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Racconti Erotici

Le liceali con il vizietto dell’amplesso

Racconto trovato in rete su xhamster.

Sono uno studente universitario, vivo in un quartiere piuttosto elegante di Roma, sono un po’ sfigato con le ragazze, vi racconterò in che modo ho potuto vivere esperienze sessuali soddisfacenti nonostante la mia mancanza di fascino e di capacità con l’altro sesso sfruttando la bellezza dei miei amici più cari (e la troiaggine delle mie amiche parioline). Spero che anche voi se avete difficoltà ad approcciare con l’altro sesso possiate trarre esempio dalle mie gesta, tanto di amici carini e di ragazze troie il mondo ne è pieno.
Alla fine del primo anno di Università superato con discreti risultati, andai in vacanza a Santo Domingo con il mio amico Paolo, un vero sex-symbol nella zona in più anche simpatico, io già ero d’accordo con le mie amiche innamorate di lui su di un progettino che avevamo curato con cura prima della partenza. Si trattava di recuperare materiale fotografico di quel fusto possibilmente senza vestiti, mettendo in risalto soprattutto la plasticità del suo uccello la cui bellezza aveva oramai fatto notizia tra le ragazze del gruppo. In cambio io avrei ottenuto qualcosa di ancora imprecisato su cui ci saremmo accordati al mio ritorno a seconda della ricchezza del materiale prodotto, non avevo dubbi sulla ricchezza del materiale che avrei rimediato, perché riuscii sin dal primo giorno a fotografare Paolo completamente nudo approfittando del suo sonnellino serale.
Di ritorno dalla spiaggia, dopo la consueta partitella di pallone con i ragazzi del luogo che puntualmente ci umiliavano in ogni modo, ci infilavamo sotto la doccia di filato, poi prima di cena cotti dal sole ci buttavamo ciascuno sul proprio letto. Lui però era solito farlo nudo a causa del gran caldo, ecco che io allora atteso che si addormentasse mi infilavo in camera sua, cominciavo a fotografarlo con degli zoom impressionanti sul pene, che riuscivo a ritrarre con un’attenzione davvero incredibile per i particolari. Di ritorno dalla vacanza avevo in una cartella della memory-card della mia macchina fotografica qualcosa come 200 foto di Paolo, ripreso in ogni particolare del suo corpo abbronzato prestante ed atletico.
A Raffaella, mia referente principale nel progetto delle foto, di ritorno a casa ne feci vedere solo alcune in anteprima, molto di sfuggita, da lontano, attraverso il piccolo display della macchina, non appena lei comprese il valore del materiale che le avevo riportato dalla vacanza quasi non credeva ai suoi occhi. Cominciò credo ad eccitarsi, come potei dedurre dal mutamento del suo volto, una persona che si eccita come una cagna perde il controllo dei propri sensi, infatti la si può forse riconoscere dagli occhi perché divengono più lucidi e le pupille si sgranano.
Fateci caso, lei si eccitò molto ed io ne approfittai per iniziare a dettare le mie condizioni, per vederle lì ora tutte con calma mi doveva in’anzitutto spompinare per benino con ingoio s’intende.
Per avere le foto a sua disposizione invece, volevo che lei rischiasse tanto quanto avevo fatto io e mi procurasse foto simili delle sue amiche fichissime, Giulia, bionda occhi azzurri elegantissima con quelle tette enormi, Lavinia, piccolina minuta una che non te la dà nemmeno se la paghi con la puzza sotto al naso, la sua coinquilina Sara, alta magra mora occhi blu culo perfetto bellissima, ma soprattutto Giorgia, il desiderio erotico di chiunque di noi, mora capelli lisci lunghi carnagione olivastra occhini grandi neri un corpo semplicemente perfetto, un desiderio proibito.
Per il pompino Raffaella non si fece pregare dieci secondi, il mi pisello stava già dentro la sua bocca inzuppata, spompinò con ardore mentre io le facevo scorrere le immagini del cazzone di Paolo sul display e lei le guardava con avidità. Sognava magari dentro di sé che il pisello che aveva in bocca fosse quello bello, lungo, liscio, scuro, levigato, dritto, curvato verso l’alto di Paolo, le sborrai piuttosto in fretta una discreta quantità di sborra che ingoiò con un primo colpo, salvo un po’ che le colò fuori dalle labbra attaccandosi attorno al mento così che dovette raccoglierla con la mano per riportarsela in bocca in un secondo sorso, poi si guardò le foto con calma e mi promise prima di andarsene che avrebbe fatto il possibile per accogliere le mie richieste.
Le prime 20 foto le più caste se le guadagnò nel giro di 24 ore, Raffaella si presentò a casa mia con i negativi di un paio di rullini di foto di Giulia dell’estate precedente, era fotografata in spiaggia mentre prendeva il sole in topless, di meglio su Giulia non poteva davvero darmi. Di per sé potrà sembrare poco rispetto al rischio che avevo corso fotografando Paolo, ma dovete capire che da un po’ girava la voce dell’esistenza di foto s**ttate durante una vacanza tra amiche in Calabria in cui Giulia compariva in topless. Io sapevo che Raffaella le aveva e speravo davvero che le avrebbe messe in comune con me, finalmente le ebbi, Giulia appariva abbronzantissima sorridente a tette al vento, delle tette grandi polpose ma meravigliosamente curvate, irregolari insomma di una forma particolare.
Altre 50 foto Raffaella venne a prendersele la settimana dopo schiava dell’esigenza di possedere quei reperti che evidentemente stavano mandando in tilt il suo desiderio, mi portò del materiale straordinario, la sua coinquilina Sara fotografata sotto la doccia, a letto, in camera senza reggiseno, con il pelo di fuori, le aveva s**ttate lei stessa per scherzo come forma di complicità. Le foto erano carine divertenti, in una per gioco Sara con indosso solo un paio di slip prendeva una banana e se la infilava in bocca e tra le tettine, i capezzoli erano proprio come me li ero immaginati, scuri, lunghi, grinzosi, il pelo della fica era nero folto ma concentrato in verticale non diradato in larghezza.

Con le foto di Giulia e di Sara mi feci delle seghe straordinarie, non riuscivo a smettere di guardarle, sapendo della passione per Sara del mio amico Alessandro, mi decisi a fargli sapere che avevo delle foto interessanti, lui impazzì all’idea di vederle mi voleva perfino dare dei soldi. Io ero un suo amico, in quel periodo stavamo sempre assieme, però non volevo neppure perdere l’occasione di rimediare qualcosa di utile sempre con la tecnica dello scambio, lui in quel periodo si scopava una biondina niente male che sinceramente ora non ricordo come si chiamava. Una tipa un po’ scema ma davvero carina, gli fornii la telecamera che mi avevano regalato alla cresima, gli spiegai come utilizzarla e la cosa fu fatta nel giro di 24 ore, lui la nascose in camera da letto sotto un mucchietto di vestiti, riprese tutta l’intera scena di sesso tra i due, insistendo anche con la malcapitata in modo che si esponesse bene verso l’obiettivo della telecamera, Nel video ci fu una scenetta divertente perché quando Alessandro le prese la testa spingendola verso il suo cazzo in tiro per farselo succhiare, lei gli impose prima di leccargliela perché non era giusto che lui rimediasse sempre pompini e lei nulla in cambio! Allora il mio amico prese a leccargliela ma fece mettere la sua bambolina in una posizione tale per cui la fica aperta inzuppata di liquidi viscidi compariva esattamente davanti all’obiettivo della telecamera, esattamente sotto al buchetto del culo bello in mostra, con le pieghette rosa scuro tutte attorno a quel buco nero circondato dai peletti. In cambio del filmino girato con la biondina gli diedi le foto di Sara, gli mostrai anche quelle di Giulia, era pieno di donne lui non come me che ero un vero sfigato, ma le foto lo mandarono fuori di testa lo stesso, quanto al video avrei potuto utilizzarlo poi per altri fruttuosi scambi di materiale. Per esempio Gigi aveva sempre quelle foto di una sua ex americana s**ttate mentre scopavano, oppure Mimmo avrebbe potuto farmi avere in cambio quelle s**ttate con il cellulare di nascosto alla sorella più grande mentre faceva la doccia.
Raffaella intanto voleva le ultime 100 foto di Paolo, impazziva soprattutto perché sapeva che nelle foto mancanti c’erano quelle con i particolari del cazzo, mi spiegò anche che non avrebbe davvero potuto farmi avere foto né della altezzosa Lavinia né della bellissima Giorgia perché le era impossibile procurarsele. Avrei potuto chiedere a Raffaella di farsi fottere per benino in cambio della seconda metà del servizio fotografico di Paolo, ma la cosa mi eccitava fino ad un certo punto vista la bellezza delle sue amichette, così mi venne un’idea di cui poi non mi pentii, le suggerii di rimediare un piccolo registratore, di nasconderselo dentro i vestiti e organizzare un ritrovo fra amiche, intavolare una discussione su temi sessuali convincendo le amiche a confidarsi segreti. Anzi, le proposi di mostrare proprio in quell’occasione le 100 foto di Paolo che già si era accaparrata, Raffaella sembrò soddisfatta dell’accordo poiché le sembrava molto meno impegnativo di sottoporsi ad una scopata con il sottoscritto, non vi dico che cosa favolosa fu per me l’ascolto di quelle due ore di cassetta registrata da Raffaella in un pomeriggio passato a bere tè a casa di una di loro. Poco dopo aver avviato il registratore Raffaella annunciava alle sue amiche che aveva con sé certe foto osé di Paolo, le ragazze impazzirono dandosi a strilli e strilletti, i loro commenti sulle foto erano straordinari da ragazze di alta società non me lo sarei mai aspettato un linguaggio così sguaiato invece c’era da ridere ed eccitarsi.
“Guarda che cazzo enorme, sono questi cazzi che ti fanno pensare che i pompini sono cose sante.”
Esordì Sara.
“SI.”
Replicò Lavinia la più altezzosa
“Ma lo sai che a succhiare un pisello così io potrei venirmene da sola.”
“Oh madonna.”
Disse una voce che doveva essere della bellissima Giorgia, pensate quando è in tiro quanto è lungo.
“Già.”
Faceva eco Lavinia, che davvero inaspettatamente risultava più troia.
“Io questo me lo metterei in fica e non lo farei più uscire.”
“Madonna quanto è fico, io a questo gli leccherei pure il buco del culo”
Disse poi Giulia dalle belle tette.
“Perché, non lo hai mai fatto?”
Le domandò una di loro.
“No, mai fatto fino ad ora.”
“Ah, e il tuo Luca non ha potuto godere della tua lingua sul culo?”
“Chi, Luca? Ma se quello è un minidotato, ha un cazzetto che in fica neanche lo sentivo”
Replicò Giulia.
“Tu ce l’hai larga amica mia, te l’ho sempre detto, da quando l’hai preso da quell’inglese a Corfù ti sei slabbrata la fica.”
Le fece notare Giorgia.
“Ma che dici, tu semmai che te lo sei fatto sbattere in culo da Edoardo dopo neanche due settimane che stavate insieme.”
“Piuttosto.”
Fece Giorgia rivolgendosi a Lavinia.
“A Michele gliel’hai già data o no?”
“Senti, ti devo dire la verità, Michele mi lecca così bene la topa che sinceramente non vorrei che smettesse mai, io gli faccio dei bei pompini però ogni volta che viene finisce lì perché se poi lui ci prende gusto a scopare non mi lecca più la figa con passione come fa ora, pensate che fa passare la lingua lentissimamente dal buco del culo al clitoride e ritorno per una marea di tempo, quando vengo mi lecca inzuppandosi la lingua è davvero un perfetto servetto, sembra un cagnolino fedele che lecca tutto. Figuratevi che ieri pomeriggio appena i miei sono usciti mi sono messa a fargli una sega mente ci baciavamo, lui ha preso a spogliarmi e a leccarmi, allora io mi sono messa a cavalcioni su di lui che se ne stava sdraiato a pancia all’aria, ero dritta su di lui ho cominciato a schiacciargli la fica in faccia mentre leccava, è diventato tutto rosso in faccia per lo sfregamento non ti dico quanto godevo io a vedermelo là sotto che un altro po’ non respirava più.”
“Cazzo, che fico, beata te.”
Disse allora Giorgia.
“Senti Lavinia, ma perché non mi ci fai fare un giro con Michele se lecca così bene? Ti prometto che ci faccio una cosa al volo e poi lo mollo.”
“Perché no, in fondo me lo hai fatto conoscere tu! Poi lui dice sempre che sei una fica!”
Disse allora Lavinia.
“Grazie, sei un’amica, ti giuro che me la faccio leccare come dici tu e non me lo scopo, mò gli mando un messaggetto e gli dico se può passare a portarmi il libro di storia contemporanea, tu però stasera non lo chiamare sennò si ammoscia!”
“Si però stai attenta Lavinia perché lo sai che Giorgia c’ha preso gusto a prenderlo dietro, dice che non sente più dolore!”
Disse allora Giulia, che se ne stava più sulle sue.
“Beh, questo no, cara mia!”
Reagì Lavinia rivolgendosi a Giorgia
“Non te lo fare mettere in culo perché sennò quello poi viene da me e vuole farmelo pure a me mente io non ci tengo per niente mica ce l’ho rotto il culo io!”
“Stai tranquilla niente culo da lui neanche sarebbe capace, poi comunque voi sbagliate a non prenderlo, fidatevi!”
“Aoh ma noi mica siamo tutte come te!”
Fece Giulia.
“Senti chi parla! Proprio tu che ti sei fatta pisciare addosso quando stavi con quello di Milano!”
Replicò Giorgia.
“Eh!?”
“Cosa?!”
A quanto pare le altre ragazze non sapevano di questo incredibile precedente erotico di Giulia che fino ad allora aveva fatto la signorinella e che ora si scopriva come la più troia di tutte loro!
“Ma guarda che io mica volevo farmi pisciare addosso da quello stronzo, era lui che già da un po’ mi rompeva con sta storia che mi voleva pisciare addosso, io gli dicevo che era matto, che roba del genere io non la facevo, poi un giorno stavamo a casa sua e mi ero inginocchiata per prenderlo in bocca quando lui inizia a zampillare un fiotto di piscio dalla punta del cazzo che mi arriva dritto negli occhi, non sapete che bruciore, poi sui capelli, poi dappertutto, ho provato ad allontanarmi ma quello aveva un idrante al posto del cazzo perché lo schizzo faceva metri, giuro metri, roba incredibile io non pensavo che gli uomini potessero pisciare così lontano, comunque fu una cosa schifosa, infatti l’ho mollato.”
Fece Giulia incazzata.
Intervenne allora Sara.
“Comunque io a uno come Paolo gli permetterei pure di pisciarmi addosso se proprio ci tiene, guardate che meraviglia che è in queste foto, mi porterei il suo cazzone a letto tutte le notti, stringendomelo addosso come un orsacchiotto!”
Fu Raffaella ad interrompere il dibattito.
“Ragazze, ma lo sapete che ce ne sono altrettante di foto che io non ho in cui ci sono i particolari del cazzo fotografato mentre lui dorme?”
“Ma che dici, sei matta? Ma davvero? E che aspetti a fartele dare? Io le voglio assolutamente vedere.”
Fece Sara.
“Si, è che vuole qualcosa in cambio, io per avere queste qui ho dovuto… (a questo punto io che ascoltavo masturbandomi alla grande, ho fatto un salto temendo che quella cretina si stesse tradendo rivelando di avermi dato le foto delle due amiche Giulia e Sara) beh… ho dovuto fargli un pompino!”
Fece Raffaella
“Ma va!?”
Fece qualcuna stupita.
“Eh beh fagliene un altro!”
Disse Sara.
“No, non vuole più, dice che le foto valgono di più, forse vuole scopare.”
Disse Raffaella.
“Beh, tu scopatelo che ti frega poi hai le foto da paura col cazzo dell’uomo più bello del mondo!” Insistette sempre quella zoccola di Sara.
“Mah, non so non sembrava neppure interessatissimo alla cosa.”
Disse Raffaella.
“Vabbè, allora chiedigli se vuole che il pompino glielo faccia qualcuna di noi.”
Disse Sara.
Io all’udire quelle parole impazzii!!! E pensare che le foto le avevo date via tutte oramai proprio per avere la cassetta che stavo ascoltando, chiamai Raffaella di corsa e le proposi un nuovo accordo, fingere di non avere le 100 foto, spiegare ad una della amiche che le avrei date loro in cambio di un pompino, Raffaella in cambio avrebbe poi preteso delle cose molto complicate che magari vi racconterò in un’altra circostanza…
La cosa si concluse il giorno seguente, venne da me nel pomeriggio Sara la coinquilina bellissima di Raffaella tutta divertita dalla situazione che viveva come un gioco, io le diedi le foto, subito lei sorrise per il gesto diede appena un’occhiata dentro la busta la mise in una tasca del giaccone e mi guardò negli occhi sorridendo, si chinò in ginocchio aprì la patta dei pantaloni tirò fuori il mio cazzo se lo mise in bocca dolcemente, lentamente lo succhiò con gusto, con arte, come se lo facesse con piacere, benché io sapevo che lo faceva solo per avere in cambio le preziose foto con cui avrebbe potuto spararsi i migliori ditalini della sua vita. Quando venni Sara ingoiò tutto senza difficoltà, si alzò si incamminò verso l’uscita ed io gli chiesi se avesse bisogno di fare un salto in bagno, mi disse che no non ne aveva bisogno, curiose ragazze, elegantissime, truccate, profumatissime, che vanno in giro per la città con il palato ancora umido di sborra e il fiato viziato dal sapore del cazzo, magari di filato a pomiciare col pariolino di turno…

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esperienza con bull

Esperienza con bull

A tutto avrei pensato ma non a quello che è successo.
Il nostro matrimonio non andava bene eravamo in crisi e una coppia nostra amica ci confessa che anche loro avevano avuto un periodo brutto in cui pensarono come noi di separarsi.
Poi lei incontro tramite internet un bull cosi disse e d’accordo con il marito iniziarono a frequentarlo e a fare sesso con lui. da allora vivono felici e contenti
Io non ero d’accordo, mia moglie invece mi disse proviamo oppure ognuno per la sua strada. Cosi decidemmo o meglio decise di provare. Tramite un sito internet entrammo in contatto con diversi bull , ne scegliemmo uno in un’altra regione per motivi di sicurezza non volevamo uno vicino che poi sarebbe stato difficile da gestire se non ci fosse andato a genio.
Prima dell’incontro tramite telefono ci spiegò quale era la modalità, ci disse che sarebbe stato lui a decidere tutto, noi dovevamo sottostare ai suoi voleri.
Il bull poteva ospitare cosi ci prendemmo una settimana di ferie e d’accordo con lui ci presentammo a casa sua una cittadina molto piccola e il villino fuori città.
Eravamo abbastanza eccitati dalla situazione, dopo le presentazioni ci chiese se eravamo sicuri di quello che stavamo facendo perché una volta iniziato quel gioco lui sarebbe andato fino in fondo, sarebbe stato lui a decidere cosa fare quel periodo mia moglie era di sua proprietà nel senso che era lui che la gestiva come voleva. Lui èra il toro (bull) e lei la vacca
Ci guardammo in faccia io e mia moglie e lei disse che eravamo d’accordo. Allora lui tiro a se mia moglie e la bacio in bocca mia moglie dapprima rigida poi, si sciolse e contraccambiò. Mentre la baciava, le mise le mani sul sedere e tenendolo girato verso di me le alzò la gonna le afferrò le chiappe e palpandole mi guardò in faccia e disse ora questa troia me la sbatto io cornuto vedrai come la sfondo, la scopo e inculo come una vacca da monta e vedrai come gode.
Stavo per alzarmi ma lui prevenendo mi disse ti avevo avvertito che sarei stato il suo padrone non prendertela il gioco è cosi ognuno a il suo ruolo. vedrai alla fine ti sarai divertito anche tu, quello che dico o faccio serve a eccitare tutti e lei sarà quella che ne godrà di più ma anche tu sarai alla fine appagato.
Insomma mi rilassai e guardavo quelle mani che palpavano il culo di mia moglie le dita che entravano nella sua fica ormai bagnata e i suoi lamenti.
Lui mi guarda e continuando a palparla mi ricordava che era mia moglie che era la sua vacca da monta e lui il bull che se la montava.
La chiamava troia, puttana, vacca, mignotta, bocchinara etc., gli diceva queste cose e guarda me per umiliarmi.
Poi ordino a mia moglie di spogliarsi nuda, lei obbedì e in pochi secondi fu nuda tra le sue braccia. Gli mise le mani sulle spalle e la spinse in basso dicendo succhiamelo troia, vidi mia moglie abbassarsi afferrare con le mani il cazzo di quell’uomo che ora era diventato enorme come lo aveva descritto, era lungo e grosso, mia moglie faceva fatica a prenderlo in bocca, ma iniziò a leccarlo e a ciucciarlo lui mi guardo e disse è proprio una troia tua moglie, una vera vacca.
Vedrai mi disse questa settimana te la scopo in tutti i buchi e ne farò la più grande troia mai conosciuta, vedrai avrà i buchi cosi aperti che sarà disponibile a farsi sbattere da tutti. La sera stessa dopo averla scopata lubrificandola bene le infilò il cazzo nel culo fino alle palle facendole anche male, si lamentò molto durante la penetrazione e non poteva essere diversamente il suo cazzo era molto lungo e largo. Ma alla fine il culo di mia moglie cedette sotto la sua spinta che con aria trionfale mi disse ora ho rotto il culo a tua moglie, sei contento cornuto?
La riempi di sborra e si fece pulire il cazzo con la lingua, poi mi disse vuoi leccarlo?
Dissi di no con la testa e lui lo infilò in bocca a mia moglie che lo ripulì ben bene.
I primi due giorni mia moglie li passo praticamente nuda come del resto gli altri. Pronta a soddisfare le voglie del bull, che erano le più svariate, dal farla mettere a pecorina e infilargli il cazzo nel culo con forti affondi per passare ad aprirgli la fica con le mani dal infilargli il cazzo in bocca a infilargli il dito in culo o nella fica, dal farsi leccare le palle al farsi leccare il culo, quando le passava vicino, le metteva le mani dappertutto e la apostrofava sempre molto gentilmente trattandola da troia. Furono giorni in cui non mi fu permesso nemmeno di toccarla avevo il cazzo gonfio dall’eccitazione ma non potevo sborrare tranne che la notte quando ero solo in camera. Si in camera dormivo solo mentre lei stava a letto con lui nell’altra camera e li sentivo scopare e mi masturbavo pensandoli.
Al mattino del terzo giorno a colazione disse a mia moglie oggi ti presento agli amici va a prepararti vestiti con quello che trovi sul letto, naturalmente niente intimo. Vai vacca poi rivolto a me dice oggi la tua cara mogliettina farà il pieno di cazzi e tu rifatti gli occhi e fai le foto tieni, e mi porse una macchinetta fotografica digitale, mi raccomando anche i dettagli della puttana poi ti suggerisco anch’io cornuto.
Mia moglie disse che non voleva farsi scopare dagli altri ma lui la apostrofò in modo intimidatorio dicendole di stare zitta e fare quello per cui era lì cioè la troia, la vacca del bull, gli affibbio una sculacciata lasciandogli i segni delle cinque dita sul culo e la mando a vestirsi. Il tempo che lei Sali al piano di sopra e suonarono alla porta erano due ragazzoni che appena entrati guardandosi attorno dissero la vacca dove sta?
Lui m’indico dicendo questo è il cornuto la vacca tra poco scende mi strinsero la mano e uno di loro mi disse ti piace leccare la sborra dalla fica di tua moglie? Dissi di no e lui mi disse beh dovrai fartela piacere perché quando la riempiremo, di sborra te dovrai ripulirla da bravo cornuto. Dissi ancora di no che non volevo ma anche l’altro intervenne dicendo che lo dovevo fare e basta stava per intervenire anche il bull ma dalle scale apparve mia moglie si girarono a guardarla era vestita come una puttana mini cortissima che lasciava tutto il culo scoperto, una maglietta attillatissima e stivali a coscia. I due restarono a bocca aperta ed esclamarono mamma mia che troia.
Intanto il bull mi si avvicina e mi dice guarda che lo sperma che esce dalla fica e dal culo di tua moglie dovrai leccarlo capito? Ti avevo avvertito che ero io a dire ciò che si fa o no quindi preparati cornuto a ripulire i buchi di tua moglie dalla nostra sborra.
Poi andò verso mia moglie e tirandola verso gli altri per un braccio disse ecco la vacca da monta che ne pensate?
Uno dei due disse c’è poco da pensare e passandosi la mano sulla patta disse dai troia inizia.
La misero in mezzo la fecero abbassare e iniziarono a infilarle i cazzi in bocca mi dissero di fotografare e iniziai a farlo mia moglie ciucciava ed io fotografavo avevano cazzi davvero grossi come li aveva descritti il bull, erano della stessa portata del suo circa.
La fecero tirare su, poi la fecero poggiare a pecorina al tavolo e iniziarono a montarla cosi dissero. Affondavano il cazzo nella sua fica con colpi possenti facendo sbattere le palle sul suo culo le ripetevano continuamente che era una vacca da monta e come tale doveva essere al loro servizio.
Il primo di loro che la montava ansimando annuncio che veniva e rantolando schizzo il suo seme dentro la sua fica. La fece restare piegata a pecorina e prima di sfilarlo mi disse dai fotografa guarda che buca che ha al posto della fica, feci diversi s**tti poi l’altro mi disse senza possibilità di essere frainteso ora ripulisci la fica di questa vacca di tua moglie dalla sborra, che devo montarla anch’io.
Mi afferrò per i capelli e mi spinse in basso, verso la fica di mia moglie che iniziava a colare liquido seminale. Poi facendomi aderire alla sua fica mi fece sporcare il viso di sperma e sotto i loro ordini iniziai a malincuore a leccare la fica sporca di sborra, non aveva un sapore cattivo anzi non sapeva quasi di niente era solo appiccicaticcio ma con diligenza e sotto i loro ordini la ripulii bene cosi dissero. mi diedero una pacca sulla spalla dicendomi bravo e facendomi togliere dalla fica di lei. Cosi ripresi la macchina fotografica e sotto i loro ordini ripresi a fotografare mi ero eccitato tanto che uno di loro mi guardo e disse che fai cornuto ti ecciti? Bravo ma non sporcarci sta attento con quel pisellino.
Venne copiosamente nella fica di mia moglie anche l’altro e cosi tornai a ripulire la fica dalla sborra, poi la presero insieme tutti e tre e le riempirono ben bene tutti i buchi fica culo e bocca, la parola più dolce uscita dalle loro bocche fu troia rotta in culo, la più usata vacca da monta.
s**ttai molte foto, una volta scaricata la loro sborra dentro e addosso a mia moglie io ripulii la fica di mia moglie con la lingua e lei i loro cazzi.
Poi tutti sotto la doccia e infine tutti in piscina nudi, tranne me naturalmente.
Mia moglie era provata distrutta ma la vedevo raggiante, quella massiccia dose di cazzo le faceva bene, rideva e scherzava nella piscina, afferrava i loro cazzi ormai mosci e li tirava come elastici ridendo e istigandoli a riprendere la monta, quando il bull gli disse di stare tranquilla che dopo pranzo avrebbero ripreso la monta lei disse se non ce la fate più mi faccio scopare da mio marito. Una forte sculacciata la colpi sul culo mentre usciva dalla piscina era il bull che le disse ascolta vacca tuo marito non deve neanche provarci a usare il cazzo, sei di mia proprietà questi giorni capito troia, sei una vacca perciò vieni e lasciati mungere, la prese per i capezzoli e la tirò a se facendola diventare rossa dal dolore e dalla vergogna, non era abituata a essere trattata cosi.
Dopo la doccia e naturalmente nudi mangiammo e alla fine mia moglie fu fatta sdraiare sul tavolo con le gambe aperte. uno a uno iniziarono a leccarle la fica fino a farla sbrodolare assaporarono i suoi umori, poi la lasciarono in pace ma doveva restare a disposizione nuda e pronta all’uso.
Si addormentarono ed io mi avvicinai a mia moglie. L’odore del sesso che emanava, era forte e mi fece eccitare, lei guardo i tre che dormivano e senza far rumore mi fece un bocchino con ingoio da svuotarmi le palle, appena in tempo che il bull si stava risvegliando e come un toro guardo mia moglie e le ordino di andare da lui appena vicina gli fece aprire le cosce e infilò un dito nel suo culo poi una sculacciata e l’ordine di sedersi sul cazzo di lui con il buco del culo, mia moglie obbedì si abbasso con il foro del culo sulla sua grossa cappella e faticosamente facendo smorfie di dolore non era ancora in grado di prenderlo di colpo come voleva lui s’impalò sul suo cazzo fino alle palle lui la incitava a fare su e giù e lei obbediente eseguiva.
Poi anche gli altri si svegliarono e come presi da un raptus saltarono addosso a mia moglie e la penetrarono con decisione e anche un po’ di violenza fra parolacce e mugugni vennero di nuovo copiosamente dentro e addosso a mia moglie. la apostrofarono ancora con l’appellativo di vacca da monta e dopo essersi fatti ripulire la cappella e il cazzo dalla bocca di mia moglie salutarono e se ne andarono.
Dopo cena il bull ordinò a mia moglie di andare in camera e di aspettarlo. Lei obbediente salutò .
Andata via mia moglie mi offri un bicchierino di grappa e poi mi disse ti è piaciuto come abbiamo montato la vacca di tua moglie? Io risposi si siete stati bravi e lui visto come è elastica non tutte sono in grado di prendere cazzi cosi robusti invece lei li ha presi anche nel culo, complimenti è una vera troia la tua mogliettina.
Sorseggiammo la grappa poi mi disse domani la tua signora avrà una grossa sorpresa molto grossa cosi vediamo quanto è aperta ed elastica.
Ora va a dormire cornuto e fatti una bella sega cosi scarichi le palle, buona notte e si ritirò in camera con mia moglie.
Anche quella mattina non la fece vestire scesero giù insieme, lui in calzoncini e lei nuda appena furono vicini disse a mia moglie vieni qua girati e facendola piegare con il culo verso di me mi fece notare come il culo fosse occupato da un grosso pene finto e mi disse questa notte gli ho messo in forma il culo cosi è pronta per la sorpresa, l’aveva fatta dormire con quel grosso cazzo finto nel culo.
Per tutta la mattinata la fece stare nuda, ogni tanto le roteava il cazzo finto nel culo. Verso le 11,30 arrivo un ragazzone nero, alto circa 190 con un sorriso a 360 gradi, e salutato dal bull si diresse verso mia moglie. La prese in braccio, la distese sul tavolo le sfilò il cazzo finto e affondo la bocca tra le sue cosce, poi tirandosi su si calò i calzoni e gli slip tirando fuori un cazzo enorme 28 cm x 18 di circonferenza. Il bull mi fece avvicinare per mostrarmi come fosse aperta mia moglie, cosi quando la grossa cappella si posò sulle grandi labbra di mia moglie lei ebbe un sussulto ma era ormai talmente aperta e lubrificata che anche se con un po’ di pressione da parte di lui entrò abbastanza facilmente solo la profondità faceva tremare mia moglie quel cazzo era davvero lungo. Dopo aver affondato il cazzo tutto fino alle palle dentro la fica di mia moglie il ragazzone si fermo per abituare mia moglie alla presenza dirompente di quel cazzo, lui guardava mia moglie in faccia e lei guardava lui, mia moglie sudava non dal caldo ma dal dover sopportare quell’arnese nella sua pancia, era grosso ma non poteva sottrarsi cosi piano piano lui inizio a far andare quel bastone avanti e indietro dapprima piano poi sempre più velocemente. Mia moglie sudava e gridava frasi tipo piano per favore mi stai sfondando, ma lui continuava a fotterla con vigore il bull incitava il nero a spingere a sfondare la fica di quella vacca e lui spingeva e mia moglie gemeva poi piano piano mia moglie ormai esausta ma lubrificata dai suoi umori copiosi non avvertiva più dolore ma iniziava a godere e anche lei ora lo incitava a fotterla.
Alla fine venero copiosamente tutti e due lui dentro la fica di mia moglie e lei attorno al suo cazzo gonfio.
Esausti per la cavalcata si abbandonarono uno sull’altra lui la bacio in bocca e lei ricambio muovendo la lingua dentro la sua.
Poi lui si tolse da sopra mia moglie che scese dal tavolo e si diresse al bagno.. Nel frattempo il ragazzone continuava a massaggiarsi il cazzo e ha commentare la prestazione di mia moglie d’accordo con il bull si preparava ad incularla e descriveva come l’avrebbe fatto. Naturalmente spiegava con parole gesti, mia moglie tornò poco dopo sempre nuda si avvicino sculettando sapendo di essere lei la vincitrice quel cazzo cosi grosso aveva trovato una fica più grande

Il bull e il nero l’abbracciarono dicendo sei proprio una grandissima vacca la più grande, una fica davvero magnifica, poi la mano del bull si poso sul culo di mia moglie e disse ora te lo metto nel culo mia bella troia.
Mia moglie li guardo poi guardo il cazzo del nero e disse no mi spiace è troppo grosso non ce la faccio. Il bull disse dai non fare la stronza vieni qua e le indico il tavolo. Lei disse ancora no, e allora la presero e la sdraiarono sul tavolo il bull le alzo su le gambe mettendo in mostra il culetto di mia moglie il nero si avvicino e puntò la sua cappella sul buco del culo di mia moglie che si dimenava non voleva chiamarono anche me per tenerla cosi mentre la tenevo lei mi disse sei un cornuto e si lascio andare, lui inizio a spingere la cappella sul suo buco del culo il bull fotografava ed io guardavo mia moglie rassegnata che stringeva i denti e si mordeva le labbra.
La cappella di lui spingeva sul buco che si dilatava, era enorme ne vidi metà dentro ma anche spingendo non riusciva ad entrare.
Lui dopo vari tentativi si tiro indietro, e alzandole le gambe si avvicino con la bocca al culo di mia moglie. Tenendolo aperto gli sputo dentro 2-3 volte . poi ripunto deciso la cappella nel buco e questa volta fra grida strozzate di mia moglie e grida di incitazioni del bull vedevo il cazzo farsi largo in quel buco che si apriva sempre di più dandomi la sensazione che si strappasse e invece passata la cappella improvvisamente sprofondò tutto il resto dentro fino alle palle. E questa volta sotto l’incitazione del bull l’inculata inizio di gran carriera le lacrime di mia moglie però dimostravano che quel cazzo era davvero grosso poco dopo sentii lui che rantolava dicendo vengo puttana vengo ti riempio il culo troia e sborrando come un cavallo tremante scarico nel culo di mia moglie tutto ciò che aveva dentro i coglioni cosi disse. Il bull fece molte foto e volle fotografare anche quando il negro tolse il cazzo dal suo culo dolorante era aperto in modo sconcio una galleria, pensai non potesse più richiudersi. Nei giorni successivi la portò anche a battere ne aveva fatto una troia e cosi me la riconsegno il giorno della partenza.
Trovai mia moglie la mattina fuori dalla sua camera vestita normalmente come quando eravamo arrivati ma scesi in sala prima di andare lui pretese che si togliesse le mutandine la fece piegare in avanti e le infilò nel culo un cazzo finto fatto a cuneo dicendo di tenerlo fino a casa poi le fece baciare il suo cazzo e ci salutò dicendo spero vi siate divertiti. Venite a trovarmi quando volete. rispose mia moglie sarà un piacere a presto. Non pensavo che mia moglie fosse cosi troia.
Non è vero che le misure non contano almeno per le troie come mia moglie.
Datas

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Chat con Gaia di Roma

Stranger: ciau =)

You: ciao

You: m o f?

Stranger: io sono Gaia

Stranger: tu?

You: Io Erica

You: anni?

Stranger: Cerchi ragazzi o possiamo parlare un po’?

Stranger: 🙂

Stranger: 🙂

Stranger: cerchi ragazzi o possiamo parlare?

You: parliamo dai

Stranger: 🙂

Stranger: 19 anni cmq

You: io 26

Stranger: Di dove?

You: Di Pavia

Stranger: Io Roma

Stranger: che fai lavori?

You: si

You: tu?

Stranger: idem

Stranger: oggi mi riposo però

Stranger: 🙂

You: Capito…

You: Che lavoro fai?

Stranger: Commessa

Stranger: ti

Stranger: tu? 🙂

You: Programmatrice

Stranger: uuu figo

You: hai il ragazzo?

Stranger: allora mi sai dire come mai omegle si disconnette cosi spesso? 🙂

Stranger: cmq no niente ragazzo

Stranger: sono un po’ strana diciamo 🙂

You: Boh a me non si disconnette

You: in che senso? non ti piaciono gli uomini?

Stranger: Negli ultimi due anni non molto

Stranger: l’ultimo ragazzo ce l’ho avuto due anni fa circa

Stranger: poi più niente e neanche mi frega

You: capito

Stranger: tu?

You: io convivo con un ragazzo, ma sono “sempre” stata bisex 🙂

Stranger: wow figo 🙂

Stranger: Io si in questi due anni ho avuto qualche esperienza con ragazze ma non credo di potermi definire lesbica

Stranger: o cmq non al 100%

You: capito

You: hai voglia di parlarmi un po’ di queste esperienze che dicevi… sono curiosa…

Stranger: se hai tempo si volentieri

You: certo

You: 🙂

Stranger: che vuoi sapere? 🙂

Stranger: che vuoi sapere? 🙂

You: Mah

You: vedi tu

You: raccontami quello che ti sembra + interessante

You: le situazioni, le sensazioni

Stranger: Le sensazioni più forti posso dirti che le ho in piscina,trovo molto sexy le ragazze col costume intero e mi piace guardarle sotto il pelo dell’acqua,mi piace fermarmi e guardarle mentre si muovono

Stranger: e ovviamente adoro il momento della doccia,ma lì devo stare più attenta a non farmi beccare 🙂

You: interessante

You: mi hai intrigato

You: anch’io adoro i costumi interi, sanno essere + sexi di qualunque bikini in certi casi

Stranger: Poi le forme delle ragazze che fanno piscina sono pazzesche secondo me,non tanto le spalle grandi quanto il sedere e le gambe 🙂

You: e come ti piacciono le ragazze? magre grasse bionde more seno piccolo grosso ecc

You: ?

Stranger: magra ma anche leggermente in carne va bene,mi piace avere qualcosa da mordere 🙂

Stranger: capelli corti tipo caschetto

Stranger: pelle chiara

Stranger: seno normale non mi frega che sia troppo grande

Stranger: una bella bocca e bellissimi piedi 😛

You: ti piacciono i piedi?

Stranger: ehm…si 🙂

Stranger: tantissimo

You: ci somigliamo un po’…

You: eheheh

Stranger: giura 😀

You: tu come sei?

You: sisi 🙂

Stranger: mora,capelli lunghi,magra,pelle chiarissima,occhi neri,seconda scarsa di seno

Stranger: 🙁

You: sembri carina… alta o bassa?

Stranger: 1.70

You: io 1.68

Stranger: e poi? 🙂

You: mora

You: pelle scura

You: capelli e occhi scuri

You: seno terza

You: e un bel culerro 🙂

Stranger: Piedi? 🙂

You: ]culetto

You: pedi curati e piccoli, io li adoro 🙂

You: ma ti piace anche fare giochini coi piedi?

Stranger: Tantissimo 🙂

Stranger: a te??

You: si

Stranger: uuuuuu 🙂

You: il mio uomo me li lecca tutti, mi eccita da impazzire 🙂

Stranger: Ma dobbiamo conoscerci allora 🙂

You: a te cosa piace?

Stranger: Hai tempo? ahahahah

You: sisi

Stranger: 🙂

Stranger: Allora tutto quello che mi piace amo sia farlo che farmelo fare

You: Beh, io non proprio, tipo, giochi coi piedi preferisco subirli che farli, però mi è capitato di farli anche, senza problemi…

You: Dimmi di più comunque 😉

Stranger: Ok dopo ti chiedo allora 🙂

Stranger: Mi piace leccare le piante dei piedi e succhiare le dita una per una e poi insieme

Stranger: mi piace mordere piedi e caviglie

Stranger: leccare il collo e poi usare le dita per penetrare e massaggiare la cosina 🙂

Stranger: e mi piace anche usarle nel culetto 😛

Stranger: Sono pervertita totale per i piedi XD

You: sono un sec al tel

Stranger: fai fai pure

You: oddio, io non sono così spinta, ma mi piacerebbe provare qualche volta

Stranger: Oddio scusa ho esagerato?

You: nono ma va..

You: io adoro le perversioni, mi eccitano anche se alcune cose non le farei mi eccitano 🙂

You: sono un po’ maialina anch’io

Stranger: Cosa ti piace fare?

You: Mi piace farmi leccare, più o meno dappertutto

You: farmi baciare le orecchie e leccare mi eccita molto

You: non so cosa ne pensi tu del buchino dietro, ma a me piace molto usarlo, e farmi leccare li mi fa impazzire…

Stranger: Ok sono tua XD

You: eheheh

You: cambiando un po’ argomento

You: su queste chat ti hai provato ad usare anche quelle con la webcam?

Stranger: Si ma sono piene di uomini

You: eheheh

Stranger: 🙁

You: è vero

You: ma il problema è che la maggior parte non sanno minimamente come farti eccitare…

You: pensano che basti mettersi li col cazzo fuori…

You: però ogni tanto quando ho tempo da perdere mi piace andarci….

You: mi piace mostrarmi e anche prendere ordini, se gli ordini sono un po’ + eccitanti che “spogliati” “masturbati” eheheheh

Stranger: Ok ho ufficialmente caldo 🙂

You: eheheh

Stranger: Tu come faresti per farmi eccitare? 🙂

You: ma innanzitutto dovrei sapere cosa piace a te… sei più dominante o sottomessa?

Stranger: Sottomessa completamente 🙂

You: anch’io..

You: però potrei fare un’eccezione per te 🙂

You: mi piace recitare la parte della pardona anche eheheh

Stranger: mmmm

Stranger: e cosa vuoi padrona??

You: innanzitutto per rendere la cosa + personale ti darei un nomigliolo, ovviamente d’evessere qualcosa che ti eccita… a te cosa piacerebbe? a me piace per esempio anche un po’ essere insultata quindi farmi chiamare puttanella da uno sconosciuto/a in cam mi fa eccitare molto per esempio, magari a te piace di più qualcos’altro…

Stranger: Cosi su due piedi non saprei 🙂 fai tu

You: poi visto che ti piace mentre sei vestita normale ti mostrerei i miei piedini in cam e ti direi di farmi vedere come me li leccheresti…

You: ti ordinerei di sbavare per i miei piedi

Stranger: Ma usi qualche sito particolare di cam?

You: boh, dipende

You: omegle chatrandom ciaoamigos

You: sono + belli quelli con le stanze, perchè puoi scegliere anche le stanze solo donne

You: eheheh

Stranger: Lo terrò presente 🙂

Stranger: Continuiamo o hai da fare?

You: come vuoi…

You: io non ho impegni

Stranger: Vai allora

You: ok

Stranger: io mi sto un po’ toccando ti disturba?

You: ehehehanch’io

Stranger: :)))))

You: poi potrei già iniziare a chiederti di spogliarti, ma un vestito alla volta e commentando il tuo modo di vestire, sopratutto l’intimo ovviamente… il tutto piano piano e creando l’aspettativa giusta

You: poi vorrei vedere bene il tuo buchetto del culo e te lo farei lubrificare con un bel po’ di saliva…

You: magari potresti farlo ora se ti va

Stranger: Ho anche della vasellina 🙂

You: nono la saliva mi piace molto…. a te no?

Stranger: Tantissimo

Stranger: 🙂

Stranger: mi eccita un sacco

You: eheheh

You: che porca

You: mi sono bagnata nel frattempo…

Stranger: Io tantissimo 🙂

Stranger: Potremmo anche parlare come se fossi qui con me se ti va

You: tipo?

You: sai cosa adoro? quando mi bagno così tanto che mi cola fino al buco del culo 🙂

Stranger: mmmmm

Stranger: Te la sto leccando tesoro 🙂

You: mettiti un dito in culo mentre me la lecchi

Stranger: mmmm

Stranger: A te che giochi piace subire con i piedini mi dicevi?

You: quelli che hai detto vanno benissimo ci mettiamo una davanti all’altra tu con un mio piede in bocca, me lo devi ciucciare come fosse un cazzo, te lo infili più che puoi e nel frattempo mi masturbi col tuo piedino come più ti piace…

Stranger: Oddio muoiooooooooooo

Stranger: la tua patatina com’è??

You: è tutta depilata e completamente fradicia… la tua?

Stranger: Io ho un po’ di peli,mi piace di più

Stranger: posso immaginarla cosi la tua?

You: certo

Stranger: E poi? 🙂

You: poi sarebbe ora che mi dessi un po’ di bacini sul culetto, prima dolci, poi ti premo il viso tra le mie chiappe e ti ordino di infilarci la lingua…

Stranger: Te lo lecco tutto il tuo buchino

Stranger: e ci infilio anche un ditino del piede se vuoi 🙂

You: si dai

You: che vuoi fare ora?

Stranger: Voglio che apri le tue gambe e mi fai usare un po’ le mani,la lingua e i piedi 🙂

You: Ok, ma prima lubrificami bene con la tua saliva, mi devi sputare addosso!

Stranger: Che altre porcate ti piacciono??

Stranger: Esagera se vuoi 🙂

You: te ne ho già dette molte… Ti stai ancora toccando?

Stranger: Sono venuta e ho ricominciato 🙂

Stranger: Ho il letto fradicio 🙂

You: ahahah dovevi dirmelo…

You: ma schizzi?

Stranger: ehm…un pochino 🙂

You: che bello! mi schizzeresti addosso? non ho mai provvato…

Stranger: Siiiiiiiiiiiiii

Stranger: A me piace una cosa un po’ sporca posso dirla? 🙂

Stranger: Sono un po’ troppo eccitata forse

Stranger: sto perdendo il controllo e la ragione 😀

You: dimmi dimmi

Stranger: Mi piace la pipì addosso XD

You: oddio

Stranger: scusa 🙂

You: ma sei proprio una porcellina, mi piaci!

You: e come ti piace?

You: vorresti che te le facessi addosso?

Stranger: siiiiiiiiii

Stranger: sulla faccia e sul seno 🙂

You: io te lo farei….

You: sai cosa mi piacerebbe?

Stranger: dimmi

Stranger: devo venire di nuovo aiuto 🙂

You: ti porterei fuori in un posto pubblico e ti farei fare la pipi addosso, mi ecciterebbe molto il fatto che lo fai in pubblico solo per eccitarmi, ti devi proprio inzuppare i pantaloni o la gonna, poi andiamo in un luogo un po’ riservato e te la asciugo io la passerina con la lingua…

Stranger: mmmmmmm

Stranger: mi eccita tantissimoooo

Stranger: mi fai anche la pipì nei piedini??

You: si, ma mentre hai su le ciabatte 😉

Stranger: e poi???

Stranger: (vieni con me intanto io ci sono quasi)

You: poi le ciabatte te le faccio leccare bene…

You: come ti stai masturbando? dove sei che posizione, che vestiti…

Stranger: Nudaaaaaa

Stranger: a pecorina con due dita davanti e uno dietro 🙂

Stranger: tu?

You: io nono in poltrona con canottiera, niente reggiseno e mutandine inzuppate…

You: mettine due di dita dietro!

Stranger: oddiooooo

Stranger: sn venuta di nuovo :)))

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In vacanza con mia moglie Monica 03

…Di ritorno verso l’albergo:
“allora, ti sono piaciuta?” dissi a mio marito Diego.
“Dai, non era quello che volevi? Qualcosa non va?”
“No, niente solo….”
“Solo..cosa?”
“Vedi cara, devo dire che mi ha fatto eccitare tantissimo, però dubito che riuscirai a guardare ancora in faccia quei due che erano con me al tavolo.”
“Perché, non vi sono piaciuta….? Ma se non riuscivate a togliermi gli occhi di dosso!”
“Sì, non è questo, però penso che li incontreremo ancora visto che sono i padroni dell’albergo, soprattutto dopo quello che hai fatto.”
“Ma scusa non potevi dirmelo….. dai che figura, avresti dovuto presentarmeli subito, prima che facessi ogni mossa.”
“In realtà ho tentato di dirtelo. Loro sono tornati da poco da un viaggio di lavoro e ti hanno visto ballare e allontanarti verso la spiaggia. Devono aver capito qualcosa e si sono seduti con me per offrirmi da bere…scusami, però eri troppo bella e troppo…”.
“Troppo….”
“Vedi io avevo una erezione incredibile perché immaginavo cosa avessi fatto e tu eri troppo decisa….mi sono bloccato, ecco tutto. Comunque domani è l’ultimo giorno e penso proprio che li rivedrai. Sei stata fantastica amore!”
Prima di entrare in camera ha voluto che aprissi la porta piegandomi in avanti per potermi vedere la figa da dietro. E una volta entrati non ha resistito: mi ha sbattuta sul letto aprendomi le gambe dicendomi: “guarda che bella figa aperta che hai tesoro. Sicuramente ha fatto divertire qualche bel cazzo stasera”.
Poi annusandomi: “sa proprio di cazzo, amore…si sente”. Ed ha cominciato a leccarmi tutta, prima le grandi labbra, poi spingendo la lingua sempre più all’interno. Io stavo godendo di nuovo, e in preda all’eccitazione: “peccato che mi sono pulita con il perizoma, avrei potuto lasciarti un po’ di sborra anche per te!”.
Queste parole devono aver fatto s**ttare qualcosa in Diego, perché di colpo si è alzato, si è sfilato i pantaloni e mi ha penetrata con foga mai vista. Non glielo avevo mai sentito così duro in tutta la vacanza, mi dava dei colpi fortissimi facendolo entrare tutto fino alle palle, finchè sfilandolo mi è venuto sulle tette e sulla pancia. Poi, come piace a lui, mi spalmato la sborra sulle tette e si è disteso di fianco a me. Dopo pochi minuti aveva di nuovo il cazzo che mi puntava sulla pancia e mi chiese di raccontargli tutto….dei balli, della spiaggia e delle scopate con i due ragazzi. Mentre ascoltava il mio racconto mi ha sputato sul culo e mi ha inculata fino a riempirmi di sborra. Mi ha chiesto di restare sporca di sperma e ci siamo addormentati abbracciati.
Il mattino seguente ci siamo fatti una bella doccia rigenerante, colazione, poi in camera a prepararci per l’ultimo giorno di mare. Arrivammo in spiaggia verso le 9,30, questa volta con indosso un normale costume a due pezzi, per niente vistoso, l’unico che mi ero portata di questo tipo e che ancora non avevo messo. Dopo circa un’ ora di sole si avvicinò qualcuno al nostro ombrellone:
“buongiorno Diego, dormito bene? Ahhh..cara Monica, noi siamo Paolo e Gianni, i padroni dell’albergo, non abbiamo avuto modo di presentarci ieri sera”. Erano due cinquantenni brizzolati molto piacenti con un fisico asciutto. Sembravano quasi fratelli da quanto si assomigliavano.
“Piacere Monica.” E abbassando la testa per un po’ di vergogna, strinsi loro la mano.
Dopo altre frasi di circostanza che mi misero un po’ a mio agio, Paolo dice:
“Sai in realtà siamo venuti a trovarvi per te Monica”.
“In che senso per me”.
“Nel senso che tuo marito ieri sera ci ha spiegato che siete una coppia molto aperta e che cerca di eccitarsi vivendo situazioni particolari”.
Guardo mio marito fulminandolo con gli occhi, lo stronzo non mi aveva detto che avevano parlato anche di questo. Non mi danno il tempo di rispondere…
“Anzi quello che abbiamo visto ieri sera, direi che lascia poco spazio all’immaginazione, siete una bella coppia molto porca”.
“In effetti è quello che facciamo, però sia chiaro, solo perché lo vogliamo tutti e due.” Risposi.
“Bene, per non farla lunga, ieri sera ci hai colpito molto e vorremmo invitarti da noi oggi pomeriggio dopo pranzo verso le 15, da sola….senza tuo marito.” Capiamo l’indecisione, non sei obbligata, ma potremmo farvi vivere un’ ultima esperienza molto trasgressiva”.
“Non saprei dobbiamo parlarne, mi cogliete proprio di sorpresa.”
“Ok, decidete con calma, ci farete sapere. Anzi noi siamo al bar, se decidete per il si, Monica, ti togli il pezzo di sopra del costume prima di tornare all’albergo per pranzo e ci passi davanti a salutarci.
“…ci pensiamo promesso.” Poi prima di allontanarsi Gianni mi dice:
“una cosa Monica, che numero porti di piede?”
“37” rispondo.
Una volta soli chiedo a Diego come mai non mi aveva informata della conversazione di ieri sera, poi senza dargli tempo, visto che era evidente dal suo cazzo quello che voleva….
” Ho deciso di accettare! Voglio giocare un po’ con loro” E mi tolsi subito il costume mostrando le tette.
All’ora di pranzo tornando in albergo, passai in topless davanti ai due padroni, salutandoli con un sorriso. Mio marito era eccitatissimo, non vedeva l’ora che facessi ancora la puttana.
“Vado ancora a fare la troia, amore. Ho voglia di essere trattata da puttana”.
Diego mi disse che potevo fare tutto quello che volevo. Mi avrebbe aspettato nella nostra camera, ansioso di riabbracciare e scopare la sua zoccola.
Al tavolo da pranzo trovai un biglietto “ore 15 camera n 525 ultimo piano. Vestiti solo con l’accappatoio dell’albergo.”
Dieci minuti prima delle 15, indossai il solo accappatoio con ai piedi i sandali da mare e uscii lasciando mio marito in camera. Salii al piano superiore fino alla camera e bussai. Dopo poco mi aprì Gianni sorridendomi e baciandomi sulla guancia. Mi fece sedere sul divano e mi offrì un drink.
La camera era spaziosa, molto più di una riservata alla clientela. Un anticamera con un comodo divano sul quale mi ero seduta e due poltrone e poi la stanza da letto con un letto molto grande e un bagno con molti comfort.
“Paolo dovrebbe arrivare tra pochi minuti.” Infatti dopo poco entrò con una borsa in mano. Mi salutò anche lui con un bacio sulla guancia, poi mi disse:
“qui c’è un piccolo regalo per te, vorremo che ti vestissi così per noi. Puoi cambiarti nel bagno, da quella parte.”
Mi diressi in bagno, aprii la borsa e indossai quello che mi avevano comperato.
Era una tutina nera intera a rete che mi fasciava le gambe e il seno e con una apertura che lasciava scoperta la figa. Ai piedi calzai scarpe trasparenti altissime numero 37. Mi guardai allo specchio e mi vidi….semplicemente troia…vestita come un’ attrice di film porno che si prepara ad essere usata…..mi stavo bagnando.
Feci un lungo respiro, uscii dal bagno ondeggiando sui tacchi vertiginosi e li vidi ad aspettarmi seduti sul divano con i pantaloni abbassati alle caviglie e l’uccello duro. Mi fecero i complimenti e m’ indicarono la poltrona proprio di fronte a loro.
“Sembri proprio una troia Monica, siediti, allarga le gambe appoggiandole sui braccioli della poltrona e toccati da sola” Era un tono di voce deciso che un po’ m’ impaurì, poi una volta seduta ho cominciato ad ubbidire. Divaricai le gambe appoggiandole ai braccioli e li guardavo negli occhi vedendo crescere la loro eccitazione. I cazzi s’ indurivano sempre di più e l’odore di sesso cominciava a riempire l’ambiente. Allargai la figa mostrandola già umida, m’ insalivai un dito e cominciai a farlo entrare dentro di me, mentre con l’altra mano mi toccavo il seno. Dopo qualche minuto:
“sei brava Monica, vedo che hai capito che ci devi ubbidire”. “ Ce lo aveva detto ieri sera tuo marito che ti piace essere umiliata prima di essere scopata. Dovrai ringraziarlo più tardi, perché è lui che ci ha chiesto di venire da te questa mattina e di proporti di essere nostra per un pomeriggio. Era sicuro che avresti accettato per il solo piacere di sentirti puttana”.
“Le sorprese però non sono ancora finite, vogliamo che oggi tu sia la nostra cagnetta”.
Io continuavo a sditalinarmi mentre Paolo prese un altro pacchetto e lo aprì.
“Vedi, per essere una cagnetta ti manca la coda”. Cercai di indicare che i miei capelli biondi lunghi potevano fare al caso, però mi bloccò dicendomi:
” No, ecco quello che ti serve”. Era un dildo anale rosso con attaccata una lunga coda nera.
“Adesso puttanella voltati e mostraci il culo”. Mi girai a quattro zampe, Paolo mi toccò la figa e con i miei umori mi lubrificò il buchetto e m’ infilò il fallo finto tutto nel culo. Un gridolino e la sanzione di essere piena. Era sicuramente più largo di un normale cazzo ma più corto, con una base più larga in modo che mi restasse infilato dentro. Mi piaceva….era quello che volevo. Così tanto eccitata che non avrei rifiutato niente.
“Adesso alzati e facci vedere come cammina una cagna in calore”.
Mi alzai e camminai girando intorno al divano cercando di non fare cadere la mia coda.
“No, non così, mettiti a quattro zampe, devi essere più reale”.
Mi misi a quattro zampe e avanzai verso di loro. Il pensiero di essere diventata una cagna mi stava facendo impazzire di voglia. Ad ogni passo sentivo la coda muoversi lungo le gambe. Nel frattempo si erano tolti i pantaloni e vedendomi rossa in viso mi chiesero se mi vergognavo a fare quella cosa.
Paolo mi venne vicino, e mi applicò una benda nera sugli occhi dicendo:
“così eviti di guardarci e puoi lasciarti andare completamente”.
Non mi stavo vergognando, ero solo rossa per il caldo della stanza e per la voglia crescente.
Paolo tornò a sedersi sul divano:
“Ora vieni da noi a leccarci il cazzo, troia”. Continuavano ad insultarmi mentre passavo la lingua da un cazzo ad un altro insalivandoli per bene. Sapevo benissimo che tra poco un’altra parte del mio corpo li avrebbe assaggiati.
Infatti, uno cominciò a toccarmi la fica: era fradicia di umori.
“Ma allora ti piace essere trattata come una cagnetta”.
Sempre messa a quattro zampe e bendata mi misero al collo un collare con un guinzaglio e mi guidarono fino al letto. Molto lentamente…volevano godersi il risultato della mia trasformazione. Ogni volta che mi insultavano sentivo delle scosse di piacere sulla figa. Troia, succhiacazzi, mignotta, figarotta, puttana del cazzo…..aumentavano solo la mia voglia. Mi fecero distendere sul letto a pancia in su, allargai le gambe e mi penetrarono facendomi finalmente gridare il mio piacere. A turno si scambiavano, io leccavo un cazzo mentre prendevo l’altro in figa fino in fondo. Ogni tanto sentivo tirare il guinzaglio se smettevo di succhiare…” succhia troia….non fermarti”. Ancora con la benda sugli occhi non potevo vedere chi mi stava scopando, anche se ormai stavo incominciando a riconoscere i loro cazzi.
“Sì puttanella, ti piace, vero? Apri la bocca che adesso ti do qualcosa da bere”. Quello che mi scopava, sfilò l’uccello e avvicinandosi alla mia bocca mi fece ingoiare un getto caldo di sperma. Alcune gocce mi rigarono il viso. L’altro prese a scoparmi e vedendomi sporca di sperma:
“Che vacca che sei…hai ingoiato tutta la sborrata, tieni bevi ancora…”. Un altro getto di sborra mi arrivò sul viso, in parte assaggiai anche quello. Anche la benda nera davanti agli occhi si era bagnata e Paolo finalmente me la tolse dandomela da leccare.
“Vieni Monica, non abbiamo ancora finito, sei troppo bella e troppo puttana per lasciarti andare così presto”. Mi accompagnarono in bagno a darmi una pulita al viso, mi sfilarono la “coda” che mi era rimasta nel culo per tutto il tempo e mi fecero sedere sul bidet per sciacquarmi la figa. Mentre passavo la mano sulla figa vidi i due membri riprendere vigore. Gli uccelli che si allungavano e le cappelle che piano piano uscivano puntando verso il mio viso. Li presi ancora in bocca sentendo il gusto misto di sborra e di figa.
“Non ti serve più la coda, tra poco ti sentirai riempita da qualcosa di ben più grosso”.
Tirata da Paolo per il guinzaglio, ma questa volta camminando su due piedi, andammo al letto matrimoniale, mi misero a pecorina e mi prepararono per l’inculata usando le dita. Di nuovo dai modi gentili del bagno erano passati ai modo rudi e a****leschi della scopata di poco prima. Mi incularono di colpo senza farmi abituare, mettendolo fino alla palle. Si scambiavano senza darmi tregua cercando in questo modo di ritardare le sborrate per divertirsi il più possibile con il mio corpo.
Poi uno venne sotto di me per infilare nuovamente il cazzo nella mia figa già aperta. Ero presa da due cazzi. Che bello sentirsi riempita in tutti i buchi e tutto questo devo ammetterlo….grazie a mio marito che mi ha permesso di provare cosa significa trasgredire. Si scambiavano di posto, mi chiamavano ancora troia, puttana, vacca, succhiacazzi, baldracca, ed io provavo orgasmi a ripetizione. Ne ebbi almeno tre prima di riuscire a farli sborrare. La sborra arrivò quasi simultanea per entrambi: uno in figa e l’altro nel culo.
“Adesso puoi tornare da tuo marito”. L’orologio della stanza segnava le 17,15, per più di due ore ero stata la troia dei padroni dell’albergo. Cercai di alzarmi per tornare da Diego, però mi fermarono:
“aspetta, vogliamo fare un regalo anche al cornuto che ti attende col cazzetto in tiro”. Mi fecero sdraiare a pancia in su, un po’ di sborra mi stava uscendo dal culo, e mi infilarono di nuovo il dildo anale con la coda.
“Così ne porti un po’ anche a lui”. Poi mi abbassarono il vestito scoprendo le tette e il ventre, e con pennarello blu indelebile mi scrissero in stampatello sulla pancia:
“MOGLIE TROIA, LECCAMI” con una freccia ad indicare la figa piena di sborra. Mi rialzarono il vestito e mi porsero l’accappatoio con cui mi ero presentata.
“Puoi tornare adesso, però attenta a non far cadere nulla”. E mi salutarono baciandomi sul collo e infilandomi la benda nera, usata per gli occhi e ancora sporca di sborra, dentro alla figa.
“Sei stata fantastica, tuo marito è un uomo fortunato”. Quando la porta si chiuse dietro di me, cercai di camminare verso l’ascensore con naturalezza, ma era difficile con le scarpe alte da puttana, il vibratore nel culo e la sborra che dalla fica, nonostante la benda, cominciava a colarmi lungo le cosce. Cercai di fare in fretta anche se il lungo accappatoio non lasciava intravedere nulla. Bussai per entrare da mio marito. Era nudo con il cazzo in tiro. Mi baciò in bocca:
“Hai ancora il sapore di cazzo sulle labbra”.
“Si e non solo lì tesoro”. Quando aprii l’accappatoio rimase di sasso. Il vestito a rete, il guinzaglio, le scarpe, le gocce di sborra lungo le gambe, la benda infilata nella figa e il cazzo finto nel culo!
“Raccontami tutto amore, ti prego”.
“Non avere fretta tesoro, la vedi la scritta? Gli dissi abbassandomi il vestitino. Ecco, adesso da bravo mi ripulisci per bene. Ho fatto la loro cagna a quattro zampe con la coda infilata nel culo….per il momento pensa solo a questo.
Mi tolsi la benda dalla figa e gliela sventolai sotto al naso. Sentì l’odore di sborra. Mi sdraiai sul letto a gambe larghe e cominciò a leccarmela assaporando la sborra di un altro uomo direttamente dalla figa della sua mogliettina. Non era la prima volta che lo facevamo. Mi piaceva sentire la sua lingua e mi stavo preparando a godere ancora. Mi tolse il plug e vide lo sperma uscire anche dal culo. Ne raccolse anche da lì con la lingua dandomi un po’ di sollievo ad entrambi i buchi apertissimi. Volevo far divertire lui ora, se lo meritava, io amo mio marito.
Gli raccontai tutto e mi scopò e inculò più volte fino alle 9 di sera. Mi fece rifare la cagna così come mi avevano ordinato Paolo e Gianni. Mi diceva che gli piaceva sapere che ero stata sfondata perché avevo fatto la puttana e che lo eccitavo da morire e ogni volta sborrava sul mio corpo. Vedere godere così tanto la persona che ami non ha prezzo. Rifacevo tutto quello che mi chiedeva. Continuava a sborrare non appena aggiungevo dei nuovi particolari di come ero stata usata e ogni volta non mi permetteva di pulirmi facendomi restare completamente piena di sborra. Dalle tre del pomeriggio stavo ricevendo dei cazzi dentro ai miei buchi. Ma non mi stanco mai a sentire il cazzo di mio marito, il cazzo del mio amore. Avrebbe potuto continuare finchè ne avesse avuto voglia.
Ci riposammo un pochino sul letto e ci facemmo una doccia, io particolarmente accurata e lunga. Poi uscimmo per mangiare qualcosa. Eravamo appagati, indossai dei pantaloni lunghi neri e una canottiera rossa piuttosto lunga in modo da coprire la scritta sulla pancia che con la doccia non si era cancellata completamente. Sentivo il culo aperto mentre camminavo. Stanchissimi, dopo cena ritornammo subito in camera per riposarci dopo la lunga giornata di sesso…

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Un trio con Katia e la sua amichetta

Quell’anno avevo faticato molto per rimanere a casa da solo in quanto i miei genitori avevano deciso di partire per due settimane durante le vacanze estive con un gruppo di amici.
Nonostante l’insistenza dei miei per farmi partire con loro riuscii a convincerli che avrei approfittato della loro assenza per dedicarmi un po’ allo studio e recuperare un bel po’ di lezioni di matematica (naturalmente fingendo). I primi giorni mi dedicai soprattutto alle uscite con gli amici potendo rincasare tardi e divertirmi con i miei amici con i quali rimorchiavo alla grande.
L’occasione però mi si presentò un afoso martedì pomeriggio in qui avevo deciso di non uscire a causa del gran caldo e così restai a casa a guardarmi un bel film.
Verso le 16 mi arrivò la telefonata di una mia amica di classe Katia, una bonazza pazzesca con due tette ed un culo da sfondare, mi disse che sarebbe passata per casa mia con Dalila un’altra nostra amica per discutere un po’ sul dove passare le vacanze estive. Ormai erano 2 anni che passavamo le vacanze in campeggio con tutta la nostra comitiva ed io avevo sempre desiderato di scoparmela fino a che l’ultima sera di campeggio dell’anno precedente aiutato un po dalla sbronza mi decisi a proporglielo e lei per niente scandalizzata mi rispose con un tenero bacio ed un sorrisetto malizioso “ormai è tardi ci rifaremo la prossima volta”. Durante l’anno scolastico però non avevo potuto più chiederle niente poiché si era messa con un mio amico e quindi mi ero solo limitato a farmi le seghe pensando a come l’avrei scopata in campeggio.
La sua telefonata accese in me un lume ed estasiato anche perché ormai era tornata single mi iniziai a preparare con cura: mi lavai con cura, mi rasai la barba, mi improfumai ed indossai una camicia di seta bianca per mettere in mostra i miei muscoli ed i miei addominali scolpiti ed un jeans attillato che faceva risaltare le mie gambe toniche frutto di 13anni dedicati al calcio.
Quando suonarono al campanello andai ad aprire e mi si presentarono due bei pezzi di fica, Katia era alta 1.75 capelli lisci neri lunghi, occhi da pantera e formosa al massimo con un paio di tette enormi. Infatti quel giorno indossava un top scollato che metteva in mostra tutto il suo davanzale ed un jeans attillato che risaltava il suo culetto tondo e sodo, Dalila invece che era una ragazza molto più facile e ancor più bella indossava un completino rosa che mi fece arrapare solo a guardare.
Così invitai le mie amiche a bere qualcosa ed iniziammo a parlare del più e del meno mentre io ero distratto ad ammirare le splendide forme di quelle due porcelline ed aspettavo solo un minimo segnale da parte loro per scoparmele entrambe.
Così ad un tratto Katia si alzo e mi chiese di andare in bagno ed io rimasi solo con Dalila a parlare quando ad un tratto lei mi disse “guarda che sto vedendo come ci guardi sai ma dimmi 1po chi è che ti eccita di più tra noi due?” a quelle parole non ero preparato e avrei voluto rispondere più garbatamente ma mi uscì spontaneo rispondere “siete due maiale e vi tromberei entrambe” ma subito mi pentii per paura di averla offesa anche se sapevo che era una grande zoccola, infatti mi rispose “Ah si beh aveva ragione Katia sei proprio un porco”
“Perché cosa pensa Katia di me” le risposi “Niente avevamo fatto una scommessa e lei aveva scommesso che tu oggi ci avresti provato con entrambe! Ma devo dire che non mi dispiacerebbe affatto perderla sai anche tu mi ecciti molto”
Così a quelle parole le afferrai la faccia ed infilai la mia lingua nella sua bocce e fu una sensazione stupenda perché iniziò a succhiarmela con avidità.
Mentre ero intento nel baciarla stavo iniziando gia a scendere con le mani per strizzare le sue meravigliose chiappe ma non feci a tempo perché comparve la mia amica Katia sull’uscio della porta e rivolgendosi a Dalila disse “Hai visto ho vinto!” e poi rivolgendosi verso di me disse con fare malizioso “Che meraviglia la tua vasca idromassaggio sai pagherei tanto per farmi un bel bagno” ed io ancor piu eccitato le dissi “Beh la vasca è grande in 3 ci staremmo benissimo”.
Così accompagnandole per mano le condussi verso il bagno dove c’era la mia grande vasca ed iniziai a spogliarle. Prima iniziai da Katia le tolsi il suo top e liberai quelle due magnifiche tette che iniziai a succhiare come caramelle notando sempre di piu l’inturgidirsi dei suoi capezzoli mentre Dalila iniziò a fare da se rimanendo solo in perizoma e iniziandomi a spogliare a sua volta e a massaggiare delicatamente il mio cazzo ancora nei boxer che ormai era allo stato puro di erezione.
Una volta nudi entrambe iniziai a riempire la vasca e nel frattempo mi dedicai un po’ ad assaporare tutti gli umori delle loro fiche.
Riempitasi la vasca ci immergemmo ed attivai l’idromassaggio e li andai in estasi quando Dalila inizio lentamente a fermi 1pompino e a succhiare delicatamente la mia cappella fino alle palle mentre io e Katia eravamo intenti a limonare mentre io le toccavo il seno.
Ero ormai al massimo sentivo che stavo per sborrare quindi le feci mettere entrambe vicino alla mia cappella mentre la limonavano a vicenda le venni in faccia con diversi spruzzi e le due porche iniziarono a giocare passandosi lo sperma da una bocca all’altra.
Non mi era mai capitato ma il mio cazzo dopo aver eiaculato restò duro come de nulla fosse successo e quindi presi Dalila e le dissi “ora ci divertiamo dove lo vuoi” lei mi rispose “dappertutto sfondami la fica e anche il culo” e così non me lo feci ripetere 2 volte e le infilai il mio uccello ancora lubrificato nella sua caldissima fica mentre con il dito medio mastrurbavo il clitoride a Katia ed in pochi minuti i gemiti di piacere di quelle due troie pervasero tutto il bagno.
All’improvviso Dalila emise un urlo diverso dagli altri molto più intenso e sfilandole il cazzo dalla sua fica iniziarono a colare umori a fiumi.
Katia intanto si era fatta avanti ed aveva preso il suo posto mettendosi a pecora a bordo vasca e come una vera porcella aveva condoto il mio cazzo nella sua michetta un po’ strettina che mi fece godere da morire guardando anche lei che mentre lo prendeva in fica leccava a vicenda la passerina di Dalila. Non ce la feci più e di nuovo sborrai sulla fica della mia amica che intanto eiaculaca e quindi in quel miscuglio di sperma e umori Dalila ne approfittò per saziarsi.
Ero sfinito il caldo e la stanchezza si facevano sentire ma le mie amiche sembravano on saziarsi mai così Dalila mi riprese “E no bello mio ricordati la promessa ora mi devi sfondare il culo” così a queste parole iniziai a leccare l’ano di quella favolosa troia e devo ammettere che non era affatto stretto ma volevo assicurami una penetrazione soddisfacente e così aiutandomi con le dita feci spazio al mio cazzo e me la scopai anche in culo come un toro, devo ammettere che gemeva di piacere e dolore ma continuava come una troia a dirmi “Vai stallone sono tua trombami ancora rompimi tutta” mentre Katia guardava la scena e si masturbava lentamente quando improvvisamente di nuovo Dalila Urlò “VENGOOOOOOOO” e mi spruzzò sulla cappella calda un bel po’ di liquido che mi fece eccitare al massimo perché lubrifico tutto il mio membro.
Così dissi a Katia “Tu ricordati della promessa ora devo sfondare anche te il tempo lo abbiamo” e lei si avvicinò e mi mise in primo piano il suo bellissimo culo che iniziai a palpare lentamente.
Con lei però volevo essere più perfido quasi ce l’avessi con lei per tutte le volte che non si era concessa, così mentre le leccavo l’ano le infilai tutta la cappella in culo e credetemi dette un urlo che per un attimo temevo mi volesse respingere, ma niente a fatto dopo pochi istanti iniziò a dirmi “grazie amore mi hai sverginato il culo dai continuo dai dai…” e mentre ero intento a scopare il suo bel buchetto Dalila mi venne a leccare le palle e le succhiava lentamente con la sua bocca carnosa.
Quindi non ce la feci piu tirai fuori l’uccello e lo ficcai in bocca a Dalila che mi diede un morsetto sulla cappella facendomi sborrare nella sua gola.
Katia si rialzò dal bordo vasca e iniziò di nuovo a limonare con la sua amica facendo così sciogliere lo sperma sulle loro lingue.
Esausti entrambe uscimmo dalla vasca e ci asciugammo le mie amiche se ne andarono dopo poco ed entrambe mi scambiarono un intenso bacio con la lingua. Prima di andarsene Dalila prese in mano il mio uccello nei pantaloni e mi disse “domani farà ancor piu caldo di oggi verremmo sicuramente a rinfrescarci nella tua splendida vasca.
E si infatti questo si ripetè per ben 3 giorni mentre in campeggio rombammo ancor piu avidamente divertendoci un mondo. Katia è una ragazza seria le promesse le mantiene!!!

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Prima volta con donna sposata!

Inizio a dire che sono proprietario di una attività commerciale, e una domenica mattina un po’fredda entra una signora di circa 45 anni, è subito mi dice se sono nuovo! Io fiero della mia nuova attività aperta da poco, con orgoglio dico di SI! subito lei non perde tempo e comincia dicendomi che mi trova carino, gli piace il colore dei miei occhi! Subito ho sentito il mio pisello diventare duro, lei mentre parla mi accarezza le mani e si lecca le labbra, il mio pisello in quel momento diventa ancora più duro di prima! subito inizio pure io a toccare le mani e a guardare nella scollatura, ma non riuscivo a vedere nulla visto il cappotto.
Dopo due minuti in che stiamo parlando lei mi chiede il mio numero, dicendomi che mi chiama appena può siccome ha numerosi impegni!
Io sconsolato e un po’ amareggiato pensando che fosse, una che mi tira i bidoni, gli dico che va bene quando vuole può chiamarmi, in realtà non avevo più sangue in corpo tutto nel pisello, e facevo fatica a pensare una cosa sensata!
Invece due giorni dopo verso l’ora di pranzo… ecco la chiamata, un po’ imbarazzata e un po’ sotto voce mi dice che questo è il suo numero e in settimana ci vediamo!
il mio pisello è diventato ancora duro, impaziente di vederla fantasticavo un po su tutto! dopo un istante sono tornato sulla terra perché dovevo servire una cliente (molto figa pure lei! ma zero, solo mie fantasie purtroppo)
Ed ecco arrivato il giorno lei mi dice che deve fare delle commissioni, e verso le 14 è libera, io arrivo prima nel parcheggio e la vedo, la chiamo, e dopo due minuti è sulla mia macchina.
Partiamo alla ricerca di un posto, nascosto intanto parliamo e ad ogni semaforo rosso s**tta una bella limonata e qualche palpata alla tette ( una terza non male) dopo circa 15 minuti arriviamo in uno spiazzo… ma essendo giorno dopo due/tre palpate spunta gente (a dire la verità non mi dispiaceva) ma lei con un po’ di vergogna mi dice di cambiare posto!
Ancora con il pisello duro metto in moto la mia macchina, e ci dirigiamo, in un altro spiazzo a circa due minuti.
Li era molto più coperto dalla leggera nebbia e da alberi! subito inizio a toccare tutto senza, pensare a nulla, lei mi lascia carta bianca!
Infilo subito la mano nei pantaloni, e sento subito la sua Figa bagnata, subito gli chiedo se è eccitata e lei mi dice con voce squillante si moltissimo allora, affondo subito due dita dentro, mentre con la mano libra cerco il seno e mi inizio a leccare tutto, sento che gli piace perché incomincia a muoversi e piano piano a bagnarsi sempre di più.
Dopo qualche minuto, si abbassa completamente i pantaloni, per aprire meglio le gambe, li le mie due dita ormai fradice non ci stano più infilo pure li terzo dito. E sembra non dispiacergli, a quel punto si solleva, io mi stacco dal suo seno e tolgo le dita dalla sua figa, io avevo ancora su i pantaloni, e gli chiedo se mi fa un pompino, lei dice di si mi spoglia lentamente i pantaloni, e si vede il mio pisello già duro, mi abbassa pure le mutande e, piano piano con la sua lingua calda inizia a leccare il mio pisello, e le palle, io con la mia mano destra cerco di arrivare ad infilare il dito nel suo culo ma non ci arrivo, allora cerco di toccare il suo clitoride, e appena tocco il punto giusto, inizia a succhiare il mio pisello.
Sento la sua lingua le mi passa sulla cappella e continua su e giù e la mia mano sulla sua testa per tenere il ritmo, la voglia ci prende e ci mettiamo nei sedili posteriori, li gli apro le gambe ed inizio ad leccargli la figa e il culo, passo la lingua dentro la figa come se fosse il mio pisello e con il dito gli sfrego il clitoride, continuo a fare entrare ed uscire la mia lingua prima nella figa e poi nel culo, lei è molto eccitata, mi sollevo e prendo in mano pisello tra le mani, e lo sfrego sulla sua figa bagnata.
In quel momento mi dice di metterlo dentro e subito non mi faccio ripetere due volte, la sua figa era calda e bagnata, e subito inizio a muovermi prima piano e poi prendo il ritmo, lei inizia ad ansimare, ed io ci do dentro sempre di più, mi abbasso verso di lei per limonare, senza perdere il ritmo, la afferro per i fianchi e la giro in una posizione un po strana una mezza pecorina (in macchina è cosi) lei gode molto in quella posizione, e io prendo un ritmo forte e lei ansima io mi devo trattenere per non venire, a quel punto gli apro il sedere con le mani, e metto la saliva su pollice e le infilo nel culo, gli piace molto, dopo qualche minuto sento un verso, e mi dice che è venuta, io continuo ancora, con il mio pisello in quella figa bagnata, e il culo bagnato anche lui che non si distingue più la mia saliva… ad un tratto vengo pure io sulla schiena e sul culo, da quanta sborra avevo gli colava fino alla figa. sudato e soddisfatto pulisco il mio lago e ci rivestiamo, si era fatto tardi, e lei doveva tornare da su marito e io aprire il mio negozio!

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Con Mia Madre

Mia madre apri il portabagagli sistemò la valigia, appoggiò il borsone sul sedile posteriore dell’auto e finalmente salimmo a bordo, i chilometri che avremmo dovuto percorrere erano parecchi e il tempo era alquanto inclemente, una pioggia fastidiosa incominciata stamattina presto perdurava incessante.

Mia sorella Luna ci aspettava a scuola….cosi ci dirigemmo verso l’istituto musicale per poi cominciare il viaggio verso l’Umbria, con destinazione Cerreto un paesino vicino a Spoleto per presenziare al funerale della mia bisnonna Maria

Ritorniamo un attimo indietro, mi chiamo Luca ho 18 anni e vivo con mia sorella Luna di 19 anni e mia madre Lilia di 41, siamo solo noi tre perché mio padre in perenne guerra con mia madre vive da solo in una città vicina assieme ad un altra donna, pertanto io sono l’unico maschio di casa, coccolato da mia madre ed osteggiato da mia sorella in continua lotta per il predominio territoriale ed anche per gelosia….per via del rapporto preferenziale che mia madre ha con me.

Dopo una decina di minuti arrivammo all’appuntamento con mia sorella.

Luna imprecando contro il maltempo, bagnata come un pulcino s’infilò in auto e disse:

“Luca passami il borsone accanto a te, che mi cambio la maglia non voglio pigliarmi un raffreddore”

Con immensa gioia notai che la sosta sotto la pioggia aveva provocato danni seri, era completamente bagnata, e questo mi dava un piacere immenso, perché vedere mia sorella mentre si spogliava mi eccitava molto.

Con aria seccata disse:
“Girati maiale”

Poi rivolta verso mia madre aggiunse:
” Lo sai ? Hai fatto un figlio porco, mi spia sempre…. e non perde occasione per vedermi nuda….sei un brutto porco”

Un piccolo sorriso diabolico affiorò sulle mie labbra.
Mia madre con aria divertita disse:
”Ma Luca, è vero quello che dice tua sorella? La spii?”
“Ma no mamma questa s’inventa tutto, e poi anche se la guardassi che male c’è….. è mia sorella”

Lei concluse il discorso con “Taci pervertitooo ”.

Il viaggio durò tre ore arrivammo sotto un cielo nero e scuro con la pioggia che non ci aveva abbandonati neanche un minuto dal momento della nostra partenza entrammo nell’aia della cascina, e sotto uno scroscio incessante entrammo in casa.

Mia nonna Lia ci venne incontro ci furono i soliti convenevoli incontrai parenti lontani di cui neanche sapevo l’esistenza, ed in mezzo a questo assembramento di persone conobbi una mia cugina di Ancona, mi piacque subito era molto carina, con un magnifico seno due gambe lunghe e un bellissimo sedere a mandolino questo insieme di fattori fecero s**ttare tutti i miei meccanismi di autoerotismo tanto e vero che dovetti recarmi in bagno a spararmi una sega.

Quando usci dal bagno rosso in volto ed accaldato, la sfortuna volle che la prima persona che incontrai fu Luna:
”Ma sei proprio un porco anche qui…. brutto maiale”

Mi sentì distrutto e l’unica frase che riuscì a dirle fu:

“E allora!!! saputella dammela tu… cosi la smetto di andare nei bagni”
Lei si girò inviperita e con voce sibilante disse:

“Piuttosto me l’incollo con l’Attak, maiale!!! cosa vorresti scoparti tua sorella?”.

Fra me e me… pensai “Magari ti tromberei come una lurida vacca”

Alle tre del pomeriggio ci fu il funerale, e una volta ultimate le esequie ci ritrovammo tutti nell’immensa casa di campagna della nonna.

Mia madre non se la sentiva di rimettersi in viaggio pertanto decidemmo di passare la notte in paese, per non creare problemi di posto visto l’assembramento dei vari parenti, io e la mamma ci recammo nell’unico alberghetto presente in zona.

A differenza di mia sorella che invece preferii rimanere a casa della nonna io mi sentivo elettrizzato ed emozionato di dormire assieme a mia mamma….Luna rivolgendosi a nostra madre disse: “Mamma stai attenta al maiale!!!!”

Mia madre mi guardò e con aria protettiva aggiunse:

”Perché lo tratti cosi poverino e cosi buono”

E mentre lei si attardava a salutare i nostri parenti, guardai Luna le feci la lingua e le sussurrai:
“Ti piacerebbe che l’adoperassi su di te per leccarti la figa”

Mia sorella fu sorpresa dalla mia reazione e sibilò a denti stretti:
“a****le”

Raggiunto l’alberghetto il proprietario avvisò mia madre che per motivi di ristrutturazione aveva solo una camera disponibile, e vista la situazione a casa della nonna mia madre decise di prendere subito l’unica stanza rimasta.

L’ambiente era piuttosto nudo, poco curato e sebbene fosse pulito, risultava disadorno e freddo.
Feci la doccia e non avendo indumenti per la notte mi misi sotto le coperte con la canottiera e gli slip, nel frattempo mia madre davanti ad una vecchia specchiera si stava preparando per la notte in mutandine e reggiseno.

Stimoli strani e martellanti cominciarono a tormentarmi, la voglia di spiare mia mamma si contrapponeva alla vergogna dell’azione che stavo commettendo, spiare mia sorella era un piacere, fare altrettanto con mia madre mi sembrava amorale.

Quando un’erezione mi colse all’improvviso, inaspettatamente diedi la colpa al sedere di mia mamma coperto…..o per meglio dire scoperto, dal perizoma di pizzo nero e da altri particolari, come il reggiseno trasparente che lasciava intravvedere i capezzoli grandi e scuri, rendendo problematico e difficile il controllo dei miei stimoli.

Cercai di mitigare queste sensazioni pensando ad altre cose ma il mio stato ormonale in continua evoluzione non mi permise di pensare ad altre cose, se non a quelle che stavo vedendo procurandomi dolori atroci ai testicoli.

Finalmente mia madre si alzo dalla sedia e si recò in bagno senti l’acqua della doccia scorrere con uno sforzo sovrumano cercai di allontanare un’altra ondata di pensieri erotici che una prorompente alchimia celebrale stava elaborando dentro la mia testa, immaginai mia madre nuda in posizioni erotiche sensuali e soprattutto provocanti….avevo grosse difficoltà a gestire la mia libido, fortunatamente lo squillo del suo cellulare frenò questo mio crescendo erotico portandomi alla realtà.
Era Luna……..
“Passami la mamma”

“La mamma è sotto la doccia”

Ci fu un attimo di silenzio e lei con una risatina idiota aggiunse:
“Strano!!!!!,e tu sei ancora lì, com’è lei non la spii quando si lava”
Feci finta di nulla e le dissi di aspettare…

“Mamma c’è la scema”…….
“Digli che arrivo” fu la risposta di mia madre.

Parlottarono per alcuni minuti, poi mia madre si mise sotto le coperte con me.

Mi avvicinai al corpo di mia madre e le dissi:
“Mamma parliamo un poco”
“Ok va bene….dimmi Luca”
“Mamma tu pensi che un figlio possa desiderare sessualmente la propria madre”
“Immagino di si, però non è una cosa normale”
“Io non so sia normale o meno mamma, però io ti trovo molto bella e volevo dirti che ti amo”
“Luca anch’io ti amo ma l’amore fra un figlio e la propria madre è un amore che non ha nulla di sporco e un amore pulito”
“Mamma sei bellissima ed anche molto attraente…mi piace molto il tuo corpo” lei fu sorpresa di questo mio complimento e sorridendomi disse:
“Sei molto galante, è la cosa più bella che tu potessi dirmi tesoro”
“Piuttosto dimmi Luca è vero che guardi tua sorella quando fa la doccia”
“Si mamma qualche volta l’ho fatto”
“Perché”
“Non so il perché, forse per curiosità poi Luna e cosi bella” Con tenerezza mi guardo mi sorrise aggiungendo: “Non farlo più” e mi bacio, risposi al suo bacio baciandola sulle labbra la cosa la sorprese ma non disse nulla.

Mi accoccolai con la testa sulla sua spalla odorandone il profumo e il calore della sua pelle, il suo braccio avvolse le mie spalle e con infinita dolcezza disse:
” Vieni tesoro, mio mi fa piacere sentirti vicino a me”

Socchiusi gli occhi e mi addormentai con il volto appoggiato al seno di mia madre fu una sensazione bellissima.

Il mio sonno fu molto agitato, probabilmente dovuto allo stress del funerale, al viaggio condotto sotto la pioggia a fattori ambientali vista la nuova situazione logistica, ma soprattutto dall’alta temperatura che c’era nella camera, sta di fatto che verso le due di notte mi svegliai….mi alzai e mi recai in bagno il mio corpo e i miei indumenti erano intrisi di sudore feci una doccia veloce e ritornai a letto, mia madre dormiva profondamente la luce fioca della piccola luce del comodino illuminava il suo volto dolce e rilassato.

Alzai le coperte il suo corpo in posizione supina era molto bello, non c’era grasso nella sua struttura fisica ne tanto meno smagliature, il ventre era piatto e le gambe lunghe e sinuose convergevano in un piccolo dosso, coperto dalle minuscole mutandine di pizzo.

La voglia irrefrenabile di volere guardare, curiosare, scoprire il corpo di mia madre mi diede la forza di non pensare alle eventuali conseguenze nel caso si fosse svegliata e decisi di andare oltre, sollevai con mano ferma il bordo degli slip…nella semioscurità rischiarata della debole luce del abatjour intravvidi la macchia scura dei peli pubici, incurante del pericolo che stavo correndo la mia mano si fece più ardita e si appoggiò sul dolce promontorio del monte di venere, sulla morbida lanugine separando le labbra della vagina, il dito sfiorò la morbidezza della carne e toccò l’ingresso della figa.

Un sospiro lungo e languido mi fece des****re, con una notevole dose di sangue freddo riusci a mantenere la calma, e mentre lei allargava maggiormente le gambe in una posizione innaturale, le risistemai gli slip e con la più innata faccia di bronzo da perfetto attore consumato finsi di stirare le mie membra ed abbracciai il suo corpo, nel sonno lei rispose al mio abbraccio, mi bacio poi girandosi di spalle riprese a dormire.

La posizione era perfetta le cinsi la pancia con il mio braccio e dopo un po gettai una mano sul suo inguine infilai le dita sotto la trama delle mutandine alla ricerca del frutto proibito……ma la mia manipolazione alla fine non passò inosservata…… la svegliai e quando senti la sua voce dire ”Luca cosa diavolo stai facendo?” una sensazione di malore mi prese alla bocca dello stomaco, mi senti mancare, tutte le forze vennero meno, l’adrenalina che fino ad allora mi aveva sostenuto mi venne a mancare ed in un attimo mi senti svuotato e distrutto.

Mia mamma accese la luce della camera, si girò verso me e con calma senza rimproverarmi disse: “Luca spiegami, cosa ti passa per la testa ti sembra una cosa ben fatta quella che mi stavi facendo”

“Dio santissimo non si può!!!, per diversi motivi, sei mio figlio, è contro la morale…Luca ti dovresti vergognare”

Abbassai il mio sguardo, lei prese il mio volto fra le mani lo sollevò e senza tanti preamboli aggiunse:
“Volevi vedermi nuda? Volevi toccarmi? Poi…..cosa volevi farmi?….Maledizione Luca non si può, è una cosa che una madre non può fare con il figlio”

Sempre con la testa china timoroso aggiunsi:
“Solo per una volta mamma”.

Si alzo dal letto infuriata con il volto fra le mani, fuori di se:

“Una volta cosa?….Luca guardami sono tua madre vuoi vedermi senza vestiti ehh!!!! va bene guarda, si strappò il reggiseno guarda ti piacciono le mie tette”.

I seni apparvero in tutta la loro perfezione, poi avvicinandosi al letto mi prese per i capelli con voce sibilante:
“Guarda ora ti faccio vedere il resto, con una mossa rapida si calò le mutandine ed appoggio il mio volto al suo inguine, senti il mio odore ti piace? Vorresti leccarmela porcooo… e poi cosa vorresti farmi ehh!! rispondimi…… scoparmi !!!”

In una crisi di nervi si getto sul letto piangendo come una bambina.

Mamma scusami, cominciai a baciarla sulle gote, sul volto e sulle labbra le asciugai le lacrime, senti il calore del suo corpo, la testa mi scoppiava, lei si giro verso me con gli occhi gonfi di lacrime, la distesi sul letto le accarezzai il seno lei non disse nulla i suoi occhi fissavano i miei, le fui sopra in un attimo mi spogliai, ero nudo sopra mia madre completamente nuda, lei accennò a una ribellione ma la posizione predominante in cui mi trovavo le impediva di muoversi singhiozzava e ripeteva: “Cristo nooo!!!ti prego Luca non voglioo….. per favore non farlo non farmi questo…. sono tua mamma mi vergogno.

Il mio pene era durissimo, con delicatezza si apri la strada fra le grandi labbra della vagina, e profanò l’antro che anni prima mi aveva partorito, la baciai in bocca e la mia lingua s’intrecciò con la sua, e sebbene lei non partecipasse attivamente sentì un gemito quando il pene s’infilò dentro la sua pancia fino alla radice, poi suoni smorzati uscirono in rapida successione dalla sua bocca in sintonia con il movimento ritmico e cadenzato impresso dai miei colpi, accidenti… stavo scopando mia madre ero al settimo cielo, mi piacevo quello che le stavo facendo, mi piaceva succhiarle il seno mordicchiarle la tenera carne dei capezzoli lasciarle succhiotti sulle grandi mammelle.

Lei aveva smesso di piangere, e nonostante non partecipasse completamente all’amplesso era meno rigida assecondava i miei affondi in profondità la cosa mi eccitò moltissimo, avvicinai la bocca alle sue orecchie le sussurrai:
“Ti amo mamma ti voglio venirti dentro voglio lasciarti incinta” lei ebbe come un sussulto.

Le sue cosce erano spalancate e cingevano i miei lombi, sentivo che stavo per godere…… uscii da quel dolce rifugio…..la mia faccia si posizionò sul suo inguine, fra le sue gambe, un misto di aromi di sesso e pipi colpii le mie narici un profumo eccitante e sublime che stimolarono maggiormente la mia libido la lingua entro dentro la fessura di mia madre, leccai, succhiai il suo sesso, percorsi con la punta della lingua le grandi labbra sfiorando la naturale divisione anatomica i peli pubici mi solleticarono il naso, il clitoride era gonfio e rosso per lo stimolo continuo subito, avevo la bocca piena di umori della figa di mia madre.

Fortunatamente la stanza dove ci trovavamo era nella parte posteriore dell’alberghetto pertanto non potevamo essere sentiti da nessuno perché ora i suoi urletti erano diventati rantoli, mia mamma stava godendo come una troia, ora aveva preso lei la conduzione del rapporto sessuale si era seduta sopra di me muovendosi su e giù con un movimento veloce, risucchiando totalmente il mio pene…. adoperando la vagina come una ventosa.

“Brava mamma sei eccezionale“ le biascicai fra le labbra

Passarono una ventina di minuti cambiammo posizioni diverse volte, con mio stupore lei mise in campo tutta la sua arte amatoria dovetti pregarla di fermarsi più volte onde evitare che io venissi, la sua migliore performance fu quando si esibii nel più sensuale ed inebriante rapporto orale che avessi mai provato, indubbiamente in gioventù aveva sicuramente approfondito questa specialità al punto di diventarne una vera maestra…. ci baciammo, forzai il suo sfintere con un dito superando la grinzosa rosetta del sedere, affondai il mio volto fra le sue natiche annusando con voluttuosità l’odore del culo di mia madre, sadicamente le strinsi i capezzoli fino a farle male, mi piaceva sentire i suoi lamenti di dolore, poi sentendo prossimo l’orgasmo la penetrai nuovamente con violenza e cattiveria, non riuscii più a trattenermi e le sborrai dentro la pancia riempendola di sperma fino all’ultima goccia, venimmo insieme stringendoci sudati e sporchi di residui biologici.

Il nostro rapporto rimase immutato, la mamma proseguii con la vita di sempre, il suo lavoro le sue amicizie le sue manie.

Era vincolante per entrambi la consapevolezza che per una notte lei era stata mia, la strana alchimia che ci aveva legato ci lasciava sulla pelle un segno indelebile di momenti dolci, momenti d’amore, momenti insuperabilii di un rapporto stupendo fra una madre e il proprio figlio.

Anche mia sorella ora sembrava più disponibile, il cambiamento ci aveva avvicinato, era più gentile, più accomodante, lasciava correre anche sulle mie manie di voyeurismo… senza più arrabbiarsi, la sua metamorfosi mi permise di avere un approccio diverso nei suoi riguardi cominciai a rispettarla e considerarla veramente come una sorella a cui dedicarle più spazio piu amicizia e più affetto.

Sta di fatto, che la notte passata con mia mamma in quell’alberghetto di quel piccolo paese vicino a Spoleto per me fu la sensazione più sconvolgente e magnifica che potessi desiderare, il possesso del suo corpo la consapevolezza di amare la propria genitrice e di depositare nel ventre che ti partorii il seme per la crescita di un altro germoglio furono l’essenza totale della felicità

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In vacanza con mia moglie Monica 06

…Sentii la chiave nella serratura e la porta aprirsi. Guardai l’orologio, erano le 5.48 di mattina. Lo ricordo ancora perfettamente perché quell’orario è associato alla figura di mia moglie Monica che poco dopo mi raggiunge nel letto a conclusione di quella serata pazzesca e probabilmente irripetibile. Completamente nuda senza scarpe, i ricci biondi tutti in disordine e le tracce di sborra seccata su tutto il corpo e sui capelli. Inoltre diversi segni rossi le rigavano il corpo e qualche livido era visibile sulle gambe e sulle braccia. “Non preoccuparti sto bene, sono solo stanchissima” mi disse fugando immediatamente ogni mia preoccupazione. “Quei porci hanno appena finito di divertirsi. Mi sento completamente a pezzi. Voglio solo farmi una bella dormita, più tardi ti racconto tutto.” Mi diede un bacio sulle labbra rassicurandomi e si sdraiò a letto al mio fianco. Si addormentò quasi subito. Mi alzai per andare in bagno dove guardai dalla finestra per dare un volto alle voci che provenivano dal giardino. Erano 5 uomini, Gianni, Paolo e inoltre riconobbi chiaramente la figura di Aldo con quelli che dovevano essere due dei suoi amici che al ristorante avevano palpato Monica. Pensai che questa volta molto probabilmente erano andati ben oltre a qualche toccatina. Evidentemente la serata aveva subito diversi cambiamenti dal piano originale. Pensieroso tornai a letto dove Monica dormiva nuda sopra al lenzuolo. Non potei fare a meno di osservare i segni rossi che rigavano la sua schiena e il suo culo chiedendomi cosa le avessero fatto. Non volli disturbarla e cercai di riaddormentarmi nonostante i mille pensieri che mi affollavano la mente e il cazzo che mi divenne di marmo. Dopotutto anche io avevo dormito pochissimo lì da solo nel letto con la testa costantemente rivolta a quello che quei quattro maiali stavano facendo a mia moglie. Avevo assistito solo a parte della serata. Dopo poco più di un’ora infatti mi venne consigliato di ritornare nella camera che alla mattina ci era stata assegnata. Dove rimasi chiuso a chiave fino a quando non rientrò Monica. Immaginai le cose più degradanti e mi masturbai due volte prima di iniziare quel dormiveglia bruscamente interrotto dal rumore della serratura.
Appena tornati dal ristorante, Salvatore prese il guinzaglio di Monica e si diresse all’ingresso della villa. Eravamo entrambi eccitati per quello che sarebbe successo. Mia moglie stava per essere consegnata ai suoi padroni. Paolo e Gianni ci accolsero sorridenti chiedendoci se la cena e il dopo cena erano stati di nostro gradimento e liberarono mia moglie dalle manette. “mmm..hai ancora il plug infilato nel culo….allora sei proprio la nostra cagna ubbidiente.” Paolo lo tolse dal culo di Monica verificando se il culo restasse aperto, ci sputò sopra e glielo rinfilò fino in fondo per tre o quattro volte. Parlammo pochissimo perché ci dissero che i due tedeschi stavano aspettando mia moglie ed erano impazienti di divertirsi con il suo corpo. “Non ci aspettavamo che ritornassi con tua moglie, Diego”, mi disse Gianni. “Pensavamo preferissi farti qualche bella scopata anche tu. Salvatore aveva ordine di portarti in un posto davvero speciale. Avresti avuto solo l’imbarazzo della scelta. Evidentemente preferisci guardare come ci chiaviamo tua moglie e spararti qualche sega…..ma dovrai guadagnartela….Accentando di fare parte della nostra serata anche tu non potrai rifiutare gli ordini che ti saranno dati. Sarai solo il marito cornuto che aiuterà sua moglie a prendersi una bella razione di cazzo. E’ ora di iniziare, abbiamo atteso fin troppo”. Con queste parole cominciò la nostra serata all’insegna della sottomissione e della degradazione. Salvatore si congedò da noi per tornare alla macchina. Salimmo al piano superiore dove Monica venne portata in bagno per fare pipì e per lavarsi la figa e il culo sul bidet. Paolo le disse: “lavati, che sei già stata scopata questa sera. Pulisciti quel buco da svuotacazzi che hai in mezzo alle gambe. Ti è piaciuto vero farti riempire dal cazzo gigante di Aldo al ristorante? E adesso quanta voglia hai di cazzo, puttana?” Si, mi è piaciuto, ma non sono ancora soddisfatta. Voglio tanti altri cazzi che mi rompono il culo e la figa. Voglio essere riempita” rispose mia moglie. Sapeva di essere tremendamente eccitante parlando in quel modo. Si lavò le parti intime sfilandosi finalmente l’anal plug e si disse pronta ad iniziare tremando dall’eccitazione.
“Anche tu Diego, spogliati completamente e seguici”. Rimasi nudo e li seguii in un’altra stanza della villa al secondo piano. Salendo le scale i due non smettevano di toccare il culo di moglie e rendevano instabile il suo incedere sui tacchi alti infilandole le dita nella figa o nel buco del culo rimasto leggermente aperto dopo il trattamento con l’anal plug durato quasi un paio d’ore. Entrammo in un salone con poca luce. Era grandissimo, quasi un piano intero della villa. Paolo regolò l’interruttore e la stanza si illuminò. “Questa è la nostra stanza dei giochi. Qui portiamo le puttane rotteinculo come tua moglie per farle godere come cagne in calore. Abbiamo diversi giochini interessanti con cui divertirci. Ne sono passate parecchie in questa sala di puttane e ti assicuro caro Diego che anche la tua mogliettina sarà bella sfondata quando avremo finito. Mentre Paolo ci diceva queste cose, Monica ed io osservavamo la contrapposizione tra il lusso della stanza (mobili, quadri, tappeti, ecc..) e la volgarità dei vari articoli da sexy-shop che vi erano disseminati in giro (cazzi finti di ogni dimensione, fruste, catene, corde e vestiti e biancheria da donna di ogni tipo. Seduti su un ampio e lungo divano rosso scuro c’erano i due tedeschi ad attenderci, nudi con il cazzo in tiro. Due uomini muscolosi biondi sui 35-40 anni con un cazzo di dimensioni medie e completamenti depilati. “Loro sono Rudy e Erick, parlano poco l’italiano, ma sanno farsi capire in un altro modo.” Piombarono velocemente su mia moglie accarezzandola ovunque, poi le fecero segno di abbassarsi e di leccare i cazzi. La trattarono fin da subito con modi pochi gentili prendendola per i capelli e infilandole i cazzi in bocca.
“Non perdono tempo….meglio così” disse Paolo. Anche i due padroni di casa si spogliarono. Eravamo tutti nudi, ad eccezione di Monica che vestiva calze a rete, reggicalze e reggiseno rosa. Inginocchiata e circondata da quattro maschi, vidi mia moglie succhiare i loro cazzi e leccare loro i coglioni. I due tedeschi sembravano gradire molto quel lavoro di bocca. Ogni tanto toglievano il cazzo dalla bocca di Monica e lo usavano per schiaffeggiarla sulle guance. Anche il mio cazzo divenne durissimo, ma Gianni mi disse che avevo il divieto assoluto di toccarmi. “Siamo solo all’inizio, tra poco ci aiuterai mentre scopiamo tua moglie.” Rudy e Erick presero il guinzaglio e la fecero camminare a quattro zampe verso il divano dandole forti schiaffi sul culo. Mia moglie si stava di nuovo umiliando facendosi trattare come una cagna da sconosciuti. Osservandola da dietro vidi la sua figa luccicante di umori….che troia pensai.
I quattro maschi si sedettero sul divano uno di fianco all’altro e ordinarono a mia moglie di impalarsi sui loro cazzi durissimi dando loro la schiena. Era girata verso di me che ero in piedi di fronte al divano. Dovevo tenerla per il guinzaglio mentre lei si faceva sparire i cazzi nella figa. Ogni volta che lei si spostava da un cazzo ad un altro dovevo aiutarla ad impalarsi indirizzando con la mia mano il cazzo all’ingresso della sua figa. Infatti le loro mani erano costantemente indirizzate a strizzarle le tette. Fu una sensazione strana quella di toccare quattro cazzi che si stanno fottendo la figa di tua moglie. Ma ormai avevamo deciso di giocare. Monica si impalava sempre più velocemente godendosi le scopate e la sua figa diventava sempre più rossa e bagnata per quanto era usata. Tenendola per le tette la spingevano con forza verso il basso non appena si fermava un attimo per riprendere un po’ di fiato. Non ebbe un attimo di tregua, continuamente forzata a saltare da un cazzo all’altro. I laccetti del reggicalze si erano quasi tutti distaccati per la foga con cui si muoveva e il reggiseno era sceso a livello del suo ombelico. Il piacere che quei cazzi le provocavano era leggibile nelle espressioni del viso e nei suoi occhi carichi di desiderio.
“Diego, sembri una di quelle puttane che nelle gangbang aiutano l’attrice principale per fare restare tutti i partecipanti col cazzo duro”, mi disse Paolo. “Hai voglia di menarti il cazzo?”. Gli feci cenno di si con la testa. “Allora, perché non prendi quelle calze a rete nere e te le metti?”, continuò a dirmi. Avevo una voglia matta di toccarmi, guardai mia moglie che in preda a qualche orgasmo mi fece solo un veloce sorriso. Presi le calze a rete nere e le indossai. Istantaneamente iniziai a menarmi l’uccello per la voglia che avevo accumulato. Subito non pensai che mi stavano considerando una puttana tanto quanto mia moglie. Nel frattempo Monica era stata messa a pecorina sul tappeto. I tedeschi presero a scoparla da dietro con dei colpi velocissimi e violentissimi. Rudy aumentò ancora il ritmo e con un gridò le sborrò nella figa. “Mettiti sotto Diego, appena avrai ripulito per bene la figa della tua mogliettina mignotta lasceremo sborrare anche te”, mi dissero. Mi sdraiai sotto a Monica a 69, con la bocca rivolta verso la sua figa e cominciai a leccarla pulendola con la lingua. Contemporaneamente sentii la lingua di Monica sulla mia cappella. Fu una sensazione piacevolissima. “Adesso bacia tua moglie”, mi disse ancora Gianni. Scorrendo in avanti con la mia bocca verso quella di mia moglie, limonai con Monica. Ci guardavamo negli occhi ed eravamo eccitatissimi, contenti di vivere insieme delle sensazioni straordinarie. Erick incominciò nuovamente a scopare la zoccola che aveva a disposizione. Pensavo di aver finito e feci per rialzarmi, ma Gianni mi bloccò dicendomi:” Non hai capito…adesso anche tu stai facendo la puttana, hai scelto di indossare delle calze da troia, quindi da brava succhiacazzi pulisci la figa di tua moglie da tutte e quattro le sborrate”. Rimasi lì sotto ad aspettare di leccare la figa di mia moglie con il cazzo che non ne voleva sapere di ammosciarsi. Con gli occhi all’altezza della figa, vedevo da pochi centimetri il cazzo entrarle dentro. Ogni tanto le palle mi sbattevano sulla fronte. Allungai la lingua verso il clitoride cercando di leccarlo e sentendo sulla lingua le vibrazioni e le scosse di godimento che il cazzo le stava provocando. Mi ritrovai senza volerlo a leccare la cappella tutte le volte il cazzo usciva completamente dalla figa di mia moglie. Contemporaneamente mi toccavo il cazzo e sborrai una prima volta non appena vidi il cazzo di Erick fermarsi e contrarsi per scaricare il succo delle sue palle dentro alla figa di Monica. Appena tolse il cazzo una densa sborrata bianca cadde sulla mia lingua. Sborrarono tutti in figa a mia moglie scopandola a pecora e facendola gemere continuamente. Ogni volta la ripulivo dalla sborrata. Anche la sua bocca non se ne perse una….dopo che un cazzo aveva finito di riempirla, finivamo col limonare come due innamorati passandoci la sborra l’uno con l’altra. Dopo L’ultima sborrata, mentre stavamo limonando, Monica allungò la mano sul mio cazzo che era tornato duro. Mi segò con pochi colpi che subito sborrai schizzandomi sulla pancia e restando senza fiato. Anche Monica si adagiò sul tappeto per riprendere un po’ di energie. Poi da brava puttana si tolse il reggiseno che le dava fastidio facendolo cadere a terra e si riaggiustò il reggicalze.
Furono Rudy e Erick, i primi ad avere sborrato, a riprendere a giocare. Dissero qualcosa in tedesco che non capimmo e vedendo che Monica non si alzava, la presero per i capelli facendola nuovamente rimettere a quattro zampe. Erick le mise con violenza quattro dita nella figa per incominciare a scaldarla. Mia moglie si eccitò ancora. E’ sempre stato così, non appena si sente usata, la sua figa si bagna all’istante. Anche io ero in ginocchio vicino a lei e la vidi aprire la bocca per passarsi la lingua sulle labbra mentre con una mano si strizzava una tetta. Rudy avvicinò il suo uccello al mio naso per farmi sentire l’odore del cazzo che poco prima aveva goduto dentro alla figa di mia moglie. Il profumo della figa di Monica sul suo cazzo era perfettamente riconoscibile. Poi si fece annusare il cazzo anche da mia moglie segandosi vicino alle sue labbra.
La posizione della cagna doveva eccitare molto tutti quanti perché sempre a quattro zampe la guidarono schiaffeggiandola sul culo fino al letto dove mia moglie si sdraiò su delle soffici lenzuola azzurre. Aprì le gambe per offrire nuovamente la sua figa rasata ai quei quattro cazzi. Era completamente esposta con le grandi labbra aperte e il buco rosso e sfondato ben visibile. Rudy, che era il più eccitato di tutti, salì sul letto per scoparla facendola gridare. Si stava gustando la figa di quella troia che gli era capitato di potersi fottere e non sembrava aver voglia di cedere il posto. Gli altri si smanettavano l’uccello per farselo rimanere duro, mentre io ancora sporco della mia sborra guardavo, come poco prima, il cazzo di Rudy entrare ed uscire senza sosta nella figa della mia donna. Paolo mi guardò complimentandosi per quanto fosse figa mia moglie : ”che figa pazzesca, quella vacca ci ha già fatto drizzare tutti quanti. E’ incredibile quanto le piaccia scopare. ”Poi mi chiese se avessi problemi a continuare a fare la puttana insieme a mia moglie, visto che gli sembrava che mi fossi già spinto ben oltre toccando e leccando qualche cazzo, oltre ad aver pulito la figa di Monica da tutte le sborrate. Mentre Monica ora si godeva anche i cazzi di Erick e Gianni continuando a gemere come una vacca, Paolo mi spiegò che i due tedeschi erano anche bisex e che probabilmente avrebbero voluto incularmi mettendomi a pecorina di fianco a mia moglie. Non era la prima che facevano serata con loro. Altre due coppie con gli stessi nostri gusti erano state sottoposte allo stesso trattamento. Purtroppo con entrambe avevano rotto i rapporti dopo che i tedeschi avevano brutalmente rotto il culo ai due mariti divertendosi ad infilarci non solo il loro cazzo ma soprattutto alcuni cazzi finti giganti che mi fece vedere in giro. Devo dire che la cosa mi impaurì non poco. “Non vogliamo perdere i contatti con voi, Monica è semplicemente troppo di tutto. Se vuoi posso aiutarti a salvarti il culo e tu in cambio ci concederai di scopare ancora con tua moglie quando verremo a Milano.” Gli dissi che ero d’accordo. Non avevo nessuna di essere immobilizzato a novanta per beccarmi due cazzi e chissà cos’altro nel culo. Quello andava oltre le mie fantasie. Mi disse che mi avrebbe accompagnato nella mia camera e che mi avrebbe chiuso dentro. Monica si stava ancora facendo scopare a gambe larghe dai due biondi mentre Gianni si avvicinò al letto con delle corde. Cominciò col legare i polsi di Monica alla spalliera del letto senza nessuna resistenza da parte di mia moglie, come se fosse proprio la cosa che stesse aspettando. Poi fu la volta delle caviglie. Quasi non si accorsero della mia uscita dalla stanza. Girandomi verso il letto, prima di uscire dalla porta, vidi mia moglie sdraiata a pancia in su completamente immobilizzata al letto con delle corde. Qualcuno si stava già sdraiando sopra di lei. Capii che con il corpo di Monica i quattro maschi si sarebbero tolti ancora molte voglie. Ero però anche consapevole che mia moglie aveva sempre dimostrato di accettare ogni situazione perversa le venisse proposta. Quindi pensai che come tutte le volte avrebbe goduto all’inverosimile.
Paolo mi chiuse nella mia camera per evitare che preso dalla curiosità di quello che stava succedendo tornassi nella sala dei giochi. “Vedrai, così lo troverai ancora più eccitante. Probabilmente te la staranno già inculando. Lo vedi, al solo pensiero di tua moglie che si becca il cazzo di un altro nel culo ti diventa subito duro….” Era vero. Mi salutò e tornò a godersi i buchi della sua puttana. Il resto della serata mi venne poi raccontato da Monica quando tornammo a Milano.
Ci risvegliammo il giorno seguente a pomeriggio inoltrato. Era tardissimo. Il giorno dopo saremmo dovuti tornare a lavoro e avevamo ancora più di tre ore di macchina prima di arrivare a casa. Mia moglie si fece una lunga doccia e si lavò i capelli tornando ad essere una donna presentabile dopo gli eccessi della sera precedente. Mi avvicinai per osservarla meglio. I striature rosse sulla schiena si erano leggermente attenuate, mentre sul culo erano ancora ben evidenti. Anche le tette dovevano aver subito qualche pressione particolare perché scorsi dei segni di cui non mi ero accorto la sera prima. Le chiesi come si sentisse. Abbracciandomi e sorridendomi mi disse: “ho il culo e la figa a pezzi, per il resto è tutto ok. Scusami amore, ma mi sento ancora uno straccio. Lo so che sei curioso di sapere quello che mi hanno fatto, ma ti dirò tutto a casa quando potremo scopare. Adesso mi fanno troppo male.” Mi diede un lungo bacio. Si vestì con uno dei suoi miniabiti, quello giallo, e sandali bassi bianchi. Quando si girò per prendere i sandali dalla borsa si piegò leggermente. Non resistetti, ero troppo impaziente. Le andai dietro e le abbassai il perizoma nero che si era messa. “Voglio solo vederti”, le dissi. Sorrise capendo la mia curiosità e si piegò un pochino in avanti dandomi del porco pervertito che gode nel vedere come gli avevano spaccato la moglie. Le vidi la figa trovandola irriconoscibilmente slabbrata, ma sopratutto allargandole le natiche le vidi il culo oscenamente aperto. Non si era ancora richiuso per niente e sicuramente le avrebbe fatto male per qualche giorno. Mi avvicinai con le labbra per baciarle il buco del culo. Poi alzandomi le dissi. “E’ vero sei tutta rotta. Ti amo, amore”.
Paolo e Gianni ci fecero trovare qualcosa da mangiare e poi salutammo i nostri amici con la promessa di rivederci. Abbracciarono mia moglie molto affettuosamente ringraziandola. In macchina Monica faticò a trovare una posizione comoda finchè si addormentò fino a casa…

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Un Centro Benessere Con Servizi Particolari 2

Disteso su quel lettino, con le spalle rivolte verso il soffitto, sentivo le sue mani massaggiare il mio sedere con delicatezza. Erano fredde, ma delicate. I suoi pollici timidamente, ma con decisione, sfioravano il mio ano. Ogni tanto azzardava il gesto di mettere quel dito dentro il mio culo, per poi fermarsi a pochi millimetri da esso e continuare a giocare con le mie chiappe. Chiaramente mi stava masturbando lentamente partendo alla lontana. Sentivo il mio pisello gonfiarsi poco a poco, fino a raggiungere una parziale erezione dopo pochissimi minuti. Ero sdraiato a pancia in giú su quel letto “modificato”, di quelli che trovi solo nei centri estetici con massaggi. Il viso rivolto verso il basso, era poggiato su due cuscini laterali, ed in mezzo ad essi c’era un foro circolare abbastanza ampio da lasciare la visuale del pavimento al sottoscritto. All’altezza del mio bacino, un altro foro. Questo permetteva al mio pisello di ciondolare nel vuoto e non essere schiacciato dal peso del mio corpo. Kaori era in gamba, oltre che una gran fica giapponese, ma se non fosse stato cosí, non avrebbe “lavorato” in quel posto. Continuando a palpeggiare il mio culo con decisione, fece quel gesto che probabilmente mi aspettavo, ma non pensavo osasse metterlo in atto. Nemmeno il tempo di dirle “no, quello non farlo” e sento il suo pollice unto d’olio infilarsi dritto con decisione nel mio ano! Un gesto veloce che non mi lascia il tempo di fare altro, se non godere inaspettatamente. Proprio cosí, quel suo dito, quel suo pollice, si infila con scioltezza nelle profonditá del mio ano e stimolando non só cosa al suo interno, mi provoca un’immensa sborrata, un enorme schizzo che parte verso il pavimento. Un gemito improvviso esce dalla mia bocca, mentre guardo il mio cazzo non ancora in erezione venire. Incredibile! Avevo sborratto senza un’erezione. Passano pochissimi secondi, giusto il tempo di godermi in tutti i sensi quella nuova sensazione e Kaori cerca il bis! Sfila il suo pollice dal mio culo e poi lo rimette dentro con ancora piú forza! Sento che raggiunge nuovamente le profonditá del mio culo, tocca di nuovo qualcosa, stimola ancora qualcosa al suo interno ed un’altra lunga schizzata, finisce sul pavimento. Questa volta la sborrata é piú lunga e se non vedessi con miei occhi la crema bianca uscire dal mio cazzo, potrei pensare che si tratti di una pisciata involontaria. Era la prima volta che qualcuno mi metteva un dito in culo per farmi sborrare, anzi la seconda, ora che ci penso bene. La prima fu quando feci sesso con una ragazza conosciuta in vacanza in una cittá Europea qualche anno fá! Ero sopra di lei e mentre gli sbattevo il mio cazzo dentro la sua fica, lei mi afferava il culo cercando di spingere la mia asta sempre piú in profonditá e mentre lo faceva, cercava sempre di inserire il suo dito medio in mezzo al mio culo. Certo, ora qui con Kaori era diverso, il mio cazzo ancora non era dritto, non del tutto almeno, eppure spingendo dentro il suo pollice nel buco del mio culo, toccando non só cosa dentro, mi provocó una sborrata naturale, enza erezione. Un pó come se ci fosse dell’acqua dentro una siringa e spingendo l’asticella, l’acqua uscisse dalla punta della stessa per via della pressione. Dovevo ammetterlo, questa nuova gestione del centro massaggi non faceva rimpiangere quella precedente e per chi volesse “ripassare” la mia prima esperienza in una struttura simile, vi rimando ad un mio racconto del passato dal titolo: “Un Centro Benessere Con Massaggi & Servizi Particolari”.
Non pensavo di tornarci ancora, pagare per farsi masturbare, non mi attirava particolarmente. Ma quando quel giorno, aprendo un’E-Mail secondaria, di quelle che usi raramente con nomi fittizzi, mi venne nuovamente la curiositá come la prima volta con Natsumi. Il testo, grosso modo recitava: “Buongiorno Signor Chase, la informiamo che il nostro centro benessere ha cambiato gestione ed ha ampliato i suoi servizi. Ci venga a trovare per una dimostrazione”. Ci pensai qualche giorno, ma poi dato che i “loro servizi erano ampliati”, mi chiedevo cosa altro avevano inventato e studiato per masturbare il mio pisello! Decisi di fare quindi un secondo giro. Meno di due settimane dalla lettura di quella E-Mail ed ero giá davanti al Centro. Il posto era cambiato, ora era molto fuori mano. Ma per quello che facevano, forse essere poco visibili, anche per un discorso di privacy, non era poi una scelta sbagliata. Anche l’interno era molto riservato e ad accoglierti c’era ovviamente una spledida orientale, che dopo avermi accolto con gentilezza, mi domanda in cosa poteva eseermi utile. Mi presento, gli spiego che sono giá stato “cliente” della vecchia gestione e che avevo ricevuto un invito da loro per provare i nuovi “servizi” della nuova gestione. Mi guarda sorridendo, dice “capisco” lanciando un brevissimo ma eloquente sguardo all’altezza del mio pisello, per poi riportare l’attenzione al mio viso, dicendomi di accomodarmi nella sala d’attesa privata in fondo al corridoio. Non appena fosse stato il mio turno, mi avrebbero chiamato. Dopo un tempo non proprio breve arriva una ragazza, sempre orientale, decisamente magra, ma decisamente anche una gran topa. Si presenta, il suo nome é Kaori, mi spiega le procedure e mi chiede, senza entrare troppo nei dettagli, ma comunque abbastanza diretta pur pesando le parole, se volessi un “servizio completo” o “base”. Opto per quello completo, ormai ero lí, tanto valeva provare tutto. Sistemiamo la “situazione” economica, poi mi fá accomodare in una stanza, dicendomi di mettermi comodo e di aspettarla lí. Mi siedo su una poltrona ed osservo l’ambiente. Molto soft, con una luce soffusa tendente al viola ed una musica da camera come sottofondo. Noto degli strani oggetti attaccati alla parete, ma mentre cerco di metterli a fuoco, vedo arrivare Kaori. Indossa un semplice accappatoio bianco e mentre si dirige verso di me, mi dice qualcosa:
– “Allora Chase, sei pronto?”
– “Certamente! Cosa devo fare?” Rispondo io.
– “Tu niente, ci pensiamo… penso a tutto io! Non sei qui per questo? Per rilassarti e goderti questo momento?” Aggiunge lei tra il malizioso ed il serio.
Mi invita quindi a togliermi i vestiti e indicandomi la porta del bagno, a farmi una doccia.
– “Mi cambio qui? Devo spogliarmi del tutto?” Dico con finto attegiamento timido.
– “Certo! Non vorrai farti la doccia con gli slip? Non sarai mica timido?” Mi risponde Kaori.
Allora inizio a togliermi gli indumenti, intanto lei sembra non curarsi di me ed impegna il tempo che impiego a togliermi i vestiti, altrove, vicino alla parete con quegli strani oggetti. Quando arrivo a togliermi anche i boxer, Kaori torna indietro, verso di me. Durante il suo cammino si toglie l’accappatoio, ma sotto non é nuda. O quasi. Quello che indossa é qualcosa che si avvicina ad un costume, perché in realtá é come se non lo avesse. Un filo interdentale attraversa lo spacco della sua fica e quello che sembra essere un reggiseno, é un altro spago che a malapena copre i suoi capezzoli. Mentre la osservo, inizio giá ad eccitarmi e sento immediatamente il mio pisello gonfiarsi. Allora provo a darmi una controllata, mentre lei dolcemente mi afferra la mano e mi guida verso il bagno. Una volta dentro, apre l’acqua, sceglie la giusta temperatura e mi invita ad entrare nel box doccia. Io entro, lei esce. Mentre mi dó una rinfres**ta, inizio comunque ad eccitarmi, il pisello mi si gonfia, rasentando l’erezione. Kaori sembra indaffarata con alcuni flaconi tipo bagnoschiuma. Io continuo la mia doccia, ed il mio cazzo continua a gonfiarsi, la voglia di farmi una sega e tanta, giá mi sento pronto a venire. Provo a mettermi una mano sul pisello, non resisto, ma appena cerco di masturbarmi simulando un lavaggio del mio uccello, arriva lei e mi toglie la mano scuotendo la testa come per dire “no, no”. Quindi entra anche lei nel box e mi aiuta a lavarmi le spalle. Le sue mani sono fresche e morbide, le sento scivolare su e giú ungo la schiena, poi in mezzo alle gambe. Mi insapona tutto, soffermandosi maggiormente all’interno coscia, poi sul mio culo. Poi, sempre rimanendo alle mie spalle, mi insapona anche il petto, poggiando il suo corpo, le sue piccole tette, sulla mia schiena e allungando le mani come per abbracciarmi. Il mio pisello pulsa e si gonfia alla grande. Quindi le sue mani, lentamente, scivolano dal mio petto verso gli addominali, fino a scendere sul mio cazzo. Lo tocca per la prima volta, lo insapona, lo lava, lo masturba. Eh si, perché anche se sembrava mi stesse facendo una doccia, in relatá quel movimento su & giú lungo la mia asta, non era altro che una sega. Comunque il “gioco” dura poco, non appena Kaori percepisce un’erezione totale, molla la presa, lasciandomi con il cazzo dritto e le palle gonfie. E mentre esce dal box, mi dice di sciacquarmi. Eseguo mentre la vedo allontanarsi. Ma non vá via, con i piedi sopra un tappetino, si spoglia anche lei. Prima gli slip, poi il reggiseno. Ora la osservo meglio, la sua fica adesso si vede chiaramente, é completamente depilata, non un accenno di pelo. Anche il resto del corpo é completamente liscio. Le sue tette sono a malapena pronunciate. Torna sotto la doccia ed inizia a rinfrescarsi anche lei. Mi chiede se posso insaponargli la schiena, perché con le sue mani non ci arriva. Non me lo faccio dire due volte, poggio le mie mani sulla sua schiena, ed inizio ad insaponarla. Cerco di essere delicato come lei, la tocco ovunque di dietro. La mia eccitazione arriva immediatamente, tutto quello spettacolo mi stava facendo impazzire. Il mio cazzo lentamente si alza, si gonfia come un hot dog, diventa dritto. Talmente dritto e duro, che mentre cerco di lavargli anche le braccia, il mio pisello gli si parcheggia in mezzo alle gambe, nello spacco del suo culo. Appena Kaori lo sente tra le sue cosce, fá un passo avanti si gira e mi dice che adesso avrebbe continuato da solo. Mi invita ad uscire e ad asciugarmi. Lei mi avrebbe raggiunto poco dopo. Cosí mentre mi passo l’asciugamano su tutto il corpo. Anche lei, Kaori, termina la sua doccia. Quindi esce, si infila l’accappatoio e mi porta nella saletta principale. Mentre mi fá accomodare sul lettino, lei finisce di asciugarsi. Ora é completamente nuda ed io sdraiato la osservo, mentre le mie palle iniziano a reclamare una prima svuotata di sperma. Sperma che sento fermentare sempre piú, vedendo Kaori che si cosparge tutto il corpo di un qualche olio. Il suo corpo ora luccica letteralmente, diventa liscio come il marmo. Quindi si avvicina a me ed effettua la stessa operazione “olio”. Me lo spalma ovunque, braccia, petto, gambe. L’erezione é di nuovo inevitabile e Kaori ne approfitta per oliarmi l’uccello. Le sue mani mi massaggiano le palle, il cazzo, tira giú la pelle dalla mia cappella ed olia anche quella. La sborra inizia ad incanalarsi lungo l’asta. Ma lei é molto brava, non stimola il mio cazzo un secondo piú del dovuto, capisce che stó per eplodere come un vulcano e si ferma. Si mette di fianco al mio viso e mi chiede di voltarmi, di mettermi spalle al soffitto. Cerco di girarmi con il mio cazzo ancora in erezione e comprendo il perché di quel foro sul letto ad altezza bacino. Serve a stare in posizione supina, anche con il pisello dritto, tanto ce lo infili dentro e finisce nel vuoto. Lascia “riposare” qualche secondo il mio cazzo, ed intanto si mette altro olio sulle mani. Poi torna su di me e continua a spalmarmelo sulla schiena e sulle braccia. Scende quindi verso il basso, zona culo. Anche lí provvede ad oliarmi per bene, giocando parecchio con l’interno coscia. Continuando a palpeggiare il mio culo con decisione, fece quel gesto che probabilmente mi aspettavo, ma non pensavo osasse metterlo in atto. Nemmeno il tempo di dirle “no, quello non farlo” e sento il suo pollice unto d’olio infilarsi dritto con decisione nel mio ano! Un gesto veloce che non mi lascia il tempo di fare altro, se non godere inaspettatamente. Proprio cosí, quel suo dito, quel suo pollice, si infila con scioltezza nelle profonditá del mio ano e stimolando non só cosa al suo interno, mi provoca un’immensa sborrata, un enorme schizzo che parte verso il pavimento. Un gemito improvviso esce dalla mia bocca, mentre guardo il mio cazzo non ancora dritto, ma comunque bello gonfio, venire! Incredibile! Avevo sborratto senza un’erezione. Passano pochissimi secondi, giusto il tempo di godermi in tutti i sensi quella nuova sensazione e Kaori cerca il bis! Sfila il suo pollice dal mio culo e poi lo rimette dentro con ancora piú forza, sento che raggiunge nuovamente le profonditá del mio culo, tocca di nuovo qualcosa, stimola ancora qualcosa al suo interno ed un’altra lunga schizzata finisce sul pavimento! Questa volta la sborrata é piú lunga e se non vedessi con miei occhi la crema bianca uscire dal mio cazzo, potrei pensare che si tratti di una pisciata involontaria. Ma in realtá era una sborrata involontaria, quelle del tipo che fai durante la notte durante un sogno erotico: ce l’hai moscio, ma ti bagni comunque le mutande perché stai “scopando nel sonno”. Kaori aveva premuto un “pistone” e di conseguenza qualcosa é uscita fuori: la sborra accumulata. Di nuovo lascia a riposo il mio cazzo, ed anche se un pó mi aveva svuotato le palle, io aspettavo comunque quel lungo orgasmo che fai quando spingi con il bacino la sborra che hai nelle palle, quel senso di liberazione che solo lunghe spinte pelviche ti sanno dare! Vedo Kaori avvicinarsi al bancone “strumenti masturbatori” e mentre lo fá, mi chiede di mettermi nuovamente con il viso rivolto al soffitto, insomma, di girarmi. In mano ha una corda che assomiglia ad piccolo cappio. Che voleva fare? Impiccare il mio pisello? Non ero molto lontanl dalla veritá. Si avvicina nuovamente a me, mette la corda intorno alle mie palle e poi la tira per stringerla come un nodo. Poi con una mano la tira verso l’alto e di conseguenza le mie palle. Allungo lo sguardo, ho i testicoli completamente strizzati e rossi. Completamente legati e soffocati in una morsa. Vedo la pelle in tiro che sembra volersi staccare dal mio cazzo. Successivamente Kaori inizia a colpirli con l’altra mano, con una serie di piccoli schiaffetti. Quello che provo non só se é dolore o godimento. Dopo qualche minuto smette di “torturare” i miei testicoli, lascia scivolare la corda nel foro del letto sotto il mio culo e si avvicina nuovamente al bancone. Torna con un piccolo peso di ferro ed un’asticella tonda di legno, che cosí a vista sembra di almeno 30 Cm. Con le spalle rivolte me, Kaori si piega a novanta gradi mostrandomi il suo lisco culo. La voglia di mettergli due dita nel suo buchetto é tanta, ma il “regolamento” parla chiaro: “Non si possono toccare le Hostess senza il loro consenso”. Allora mi accontento dello spettacolo, che ha comunque ha il suo effetto erotico. Da quella posizione afferra la corda penzolante e ci fissa il peso. Ora le mie palle sono di nuovo in tiro, ma verso il basso. Kaori mi afferra una mano, se la mette in mezzo alle sue gambe e rimane immobile. A quel punto provo a fare quello che desideravo da quando l’avevo vista nuda. Toccarla, palpeggiarla, sfiorare ogni suo posto piú intimo. Struscio la mia mano lungo la sua fica liscia, la tocco lentamente, poi sposto l’attenzione sulle sue piccole tette. Gioco con quelle che sembrano due noci di carne. I suoi seni sono praticamente formati solo dalle areole che sporgono, per il resto é completamente piatta. Gioco con i suoi capezzoli, mentre l’inquilino che abita in mezzo alle mie gambe, inizia ad alzarsi! Lo sento gonfiarsi, irrigidirsi, mettersi sull’attenti. Intanto il peso attaccato alle mie palle, stira la pelle di tutta l’asta. Quando il mio cazzo é completamente dritto e duro, Kaori lo afferra con una mano ed inizia a masturbarlo. Sento lo sperma salire su, forse ci siamo, sto per sborrare alla grande. Ma Kaori ferma la sega, afferra l’asticella di legno e me la infila nel buco della mia cappella. Dolcemente, ma senza fermarsi. Piano piano vedo l’asta sparire dentro il mio cazzo, centimetro dopo centimetro me la mette tutta dentro. Un gemito esce dalla mia bocca, allora lei smette di affondarla dentro il mio uccello. Con un dito tocca la punta dell’asticella ed inizia a farla roteare. Avverto il pezzo di legno dentro di me, lo sento sfiorare le mie palle dall’interno. Altri suoni escono dalla mia bocca, credo che manchi poco, stó per venire… mollo la presa dalle tette di Kaori e mi abbandono al piacere. Lo sperma sale lungo l’asta, sale, sale ancora…. ma invece che uscire una lunga schizzata, lo sperma fuoriesce sui lati e non avendo altra via d’uscita, cola sul bordo del mio uccello. Un pó come quando riempiamo di corsa un bicchiere di birra e la schiuma esce dai bordi del boccale. Stavo venendo, ma lentamente, sentivo che lo sperma usciva, ma senza prepotenza. Kaori si allontana nuovamente dal letto, si sincera che il mio cazzo abbia smesso di eruttare ed inizia a liberarmi di tutto.
Mi lascia qualche minuto per “rilassarmi” e poi torna al lavoro. Prende delle salviette umide e mi pulisce dal mio stesso sperma. Ma il modo in cui lo fá, non sembra altro che l’ennesima sega, visto che passa le salviette su & giú lungo il mio cazzo. Ma lo fá per poco, giusto il tempo di farmi riacquistare l’erezione. Poi magicamente dalla sua mano spunta un preservativo. Lo apre e lo fá indossare al mio pisello ormai al limite. Quindi sale sul lettino, mettendosi in piedi sopra di me e mi lascia ammirare il suo fisico. Poco dopo sembra abbassarsi sul mio cazzo, forse se lo lascia mettere dentro, ma é una vana speranza. Si piega quel tanto per farmela assaporare la sua fichetta, le sue grandi labbra sfiorano la mia cappella, le struscia leggermente, ma non se lo fá mettere dentro. Si mette di nuovo in piedi, un piccolo passo e si abbassa nuovamnete. Stavolta la sua fica e sul mio viso, mi correggo, é poggiata sul mio viso, il suo spacco lo struscia sul mio naso ed io respiro la sua intimitá. Stó per scoppiare, le palle iniziano a farmi davvero male. Vedo Kaori scendere dal lettino ed indossare un paio di pantaloncini cortissimi e aderenti. Talmenti attillati che lo spacco della sua fica é ben visibile. Sale di nuovo sopra di me, si lascia nuovamente ammirare per un pó dal basso verso l’alto, gioca qualche secondo con le mie palle prendendole lievemente a calci con i piedi e poi si abbassa nuovamente. Stavolta si siede sulle mie cosce, apre le sue gambe e poggia la fica sul mio cazzo dritto. Poggia le mani dietro di sé, sul lettino, piegando leggermente la schiena. Inizia a strusciare la sua fica sul mio pisello, su & giu, su & giú… poi mi sfila il preservativo gettandolo via. Continua a farmi una sega con lo spacco della sua fica protetto da quei pantaloncini. Spinge come se lo avesse dentro, anche io inizio a muovere il bacino, lo sfrego contro di lei, contro la sua fica. Sento la sborra salire… mi struscio ancora… e ancora… la sborra… la sento salire… Kaori continua a masturbarmi con la fica, per quanto puó cerca di avvolgere il mio uccello con le sue grandi labbra… vedo le prime gocce di sperma uscire dalla mia cappella… continuo a strusciarmi e… vengo… un enorme schizzo finisce sullo stomaco di Kaori, poi un secondo… un terzo e mentre la sborra inizia a colare lungo il suo petto, un quarta schizzata la raggiunge sotto il mento… continuo a venire ancora ed ancora… vedo lo sperma colare anche lungo l’asta del mio cazzo e macchiare i pantaloncini di Kaori… e prima che la festa finisca, lei afferra il mio uccello con le mani per dargli l’ultima strizzata, un’ultima spremuta e facendo su & giú con le mani per ancora qualche secondo, un paio di fiacche sborrate vengono fuori. Infine quando Kaori capisce che ormai le palle sono belle che svuotate, si congeda.
Rimango ancora qualche minuto sdraiato respirando lentamente. Guardo il mio pisello e vedo che ancora é dritto. Aspetto ancora. Quando finalmente si affloscia, mi alzo e mi dirigo verso il bagno. Durante il breve tragitto, noto che la mia cappella é rosso fuoco e le mie palle sono talmente moscie, che quasi toccano le ginocchia. Kaori mi aveva spremuto per bene, lo dovevo ammettere.
Salgo in auto e mi dirigo verso casa. Mi attende quasi un’ora di strada. Ma ne é valsa la pena tornare in quel posto. Forse molti penseranno che ho buttato il mio tempo, perdendo una giornata intera per farmi fare una sega, quando posso tranquillamete masturbarmi a casa da solo. Forse. O forse no! Personalmente quando voglio svuotarmi le palle, chiamo qualche amica particolarmente disinibita e aperta (in tutti i sensi) in materia di sesso e me la scopo. Qui volevo nuovamente giocare, sperimentare qualcosa di nuovo e forse é stato cosí. In fondo sono stato sotto le mani (e non solo) di Kaori per quasi due ore. Quasi due ore a cazzo dritto e palle piene. Si, é stata una bella esperienza, da provare sicuramente almeno una volta nella vita, o magari due. Ma non di piú.
Perché una sana & bella scopata con una donna, non si batte comunque!

chasedessler@katamail.com

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Con La Mia Cugina Preferita 3 [Una settimana al ma

Parte 1: http://xhamster.com/user/autotune/posts/215174.html
Parte 2: http://xhamster.com/user/autotune/posts/216346.html
Scusate se riprendo solo adesso il racconto, ma ho avuto poco tempo.

Dopo quella sera a casa con mia cugina Chiara, mi sentivo appagato, e sapevo che potevo scoparmela ancora appena ne avevo la possibilità.
Ma dovetti aspettare circa un mesetto.
Infatti, verso fine luglio, Chiara e i suoi genitori, nonché miei zii, affittarono per 2 settimane un appartamento sulla costa romagnola, a Riccione.
Avendo ancora spazio, invitarono me e mio fratello a passare qualche giorno li.
Accettammo, ma per soli 5 giorni, visto che mio fratello non era proprio entusiasta al contrario mio, che iniziavo già ad immaginare mia cugina
in bikini.
Così, un lunedì mattina, io e mio fratello partiamo con il treno per raggiungere Chiara e i miei zii. Viaggiammo per molte ore, e arrivammo li stremati.
Salutai i miei zii e Chiara, che si comportò come se non fosse successo nulla. Salutati tutti quanti ci mostrarono l’appartamento, si trovava a pochi metri dal mare, e non era molto spazioso.
Infatti presentava: 1 camera da letto, composta da un letto matrimoniale e uno singolo; un soggiorno-cucina, che prevedeva un divano-letto; un bagno; ed un piccolo ingresso che separava le stanze.
Di solito, io e mio fratello ci saremmo contesi il letto singolo, ma glielo cedetti subito per dormire poi nel divano-letto con Chiara.
Così, dopo aver pranzato, mi misi sul letto e mi addormentai a causa della troppa stanchezza dovuta al viaggio.
Mi svegliai verso l’ora di cena, cenammo e la sera uscimmo solo io, mio fratello e mia cugina. Tornammo presto, verso mezzanotte, con i genitori di Chiara che dormivano. Così mio fratello andò in camera da letto per andare dormire, e io è Chiara nel soggiorno per il medesimo motivo.
Mi cambiai e mi misi un pantaloncino e una cannotiera per la notte, ma non fui l’unico a cambiarsi, infatti mia cugina si cambiò in soggiorno davanti a me, rimanendo per un momento in mutandine nere e con quei seni perfetti scoperti, per poi indossare una maglietta e un pantaloncino aderente.
Ci mettemmo entrambi sul letto e guardammo per un po’ la tv, così da prendere sonno.
Dopo circa una mezz’oretta decidiamo di spegnere la televisione e di metterci a dormire.
Mi giravo e rigiravo sul letto, non riuscivo ad addormentarmi per via della mia dormita pomeridiana, così il mio sguardo cadde su Chiara, sdraiata su un fianco e rivolta dalla parte opposta alla mia, in pratica mi dava le spalle.
La guardavo dalla testa ai piedi, soffermandomi sul suo culo perfetto.
Non capivo se stesse dormendo o meno, così, senza pensarci mi avvicinai a lei, ed iniziai ad appoggiarle il mio cazzo ormai durissimo.
Dopo un po’, sento il suo culo muoversi e strusciarsi sul mio pacco… Chiara era sveglia, e le stava piacendo!
Presi il lenzuolo lasciato ai piedi del letto per via del caldo che faceva, e coprì entrambi per non destare sospetti in caso mio fratello o i miei zii entrassero di botto.
“Non vorrai mica scopare adesso?! Ci sono di la i miei!” Disse lei a bassa voce.
“No stai tranquilla, però divertiamoci un po’.”
Così ormai coperti da quel lenzuolo , le abbassai pantloncini e mutande fino alle ginocchia, e tirai fuori la mia asta.
Ripresi ad appoggiarglielo sul suo culo soffice e ormai nudo. Lei intanto continuava a strusciarcisi sopra, mentre io le infilai una mano sotto la maglietta e iniziai a palparle le tette, e con l’altra le ficcai due dita nella sua figa… Era fradicia!
Continuavo a chiavare mia cugina con una mano, sentivo che stava venendo, così per ripagarmi incominciò anche lei a farmi una sega.
In casa c’era un completo silenzio, sporcato solo dalle nostre respira affannose e da qualche gemito che emetteva Chiara.
Dopo un po’ sentivo la mia cappella in procinto di esplodere, stavo per venire!
Così la presi per i fianchi, la strinsi a fianco a me e le sborrai sul culo.
“Ahhhhh… Calda e densa… Vado in bagno.” disse lei.
Mi diede un bacio sulla bocca e si alzò dal letto.
Una volta tornata ci addormentammo uno a fianco a l’altro.
Ma questo era solo l’inizio di una vacanza con mia cugina…
Continua….

Spero ancora di aver scritto bene, e che le mie avventure con mia cugina vi piacciano, così da continuare i racconti. I commenti sono ovviamente bene accetti! 😛

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POMERIGGIO D’AMORE E DI….. CON A.

Era molto tempo che non rivedevo A., uno dei miei “amici” preferiti, anzi: IL PREFERITO!
Ragazzo bellissimo, dotato, dolce ma porcello come piace a me.
Ero fremente ed ansiosa all’idea di rivederlo dopo tanto tempo ed eccitata al pensiero di ciò che avremmo fatto.
E’ arrivato alla stazione del mio paese e sono andata a prenderlo con la mia auto, da uomo naturalmente. Ci siamo salutati e, nel breve tragitto per arrivare a casa mia, abbiamo scambiato quattro chiacchere raccontandoci quello che era successo dall’ultima volta che ci eravamo visti.
Durante il percorso, ogni tanto, gli toccavo le cosce, pensando al momento in cui l’avrei rivisto tutto nudo e disponibile per me!
Arrivati nella mia alcova, l’ho fatto accomodare sul divano e mi sono recata in bagno a prepararmi:
mi voleva troia con trucco molto pesante, come piace a lui. Prima del suo arrivo mi ero depilata per bene tutta. Ho indossato calze nere a rete autoreggenti, corpetto nero in vinile che lasciava scoperte le mie tettine, sandali rossi tacco 12. Parrucca e trucco pesante: ombretto viola, rossetto dello stesso colore e la mia solita parrucca nera. Qualche gioiello, profumo e vestitino in pizzo sopra il tutto, senza nulla sotto: clitoride e culetto liberi che trasparivano sotto il pizzo.
Sono uscita dal bagno e l’ho trovato sul divano, disteso, con ancora la maglietta addosso e i boxer, sotto i quali si intravvedeva il suo bel cazzo già dritto. Mi sono avvicinata lasciva e gli ho detto di spogliarsi tutto nudo. L’ha fatto, si è alzato mostrandomi il suo gioiello duro in tiro che ho subito afferrato con le mie mani avide: ci siamo avvicinati viso contro viso ed abbiamo iniziato a baciarci appassionatamente. Una delle cose che adoro e che A. sa fare benissimo e con trasporto è baciarsi appassionatamente bocca contro bocca con le nostre lingue che giocano intrecciandosi in contorsionismi eccitanti! Adorabile!
Abbiamo pomiciato così a lungo, cazzo contro cazzo, corpo contro corpo, con lui che mi chiamava amore e mi diceva quanto sono troia e quanto lo eccitassi!
Si è disteso sul divano, io mi sono inginocchiata davanti a lui ed ho iniziato a giocare col suo gioiello prorompente: prima dolcemente con le mani, poi avvicinando la mia bocca avida che già pregustava quello che la aspettava, alla punta del suo cazzo. Ho iniziato la mia attività preferita, usando la lingua sapientemente partendo dalle sue palle depilate, salendo su, piano piano, fino alla sua lucida cappella. L’ho preso in bocca e fatto entrare tutto fino alla radice, succhiandolo con trasporto e gusto ed a lungo, assaporando tutto il dolce sapore dei suoi umori di piacere.
Poi, pausa, risalgo con il viso lungo il suo torace e inizio

a succhiargli i capezzoli sporgenti dal suo torace depilato, fino a risalire infine con il mio sul suo viso ed iniziando nuovamente un gioco appassionato di lingua su lingua, baci sul collo, strusciamenti dei nostri cazzi.
Era eccitatissimo ed io in estasi nel poterlo avere tutto per me.
Poi, di nuovo la mia bocca sul suo cazzo, sempre in tiro, stavolta con lui in piedi ed io in ginocchio davanti a lui, sottomessa, che lo succhiavo di nuovo avidamente e con trasporto mentre mi masturbavo eccitatissima.
Non avrei mai smesso!!
Dopo una breve pausa mi fa una proposta eccitante, proponendomi una cosa che non avevo mai fatto: fargli un pompino mentre fumavo il mio sigaro preferito (si, è vero, non sarà molto femminile ma fumo i mezzi sigari toscani all’anice). Mi sono rifatta un po’ il trucco, rimettendomi il rossetto viola che ormai era scomparso dopo le lunghe succhiate, ho acceso con lascivia il sigaro portandomelo alla bocca come fosse il suo arnese. Lui seduto sul divano, io che mi avvicinavo davanti a lui con lenti movimenti col sigaro in mano: mi sono inginocchiata davanti a lui ed ho iniziato un lento gioco eccitante tirando il fumo dal sigaro ed espellendolo lentamente, con fare da puttana di postribolo di altri tempi, sopra la sua cappella che poi immediatamente accoglievo in bocca come fosse a sua volta un grosso sigaro cubano. Gioco eccitantissimo, a lui piaceva sentire il caldo del fumo seguito subito dopo da quello della mia bocca e dai colpi della mia lingua.
Abbiamo proseguito per un po’ così, poi sono come al solito risalita col viso lungo il suo torace espirando il fumo del sigaro sul suo viso e baciandolo poi con passione.
A questo punto ero in estasi: sentivo il bisogno fremente di essere completamente sua, facendomi possedere con passione. Lo volevo dentro di me, completamente.
Quello che è seguito lo potete immaginare: mi ha cavalcata, lui seduto sul divano ed io salita in piedi sullo stesso, rivolta verso di lui, mi sono chinata sulle gambe sentendo il suo cazzo che mi penetrava, piano piano ma con decisione, fino a che non l’ho sentito tutto sparire dentro di me: mmmmmm….
In questo modo io ero seduta sopra di lui, con i nostri visi di fronte, in modo da poterci baciare appassionatamente mentre lo cavalcavo facendolo entrare ed uscire dal mio buchino ormai umido e dilatato per bene dal suo arnese. Godevo e gemevo dal piacere sentendolo entrare ed uscire con facilità, riproponendomi, ad ogni colpo sensazioni dolcissime ed eccitanti. Ero completamente sua.
Mi ha scopata così a lungo, non avrei mai voluto smettere ma, nello stesso tempo, non vedevo l’ora di accogliere, finalmente, il suo dolce succo nella mia bocca da troia bocchinara.
Così, con dispiacere ho estratto il suo cazzo sempre duro dal mio culetto fremente, l’ho fatto mettere in piedi davanti a me ed ho iniziato la cerimonia finale di iniziazione di Patty la troia.
Ho iniziato nuovamente a spompinarlo, con dolcezza prima e trasporto poi, gemendo a sentirlo duro e fremente nella mia bocca assetata. Lo masturbavo mentre mi entrava ed usciva dalla bocca, aspettando con eccitazione i suoi schizzi diretti sulla mia lingua. Non ha resistito molto, era ormai eccitatissimo: l’ho sentito gemere di piacere e mi ha scaricato in bocca la sua dolce ed abbondante cremina. L’ho ricevuta con gusto assaporandola, giocandoci con la bocca e la lingua, riversandola sulla sua cappella umida che poi risucchiavo con avidità: la sua sborra mi colava dalle labbra e finiva sulle mie tettine. Dopo un po’ mi sono alzata con la bocca ancora ricca del suo umore e ci siamo baciati con passione scambiandoci reciprocamente la sua crema. Era bellissimo…..
Abbiamo continuato così a lungo, adesso ero io che volevo godere, scaricarmi anche io della mia crema. Così ci siamo seduti vicini sul divano e, mentre continuavamo a baciarci e lui mi sussurrava parole porche che mi eccitavano, gli ho fatto accarezzare con dolcezza, come piace a me, le mie palle, mentre mi masturbavo eccitata dalle sue parole e dai suoi baci sporchi ancora della sua sborra. Mi ha portato lentamente al massimo dell’eccitazione: la sentivo crescere in me fino a che ho schizzato la mia sborra sul mio petto, godendo come una troia sottomessa al suo amante.
E’ stato bellissimo: non avrei mai immaginato di passare una serata così eccitante con A.
Non vedo l’ora di ripetere l’esperienza che naturalmente vi racconterò con piacere.

Kiss dalla vostra sempre troia Patty e dal suo mondo di fantasia e realtà!

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L’Ultima Notte Di Sesso Con La Mia Ex Incinta

Era dal liceo che non la vedevo, ma non era cambiata per niente Mirta. É bella oggi come ieri. Anche adesso che é incinta, nuda davanti a me, non posso smettere di ammirarla. Nonostante la sua gravidanza, rimaneva comunque una splendida ragazza….. donna! Solo il suo seno era cambiato, non mi ricordavo che avesse due tette cosí grandi. Ma poi, ripensandoci, mi risposi che era il suo fisico che si adattava alla sua nuova condizione. E quella nuova situazione, mi stava eccitando da morire. Forse era scritto nel grande libro del destino che Mirta doveva essere la prima donna delle mie “prime volte”. La prima ragazza che ho portato a casa dai miei, la prima che mi ha detto “ti amo”, la prima con la quale ho fatto sesso e la prima che adesso ho davanti nuda… incinta! Mi avvicino a lei lentamente, oggi mi sembra cosí indifesa che voglio prendere i suoi tempi, i nostri tempi, come quando eravamo adolescenti e timorosamente esploravamo il corpo l’uno dell’altro. Un passo dopo l’altro e sono ad un centimetro dalla mia ex ragazza. Nel mentre il mio pisello alla sola visione di lei, inizia a mettersi sul’attenti. Il solo spettacolo di lei nuda dopo oltre venti anni, me lo fanno diventare duro. Ora sono vicino al suo corpo, ed inizio a baciarla. Il mio pisello sfiora la sua fica, o meglio la mia cappella sfira la sua fica, la sua pancia mi impedisce di avvicinarmi oltre. Allora continuo a baciarla, ad esplorare con la lingua quella bocca che da ragazzino mi faceva impazzire. Poi alzo le mie mani e delicatamente le metto sulle sue tette. Le sento piene, gonfie. Ad oggi non riesco a trovare un aggettivo che possa spiegare quello che provavo, sentivo a quel tocco. Era come giocare con due palloncini pieni d’acqua, solo che i palloncini non ti fanno drizzare il cazzo e soprattutto non schizzano. Non fraintendetemi, non era il mio pisello che schizzava dopo qualche minuto di palpeggiamento, ma le sue tette. Mentre la baciavo, prima sulla bocca e poi sul collo, le mie mani stringevano, strizzavano, alzavano verso il mio viso il suo enerme seno. Dopo diversi minuti che “masturbavo” le sue tette, aumentai la stretta, quasi volessi staccargli quelle enormi bombe… quelle bombe che alla fine esplosero, schizzandomi un liquido biancastro sul viso. Mi colsero impreparato e feci un “balzo” indietro con la testa. Adesso capivo perché le ragazze con cui ero stato, quando mi facevano un lavoro di bocca, alla prima sborrata si tiravano indietro. La “spinta” doveva essere davvero forte. Come forti erano le spruzzate delle tette di Mirta. Giocavo con tutti e due i seni, li spremevo entrambi ed altri schizzi di quello che sembrava latte fresco, finivano prima sul mio viso e poi sul mio petto. Poi mi feci piú coraggioso e cercai di approfondire quella nuova esperienza. Avvicinai la mia bocca alle sue areole pronunciate ed inizia a succhiare i suoi capezzoli. Intanto continuavo a premere, schiacciare e palpare con vigore i suoi seni, che a quei massaggi rispondevano con degli altri schizzzi di liquido bianco nella mia bocca. Nessuna mi aveva mai schizzato pima, né in bocca, né sul mio viso. Ma tutto sommato mi piaceva. Cosí continuai a giocare con le sue tette. Vederle “venire”, “svuotarsi” di quello che sembrava latte appena munto, mi stava eccitando da morire. Per la prima volta quello che finiva sul pavimento non era il mio sperma, ma fluidi corporei di una donna! Poco dopo Mirta reclamó la sua parte di sesso, con una mano mi staccó dal suo corpo, si mise di spalle e con l’altra afferró il mio cazzo, che fino a quel momento non aveva perso per un solo secondo la sua erezione. Quindi inizió a camminare e come se tenesse un cane al guinzaglio, prese la direzione della sua camera da letto. Durante quei pochissimi secondi, nella mia mente, come un Flashback, inizia a rivivere tutti i momenti trascorsi nel passato con Mirta.
La prima volta che la vidi fu al primo anno del liceo. Entrati in classe, tutti prendemmo posto un pó a caso ed io trovai un banco vuoto accanto a quello di Mirta. Lei all’inizio non mi notó, ero uno dei tanti, ma poi iniziai a “ronzargli” intorno e cominció a dedicarmi qualche attenzione. Erano i tempi in cui per “mettersi insieme” bisognava seguire un percorso. Tramite amicizie comuni si faceva arrivare la “voce” all’interessata o interessato, che qualcuna o qualcuno, voleva mettersi con un lui o una lei. Se dall’altra parte c’era una risposta affermativa, alla prima occasione, che normalmente era una festa di ballo a casa di qualche compagno, si faceva la propria “mossa”. Io ero letteralmente cotto di Mirta, una ragazzina mora dai capelli lunghi, che giá dopo il secondo giorno di scuola, mi faceva masturbare sotto le coperte pensando a lei. Dopo un sondaggio tra gli amici, venni a sapere che gli piacevo. Cosí cercai di creare il mio momento, che arrivó durante una cena tra compagni di scuola poco prima di Natale. A fine sera i miei genitori passarono a prendermi al ristorante e per non scomodare anche quelli di Mirta, decisero di accompagnare anche lei a casa. Una volta arrivati, l’accompagnai fino alla porta di casa. Era arrivato il mio momento, avevo il cuore che batteva a duemila. Volevo baciarla, ma non sapevo come “partire”. Fortunatamente e con un pizzico di coraggio da parte mia, fu proprio lei a darmi il “via” dicendomi “Buonanotte Chase” con un bacio sulla guancia. Il momento era giusto. Ma non riuscivo a muovermi. Quindi lei fece per entrare in casa. Io gli voltai le spalle, stavo per andarmene. Quando con il cuore che mi esplodeva in bocca, dissi a me stesso “ora o mai piú”! Tornai sui miei passi, dissi il suo nome, lei si giró ed io afferrandola per le braccia gli diedi un bacio. Inizialmente con la bocca chiusa, poi cercai con la lingua di entrare nella sua. Duró pochissi secondi, che peró mi sembrarono un’eternitá a quel tempo. Emozionato e con il cuore che mi batteva in gola, mollai l’osso e tornai in auto dai miei. Ora io & Mirta eravamo ufficialmente insieme. Il giorno dopo eravamo giá piú tranquilli e meno impacciati. I nostri baci diventavano sempre più appassionati e la nostra curiositá verso il corpo dell’altro cresceva ogni giorno di piú. I primi tempi mi avvicinai al suo fisico lentamente, tra un bacio e l’altro, mettevo sempre le mani sulle sue piccole tette. E lei mi lasciava fare. Qualche volta, specialmente quando eravamo soli, riuscivo persino a mettergliele sotto la maglietta. A toccarle senza tessuti che mi facevano da filtro. Il tiro lo alzai un giorno in un noto Parco Giochi della mia cittá, nello specifico sui Roller Coaster (noi le chiamavamo Montagne Russe). Durante un giro, inizia a baciarla, ad infilare la mia lingua nella sua bocca. Intanto con una mano palpeggiavo le sue tette. Andai avanti cosí per qualche minuto, fino a quando non decisi di alzare la posta. Feci scivolare una mano in mezzo alle sue gambe ed iniziai a toccargli l’interno coscia. Dolcemente l’accarezzavo, spostavo la mano su e giu dentro le sue cosce. Poi lentamente tentai la risalita verso la sua giovane fichetta, ma l’accesso era bloccato dalle sue mutandine. Allora con le dita spostai i sui slip su un lato ed infilai completamente la mano in mezzo alle sue gambe, tipo “cucchiaio” e misi la mia mano sulla sua fica liscia. Era fresca, sembrava pulita. Mi limitai a strusciarla lungo quello che sembrava uno spacco in mezzo a due dune. Il pisello mi si stava gonfiando tra le gambe. Ed anche a Mirta quel massaggio sembrava piacere. Per quel giorno non potevo lamentarmi, avevo osato anche troppo. A fine serata, chiuso in bagno, mi svuotai le palle pensando a quel pomeriggio, masturbandomi con la stessa mano che poche ore prima era in mezzo alle gambe di Mirta.
Intanto il tempo passava, i giorni diventavano settimane e le settimane diventavano mesi. Fino a quando, stanco di avere solo baci, stufo di accontentarmi di qualche palpeggiamento rubato e qualche leccata di fica, decisi che era il momento di scopare. Preparai Mirta a quel momento, a piccole dosi. Prima mettendola a suo agio con il mio corpo, ogni tanto baciandola guidavo la sua mano sul mio pisello, poi facendole intuire che volevo qualcosa di piú. Lei non era proprio sicura di volerlo fare, ma nemmeno pronunciava un no deciso. La nostra prima volta avvenne esattamente cinque mesi e due settimane dopo il nostro primo bacio. Niente di pianificato e organizzato, accadde e basta. Mirta mi invitó un sabato a casa sua a pranzo. I suoi non c’erano e lei voleva cucinare per me. Se poi due uova ed un insalata si possono chiamare cucina. Ma a me, a noi, non importava il mangiare, l’importante era stare insieme. Come sempre passammo il pomeriggio in camera sua, tra baci, musica e toccate piú o meno audaci. Abbracciati l’uno a l’altra sul suo letto. Io spalle poggiate al muro e lei tra le mie braccia. La prima mossa la feci io. Inizia a baciarla sul collo, sulle guance, ad accarezzarla per diversi minuti. Prima passai le mie mani in mezzo ai suoi capelli, poi lentamente le feci scendere fino alle sue tette. Lei con le spalle poggiate sul mio petto, mi lasció fare. Allora continuai osando di piú. Abbassai ancora di piú le mie mani portandole lungi i sui fianchi, presi la sua maglia e delicatamente gliela tolsi. Sentivo il mio pisello gonfiarsi nelle mutande e preso dall’eccitazione, gli slacciai anche il suo piccolo reggiseno. Mirta non si voltó mai, lasció fare tutto a me. Continuai a toccarla ovunque, sulle spalle, lungo la schiena, sui fianchi, poi portai di nuovo le mie mani sul suo petto, afferando le sue tette. Ci rimasi non só quanto tempo a massaggiarle, toccarle e strizzarle. Il mio cazzo stava esplodendo e non sapevo se tirarlo fuori o continuare a “giocare”. Mi feci coraggio e provai a spingermi oltre. La presi per mano, ed insieme a lei mi alzai dal letto. Ricordo che non sempre mi guardava negli occhi, in fondo era la prima volta che si mostrava quasi completanente nuda a me. Per metterla a suo agio, mi tolsi anch’io la mia maglietta e continuai a baciarla. Prima sulla bocca, poi di nuovo sul collo ed infine sui suoi piccoli seni. Poi scesi in basso, baciandola anche sul ventre, diverse volte, fino a quando non notai dei brividi sulla sua pelle. Allora dal basso la guardai in viso e con le mani lungo i suoi fianchi, gli abbassai i pantaloni. A quel punto Mirta sembró sciogliersi, fece un passo indietro e si sfiló i pantaloni. Io rimasi in ginocchio ad ammirarla. Poi allungai di nuovo le mie mani verso di lei per avvicinarla a me. Adesso ho la sua fichetta davanti al mio viso. O meglio, la sua fichetta avvolta dagli slip. Ancora uno slancio di coraggio da parte di Mirta. Le sue mani fanno scivolare le sue mutandine verso il basso, mentre una gamba le tira in una direzione qualunque. Ora é completamente nuda. Il cuore mi batte da morire, ma la voglia di baciare quelle altre labbra é troppo forte. Avvicino la mia bocca alla sua fica quasi liscia, ed inizio a baciarla. Piú volte. Sento il mio pisello cercare una via d’uscita. Allora mi alzo, guardo il viso di Mirta e mi abbasso i pantaloni insieme ai boxer. Il mio uccello, quasi non aspettasse altro, spuntó fuori dritto come un palo! Mirta lo fissa, lo guarda, non sá cosa fare. Poi lo afferra e mi bacia. Ma la mentre la sua bocca ormai sá cosa fare, la sua mano sembra paralizzata. Il mio pisello mantiene la sua erezione, la sborra la sento riempire l’asta, ma Mirta non mi aiuta a vuotarmi le palle. Non sá come muoversi! Allora mi stacco da lei e mentre le nostre labbra si separano, la invito ad abbassarsi, ad inginocchiarsi, con lei che ancora tiene stretto il mio cazzo. Ora il suo viso é di fronte al mio uccello pronto ad esplodere, Mirta lo fissa, poi mi guarda, ma non fá nulla. Allora gli afferro il polso ed insegno alla sua mano come muoversi. La guido lungo l’asta e finalmente sento le sue cinque dita che iniziano a masturbarmi. Mollo la presa, lascio che Mirta mi faccia una sega in completa autonomia. Sento le palle esplodermi, percepisco lo sperma salire lungo il mio cazzo. Riconosco i “sintomi”. Anni di seghe e masturbazioni varie fatte fino a quel giorno, mi dicono che stó per sborrare. Ma riesco a trattenermi, faccio ingoiare al mio cazzo lo sperma che voleva buttare fuori. Se avessi voluto una semplice schizzata maturata da una sega, mi sarei accontentato del bagno di casa mia. No, quel giorno volevo la fica. Quella con la “F” maiuscola. Tolgo la mano di Mirta dal mio pisello gonfio con una imminente sborrata in canna, la invito ad alzarsi e tornare sul letto. La faccio sdraiare, poi la seguo, sopra di lei. La guardo negli occhi e successivamente avvicino il mio pisello alla sua fica. Non só cosa stó facendo. Non seguo un copione, mi limito ad imitare quello che avevo visto nei Film per adulti, sulle riviste. Lascio che il mio cazzo tocchi la fica di Mirta. Ad un tratto sento un posto fresco, umido. Una strana sensazione, qualcosa sembra accogliere prima la mia grossa cappella, poi il mio cazzo dritto. Spingo il mio bacino sempre piú giú, della pelle “viva” avvolge il mio pisello. Come se lo avessi fatto da sempre, inizio a muovermi su e giú dentro Mirta. La sento emettere un piccolo grido, ma non mi fermo. Spingo, mi muovo… su e giú… ancora e ancora… qualcosa ancora si muove intorno al mio cazzo, qualcosa pulsa, batte… mi piace… ora sonto pronto a sborrare e….. vengo, sborro… schizzo dentro la sua fica, della crema bianca calda avvolge il mio pisello. Una vampata di calore circonda il mio cazzo… schizzo ancora… sento chiaramente lo sperma uscire e fermarsi su una qualche barriera… come se appena uscito dal buco della mia cappella si fermasse subito sopra di essa… la sborra copre la mia cappella come del sapone liquido… continuo a spingere ed a venire, fino a quando, dai piani bassi, non sento piú nulla, a parte un sensazione di liberazione, di svuotamento. Infine guardo Mirta, non l’avevo mai vista cosí sudata. Sfilo il mio cazzo dalla sua fica, mi distendo al suo fianco e con gli sguardi rivolti al soffitto, rimaniamo nudi nel suo letto per qualche tempo.
Questa é stata la nostra prima volta. Ne seguirono ovviamente delle altre, ed ovviamente piú lo facevamo, piú diventavamo padroni delle nostre scopate.
Restammo insieme per qualche anno io e Mirta, poi le nostre strade si separarono per tanti motivi. Ma siamo rimasti sempre in contatto. Tra lettere, auguri di compleanno e festivitá varie, non ci siamo mai persi di vista veramente. Almeno non nei primi anni dalla nostra “separazione”. Poi, si sá, il tempo e la distanza dividono tutti. Compresi noi. Credevo di non rivedere piú Mirta, che fosse la classica ragazza del primo amore, quello che non si scorda mai, ma che anche non si rivede piú. Ed invece.
Invece quel giorno mi arrivó un SMS di lei che mi chiedeva come stavo, che facevo nella vita, se mi fossi sposato, insomma, le classiche domande che si fanno quando non ci si vede da tanto tempo. Dopo la prima settimana di messaggi, mi dice che gli sarebbe piaciuto rivedermi. Cosí ci organizziamo per un aperitivo un sabato sera. Quando la incontro, rimango per qualche secondo spiazzato. Lei sempre bellissima, ma… in stato di gravidanza! Questo non me lo aveva detto tramite SMS. Si accorge del mio stupore e rompe il ghiaccio con un “non ti piace il mio vestito?”. Entrambi scoppiamo a ridere e ci avviamo verso l’inizio della nostra serata. Seduti al tavolo, ci raccontiamo la nostra vita, i nostri lavori, le nostre storie. Mirta mi dice che ha un buon lavoro, una casa tutta sua, ma che da quando é rimasta incinta, le cose con il suo lui non vanno tanto bene. Poi é il mio turno e gli parlo un pó di me. Dopo un pó, l’occhio finisce sull’orologio. É l’una di notte. Accidenti, il tempo é volato. Andiamo via, accompagno Mirta alla sua auto e la saluto.
– “É stato bello rivederti, magari una sera di queste possiamo cenare insieme e continuare a racontarci la storia della nostra vita” gli dico dopo averla baciata sulla guancia.
– “Perché no? Intanto perché non sali da me Chase? Mi segui con la tua auto e ci beviamo qualcosa a casa mia” Risponde Mirta.
– “Lo farei volentieri. Ma domani devo alzarmi molto presto. Ho un impegno a cui non posso proprio mancare” Continuo io.
– “Peccato. Volevo stare ancora un pó con te. Allora facciamo cosí. La prossima settimana cena a casa mia. Cucino io come ai vecchi tempi. Ti asicuro che sono migliorata!” Aggiunge Mirta sorridendo e accarezzandomi la mano affettuosamente.
Cosí rimaniamo d’accordo per vederci il venerdi successivo da lei. Non nascondo che nonostante la sua gravidanza, il pensiero di fare sesso con lei mi ha accompagnato per tutta la settimana, giorno e notte! Vederla dopo tanto tempo, mi fece venire in mente tutte le nostre scopate, tutte le nostre prime volte: dal nostro primo bacio, alla prima volta che facemmo sesso, passando per le nostre prime vacanze insieme. E adesso, anche incinta, non nascondo che il suo corpo mi attira ancora. La sera del nostro appuntamento sono piú che puntuale e qualcosa mi provoca dei brividi, mi fá sentire agitato. Dico a me stesso che é solo una cena con una tua ex, la tua prima ex! Sono sotto casa sua, Mirta mi apre la porta. É stupenda, indossa solo una tuta, ma é comunque stupenda. Mi invita ad entrare, la sua casa é accogliente, é calda. Arriva il momento della cena. Ci sediamo a tavola, lei é una perfetta donna di casa e si, in cucina é migliorata davvero tanto! Mangiamo, beviamo, parliamo ancora e ancora. Poi ci sistemiamo sul divano, alterniamo minuti di silenzio a momenti di lunghe conversazioni. Un digestivo di troppo e la serata prende una piega che forse non era tanto improbabile. Ci avviciniamo l’uno all’altra ed iniziamo a sfiorarci, a toccarci. Infine ci baciamo con passione, come fosse la prima volta tra noi. Lentamente ci alziamo con le nostre labbra unite l’uno a quelle dell’altra. Quindi Mirta si allontana da me ed inizia a spogliarsi. Lentamente, molto lentamente. Prima la felpa, poi le scarpe da ginnastica ed infine i pantaloni. Io la osservo e mentre il mio pisello cresce negli slip, io la imito facendo altrettanto. Prima la cravatta, poi la camicia ed infine tutto il resto. Intanto Mirta si toglie gli ultimi pezzi di stoffa che coprono il suo fisico gravido. Slip e reggiseno! É bella oggi come ieri. Anche adesso che é incinta, nuda davanti a me, non posso smettere di ammirarla. Nonostante la sua gravidanza, rimaneva comunque una splendida ragazza….. donna!
La mia mente inizia a confondere il passato con il presente, ma la sua voce che grida il mio nome, mi riporta alla realtá:
– “Vieni Chase. Qui staremo piú comodi” Disse Mirta trascinandomi nella sua stanza con il mio cazzo tra le sue mani come fosse un cane da tenere al guinzaglio.
Ora siamo nella sua camera da letto, molla il mio uccello e si siede sul letto. Mette le mani dietro le sue spalle, inclina la schiena ed allarga le sue gambe mostrandomi la sua fica. Io in piedi davanti a lei sono sempre piú eccitato. Non era la prima volta che la vedevo nuda, ma era la prima volta che la guardavo con occhi diversi. E quella nuova visone del suo fisico sembrava non dispiacere al mio cazzo che diventava sempre più duro. Mi avvicino a lei, non smetto di osservare la sua fica cosí….. cosí diversa, diversa da quella che mi ricordavo avesse Mirta, ma soprattutto diversa da tutte quelle che avevo visto fino a quel momento. Non era la solita fica depilata, le sue labbra, le sue grandi labbra, erano enormi, gonfie in un modo spropositato. Mi avvicino al suo posto più intimo, mi inginocchio ed inizio a leccargliela. Non appena la mia lingua tocca il suo spacco, Mirta emette un gemito e si distende sul letto. Divarica ancora di piú le sue gambe, metto le mie mani sulle sue cosce ed affondo sempre di piú la mia lingua dentro la sua grande fica. Percepisco dei battiti, la sento pulsare. Poi smetto, bacio le sue labbra all’esterno e mi soffermo qualche secondo ad ammirarle. Non posso non notare che sono esageratamente umide. Vorrei penetrarla, sento le mie palle esplodere ed il mio cazzo gonfiarsi sempre piú. Ma non só come prenderla, come scoparla in quelle condizioni. Fortunatamente é Mirta ad assumere il comando, forse intuisce che per me quella é una situazione nuova. Si alza dal letto ed mi invita a sdraiarmi su di esso. Obbedisco. Completamente supino ed a cazzo dritto, non gli tolgo gli occhi di dosso. Le sue tette sono davvero grandi, leggermente calate, ma sempre gonfie. Adesso é lei che si inginocchia. Mette le mani sulle mi cosce per rimanere in equilibrio, ed inizia a leccarmi l’uccello. La sua lingua parte dalle mie palle fino alla mia cappella, dove si ferma e lascia spazio alla bocca che si infila dentro il mio enorme fungo rosso. Le sue mani intanto passano dalla coscia esterna fino al loro interno, per poi scivolare e salire fino all’attaccatura delle palle. Mentre la sua bocca, la sua lingua, masturba la mia cappella ed i suoi pollici giocano e stimolano i mie testicoli. Ne ha fatta di strada Mirta da quando ero io ad insegnargli come muoversi sotto le coperte. La sua bocca poi lascia il mio cazzo per tornare a leccarmi tutta l’asta, dal basso verso l’alto, una volta, due, tre. Sento lo sperma salire lungo il mio pisello, avverto la sborra pronta ad eruttare. Provo ad alzarmi per prendere in qualche modo Mirta, la voglio sopra di me, dentro di me, in qualche modo. Mentre cerco di alzarmi, la tensione dei muscoli mi fá sborrare, un solo lungo interminabile schizzo che finisce sotto il mento di Mirta, colando poi nel canale che divide le sue tette. Io non spingo oltre, lascio che il mio cazzo si liberi del primo carico di sperma autonomamente e dopo un paio di schizzate, finalmente sono in piedi. Anche Mirta si alza. Ma mi guarda come se volesse dire “come pretendi di scopare da questa posizione?”. In effetti oggi sono io che non só dove mettere le mani, o meglio, il mio cazzo. Mirta mi fá nuovamente sdraiare sul letto, ma non completamente. Schiena su di esso e ginocchia piegate con i piedi che toccano il pavimento. Poi lei si avvicina a me, si mette a cavallo e per qualche secondo si lascia osservare senza fare nulla. Poi si piega leggermente verso di me, prende le mie mani, le mette a mezz’aria e con il palmo della sua mano mi fa cenno di aspettare. Fá un passa indietro, si gira di spalle e torna a cavallo su di me, di “retromarcia”. Ora capisco. Vuole che la prenda per i fianchi e che l’aiuti a calarsi su di me, sul mio cazzo. Lo faccio! Aiuto il suo fisico ingombrante a scoparmi. Mirta inizia ad abbassarsi sul mio cazzo, piega le ginocchia, la sua fica poggia sulla mia cappella, sento le sue grosse labbra aprirsi, accogliere il mio pisello pieno di sborra. Ci siamo. Se lo infila, glielo infilo tutto dentro. Mirta inizia ad agitarsi, a muovere la sua fica sopra il mio cazzo. Destra, sinistra, avanti, dietro poi effettua movimenti circolari. Le sue labbra avvolgono e stringono il mio pisello, le sento pulsare, lei inizia a godere, sento la sua fica stringersi attorno al mio uccello, sento Mirta gemere. Io ci sono vicino, percepisco lo sperma salire lungo l’asta. Sto per sborrare. Ma poi Mirta, come una sensitiva, si sfila dal mio cazzo, mentre con una mano spinge un punto tra la mia asta e le mie palle. Lo sperma rimane ancora dentro, sono al limite. Si abbassa di nuovo, sfiora il mio cazzo che non é dentro di lei. Il suo culo é sopra le mie cosce e piano piano si avvicina/struscia al mio cazzo. Adesso lo spacco del suo culo tocca il mio uccello. Stringe le sue gambe costringendomi a fare lo stesso. Le mie palle sono schiacciate, sono in tiro sotto le mie cosce. Sento la cappella tirare ed in procinto di schizzare. Poi Mirta, come un atleta, solleva leggermente il suo corpo e cerca di infilare la sua fica sopra il mio palo. La lascio fare aiutandola di nuovo con le mie mani, ma stavolta gliele metto sotto il culo per aiutarla a farsi impalare dal mio uccello. Finalmente la sento scendere sopra il mio cazzo, la sua fica se lo fá scivolare delicatamente tutto dentro. Quindi Mirta inizia a fare su e giú sul mio cazzo. Sono arrivato, la sbora sale, cerca una via d’uscita, le palle gonfie cercano di buttare fuori il loro carico di sperma. Mirta continua a scoparmi, su & giú, su & giú….. si ferma… muove la sua fica in senso orario da seduta… stringe di nuovo le gambe… il cazzo mi tira… cerco di spingerlo piú dentro che posso alzando il bacino…. spingo… spingo… e finalmente vengo, sborro. Sento una lunga schizzata inondarla, poi una seconda, una terza… anche Mirta ha un altro orgasmo, la sua fica non smette di battere… io contiuno a schizzare… a venire piú volte….. poi la sollevo, sfilo il mio cazzo avvolto di sborra e mentre continua ad eruttare, glielo poggio sul suo fondo schiena, lungo lo spacco del suo culo, lo struscio per pochissimi secondi solo per il gusto di vedere la sua schiena innaffiata dalle ultime schizzate del mio pisello. Infine mollo la presa dei sui fianchi e smetto di agitarmi. Le mie palle sono belle che svuotate, giá le sento afflosciarsi e toccare il lenzuolo. Mirta si alza e noto che la sborra ancora gli cola dalla schiena. Ma anche la sua fica non scherza, piccole gocce di sperma le intravedo penzolare dalle sue grandi labbra. Infine si siede vicino a me, dove rimaniamo per qualche minuto in silenzio, in attesa di capire quello che era appena accaduto.
Ma c’era poco da capire. Lei attraversava un periodo negativo con il suo uomo, che negli tempi era assente sia come compagno, sia come amante. E Mirta, nonostante fosse incinta, comunque era una donna e come tale non poteva reprimere l’istinto di fare sesso. Quel sesso che poi mi raccontó, le mancava da mesi. Io invece avevo ritrovato la mia prima ragazza, sempre bellissima nonostante la sua gravidanza, ancora non sposata e con un compagno che la trascurava fisicamente. Questo almeno é quello che ci siamo sempre raccontati, quasi una scusa per quella serata di sesso. La realtá é che io e lei ci siamo sempre piaciuti, ancora oggi proviamo attrazione l’uno per l’altra, ma il destino sembra ci abbia riservato due strade destinate a prendere due direzioni differenti.
Un mese dopo la nostra serata di sesso, l’uomo di Mirta tornó a casa tra mille scuse e centinaia di regali per quel momento di assenza come compagno. Due mesi dopo nacque il loro primo bambino ed a un anno dalla sua nascita, si sposarono. Io e Lei siamo rimasti comunque in contatto, soprattutto con i cari e vecchi SMS (imperdibili e puntuali quelli dei nostri compleanni e di Natale). Ma come ho detto, ormai era arrivato il momento di dividerci, di prendere ognuno la propria strada. Mirta ormai era una donna felicemente sposata ed io avevo forse trovato la persona giusta per iniziare una vita di coppia.
Oggi é una bella giornata e ripensando a tutto questo, ripensando a Mirta, rido da solo sulla panchina del parco della mia cittá mentre attendo la mia donna. Poi il telefono mi avverte che é appena arrivato un messaggio, lo leggo, é lei. É Federica che mi dice che stá arrivando dal fondo del viale. Mi alzo e gli vado incontro. É un mese che stiamo insieme io & lei, ed anche se sono appena trenta giorni, ho voglia di festeggiare. La porteró nel ristorante piú lussuoso della nostra cittá.
E magari….. chi puó saperlo. Forse sará proprio Federica quella giusta!

chasedessler@katamail.com

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Con La Mia Cugina Preferita! 3.3 [Al Mare]

Parte 3:
http://xhamster.com/user/autotune/posts/234236.html

Parte 3.2:
http://xhamster.com/user/autotune/posts/253082.html

Dopo quella piacevole sorpresa, la vacanza si fece sempre più interessante per me.
Il pomeriggio in spiaggia passò velocemente, così arrivò la sera.
Avevamo deciso di andare a mangiare una pizza tutti insieme: io, Chiara, i suoi genitori e mio fratello.
Continuammo la serata con una passeggiata nelle vie più trafficate e verso mezzanotte e mezza tornammo a casa.
Ma la serata non era finita così per me, e ovviamente neanche per mia cugina!
Infatti non ci dicemmo niente, ma con semplici ed intensi sguardi sapevamo che avremmo fatto ancora qualcosa.
Arrivati a casa tutti si andarono a cambiare per andare a dormire, lo tesso facemmo noi.
Mia cugina indossava di nuovo un pantaloncino ed una semplice maglietta, io invece a torso nudo ed in boxer per il troppo caldo.
Fui l’ultimo ad impossessarsi del bagno per lavarsi i denti prima di andare a letto. Uscito da lì tutti si erano messi ai loro posti, mio fratello ed i suoi in camera da letto, e Chiara in soggiorno, dove dormiva con me.
Andai un attimo in camera e augurai agli altri la buonanotte, e uscendo socchiusi la porta.
Arrivato in soggiorno trovai già distesa sul letto mia cugina che guardava la tv, appogiata con la schiena sul muro… Avrei voluto saltare addosso subito, ma non potevo!
Socchiusi anche la nostra porta e mi misi a fianco di lei.
“Dormono?” cominciò.
“No… Non ancora.” continuai.
Mi avvinai comunque a lei ed iniziai a toccarla, cominciai accarezzandole la coscia, lasciata scoperta dal pantaloncino corto, salii lentamente ed infilai la mano prima all’interno degli shorts e poi nelle mutandine.
La guardai il viso, continuava a guardare la tv, stropicciandosi però le labbra.
Io intanto passavo le mie dita tra la sua figa ed il suo buco del culo… Amavo quel gesto.
Continuai alzandole la malietta così da scoprirle i seni, e mi ci fiondai su.
Ad un certo punto ci interrompemmo… La televisione della camera si era spenta, e probabilmente di la stavano già dormendo, infatti mio fratello era solito mettere il timer alla televisione per addormentarsi con appunto la tv accesa.
Mi alzai dal letto attraversai il piccolo ingresso e diedi uno sguardo.
Tutto sembrava tranquillo… Era il mio momento!
Tornai da Chiara, che era in ginocchio sul letto, e chiusi la porta con la maniglia senza fare rumore…
“Mi sembra che stiano dormendo.” Dissi avvicinandomi al letto.
“Va bene!” Si avvicinò a me, mi abbassò i boxer ed iniziò a prenderlo in bocca.
Il mio cazzo era già durissimo, la spinsi sul letto e mi misi sopra di lei.
Le tolsi i pantaloncini e le mutandine, le allargai le gambe ed iniziai a penetrarla. Era già bagnata, eccitata probabilmente anche dalla situazione pericolosa in cui lo stavamo facendo… Con gli altri a pochi metri!
In casa c’era un completo silenzio, rotto solo da rumore dei nostri corpi che sbattevano e da Chiara che ansimava silenziosamente. Continuavo a scoparla, ed intanto abbassai il capo per baciarla sul collo. Lei però si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò:
“Ora io sopra e tu sotto.”
Affondai il mio cazzo fino alla base per un’ultima volte e poi mi staccai.
Mi sdrai sul letto e lei si mise sopra di me.
La aiutai ad infilare l’asta nella sua vagina, e poi cominciò a cavalcarmi aggrappandosi su diverse parti del mio corpo.
Ci divertimmo un po’ così, ma quella volta volevo di più, la feci mettere a pancia in giù, misi in ginocchio su di lei e le leccai per bene il buco di quel culo così perfetto che aveva.
Lubrificai il pene con un po’ di saliva ed iniziai a spingere… Per me era la prima volta, probabilmente non per lei. Appoggiò la testa sul cuscino e con le mani allargò il culo, così da facilitare la penetrazione.
Era davvero stretto, e mi piaceva un sacco. Feci entrare piano piano la cappella, e proseguii sempre lentamente con il resto del pene.
Con il tempo aumentai il ritmo, sentivo che ormai aveva preso la forma del mio cazzo, diventando quasi una cosa sola.
Guardavo il suo viso, che ogni tanto si lasciava scappare una smorfia di dolore, ma sapevo che le stava piacendo.
Ad un tratto mi fermai.
“Aspetta… Senti? Hanno riacceso la tele.” Le dissi, senza però staccare il mio cazzo da dentro di lei.
“Stai calmo, basta fare silenzio e stare attenti.” Bisbigliò.
La cosa mi eccitò ulteriormente, ma mi metteva pressione. Immaginavo a cosa poteva succedere se mio fratello o i miei zii mi avessero visto scopare mia cugina.
Ripresi a scoparla, ma sentivo che da lì a poco sarei venuto.
Iniziai a darle colpi secchi e profondi … Il mio cazzo era in procinto di esplodere, lo estrassi e le sborrai sul fondo schiena.
Andammo entrambi in bagno a ripulirci velocemente e ci mettemmo di nuovo a letto, questa volta per dormire, consapevoli che questa volta avevamo rischiato seriamente.

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Al cinema con mia suocera

Racconto trovato in rete su xhamster.

Un paio di mesi fa ero a milano per lavoro, come faccio sempre prima di tornare a Genova dove vivo con mia moglie, passo a trovare mia suocera che è una bella signora di 55 anni, nonostante la sua età è ancora una bella donna con uno sguardo profondo che mi ha sempre affascinato.
Quando sono arrivato a casa sua lei era tutta elegante pronta ad uscire.
“Stai uscendo?”
Le chiesi pronto a girarmi sui tacchi e ripartire.
“Si sto andando al cinema.”
Mi disse lei facendomi un bel sorriso.
“Cosa vai a vedere?”
Le chiesi che film andasse a vedere mentre eravamo già in ascensore, devo confessare che non mi ricordo bene quale fosse il titolo ma poco importa, quando fummo in strada le proposi di darle un passaggio in auto fino al cinema, dopo qualche convenevole lei accettò di buon grado, gli aprii lo sportello per farla salire e in attesa di poterlo richiudere mi ritrovai spettatore di una bella scosciata con tanto di autoreggenti che non avrei mai sospettato potesse indossare, l’immagine di quel lembo di coscia bianca oltre il bordo nero delle calze mi si inchiodò nel cervello nonostante i tentativi di conversazione, continuavo a rivedermi quella scena maledettamente eccitante, sono un porco pensavo dentro di me, mentre lei mi raccontava quanto fosse difficile la vita di una vedova con le poche amiche ancora impegnate con mariti malaticci e rompis**tole.
Quando arrivai davanti al cinema la salutai e poi con finta premura le dissi.
“Aspetta…”
Scesi di corsa dall’auto, mi riposizionai ad aprirle lo sportello per farmi un replay della scosciata di prima infatti si verificò ma ancora più evidente, la vidi entrare al cinema da sola tutta elegante con la borsa stretta tra le mani, restai per un attimo seduto in auto a pensare, ad un tratto presi la decisione di accompagnarla cercai un parcheggio ritornai al cinema e feci il biglietto, c’era poca gente allo spettacolo delle 18 nonostante il buio la trovai facilmente e andai a sedermi nella poltrona accanto.
“Che ci fai qui?”
Mi chiese sottovoce.
“Mi è venuta voglia di vedere il film con te.”
Le dissi senza molta convinzione tentando di darmi un’aria interessata ai titoli sullo schermo, il film era una cavolata pazzesca, io me ne stavo fermo respirando il profumo di quella donna ripensando alle cosce bianche in prossimità dell’inguine, mi chiedevo come fosse la sua figa, che profumo potesse avere la figa di una donna matura, ero perplesso ma attratto da quei pensieri su cui indugiavo ma che nel mentre erano scesi giù fino al mio cazzo che cominciava a irrigidirsi dentro i calzoni. Ad un tratto il film, fino a quel momento piuttosto noioso ebbe un guizzo proponendo una scena di violenza in cui il vecchio bavoso datore di lavoro violentava la sua giovane impiegata, per mia suocera era una scena raccapricciante che la costrinse a girare la testa nella mia direzione e nascondere il viso con una mano per non guardare, a me in realtà la stessa scena aveva s**tenato una reazione assai diversa e il mio cazzo era ormai durissimo,con senso di protezione verso la madre di mia moglie le cinsi le spalle con un braccio.
“Non guardare.”
Le dissi stringendola e tirandola verso di me, lei rassicurata si scoprì il viso, la vidi mentre osservava la scena che proseguiva sullo schermo, il vecchio datore di lavoro con le brache calate si agitava tra le cosce della ragazzina che ora non si agitava ma sussultava sotto i colpi di bacino dell’uomo, lo sguardo di mia suocera sembrava inorridito ma anche attratto dalla scena che anche io seguivo con la coda dell’occhio, ancora oggi mi chiedo come abbia potuto comportarmi così, resta il fatto che proprio mentre la scena si avviava alla conclusione presi la mano di mia suocera e me la poggiai sul cazzo durissimo.
Lei tentò di tirare indietro la mano e mi guardò con gli occhi spalancati.
“Cosa fai?”
Mi disse neanche troppo sottovoce, io restai muto con gli occhi fissi sullo schermo tenendole la mano bloccata sulla patta dei pantaloni, incredibilmente lei girò la testa verso lo schermo rilasso il braccio e la mano ma si adagiò sulla patta, si aprì e si richiuse serrandomi il cazzo ancora nei pantaloni,cominciò ad accarezzarmi l’asta a stringerla fino a quando aiutandosi con l’altra mano mi sbottono la patta, con abilità infilo la mano tirandomi fuori il cazzo, iniziò a farmi una sega delicatissima mi sembrava di essere tornato indietro di vent’anni, quando le compagne di scuola mi facevano le seghe seduti nelle ultime file del cinema parrocchiale, io restavo fermo immobile mentre lei continuava ora stringendolo più forte e facendola scorrere dalla cappella ai coglioni, con il braccio che le avvolgeva le spalle cominciai a tirarla verso di me, le accarezzai la nuca spingendogliela in modo inequivocabile poi le sussurai.
“Prendilo in bocca.”
Lei docile come un agnellino si chino su di me, dopo aver dato una leccata alla cappella se lo fece scorrere tutto in bocca e cominciò a spompinarmi nel buio della sala,dopo pochi minuti sentii il cazzo diventare ancora più gonfio e spingendole la testa per farle ingoiare quanto più cazzo fosse possibile le riempii la bocca di sperma, lei terminò il lavoro con sapienza con tanto di leccata e succhiatina finale sulla punta, restammo seduti ed abbracciati ancora qualche minuto poi le dissi.
“Andiamo via.”
In auto restammo in silenzio senza dire una parola, giunti sotto la sua casa si girò e mi disse.
“Sali, ti faccio un caffè.”
“Va bene.”
Risposi io, dopo aver parcheggiato rifeci la stessa scena per correre ad aprire lo sportello e guardarle le cosce, questa volta c’era tutta la sua consapevolezza, tant’è che allargò le gambe oltre il necessario dandomi addirittura la possibilità di intravedere i peli della figa che uscivano dalle mutande, appena entrati in casa sapevo che me la sarei chiavata così presi il telefono e chiamai mia moglie.
“Si amore sono passato da tua madre, sono a casa sua ma devo ancora passare da un cliente tardo un poco, si te la passo ”
Appena mia suocera prese la cornetta in mano cominciai ad accarezzarle i seni e palpargli il culo.
“Si tutto bene e Sandrina come sta?”
Le tirai su la gonna, che spettacolo non avevo mai visto mia suocera mezza svestita, devo confessare che restai stupito nonostante l’età era in splendida forma, cominciai a frugarla tra le cosce, poi lei si piegò in avanti poggiandosi sul muretto che divide l’ingresso dal soggiorno e allargò le gambe, io le spostai le mutandine su di un lato mettendo in mostra una figa pelosissima, le infilai il cazzo in un colpo solo cominciando a sbatterla.
“Si… si… ti chiamo dopo…”
“Ma sei impazzito mentre parlo con mia figlia”
“Stai zitta ora pensa a prendere il cazzo come si deve.”
Le dissi e cominciai a sbatterla con quanta forza avevo,andai avanti una mezz’ora buona con lei che continuava a mugolare e ripetere.
“SII… SII… SII.”
null’altro che si, solo quando si accorse che stavo per venire mi disse.
“Ti prego non venirmi dentro.”
Io per tutta risposta tirai fuori il cazzo e le sborrai proprio sul buco del culo che reso viscido mi invitò a rientrare da dietro, il cazzo le scivolò tutto dentro il culo e lì continuai a sborrare fino all’ultima goccia, restai avvinghiato a lei per qualche minuto, poi estrassi il cazzo lentamente, lei si premurò di correre in bagno tornando con un asciugamani umido, mi ripulì accuratamente e mi baciò ancora una volta la punta del cazzo.
Quella sera scappai a casa ma da quel giorno Milano è diventata la piazza più importante per i miei affari, anzi per il mio affare che mia suocera sfrutta con molta abilità.

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In vacanza con mia moglie Monica 04

…Quando ritornammo in camera dopo la breve cena parlammo ancora un po’ di quanto accaduto nel pomeriggio e negli altri giorni della vacanza. Entrambi eravamo concordi di aver vissuto delle sensazioni bellissime. Quelle esperienze ci stavano facendo vivere delle emozioni incredibili e decidemmo di continuare ancora se si fosse presentata l’occasione. Non ci troviamo nulla di male nel fare l’amore solo con la persona che si ama e nel fare sesso coinvolgendo altre persone. All’inizio capitava anche a me di scoparmi qualche altra figa. Poi capii che preferivo la figa calda e accogliente di mia moglie e che non mi dispiaceva affatto vederla scopare con qualcun’altro. Anche a Monica piace così, si diverte ad essere umiliata come le puttane di strada, in presenza di suo marito, e di essere il giocattolo di altri cazzi.
Purtroppo l’indomani, sabato mattina, sarebbe stato il giorno del rientro. Prima di addormentarci ricevemmo una chiamata dalla hall. Era il portiere che ci avvisava se il servizio in camera a quell’ora, le 00.30 circa, ci avesse disturbato. Gli risposi che poteva salire. Entrò un ragazzo con un secchio, una bottiglia di champagne e due bicchieri…..con gli omaggi di Paolo e Gianni. Con il biglietto allegato ci ringraziavano per lo splendido pomeriggio e ci invitavano a passare l’intero sabato nella loro villa al mare come loro ospiti. Il biglietto continuava dicendo che se avessimo accettato non saremmo stati in obbligo di nulla…..ma solo per una giornata di relax prima del nostro rientro in città. Solamente di avvisare il portiere dell’albergo con una telefonata. “Perché no, mi disse Monica”. In fondo quei due cinquantenni piacevano a mia moglie ed erano di compagnia gradevole. Telefonai alla reception dicendo che ci saremmo fermati. Non fummo in grado di bere alcolici per via della stanchezza. Lo champagne era di buona marca e lo infilai nella valigia. Al risveglio trovai un biglietto sotto la porta d’ingresso della camera con il quale Gianni ci chiedeva di preparare i bagagli e di presentarci fuori dall’albergo dove un certo Salvatore (il loro autista privato) avrebbe guidato la nostra macchina alla loro villa a circa 30km di distanza. Monica mi chiese quanta voglia avessi ancora di vederla fare la puttana. Le risposi che a parte l’episodio dell’autogrill, il primo giorno di vacanza, non avevo più avuto la possibilità di vederla alle prese con altri cazzi e che quindi mi sarebbe piaciuto tantissimo. “Anche io voglio giocare ancora….ti farò divertire amore”, mi sussurrò all’orecchio mentre cominciava a tastarmi il cazzo. Si infilò il suo costume a perizoma bianco e un mini abito azzurro. Ai piedi calzò le scarpe trasparenti da zoccola che le erano state regalate il giorno prima quando si era umiliata facendo la cagna in una camera d’albergo. Preparammo tutto e ci presentammo al piano terra. In macchina si sedette dietro lasciandosi ammirare le gambe e la generosa scollatura del mini abito. Salvatore, un vecchio di 65 anni, non perse l’occasione di osservarla dallo specchietto retrovisore o di girarsi verso di lei non appena rallentava per farci vedere qualcosa del posto. Cominciavo a pensare che fosse un peccato che mia moglie avesse indossato il perizoma. Dopotutto Salvatore si comportava in modo molto gentile e cortese. La vista della figa rasata di Monica avrebbe anche potuto meritarsela! Ci portò alla villa. Molto grande, dotata di un giardino e di una spiaggia privata.
Paolo e Gianni furono contentissimi di rivederci, in particolare di rivedere Monica, che venne accolta con un caloroso abbraccio, e si complimentarono con lei per la sua bellezza. Ci mostrarono parte della casa e la nostra camera al piano superiore. Sulle scale non toglievano gli occhi dal culo di mia moglie. Il mini abito si alzava ad ogni gradino e lei sembrava ben contenta di mettersi in mostra. Sistemate le nostre cose ci dissero che ci avrebbero aspettati nella spiaggia poco distante dalla villa.
Mia moglie camminò sui suoi tacchi altissimi sul sentiero in cemento che portava alla spiaggia. Una volta arrivati, Monica si tolse le scarpe e si sfilò il mini abito restando in topless, suscitando subito l’ammirazione dei due cinquantenni. Poi si sdraiò sul lettino a prendere il sole girandosi di tanto in tanto e permettendoci la vista delle tette o del culo. La scritta “troia” che i due porci le avevano scritto sulla pancia il giorno prima era meno leggibile, invece la freccia blu rivolta verso la figa, che era più marcata, si vedeva ancora chiaramente. L’eccitazione aumentava col passare dei minuti.
“Tua moglie ha un culo fantastico, Diego. Non faccio altro che pensare a ieri pomeriggio”. Mi disse Paolo. “Poi quella scritta sulla pancia non fa altro che ricordarmi quanto è veramente troia. Pensi che a tua moglie dispiaccia divertirsi ancora un pochino? Mi sembra ben disposta a lasciarsi ammirare….magari vorrebbe qualcosa di più”.
Monica ci chiese di andare in acqua. Andammo tutti in riva al mare. Era il momento che i due attendevano. Avvicinandosi a mia moglie le chiesero se fosse di nuovo disponibile ad una giornata un po’ particolare. “Mi state proponendo di essere la vostra puttana per un giorno? Solo se promettete anche di scoparmi per tutto il giorno! Però ad una sola condizione….oggi deve partecipare anche Diego, o almeno deve essere sempre presente. Lo voglio con me.” Ribattè Monica.
“Ma certo Monica, tuo marito può stare con te tutto il tempo e farsi tutte le seghe che vuole”. Vero Gianni, disse Paolo. “Certo, e se vuole può anche farci delle foto o dei video come ricordo della giornata”. Aggiunse Gianni.
“Voglio vederti fare la puttana, tesoro”. Mi ritrovai a dire toccandomi il cazzo che si era già impennato.
Gianni si avvicinò a mia moglie e le strinse le tette da dietro. Le stava strusciando il cazzo sul culo. Paolo invece cominciò a baciarla sul viso e a toccarle la figa. Istintivamente Monica allargò le gambe per permettergli di entrare più facilmente. Era di nuovo nelle loro mani. Tra poco sarebbe rientrata nei panni della cagna in calore, quelli che a lei piacciono tanto. Io ero stato il primo a tirare fuori il cazzo dal costume e cominciai a menarmelo. Paolo sfilò il perizoma di Monica e me lo diede: “tieni, segati con questo….senti come tua moglie l’ha già bagnato tutto con la figa”. Infatti l’acqua del mare ci arrivava a malapena alle ginocchia.
“Si segati col mio perizoma, amore. Tra poco mi vedrai la figa riempita da due bei cazzoni”. Mi disse mia moglie. Tolse il costume ai suoi due uomini e li lancio a riva, poi si piegò a novanta per succhiare il cazzo di Paolo. Gianni gli puntò il cazzo sulla figa e cominciò a scoparla. Doveva avere una voglia pazza di farla di nuovo sua perché durò ben poco prima di sborrargli tutto sulla schiena e sul culo. Anche Paolo la scopò a pecora, solo che questa volta la bocca di mia moglie si attaccò al mio cazzo. Sentirla aggrapparsi con una mano al mio culo per attutire i colpi che le stavano aprendo la figa, mi fece salire alla punta del cazzo una sborrata devastante che le riempì completamente la bocca. Ingoiò tutto. Paolo invece la scopò ancora per un paio di minuti prima di prendersi la libertà di riempirle la figa di sborra calda. Anche Monica aveva goduto per le due scopate in riva al mare alla luce del sole.
“Tua moglie ha veramente una figa fantastica, ci fa sempre sborrare dopo poco tempo. Non preoccuparti zoccola, vedrai che tra poco ti faremo godere ancora”. Disse Gianni.
Quando mi girai verso i lettini vidi che Salvatore, l’autista, aveva assistito alle scopate e si stava menando il cazzo. Piccolo, ma con due palle molto grosse. Nell’altra mano aveva una scarpa da zoccola di mia moglie. La teneva con il tacco a spillo vicino al cazzo e sembrava volerci sborrare sopra. Gianni ci disse che a Salvatore piacciono di queste cose un po’ strane. Il suo cazzo si stava però ammosciando, probabilmente per la vergogna di averlo sorpreso. Gianni si avvicinò all’orecchio di Monica e le disse qualcosa. Quindi mia moglie si diresse verso Salvatore e appoggiando un piede sul lettino divaricò leggermente le gambe e si aprì la figa con le mani facendogli vedere la sborra che colava fuori. La freccia blu disegnata sulla sua pancia e che puntava verso la sua figa, ora aperta, aveva un effetto devastante. Il cazzo di Salvatore riprese vigore e una copiosa sborrata finì in parte sulla sabbia, in parte sulla scarpa di mia moglie. Lei divertita prese entrambe le scarpe ringraziandolo e spostasi sul vialetto di cemento le indossò sporcandosi il piede destro con la sborra del vecchio autista.
“Seguitemi se volete divertivi ancora”. La seguimmo all’interno della casa. Si fermò in salotto appoggiata al bracciolo di un lungo divano nero posizionato sopra ad un coloratissimo tappeto orientale. Era bellissima, leggermente piegata in avanti con il culo rivolto verso di noi. Il segno della sborrata di Gianni seccata lungo la schiena. Piegò le gambe e si appoggiò al bracciolo col viso. Con le mani si aprì il culo per farci vedere i suoi buchi. La vista della figa usata di mia moglie mi fece eccitare nuovamente.
“Voglio essere ancora la vostra cagnetta” ci disse non appena le fummo vicini. Paolo prese un paio di manette da un cassetto di un armadio, le bloccò i polsi dietro la schiena e la fece inginocchiare a terra. Poi la fece abbassare. Non potendo reggersi con le mani, Monica fu costretta ad appoggiare il viso sul tappeto con il culo in bella vista. Fu un attimo, Paolo le sputò sul buco del culo e con decisione la inculò facendola gridare per il dolore e continuando ad incularla selvaggiamente. Con un piede schiacciava la faccia di Monica contro il tappeto. Fu una scena altamente eccitante. Le urla di mia moglie e il suo culo che si stava allargando sempre di più sotto i colpi del cazzo del nostro amico. Continuava chiamarla puttana e le chiedeva se le piaceva prendere il cazzo nel culo. Mia moglie rispondeva sempre di si e che voleva che le spaccasse il culo. “Sono una cagna con il culo rotto” ripeteva continuamente. Paolo le sborrò dentro e appena tolse il cazzo dal culo di mia moglie vidi quanto glielo avesse aperto. Monica rimase per un po’ senza fiato poi si girò a guardarmi sorridendo e mandandomi un bacio. Cominciò ad agitare il culo….ne voleva ancora….Gianni si sputò sull’uccello e si godette anche lui una meravigliosa inculata. Anche il vecchio Salvatore guardava la scena con attenzione. Però il suo cazzo non voleva saperne di ritornare in tiro. Si sarebbe goduto anche lui il culo di mia moglie se solo ci fosse riuscito. Poi Paolo mi disse: “dai che aspetti, ha tutti e due i buchi pieni di sborra….infilane uno. Hai ancora tutto il giorno per fare il guardone, adesso goditi anche tu questa grandissima vacca”. La sborra che stava uscendo dal culo le stava colando sulla figa. Decisi di infilarlo nella figa e di scoparla come avevano fatto loro. Sentivo la sborra degli altri sul mio cazzo e le toccavo il buco del culo con le dita per rendermi conto di quanto si fosse allargato. “Senti che bella figa aperta, amore. Hanno inculato e scopato tua moglie come una cagna. Lo sento quanto ti piace. Siii, sborrami dentro”. Disse mia moglie. Al massimo dell’eccitazione le riempii la pancia con dell’altra sborra.
Dopo esserci sistemati e aver mangiato velocissimamente ci riposammo al sole sui lettini per tutto il pomeriggio, facendo anche qualche bagno. Restammo così fino a quando Paolo e Gianni ci chiesero “organizziamo qualcosa per la serata?”…

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In vacanza con mia moglie Monica 01

Come tutti gli anni io e mia moglie Monica siamo partiti da Milano per le meritate vacanze verso la metà di luglio. Il caldo terribile e la mancanza di aria condizionata in macchina, oltre alla esasperata lentezza di mia moglie per i preparativi, hanno fatto slittare la partenza verso le 10 di sera. Per lo meno sono stato accontentato…..mia moglie ha indossato una delle sue minigonne che preferisco: color beige e molto corta con un top rosso per coprire le tette. Mi piace poterle accarezzare le gambe quando siamo in macchina e il fatto qualcuno possa vederci ci fa eccitare parecchio. Peccato ormai per il buio. Circa a metà strada dopo due ore di tragitto direzione Ancona decidiamo di fare una sosta all’autogrill. Probabilmente a causa dell’orario il locale era semideserto, comunque il bar era ancora aperto così da permettermi di prendere un caffè. Decido di mettermi in coda alla cassa dietro a due persone, il biondo primo della fila però è straniero e non riesce a farsi capire dalla cassiera. Passano alcuni minuti e finalmente la situazione si sblocca, ma nel frattempo noto che mia moglie si è seduta a gambe accavallate vicino al bar su uno di quegli sgabelli che arrivano quasi all’altezza del bancone. Guardo dietro di me nella direzione dei tavolini ad una ventina di metri dal bar dove un gruppo di cinque ragazzi ha attirato l’attenzione dei pochi presenti con alcune risate . La cassiera mi chiama, è il mio turno, ordino e pago sempre sentendo uno strano mormorio. Mi volto verso mia moglie e la vedo sempre seduta sullo sgabello con le gambe leggermente divaricate intenta a rinfrescarsi le gambe con delle salviettine umidificate e il tutto girata verso i ragazzi con la minigonna che vertiginosamente sale a livello della zona proibita. Mi accoglie con il viso leggermente arrossato dicendo: “accidenti che caldo, intanto che tu bevi il caffè io vado un attimo in bagno per rinfrescarmi meglio”. E scende dallo sgabello con un movimento che di certo non è passato inosservato al gruppo di ragazzi. Infatti tutti sono rivolti verso di noi, sorridono fissando mia moglie seguendola con lo sguardo fino alle scale che portano alla toilette al piano di sotto. Lei è molto sensuale nei movimenti, aiutata anche dai sandaletti estivi con tacco appena accennato. I cinque continuano a sogghignare….sicuramente le avranno visto il suo perizomino rosso che mi aveva volgarmente mostrato in autostrada allargando le gambe per buona parte del tragitto. Avevamo già fatto diverse volte questo gioco e sapeva benissimo che mi eccitava parecchio. Inoltre scommetto che se avesse saputo di trovare un pubblico come quei ragazzi, mia moglie sarebbe entrata all’autogrill senza mutandine e si sarebbe divertita molto mostrandosi nuda sotto la minigonna. Torna dopo pochi minuti, si risiede sullo sgabello e mi dice: “ tu non vai? non ci fermeremo come al solito lungo l’autostrada, vero? Dai intanto sei ancora in tempo, giù c’è nessuno e il vecchio che pulisce i bagni non ha ancora chiuso”. Mi alzo, mi dirigo verso le scale e con la coda dell’occhio vedo nuovamente mia moglie mostrare le gambe in direzione dei ragazzi che probabilmente si gustano la scena. Dopo qualche minuto riesco a tornare di sopra, lascio una mancia al vecchio che vedo intento alla chiusura, e risalgo le scale. La situazione era decisamente mutata. Infatti mia moglie aveva abbandonato lo sgabello e si era avvicinata ai cinque ragazzi che nel frattempo si erano spostati vicino a dove erano venduti alcuni giocattoli. Osservo la mia mogliettina senza avvicinarmi troppo. Una bella 32enne bionda con gli occhi verdi, capelli lunghi ricci, una seconda abbondante e decisamente un bellissimo culetto. Si abbassa ad osservare alcune riviste, si gira verso di me, apre le gambe e…..vedo la sua figa sotto la minigonna. Rasata con una striscia di peli biondi sul pube. Monica si era tolta le mutandine in bagno ed ora, sicuramente eccitata, aveva deciso di giocare sempre più apertamente. Mi sorride accarezzandosi velocemente la figa con un dito poi si alza, guarda in direzione dei ragazzi che la mangiano con gli occhi, si gira e si abbassa a novanta gradi senza piegare le gambe lasciando che la minigonna si alzi per mostrare la figa e il culo. Che zoccola mia moglie, penso. E’ veramente fantastica….sarà difficile fermarla ora, quando si eccita deve godere e penso che il modo lo abbia ormai trovato. Infatti dopo essersi lasciata ammirare, si avvicina ai ragazzi dicendo loro qualcosa che non sento bene, tra cui sicuramente di non preoccuparsi di me, poi qualcuno comincia a toccarle le gambe e la figa sotto la minigonna e il gruppo scende le scale verso la toilette. Mia moglie è con loro, attaccata al braccio di uno di questi. Li lascio scendere, poi mi affretto per scale in tempo per vedere che uno dei ragazzi (tutti quanti sui 20-25 anni) lascia 50 euro al vecchio custode per farli entrare nel bagno dei maschi. La porta si chiude, mi avvicino e chiedo se posso entrare anche io. Il vecchio finge di non capire, apre la porta, entra e la richiude lasciandomi fuori e chiudendo a chiave. Ho il cazzo durissimo…devo entrare. Busso sempre più forte, poi il vecchio apre e mi dice non fare casino. “C’è una troia dentro….non posso farti entrare. Se i ragazzi godono in fretta magari ti faccio entrare dopo”. Sento godere mia moglie….”sono il marito…per favore fammi entrare, voglio solo vedere”. Entro da solo e la scena è veramente fantastica: mia moglie è seduta su uno dei pisciatoi a muro con la minigonna e il top completamente arrotolati in vita e le gambe oscenamente aperte che si sta sditalinando. I ragazzi non sono da meno, infatti tutti sono con l’uccello in mano e qualcuno è già pronto per andare oltre. Due si avvicinano e si fanno leccare il cazzo, mentre gli altri tre pisciano a turno nel pisciatoio di fianco a quello dove è seduta mia moglie e poi si fanno pulire la cappella. Nel frattempo io mi ero sporto un po’ troppo, qualcuno mi aveva visto e disse: “ fai vedere al tuo maritino come lo succhi bene…. adesso gli mostriamo quanto sei zoccola….leccaci anche le palle mignotta”. Mia moglie eseguiva ad occhi chiusi gustandosi quei bei cazzoni poi girò gli occhi verso di me per fami vedere quanto le piaceva. Mi abbassai i pantaloni e cominciai a segarmi. E’ una droga…vedere mia moglie trattata da puttana mi eccita tantissimo. Poi uno le ha ordinato di alzarsi e di girarsi a pecorina dicendole che così bagnata come era doveva avere proprio un gran voglia di cazzo. A turno cominciarono a trombarsela obbligandola ad urlare verso di me quanto le stava piacendo: “dì a tuo marito che ti piace godere come una cagna in calore……come ti piace farti aprire e rovinare la figa…..come è bello sentire cinque cazzoni che ti sfondano”. Lei ripeteva il tutto senza però fissarmi negli occhi, concentrata a sentire e a godere dei cazzi che la fottevano. Le mani di mia moglie erano appoggiate all’orinatoio con la testa leggermente al suo interno, però avvicinandomi vidi che c’era una scritta che subito non avevo notato e che diceva: “guasto”. Quei porci l’avevano fatta mettere in quell’altro dove tre di loro avevano pisciato poco prima e quindi lei era a diretto contatto con la loro urina. Un pò per i forti colpi, un pò perchè tenendola per i capelli la spingevano verso il basso, vedevo alcune gocce colarle dal naso che inizialmente avevo reputato come delle gocce di sudore. “Lecca il nostro piscio puttana….che tra poco assaggerai anche qualcos’altro”. Umiliata e chiavata….proprio quello che mia moglie desiderava quando trovava dei cazzi con cui riempirsi la figa. Tutti avevano i pantaloni abbassati alle ginocchia e alcuni sembravano al dunque, ma non era ancora finita. La fecero alzare e due la sollevarono tenendola per le gambe sempre ben divaricate; lei si reggeva abbracciando i due giovani e doveva essere in preda ad un orgasmo incredibile: il volto segnato dal piacere, gli occhi sempre socchiusi e obbediente ad ogni loro ordine. Quello che aveva ordinato di alzarla se la stava scopando in questa posizione: “adesso voglio sborrarti dentro, voglio vedere che faccia fa tuo marito a vederti colare di sperma”. Un urlo, il ragazzo che si distacca e la sborra che esce dalla figa di mia moglie sempre sorretta a gambe larghe. Il mio sogno si avverava di nuovo…..vedere la figa di Monica riempita di sborra. Ne godevamo entrambi. Ormai mi segavo senza sosta cercando di ritardare la sborrata per continuare a far parte mentalmente di quel gioco stupendo. Alcune gocce di sperma stavano cadendo sul pavimento, ma ancora per poco, un altro di loro si avvicinò e la pompò fino a venire. Mia moglie era fradicia in mezzo alle gambe, poi quello che era appena venuto raccolse un pò di sperma dalla figa di mia moglie con l’indice, me lo fece vedere e disse: “adesso guarda come ti inculiamo la tua signora!!!!”. Introdusse lentamente il dito nel buco del culo, con lei sempre nella stessa posizione oscena: prima uno poi due… ormai era pronta e infatti venne fatta scendere e messa di nuovo a pecorina. “Lecca tutto, vedi come ti abbiamo trattato da troia? Ti piacciono le dita che sanno di culo e sborra?” “Sì, ma adesso allargatemi il culo…bastardi…mi piace fare la vostra puttana”….diceva mia moglie. Un altro di quelli ancora col cazzo duro iniziò ad incularla spingendo come un forsennato e senza preoccuparsi se i gemiti di mia moglie fossero di dolore o di piacere. Durò molto poco venendo nel culo di mia moglie e girandosi verso gli altri: “che gran culo da vacca che ha questa zoccola…chissà quanti cazzi si è già presa anche nel culo”. Intanto i primi due erano diventati di nuovo in tiro e tutti non vedevano l’ora di infilare il cazzo nel culo di mia moglie. Gli ultimi due le riempirono il culo, poi i primi due che l’avevano scopata offrirono uno spettacolo mozzafiato: uno si sedette sul w.c. e inculò mia moglie che girata a gambe divaricate offrì nuovamente la figa all’altro ragazzo. Subito alcuni favorirono la penetrazione tenendole le gambe ben aperte e io fui invitato ad avvicinarmi per gustarmi meglio la scena. Monica godeva come una vacca…sapevo bene quanto le piacesse prendere due cazzi contemporaneamente. Dopo cinque interminabili minuti uno le venne nel culo, mentre l’altro si alzò e le sparò tutto in faccia ordinandole di ripulire il cazzo con la lingua. Super eccitati da quanto visto, anche gli altri tre la riscoparono velocemente e le sborrarono sulla faccia e sulle tette. Mia moglie colava sborra dal mento alle tette e dalla figa e dal culo lungo le cosce e a terra. Stupenda….. “Dai adesso è il tuo turno”….mi disse uno di loro. La presero per i capelli forzando l’apertura della bocca e ormai allo stremo della mia eccitazione nel vederla tutta sporca di sborra, le venni tutto in gola. Uno le tappò il naso, obbligandola ad ingoiare tutto tra le risa generali e anche un applauso. Infatti dietro di noi il vecchio aveva assistito alla scena ed aveva applaudito. Disse ai ragazzi che era ora di andare, questi si sciacquarono velocemente e il vecchio andando verso la porta, con mia sorpresa, la richiuse a chiave dietro di loro. “Lo sai vero che adesso è il mio turno, disse a me con tono malizioso. Non avrò certo rischiato il posto per far divertire solo voi, sopratutto dopo aver visto cosa sa fare quella puttana. Come prima cosa, rivolto a mia moglie, datti una ripulita che così mi fai proprio schifo, sei piena di sborra ovunque”. Lei si alzò (era seduta sul wc), si diresse verso il lavandino e si lavò il viso. “Muoviti che non ho mica tempo da perdere, lavati pure solo il culo, l’unica cartuccia che ho voglio giocarmela bene. Poi rivolto verso di me: quando mi ricapita una troia che gode a farsi inculare”. Mia moglie iniziò a lavarsi come gli aveva detto, sciacquandosi velocemente il culo, poi il vecchio col cazzo già in tiro l’appoggio a novanta sul lavabo e la inculò gridando tutto il suo piacere. Mia moglie aveva già goduto molte volte ed ora non le piaceva come con i ragazzi. Cominciava a pensare come chi dopo l’orgasmo ripensa a quello che è successo e ritorna alla realtà. Aprì gli occhi mentre subiva l’inculata, si guardò allo specchio dritto di fronte a lei, poi guardò verso di me sempre attraverso lo specchio e con una smorfia mi indicò il dolore che l’inculata ora le stava provocando. Il vecchio la prese con molta rabbia e lo tolse solo dopo averle sborrato dentro. Notò il tanga dentro alla borsetta aperta di mia moglie, lo prese, si pulì l’uccello e lo rimise nella borsetta, dicendo che così la troia aveva un bel ricordo della serata. Poi si tirò su i pantaloni, fece rialzare mia moglie che si abbassò la mini, le mise una mano in mezzo al culo e senza neanche darle un minuto per ricomporsi, ci cacciò fuori dicendo: “merda…. devo ancora ripulire tutta la sborra sul pavimento di quei bastardi”. Mia moglie si ricompose alla meglio i capelli, e a testa bassa camminò davanti a me senza dire parola. Io la guardai da dietro, non aveva fatto in tempo a rimettersi il perizoma, e vidi il vestito pieno di chiazze di sperma con una molto grossa che si stava formando a livello del buco del culo in mezzo alle chiappe (la manata del vecchio aveva lasciato il segno). Forse a causa del passo non troppo sostenuto o forse perchè continuava ad aggiustarsi la minigonna vidi alcune gocce di sperma scenderle lungo la coscia destra. Uscimmo dall’autogrill e salutammo velocemente i cinque ragazzi che ci chiesero di incontrarci ancora lasciando a Monica un foglietto con i loro numeri di telefono. “Forse”, fu la risposta mentre sfiorava con la mano il cazzo di un paio di loro e mentre gli altri le palpavano nuovamente il culo. “Adesso però devo andare”. Salimmo in macchina dove finalmente soli baciai mia moglie ringraziandola per la serata. “Lo so che non ti accontenti di un bacio” mi disse. Si tolse i vestiti e se li mise sotto al culo per non sporcare. Rimase nuda in macchina pulendosi i buchi con delle salviettine. La mia eccitazione cresceva nuovamente. Dopo una ventina di km mi fermai in un’area di sosta vicino ad un paio di tir ed abbassai il suo sedile. Le toccai il culo…era ancora apertissimo e la scopai sentendo quanto fosse allargata la sua figa. Era ancora bagnatissima. La sua lingua sapeva di cazzo e sborra. Pochi minuti e le sborrai sulle tette mischiando la mia sborra a quella che si era seccata poco prima sul suo corpo. Era solo l’inizio della vacanza. Ci saremmo divertiti ancora.