che la cosa mi piace. Mentre lo fá, accarezza il mio uccello dritto e gonfio. É davvero brava! Tiene il mio uccello in erezione per facilitare la depilazione ed in piú mi masturba. Tolti i primi peli, passa alla lametta. Agita la schiuma da barba, se la versa su una mano e me la spalma sull’uccello. Ma il modo in cui lo fa, é sempre segandomi. La sua mano fa su & giu per diversi secondi ed io inizio a sentire lo sperma fermentare nelle palle. Ma Vanessa non mi lascia godere, si assicura che il mio cazzo sia sempre dritto e si ferma sempre un momento prima dell’imminente orgasmo. Quindi continua a depilarmi. Con una mano mi tira le palle e con l’altra passa il rasoio. Prima il testicolo sinistro, poi il destro ed infine per una pelle (o palle) piú liscia, stringe con forza entrambe le mie sfere. O meglio, stringe la sacca scrotale poco sotto il mio pisello e lascia spuntare entrambe le palle dal suo pugno. Un misto dolore e godimento attraversa il mio corpo, lei intanto con i testicoli in tiro continua a passare la lametta. Finito di rasare le mie sfere, passa al mio uccello sempre dritto. Una volta, due, tre, poi gli fá anche il contropelo. Ora é completamente liscio. Quindi prende il soffione della doccia e mi dá un’ultima rinfres**ta. Alla fine mi invita ad uscire dal box ed a seguirla. Scendiamo delle scale e dopo pochi secondi entriamo in una stanza, che tutto sembra fuorché una camera. Decisamente grande, con un mobilio essenziale e due scrivanie con strumenti “strani”. Al centro una specie di lettino, anzi é piú una tavola, a forma di “X” con dei braccialetti (catene?) agli incroci. Mi fá sdraiare cercando di legarmi mani e piedi. Faccio un pó di resistenza, ma Vanessa capisce che per me é una situazione nuova e mi spiega che é per la mia “sicurezza”, che durante la masturbazione potrei avere qualche s**tto provocato da riflessi involontari e farmi male. OK, gli credo. Ora sono immobilizzato. Braccia e gambe sono legate. E mentre Vanessa mi gira intorno accarezzandomi da ogni parte, Luisa sistema la telecamera su un cavalletto. Poi si avvicina anche lei a me e partendo dai piedi, fá salire la sua mano fino alla coscia, per poi afferrare il mio pisello. Lentamente mi masturba, giusto il tempo per far allontanare Vanessa che si avvicina al bancone “strumenti vari” e torna verso di me con un tubo del dentifricio. Luisa smette di segarmi l’uccello, ma continua a stuzzicarlo giocando con le mie palle, intanto Vanessa versa un bel pó di dentifricio sulla mia cappella, la copre completamente, ed aiutandosi con l’altra mano che allarga leggermente il buco del mio pisello, ne mette una piccola quantitá all’interno. Avverto un certo bruciore. Poi prende il posto di Luisa, inizia a tormentare le mie palle ed accarezzarmi tutta l’asta. Sento sempre di piú la sborra che reclama una via d’uscita. Mi guarda e capisce che sono quasi al culmine. Allora afferra con la mano tutto il mio cazzo dritto e delicatamante la fá salire verso l’alto portandosi dietro la pelle del mio pisello ricoprendo la cappella con la stessa. Lo risalita della sua mano porta con sé lo sperma incanalato lungo l’asta, che uscendo fuori senza schizzare, mi provoca un fortissimo bruciore, tutta la cappella la sento bruciare. Colpa del dentifricio penso. Emetto un gemito, quasi un piccolo urlo, mentre vedo la sborra colare lungo i lati. Vanessa si allontana di nuovo, la vedo prendere un flacone dal bancone. Cos’é? Crema? Vasellina? No, sembra del dopobarba. É del dopobarba! Non facccio in tempo a realizzare, a riprendermi da quel bruciore e la vedo versarmi metá flacone sul mio pisello. Il bruciore del del dentifricio, unito al dopobarba, mi fanno fare un balzo in avanti con bacino. Sento il mio cazzo andare a fuoco. Ma niente é al confronto di quando afferra nuovamanete tutta l’asta e cerca di tirar fuori altro sperma. Con un dito gioca con il prepuzio, poi con il pollice ruota intorno alla cappella fino a quando un’altra colata di sborra viene fuori. Urlo qualcosa mentre vedo e sento il mio uccello in fiamme venire. Poi stringe con forza la mia asta, quasi a soffocarmi il pisello, la forte presa gonfia la mia cappella che apre il suo buco sulla punta. Successivamente con la sinistra versa altro dopobarba dentro il mio cazzo. Il bruciore questa volta é fortissimo, maggiore di quello precedente e diventa quasi insopportabile quando con il dito medio sfiora tutta l’asta facendo uscire altre gocce di sperma. Il mix di sborra e dopobarba dentro il canale del mio cazzo é una nuova sensazione che ammetto mi piace. Sembra che qualcuno stia disenfettando la mia vescica dall’interno. Vanessa mi lascia qualche minuto di riposo, ed in quel lasso di tempo si spoglia. Finalmente la vedo nuda, anche se il costume giá lasciava intravedere qualcosa, ma non la sua fica, rossa come i capelli e dipilata leggermente sui lati coscia. Il breve dolore/bruciora lascia posto all’eccitazione di penetrarla. Mi gira intorno, si lascia osservare mentre mi tocca. Poi sale sul lettino, si mette a gambe aperte e lascia che la osservi da sotto. Con un piede mi schiaccia le palle, le spinge verso il basso con forza, lo fá piú volte, spinge e lascia, spinge e lascia. Lo stiramente fá muovere l’asta del mio cazzo dritta, avanti e indietro. Si ferma qualche secondo e piega le ginocchia. Penso: “forse mi svuoto dentro di lei”. La vedo scendere, si abbassa, la sua fica rosso porpora é ad un centimetro della mia cappella. Porto la testa dietro assaporando l’imminente penetrazione….. che non avviene. La osservo, cosa aspettta? Le mie palle stanno esplodendo! Poi all’improvviso si accarezza la fica, mi guarda in modo provocante ed inizia ad urinare. Un getto di piscio caldo inonda il mio cazzo, quindi interviene anche Luisa, che nel frattempo si era denudata pure lei, ma ero troppo preso da Vanessa per notarlo. Allunga una mano sul mio cazzo, ma invece che masturbarmi, usa quella pioggia dorata per sciacquare il mio uccello. Il cuore batte a mille. Quanto dura questa tortura? Dopo che Vanessa si é svuotata su di me, scende dal lettino per far posto a Luisa. Lei invece che schiacciare le mie palle con i piedi, le prende a calci. I colpi, uniti ai miei testicoli gonfi, mi fanno male. Fortunatamente smette quasi subito di giocare a pallone in mezzo alle mie gambe. Quindi si mette a gambe aperte sopra il mio viso. Vorrei toccarla, leccarla ovunque e sbatterglielo dentro fino a farglielo arrivare in gola. Ma sono loro oggi che comandano. Mentre osservo finalmente la sua fica liscia come il marmo, Luisia inizia a masturbarsi, la sua mano scivola lungo le grandi labbra avanti e i dietro. Continua con un ditalino veloce, fino a quando sfilando il suo dito medio che scivola fuori, anche lei inizia a pisciarmi addosso! Una pioggia calda di acqua gialle finisce sul mio petto, poi sul mio viso. Giro la testa su un lato, ed un fiume di piscio entra nelle mie orecchie. Allora si avvicina Vanessa e con entrambe le mani, cerca di mettere di nuovo la mia testa rivolta al soffitto. Chiudo la bocca, ma il getto d’acqua d’orata mi riempie comunque la faccia, inumidisce il “passamontagna”, respiro a fatica e la sua urina si insinua nelle mie narici. Nessuno mi aveva mai pisciato sul viso e…. e devo dirlo… tutto sommato mi piaceva! Dopo che anche Luisa si svuota su di me, le ragazze mi lasciano respirare per un pó. Mentre guardo l’orologio attaccato alla parete e mi rendo conto che é giá passata piú di un’ora, vedo che torna verso di me Vanessa con una s**tola grande come un pacchetto di sigarette ed un’asta di ferro. Anche Luisa si avvicina, mi libera un braccio e dice che posso toccarla, se voglio. Certo che voglio! Inizio dalle sue tette, una seconda abbondante, belle sode e piene. Ci gioco, le stringo, stuzzico i suoi capezzoli ed intanto sento il mio cazzo pulsare sempre di piú. Poi passo alla sua fica, struscio la mano in mezzo al suo spacco ancora bagnato, forse di urina o forse dei suoi umori. Il mio pisello continua a pulsare, lo sento gonfio e lo vedo dritto come non mai. Allora Luisa si allontana, ma non prima di avermi legato di nuovo. Intanto, come in una perfetta staffetta, Venessa gli dá il cambio ed inizia a segarmi il cazzo. Tre o quattro masturbazioni classiche su & giu della mano, giusto per essere sicura che il mio cazzo rimanga bello dritto. Poi inizia a mettermi dentro il buco della cappella l’asticina di ferro. Piano piano, centimetro dopo centimetro, lentamente me la butta tutta dentro. La sento arrivare fino alla sacca scrotale, dall’interno la sento che smuove qualcosa. Uno spasmo parte dal mio cazzo, sento che potrei venire da un momento all’altro. Allora Vanessa mi mette una mano sul petto come per rilassarmi. Poi collega con un filo la s**tola tipo pacchetto di sigarette all’asticina di ferro. Torna a massaggiarmi i testicoli e poi….. e poi quella piccola scossa che attraversa tutto l’interno del mio pisello! Faccio un salto in avanti con il bacino emettendo un gemito. Quella s**tolina, alimentata forse da una piccola batteria, era uno stimolatore. Un “vibratore” da uomo. Vanessa continua con quelle piccole scosse, una volta, poi due, tre, fino a quando il mio cazzo esausto, non espelle una quantitá esagerata di sperma. Non schizzo normalmente, sento solo la sborra incanalarsi lungo l’asta, uscire dai bordi del buco della mia cappella, con un’unica interminable spruzzata come se stessi pisciando. Guardo il mio cazzo e noto l’intera asta coperta di crema bianca. Quello che vedo é una quantitá esagerata di sperma uscire da tutte le direzioni del mio grosso fungo. Sembra una bottiglia di spumante agitata per troppo tempo che finalmente viene stappata. Finito il fiume di sperma, Vanessa sfila l’asta e prende delle corde. La prima la lega intorno alla mia cappella ancora gonfia e la blocca al soffitto su una specie di carrucola. La tira mettendo in tensione il mio uccello che si allunga e sfina come una molla. Con un’altra corda mi lega un testicolo, gli fá un nodo tipo cappio e la blocca su un tirante laterale. Stesso lavoro per l’altra palla. Ho il pisello tutto in tiro. Poi Vanessa ad ogni corda aggiunge piccoli pesetti aumentando la tensione. Di riflesso alzo il bacino, penso “qui mi si stacca qualcosa”. Quindi si avvicina al bancone e prende una mini frusta con la quale inizia a colpire il mio cazzo. Un colpo, due, poi un altro ed un altro ancora. Successivamante passa alle mie palle rosso fuoco per la tensione. Vedo anche le vene che circondano i miei testicoli. Colpisce con il mini frustino anche quelle. Un grido di dolore esce dalla mia bocca giá al primo colpo, ma Vanessa continua a colpirle, prima una, poi l’altra, poi di nuovo una volta a destra e una a sinistra, continuo a lamentarmi. Alla fine si ferma. Finalmente! Mentre posa tutti i “giocattoli”, Luisa mi libera di tutte le corde e vedo cadere in mezzo alle mie gambe come un peso morto, le mie palle ed il mio pisello. Torna Vanessa ed inzia a masturbarmi, in pochi secondi mi diventa di nuovo dritto, allora smette. Accarezza la cappella e si allontana. Entrambe mi girano intorno senza fare nulla. I minuti passano ed il mio cazzo inizia a perdere l’erezione. Allora ci pensa Luisa, lo prende anche lei in mano, ed inizia a farmi una sega. Di nuovo mi diventa dritto e sento la sborra riempirmi il canale lungo il mio pisello. Forse ci siamo, é arrivato il momento di svuorarmi. Ma anche lei sul piú bello si ferma e torna a girare intorno al tavolo. Non ce la faccio piú, le mie palle potrebbero eplodere da un momento all’altro. Iniziano seriamente a farmi male, gonfie di sperma che non trova una via d’uscita. Cerco di dire qualcosa, ma Vanessa mi precede: “Ora Chase, dopo mezza giornata di giochi e torture, il numero piú bello di tutti. Un classico, ma anche un sempreverde. Te lo facciamo diventare duro, quando poi avvertiamo che stai per venire, ci fermiamo, per poi ripartire poco dopo. Ti masturberemo fino allo sfinimento”.
E non scherzava. Andarono avanti per quasi un’ora masturbandomi con il classico sitema della mano su & giú! Sega, cazzo dritto, riposo! Di nuovo: sega, cazzo dritto, riposo! Usai la Safeword, dovevo svuotarmi e volevo che mi lasciasse sborrare, ma disse che ormai non valeva piú visto che non c’era piú nessuno strumento a tormentare il mio cazzo. La senzazione di quella lunga masturbazione non é facile da spiegare. Le palle iniziano a farti davvero male, nello stomaco avverti anche una strano fastidio e la cappella inizia ad assumere dimensioni esagerate (per non parlare del colore rosso fuoco dovuto al continuo sfregare delle mani durante la sega). Dopo un’ora abbondante di masturbazione, Vanessa sale sul lettino e finalmente mi dice che é arrivato il momento di svuotare il mio bel cazzo gonfio. Mentre con la pianta del piede gioca con il mio uccello che torna di nuovo in erezione, con il pollice stimola la mia cappella esausta. Nota che il mio cazzo stá per scoppiare e lentamente si abbassa sulla mia asta. Vedo il rosso del suo pelo avvicinarsi al mio cazzo e l’idea che sto per inondarla, fá pulsare ancora di piú il mio uccello! La vedo avvicinarsi, sento la sua fica sfiorare la mia cappella, avverto i suoi peli punzecchiarmi, ci siamo. Ma invece che infilarsi dentro il mio pisello sfinito, se lo fá scivolare tra le sue grandi labbra. Inarca la schiena, poggia le sue mani dietro di sé ed inizia a strusciare la sua fica lungo la mia asta. Intanto Luisa prende la telecamera e ci riprende da un lato. Vanessa continua a masturbarmi con la sua fica, continua a strusciarsi lungo il mio uccello, sento il calore della sua fica, il pisello mi pulsa da morire, sento i primi spasmi dentro le palle, le sue grandi labbra avvolgono quasi completamente il mio palo mentre continua a segarmi….. la sborra inizia a salire, la sento…. eccola… le prime gocce spuntano fuori e poi….. e poi spingo, spingo con forza il mio cazzo su Vanessa ed una lunga interminabile schizzata esce dalla mia cappella… un lungo fortissimo getto la colpisce sul mento… un secondo spruzzo sbatte sotto un suo seno… poi un’altra schizzata, ed un’altra ancora….. continuo a spingere… a sborrare, a liberarmi… gli schizzi vanno in tutte le direzioni, lo stomaco di Vanessa é farcito di crema calda ed io continuo a venire… lei mi aiuta con la mano, spinge la mia asta con forza nel suo spacco mentre si struscia… spruzzo ancora una volta, due, tre… tutto il carico di sperma esce in quelle dieci, undici abbondanti schizzate che bagnano Vanessa ed il lettino come se avesse piovuto sperma dal tetto in una giornata di tempesta sborreale! Ancora qualche spasmo del mio cazzo, ma ormai le mie palle sono definitivamente svuotate e quello che vedo è il mio uccello che si agita per nulla.
Finalmente finisce tutto e le ragazze mi liberano. Io rimango qualche secondo ancora sdraiato e mentre Vanessa si allontana, Luisa si attiva per pulire tutto. Allora mi alzo cercando la direzione del bagno e mentre mi incammino, noto che in mezzo alle gambe ho un pisello che sembra sia stato in guerra. Spompato come non mai e con due palle mosce che mi arrivano alle ginocchia.
La doccia é veloce, sono sfinito e non vedo l’ora di tornare a casa per mettermi davanti alla TV con una birra in mano. Le ragazze mi salutano e Luisa mi accompagna verso l’uscita. Prima di congedarmi mi dice che la giornata di oggi é stata piú per “lavoro”, per sponsorizzare il loro sito, piuttosto che per piacere personale. Poi mi dá un biglietto di carta con su scritto il suo numero di cellulare privato, facendomi notare che non é sua abitudine elargirlo cosí facilmente. Mi dice che se l’avessi chiamata, magari potevamo passare una serata io & lei insieme . Mi dá un bacio sulla guancia e mi saluta chiudendo la porta. Prendo la direzione della mia auto guardando il foglio ed immediatamente prendo la mia decisione. Certo che ti chiamo, penso, ho toccato con mano la tua fica senza scoparti. Mi hai fatto vedere il tuo giocattolo in mezzo alle gambe e poi come una bambina dispettosa me lo hai tolto di mano.
Mi tocco il pisello ancora dolorante mentre di sdraio sul divano. Un pó di relax, qualche giorno per ricaricarmi e la prossima volta saró io a mandare il tuo posto piú intimo in fiamme Luisa! Promesso.

chasedessler@katamail.com

Categories
Racconti Erotici

Realizzare Un Sogno

Volevo da tempo provare una esperienza trasgressiva, ero attratto da quelle figure femminili che però sotto sotto nascondono gli attributi maschili, a letto ho sempre avuto un desiderio di essere un po’ sottomesso e schiavo di qualche giochino intrigante, inoltre ho notato che molte delle donne con le quali ho avuto avventure impazzivano quando le prendevo dietro, quasi gli piaceva di più essere inculate che scopate nel modo più tradizionale quindi nel mio intimo avevo sempre il desiderio di provare cosa si provasse ad essere sodomizzato, ma non provavo però la minima attrazione esponenti del mio stesso sesso, invece un’esperienza trans mi ha sempre tentato.
Con il tempo questo desiderio è diventato sempre più grande dentro di me e allora ho deciso di provare finalmente questa esperienza, mi sono messo quindi alla ricerca di qualche trans che potesse fare al caso mio, scorrendo gli annunci dei giornali ho contattato molti transessuali, ascoltato le loro porche segreterie telefoniche, ma c’era sempre qualche sfumatura che stonava e quindi la mia ricerca proseguiva, non volevo andare in locali frequentati da questo genere di creature in quanto ho forse ancora paura di espormi troppo, volevo avere un’esperienza tranquilla senza implicazioni di altro genere; un giorno chiamo un numero e mi risponde una voce calda e sensuale, parliamo per qualche minuto e gli dico che per me si sarebbe trattato di una prima esperienza, che volevo che tutto accadesse con calma, senza forzature secondo l’ispirazione del momento, dall’altra parte del filo trovai una affinità con quello che chiedevo, mi garantì calma pazienza e spontaneità, giunsi quindi all’idea che quella potesse essere la persona giusta per mettere in pratica il mio desiderio presi quindi un appuntamento per il giorno dopo.
Prima di recarmi da lei mi preparai, una lunga doccia per rilassarmi, un po’ di crema lungo il corpo per rendere la pelle più morbida e mi avviai, giunto davanti al portone per un attimo pensai di lasciar perdere e di andarmene, ma poi suonai, mi venne ad aprire e rimasi per un attimo interdetto, pensavo si di trovarmi davanti ad una quasi/donna ma era molto più donna di quello che potessi solamente immaginare, entrai, richiuse la porta e restai a guardarla senza profferire parola, era alta un metro e ottanta, capelli neri lunghi, occhi scuri, una bocca ben delineata, i tratti del viso erano straordinariamente femminili, indossava un reggiseno a balconcino da cui si intravedeva una 4° di seno abbondante, con un babydoll bianco, e sotto un bellissimo perizoma di pizzo bianco sotto il quale si intuiva la presenza di un bell’arnese.
Mi guardò e mi prese per mano, mi portò nel suo salottino, dove mi invitò a mettermi a mio agio, mi offrì un drink e mise una musica di sottofondo molto sensuale, mi si avvicinò e cominciò a dimenarsi al ritmo della musica, intanto mi spogliava lentamente, e pezzo dopo pezzo rimasi solo con le mutandine addosso, mi invitò quindi a giocare, io la accarezzai, sentivo la sua pelle calda e profumata scorrere sotto le mie dita, pian piano le slacciai il reggiseno, e le sue tette saltarono fuori in tutto il loro splendore, le accarezzai, mi chinai e cominciai a sfiorarle con le labbra, di tanto in tanto saettavo con la lingua fin quando giunto al capezzolo turgido lo presi fra le labbra e lo succhiai mordicchiandolo piano con i denti, emise un sospiro di piacere e mi invitò a passare all’altro, mentre passavo da un capezzolo all’altro, si avvicinò al mio orecchio, iniziò a leccarmi il lobo e mi sussurrava frasi sconce che mi eccitavano sempre più, ad un certo punto mi disse che da quel momento voleva essere la mia padrona e che io avrei dovuto fare tutto ciò che mi veniva ordinato, io ormai preso dall’atmosfera estremamente eccitante che si era creata accettai senza esitazioni, allora subito cambiò registro, mi prese la testa fra le mani e me la premette contro i suoi seni ordinandomi di leccargli le tette con più impegno, io obbedii senza profferire parola, le sue mani si impadronirono dei miei capezzoli e iniziarono a strizzarli piano, poi sempre con maggior forza, le fitte che avvertivo mi davano brividi lungo la schiena per giungere dritte al mio cazzo che era sempre più duro.
Mi fece inginocchiare ordinandomi di non staccare mai la lingua dalla sua pelle, scorrevo quindi con la lingua lungo il suo pancino, mi soffermai sull’ombelico e poi sempre più giù, mi ordinò di togliergli il perizoma, lo feci e saltò fuori un cazzo statuario, mi ordinò di dedicarmi a lui io presi a leccargli le palle tutt’intorno poi pian piano mi avvicinai all’asta e dalla base risalii fino alla grossa cappella, slinguettai intorno, e ridiscesi giù, continuai con questo giochetto per un po’, improvvisamente mi prese la testa fra le mani e mi obbligò ad ingoiare l’asta sempre più rigogliosa, iniziò quindi a muoversi avanti e indietro, praticamente mi scopava in bocca, il suo cazzo diventava sempre più duro e maestoso penso che sia stato lungo almeno 26cm mi fece girare, e facemmo un po’ di 69 aveva un modo di succhiarmi divino, mi aveva fatto eccitare come non mai, ogni tanto mi sfiorava il buchetto del culo, che mai era stato violato, facendomi provare dei brividi, mi passò un preservativo e mi disse di metterglielo, lo feci, poi mi fece sdraiare a faccia in su, mi venne sopra, e cominciò a titillarmi sempre più forte i capezzoli, questa volta, non so perché le fitte di piacere raggiungevano il mio buchetto posteriore, mi mise un cuscino sotto la schiena in modo che il mio culetto fosse ben esposto, mi allargò le gambe e iniziò ad avvicinare il suo cazzo al mio buchetto, in quel momento fui colto dalla paura che il suo arnese mi potesse fare troppo male tentai di divincolarmi, ma mi inchiodò al letto, appoggiò la cappella e spinse guardandomi dritto negli occhi, sentii come uno strappo violento, una fitta lancinante mi raggiunse il cervello nel momento in cui la cappella entrò dentro, rimasi quasi senza respiro, si fermò in quell’istante, facendomi abituare a quella presenza ingombrante dentro di me, ricominciai a respirare più lentamente, allora iniziò a spingere lentamente ma inesorabilmente, si faceva strada dentro di me, il dolore era forte ma anche il desiderio di andare avanti era non meno forte, strinsi i denti, allora cominciò a pompare piano, poi sempre più forte, non era ancora entrato tutto, ma appena sentii i suoi coglioni raggiungere le mie chiappe capii che ero ormai completamente suo, rilassai i muscoli anali e iniziò a fottermi sempre più forte, lo imploravo di rallentare ma ormai era completamente preso e aumentava il ritmo, il dolore pian piano scomparve per lasciare posto ad un calore e un piacere sempre più grande e devastante, al punto che lo incitavo a sfondarmi senza ritegno, e lui dicendomi che ormai ero la sua troia mi sfondava sempre con maggior violenza, fin quando lo sentii vibrare dentro e scaricò una sborrata pazzesca mentre era tutto dentro di me, io sentendolo vibrare a mia volta sborrai nel mio preservativo uno schizzo a****lesco, quindi si accasciò su di me, i suoi seni erano all’altezza delle mie labbra ed io li baciai appassionatamente, ci riprendemmo a fatica, si sfilò dal mio buchetto che era tutto dolorante, il suo preservativo era pieno del suo seme, si ripulì e si sdraiò al mio fianco, baciandomi i capezzoli, che mentre mi inculava erano stati a loro volta strizzati di tanto in tanto con estrema violenza, tanto è vero che erano indolenziti e rossi, io ero li mezzo tramortito dal piacere.
Ci rivestimmo, lo ringraziai per avermi procurato tanto piacere e mi avviai, mentre tornavo a casa in macchina, ripensavo se era tutto vero o se invece avessi sognato quell’avventura, ma le fitte di dolore che di tanto in tanto avvertivo provenire dal mio culetto rotto mi ricordavano che era stata un’avventura reale e bellissima.

Categories
Racconti Erotici

Diario di un Ragazzo Stitico…Alessio….la peret

Diario di un Ragazzo Stitico…
Alessio…la peretta….il clistere

PREFAZIONE
Riflessioni dell’autore.. ovvero… “Autocritica ” o “Guida alla Lettura”

Ecco un “Racconto di fantasia”…dove ho cercato di rimanere “più realistico possibile”..

Il ragazzo “col culo intasato” quanti anni avrà…?Sarà MAGGIORENNE..?!
Beh potrebbe esserlo o non esserlo.. sicuramente è giovane ed esprime sensazioni ed imbarazzi
che ci possono avere riguardato tutti e che per altro non hanno età…

L’ETA’ DATEGLIELA VOI….!!!
Ciascuno come preferisce…sarà sicuramente quella giusta…

E la “LEI che tiene in mano la peretta” ed a cui “porge il culo” ….?!
Sarà la madre..?!..pare di si….
Il che farebbe pensare ad un minorenne….?!
E perché non uno studente universitario che “vive in casa”..?!

Poi la sua “apparente sottomissione”,espressa in sintesi dal suo :
“Non rispondo,sennò per ogni mia parola,lei ne dice mille.. e mi incazzo di più..
..alla fine in ogni caso non ha tutti i torti…. il clistere mi serve e non è poi una tragedia..”

Potrebbe esprimere la “sottomissione razionale” di NOI tutti,anche in contesti diversi da quello sanitario :
“non perdo tempo a ribattere,finchè non mi ci tirate per i capelli,
vediamo di sbrigarci e tanti saluti..!!”

Quindi il ragazzo in realtà non è un “Vero Sottomesso..”
e devo dire…sarebbe il mio paziente ideale…

Infatti io NON cerco un tipo genericamente sottomesso e genericamente “disposto a tutto”..
che poi magari se sente un poco di mal di pancia per un clisterino,si spaventa e si altera…
Lo cerco “stitico”… ossia che sappia benissimo quello che lo aspetta…
e ne sia “sotto-sotto ” compiaciuto… anche se magari imbarazzato…

Un discorso a parte è la descrizione della “SCARICA” e della “PULIZIA”…
ho cercato di essere il più realistico possibile anche qui…
anche se magari ne risulta qualcosa di sgradevole…
ma del resto..la realtà è sempre DIVERSA dalla fantasia..!

Un racconto in argomento di clistere un pò Fetish lo deve essere!
Rappresenta proprio la nostra “inclinazione”…!

Di un atto materiale e “sgradevole” come un tubetto nel sedere per stimolare “la cacca”
ne facciamo un atto erotico,cogliendo le sfumature del contorno,
che ci appaiono come fotogrammi di film porno…
Anche laddove magari il contorno non ha in realtà nulla di erotico…..
E’ un contorno e basta!!
Ma visto dagli occhi di un estimatore del genere…è tutta un’altra storia…!!
Una storia che ognuno rilegge e riscrive secondo la propria fantasia..!


ANTEFATTO : il culo intasato di Alessio….

Non c’è dubbio.. sono stitico.. lo sono sempre stato…
Non mi succede proprio sempre…
Diciamo circa una settimana al mese…ma quando capita….SONO DOLORI…!!

Per tutta settimana “non perdo tempo sul WC”…il che sarebbe bellissimo..
Peccato che questo significhi in realtà… CULO INTASATO…
Quindi.. passano i giorni,e sorge il mal di testa ed il fastidio alla pancia :
senso di pressione sempre più pesante,poi accompagnato a crampi,
soprattutto durante il transito (raro) di gas….. Gas pestilenziali… oserei dire..

Ora…,.siamo al termine di una di quelle settimane….
Se scoreggio…potrei essere un’arma chimica… così letale che nemmeno se la sognano..
In più… ho un martelletto che mi percuote la testa come una campana
ad ogni movimento o piccolo sforzo.

Però.. era così bello IL NON avere ogni giorno la scocciatura del cesso…
…se si in giro devi cercarlo…quando poi lo trovi ti fa talmente schifo che ti passa la voglia…
e magari ti accorgi che manca la carta solo dopo che hai cagato.. perché…
..non ne potevi più e non hai guardato “prima di aprire le valvole” e scaricarti…

Magari con qualche rompicoglioni che bussa in continuazione alla porta,
anche se gli hai recitato la formula di rito…”OCCUPATO”…
Beh per lo meno c’è la sottile soddisfazione…
“Poi quando il rompicoglioni che bussa in continuazione entra qui dentro…sono cazzi suoi….”

Mi sa che però ora,al termine della “settimana senza cesso”….
il “cesso” mi toccherà “invocarlo”..

Anzi…mi toccherà invocare qualcun altro….
…CHE MI FICCHI UNA PERETTA NEL SEDERE PER FARMI IL CLISTERE…
…e finalmente “MANDARMI A CAGARE

IL PRELIMINARE : Alessio….devi fare la peretta..!!

Eccola che arriva….sentila…!!
“Alessio…vieni…. LA PERETTA..!”

Vorrei urlarle..”Bhe ficcatela nel culo..!!”…
..ma mi sa che non è proprio il caso…..proviamo a fingere di non sentire…
“Alessio DOVE SEI..?!..NON SENTI..?!”

…Mi tocca proprio rispondere..”SIII..!!..Ti sento..!!..COSA URLI A FARE..?!”…
sono proprio sfacciatissimo…
“Allora..!? vieni…?!.. DEVI FARE LA PERETTA…LO SAI..!!!”

..Uffa!!.. mi tocca proprio…”ARRIVO..!!”
mi avvio rassegnato verso la camera matrimoniale..

Eccola che mi aspetta davanti alla porta aperta del bagno…LA ODIO…!!
E la peretta come al solito sarà nel lavandino a sgocciolare…
PIENA COME UN UOVO MALEFICO DI ACQUA CALDA SAPONATA,

SOLO CHE QUELLO È UN UOVO… CHE ENTRA NEL MIO CULO…
invece di uscire da quello della gallina…

E TRA POCO…..L’UOVO LO FARO’ IO….fresco e bagnato…
anzi ne farò un intero cesto di uova… in mezzo alla schiuma….

Ecco che entra in bagno e ne esce subito con la peretta in mano avvolta da un asciugamano.
..MI SEMBRA GIÀ DI SENTIRLA ENTRARE NEL CULO…

..CON TUTTA LA SCHIUMA CHE C’È DENTRO..!!
TUTTA QUELLA SCHIUMA… TRA POCO SARÀ NEL MIO CULO…NELLA MIA PANCIA….
E POCO DOPO RI-USCIRÀ PREPOTENTEMENTE DAL SEDERE…!!

MI HA SEMPRE IMPRESSIONATO L’IMMAGINE DELLA SCHIUMA BIANCA DEL SAPONE CHE SI INFILTRA NELL’AMPOLLA PIENA DI FECI NERE E STAGNANTI…

La cannula morbida,pulita,impomatata,immacolata,che si fa strada dentro a quella lordura
E LA SCHIUMA BIANCA CHE SI INFILTRA OVUNQUE…
RIEMPIENDO L’AMPOLLA…E LA MIA PANCIA…
PER SCIOGLIERMI TUTTO…!!!!

QUALI PENSIERI TURBANO ALESSIO…COL SEDERE CANDIDATO AL CLISTERE..!!
Ma è ammissibile… consentitemi un poco di squilibrio mentale…in questi momenti…!!!

A volte la schiuma bianca di sapone zampilla dalla peretta piena prima di metterla nel sedere…
Mentre LEI la tiene in mano,con la sola pressione della mano che la sorregge..
zampilla un getto di schiumetta bianca… !!!
SEMBRA GIÀ DI SENTIRLA NEL CULO…!!
NEL MIO CULO…!!!
NEL CULO STITICO DI ALESSIO..

Beh..e se non nel sedere di Alessio…in quale..!?
Il culetto intasato è il MIO..!!..lo stitico sono IO..!!

LEI ENTRA NELLA SUA STANZA..
usa la sua perché è più vicina al bagno….per agevolare la corsa del dopo-clistere…
inoltre il letto matrimoniale e l’ampio spazio intorno rendono tutta “l’operazione clistere”
più agevole che non se avvenisse nella mia piccola camera,sul mio letto addossato alla parete.

Eccomi varcare la soglia della camera matrimoniale…
….MI SENTO COME SE LA DONZELLA DA SVERGINARE FOSSI IO…!!

Eppure non è la prima volta.. o forse…. è proprio per quello…
MI SCOCCIA OGNI VOLTA DI PIÙ PORGERE IL SEDERE NUDO E FARMI INFILARE…
come una gallina allo spiedo…!!
..per non parlare del dopo…

L ‘attesa che il clistere finisca e la peretta mi sia sfilata dal culo…!!
E poi viene “il bello”.. stringere il culo bagnato….
Che ad ogni momento ti sembra di cagarti addosso…!!
E sul WC…svuotamento totale… questo sarebbe il fatto “positivo”… devo ammetterlo…!!
Ma sono crampi e nausea mentre la merda scorre nelle curve del mio intestino
dalle profondità più recondite…..per schizzare dal mio buco del culo e finire nel WC.…
con la velocità di un corridore di Bob…!!
E TUTTO CIÒ MI CAPITERÀ “FRA POCHI ISTANTI”..!!
ALESSIO…RASSEGNATI…!!

Mah.. purtroppo quello è l’unico modo…
PER “STURARE” FACILMENTE IL MIO CULO INTASATO…!!
Se non faccio nulla è peggio e non posso restare così…. col clistere almeno si risolve tutto in fretta.

IL CLISTERE 1 : Alessio…giù le mutande…!!

“TUTTE LE VOLTE CHE DEVI FARE IL CLISTERE LA STESSA SINFONIA…!!!
TI DEVO CHIAMARE MILLE VOLTE…!!
FAI FINTA DI NIENTE.. ..!!
GUARDA CHE È PER TE…!!!
MICA PER ME…!!
SEI TU CHE HAI MAL DI PANCIA…!!”

..UFFA QUANTO ROMPE QUESTA..!!….ma è meglio limitarsi a sbuffare…
Se inizio a rispondere poi,per ogni mia parola lei ne dice mille e mi incazzo ancora di più…
Finisce che mi viene voglia di metterle le mani addosso..

“E SBRIGATI A SPOGLIARTI…!!
QUANTO CI VUOLE PER TIRARE GIÙ I PANTALONI..?!!
SE DEVI SPOGLIARTI NUDO PER FARE LA DOCCIA ALLORA QUANTO CI METTI…?!!
UNA GIORNATA..!!?
VOI RAGAZZI SIETE TUTTI DI LUMACONI..!!!
SETE SVELTI SOLO A FARE STUPIDAGGINI..!!”

Odio quando aggiunge tutti i suoi commentini…!!
peggio ancora quando la cosa avviene dietro il mio culo…
…in procinto di denudarsi… ed essere “violato” e purgato…!!

Bhe… non pensiamoci e “BELL’APPOSTA”…..MASSIMA LENTEZZA…!!
CHE MI SPOGLIO “CELERMENTE” SE LO PUÒ SCORDARE…!!!

Slaccio armeggiando la fibbia e sfilo lentamente la cintura dalla fibbia stessa….
ora sbottono il bottone…mi appoggio con le ginocchia al bordo del letto ed abbasso la cerniera..
spingendo verso il basso i calzoni che scivolano sui miei fianchi..
i calzoni scivolano ma si fermano a causa delle ginocchia appoggiate al bordo del letto…
così posso salire sul letto più agevolmente.. se avessi i calzoni troppo calati mi impaccerebbero..
ormai sono “esperto” di questi “preliminari”..

E PER ADESSO.. IL MIO SEDERE È ANCORA COPERTO….!!!
MA ANCORA PER POCO….TRA POCHISSIMO…
ANCHE IL DEBOLE BALUARDO DELLA MUTANDE CADRÀ INESORABILMENTE….!!

Salgo sul letto ed avanzo un pò con le ginocchia sul materasso in modo da allontanarmi dal bordo ed assicurarmi un equilibrio stabile.

Abbasso decisamente il bordo dei calzoni verso le ginocchia,affondate nel materasso.
Ora non ho più alternativa….le mie mani si infilano sotto la maglietta ed il maglione…
..le mie dita si insinuano fra l’elastico delle mutande e i miei fianchi…..
..aggancio il bordo delle mutande col pollice e lo trascino in basso…..
SCOPRENDO IMPIETOSAMENTE IL MIO CULO..!!

“TIRATI SU IL MAGLIONE E LA MAGLIETTA SENNÒ MI IMPACCIA E MAGARI SI SPORCA…!!
E..COS’È SEMPRE TUTTA QUESTA VERGOGNA..?!
QUANDO VAI A GIOCARE A CALCIO NON TI SPOGLI PER FARE LA DOCCIA..?!!!”

CAZZO..!!!…VORREI URLARE :
“QUANDO VADO A CALCIO I MIEI COMPAGNI MICA MI FANNO I CLISTERI!!”

ma attaccherebbe subito con la litania :

“E’ per il tuo bene! Credi che io mi diverta a perdere tempo?
Che non abbia altro da fare…?…Invece di ringraziarmi…!!”

Allora meglio tacere e minimizzare “la rottura di coglioni”…si fa per dire..
PERCHÈ IN REALTÀ…NON SONO I COGLIONI…
MA È IL MIO CULO …CHE TRA POCO SARÀ “ROTTO…”

Abbasso bene mutande ….arrotolo maglione e maglietta facendoli risalire sui miei fianchi..
Ecco che il mio sedere è esposto come “il culatello dal salumiere..”

Mi piego in avanti fino ad appoggiare le mani…
piego le braccia finchè i gomiti non appoggiano sul materasso…
mi chino ancora in avanti finchè la mia fronte non tocca il materasso…

Ecco.. posizione “da manuale”… CULO PER ARIA…!!!
il mio culo deve apparire “come quello di una gatta in calore”….
mi sento un po’ come una mignotta.. ma contro la mia volontà….
diciamo mi sento più una vittima sacrificale…anche se non accadrà nulla di tragico…

Mentre sono chino “a pecorina” sento il fresco dell’aria all’interno dei miei glutei,
che fino a quel momento erano ben chiusi nel loro umido tepore,e “custoditi” da mutande e calzoni.

Non so perchè,ma sentire l’aria fresca in quel luogo sempre caldo,umido,”celato”,
mi fa sentire esposto (ed effettivamente lo sono)…ed indifeso….!!!
beh.. non esageriamo…. è solo un clistere…. nessuno mi deve stuprare…

Eccola che ora si mette in movimento….
giro la testa di lato e vedo che solleva la peretta dal comodino accanto a me,
dove era appoggiata sopra un asciugamano ripiegato…
con l’altra mano afferra l’asciugamano…:
ne sento lo svolazzo con cui lo dispiega….per metterlo sotto di me..

Eccola dietro al mio sedere nudo a stendere fra mie ginocchia divaricate l’asciugamano,
per coprire i miei calzoni e le mie mutande calate e proteggere i miei indumenti ed il letto
dagli eventuali sgocciolamenti (dal mio culo) o dagli schizzi della peretta fuori dal medesimo culo..

CAZZO MA CHE RITUALE…!!!…ORA SEI TU CHE TI DOVRESTI DARE UNA MOSSA….!!!
Ma come al solito queste parole restano dentro di me…
..so benissimo che è veloce quanto basta a stendermi l’asciugamano sotto…
Sento l’asciugamano strofinare all’interno delle cosce nude mentre lo sistema e,
con la testa bassa vedo la sua mano fra mie gambe,sotto il mio pisello e i miei testicoli penzoloni..

E’ così veloce che tra pochissimo …“dentro di me”….non ci saranno più solo i pensieri che frullano nel mio cervello e le parole che “Trattengo”..
All’estremo opposto….ossia nel mio culo… entrerà presto la peretta e l’acqua saponata del clistere….ed avrò altro da trattenere oltre a “pensieri e parole”…!!

SENTO IL FREDDO DELLA MASSA DI POMATA SPALMATA SUL BUCO DEL CULO…
…me la spalma senza entrare nell’ano :
la strato di pomata è spesso,il dito si appoggia appena e scivola roteando intorno al
buco del culo,non rischia assolutamente di penetrare…

“SCOMMETTO CHE NON VUOLERISCHIARE DI FICCARMI IL DITO DENTRO
PER LO SCHIFO CHE POTREBBE TROVARE NEL MIO CULO INTASATO ….”
penso tra me e me nella gara di secondi che ancora mi separa dalla penetrazione..
Lo spesso strato di pomata copre rapidamente tutte le grinze del mio buco del culo.

Durante l’operazione LEI è molto vicina e posso sentire il suo fiato sulla pelle del sedere mentre mi impomata :
una sensazione di strana intimità,che finirà quando poi avrà al peretta in mano e si allontanerà
….PER INFILARMELA NEL SEDERE E FARMI IL CLISTERE….!!

Però a volte penso…e se..mentre sono qui col culo a pecorina e il naso di LEI
a pochi centimetri dal mio culo maleodorante….

E SE DAL MIO CULO A PECORA MI SCAPPASSE UNA DELLE MIE SCORREGGE FETENTI PROPRIO SUL SUO NASO A POCHI CENTIMETRI DAL MIO BUCO DEL CULO..??!!!

Sarebbe TROPPO FORTE….ma..NON SUCCEDE MAI…!!
E poi..sarei giustificato….sono un ragazzo stitico…
ho il mal di pancia…sto per fare il clistere..
sono qui apposta in a pecorina col sedere in mostra davanti a LEI…..

IL CLISTERE 2 : Alessio… si becca la peretta nel culo…!!

TEMPO SCADUTO..!!!.. il lubrico massaggio cessa…!!
Qualche istante col fato sospeso…
Sento due dita appoggiate a DX e SX del mio ano…
Si appoggiano…e…divaricano lo sfintere…!!
E’ veramente giunto il momento…!!
Non so perché ma trattengo il respiro…!!
La punta della cannula si appoggia sul mio buco del culo… SPINGE…!!!

E’ interamente in gomma e scivola dentro flettendosi e sballonzolando
mentre il mio riluttante sfintere oppone una minima,involontaria quanto spontanea reazione
alla penetrazione del corpo estraneo che lo sta violando..

“NON STRINGERE…!!…APRI..!!..DEVI SPINGERE COME QUANDO FAI ARIA..!!”

E te pareva…!!riecco i commentini..ma ancora una volta ha ragione lei…!!
Quando urla risento il suo fiato sul mio sedere…..
E’ PEGGIO AVERE IL FIATO SUL COLLO O IL FIATO SUL CULO..???!!
Qualche volta “l’ARIA” ..del mio culo…te la faccio sentire davvero…!!!

Poco importa se spingo o apro il culo SI o NO…la cannula di gomma ormai è già DENTRO..!!
IL MIO ANO E LA MIA AMPOLLA RETTALE…. INGOIANO LA CANNULA DELLA PERETTA….!!
Io….a testa bassa…ingoio saliva….!!!

Però ha una sua tecnica per ficcare la peretta nel sedere tanto velocemente quanto dolcemente..
Appena dopo che la punta è penetrata un pò,inizia subito a premere leggermente la peretta,
in modo che un piccolo zampillo entri nel canale,
iniziando a dilatare e lubrificare ,insomma“facendo strada” al resto della cannula…
che sta scivolando DRITTA DRITTA NEL MIO CULO…!!!….CAZZO…!!!

Infatti,in un baleno mi ritrovo con la peretta nel culo FICCATA FINO IN FONDO….
…sento la gomma del bulbo appoggiarsi alla mie natiche aperte..
posso sentire sulla pelle del sedere la morbidezza della gomma e il tepore trasmesso
dal liquido caldo che contiene..
..e che tra poco riempirà la mia pancia…!!

NON SO perché’..
Ma il pensiero della peretta appoggiata sul mio culo…
mi dà un’idea di “contrasto”
LA GOMMA MORBIDA, PULITA PROFUMATA…
CONTRO I PELI NERI,UNTI,IMPOMATATI,SUDATI ….!!
Mah…”pensieri di Alessio con una peretta nel sedere”…!

Ecco, COMINCIA IL CLISTERE…sento il liquido gorgogliare dentro di me….!!
prima sento gorgogliare vicino all’ano…poi il gorgoglio raggiunge l’ampolla rettale…
..la sento dapprima riempirsi,poi gonfiarsi dentro,di me…
Poi…una sensazione di “spinta” ,
come quando ti “scappa”…poi le sensazioni si spostano…

Devo ammettere che questa prima fase,a parte il culo in aria,mi da un senso di sollievo…
Sentire liquido caldo che si infiltra dentro alla mia pancia intasata e dolente,
mi da quasi un senso di sollievo…“psico-fisico”…
non saprei dire se più “Fisico” o più “Psico“…

E’ vero che ora il liquido lo sento più che altro dentro al mio culo…che non in pancia..
Ma sentire il liquido caldo entrare nel sedere…quando si ha mal di pancia…
E’ un po’ come…assaporare un the caldo in una giornata invernale e sentirlo scendere e scalarti dentro…!!
Mi rendo conto che il paragone è un pò “singolare”….
Ma in fin dei conti si tratta della riflessione di un ragazzo stitico con una peretta nel culo….!!!
..quindi ribadisco…è giustificato un poco di squilibrio mentale…!!!

Ora invece il clistere è decisamente arrivato in pancia…sento dei movimenti liquidi,come bollori,pressioni e gorgoglii nella mia pancia,lato in basso a SX,appena sopra l’inguine..
il clistere avanza… nella mia pancia.. ben aldilà dell’ampolla,che ora non mi da più segnali…
sento solo una pressione all’interno del culo,come se l’ampolla fosse ormai tutta tesa e gonfia..
IL CLISTERE AVANZA NELLA MIA PANCIA …
MA QUESTO SIGNIFICA CHE TRA… “NON MOLTO”…FINIRÀ TUTTO…!!

In realtà…”finirà tra non molto”….è relativo…anzi..”IL “BELLO” VIENE ORA”..
So benissimo che mi spreme la peretta nel sedere con la massima lentezza per rendere meno traumatico possibile il clistere,che… sembra andare all’infinito…
Nonostante la peretta sia spremuta delicatamente,
la pancia ora comincia a mandarmi piccoli segnali di congestione… “dolorino” sopportabili…

E’ tutto sopportabile….nulla di tragico.. ma odio questa situazione!…
…sono qui con il sedere nudo per aria…con la fronte appoggiata al materasso..
E UNA PERETTA NEL CULO CHE NON LA SMETTE PIÙ DI RIEMPIRMI
LA PANCIA…!!!….CAZZO..!!

La pressione in pancia comincia a farsi sentire…
è un pò come quando ti scappa una cagata e ti stai trattenendo..ma ora è più forte..!!
Appena sento il dolorino e la pressione alla pancia sento anche la massa liquidaspingere sull’ano
e stringo istintivamente il culo..

Quindi Lei se ne accorge,senza che io lo segnali,e modula la pressione sulla peretta :
“RESPIRA PROFONDAMENTE !!
FAI DEI BEI RESPIRI PROFONDI CHE TI PASSA..!
TE LO DICO SEMPRE E NON LO FAI MAI!
NON TI SENTO MAI RESPIRARE PROFONDAMENTE!”

E te credo che non lo faccio…!!
DOVREI “ANSIMARE” CON TE AL RITMO DELLA TUA “INCULATA” !?
CAZZO…MA PER CHI MI HA PRESO QUESTA..!?
Come sempre questi pensieri e queste parole restano dentro di me,..
ora sono occupato…. !!..occupato…dalla peretta dentro al mio culo..!!!

Però ha ragione Lei,e cerco di rilassarmi,di non pensare al crampo,al dolorino di pancia
e soprattutto.. alla pressione sul buco del culo…

Rallento il respiro e lo rendo più profondo come dice Lei,
cercando però di non farlo notare…di non farLA sentire…per non darglieLA vinta..!!

Non darla vinta a Lei…
LEI…
che regolando la pressione delle dita sulla pera di gomma infilata nel mio sedere,
regola le MIE SENSAZIONI DAL MIO OMBELICO AL MIO BUCO DEL CULO…!!!

Se comprime la peretta un po’ più velocemente,
sento dapprima la gomma sfregare sulla pelle delle natiche,mentre la pera si deforma….
Poi una pressione dentro,che sembra slargarmi l’ampolla rettale,
con un dolorino “locale”…cioè…al culo…simile ad un dolore muscolare da sforzo..
Contemporaneamente la sensazione che mi scappi fuori tutto dal buco del culo,
quindi stringo a più non posso…
E una specie di bolla risale la mia pancia… che sembra gonfiarsi,
con un dolorino irradiato fino all’ombelico…

LEI…
UNA STREGA CHE MI DOMINA E MI CONTROLLA…CONTROLLA IL MIO CORPO..

La sua “Bacchetta Magica”.. :
una Pera di Gomma per Clisteri….n.16…infilata nel mio culo..

La sua “Pozione Magica”..:
acqua calda quanto basta…lievemente saponata….
che mi sta riempiendo la pancia…
MESCOLANDO SCHIUMA CANDIDA ALLE FECI NERE
CHE STAGNANO NEL MIO CULO..

La sua “Formula Magica” …:
“Profondi respiri”

“Profondi respiri”…mentre una stretta delle sue dita sulla peretta mi scuote la pancia
e mi fa tremare il buco culo per lo sforzo di serrare e trattenermi..

Probabilmente ho il culo bagnato di sudore,un po’ come una puttana..
Non lo so,non lo vedo e sono troppo impegnato nello sforzo di stringere il culo…

LEI
invece….vede tutto… !!!
LEI
vede il mio culo bagnarsi di sudore…
probabilmente ne sente anche l’odore risalire alle sue narici..

LEI
vede il mio ano contrarsi…stringersi contro la cannula di gomma infilata dentro:
le mille pieghe morbide dell’ano “stampate” sul suo strumento lubrificato..

LEi
vede me…
chino a testa bassa,col culo in aria e la maglia arrotolata,
la schiena scossa da piccoli brividi e piccole contorsioni..
tutto impegnato a sopportare il suo “servizio”…!!!

IO,
sottomesso al suo potere,
sottoposto al suo strumento,
che mi domina attraverso il buco del culo…!!
..piccolo orifizio rugoso e maleodorante fra natiche morbide…

Piccolo orifizio che ora sembra un Arco di Trionfo,
attraverso il quale LEI si è impadronita del mio corpo…delle mie viscere…
e della mia cacca stagnante….
Cacca stagnante che speriamo se ne vada via…ma SICURAMENTE SE NE ANDRA’..!!

..ECCOME SE SE ANDRA’…!!!
..ECCOME SE ALESSIO FARA’ L’UOVO…!!
ALESSIO FARA’….UN’INTERA FRITTATA…!!!
E….USCIRA’ TUTTA DAL SUO CULO…!!!
che poi brucerà un pochino…e farà un po’ male…

Sento un calore sulle guance,per lo sforzo….e per la vergogna che provo…!!!
sento il mio culo,il mo corpo…e la mia cacca..
COMPLETAMENTE IN SUO POTERE…!!!

Ma ecco….sento la pressione nella pancia e nel culo restare “stazionaria”..
non sento più “ondate”..
e soprattutto…sento un fazzoletto di carta sulla pelle del sedere…appena sotto al buco …

So cosa significa…!!…serve per non sgocciolare mentre mi sfila la peretta dal culo..!!
SIAMO ALLA FINE..!!!

“ADESSO STRINGI….!!
MI RACCOMANDO!
CHE LA TOLGO…!!!

“NO ADESSO MOLLO TUTTO….!!” …Vorrei dire…
Anzi potrei “Mollare tutto” senza dirlo….!!
E schizzarLE in faccia un fittone di merda saponata….!!
ma ovviamente non lo faccio….e….”STRINGO”!!

La cannula mi scivola fuori dal sedere…finalmente..!!
..percorre il canale anale in senso inverso rispetto all’inizio della manovra..
sento la punta…. pur con la sua morbidezza,la sento mentre scorre…
CENTIMETRO PER CENTIMETRO NEL MIO CULO SERRATO…!!

Sarà per questo motivo,perché ho il culo serrato, che ora la sento così tanto,mentre quando è entrata l’ho sentita liscia liscia… COME UN MISSILE NEL MIO CULO…!!
Quando è entrata avevo il culo aperto…tutto per lei…( la peretta…!!) o per LEI….(….!!!)

Ritorno a sentire l’aria fredda fra i glutei,ora non più coperti dalla peretta calda che vi si appoggiava ed ora anche bagnati,per il clistere..

CLISTERE FINTO..!!
Ma.. …il travaglio per il mio culo e la mia pancia è appena iniziato…!!

ATTESA POST-CLISTERE : Alessio stringi il culo….!!

“METTITI GIU’ E STRINGI..!!”
dice LEI…..come se ci fosse altro da fare…!!!

Ma forse c’è altro da fare..
Potrei schizzare subito al bagno,ma sarebbe stupido..
..mi farebbe un altro clistere..!!
Mi DOVREBBE necessariamente fare un altro clistere,per risolvere l’intasamento…
non certo per “cattiveria”.

Oppure potrei “aprire le valvole” e fare un lago di merda qui dove mi trovo..
…penso tra me e me..
“QUALCHE VOLTA TE LO FACCIO..!..COSÌ TI FACCIO CAPIRE.!”

ma in realtà sarebbe stupido anche questo : nessuno mi ha MAI obbligato a res****re ad oltranza…
sono solamente tenuto a non cedere immediatamente pena eventualmente un secondo clistere…
in definitiva.. nulla di tragico…!!

Non mi resta quindi che sdraiarmi su un fianco,ancora con calzoni e mutande calate alle ginocchia ed il culo bagnato in “mostra”…E…”STRINGERE”…
La posizione di per sè è “di tutto riposo” (a parte il sedere in mostra…) ed io sono molto stitico :
l’insieme delle due cose rende lento (ma inesorabile) l’insorgere dello stimolo post-clistere.
Il clistere è stato molto lento e l’acqua era ben calda e appena saponata,
quindi non ci sono crampi precoci.

Il liquido in ogni caso preme sul mio ano,e sembra in procinto di sfuggire ogni volta che mi rilasso..
..cosa che mi impedisce di rilassarmi veramente…
..poi c’è “l’effetto sedere bagnato” che fa scivolare fra loro i glutei mentre li stringo..:
tra il bagnato e la pomata sul buco del culo…
l’effetto“lubrificazione” aumenta l’impressione di non potermi trattenere facilmente….
..devo stare vigile…!!

Nella pancia iniziano a farsi sentire strani ma….ben noti….gorgoglii….
ben noti a chi di clisteri ne ha subiti.. ..come appunto il sottoscritto..
Al lato sinistro della pancia sento presto piccole fitte dolorose…ma non ancora crampi…

Mentre ascolto i segnali del mio intestino sento l’aria fresca fra le natiche,
già bagnate dal clistere ed ora anche sudate per la tensione continua del trattenere il contenuto liquido della pancia,anche se ancora non c’è urgenza…

Sono passati circa 5 minuti ed ecco sorgere lo stimolo…
.”ondate di pressione”… che sembrano gonfiarmi la pancia…crampi dolorosi.., ma sopportabili…
..Una,Due,Tre volte…

E’ una sensazione ben nota:
sento dapprima una sorta di bolla nella mia pancia,a SX.
Poi la “Bolla avanza” nella pancia,che sembra gonfiarsi tutta,e la bolla sembra scendere verso l’ampolla rettale che si gonfia sua volta,spingendo forte sul mio ano,che fa un po’ male :
serro fortemente lo sfintere e contraggo i glutei,perché la pressione è molto forte e il contenuto liquido sembra davvero schizzarmi dal sedere….!!
Serrando lo sfintere sento crescere vertiginosamente la spinta nell’ampolla rettale,
cresce la pressione in tutta la pancia e cresce anche il dolore nell’angolo in basso a SX,
poco sopra l’inguine :
per interminabili istanti la pancia sembra scoppiare,sudo,mi si mozza il respiro,
l’ano fa male e sembra cedere…
..stringo ed irrigidisco ancor più il sedere e tutte le cosce per serrare meglio l’ano…
..e dopo pochi secondi come per incanto la pressione ed il dolore decrescono e scompaiono…

Ma io so che è una calma solo apparente…e il prossimo “attacco” sarà peggiore del precedente…
..a ricordarmi questo è il dolorino residuo alla pancia :
alla prossima ondata “si parte da questo dolorino e si va oltre”…

Dopo alcuni di questi crampi potenti,non faccio più caso al mio culo nudo esposto…
..il sedere è ormai bagnato di sudore….
..io stesso sto sudando per lo sforzo di trattenermi,come fosse una prestazione atletica.
Res****re assorbe tutti i miei pensieri e le mie energie.

DECIDO CHE È SUFFICIENTE :
SFRUTTO UNA PAUSA FRA UN CRAMPO E L’ALTRO PER PRECIPITARMI AL BAGNO.
Non appena il dolore raggiunge il culmine e la pressione sul mio ano svanisce,
rilasso glutei e cosce contratti ed irrigiditi nello sforzo di serrare l’ano e balzo dal letto reggendomi i calzoni.

Barcollante per la tensione alla pancia e la sforzo di trattenermi,col fiato corto,
mi precipito al bagno ancora col culo nudo (… e bagnato…).

Non perdo tempo a tirarmi su i calzoni o le mutande,
semplicemente abbasso le mani e reggo il bordo dei calzoni,
in modo che non scendano e non mi intralcino il passo.

Il braccio davanti a me funge da schermo a coprire parzialmente il mio pisello penzolante…
anche se in realtà ora la cosa non mi preoccupa…

…L'”OBIETTIVO” È IL WC… !!!
È LÌ DAVANTI A ME…LO VEDO DALLA PORTA LASCIATA SPALANCATA,,,
APPOSTA PER ME…!!
“PER ALESSIO CHE HA FATTO IL CLISTERE”..!!
..devo solo arrivare a SEDERMI SOPRA prima dell’arrivo del prossimo attacco di mal di pancia..!!

A pena di .realizzare davvero il famoso lago di merda…
cosa che sarebbe fortemente imbarazzante per me..
ma allo stesso tempo sarebbe “un castigo”… per chi..
MI FICCA CON TROPPA DISINVOLTURA LA PERETTA NEL CULO…
E MI RIEMPIE LA PANCIA DI CLISTERI…!!

Ovviamente in realtà voglio evitare tutto questo…infatti pur impacciato dai calzoni e mutande a mezz’asta..
..guadagno la sospirata meta…
..arrivo in bagno.. ..ho tempo di richiudere bene la porta dietro di me…
..mi siedo sul WC mollando i calzoni (che calano alle caviglie) e le mutande (che restano a mezz’asta)..
la pressione sulla mia pancia stava giusto aumentando,
era ovviamente in arrivo un nuovo forte stimolo,un nuovo “crampo”…
potrei quasi dire che ho fatto appena in tempo a “conquistare il WC”…
ma..per fortuna….ci riesco sempre….ad ogni clistere che mi fanno…!!

Mi pare di essere un re che ha conquistato il suo trono…!!
..in questi momenti ..il WC è un monumento….un baluardo di salvezza..
Anche se in realtà…parliamo “solo ” di una cagata….ma CHE CAGATA..!

LA SCARICA : Alessio ha fatto l’uovo.. !!

ORA POSSO “APRIRE LE VALVOLE”..
RILASCIO COMPLETAMENTE L’ANO…”APRO IL CULO….!!” FINALMENTE…!!!:
fa quasi male per il lungo tempo in cui è rimasto contratto!
Uno spuzzo abbondante sgorga subito,come una cas**ta…
era il liquido che fin’ora ha cercato di sfuggire da ogni piega del mio orifizio anale…
finalmente se ne va fuori dalle palle…!!
SPRUZZA DAL MIO CULO e si tuffa nel WC come una cas**ta (…fetida…..)..!!

Il primo getto liquido mi da anche sollievo al senso di pressione alla pancia…
ma so che è solo l’inizio…
il MIO CULO DEVE PATIRE ANCORA…
IL CULO DI ALESSIO DEVE PATIRE ANCORA..

Un secondo getto attraversa il mio ano…e ancora liquido ma sento una consistenza maggiore.
Sta uscendo ancora roba liquefatta.. ma non solo…
sento molti frammenti solidi sfregarmi l’ano e cadere nel WC..
Arriva presto anche qualche “sasso”decisamente più grande..
che, per un istante,blocca il flusso dall’ano,come “un tappo al culo”…
Ma è un istante..
e già l’ano si slarga e lascia passare il “tappo”che esce “raschiando” il mio canale posteriore…
e cade nel WC col caratteristico “Ploofff!!”….

Quando il grosso frammento esce,
il culo si “stappa” e schizza fuori anche la roba semiliquida che era rimasta “tappata”dentro…
quando mi alzerò dal WC lo troverò completamente “schizzato” di merda…
e dovrò dargli una pulita fino al bordo…!!!

Ora la cacca mi lascia un attimo di pausa…la pancia sembra più rilassata…
ma percepisco una tensione crescente…
ARIA…GAS..SCORREGGE..PETI…COME LE VUOI CHIAMARE…!!
una potentissima scorreggia mi gonfia la pancia el’ampolla rettale e
“spara”rumorosamente dal mio culo,quasi fosse un cannone…
rintrona nel WC.. è interminabile…. non riesco a spingerla fuori “tutta in una volta”..

Il mio ano spossato dal clistere si serra di tanto in tanto “aritmicamente ”…
“modulando” lo scoreggione in una quantità di scoreggine continue….
Qualche volta devo registrare la colonna sonora…!!

Insieme al gas spruzzo ancora roba liquida..
…se potessi sfruttare tutta questa energia per il mio motorino perennemente “in riserva”…!!!

Lo scoreggione,oltre a stabilire un nuovo record,ha dato un senso di sollievo alla mia pancia… ma.. percepisco ancora una tensione e so che non è affatto finita….
anzi potrei dire “ORA SONO DOLORI …”
Perché so benissimo cosa succede ora alla pancia di Alessio…

Qualcosa si muove dentro,ma il tutto sembra arrivare dall’interno della pancia: non è più l’ampolla piena di liquido e feci che si sgonfia…e so benissimo che questa è la fase più fastidiosa!

Rumori di “travaso liquido”… qualcosa scorre e gorgoglia nella parte in basso a sinistra della mia pancia…per fortuna non sono più sul letto che stringo la chiappe…
SONO SUL WC COL CULO APERTO.. PRONTO A MOLLARE..!!

A parte scherzi,questa ultima fase è sempre quella che mi fa soffrire maggiormente:
mentre la merda avanza nel mio intestino crescono veri e propri crampi e senso di nausea,
non più solo senso di pressione e dolorino come all’inizio.

Il dolore del crampo sta per raggiungere l’apice!
La pancia sembra scoppiarmi e sento l’ano spalancarsi da solo,
quasi un “cedendo al dolore di pancia”..!
L’ano è spalancato e provo una nausea molto forte,quasi fosse un blocco intestinale…
mi premo le mani alla pancia ed allo stomaco,trattenendo il fiato!

Al culmine del crampo una “scossa elettrica” attraversa la mia pancia,
scuotendola dall’ombelico al buco del culo… sento “travasare” nell’ampolla rettale…
e un torrente si riversa nel WC attraverso il mio culo totalmente aperto…e dolente…

In realtà il tutto dura forse due minuti…e si ripete raramente due volte…
ma è la fase peggiore…
però per fortuna…segna la fine..!!
Ed anche questa volta sembra proprio la fine…!!

Mi rilasso,ricomincio a prendere fiato,ingoio saliva:la nausea è passata!
era la cosa più sgradevole!

Mi sforzo di spingere ancora, ma dal sedere nuovamente richiuso mi esce solo un caratteristico spruzzetto di liquido e gas..

CONOSCO QUESTO SEGNALE…!!

CAGATA FINITA…. !! CLISTERE FINITO…!!.
ALESSIO ”HA FATTO L’UOVO”….!!!
E CHE UOVO….!!!
ANZI.. CHE FRITTATA….!!
E CHE FRITTATA C’ERA NELLA PANCIA DI ALESSIO…!!!

Nella mia pancia ora c’è un senso i quiete e sollievo…crampi e nausea sono un ricordo …!!!

Percepisco che “la tempesta è finita”..resto ancora cinque minuti sul WC,
per precauzione.. e per “godermi il relax”..
il mio ano mi sembra aperto,indolenzito,cedevole,rilassato…spossato..
ha passato una tempesta…e si rilassa anche lui.. soprattutto lui…!!
Mi appoggio con la schiena.. socchiudo gli occhi…e mi godo “la quiete dopo la tempesta”..

POST-SCARICA : Alessio e un bidet di acqua bollente…

Resto “Tramortito” sul WC con la schiena appoggiata circa 5 minuti,poi “mi ripiglio”…
prendo un abbondante fascio di carta igienica e mi da una prima passata sul culo…

Ricorderò sempre qualcuno dei primi clisteri… quando ho preso un pezzetto di carta igienica che sarebbe stato appena sufficiente per una “Cagata normale”…
….ed infatti si è immediatamente inzuppato della merda che sgocciolava dai peli intorno all’ano…
… si è inzuppata,disintegrandosi e bagnandomi le mani…!!!

La carta inzuppata mi rimase in parte attaccata al sedere,in parte attaccata alle dita…
Non vi dico lo schifo.. ma non è stato un dramma….ho ripreso una quantità di carta più abbondante..
..sporcando di merda qualunque cosa toccassi.. che poi ho ripulito…o ha ripulito qualcun altro..!!

Quindi.. la prima passata al culo..deve essere senza economia di carta igienica..segnatevelo..!!
Poi una seconda passata…giusto per riuscire ad di arrivare al Bidet senza “sgocciolare” …
Ancora molto sporco…tuffo il culo nel Bidet.. senza nemmeno tirare l’acqua..

Tuffo il sedere nel Bidet pieno di acqua caldissima…!!
Adoro sentire il sedere ammollo nell’acqua calda..soprattutto dopo un clistere…

Pensare che inglesi e francesi non usano il bidet..
..nelle loro case non c’è…voglio vedere come fanno quando gli fanno un clistere..?!
..mettono il culo in una catinella come in nostri nonni…?…bel risultato..!!

Comunque stare col sedere ammollo nell’acqua calda secondo me è uno dei piaceri della vita…
ancora di più quando sai di essere sporco..come appunto dopo il clistere..
SAI CHE PER QUANTO SPORCO SIA IL TUO CULO….VINCERAI…!!
E NON LOTTANDO…MA GODENDO DI UN BIDET CALDO…!!

Uno strofinio leggero,quasi un massaggio all’ano rilassato e spossato dal clistere e dalla cagata..
E tutta la sporcizia del mondo si scioglie….
magari chiamando a rinforzo una “saponetta” con la sua schiuma soffice…
come la schiuma che prima mi ha riempito la pancia….e purgato…

Mi passo i polpastrelli sull’ano per ripulirmi…lo massaggio,lo sento slargato,dilatato,
estroflesso verso il basso a causa della prolungata cagata…
spossato per lo sforzo di restare spalancato e lasciare passare scariche continue..

Invece prima della cagata era serrato e ritirato su sé stesso.
Infatti sento un lieve dolore dentro al culo ,simile ad un dolore muscolare da esercizio fisico…
E’ stato lo sforzo di trattenere prima,e di restare spalancato per rilasciare poi…!!

Stare col sedere ammollo nel bidet caldo massaggiandosi l’ano è piacevole…
MA MI SONO ROTTO I COGLIONI…!!

Inoltre..non ho ancora tirato l’acqua.. mi sono passato la carta su sedere e precipitato sul Bidet..
Faccio sempre così perché temo di sgocciolare col sedere o di sporcare quello che tocco con le mani.

Ma ora…non ne posso più.. sto quasi soffocando…sono davvero un’arma chimica..o meglio …
…IL MIO CULO E’ UN’ARMA CHIMICA…
IL CULO STITICO DI ALESSIO…!!!

Del resto anche se avessi tirato l’acqua subito,non cambiava molto..
la finestra dl bagno era chiusa…
..detesto l’idea che qualcuno possa intravedermi mentre sto lungo tempo seduto sul cesso…
..e detesto ancora di più che da fuori,magari dalla finestra del bagno a fianco,
si sentano le mie scoregge gli spruzzi,i sospiri e i miei rumori del “dopo il clistere”..!!

Che poi magari se le sentissero i miei amici….chissà le risate…!!
Che poi a loro non glielo faranno davvero mai ‘sto clistere A LORO..?!..mah..!!

In ogni caso..alzo il culo dal Bidet caldo…mi asciugo il sedere e le palle rimaste in ammollo…
…socchiudo la finestra…
..sbircio “l’uovo” .. o meglio “la frittata”che ho fatto nella tazza del WC….
..che schifo..!!!
..Ma non posso fare a meno di curiosare…è pur sempre “roba mia”..!!
Era nella MIA pancia….!!

Non vedo molto,a causa della carta igienica che galleggia e nasconde ciò che sta sotto……l’acqua della tazza completamente marrone…
MOLTA SCHIUMA DI SAPONE…”IL MIO CULO HA FATTO LE BOLLE..!!”
PRIMA DEL CLISTERE NON MI SENTIVO COSÌ SPIRITOSO..CHISSÀ PERCHÉ….?

Come ho già ricordato mi ha sempre impressionato il contrasto fra
LA SCHIUMA BIANCA DEL SAPONE,
che spruzza a volte dalla peretta piena prima di metterla nel sedere,
E LE FECI NERE E DURE FERME NEL MIO CULO…CHE SARANNO INONDATE DA QUELLA SCHIUMA BIANCA…!!

Al culmine della maialaggine,prendo lo spazzolone e smuovo la carta igienica per vedere sotto…
Non vedo nulla…sempre schiuma ed acqua marrone….smuovo meglio e vado in profondità…
ecco “volteggiare” qualcuno dei “sassi” che intasavano il mio sedere..

Tutta quell’acqua,quella schiuma e quello sporco sono usciti dal mio culo e dalla mia pancia….

inquietante..!!.
o forse no..!!
rassicurante il fatto che siano usciti…!!…fuori dai coglioni…!!
MA SARÀ PER QUELLO CHE ORA MI BRUCIA CULO E MI FA UN PO’ MALE DENTRO…

Ne ho abbastanza della visione “SHIT”…!!
Tiro l’acqua e pulisco con lo spazzolone.
Anche se a volte mi balena in testa l’idea di…
FARE IL CLISTERE E POI CAGARE IN UN VASO TRASPARENTE.. !!
Sai che roba..!!.. Che cazzate vado a pensare..!!

Finalmente mi rimetto a posto calzoni e mutande che fin’ora erano rimaste calate.
Una volta rivestito,spalanco totalmente la finestra facendo uscire le “esalazioni” della mia cagata,
che appestano l’aria..!!

POST-POST-SCARICA : quando sorge qualche voglia in più…

Sono in camera mia,sdraiato sul mio letto.
Assaporo il relax dopo il clistere…
..non più tensione e dolore nella pancia….
ma un impressione piacevolissima di “intestino sotto vuoto”..
qualche fitta all’ano e dentro al culo…come se l’ampolla rettale fosse stata troppo “stirata” ed ora sia dolorante per lo “stiramento”…. quasi un dolore “muscolare” ..ma è di piccola entità.

Le sentirò solo quando l’ampolla si gonfierà per le prime (e potenti..)…scorregge dopo il clistere…
quando l’intestino sembra riattivarsi…e la prima aria scorre nel “tubo sgombro”..
scoregge “pulite”.. come il mio sedere ora..
non più gas fetidi che spravano dal culo intasato…come prima del clistere…

Sono sdraiato sul letto,vestito.
Ripenso al clistere.
Ciò che ho subito è antipatico,ripensando a tutto,
ma non posso fare a meno di massaggiarmi con la mano sul pisello…
..senza calare o aprire i calzoni per ora…non sono solo in casa e non è sera..

Penso al richiamo insistente di Lei,che cercavo di ignorare…all’avvio verso il luogo del “supplizio”..
mi rivedo inginocchiato sul letto a calarmi i calzoni e le mutande..
poi con testa bassa appoggiata sul materasso ed il sedere per aria..
mi sembra di risentire il freddo fra i glutei denudati ed aperti,
lo scivolare della pomata…il fiato di LEI sulla mia pelle mentre mi unge…
la peretta che mi entra nel culo,scivolando..
l’acqua che mi gorgoglia dentro…e mi gonfia..

Insomma.. rivedo…
Alessio a pecorina… mentre gli fanno il clistere…!
metre gli riempiono la pancia dal sedere…!
Mi piacerebbe quasi mettere una telecamera e rivedere il filmino…
Mi consumeri il pisello di seghe rivedendomi…e mi svuoterei i ciglioni a forza di sborrare..!

Per ora non resta che ricrdare quei momenti…
Mi rivedo sdraiato su un fianco dopo il clistere,,,!a strngere”….col culo nudo e bagnato,
mi sembra di risentire la pancia che ribolle e la pressione sul buco del culo..
il timore di “scoppiare” e farsela sotto..
e poi..l’interminabile scroscio dal mio culo..
le scorregge che rintronano nel WC…

Il culo aperto e slargato nell’acqua calda del Bidet,le mie dita che massaggiano…

Beh…soprassedendo alle nausee e ai dolori dell’ultima fase della scarica…
Il clistere,e la successiva cagata, oltre ad essere terribilmente antipatici…e..utili…
Sono anche terribilmente erotici…!!

Infatti il mio pisello è diventato di marmo….
e… ora sono pure solo in casa….!!!

Mi apro i calzoni e ripenso a quando lo stavo facendo davanti a LEI…
LEI dietro di me, con la peretta pronta proprio per il mio culo..
Pronta per ficcarla nel culo intasato di Alessio..!!
E Alessio girato di spalle pronto ad inginocchiarsi sul letto,
che si cala i calzoni….e poi,inginocchiato sul letto abbassa le mutande e mostra il suo culo..
per farsi ficcare dentro la peretta e fari fare il clistere..!
Il mio cazzo pulsa mentre lo libero dai vestiti…

Mi sfilo il pisello dalle mutande.. sento l’aria fresca sui coglioni…
e ripenso a quando l’ho sentita fra le natiche aperte,calde,umide,appena denudate,
mentre ero a pecorina,col culo esposto e indifeso..
E la testa sul materasso …. “fate di me ciò che volete…”

Mi passo la mano sul pisello durissimo e bollente…
..non so se nemmeno io cosa vorrei…!!

Forse vorrei una LEI,
che possieda il mio culo e purghi il mio corpo,
come è appena avvenuto,
per poi “invertire i ruoli”…scoparla “selvaggiamente” e riemiple di sborra tutti i buchi..
cosiccome LEI ha posseduto e riempito il MIO CULO…!!

O forse vorrei anche riempire il SUO CULO…e sentirla lamentarsi e gemere..
Mentre LE riempio la pancia dal culo..
Mentre stringe il culo e mentre rovescia sul WC il contenuto del suo intestino…

O forse no…
Forse vorrei di fronte a me un… ragazzo come ME…!!
Un ragazzo a pecorina…!!
Che mi offra il suo buco del culo dove sfogare il mio cazzo…!!
Sfogare il mio cazzo nel suo culo in un caldo e denso “clistere”..!!!

E forse ora è chiaro perché mi piace tanto l’idea della
schiuma di sapone che riempie l’ampolla rettale..
LA SCHIUMA BIANCA CHE SI INFILTRA FRA LE FECI NERE…

È…..LA MIA SBORRA CHE RIEMPIE IL SUO RETTO…!!
DENSA,CALDA E BIANCA NEL SUO CULO…!!

GLIELO FAREI CON LA MIA SBORRATA IL CLISTERE…!!
E IL MIO PISELLO CHE ENTRA NEL SUO CULO….ECCO LA SUA PERETTA…!!

O forse vorrei prima ficcargli veramente una peretta nel culo e fargli il clistere…
..farlo cagare di fronte a me..
(magari…con una maschera antigas..per me..)
vederlo che suda mentre lo riempio..dal culo con la testa bassa…
sentirlo gemere e si contorcere un poco nello sforzo di trattenersi…
col culo stretto e la pancia piena di acqua calda e sapone…!!

E appoggiargli il pisello di sul viso… mentre è seduto sul WC..
strofinarlo alle sue guance…
appoggiarlo alle sue labbra….
mentre è seduto sul WC e svuota la sua pancia dolorante…
e le scariche e le scorregge rumoreggiano e slargano il suo ano…

Lo guarderei mentre si ripulisce o lo pulirei io stesso (magari…coi guanti..)
Un interminabile massaggio al culo dolorante…in un Bidet di acqua ben calda…
Le mie dita che entrano ed escono dal suo ano estroflesso,slargato,spossato..
E poi incularlo nel canale sgombro…!!
E rifargli un clistere…ma questa volta un clistere di sborra calda e densa…

Oppure magari vorrei essere io di nuovo a pecorina,ma di fronte ad un ragazzo come ME..
che “ faccia di me ciò che vuole..”…!!
Magari non proprio tutto…
e con cui godere di tutte le sensazioni che mi trasmette il mio culo…
e segarmi senza ritegno….!!!

Sentire il suo fiato sul mio culo mentre mi si avvicina per impomatarmi l’ano,
o per asciugarmi sfilando la peretta dal culo…
Le sue dita che appoggiano a fianco per slargare il buco del culo stretto e chiuso,
prima di ficcarMI dentro la peretta..

Intanto.. mi sego senza ritegno…anche in mancanza della ragazza…o del ragazzo.. !!!
Rivivo l’istante in cui la peretta mi scivola nel culo…
…mi fa gorgogliare dentro….mi riempie il culo…
Mi riempie la pancia mentre l’ano pulsa nello sforzo di trattenersi…..

Mentre mi sego mi umetto un dito e me lo ficco nel culo….
..come poco prima Lei mi ha ficcato la peretta..
Sfilo il dito per spingere fuori una forte scoreggia.:
la cappella si gonfia a dismisura mentre spingo per scorreggiare….
e continuo a segarmi….ancora più forte…!!

Mi rivedo col culo serrato bagnato e sudato,prima sdraiato di fianco e poi…
di corsa verso WC,reggendomi i calzoni col culo nudo e stretto…
lo schiavetto verso la sua “cuccia”..
mi pare di risentire l’interminabile scroscio della scarica,
un torrente che mi attraversa il buco del culo…
il sedere brucia…la pancia fa male…. tutto il corpo trema per lo sforzo….
una scarica elettrica mi squassa dall’ombelico al buco del culo..

Mi sfilo nuovamente il dito dal culo…
Un’altra scoreggia mi gonfia l’ampolla…
L’ampolla lievemente dolente…il bruciore al buco del culo e il lieve dolore DENTRO AL CULO…
mi ricordano che…. E’ TUTTO VERO…!!
E’PROPRIO IL CULO DI ALESSIO CHE HA APPENA SUBITO TUTTO QUESTO…!!!
E’ PROPRIO IL MIO CULO…. E LA MIA PANCIA..!!
E’ ALESSIO CHE HA APPENA FATTO IL CLISTERE….!!

Due lisciatone “selvagge” e sborro alla grande riempiendomi di sborra il palmo della mano…!
La sborra spruzza sulla mia pancia,riempie la cavità del mio ombelico.
Dalla mano scivola lungo l’asta del pisello,cola sull’inguine,impastando i peli,
e scende gocciolando sulle cosce e sui testicoli,già bagnati di sudore per l’eccitazione.

Resto così,senza muovermi,senza pensare,rapito dalla “goduria”..
Non mi muovo,non penso…
vorrei che il piacere che sto assaporando non finisse mai…!!

BEH…. COSA NE DICI..?
LA PROSSIMA VOLTA IL CLISTERE LO FACCIAMO INSIEME IO E TE… ?!