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Il dopo aperitivo in pineta.

Sei venuto a prenderci al lavoro con l’auto e insieme siamo andati a berci l’aperitivo. Io c’ero per modo di dire: parlavate fra voi, sorridevate, certo di me. Mia moglie sa che mi piace essere deriso un pò per la mia vecchiaia e la mia impotenza. Mi hanche fatto il cenno delle corna mentre tu eri voltato da un’altra parte. Io mi sono alzato tre volte dal tavolo per lasciarvi soli a decidere della serata. Poi lei si è protesa sul tavolo versso di te per darti un tenero bacio sulle labbra. Avete smesso di ridere e siete rimasti occhi negli occhi. Ho capito che il momento delle corna tanto atteso stava per arrivare. Avevate bisogno di amarvi, e anche subito. Non c’è stato bisogno di parlare. Io avevo pagato il conto del bar e subito a passo svelto abbiamo raggiunto la tua auto voi due avanti tenedovi per mano e io subito dietro. Perper fortuna la tua macchina è bella spaziosa. Mi hai detto: “Guida tu mauro, provala… Ma vai piano è!…” hai aggiuto soddidendo malizioso “Che poi lo sai, tua moglie soffre il mal d’auto”.
Io sapevo che aveva voglia del tuo cazzo Paolo. Per tutto il pomeriggioa ha smaniato gurdando l’orologio, nervosamente. “Caro Paolo Vinroger, mi hai mandato in calore la moglie e ora te la devi sollazzare, capito? Me la devi trombare da farla sfinire… Ora lei vuole il tuo cazzo fin nel cuore dopo che le hai invaso tutta la vagina e anche il culone” Questo volevo dirti mentre guidavo. Ma voi due eravate già nel vostro mondo d’amore. Vi baciavate sfacciatamente. La frugavi fra le coscione e lei aveva già estratto il tuo poderoso cazzo. Ce l’hai bello grosso, per forutuna e la sai soddisfare. Un bull come te è una benedione in una coppia dove il marito è un vecchio porco impotente e segaiolo. Siamo arivati già in pineta e io vado pianissimo alla ricerca di un affratto abbastanza grande per la tua auto, ma abbastanza isolato per evitare guardoni segaioli come me. Mi fermo. Intorno nessuno. Piante, pini, arbusti e silenzio. Ma dentro l’auto è diverso. Mia moglie s’è tolta le mutande e si è messa a cavalcioni su di te. I vostri baci con risucchio, i vostri slinguamenti, sono musica pe le mie orecchie. Un piccolo miracolo si ripete: ho un pò di turgore al pene che mi consentirà la sega e me lo tiro fuori. Sento fortissimo l’odore dei vostri sessi eccitati. Sei dentro di lei che ti cavalca goffamante. Si agita su di te, smania forte, sbuffa, geme, gorgoglia, ansima. Tu la tieni salda per le chiappone. Vedo ora nel buio dell’auto che le titilli l’ano con un dito per invogliarla ancora di più. Quando lo fai lei geme e spinge indietro il culo spingendo per farselo entrare di più Vedo bene il suo ano che si estroflette e tu affondi col dito nel suo buco del culo.
Oramai ho perso la dignità e ti supplico con voce roca: “Paolo trombamela, ti prego; falla godere che ne ha vogli., Dai! Paolo, dai!!” Certo mi assecondi, perché glielo spingi dentro fino in fondo. Vedo che restano fuori dal lei solo i tuoi grossi testicoli il resto è dentro, piantato fino all’utero. Che bello!! Non ce la faccio e allungo una mano verso i vostri sessi uniti. Non sono gay, tranquillo e la mia tenera carezza alle tue grosse palle è solo gratitudine, riconoscenza, ammirazione, incoraggiamento, rassicurazione. Laggiù è tutta una pozza bagnata e vischiosa. Ti ha bagnato tutte le cosce e fra le sue chiappone c’è un lago. Meno male che ti eri calato i pantaloni, sennò te li inzuppava. Tra poco il tuo sperma verrà spinto in lei e io rischierò di svenire per l’emozione. Gianna entra in orgasmo all’improvviso. Si ferma come in un fotagramma di film, la sua testa va all’indietro, la bocca si spalanca come a cercare aria e poi con un specio di muggito seguito da una serie di rantoli si scuote tutta godendo forte. “Oddio come gode, Paolo, dai! Godi anche tu, vienile dentro!!” ti dico supplicandoti con voce rotta dall’amozione. Ma tu non hai bisogno del mio incoraggiamente, perché Vedo Gianna sobbalzare sotto le spinte in alto del tuo bacino e sento il tuo ruggito. Non reggo all’emozione e anche io ho un orgasmo, ma sterile, senza sperma. Solo poche ma intense contrazioni inguinali.

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Le liceali con il vizietto dell’amplesso

Racconto trovato in rete su xhamster.

Sono uno studente universitario, vivo in un quartiere piuttosto elegante di Roma, sono un po’ sfigato con le ragazze, vi racconterò in che modo ho potuto vivere esperienze sessuali soddisfacenti nonostante la mia mancanza di fascino e di capacità con l’altro sesso sfruttando la bellezza dei miei amici più cari (e la troiaggine delle mie amiche parioline). Spero che anche voi se avete difficoltà ad approcciare con l’altro sesso possiate trarre esempio dalle mie gesta, tanto di amici carini e di ragazze troie il mondo ne è pieno.
Alla fine del primo anno di Università superato con discreti risultati, andai in vacanza a Santo Domingo con il mio amico Paolo, un vero sex-symbol nella zona in più anche simpatico, io già ero d’accordo con le mie amiche innamorate di lui su di un progettino che avevamo curato con cura prima della partenza. Si trattava di recuperare materiale fotografico di quel fusto possibilmente senza vestiti, mettendo in risalto soprattutto la plasticità del suo uccello la cui bellezza aveva oramai fatto notizia tra le ragazze del gruppo. In cambio io avrei ottenuto qualcosa di ancora imprecisato su cui ci saremmo accordati al mio ritorno a seconda della ricchezza del materiale prodotto, non avevo dubbi sulla ricchezza del materiale che avrei rimediato, perché riuscii sin dal primo giorno a fotografare Paolo completamente nudo approfittando del suo sonnellino serale.
Di ritorno dalla spiaggia, dopo la consueta partitella di pallone con i ragazzi del luogo che puntualmente ci umiliavano in ogni modo, ci infilavamo sotto la doccia di filato, poi prima di cena cotti dal sole ci buttavamo ciascuno sul proprio letto. Lui però era solito farlo nudo a causa del gran caldo, ecco che io allora atteso che si addormentasse mi infilavo in camera sua, cominciavo a fotografarlo con degli zoom impressionanti sul pene, che riuscivo a ritrarre con un’attenzione davvero incredibile per i particolari. Di ritorno dalla vacanza avevo in una cartella della memory-card della mia macchina fotografica qualcosa come 200 foto di Paolo, ripreso in ogni particolare del suo corpo abbronzato prestante ed atletico.
A Raffaella, mia referente principale nel progetto delle foto, di ritorno a casa ne feci vedere solo alcune in anteprima, molto di sfuggita, da lontano, attraverso il piccolo display della macchina, non appena lei comprese il valore del materiale che le avevo riportato dalla vacanza quasi non credeva ai suoi occhi. Cominciò credo ad eccitarsi, come potei dedurre dal mutamento del suo volto, una persona che si eccita come una cagna perde il controllo dei propri sensi, infatti la si può forse riconoscere dagli occhi perché divengono più lucidi e le pupille si sgranano.
Fateci caso, lei si eccitò molto ed io ne approfittai per iniziare a dettare le mie condizioni, per vederle lì ora tutte con calma mi doveva in’anzitutto spompinare per benino con ingoio s’intende.
Per avere le foto a sua disposizione invece, volevo che lei rischiasse tanto quanto avevo fatto io e mi procurasse foto simili delle sue amiche fichissime, Giulia, bionda occhi azzurri elegantissima con quelle tette enormi, Lavinia, piccolina minuta una che non te la dà nemmeno se la paghi con la puzza sotto al naso, la sua coinquilina Sara, alta magra mora occhi blu culo perfetto bellissima, ma soprattutto Giorgia, il desiderio erotico di chiunque di noi, mora capelli lisci lunghi carnagione olivastra occhini grandi neri un corpo semplicemente perfetto, un desiderio proibito.
Per il pompino Raffaella non si fece pregare dieci secondi, il mi pisello stava già dentro la sua bocca inzuppata, spompinò con ardore mentre io le facevo scorrere le immagini del cazzone di Paolo sul display e lei le guardava con avidità. Sognava magari dentro di sé che il pisello che aveva in bocca fosse quello bello, lungo, liscio, scuro, levigato, dritto, curvato verso l’alto di Paolo, le sborrai piuttosto in fretta una discreta quantità di sborra che ingoiò con un primo colpo, salvo un po’ che le colò fuori dalle labbra attaccandosi attorno al mento così che dovette raccoglierla con la mano per riportarsela in bocca in un secondo sorso, poi si guardò le foto con calma e mi promise prima di andarsene che avrebbe fatto il possibile per accogliere le mie richieste.
Le prime 20 foto le più caste se le guadagnò nel giro di 24 ore, Raffaella si presentò a casa mia con i negativi di un paio di rullini di foto di Giulia dell’estate precedente, era fotografata in spiaggia mentre prendeva il sole in topless, di meglio su Giulia non poteva davvero darmi. Di per sé potrà sembrare poco rispetto al rischio che avevo corso fotografando Paolo, ma dovete capire che da un po’ girava la voce dell’esistenza di foto s**ttate durante una vacanza tra amiche in Calabria in cui Giulia compariva in topless. Io sapevo che Raffaella le aveva e speravo davvero che le avrebbe messe in comune con me, finalmente le ebbi, Giulia appariva abbronzantissima sorridente a tette al vento, delle tette grandi polpose ma meravigliosamente curvate, irregolari insomma di una forma particolare.
Altre 50 foto Raffaella venne a prendersele la settimana dopo schiava dell’esigenza di possedere quei reperti che evidentemente stavano mandando in tilt il suo desiderio, mi portò del materiale straordinario, la sua coinquilina Sara fotografata sotto la doccia, a letto, in camera senza reggiseno, con il pelo di fuori, le aveva s**ttate lei stessa per scherzo come forma di complicità. Le foto erano carine divertenti, in una per gioco Sara con indosso solo un paio di slip prendeva una banana e se la infilava in bocca e tra le tettine, i capezzoli erano proprio come me li ero immaginati, scuri, lunghi, grinzosi, il pelo della fica era nero folto ma concentrato in verticale non diradato in larghezza.

Con le foto di Giulia e di Sara mi feci delle seghe straordinarie, non riuscivo a smettere di guardarle, sapendo della passione per Sara del mio amico Alessandro, mi decisi a fargli sapere che avevo delle foto interessanti, lui impazzì all’idea di vederle mi voleva perfino dare dei soldi. Io ero un suo amico, in quel periodo stavamo sempre assieme, però non volevo neppure perdere l’occasione di rimediare qualcosa di utile sempre con la tecnica dello scambio, lui in quel periodo si scopava una biondina niente male che sinceramente ora non ricordo come si chiamava. Una tipa un po’ scema ma davvero carina, gli fornii la telecamera che mi avevano regalato alla cresima, gli spiegai come utilizzarla e la cosa fu fatta nel giro di 24 ore, lui la nascose in camera da letto sotto un mucchietto di vestiti, riprese tutta l’intera scena di sesso tra i due, insistendo anche con la malcapitata in modo che si esponesse bene verso l’obiettivo della telecamera, Nel video ci fu una scenetta divertente perché quando Alessandro le prese la testa spingendola verso il suo cazzo in tiro per farselo succhiare, lei gli impose prima di leccargliela perché non era giusto che lui rimediasse sempre pompini e lei nulla in cambio! Allora il mio amico prese a leccargliela ma fece mettere la sua bambolina in una posizione tale per cui la fica aperta inzuppata di liquidi viscidi compariva esattamente davanti all’obiettivo della telecamera, esattamente sotto al buchetto del culo bello in mostra, con le pieghette rosa scuro tutte attorno a quel buco nero circondato dai peletti. In cambio del filmino girato con la biondina gli diedi le foto di Sara, gli mostrai anche quelle di Giulia, era pieno di donne lui non come me che ero un vero sfigato, ma le foto lo mandarono fuori di testa lo stesso, quanto al video avrei potuto utilizzarlo poi per altri fruttuosi scambi di materiale. Per esempio Gigi aveva sempre quelle foto di una sua ex americana s**ttate mentre scopavano, oppure Mimmo avrebbe potuto farmi avere in cambio quelle s**ttate con il cellulare di nascosto alla sorella più grande mentre faceva la doccia.
Raffaella intanto voleva le ultime 100 foto di Paolo, impazziva soprattutto perché sapeva che nelle foto mancanti c’erano quelle con i particolari del cazzo, mi spiegò anche che non avrebbe davvero potuto farmi avere foto né della altezzosa Lavinia né della bellissima Giorgia perché le era impossibile procurarsele. Avrei potuto chiedere a Raffaella di farsi fottere per benino in cambio della seconda metà del servizio fotografico di Paolo, ma la cosa mi eccitava fino ad un certo punto vista la bellezza delle sue amichette, così mi venne un’idea di cui poi non mi pentii, le suggerii di rimediare un piccolo registratore, di nasconderselo dentro i vestiti e organizzare un ritrovo fra amiche, intavolare una discussione su temi sessuali convincendo le amiche a confidarsi segreti. Anzi, le proposi di mostrare proprio in quell’occasione le 100 foto di Paolo che già si era accaparrata, Raffaella sembrò soddisfatta dell’accordo poiché le sembrava molto meno impegnativo di sottoporsi ad una scopata con il sottoscritto, non vi dico che cosa favolosa fu per me l’ascolto di quelle due ore di cassetta registrata da Raffaella in un pomeriggio passato a bere tè a casa di una di loro. Poco dopo aver avviato il registratore Raffaella annunciava alle sue amiche che aveva con sé certe foto osé di Paolo, le ragazze impazzirono dandosi a strilli e strilletti, i loro commenti sulle foto erano straordinari da ragazze di alta società non me lo sarei mai aspettato un linguaggio così sguaiato invece c’era da ridere ed eccitarsi.
“Guarda che cazzo enorme, sono questi cazzi che ti fanno pensare che i pompini sono cose sante.”
Esordì Sara.
“SI.”
Replicò Lavinia la più altezzosa
“Ma lo sai che a succhiare un pisello così io potrei venirmene da sola.”
“Oh madonna.”
Disse una voce che doveva essere della bellissima Giorgia, pensate quando è in tiro quanto è lungo.
“Già.”
Faceva eco Lavinia, che davvero inaspettatamente risultava più troia.
“Io questo me lo metterei in fica e non lo farei più uscire.”
“Madonna quanto è fico, io a questo gli leccherei pure il buco del culo”
Disse poi Giulia dalle belle tette.
“Perché, non lo hai mai fatto?”
Le domandò una di loro.
“No, mai fatto fino ad ora.”
“Ah, e il tuo Luca non ha potuto godere della tua lingua sul culo?”
“Chi, Luca? Ma se quello è un minidotato, ha un cazzetto che in fica neanche lo sentivo”
Replicò Giulia.
“Tu ce l’hai larga amica mia, te l’ho sempre detto, da quando l’hai preso da quell’inglese a Corfù ti sei slabbrata la fica.”
Le fece notare Giorgia.
“Ma che dici, tu semmai che te lo sei fatto sbattere in culo da Edoardo dopo neanche due settimane che stavate insieme.”
“Piuttosto.”
Fece Giorgia rivolgendosi a Lavinia.
“A Michele gliel’hai già data o no?”
“Senti, ti devo dire la verità, Michele mi lecca così bene la topa che sinceramente non vorrei che smettesse mai, io gli faccio dei bei pompini però ogni volta che viene finisce lì perché se poi lui ci prende gusto a scopare non mi lecca più la figa con passione come fa ora, pensate che fa passare la lingua lentissimamente dal buco del culo al clitoride e ritorno per una marea di tempo, quando vengo mi lecca inzuppandosi la lingua è davvero un perfetto servetto, sembra un cagnolino fedele che lecca tutto. Figuratevi che ieri pomeriggio appena i miei sono usciti mi sono messa a fargli una sega mente ci baciavamo, lui ha preso a spogliarmi e a leccarmi, allora io mi sono messa a cavalcioni su di lui che se ne stava sdraiato a pancia all’aria, ero dritta su di lui ho cominciato a schiacciargli la fica in faccia mentre leccava, è diventato tutto rosso in faccia per lo sfregamento non ti dico quanto godevo io a vedermelo là sotto che un altro po’ non respirava più.”
“Cazzo, che fico, beata te.”
Disse allora Giorgia.
“Senti Lavinia, ma perché non mi ci fai fare un giro con Michele se lecca così bene? Ti prometto che ci faccio una cosa al volo e poi lo mollo.”
“Perché no, in fondo me lo hai fatto conoscere tu! Poi lui dice sempre che sei una fica!”
Disse allora Lavinia.
“Grazie, sei un’amica, ti giuro che me la faccio leccare come dici tu e non me lo scopo, mò gli mando un messaggetto e gli dico se può passare a portarmi il libro di storia contemporanea, tu però stasera non lo chiamare sennò si ammoscia!”
“Si però stai attenta Lavinia perché lo sai che Giorgia c’ha preso gusto a prenderlo dietro, dice che non sente più dolore!”
Disse allora Giulia, che se ne stava più sulle sue.
“Beh, questo no, cara mia!”
Reagì Lavinia rivolgendosi a Giorgia
“Non te lo fare mettere in culo perché sennò quello poi viene da me e vuole farmelo pure a me mente io non ci tengo per niente mica ce l’ho rotto il culo io!”
“Stai tranquilla niente culo da lui neanche sarebbe capace, poi comunque voi sbagliate a non prenderlo, fidatevi!”
“Aoh ma noi mica siamo tutte come te!”
Fece Giulia.
“Senti chi parla! Proprio tu che ti sei fatta pisciare addosso quando stavi con quello di Milano!”
Replicò Giorgia.
“Eh!?”
“Cosa?!”
A quanto pare le altre ragazze non sapevano di questo incredibile precedente erotico di Giulia che fino ad allora aveva fatto la signorinella e che ora si scopriva come la più troia di tutte loro!
“Ma guarda che io mica volevo farmi pisciare addosso da quello stronzo, era lui che già da un po’ mi rompeva con sta storia che mi voleva pisciare addosso, io gli dicevo che era matto, che roba del genere io non la facevo, poi un giorno stavamo a casa sua e mi ero inginocchiata per prenderlo in bocca quando lui inizia a zampillare un fiotto di piscio dalla punta del cazzo che mi arriva dritto negli occhi, non sapete che bruciore, poi sui capelli, poi dappertutto, ho provato ad allontanarmi ma quello aveva un idrante al posto del cazzo perché lo schizzo faceva metri, giuro metri, roba incredibile io non pensavo che gli uomini potessero pisciare così lontano, comunque fu una cosa schifosa, infatti l’ho mollato.”
Fece Giulia incazzata.
Intervenne allora Sara.
“Comunque io a uno come Paolo gli permetterei pure di pisciarmi addosso se proprio ci tiene, guardate che meraviglia che è in queste foto, mi porterei il suo cazzone a letto tutte le notti, stringendomelo addosso come un orsacchiotto!”
Fu Raffaella ad interrompere il dibattito.
“Ragazze, ma lo sapete che ce ne sono altrettante di foto che io non ho in cui ci sono i particolari del cazzo fotografato mentre lui dorme?”
“Ma che dici, sei matta? Ma davvero? E che aspetti a fartele dare? Io le voglio assolutamente vedere.”
Fece Sara.
“Si, è che vuole qualcosa in cambio, io per avere queste qui ho dovuto… (a questo punto io che ascoltavo masturbandomi alla grande, ho fatto un salto temendo che quella cretina si stesse tradendo rivelando di avermi dato le foto delle due amiche Giulia e Sara) beh… ho dovuto fargli un pompino!”
Fece Raffaella
“Ma va!?”
Fece qualcuna stupita.
“Eh beh fagliene un altro!”
Disse Sara.
“No, non vuole più, dice che le foto valgono di più, forse vuole scopare.”
Disse Raffaella.
“Beh, tu scopatelo che ti frega poi hai le foto da paura col cazzo dell’uomo più bello del mondo!” Insistette sempre quella zoccola di Sara.
“Mah, non so non sembrava neppure interessatissimo alla cosa.”
Disse Raffaella.
“Vabbè, allora chiedigli se vuole che il pompino glielo faccia qualcuna di noi.”
Disse Sara.
Io all’udire quelle parole impazzii!!! E pensare che le foto le avevo date via tutte oramai proprio per avere la cassetta che stavo ascoltando, chiamai Raffaella di corsa e le proposi un nuovo accordo, fingere di non avere le 100 foto, spiegare ad una della amiche che le avrei date loro in cambio di un pompino, Raffaella in cambio avrebbe poi preteso delle cose molto complicate che magari vi racconterò in un’altra circostanza…
La cosa si concluse il giorno seguente, venne da me nel pomeriggio Sara la coinquilina bellissima di Raffaella tutta divertita dalla situazione che viveva come un gioco, io le diedi le foto, subito lei sorrise per il gesto diede appena un’occhiata dentro la busta la mise in una tasca del giaccone e mi guardò negli occhi sorridendo, si chinò in ginocchio aprì la patta dei pantaloni tirò fuori il mio cazzo se lo mise in bocca dolcemente, lentamente lo succhiò con gusto, con arte, come se lo facesse con piacere, benché io sapevo che lo faceva solo per avere in cambio le preziose foto con cui avrebbe potuto spararsi i migliori ditalini della sua vita. Quando venni Sara ingoiò tutto senza difficoltà, si alzò si incamminò verso l’uscita ed io gli chiesi se avesse bisogno di fare un salto in bagno, mi disse che no non ne aveva bisogno, curiose ragazze, elegantissime, truccate, profumatissime, che vanno in giro per la città con il palato ancora umido di sborra e il fiato viziato dal sapore del cazzo, magari di filato a pomiciare col pariolino di turno…

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Il mio amico del cuore

Mi dicevano, quando ero più piccolo, che il sesso era sporco. Poi lo provai e mi piacque, ma non pensavo di arrivare a quello che ho fatto con Giulio.

Mi chiamo Antonio, ho 25 anni e sono un operaio. Fin da quando avevo 12 anni ho fatto l’amore con tante ragazze, anche da quando ho iniziato a lavorare. Mi diverto il sabato sera a rimorchiare le belle ragazze, a trattarle bene e a farle divertire con il sesso.
Mi chiederete: perchè sto dicendo tutto questo? Beh perchè quello che ho fatto con Giulio è stata forse la mia più bella esperienza della mia vita.

Giulio ha un anno meno di me, ma abbiamo studiato insieme fin dalla prima media (fui bocciato) e siamo sempre stati amici di famiglia, anche se col tempo i miei genitori iniziarono a conoscere altra gente, io studiavo e giocavo con Giulio. E’ un ragazzo in gamba, sa come gestire ogni situazione e non è mai andato male in niente.
A 15 anni si dichiarò gay, ma fu accettato dalla classe e dalla famiglia. Io lo sapevo da tempo, ma non dissi niente a nessuno, proprio perchè non volevo che succedessero casini.

Quando avevo appena compiuto 18 anni è successo quello che è successo.
Un giorno eravamo a casa sua per giocare alla Playstation, eravamo soli in casa (i suoi genitori erano in crociera e sua sorella maggiore, che per di più mi sono fatto :P, era fuori città) e ci eravamo fatti una bella scorta di birra. Dopo un’ora di gioco e di trincamento, eravamo un bel po’ sballati, ma sempre coscienti, Giulio si avvicinò al mio collo e iniziò a leccarlo. Io lo stoppai e gli dissi se era matto o cosa, lui mi rispose che voleva farmi eccitare con il pretesto di farmi guardare un porno ed io gli dissi che poteva continuare, visto che mi piaceva.
Giulio vide che il mio cazzo era diventato duro, si avvicinò, mi sbottonò i jeans e cominciò a baciarmi il cazzo, ancora coperto dai miei boxer. Neanche il tempo di dirgli di smetterla che non riuscì a smetterla di eccitarmi. Gli dissi subito di togliermi le mutande.

Alla vista del mio pene enorme, Giulio si sorprese e mi disse che era la prima volta che vedeva un cazzo così grande. Si avvicinò sempre di più al mio uccello e mi iniziò a leccare la cappella e a spomparmi. Non riuscivo a parlare, ero eccitato come non mai. Le mie donne non erano riuscite a farmi stare così bene, anche se erano molto brave :). Riuscii a digli di smetterla, mi avvicinai a lui e gli dissi di finirla, lui non mi ascoltò e mi baciò.
Il bacio mi fece cambiare idea e decisi di togliergli i pantaloni. Il suo pene era fantastico, non era grandissimo, ma non era nemmeno troppo piccolo. Mi disse di provare a mettermelo in bocca, io ero un po’ schifato, ma presi coraggio e cominciai a qualche pompino. Dopo un po’ mi disse che per la mia prima volta non stavo andando male.

Giulio mi guardò e mi disse di cominciare a penetrarlo, prima però andò in camera sua e prese il suo lubrificante, mi chiese di metterglielo, glielo misi e cominciai. Il suo ano era abbastanza morbido e non ebbi molta difficoltà a penetrarlo. Io ero seduto sul divano, lui stava “cavalcando” sopra al mio pene. Godeva come non si era mai visto, gli dissi poi di mettersi a pecora e lo fece. Ero quasi al limite, gli dissi che stavo per venire, tolsi il mio cazzo dal suo culo e venni sulla sua schiena. Mi disse che era stato bello, ma voleva che io lo prendessi e gli dissi va bene senza esitazioni.

Gli chiesi di andarci a fare una doccia prima e poi potevamo anche continuare in salotto o in cameretta. Mi diede tutto l’occorrente e andammo a farci la doccia insieme. Dopo due minuti di doccia Giulio mi ribaciò e mi disse di farlo qui, che non voleva aspettare ancora. Mi prese alla sprovvista, si abbassò per leccarmi il mio pene tutto bagnato e dopo poco cominciai pure io. Poi mi disse di mettermi a pecora, mi iniziò a leccare il mio ano e a ficcarci le sue dita. Ero eccitato, prese il suo pene e iniziò a scoparmi. Il dolore iniziale durò solo pochi secondi che iniziai a stare bene. Mi stava fottendo benissimo che non gli dissi niente, anche quando crollai in terra dalla stanchezza. Dopo una decina di minuti di sesso sentii caldo dentro di me, ma continuò anche se era venuto. Stette altri 5 minuti a scoparmi e il suo cazzo non era intenzionato a riposarmi. Io gli chiesi se avesse preso il viagra, ma lui negò. Alla fine rivenne dentro di me e finii. Io che non riuscivo ad alzarmi dalla fatica, Giulio che aveva tra poco il fiatone, ci coccolammo per un po’, ci ripulimmo e ci asciugammo. Gli dissi che era la prima volta che mi sentivo felice con un uomo e lui mi rispose che non dovevamo innamorarci.

Per un annetto, durante le ore di Ginnastica (la prof non era molto sveglia) e durante i pomeriggi alla Playstation, scopavamo sempre, ma non rinunciai alle donne, perchè mi piacevano e mi piacciono tutt’ora, solo che ero diventato bisessuale perchè mi piaceva scopare con Giulio.
Dopo tanto tempo da quella prima volta dissi a Giulio di troncare questa relazione di solo sesso e decidemmo comunque di rimanere amici, anche se qualche volta non abbiamo rinunciato a qualche scopata eccezionale.

Oggi io sono sempre a conquistare le donne, sto bene e mi sento finalmente pieno, Giulio invece si è trasferito in una nuova città per andare a studiare medicina, è fidanzato e ha deciso di sposarsi in Spagna con il suo compagno.
A volte ci sentiamo su Skype e si parla sempre di quella prima volta a casa sua. E’ un ricordo che non andrà mai via dalle nostre menti.

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Ho rubato il ragazzo a mia sorella (Parte 8)

Quando lunedì tornai dopo la scuola vidi una strana automobile davanti a casa mia. Non c’era allenamento di nuoto quel giorno e speravo di farmi un sonnellino, Giacomo ed i suoi genitori erano fuori quella sera ed avrei potuto avere un po’ di tempo per me stesso.
La macchina davanti a casa mi sembrava familiare. Entrai e vidi Alice che parlava con Renzo. Renzo era nella squadra di nuoto con me ed aveva sviluppato una certa rivalità con me. Renzo era anche il primo miglior amico di Giacomo fino a quando non si era messo con Sara, e questo lentamente li aveva separati. Giacomo mi aveva confessato di essere stato innamorato di Renzo, ma che poi ad una riunione di nuoto aveva visto me.

Guardai Renzo per un momento. Se Alice gli stava parlando, di qualsiasi cosa si trattasse, non era niente di buono. “Nick sa qualche cosa.” Disse Alice. “Ma lui non parla.”
“Alice cosa cazzo c’è adesso? Non ne hai fatte abbastanza a Giacomo?”
“Non sarà mai abbastanza.”
“Giacomo è gay?” Chiese Renzo.
“Ti sei già dimenticato di lei?” Risi. “Lei è incazzata solo perché Giacomo l’ha scaricata.”
Renzo si alzò e venne a pochi centimetri dalla mia faccia. “Ascoltami, ti devo sopportare nella squadra di nuoto, ma non voglio che tu coinvolga il mio miglior amico in qualsiasi cosa da checche.”
Io mi avvicinai ancora di più al suo viso. “Io non sto coinvolgeno Giacomo in niente. Te ne accorgeresti se non passassi tutto il tuo tempo con Sara o ad ascoltare quello che dice la mia sorella combina guai.”
Renzo mi spinse ed io lo spinsi. Lui alzò la mano per colpirmi con un pugno. Io abbassai la testa e lo sbattei sul pavimento. “Ragazzi” Gridò mio padre e spostò Renzo prima che potessi colpirlo.
“Signor Vardi.” Disse Renzo detto. “Nick mi ha attaccato.”
“No, prima l’hai spinto tu e hai tentato di dargli un pugno.” Disse mio padre. “Lui stava solo difendendosi. Ora ti suggerisco di andartene.”
Renzo fece l’offeso ed uscì dalla porta. “Alice.” Disse mio padre. “C’entri qualche cosa con tutto questo?”
“Cosa stai dicendo papà?” Chiese Alice sbattendo le ciglia.
“Naturalmente c’entra!” Dissi io. “Diffonde ogni genere di bugie su Giacomo a scuola e Renzo era qui perché crede ad ogni sua parola.”
“Alice vai in camera tua.” disse mio padre. “Con te parlerò più tardi, ora voglio parlare da solo con Nick .”
Alice se ne andò. “Nick siediti.”
Io mi sedetti sul divano. “Prima ha chiamato il papà di Giacomo, ti ha invitato ad andare in gita con loro. Ha detto che potranno essere qui in un’ora. Penso che dovresti andare, sarà meglio che tu stia lontano da tua sorella per un po’.”
Io accennai col capo. “Per favore sii onesto con me, ho sempre saputo che sei diverso dagli altri ragazzi. Aspettavo che tu ti aprissi con me ma il modo con cui hai diifeso Giacomo è stato chiaro, non lo dirò ad Alice o a tua madre, ma tu e Giacomo state insieme?”
Respirai profondamente e poi dissi: “Sì.”
Guardai mio padre e non vidi delusione nei suoi occhi. “Ok, è ciò che volevo sapere. I genitori di Giacomo lo sanno?”
“Sì.”
“Bene. Penso sia meglio che tu lo tenga per te ora. Se Alice sta provocando solo guai a Giacomo immagino il guaio ulteriore che potrebbe provocare se lo sapesse. Giacomo è un bravo ragazzo e è una vergogna che Alice lo tratti così. Enrico è venuto a trovarci e ha detto che potrebbe essere lui il padre del bambino ed abbiamo concordato una prova di paternità. Io parlerò coi genitori di Giacomo e loro, tu, Giacomo ed io ci incontreremo col vostro preside per parlare dei problemi con Alice.”
“Non sei arrabbiato con me?” Chiesi. “No Nick, non lo sono. Non è la vita che avrei scelto per te ma queste cose sono fuori non possono dipendere da me. Tu hai sempre pensato che tua madre ed io preferivamo Alice, non è la verità. Tu sei speciale Nick, e noi abbiamo sempre pensato che tu potevi essere qualsiasi cosa volessi essere, ecco perché ti abbiamo spinto a fare di più. Ora perché non vai a prepararti per andare con Giacomo ed i suoi genitori.”
Mi alzai e mio padre mi diede un grande abbraccio, poi andai nella mia stanza. Mio padre mi seguì ed andò nella stanza di Alice. Poco dopo sentii delle grida. Bussarono alla mia porta. Era mia madre che mi diceva che Giacomo ed i suoi genitori stavano aspettandomi fuori. Mentre uscivo sentii mio padre ed Alice che stavano ancora litigando.
Uscii, Giacomo era sul sedile posteriore della macchina e salii. “Abbiamo un problema.” Dissi.
“Cosa?” Chiese Giacomo mentre la macchina partiva.
“Il tuo vecchio amico Renzo.” E gli raccontai tutto compreso il nostro litigio. Poi anche di mio padre e di quanto mi aveva detto.

Mi divertii con la famiglia di Giacomo, andammo a fare shopping e cenammo in un bel ristorante. Quando parcheggiarono davanti a casa mia, mio padre ci stava aspettando. “Signori Grasso.” disse mio padre. “Posso parlare con voi?”
“Giacomo, Nick perché non entrate?”.Disse mio padre.
Noi entrammo ed andammo nella mia stanza. “Perché succede tutto questo?” Chiese Giacomo. “Perché tua sorella provoca tutto questo?”
“È il suo modo di fare, è sempre stata così,”
Tirai Giacomo a me ed io gli diedi un bel bacio profondo. Giacomo scivolò sulle ginocchia e cominciò a slacciarmi la cintura. “Giacomo, mio padre sarà qui tra qualche minuto.” Dissi.
“E per allora avrò finito.” Disse lui abbassandomi la cerniera dei pantaloni.
Prese il mio cazzo e cominciò a farmi un pompino. Io reclinai la testa indietro quando sentii la bocca di Giacomo salire e scendere sul mio uccello. Feci correre le dita tra i suoi capelli ed assaporai la sensazione della sua lingua che turbinava intorno alla mia cappella. Prima che me ne rendessi conto stavo eiaculando nella sua bocca. Quando ebbi finito di venire mi tirai su i pantaloni e ci baciammo appassionatamente.

Mio padre entrò qualche attimo più tardi. “Ok ragazzi, domani organizzeremo una riunione col vostro preside, preparatevi.”
“Bene.” Dicemmo all’unisono.
Poi Giacomo ed io ci salutammo, il giorno seguente ci sarebbe stata la riunione col preside.

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il lento scivolare di una coppia verso la sottomis

chi mi volesse contattare può scrivere a padrone29@gmail.com

L’indomani proseguì la parte finale dell’addestramento delle due donne madre e figlia, ma non per questo il trattamento che avrebbero dovuto subire sarebbe stato più clemente da parte di Marco.
Egli disse subito alle due donne che avrebbero dovuto scopare e fare l’amore insieme. La loro reazione nei suoi confronti fu quello di abbassare la testa ed obbedire ben sapendo quello che avrebbero subito se avessero osato ribellarsi, ma l’umiliazione e la vergogna nei loro volti era palpabile a occhio nudo.
Una volta spogliate e accomodate in un enorme letto matrimoniale, posto all’interno di un enorme salone, Marco disse alla madre di cominciare leccando i capezzoli e le tette della figlia. Mentre la donna faceva questo era chiaro il senso di vomito per quello che stava facendo. Per la figlia la situazione fu ben peggiore il suo corpo aveva delle reazione che contratavano con quelli che erano i suoi sentimenti e il suo sentire, infatti i capezzoli diventarono dritti dall’eccitazione e la passerina era diventata un lago. Marco si accorse subito della reazione della fighetta della ragazza e disse con tono beffardo:” guarda te troia ti facevi tanti problemi per tua figlia e guarda che troia hai generato gli piace scopare con sua madre”, la donna abbassò il capo, avrebbe voluto rispondere per le rime, ma sapeva benissimo di non poterlo fare a pena di pesantissime punizioni e umiliazioni.
Marco a questo punto ordinò alla madre di leccare la passerina e di farlo con impegno, perchè se non avesse dimostrato impegno sarebbe stata punita in modo molto severo. La donna allora si piegò sulle ginocchia e cominciò a sollecitare in modo violento il clitoride per cercare di far venire in fretta la figlia e mettere fine a questo supplizio. Marco si accorse subito però di questo tentativo da parte della donna e le dice che sarà sicuramente punita per questo tentativo di accorciare i tempi e le ordina di cominciare mettendo la lingua dentro alla fighetta della figlia. Scuotendo il capo cominciò a fare come le è stato ordinato, mettendo la lingua dentro alla passerina della figlia come fosse un piccolo cazzo, stimolando poi le labbra. La ragazza cominciò a urlare come una pazza per il godimento che stava provando e a questo punto Marco concesse alla donna di stimolare il clitoride della figlia che ebbe un orgasmo in pochissimo tempo.
Marco allora ordinò alla madre di prendere il posto della figlia che avrebbe dovuto far godere la madre. Questa sia per la giovane età, sia per il terrore o forse per tendenze lesbo che non aveva mai manifestato alla madre cominciò a leccare i capezzoli di questa come un assattanata, arrivando anche a morsicarle i capezzoli cosa che provocò una risatina da parte di Marco. La ragazza poi scese penetrando nella figa della madre come questa fosse un piccolo cazzo cosa che provocò in questa degli spasmoi incredibile che provocarono una produzione di umori in quantità industriali cosa che indussero la ragazza a leccare il clitoride, fino a morsicarlo cosa che fece avere alla donna un orgasmo molto intenso. Tutta questa scena fece dire a Marco ridacchiando:” la troia aveva la figlia lesbica e non lo sapeva” e la donna rendensoi conto che la cosa era probabilmente vera fu ancora più umiliata, perchè mai avrebbe pensato una cosa del genere e soprattutto di venirlo a sapere in un contesto così umiliante.
Per la donna la giornata però non era finita in quanto avrebbe dovuto essere punita per aver tentato di fare la furba col tentativo di accellerare la venuta della figlia leccandole subito in modo violento il clitoride. Marco le disse è la seconda volta in due giorni che tenti di fare la furbetta, ti prometto che da domani sarai la schiava perfetta che vuole il barone cioè il tuo proprietario insieme a tua figlia e che la punizione che subirai oggi te la ricorderai per tempo.
Marco pose subito degli anelli di quelli che si usano per fissare le tende e che stringono molto sui capezzoli della donna che cominciò a urlare come una pazza dal dolore che stava subendo. Il supplizio durò fino qualche minuto fino a che marco con frustino da equitazione diede due colpi secchi agli anelli che si sfilarono dai capezzoli della donna. Il dolore che aveva subito la schiava furono tremendi le sembrava quasi che si staccasero i capezzoli dal suo corpo e si mise a piangere implorando pietà affermando che non avrebbe più osato ribellarsi, ma a Marco ciò non fu sufficiente in quanto voleva dare il colpo definitivo all’orgoglio della donna. Marco fece bere tre litri d’acqua alla donna imponendole di non fare pipì per tre ore. La prova fu tremenda dopo circa un ora lo stimolo urinario cominciò a divenire sempre più impellento e trattenerlo le faceva venire dolori alla pancia sempre più forti. Marco per rendere ancora più difficile la punizione dopo circa un ora comincia a titillare il griletto per aumentare lo stimolo e rendere la resistenza ancora più complicata e la cosa produsse i suoi effetti, infatti la donna dopo mezzoretta si fece la pipì adosso, urinando sul pavimento.
La reazione di Marco fu furente chiedendo alla donna su come si fosse permessa di lordare col suo piscio quei marmi. Lei rispose con un goffo mi scusi padrone di non essere all’altezza di come lei voleva una misera cagna me. Marco rispose semplicemente rispondendo che non se la sarebbe cavata così facilmente pronunciando quelle parolee che prima di essere riconsegnata al suo padrone avrebbe subito punizioni per un giorno intero.

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Ho rubato il ragazzo a mia sorella (Parte 13)

I giorni rotolavano verso quello del diploma, era difficile per me pensare che presto sarei andato all’università iniziando un nuovo capitolo della mia vita. Avevo un po’ di paura ma mi confortava sapere che Giacomo sarebbe stato con me. Sapevo di essere ancora giovane ma sapevo anche che Giacomo ed io saremmo stati insieme per molti anni.
Venne maggio ed iniziai il mio lavoro di bagnino nella piscina. Non ero solo un bagnino ma insegnavo anche nuoto ai giovani. Mi ero chiesto cosa avrebbero detto i genitori di un ragazzo gay che teneva lezioni di nuoto ai loro bambini, ma poi seppi che avevano chiesto che fossi io a tenere le lezioni a causa del mio successo al campionato di nuoto. Pensai che una volta che i miei genitori avessero preparato la nostra piscina, avrei potuto dare a Giacomo delle lezioni di nuoto o forse meglio di palpazione mentre facevamo il bagno nudi.

Domenica arrivai alla piscina un’ora prima che aprisse, entrai dalla porta secondaria, andai nello spogliatoio del personale stanza e vi trovai Renzo, anche lui era un bagnino ed allenatore di nuoto. Facevamo lezione al mattino e bagnini di pomeriggio. Ma le lezioni di nuoto sarebbero cominciate con le vacanze estive e noi due chiacchierammo mentre ci mettevamo i costumi e cominciavamo ad applicare olio solare alla pelle.
“Sto pensando che quando i miei genitori avranno preparato la nostra piscina darò delle lezioni di nuoto a Giacomo.” Dissi.
“Buon fortuna.” Rise Renzo. “Ho tentato di insegnargli a nuotare per anni, ma non ha mai imparato.”
“Beh, tenterò.”
“Ti riterrò un dio se ci riuscirai. Il meglio che sono riuscito a fare è stato farlo stare in piedi in una piscina, spero che tu abbia migliore fortuna.”
“Perché sarebbe possibile?”
“Io ero solo un amico. Tu sei il suo ragazzo, è probabile che sia una storia diversa.”
Io accennai col capo ed andammo in piscina. C’erano tre vasche, una per i bambini ai primi passi, una piscina con cesti da basket ed un’altra con trampolino. Guardai i ragazzi che cominciavano ad uscire dagli spogliatoi e mi misi sul trampolino.
Con gli altri bagnini mi occupai dei bambini e quando finii il mio turno andai nello spogliatoio del personale e mi vestii. Mentre andavo a casa raccolsi Giacomo, i miei genitori stavano facendo un barbeque. Con mia sorpresa i miei genitori avevano già preparato la piscina e gli invitati ci si stavano rilassando dentro. Mi rivolsi a Giacomo: “Facciamo una nuotata?”
“Non so.”
“Solo un’immersione rapida?”
“Non ho il costume.”
“Ne ho in abbondanza. Sono sicuro che ti andranno bene” Atavo pensando a Giacomo in un paio di speedo.
Giacomo si chinò al mio orecchio e bisbigliò: “Io non so nuotare.”
“Non preoccuparti, l’acqua in questa piscina non è profonda. Ti insegnerò e non ti lascerò affogare.”
“Ok.” Ci scusammo ed andammo in camera mia. Presi due paia di speedo e ne gettai un paio a Giacomo.
“Non hai dei normali pantaloncini da bagno?” Chiese Giacomo.
“Sì.” Dissi sorridendo. “Ma farai una grande figura con quelli.” Mi tolsi la camicia e Giacomo mi guardava.
“Cosa c’è?” Chiesi.
“Mi sentirò strano con questi. Tu sei abituato a portarli nella squadra di nuoto.”
“Giacomo, tu sei nella squadra di calcio, sono sicuro che tutti i compagni ti avranno visto in sospensori che mostrano molto di più. Come vorrei essere uno di quei ragazzi.”
“Oh, va bene.” Disse Giacomo vinto.
Ci mettemmo gli speedo e Giacomo aveva un aspetto incredibile. “Dannazione, come mi sembri sexy, Giacomo!”
“Tu mi sembri sempre sexy!” Disse Giacomo. Io arrossii un po’.
Presi una bottiglia di olio solare e la diedi a Giacomo. “Avrò bisogno che tu me lo metta sulla schiena.”
Mi girai e lui me lo spalmò sulla schiena, poi toccò a me. Prima di farlo cominciai a baciargli la schiena. Lo sentii rabbrividire e lamenta mentre lo baciavo. “Nick, i tuoi genitori hanno ospiti lì fuori!” Disse Giacomo ma io continuai a baciarlo e lui non protestò più ma si immerse nel piacere che gli stavo dando. Dopo la schiena cominciai a baciargli spalle. Gli girai la testa e ci baciammo profondamente. Lo abbracciai e tenni il suo corpo stretto a me. Le mie mani si mossero giù ai suoi speedo, gli estrassi il suo cazzo e cominciai a masturbarlo.
Giacomo si voltò, abbassò i miei speedo e cominciò a menarmi l’uccello. Lo feci sdraiare, gli tirai giù completamente il costume e poi mi tolsi i miei. Lubrificai il mio cazzo, il suo buco e mi spinsi dentro di lui. Mi chinai e lo baciai mentre continuavo a spingere il mio pene dentro di lui. Il cazzo di Giacomo stava strofinando sui miei addominali e sentii un fiotto di sperma caldo tra di noi. Accelerai il ritmo ed eiaculai dentro di lui.
Dopo che ebbi sparato il mio carico restammo sdraiato nella stessa posizione, quando finalmente ci separammo ci baciammo e Giacomo disse. “Ti amo Nick.”
“Anch’io Giacomo.”
“Sarà meglio che ci puliamo e ci uniamo alla festa.”
“Oh sì, Renzo e Tammy saranno qui fra poco.”

Ci lavammo e ci rimettemo gli speedo. Ci rimettemmo l’olio solare ed uscimmo. Andammo in piscina ed io diedi una piccola lezione a Giacomo. Stava facendo progressi quando Renzo e Tammy arrivarono. “Non ci posso credere, tu in piscina.” Disse Renzo raggiungendoci nella piscina con Tammy.
“Non è stato facile.” Dissi io. Non gli piacevano gli speedos che doveva mettersi.”
“Oh chiudete quella bocca voi due.” E Giacomo ci schizzò.
Cominciammo tutti e quattro una guerra di schizzi e giocammo in piscina fino ad ora di cena. Ci sedemmo a mangiare il barbeque di papà, chiacchierammo un po’ del prossimo diploma. “I miei genitori stanno pensando di fare una piccola festa di maturità, ci saranno anche i miei nonni, ma sfortunatamente questo vuol dire che ci sarà anche Alice. I miei nonni non si fidano di Alice e non la la lasciano a casa da sola.
Fu un solo gemito da parte dei tre al pensiero del ritorno di Alice anche per solo alcuni giorni. Mia sorella li aveva importunati a sufficienza. Giacomo aveva frequentato Alice nella speranza di arrivare a me ma non aveva mai dormito con lei. Alice aveva sedotto Renzo e lui aveva creduto per un po’ di essere il padre del bambino non ancora nato, cosa che aveva fatto male a Tammy quando la verità era uscita.
Noi chiacchierammo per il resto della sera. Renzo e Tammy andarono via circa alle otto. Giacomo ed io andammo in camera mia a vestirci e quando fui pronto per portare a casa Giacomo i miei genitori vollero parlarci.

“Nick.” disse mio padre. “Giacomo, stiamo pensando di organizzare una festa per voi, ma c’è una cosa.”
“Lo so, i nonni verranno e porteranno Alice con loro.”
“Sì.” disse mio padre. “Direi che con Alice qui sarebbe una buona idea che Giacomo stia qui, ma i nonni lo vogliono conoscere.”
“Davvero?” Chiesi.
“Sì ho detto loro di te e Giacomo.” disse mio padre.
“Papà. Dovrei essere preoccupato?”
“Chiaramente no. Conosci il loro vicino di casa, il signor Santon?”
“Sì. Quando eravamo piccoli dava sempre dei dolci a me ed Alice.”
“Bene anche lui è gay.” Disse mio padre. “Lo confidò a loro anni fa, lo seppero loro prima di chiunque altro. Ditanto in tanto lo invitavano a cena quando tua zia ed io eravamo bambini. Ho detto loro che sei gay ed avevi un ragazzo e hanno detto che lo sapevano e volevano incontrare Giacomo.”
“Non sanno che Giacomo stava con Alice?” Chiesi.
“Sì, ma lo vogliono.” Disse mio padre e rivolgendosi a Giacomo. “Giacomo, se Alice tenta qualsiasi cosa, fammelo sapere.”
“Bene.”
“Bene Nick, sarà meglio che accompagni a casa Giacomo. Domani c’è scuola.”
Accompagnai Giacomo, ma non potevo fare a meno di pensare alla festa del fine settimana seguente a cui ci sarebbe stata anche Alice.

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mi piace frustare il mio culo ……. e non solo

Due giorni fa , di mattina , sono andata ( scusate se  uso il femminile per sottolineare il mio essere  travestita ) nel mio posticino tranquillo per trasformarmi in donna .
La lunga spiaggia sembrava deserta , pochi bagnanti e ognuno distante dagli altri , molti nudisti , sopratutto stranieri .
Qui in Sardegna sembra ancora piena estate .

Ho parcheggiato tra i cespugli e dopo essermi denudata ho indossato un bichini blu cobalto , gli slip particolarmente piccoli e stretti  per trattenere il mio pisello tra le gambe , il reggiseno non necessita di imbottitura , anche se le mie tettine  sono piccole  il modello le solleva creando una lieve fenditura ( alcuni la chiamano cleavage ) tra i seni .

Il particolare caldo di questi giorni avrebbe dovuto sconsigliarmi di indossare la parrucca , avevo scelto una lunga di  colore castano con riflessi mogano e capelli mossi , ma vanitosa ed esibizionista non ho rinunciato a un tocco di femminilità in più .
 Avevo passato le prime ore della mattina a mettermi le unghie finte , so che gli uomini adorano sentire le unghie scorrere con dolcezza lungo il loro cazzo , in particolare mi diverte ed eccita passarle sulla cappella mentre con le labbra socchiuse soffio sopra di essa .
Ho visto molti  maschietti godere così .

A parte i miei pensieri mi  stavo annoiando , non passavano nemmeno i ragazzi di colore che vendono cianfrusaglie , quando ci sono mi piace provocarli nel mio abbigliamento femminile ma raramente accettano le mie proposte oscene ,  tipo fargli un pompino o farmi inculare . 
Quasi tutti in piena estate nelle ore più calde si fermano tra l’ombra dei cespugli , in quelle occasioni solitamente fanno un bagno in mare e poi nudi si riposano in  ombra .
ho visto cazzi straordinari , anche se mosci  ; purtroppo raramente , e quasi sempre solo  per una masturbazione , sono riuscita a tenerli in mano .
Le rare volte che sono riuscita a succhiare e prenderlo in culo  , quei cazzi neri , mi hanno fatto provare piaceri intensi e coinvolgenti 
Sembra strano quanto sperma schizzano , denso e di un candore incredibile , di sapore forte , intenso ,  tenerlo tra le mani vale un orgasmo ,  se poi riesco ad  assaggiarlo facendomi sborrare in bocca e odorarlo  per gli schizzi in faccia  godo sempre come una troia e mi sbrodolo le gambe con la mia sborrata .

Continuavo , annoiata , a passeggiare in spiaggia cercando di attirare l’attenzione di qualche maschio o di una coppia , tutto con scarso risultato .
Anche se alcune coppie si stavano lasciando andare in rapporti sessuali di ogni tipo sembrava che la distanza dagli altri fosse un modo per dire …… ” vogliamo restare soli “.

Ho deciso di trascorrere un po’ di tempo cercando novità su Xhamster ,  il mio profilo non è molto frequentato , allora ho aggiunto alcune foto più recenti e guardato qualche video e galleria fotografica .
Sono rimasto sorpreso da quanta gente ami farsi sculacciare , frustare il culo , cosa che ho sempre adorato subire 
Ho nelle mie foto un paio di s**tti fatti durante un auto sculacciamento o self spanking , e mi è venuta l’idea di realizzare un video e fare una serie di foto .

Mi sono eccitata al pensiero di farlo 

Ho deciso quindi di ritornare verso il parcheggio , in macchina ho sempre la borsa con le mie cose femminili , e realizzare qualcosa che mi eccitasse e se postato faccia anche eccitare chi mi guarda .
Mi sono tolta il bikini e ho cercato delle mutandine sexy  scegliendone  un paio rosa di pizzo che subito ho indossato .
Volendo apparire troietta ho indossato anche un mini di jeans e una camicetta trasparente 

Ho studiato come posizionare il cellulare in modo da fare una ripresa stabile , la borsa sul tetto della macchina faceva da sostegno 

Le poche auto sparse per il parcheggio tra i cespugli erano distanti e comunque non mi è mai importato se qualcuno mi vede in abiti o intimo femminile , tantomeno se sto facendo sesso.
Adoro essere guardata quando faccio la troia .

Ho fatto alcuni video , sollevavo lentamente la mini , accarezzavo il mio culetto , poi con la cintura della mini ho iniziato a frustare  le mie chiappe .
Se non lo avete mai fatto non potete capire il dolore che una cinghiata provoca , in particolare quando arriva piatta sul culo  e fa uno scrocchio particolarmente sonoro e secco .
Il dolore mi dava eccitazione e le cinghiate che davo al mio culo erano sempre più violente ,
le natiche iniziavano ad averne i segni viola e dove la cinta colpiva il gonfiore aumentava come aumentava la mia eccitazione .
Volevo farmi una sega per quanto ero eccitata  ma il desiderio di fare i video per poi postarli  è stato superiore , ho continuato a fare altri video , mi sono cambiata le mutandine e la camicetta è stata sostituita da un top nero , le cinghiate sul mio culo risuonavano secche in quel parcheggio .

Ho fatto una sosta e mi sonno ricordata che nella borsa termica avevo una bottiglia di acqua .
Ho abbassato le mutandine e mi sono fatta alcune foto del culo per vedere come era ridotto ,  cazzo se era mal messo !
Le prime piaghe violacee già si stavano gonfiando , il culo mi faceva un male bestiale ,  bruciava come il fuoco , fortunatamente avevo l’acqua nella borsa termica , acqua bella fresca che fatta scorrere sulle chiappe per qualche istante mi ha dato sollievo . 

Sono rimasta così , con la mini di jeans sollevata sui fianchi e le mutandine abbassate , culo e cazzo alla luce del sole . Continuavo a massaggiare le chiappe ma il bruciore non si placava , anzi , sentendo i segni lasciati dalla cinghia mi stava riprendendo il desiderio di continuare .

Come spesso accade in queste situazioni non prestavo particolare attenzione a quello che succedeva intorno a me , ero  presa a pensare se lenire il dolore o riprendere a frustare il mio culo ,  il dolore mi aveva fatto venire una discreta erezione , accarezzavo sia il mio cazzo che il mio culo , sapevo dentro di me che avrei continuato a frustarmi , il piacere era intenso e sicuramente sarei giunta ad avere un orgasmo .
È stupendo godere senza toccare il proprio cazzo , godere solo per l’eccitazione e il piacere che si prova subendo  dolore .

Ero pronta a riprendere la mia attività di auto erotismo , già  pensavo al culmine del mio piacere , avrei stretto il cazzo tra le cosce e mi sarei abbandonata  sborrandomi le gambe colpendo contemporaneamente il mio culo .
Ero pronta anche mentalmente all’intensità dell’orgasmo che avrei raggiunto .

Non ero pronta invece a sentire una mano estranea sul mio culo .

” fa male vero ? ” il tipo lo ha detto continuando ad accarezzare il mio culo , la mia sorpresa era ben visibile quando mi sono girata e la sua mano non ha lasciato il mio sedere .
” non tanto ” ho risposto , come se fosse normale che io mi frustassi in pubblico e che lui mi toccasse il culo , ero rimasta senza parole .

L’uomo  , di aspetto  giovanile era maturo  , completamente nudo con una perfetta abbronzatura integrale ,  dicendo il suo nome  ” mi chiamo Giovanni ” ha solo aggiunto “” sei una bella figa “” .

Ero ancora con la gonna sui fianchi e le mutandine abbassate , il dolore del culo lo avevo dimenticato ,  sorpresa come ero da quella imprevista presenza , al mio  primo gesto di sistemare la gonna Giovanni mi ha chiesto di rimanere come ero 
, a lui piaceva guardarmi così ha detto 

Non mi capita spesso di sentirmi in imbarazzo , ho cercato di nasconderlo  rispondendo con il mio nome , confusa  come ero mi è uscito naturale dire ” io sono Laura ”  .

La parrucca e i grandi occhiali da sole fortunatamente nascondevano  in parte il mio volto , avevo il timore che non si trattasse di un turista ma di un residente in zona . 
I residenti sanno che quel tratto di spiaggia è frequentato da gay lesbiche e coppie e se non sono interessati a fare incontri non frequentano il posto .
Se Giovanni era un residente e si trovava qui anche lui aveva un qualche vizietto  , quindi mi sono rasserenata e nel sistemarmi mutandine e gonna ho tentato di capire da che parte stava  dicendo …. “”””” Giovanni hai un bel cazzo , mi piace come sei depilato “”””””
Giovanni non era completamente depilato , aveva una striscia di peli corti che dalla base del cazzo saliva verso l’inguine , il cazzo era liscio come lisce erano le palle .

…..” Te Laura hai  un culo stupendo , stavo per segarmi mentre ti guardavo ma ho pensato che ti piacerebbe farlo a te di soddisfare le mie e tue voglie “”””
Giovanni andava diretto , senza giri di parole , avendomi chiamato Laura aveva accettato il mio ruolo femminile e non aveva nascosto la sua voglia di scoparmi e farsi spompinare .

Dopo le cinghiate avevo il culo che mi bruciava , non solo le chiappe , alcuni giorni prima mi ero fatta inculare da due ragazzi , uno aveva un cazzo talmente grosso e lungo che non ho voluto perdere l’occasione , ho pensato che in vita mia non mi capiterà una altro cazzo del genere . 
Il buco del culo mi bruciava quanto le chiappe appena frustate , in verità non avevo voglia di farmi scopare , se si trattava solo di un pompino potevo farlo , anche prendendo tutto il tempo per altri giochi , Giovanni aveva un cazzo non maestoso ma pur sempre sui 19/20 centimetri , non sarebbe stato semplice prenderlo in culo ,  in un culo ancora infiammato .

Cercando di essere convincente mi sono avvicinata a lui , ho allungato la mano per stringere il suo cazzo e avvicinandomi ancora di più , fino quasi a sfiorare le sue labbra ho detto ……””” tesoro se vuoi succhio  il tuo bel cazzo , ti puoi anche svuotare in bocca , non solo con la sborrata ( dicendolo ho fatto roteare la lingua sulle labbra ) mi puoi anche sciacquare dopo . “””””…..

Giovanni non era tonto , ha subito capito cosa volevo – qui è proibito farne cenno –  oltre alla sborrata , subito mi ha detto che lo avrebbe fatto ma voleva anche penetrare il mio culo .
Eravamo ancora vicinissimi , la sua lingua mi ha leccato le labbra e ridendo mi ha girata , mi ha piegata sul cofano della mia auto , senza abbassare le mutandine ,  che avevo appena sistemato , solo spostandole il suo cazzo ha strofinato tra le chiappe e si appoggiato al mio culo.

“”””””daiiiii così asciutto mi farai  male “””””…. Ho detto , forse in modo poco convincente , per risposta lui ha spinto ancora con più  forza facendo entrare tutta la cappella nel mio culo .
Mi stringeva le tette con forza , pizzicava e torceva i capezzoli strappandomi qualche lamento ma provocando anche eccitazione  e piacere 

La cappella di Giovanni rimaneva ferma nel mio culo , solo ogni tanto sembrava scorrere avanti e indietro ma forse ero io che muovendomi durante il suo torturarmi le tette e i capezzoli la facevo muovere .
Mentre mi stava scopando quasi immobile , se non per le mani che continuavano a tormentare i capezzoli , Giovanni mi chiamava troia , puttana , rotta in culo e bocchinara , poi aggiungeva che dovevo diventare la sua puttana , che dovevo scopare con lui e per lui . Mi stava eccitando , e lui si eccitava sempre di più , il suo cazzo ora sembrava nel mio culo ben più  virile   , piu animato , lo sentivo che lentamente mi stava aprendo tutta , il culo si era adattato e ormai lo accoglieva senza ostacolo , era tutto dentro .
Sentendolo tutto dentro ho iniziato a contrarre le chiappe e i muscoli anali , mi piace far godere il mio compagno in questo modo , solo stringendo il mio corpo attorno al suo cazzo .

Giovanni sembrava gradire i miei movimenti , mi baciava il collo e cercava la mia bocca , la sua lingua toccava la mia ma non smetteva di tormentarmi tette e capezzoli che ormai mi dolevano veramente . 
Ho sussurrato …….. “””” tesoro mi stai facendo male “”””””…… , la sua reazione è stata quasi bestiale , ha preso a stantuffare il suo cazzo nel mio culo con maggiore forze ,  dicendomi che ero una baldracca bastarda che non accontentava il suo padrone , mi ripeteva che se mi frustava lui le piaghe del culo sarebbero state permanenti e continuava a torcere i miei capezzoli 
che ormai erano viola  e paurosamente gonfi .

Per cercare di calmarlo ho girato la testa cercando la sua bocca volendo baciarlo e distrarlo , come ho avvicinato la bocca aperta per baciarlo mi sputato dentro , allora ho simulato qualche gemito di piacere continuando a stringere le chiappe sul suo cazzo , ora immobile e tutto dentro il mio culo , e con voce suadente ho chiesto che mi riempisse il culo con la sua sborrata .
Ripetevo a voce bassa che mi stava scopando in maniera meravigliosa , che mi stava facendo godere da pazza  , che volevo sentire il suo cazzo nuovamente nella mia bocca . 

In effetti stavo godendo veramente anche se impaurita dalle reazioni di Giovanni  che era comunque un amante instancabile , forse era da più di 45 minuti che mi stava scopando il culo e non dava segni di cedimento .
Mentre mi godevo quel cazzo in culo ho pensato che ero stata io , con le mie cinghiate al culo a far capire che mi piace soffrire e godere soffrendo , Giovanni si stava comportando di conseguenza ,  e le mie paure non avevano ragione di es****re .

Ho cambiato totalmente atteggiamento , ora mi sentivo posseduta da un vero maschio , volevo ardentemente i suoi baci , le sue torture e sopratutto le sue sborrate , il mio cazzo iniziava a pulsare segno che stavo realmente godendo tra le braccia di quest’uomo . 

Giovanni dopo la sfuriata aveva ripreso a baciare il mio collo , a succhiare le mie orecchie e sopratutto a cercare la mia bocca con la sua , il suo respiro ora più affannoso era forse il segno che stava per godere ,  con molta dolcezza  gli ho chiesto se mi voleva sborrare in culo o in faccia e bocca , dicendomi che ero una fantastica puttana , una vera donna mi ha lasciato decidere a me .

…….” Fai in fretta a decidere Laura , ho voglia di godere “”””””…….
io ho risposto …….””””””amore godi in culo ti trattieni subito dopo il primo schizzo e mi riempi la bocca  , ti voglio “”””……

Con pochi movimenti del cazzo Giovanni mi ha fatto sentire le pulsazioni del suo 
orgasmo , ho sentito il cazzo bagnato e appiccicoso che scorreva tra mie chiappe e ho avuto giusto il tempo di abbassare la testa che una seconda ondata di sperma mi ha riempito labbra e bocca .
La sensazione di avere il culo che colava di sperma e averlo anche in bocca e sulle labbra mi ha entusiasmato .
A bocca aperta ,  in piedi e abbracciata a Giovanni , ho giocato con la lingua e lo sperma , lo facevo colare fuori dalla bocca fino al mento , qualche goccia scivolava lungo la gola , poi con un risucchio recuperavo tutto , le mani di Giovanni tra le chiappe continuavo ad eccitare il mio culo , ciò faceva aumentare la mia salivazione . Ormai la bocca non poteva più contenere sperma e saliva ma non volevo perdere il piacere di trattenerlo ancora dentro , con piccoli e distanziati ingoi ho smaltito tutto mentre stringendo il mio cazzo tra le cosce ho goduto  .
La mano di Giovanni già bagnata dal mio culo si è portata tra le mie cosce dove il mio pene continuava a gocciolare sperma , stringendomi con un braccio dietro la schiena mi ha avvicinata a lui , leccato le labbra e portato la sua mano piena della mia sborrata tra di esse per farmi succhiare tutte le dita . 
Per un po’ abbiamo continuato a baciarci e io a cercare di provocare una nuova erezione a Giovanni , usavo lingua e bocca ma il lungo orgasmo che aveva avuto non permetteva a breve nuove erezioni 

Ormai esausti ci siamo bevuti una birra che avevo nella borsa termica , Giovanni prima di aprirla l’ha passata sulle mie chiappe segnate dalle cinghiate , un gesto dolcissimo , mi ha chiesto se stavo bene , ho risposto con un bacio veramente appassionato e dicendo che lui mi aveva fatto stare benissimo .

Dopo aver fatto una lunga chiacchierata siamo dati appuntamento per i prossimi giorni ,  Giovanni , mentre bevevamo la birra ,  mi ha accennato che mi vuole fare delle sorprese . 
Se la mia immaginazione non sbaglia so che il nostro incontro mi riserverà veramente delle sorprese , se belle non lo so .

Giovanni mi ha stregata  e credo che potrei fare ogni cosa per stare con lui .

Un  ultimo lungo abbraccio al corpo nudo di Giovanni e un ancora più lungo bacio e ci siamo salutati .

 

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Ho rubato il ragazzo a mia sorella (Parte 5)

Ero eccitato al pensiero del fine settimana. Avevo una gara di nuoto venerdì sera, poi avrei passato il week end con Giacomo. Il papà di Giacomo, Roberto, aveva scoperto che Giacomo ed io stavamo insieme e lui e la madre di Giacomo ne erano felici. C’era solo il fattore Alice, se avrebbe reso impossibile la vita a Giacomo per il resto dell’anno scolastico e poi durante l’estate.

Alice aveva già minacciato di smascherare Giacomo quando aveva scoperto i porno gay sul suo computer, poi gli aveva rovinato la macchina (anche se non poteva essere provato), di cos’altro sarebbe stata capace mia sorella? Non lo sapevo. Giovedì sera i miei genitori chiamarono me ed Alice in soggiorno.

“Ok.” disse mio padre. “Dato che vi diplomerete fra meno di due mesi vorrei parlare dei vostri piani per l’estate. Nick tu pensi di fare ancora il bagnino alla piscina?”
“Sì.”
“Bene.” disse mio padre. “Così ti farai qualche euro prima di andare all’università. Sono contento che tu e Giacomo andiate alla stessa università, così non avrai problemi di ambientamento col tuo compagno di camera.”
“Giacomo ed io abbiamo già chiesto di essere messi nella stessa camera, così non ci saranno problemi.”
“E’ meglio stare con qualcuno che si conosce, ora si tratta di fare un elenco delle cose e dei libri che ti servono, più in fretta recuperiamo il tutto e meglio sarà quando arriverai a scuola.”

“Ora Alice.” disse mio padre rivolgendo a lei la sua attenzione: “Tua madre ha chiamato l’università e ha chiesto se possono congelare la tua domanda per un anno.”
“Cosa?” Disse Alice sbalordita. “Perché Nick deve andare all’università ed io no?”
“Perché Nick non sta aspettando un bambino.” Disse mio padre. “Non sarà evidente fino al diploma. Poi andrai a stare coi tuoi nonni finché il bambino non nascerà.”
“Cosa!” gridò Alice. Quando mio padre disse i “tuoi nonni” intendeva i suoi genitori che vivevano ad un’ora da noi. I genitori di mia madre vivevano così lontano che era improbabile che Alice andasse a stare là.
“Perchè devo andare là!”
“Perché è il meglio, quando il bambino nascerà potremo darlo in adozione, tu potrai lavorare, andare all’università e dimenticare l’accaduto.”
“Posso abortire.” Disse Alice.
“No, non puoi!” disse mia madre. “Tu hai fatto questo bambino e l’avrai! L’aborto non è una forma di controllo delle nascite. Abbiamo già cercato dei genitori adottivi appropriati.”

Dovevo sforzarmi per non ridere per il trattamento che Alice stava ricevendo dai miei genitori. “Non vogliamo che tu metta in imbarazzando noi e questa famiglia. La polizia sospetta che sia stata tu a rovinare la macchina di Giacomo. Tu non sei in grado di fare il nome di ragazzi che potrebbero essere il padre di quel bambino, in modo da poter far fare una prova di paternità e vedere se la famiglia del padre è disposta a prendersi cura del bambino. Quindi, Alice, ci hai lasciato poche scelte.” Spiegò mio padre.
“E se volessi allevare il bambino!” Disse Alice.
“Hai appena detto che volevi abortire.” disse mia madre. “Quindi è evidente che non sei pronta ad essere madre.” Mia madre vide che ero ancora lì. “Nick, perchè non vai in camera tua, con te abbiamo finito.”
Io accennai col capo, lasciai il soggiorno ed andai in camera mia.

Quando incontrai Giacomo a scuola il giorno seguente gli raccontai di Alice che sarebbe andata via dopo il diploma.
Entrammo nella scuola e ci accorgemmo di sguardi strani e chiacchiere che terminavano improvvisamente. Sembrava che la gente guardasse Giacomo e quando passava distoglievano lo sguardo e la conversazione cessava. “C’è qualche cosa.” Disse Giacomo.
Ci separammo, una ragazza mi si avvicinò e disse: “Esci con Giacomo?”
“L’ho sempre fatto, è il mio miglior amico.”
“Tutta la scuola dice che lui è gay. Tua sorella ha raccontato che è uscito con lei solo per stare vicino a te.”
“E’ pazzia.” Dissi ed entrai in aula.

Mi trovai con Giacomo a pranzo. “È probabile che vada a casa presto.” Disse Giacomo. “Mi guardano, parlano sottovoce.”
Vedevo che stava per piangere. “Lascia fare a me.” Dissi. Alzai lo sguardo e vidi Alice che sembra soddisfatta alla sua tavola. Nessuno sapeva che Alice era incinta. Sapevo che non avrei potuto alzarmi e dirlo, sarei stato nei guai coi miei genitori ma mi venne un’altra idea.
Dopo pranzo avevo un’ora buca così andai in biblioteca e mi misi ad un computer. Inviai una e-mail anonima e circolare di una ragazza che diffonde dicerie su un ragazzo con cui lei usciva ed ora era incinta e quel ragazzo non era il padre del bambino.
Dopo la scuola ero nello spogliatoio a a prepararmi per la gara di nuoto. Mi tolsi i vestiti e mi misi gli speedo. Enrico, un compagno, mi si avvicinò e chiese: “Nick, ho visto una e-mail su una ragazza che sparla di un ragazzo con cui stava e che lei è incinta ed il ragazzo non è il padre del bambino.”
“Sì. Anch’io ho visto qualche cosa del genere.”
Enrico mi tirò vicino a sei. “ Non poteva essere tua sorella, non è vero?”
“Non di sicuro. Ma anche se lo sapessi i miei genitori non vorrebbero che lo dicessi.”
“Tu me lo puoi dire.”
“E perché lo vorresti sapere?”
“Perché se è Alice, potrei essere il padre.”
“Capisco, ne dovrai parlare con Alice.”
“Non la posso sopportare, è matta, io ero così ubriaco quella notte.”
“Ah, l’hai chiavata ma non le vuoi parlere.”
“Ero ubriaco.”
“Senti, potrei parlarne ad Alice e vedere cosa dice.”
Mii girai ed uscii dallo spogliatoio. Seduto sulla panca aspettando il mio turno per nuotare, vidi Giacomo sulle tribune con i miei genitori e quello che più mi colpì fu che anche suo papà, Roberto, era là. Quando mi chiamarono per il mio turno, salii sul blocco, girai la testa e vidi Enrico di fianco a me, ma non sembrava concentrato sul nuoto. Il fischio risuonò, io mi tuffai, nuotai verso l’altro lato della piscina, poi verso il lato iniziale e poi aventi ed indietro. Quando terminai la gara, mi fermai e mi accorsi di aver vinto. Alzai la testa e vidi Giacomo in piedi che gridava felice.
Nello spogliatoio i miei compagni mi stavano festeggiando perché la nostra squadra aveva vinto. L’allenatore disse che avrei anche potuto essere un olimpionico. Io feci la doccia e cominciai a vestirmi ed osservai che Enrico aveva un’espressione strana sul viso. Mi dispiaceva per lui ma la verità doveva uscire.
Uscii dallo spogliatoio e Giacomo stava aspettandomi. “Il mio eroe Olimpico!”
“Ho solo vinto una gara di nuoto, non è il caso di eccitarsi così!
Quando fummo in macchina gli dissi quello che stavo facendo con Alice e quello che Enrico mi aveva detto. “Credo che domani Enrico andrà a trovare i tuoi genitori.” Disse Giacomo. “Ora forse Alice imparerà la lezione.”

Andammo a casa di Giacomo dove i suoi genitori avevano ordinato una pizza che ci aspettava e che, dissero, era per festeggiare la mia vittoria. Dopo aver mangiato Giacomo ed io andammo in camera sua e rapidamente ci spogliammo. Giacomo mi gettò sulla schiena, prese il mio uccello, si lubrificò il buco e si sedette sul mio cazzo. Io pompai dentro Giacomo con forza facendolo lamentare con forza. Mi alzai e lo baciai mentre continuavo ad incularlo. Giacomo finì per sborrare sul mio torace mentre io esplodevo dentro di lui. Restammo sdraiati ed abbracciati e ci addormentammo.

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Il cuculo

La cronaca nera ci parla del presunto assassino di Yara. Costui sarebbe figlio di un uomo che trombò sua mamma lasciandola incinta. La donna, sposata, fece credere al marito che gemelli nati dalla breve relazione extraconiugale fossero suoi. Dobbiamo sapere bene (in rete è tutto documentato) che In Italia l’ 11% (il 15% al nord e il 9% al sud) dei nati non è figlio di colui chi se ne crede il padre, ovvero il marito della loro madre. Tradire è del tutto naturale e per chi è cornuto nell’anima come me anche stupendo avere le corna.
Correva l’anno 1992 quando mia moglie aveva una relazione con Franco. Avevamo incontrato Franco in una spiaggia frequentata da coppie che come noi cervavano il bull. Franco rispondeva a tutte le caratteristiche gradite da Gianna, insomma era il suo tipo ideale. L’approccio fu molto bello e Franco seppe subito metterci a nostro agio. Era non solo molto bello, ma anche molto simpatico. Ci sapeva fare. Faceva l’agente assicurativo e sapeva vendersi molto bene. Fu gentilissimo quando ci chiese di potersi spogliare per prendere il solo integrale e quando si calò il costume apparve un cazzo davvero molto bello: grosso e lungo, scappellato, con due coglioni da toro belli gonfi. D’altronde era altissimo. Io fremevo nell’immaginarlo entrare in mia moglie. Mi tolsi il costume anche io mostrando il mio modestissimo pene. Poi tutto avvenne molto velocemente: la scusa di spalmare la crema solare sulla schiena di mia moglie che prendeva il sole sdraiata supina; lei che accetta, che solleva il culo molto in alto per farsi togliere il micro tanga; le sue mani che dalle spalle scendono alle chiappe e la sua erezione che fiorisce stupenda. Poi mia moglie che gira la testa e sporgendosi verso quel cazzo lo imbocca, spompinadolo con gusto. Anche io a quel tempo avevo ancora l’erezione e i miei dieci centimetri si eressero ridicoli, coi piccoli testicoli rientrati che sembravano un mezzo guscio di noce. Mi misi, osservando oltre le alte dune dove ci trovavamo, a fare la guardia a loro due ormai travolti dalla passione. Ero in una condizione di fortissimma emozione con le tempie che mi pulsavano fortissimo; il cuore batteva nel petto e avevo la bocca secca; per respirare dovevo tenere la bocca aperta. Mi tenevo in mano il pene senza masturbarlo, perché sarei venuto immediatamente. Gianna venne ansimando con gemiti osceni. Poi corremmo a casa tutti e tre. Loro due ripreseroa trombare mentre io preparavo il pranzo col cazzetto bello duro che di tanto in tanto mi segavo. Ero al settimo cielo, felice che avevamo incontrato finalmenete un bull di prima classe. Dalla camera dove i due trombavano uscivano gemiti, sospiri, parole oscene, incitazioni, rumori di letto che cigola.
Ma veniamo al fatto: Mia moglie non poteva prendere la pillola che a quei tempi era un pò forte e Franco in genere si ritirava prima di orgasmare penetrando Gianna nel culo dove aveva poi il suo orgasmo. A Gianna è sempre piaciuto il cazzo nel culo. Ma qualche tempo dopo che lui era diventato il suo amante fisso inziò a confidarmi che lei e Franco erano così sincronizzati che avevano insieme l’orgasmo e che spesso non riusciva a farlo uscire in tempo. Gianna sapeva che io godevo sapendo questo e che mi ci segavo voluttuosamente. Io in quegli anni lavoravo fuori sede e rientravo solo nel week-end. Franco spesso rimaneva a domire con mia moglie. Mi telefonavano in hotel dove io aspettavo impaziente mentre mi segavo guardando giornaletti porno e le polaroid di Gianna. Quando arrivava la telefonata ci mettevamo a parlare allegramente per un pò finché non sentivo che Gianna iniziava a gemere. Lei a quel punto, penetrata da Franco, lasciava la cornetta sul cuscino consentendomi di udire tutto, dandomi modo di farmi la sega: Spesso quando loro godevano anche io facevo loro sentire i miei gemiti da segaiolo cornuto. Poi ci scambiavamo la buonanotte e lui rimaneva con lei; ero io che lo pregavo di rimanere e di fare buona guardia a quella ‘troia di Gianna’ e lui ovviamente accettava di buon grado. Un sabato io rientrai e lei mi disse -come faceva spesso- che il giovedì precedente Franco era rimasto con lei e anche quella volta non era riuscita a levarselo di dentro al momento dell’orgasmo. Io la tronquillizai dicendo di non temere la gravidanza perché che aveva l’utero retroverso, ma naturalmente il rischio di gravidanza c’era eccome. La cosa mi fece eccitare, come sempre. Eravamo sul letto. Attirai a me Gianna che cedette subito e la penetrai. Venni in un baleno dentro di lei. Lei rideva. Mi derideva con fare malizioso. Mi diceva che ero il suo coniglietto cornuto. Ma quella volta il mestruo tardò. Dopo qualche giorno facemmo il test che risultò positivo. Tranquilizzai subito Gianna sulla paternità, dato che avevamo trombato in un giorno ancora pericoloso, seppure improbabile, e lei ci credette. Aspettammo i nove mesi. La figlia nacque esattamente nove mesi dopo quel giovedì che Franco aveva dormito con lei. Quando a Gianna iniziarono le doglie il ginecologo disse che il feto era nei tempi giusti e che sarebbe nata la baambina, ma quei tempi non erano quelli che Gianna credeva: infatti per lei il parto doveva esserci due giorni dopo, ma si sa, a volte i tempi non vengono rispettati. Tutto però fu chiaro alla nascita della bambina, che somigliava in maniera straordinaria a Franco. Gianna dal lettino di ospedale, tenedo fra le braccia la bambina mi guardò ansiosamente, ma il mio sguardo estatico e i complimenti che feci alla bimba e a lei la tranquillizzarono.
Mia figlia ormai grade dice che sono un padre straordinario.

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Il guardone

Il cuckold nasce spesso come guardone. Anche io ho iniziato così. Spiavo un amico a cui prestavo la casa per portarci la sua donna. Ero molto ben organizzatoe quando loro entravano in casa io ero nascosto in una piccola stanzina sottotetto. Vi si accedeva da una botola nel corridoio, come in molte villette. Gianni, il mio amico non immaginava certo che io fossi lassù. La botola con la scala retrattile era ben inserita nel soffitto dell’ingresso. Eppoi io mi ci chiudevo dal di dentro, quindi anche se gli fosse venuta la curiosità non avrebbe potuto entrarci. Sul soffitto della camera dove lui portava la ragazza c’era un grande applique colorata e il foro che io avevo praticato sul soffitto era ben nascosto da questa. Quando loro arrivavano, generalmente nel primo pomeriggio, io che ero già salito in mansarda e mi ero chiuso dentro, mi straiavo su un materasso sul pavimento i mi godevo la scena. Ero ben attrezzato: un gabinettino e un frigo bar mi rendevano confortevole il soggiorno. Lui era un vero maschione. Uno davvero con le palle anche ins enso fisico. La trombava con furia per un paio d’ore, talvolta per l’intero pomeriggio. Ma anche lei era una vera troiona a letto. Era un piacere vederla trombare. Era molto rumorosa: gemeva forte, sbuffava, incitava il Gianni e quando arrivava all’orgasmo si agitava tutta gemendo, ansimando e sudando. Che spettacolo!! Mi sfinivo di seghe.
Abitavamo tutti nello stesso piccolo paese e lei di vista mi conosceva, ci salutavamo al bar o per strada se ci incontravamo. Io avevo un negozio di merceria e intimo e lei di tanto in tanto era anche mia cliente. Sapeva che la casa dove Gianni la portava era una delle mie case (ne avevo tre e due le affittavo a turisti nel periodo estivo), ma ovviamente non sapeva certo che io la spiassi mentre trombava con lui. Poi un giorno si lasciarono e Gianni mi riportò la chiave della casa. Mi disse che aveva dovuto lasciare la ragazza perché si era messo con una donna ricca e me ne fece il nome. La conoscevo, ovviamente e sapevo che avrebbe fatto una vita difficile con lei. Ma tantè! affari suoi.
Un giorno lei viene al negozio e imbarazzata mi chiese il favore di prestarle la chiave della casa; quella per intenderci dove andava a trombare con Gianni. Ovviamente le chiesi il motivo e lei, riluttante, mi raccontò che andava li con Gianni e che per nostalgia avrebbe voluto rivedre quella casa dove era stata tanto felice. Le diedi la chiave. Letizia -così si chiamava- tornò altre volte a chiedermi la chiave. Diventammo subito amici. Un giorno riportandomi la chiave disse che si era sentita in dovere di dare una pulitina alla stanza che le sembrava polverosa. Fu in quel momento che notai un certo sguardo che subito mi mise in allarme. Era uno sguardo infagatore, seppure celato. Capii subito che aveva notato la botola della mansarda e che vi era salito, scoprendo il materasso e il foro da cui si vedeva la camera sottostante e il letto in particolare. Ora lei sapeva che io li spiavo, che ero un guardone. Mi fissava. Eravamo soli in negozio. Abbassai lo sgurdo. Temetti una scenata. Invece Letizia mi chiese se avessi una ragazza, come mai ero sempre solo; volle sapere tutto di me. Certo voleva capirte come mai fossi un guardone. Mi prese di sorpresa e le confessai imbarazzatissimo il mio vizietto, ma che loro due erano la sola coppia che mai avessi spiato. Sorprendentemente mi dette un bacetto sulla giuacia e poi rise maliziosamente. La sera stessa mi chiese la chiave ma con mia sorpresa disse che voleva che l’ accompagnassi. Non capivo, ma ero elettrizzato. Come entrammo lei assunse un atteggiamente leggermente ma piacevolmente autoritario. Mi prese per mano e mi portò sotto la botola. Poi premette il pulsante e fece scendere la scala.

-Vai su e chiuditi dentro!- disse con piglio un pò severo ma pur sempre giocoso. Eseguii.

Lei nel frattempo era entrata in camera e come se fosse sola prese a spogliarsi, rimanendo nuda. Camminò per la stanza, si stese sul letto, rimase ferma, ma mai senza guardare direttamente verso di me. Poi mi ordinò ad alta voce di raggiungerla. Giocava con me, evidentemente. Mi teneva in pugno. Mi gestiva. Mi piaceva questo gioco, che poi gioco non era. La raggiunsi. Era seduta sul letto. Mi fece cenno di inginocchiarmi sul tappetino, allargando le cosce e la sua vulva pelosissima e dalle grandi labbra schiusa apparve in tutta la sua oscena intima bellezza.

-Lecca porco!- era seria, decisa.

Ero inebriato, stordito, stupefatto, incredulo, non sapevo cosa mi stesse succedendo. Tuttavia mi protesi fra le sue cosce e appoggiai tremante la mia bocca alla vulva, acor più schiusa e intrisa di umore. Un forte odore di sesso femminile mi colpì le nari. Un afrore asprigno, eccitante, coinvolgente. Poi, dopo poche leccate, mi ordinò di staccarmi e di alzarmi in piedi.

-Spogliati tutto!- ordinò

Mi spogliai incerto ma anche eccitato. Quando fui nudo lei mi osservò senza espressione. Si soffermò con lo sguardo sul mio pene eretto.

-Masturbati!-

Non provai neppure a replicare. Mi presi il pene in mano ma rimasi fermo con lo sguardo sul pavimento.

-M A S T U R B A T I ! !- scandì ad alta voce.

Iniziai a masturbarmi fissandola eccitato fra le cosce, che tenva ben spalancate e dalle quali l’odore emanava fortissimo e inebriante, a****lesco. Provavo una strana e torbida sensazione di vizzioso piacere e di umiliazione.

-Andiamo via, rivestiti!- ordinò prima che avessi l’orgasmo. E si alzò a sua volta prendendo le mutandine e il resto. Mi rivestii con lei.

Crebbe fra noi questo sordido e complice legame. Dopo due mesi le chiesi di sposarmi. Disse di si, con semplicità, come se le avessi chiesto che ore fossero.

Ma nel sesso le cose non stavano come in una coppia normale. Lei si concedeva spesso, ma era una sorta di padroncina che ordinava. Era lei che diceva leccami, masturbami, trombami, massaggiami. Non che non fosse affettuosa nel quotidiano, ma a letto era lei che ordinava, che concedeva ciò che a lei faceva piacere. Purtroppo avevo l’eiaculazione molto rapida, come quasi tutti i segaioli e quindi dovevo venire solo una volta soddisfatta lei.

-Ora inculami!- chiese una volta. Io subito pensai a quando lo chiedeva a Gianni: ‘amore mmio inculami ti prego’ gli sussurrava teneramente e lui la inculava facendola gridare di dolore e piacere. Ma lui aveva un cazzone grande e grosso, mentre il mio è meno di una quindicina di centimentri e sottile.

Poi un giorno arrivò una telefonata. Lei dopo era raggiante, ma anche strana. Era come se le avessero detto che ciò che voleva si era avverato. Poi iniziò a parlare.

-Bene! Lo sapevo! ha voluto sposare la ricca e ora si ritrova con una donna che non solo non gliela da più ma che lo tratta anche male. Se lo è comprato, la schifosa!-

Avevo capito tutto. Lui si era lamentato con una sua amicica che subito aveva chiamato Letizia, della quale era a sua volta amica. Una sera incontrai Gianni nei pressi di casa. Quando mi vide fu come imbarazzato. Forse non si aspettava di vedermi. Quello mi fece venire un tuffo al cuore. Era chiaro! Era uscito da casa mia. Ero sconvolto. Ora capivo tutto. Letizia mi aveva si sposato, ma amava ancora lui. Ora lui stava tornando a riprendere Letizia.
Parlai la sera stessa con letizia che rimase impassibile e non negò che Gianni era venuto a casa, ma disse con determinazione che ora non lo amava più. Ora voleva solo vendicarsi di quella schifosa che glielo aveva portato via. La sua vendetta -proclata con decisione- era di renderla cornuta. Voleva vendicarsi.

-Me lo riprendo! glielo levo dalle cosce -disse testualmente- glielo trombo e glielo rimando sfinito, a quella schifosa! Ma lo riprendo solo per usarlo e poi gettarlo. Ero allibito dalla sua determinazione, dalla sua rabbia fredda, dalla sua volontà di vendetta.
Avrei potuto urlare che era pazza e che l’avrei butatta fuori casa a calci. Era questo che volevo dirle, ma dalla bocca mi uscì solo un flebile ‘fai bene amore mio’. Letizia mi guardava fissamente on volto. Stava valutando le mie emozioni. Capì che poteva fare ciò che voleva.

-Dammi la chiave della casa,- disse decisa: -Lo trombo li!- Poi guardandomi cambiò espressione e un sorriso malizioso apparve sul suo volto.

-Certo amore mio che puoi venire a spiarci… Lo sai che mi farà piacere… Ti voglio lassù mentre lo uso. Ho già riacceso il frigo e ho portato le salviette per le tue seghe, non voglio che tu sporchi il lenzuolo che ti ho già messo… E, mi raccomando, non gemere forte, perché una volta credo di everti sentito gemere. Non potevo immaginare che su in mansarda ci fosse qualcuno e non detti peso alla cosa, ma sentii dei gemiti… Lo so che sei un porcellone segaiolo.

Accadde due sere dopo nella casa che li vide insieme. Io ero già su in mansarda da ore in attesa spasmodica. Era domenica e il negozio era chiuso. Poi eccoli. Mi pareva di impazzire! Lei era una furia. sentivo tutto e vedevo tutto: lo schiocco dei loro baci, il loro risucchio; lo trombava con una frenesia a****lesca, facendo esplodere la voglia repressa che certo covava in lei e che ora esplodeva irrefrenabile. Lo prese in tutte le maniere. Lo spompinò; gli diede il culo; lo cavalcò roteando il bacino come un cow boy in un rodeo. Lo incitava con voce roca. Furono due ore di frenesia amorosa. Urlava, gemeva, ansimava mia moglie mentre possedeva il suo amante. Ed io nascosto su in mansarda, stordito, esaltato, col cuore in gola e le tempie pulsanti, senza saliva. Dovevo tenere la bocca aperta per respirare. Temevo perfino che loro sentissero il furoso battito del mio cuore. La mano masturbava il pene seguendo i loro ritmi.

-Sarai solo mio!- gli disse lei alla fine della turbolenta trombata.

-Si amore, certo… ma tuo marito?- le rispose Gianni?

-Lui non ci darà alcun fastidio. Lui fa quello che voglio io. Magari gli piace anche…- rispose guardando fuggevolmente verso di me. Non vide che io annuivo con decisione.

Era nato un cuckold.

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Il “buon vicinato” ..

Da pochi anni è venuta ad abitare nell’appartamento dirimpetto al mio, una coppia di anziani, lui oltre la sessantina, e lei poco meno di sessanta. Lui è uno spilungone alto, dalla parlata incomprensibile, qualsiasi cosa dica. Lei è ancora una bella donna, soda e carnosa, ma vestita sempre in modo sobrio, perché lui è gelosissimo e guai se la si guarda.
Un giorno questa signora rimase chiusa fuori dall’appartamento, e non riusciva ad infilare la chiave nella toppa.
Allora, rientravo proprio dal lavoro in quel momento, le dissi “signora, se vuole posso darle un aiuto”. Diedi un’occhiata, e vidi che qualcuno aveva infilato una vite nella serratura, e dentro la stessa serratura c’era una mezza chiave tipo “da scasso”. Le dissi “signora, qualcuno ha tentato di forzarle la serratura”, forse è il caso di chiamare qualcuno. Lei si agitò subito, ed allora le dissi “ok, ci penso io”. In capo a dieci minuti, avevo risolto la situazione, mentre lei continuava ad essere in preda dell’agitazione. Mi disse “entri in casa con me, ho paura che ci sia qualcuno”. Entrai, ma in effetti, non essendo riusciti a forzare nulla, non c’era pericolo che qualcuno fosse entrato. Le dissi “ha visto signora? Tutto è finito bene”. Lei allora si avvicinò e mi abbracciò forte, ringraziandomi. Nell’abbraccio, sentii le tette dure e grosse della signora premere sul mio petto, ed il mio uccello ebbe una reazione inconsulta, anche se conoscendolo bene, me lo sarei aspettato. Lei si accorse del mio cazzo duro che premeva contro la sua pancia, e due secondi dopo mi ritrovai con la sua lingua in bocca in una pomiciata fenomenale.
Mentre la limonavo, presi le sue tette in mano, slacciai la camicetta e le tirai fuori, iniziando a ciucciare i capezzoli. Lei era già arrapata come una biscia, e mi porto in salotto, dove si sedette sul divano, aprendo le gambe e tirando su la gonna del tailleur. Sorpresona !! Aveva le autoreggenti e un paio di slippini, che le sfilai con la bocca. Iniziai a leccarla e lei saltava come una molla ad ogni mio colpo di lingua. Poi, mi fece sedere sul divano, mi slaccio i pantaloni e tirò fuori il mio arnese, iniziando un pompino reso fantastico dalla voglia enorme che questa zoccola repressa aveva. Le chiesi “ma da quanto non scopi, Elvira?”, e lei “Quell’impotente di Cesare non prende nemmeno il viagra, dice che lui è contento così.. “. Quando lo ebbi duro che non ne potevo più, la girai e la scopai a pecorina. Quasi subito le sborrai sulle chiappe, tanto ero eccitato, ma dopo che me l’ebbe succhiato ancora, il mio ciccio si tirò sù, ed allora le dissi “adesso voglio il culo”. E lei “guarda che non l’ho mai dato prima..”, ed io “non ci credo, lo voglio”. Aveva un culo bellissimo malgrado l’età, sodo come pochi. Le allargai il buchino prima con un dito, poi con due, poi insalivai la punta del cazzo e sputai sul buco, e me la inculai. Durante l’inculata venne due volte.
Poi le sborrai in bocca io. Andai a lavarmi, e tornai a casa, proprio poco prima che tornasse il suo uomo.
Qualche minuto dopo, suonò il campanello… pensai “cazzo, vuoi vedere che l’ha beccata nuda col culo sfondato e adesso viene a rompermi i coglioni…?”. Andai ad aprire, ed erano tutti e due fuori della porta.
“Elvira mi ha raccontato..” disse lui con tono severo. Lei, rossa in volto e imbarazzatissima.
Io allora lo guardai e con una faccia quasi supplice dissi “Cesare, posso spiegarle…” ma lui mi interruppe. Disse “non serve.. non so dove Elvira abbia la testa ultimamente ( ce l’aveva fra le mie gambe a succhiarmi il cazzo, cornuto di merda..), ma questa scioccona è rimasta chiusa fuori perché, innanzitutto ha lasciato le chiavi in macchina, e,seconda cosa, sa benissimo che quella vite la mettiamo noi per non farci forzare la porta….”. Vidi lei che sorrideva di sottecchi, allora capii tutto. La zoccola l’aveva fatto apposta per farsi scopare da me.
Allora io dissi “beh, comunque è bene che abbia potuto contare su di me..l’ho aiutata a risolvere il problema”.
E Cesare, il cornuto, disse la frase epica, in quel momento:”Eh, se non ci fosse ancora il “buon vicinato”, come nel suo caso, chissà dove si andrebbe a finire..la ringrazio di vero cuore.”
Adesso per scoparmi Elvira, non occorrono più scuse.
Basta sapere quando ha bisogno della mia “chiave” e da buon vicino………….

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Roberto, il figlio del mio vicino (Seconda parte)

Avevo costretto il figlio del mio vicino Gianni a succhiarmi mentre suo papà era fuori ma ce l’avevo ancora duro e pensavo che il giovane Roberto fosse disponibile ad altre avventure hardcore.

Quel ragazzo sexy era sdraiato sul sofà nel loro soggiorno e mi guardava coi suoi enormi occhi verdi. Sembrava non avesse alcuna fretta di rimettersi i vestiti dopo avere succhiato fuori tutto il possibile dalle mie palle. Lo guardavo giocare delicatamente col suo giovane cazzo, la pelle nuda che brillava per il suo sperma ed il mio.
“Piccola puttanella!” Risi mentre sentivo il mio uccello rispondere al suo sospiro. “Direi che ti è piaciuto farmelo.”
“Tu non hai detto no.” Replicò Roberto continuando a carezzarsi il pene.
“No, non l’ho fatto. Mi è piaciuto, caro. Dove hai imparato a fare così bene i pompini?”
“Mi ha insegnato mio zio.” Disse tranquillamente il ragazzo. “Gli piaceva che glieli facessi.”
“Ci posso scommettere.” Ridacchiai. “Perché l’hai denunciato alla polizia?”
“Non l’ho fatto io. Mia mamma ci sorprese insieme a letto. Fu lei a farlo.”Mormorò il ragazzo.
Io mi strofinai con più forza il pene.
“Cosa ti stava facendo quando lei entrò?”
Roberto chiuse gli occhi e pompò più vigorosamente il suo giovane cazzo.
“Ero sdraiato su di lui sulla mia schiena. Lui mi stava inculando ed io mi stavo facendo una sega con forza.”
“Eravate tutti e due nudi?” Ansimai.
“Uh hu!” Accennò. “Io stavo per sparare il mio carico e lui stava cominciando a vuotare le palle nel mio buco del culo quando lei aprì la porta.”
“Cristo! Cosa accadde?” Ansai.
Il ragazzo sorrise debolmente.
“Ci guardò poi andò a chiamare la polizia.”
“Sangue di Giuda!” Esclamai eccitato e duro per quello che diceva. “E’ successo così!”
“Sì… io dissi, che non stava costringendomi ma non contò molto. Mia mamma era gelosa, pensava di essere la sola che lui fotteva oltre alla moglie, non sapeva che gli piacevano i ragazzi.”
“Povero te.” Mi avvicinai, mi sdraiai sul divano sopra di lui e cominciai a strofinare il mio sesso tra le sue gambe. Lui si avvolse immediatamente intorno a me baciando con grande desiderio la mia bocca. Impazziva per il cazzo. Non era riluttante così mi inginocchiai e cominciai a strofinare la testa del mio sesso tra le natiche del suo culo bianco e sodo. “Dimmi quanto lo vuoi dentro di te.” Gli dissi piano.
“Oh cazzo, non lasciarmi in bianco!” Gridò rauco; aveva una voce così sexy. “Sono settimane che non vengo inculato per bene ed il tuo cazzo sembra così grosso e duro.”
“Hai bisogno di lubrificante?” Gli chiesi.
“Solo un po’ di saliva.” Mi assicurò. “Zio Bruno usava solo la saliva quando mi penetrava e mi ha inculato da quando avevo 11 anni.”
Quasi entrai nella sua fessura quando lo disse. Bastardo fortunato quel Bruno! Bene, non così fortunato a dire il vero, voglio dire che lui era in galera ed io invece stavo godendo il suo libidinoso nipote. Ma sempre fortunato ad essere stato il primo a prenderlo.
Lo schiaffeggiai un paio di volte con la cappella e bagnai la sua brillante increspatura rosa con la saliva. Delicatamente spinsi un dito nel suo buco per esaminare quanto era stretto. La risposta fu ‘molto ‘ ma il suo anello era rilassato e mi permise di entrare abbastanza facilmente. Infilai un paio di dita per allentarlo a sufficienza per il mio grosso cazzo.
“Mmmhhhh…” Si lamentò contorcendosi sotto di me deliziosamente sexy.
Gli baciai il collo e cominciai a succhiargli i capezzoli mentre fottevo la sua piccola condotta stretta. Vedevo che gli piaceva, Roberto si stava di nuovo strofinando il giovane cazzo. Gli diedi un terzo dito e lui cominciò a gridare impaziente, il suo corpo magro ondeggiava come un’onda mentre cavalcava la mia mano.
“Cosa vuoi, Roberto?” ansai emozionato.
“Il tuo… il tuo cazzo!” Ansò. “Per favore! Infilami col tuo cazzo!”
Lentamente tirai fuori le dita appiccicose dal suo ano ammirando il piccolo ‘o ‘ scuro che mi faceva l’occhiolino. Sciaffeggiai due o tre volte in buco aperto, poi posizionai il glande colante contro l’ingresso invitante. Quando fece l’occhiolino aprendosi come la lente di una macchina fotografica, la testa del mio cazzo scoccò facilmente nel suo ano.
Roberto ansò di nuovo e gridò quando mi sentì penetrargli il buco.
“Va bene, Roberto?” Gli chiesi. “Perché a me va bene. Dimmi cosa fare.”
“Inculami!” Piagnucolò contorcendosi come un serpe sotto di me. “Spingimelo dentro completamente. Voglio sentirlo dentro di me. Voglio sentire che lo usi per incularmi con forza.”
Gemetti di piacere. Era veramente un bad boy e mi piaceva. Quello piccola puttana eccitante! Avrei voluto fotterlo immediatamente ma sapevo di avere un cazzo grosso e mi presi il mio tempo spingendolo lentamente sempre più profondamente finché il suo giovane buco ebbe ingoiato ogni centimetro del mio grosso attrezzo di 23 centimetri. Le mie palle erano appoggiate alle sue natiche e si lui stava lamentando ininterrottamente.
“Per favore! Per favore fottimi! Ho bisogno di essere inculato!”
“Oh sporca puttanella!” Grugnii ed afferrai il suo culo nudo e morbido con ambedue le mani. Il mio uccello duro cominciò a scivolare lentamente dentro e fuori di lui. Era una sensazione così incredibile che ci volle tutto il mio controllo per non riempire subito il suo giovane culo stretto con la mia sborra. Il suo interno era infuocato, i suoi lombi così caldi e bagnati. Era meglio di qualsiasi cosa avessi mai avuto.
Cominciai a pompare il suo retto più duramente spingendo la mia lunghezza nel suo ano e tirandolo indietro finché ci rimaneva dentro solo la testa prima di immergermi di nuovo profondamente nei suoi intestini. Lui sgroppò e guaì sentendo che i miei colpi diventavano più veloci nel suo culo, strofinando con forza i punti sensibili che io sapevo essere in lui, stuzzicandolo per avvicinarlo sempre più all’orgasmo. Quando le mie spinte potenti lo portarono all’orlo, presi fiato e mi estrassi dal suo buco del culo che si contorceva.
“No!” Strillò indifeso afferrandomi e tentando di tirarsi contro di me, quasi montando il mio uccello nella sua eccitata disperazione.
“Mettiti in ginocchio sul pavimento e succhiami!” Ordinai mettendomi in piedi per negare al suo culo desideroso il piacere del mio pene.
Roberto frignò desolato ma scivolò in terra, inginocchiandosi sul tappeto sporco del soggiorno e prese in bocca la mia erezione come una troia, succhiandola avidamente. Lasciai che gustasse il suo culo scaldato dal mio cazzo e gli carezzai i capelli neri umidi di sudore mentre godevo la carezza delle sue labbra ed il tocco della sua lingua sul mio palo sensibile.
“Sei un magnifico succhia cazzi, potrei lasciartelo fare ogni pomeriggio!” Ansimai. “Ma ora sono pronto per altre azioni sul di dietro. Mettiti sul divano e mostrami il tuo buco da sgualdrina.”
La giovane puttanella si gettò subito sopra il sofà allargandosi le natiche pallide e mostrare il suo ano ben allenato. Mi acquattai dietro di lui ed appoggiai la cappella al suo anello stretto.
“Ohhh!” Si lamentò piano.
“Ragazzaccio” Grugnii. “Mettiti le dita in quel buco di sporco ragazzo e fottiti per me!”
Le sue lunghe dita subito scesero al buco del culo e cominciò a penetrarsi diligentemente. Praticamente stavo sbavando alla vista del ragazzo nudo che giocava col suo ano come una prostituta.
“Sei una tale troia sporca, Roberto” Gli dissi. “Hai veramente bisogno di molto cazzo, non è vero ragazzino?”
“Per favore fottimi!” Frignò.
“Non finché non mi confessi che prostituto sei.” Lo stuzzicai carezzandogli la fessura col mio cazzo colante.
“Io sono la peggior puttana!” Gridò. “Zio Bruno diceva che io sono buono per essere fottuto in ogni modo. Ti lascerò fare qualsiasi cosa, solo fottimi il buco. Per favore!”
“Piccolo giocattolo sporco!” Ringhiai estraendo le sue dita dal suo culo e conficcandoci di nuovo il cazzo. Afferrai le sue anche magre e tirai il buco del ragazzo sopra il mio uccello impalandolo sino alla radice.
Roberto gridò e seppellì la faccia nel cuscino, il suo giovane culo cavalcava il mio cazzo alla grande. Io lo tenni per le natiche e colpii con forza e profondamente il buco stretto. Le mie pesanti palle schiaffeggiavano tra le sue gambe mentre io spingevo spietatamente. La sua condotta stretta stava praticamente succhiandomi il cazzo, tentando di trascinarmi indietro ogni volta che mi estraevo dal suo ano. L’attrito delizioso mi stava portando a venire con forza dentro di lui e sentivo che la piccola puttana stava avvicinandosi a scoppiare di nuovo.
Lo alzai tra le mie braccia, così ora stava inginocchiato, con le mani contro i cuscini del sofà mentre io lo sodomizzavo. Roberto soffiava ed ansava singhiozzando mentre lo chiavavo sempre più forte. Le mie dita circondarono l’asta del suo cazzo e lo pompai mentre inculavo il ragazzo nudo. Lui cominciò a frignare come un cucciolo preso a calci mentre sentivo che cominciava a venire. Il suo buco stringeva dannatamente intorno al mio cazzo mentre vedevo il suo sperma schizzare sul cuscino del divano.
Tenendo il giovane per i capelli lo costrinsi a leccare ogni goccia dalla stoffa marrone mentre pompavo la mia calda crema di uomo nel suo buco accogliente e soddisfacente. Gemetti in estasi mentre riempivo il suo piccolo culo sexy col mio seme.
“Oh sì! Sì!”
Roberto si inginocchiò di fronte a me e succhiò e leccò il mio cazzo per pulirlo dopo che avevo usato il suo buco del culo. Era così obbediente. Mormorai una piccola preghiera di ringraziamento a suo Zio Bruno per averlo addestrato così bene.
“E’ stata un’inculata fantastica, Roberto” Gli dissi vestendomi.
Lui era ancora seduto sul pavimento nudo, sembrava stordito e sottomesso così gli carezzai i capelli. Roberto mi guardò con un piccolo sorriso stanco.
“Hai goduto del mio grosso cazzo?” Gli chiesi affettuosamente.
Lui accennò subito col capo.
“Bravo ragazzo. Più tardi, quando tuo padre sarà tornato e starà russando nel suo letto, potrai strisciare fuori e venire nel mio letto con me. Ok? Ti darò un’altra bella inculata. E’ evidente che ne hai bisogno .”
“Grazie.” Bisbigliò quasi timidamente.
“Sarai il benvenuto.” Risposi tirando in piedi il ragazzo nudo, carezzandogli il cazzo e dicendogli di non rimettersi i vestiti prima che me ne fossi andato.
Mentre attraversavo la strada vidi Gianni in lontananza; sorrisi, improvvisamente grato al vecchio ubriacone, per aver ‘prodotto’ un tale delizioso ragazzo per il mio piacere sessuale.

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Il culo di Glory

Racconto trovato in rete su xhamster

Adoro prendere una donna da dietro, farle sentire tutta la mia virilità mentre lei è piegata davanti a me e gode col mio cazzo, sono sempre stato un amante del sesso anale e del culo delle donne in generale, quando conosco una donna e poi faccio sesso con lei è una delle prime cose che le chiedo, non riesco a res****re, è una cosa che mi fa godere come un matto e rimango deluso quando una donna mi nega questo piacere.
Con Glory è stato difficile, non perchè non me lo volesse dare, ma perchè faceva apposta a tenermi sulle spine e a stuzzicarmi con quel suo culo meraviglioso, prima di conoscerla non avevo mai visto un culo così bello e arrapante, non saprei spiegare esattamente com’è fatto esteticamente, so solo che per me era perfetto, semplicemente un culo perfetto, tutto da sfondare. Siamo finiti a letto solo dopo due mesi dal nostro primo incontro, Glory è la proprietaria di un negozio d’abbigliamento in centro, io sono un semplice operaio che ha avuto la fortuna di lavorare nel palazzo proprio di fronte al suo negozio. Un giorno, mentre io e i miei colleghi eravamo seduti su una panchina a pranzare, Glory venne da noi a chiederci se potevamo aiutarla a spostare degli s**toloni pesanti nel negozio, io mi offrii volentieri di aiutarla, quando poi nel retro del suo negozio la vidi abbassata con quel bel culo all’insù mi eccitai come un matto, avevo addosso la tuta da lavoro che mi va un pochino stretta e il mio cazzo di dimensioni considerevoli si notava benissimo, Glory quando si voltò non potè fare a meno di vederlo e in un primo momento cercai di dire qualcosa per sviare la sua attenzione ma lei mi sorprese.
“Complimenti, sei ben equipaggiato vedo”
Mi disse e poi sorrise, non so cosa mi trattenne dal saltarle addosso, la trovavo splendida e arrapante, riuscii solo a dirle grazie e a sorridere imbarazzato, da quel giorno iniziai a salutarla tutte le mattine, lei in risposta assumeva pose provocanti e sorrideva maliziosa da dentro il negozio, doveva aver capito che sono un amante del culo perchè spesso se non aveva gente si piegava come per raccogliere qualcosa da terra e mi mostrava il suo culo favoloso, a volte indossava gonne strette e quando si piegava riuscivo a vedere tutto quanto. Dopo una settimana circa entrai nel negozio e la invitai a cena, uscimmo quella sera stessa e dopo cena finimmo a casa sua, appena entrati in casa lei si chinò immediatamente per tirarmi fuori il cazzo che avevo già durissimo, se lo sprofondò in bocca e mi fece uno dei più bei bocchini di tutta la mia vita, volle prendersi in bocca tutto lo sperma e ingoiarlo, poi mi trascinò in camera da letto e mi spogliò in un attimo, lei rimase con la gonna e si appoggiò al muro.
“Dai fottimi”
Mi disse, la afferrai da dietro, le spostai le mutandine e le ficcai il mio bel cazzo di nuovo turgido nella sua figa bagnata.
“Così dai, fottimi di più, di più!”
Continuava a gridare, le piaceva proprio essere scopata da dietro, si bagnava tantissimo, mentre me la scopavo così afferrandole le tette mi disse.
“Vorresti farmi il culo?”
“Sì”
Le dissi senza smettere di sbatterla.
“Voglio farti il culo.”
“Ma no dai questa sera non mi va”
Rispose lei.
“Dammelo ti prego è da una settimana che mi immagino di scoparti il culo”
“Davvero?”
“Sì dai.”
Provai a sfilare il cazzo dalla sua figa e a premerglielo tra le natiche ma lei con un piccolo movimento dei fianchi se lo fece scivolare di nuovo nella figa.
“Continua a scoparmi così dai”
Continuai a farmela così finchè non venni di nuovo, poi la scopai un’altra volta sul letto sopra di lei mentre continuava a gemere, tutte le volte che lo facevamo speravo di sfondarle il culo ma ogni volta lei mi stuzzicava e poi me lo negava, una sera mi stavo masturbando pensando a lei e decisi di chiamarla.
“Sono eccitato ho voglia di scoparti”
“Davvero??? Allora perchè non vieni da me? Avevo un impegno ma ho rimandato, sono libera.”
Arrivato a casa sua la trovai con indosso solo un perizoma, si girò e mi fece ammirare quella striscia di stoffa che spariva tra le sue natiche, in camera da letto mentre le stavo leccando la figa mi disse.
“Leccami anche dietro, questa sera ti do quello che vuoi”
A quelle parole mi esaltai, la bagnai per bene, feci per infilarle un dito ma lei mi fermò e mi disse.
“Non subito, prima voglio essere scopata nella figa per un bel pò.”
Stava a pecora davanti a me col mio cazzo dentro e godeva, ad un certo punto si girò verso di me e mi disse.
“Dai, adesso mettimelo in culo”.
Tolsi il cazzo bagnato di umori dalla sua figa e avvicinai un dito al suo culo per aprirglielo un pò ma lei mi prese la mano.
“Infilalo subito, voglio sentirlo così”
Appoggiai il cazzo sul suo buco e lo spinsi dentro, era strettissimo, pensavo di farle male ma lei disse di no, il mio cazzone duro penetrò nel suo culo sparendo completamente, era una sensazione fantastica, finalmente il culo di Glory era mio, finalmente me la sarei inculata tutta.
Lei ansimava e godeva, più di quando glielo mettevo nella figa, il suo culo si mangiava tutto il mio cazzo facendolo sparire all’interno, sentivo le pareti stringersi intorno al mio membro massaggiandolo, pensavo che avrei sborrato da un momento all’altro così mi fermai un pò, Glory si girò e si mise a pancia in su tirando su il bacino e le gambe.
“Inculami così.”
Mi disse mentre si teneva aperto il culo, glielo sbattei di nuovo tutto dentro, lei intanto si teneva un dito nella figa e si masturbava.
“Dai così, scopami nel culo! Più forte”
“Finalmente ti sei decisa a darmelo, credevo di impazzire.”
“Adesso ce l’hai, fammi godere dai! Fammi il culo!”
Il mio cazzo era durissimo, stavo per esplodere in una sborrata enorme.
“Più forte, spaccami il culo!”
“Sì te lo spacco tutto”
“Così, aprimi, dai, di più! Dai che sto per godere, fammi godere col culo!”
“Sto per venire anch’io, ti riempio”
“Riempimi il culo di sborra, dai, riempimelo, tutta dentro la voglio!”
Feci una sborrata spaventosa nel suo culo riempiendoglielo tutto, lei venne nello stesso momento gridando e gemendo, il giorno dopo la chiamai, lei mi disse che si era fidanzata e che quindi non potevamo più incontrarci, rimasi molto male e l’unica cosa che mi rimase da fare fu masturbarmi pensando al suo culo meraviglioso.

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Prima la moglie e poi il marito

Mi chiamo Susanna. Di solito quel tirchio di mio marito Rino mandava sempre me a ritirare l’auto in officina da Gianni, il meccanico. Sapeva che col mio sex appeal riuscivo ad avere forti sconti sulle fatture da pagare. Gianni era pazzo di me e perciò si metteva a disposizione ma si sa che, tirandola troppo, la corda inevitabilmente si spezza. Un giorno Gianni, giustamente stufo di essere preso per il culo, ricevendo pochi spiccioli per grossi lavori, pretese il pagamento in natura. Era proprio incazzato il poverino e, in un attimo, mi ritrovai sull’auto a cosce aperte con la sua lingua bollente pronta a leccare la mia passera. Non sono certo di legno e tantomeno una santa e così mi lasciai slinguazzare eccitandomi sempre più. Gli presi l’uccello in bocca e lo ripagai di tutti quei lavori saldati sottocosto o almeno così credevo. E già, perché un bocchino, seppur delizioso e con l’ingoio, non gli bastava mica. Voleva di più e lo fece capire chiaramente ficcandomi il suo bel cazzone in culo! Me lo sfondò perbene in varie posizioni, poi me lo schiaffo nella fregna e così venimmo entrambi. Io mi bagnai tutta e lui esplose una sborrata copiosa nella mia fica calda e strapazzata. Ovviamente soddisfatto dalle mie carni, mi disse che potevo considerare saldati bene i pagamenti e riferirlo a mio marito. Quando tornai a casa dissi a Rino: “Stavolta il meccanico non si è accontentato delle briciole, ha voluto capitale e interessi!”. Rino mi chiese: “Che vuoi dire cara?”, Gli risposi: “Ho dovuto dargli culo e sorca ed è per colpa tua che sei un taccagno”. Rino mi domandò: “…e ti è piaciuto?”. Gli replicai: “Oh si certo! Gianni ha proprio un bel cazzo, mi ha fatto godere tanto, sai! E’ stato molto eccitante e trasgressivo scopare con lui, sapendo che ti stavo mettendo un bel paio di corna!”. Rino si arrabbiò, mi disse: “Accidenti, che puttana! Gode a farmi cornuto!”. Poi però notai una curiosità in lui, quando commentò: “Beh deve essere stato bravo a soddisfare una donna insaziabile come te!”. Più troia che mai e amante nel creare situazioni imbarazzanti e giochini torbidi, gli dissi: “Perché non vai a trovarlo, così vi chiarite”. Il resto della storia me l’ha raccontata Rino naturalmente. Entrò in officina e disse: “Ehi Gianni, ti sei fatto mia moglie!”. Gianni rispose: “Beh, cosa vuoi, ci so fare con le donne… e poi voi siete cattivi pagatori. Ce l’hai con me, per caso?”. Rino di rimando: “Sì, è vero, un po’ sì, però ti confido che mia moglie sembrava molto soddisfatta di te, l’hai proprio fatta godere!”. Gianni sorpreso: “Ah, grazie del complimento, oltre che in bocca, l’ho scopata in culo e in fica, ti eccita per caso?”. Mio marito rispose: “Beh, direi di sì…”. I due si guardarono negli occhi, poi il meccanico, tra il serio e lo scherzo, disse: “Senti un po’, non dirmi che vorresti provarlo anche tu il mio cazzo…”. Rino si eccitò a questa frase, si avvicinò al meccanico e lo baciò in bocca con passione. Gianni gli disse: “Che fai? Io vado solo con le donne, sai?”. Ma Rino era accalorato e farfugliò: “Accidenti, sei quello che ha fatto godere mia moglie, mi attizzi!”. Con passione sempre più forte, ribaciò in bocca il meccanico. Gianni si eccitò a sua volta e a quel punto ricambiò il bacio. Le lingue iniziarono a cercarsi con complicità, il ghiaccio era rotto ormai. Mio marito si inginocchiò e iniziò a succhiare il cazzo del meccanico come avevo fatto io in precedenza. La voglia aumentò sempre più finché il mio lui, denudandosi velocemente, finì per farsi inchiappettare alla pecorina. Quel cazzo fantastico fece godere anche mio marito che si prese un bel getto di sborra nel culo. Ora sì che avevamo pagato in modo soddisfacente il dotato meccanico!

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il segreto mai svelato

oggi vi svelo un segreto… è troppo gustoso per tenerlo tutto per me!
Era la classica serata estiva con aperitivo al mare e amici, si balla, si beve, si fa un pò festa, siamo in una bella atmosfera.
Ed è un attimo che a suon di musica s**tta un pò di struscio tra la nostra compagnia mista di ragazzi e ragazze, balliamo tutti un pò arrapati pur senza scadere mai nel volgare, ma si capisce “da fuori” che siamo davvero vogliosi.
E’ a quel punto che la noto tra la gente che ci guarda, si chiama Cristina l’avevo conosciuta qualche mese prima: 18 anni, carina e tanta voglia.
Per la verità me l’ero già scopata, ma era così arrapante che pur non avendo voglia di frequentarla assiduamente, sapeva accendere in me delle pulsioni che solo a ripensarci ora mi eccito di nuovo. Noto che mi guarda con un’aria a metà tra l’eccitato ed il geloso mentre mi struscio con le mie amiche, ma ovviamente me la tiro un pò facendo finta di niente; la serata continua , l’alcool aumenta per tutti noi e anche per lei (ogni tanto infatti la tenevo d’occhio tra la gente, vedendo che stava “a tiro” come volesse tenermi d’occhio pure lei).
Mi viene così un’idea perversa… noto che si sta avviando in bagno; il locale ha una scalinata che porta ai bagni seminterrati , ce ne sono 2-3 e la coda è quasi nulla… la seguo, prima che possa chiudere la porta mi infilo dentro con lei che, un pò stupita un pò già eccitata, non mi respinge. Chiudo io la porta , non la bacio neanche, ma mi slaccio subito i pantaloni e le metto una mano tra le gambe.
Sentendo che era già tutta bagnata la spingo verso il basso e tenendola per i capelli me lo faccio subito prendere in bocca… lei gode , io di più ancora! Sento il suo ansimare attraverso il mio membro duro nella sua gola…
Trascorsi un paio di minuti non ce la faccio più , ho voglia di scoparla, anzi di aprirla letteralmente in due, con quel culetto piccolo da diciottenne che si ritrova, ed è così che decido di metterla a pecora, le alzo leggermente il vestitino blu che indossa disegnandole giusto il segno del perizoma e la penetro subito con forza!
Lui entra subito con facilità tanto era la voglia: con le mani appoggiate al muro del cesso e la schiena ben inarcata, la sfinisco di colpi … gode da morire, io non riesco a fermarmi , la scoperei per ore di fila.. affondo in maniera profonda che mi sembra di farle davvero male. Per il finale decido di chiudere in bellezza: le infilo prima un dito nel culo, intanto che ancora la penetro, poi due e infine 3 dita. Cristina urla di piacere (ma credo che da fuori, vista la musica alta nel locale non si sentisse granché) e a quel punto decido di infilarglielo nel culo.. non avevo mai provato prima con lei.
All’inizio spingo con un pò di dolore nonostante fossimo tutti bagnati, ma poi come per magia, il suo sfintere cede e sento la mia cappella sfondare completamente il suo buchetto, per poi affondare del tutto il mio membro dentro di lei, con vigore.
Con una mano le strizzo le tette , con l’altra le metto completamente le 5 dita nella sua vagina, completamente fradicia e spingo, spingo, le faccio male , ha le lacrime , ma il godimento è maggiore. Mi dice di tirarle i capelli e sussurrarle :”sei la mia troia” , la assecondo ovviamente (bisogna sempre essere cavalieri in qualsiasi situazione). Continuo ancora per qualche minuto finché non esplodo con una super sborrata mentre ancora le penetro il culetto a velocità e profondità folli.
Lo tiro fuori e vedo che il buco è allargato così tanto che potrei infilarci dentro quasi tutta la mano.
Pensando che non fossi pienamente soddisfatto me lo riprende in bocca e me lo pulisce per bene, come ci tenesse a fare un lavoro “completo”; una volta finito brevemente ci ricomponiamo e usciamo.
All’uscita del bagno qualcuno ci guarda con aria perplessa, ma almeno sulla carta sembra non capire il quarto d’ora folle da noi appena vissuto.

Fino ad oggi questo è stato solo il nostro segreto, mio e di Cristina.
La serata però non finì qui… ma questa è un’altra storia che quando avrò modo vi racconterò.