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Convegno sull’inquinamento.

Racconto trovato in rete su xhamster.

In questi giorni son stato a Rimini per un convegno sull’inquinamento dei mari, dato il mio lavoro ogni volta devo ass****re a queste noiose conferenze, l’interessante viene sopraggiunto da una veloce sonnolenza data dalle lunghe ore di viaggio. Dopo la lunga giornata finalmente arrivo nel mio albergo, nulla di eccezionale premetto, giusto un buon punto di sosta per la notte prima di partire, dopo aver cenato con alcuni colleghi la voglia di andare a rilassarmi un po’ era diventata vitale, visto anche la noiosa cena e le classiche chiacchiere finte accompagnate da fiumi di vino.
Finalmente libero! Posso riposarmi in albergo, era più o meno l’una di notte, decido di deliziarmi con un ottimo bicchiere di rum prima di andare a dormire, il bar è deserto, prendo il mio bicchiere e lo sorseggio con calma, pago e mi dirigo verso l’ascensore. Una volta arrivato alla mia camera mi accorgo di aver dimenticato la carta elettronica, scendo e vado a prendere la mia tessera che avevo dimenticato al bar, questa volta c’era una bella donna, anche lei era appena arrivata in albergo. La guardo, bionda, sulla quarantina passata, molto ben curata, scarpe col tacco nere, calze molto femminili e sensuali nere, un tailleur nero con bottoni dorati molto elegante e la borsa, classica signora in carriera anche lei annoiata dalla vita negli alberghi e visibilmente stanca.
In mano stringeva e guardava la mia tessera, io arrivo sorrido e faccio un sospiro di sollievo, lei si volta e mi guarda.
“La tua vero?”
“Esatto, in questo periodo non so dove ho la testa, per fortuna è qui.”
Lei si volta e mi guarda dalla testa ai piedi, mi son sentito un po’ in imbarazzo a dirla tutta.
“Cosa fa un ragazzo così elegante a quest’ora in albergo?”
Porgendomi la tessera.
“Un noioso convegno, purtroppo il mio lavoro me lo impone, sono un biologo marino.”
Lei alza un sopracciglio in segno di curiosità.
“Di certo non se ne vedono molti.”
“Eppure esistiamo.”
Sorrido prendendo la tessera.
“Cosa fa una così bella ragazza a quest’ora in albergo?”
Lei sorride divertita.
“Ragazza??? Mio caro ormai non lo son più da un pezzo! Anche se posso far concorrenza a molte ragazzine di ora! Comunque mi occupo di pubbliche relazioni.”
(il termine più odiato perché non sai mai cosa vuol dire!)
Sorrido divertito
“Qui si pecca di presunzione, lei è una bella donna.”
“Chiamami Barbara.”
“Barbara sei una bella donna, di certo non puoi far un paragone tra una ragazzina e te, sarebbe come paragonare un diavolo ad un angelo.”
“Ah si? Questa proprio non l’ho mai sentita… e sentiamo mmm…”
“Davide.”
“Sentiamo Davide, tu prediligi il diavolo o l’acqua santa?”
“Nessuna delle due Barbara, io posso essere il diavolo o l’acqua santa il resto si adatta a me come è sempre successo.”
Passò un po’ di tempo tra battute piccanti e frecciatine del genere che vi risparmierò volentieri, finimmo col parlare bevendo qualche bicchiere in quel bar deserto e vuoto fino a quando i discorsi si fecero più caldi e lei si avvicinava sempre più a me. Il suo profumo delicato mi inebriava i polmoni, l’eccitazione e l’elettricità del contatto mi mandava in estasi, si avvicinò al mio orecchio sorridendo dicendomi.
“Davide ora che ti ho ridato la tessera perché non mi mostri un po’ la tua camera d’albergo?”
Sorrido e dico.
“Perché no.”
Ci avviamo lentamente verso l’ascensore, lei è sottobraccio a me con la testa sulla mia spalla, lo chiamiamo ed entriamo, appena le porte si chiudono lei si volta mi prende per la camicia e mi tira a se sbattendomi verso la parete dell’ascensore. Iniziai col baciarla sul collo mentre le mie mani la tiravamo a me, l’ascensore salì velocemente, finalmente al mio piano, per fortuna il corridoio è vuoto, la prendo per mano e la tiro verso la mia camera che apro velocemente. Entriamo in camera e lei chiude la porta alle sue spalle mentre si morde il labbro, si sfila le scarpe col tacco, mi fissa, mi desidera, la mia eccitazione era incontenibile ed era stretta in quei pantaloni scomodi.
Ci avviciniamo e iniziammo, la presi di forza e la misi sulla scrivania, le mie mani sotto a quel tailleur scoprivano delle autoreggenti nere, misi le mie dita ai lati del suo perizoma e lo sfilai, aveva un pò di pelo nero sopra e sotto era totalmente depilata liscia ma soprattutto bagnatissima, la sua voglia era incontenibile. Mi mise una mano sui pantaloni stringendo il mio cazzo, iniziò con voracità a sbottonarmi la cintura e quasi con violenza mi abbassò i pantaloni ed i boxer insieme senza darmi tempo di levarmi le scarpe, le mie labbra erano sulle sue, le nostre lingue erano un vortice di passione, le sue mani nel frattempo mi pompavano sempre più forte, io eccitatissimo gemevo dal piacere. Mi spinse sul letto, ero steso, eccitato, con i pantaloni e i boxer abbassati ma ancora con le scarpe, lei si sfilò il vestito lasciando intravedere una biancheria nera di pizzo mozzafiato, senza dire nessuna parola si abbassò e si avventò sul mio cazzo infilandolo di colpo nella sua bocca, sentivo i suoi denti e mi facevano male.
“Ehi così mi mordi, fai male.”
Si sfilo continuando ad agitare.
“Più di così non riesco ad aprire la bocca.”
Vorace lo infilò nella sua bocca riempiendolo di saliva e ingoiando il tutto fino alla sua gola, sentivo dei rumori di soffocamento, a lei piaceva molto, questo paradiso di eccitazione smise cacciandolo fuori dalla sua bocca, iniziò col fissarmi perchè voleva essere ricambiata del piacere. La presi con forza e la misi sul letto, mi alzai e iniziai a togliermi di tutta fretta le scarpe e i pantaloni, Barbara non resisteva più e mi fissava, iniziò a leccarsi le dita e a toccarsi, prima girando sul suo clitoride poi con due dita dentro e fuori sempre più velocemente. Mi fiondai tra le sue gambe leccando il suo clitoride e facendo dei cerchietti, il suo respiro si fece affannoso, le piaceva molto, la mia mano le allargava le labbra rendendomi più facile il lavoro con la lingua, era un lago di piacere un concentrato di donna. Le sue mani premevano sulla mia testa verso di lei, voleva sentirmi dentro, quando mi staccai un respiro profondo uscì dalla sua bocca, la presi e la girai, la sua schiena verso il mio corpo e le mie labbra sul suo collo, era così eccitata che col bacino fremeva di farlo entrare dentro. Prima lo strusciai delicatamente all’esterno, poi dentro, tutto dentro, il suo calore mi avvolse creandomi sensazioni incredibili, la mia mano sul suo ventre la stringeva verso di me, l’altra spingeva la sua testa sul mio corpo dominandola a pieno spingendo con forza e vigore. I rumori e gli odori si diffusero nella stanza come sordi tonfi, lei gemeva come non mai, la staccai da me e la misi nella classica posizione chinata senza mai uscire da lei, le mie mani si spostarono sui suoi fianchi e iniziai a spingere con forza.
“Ancora non ti fermare.”
Spingevo con forza, lei crollò con le braccia adagiandosi con il corpo sul letto, le mie braccia mantenevano il resto spingendo, era diventata un lago, un urlo sordo e acuto uscì dalla sua bocca, diventò tutta sudata, sentii il mio pene bagnato caldo e umido, era venuta, le sue grida di piacere pian piano si affievolirono facendole soppiantare da respiri caldi e profondi.
“Io non sono ancora soddisfatto Barbara, girati.”
“Aspetta un attimo ti prego.”
“NO!!!”
Uscii da lei e la girai verso di me a gambe aperte, lo infilai ancora una volta dentro ma questa volta non ero soddisfatto, volevo di più, lo cacciai e iniziai a sfiorar il suo buco di dietro.
“NOOO, mi fai male con quell’attrezzo.”
“Zitta, voglio godere.”
Inumidì con la mia saliva il suo buco che non era di certo stretto, iniziai a spingerlo con forza ma allo stesso tempo delicato, lei strinse con le mani le lenzuola chiudendo gli occhi.
“AHIA… ahi… mmm…”
Le piaceva non avevo dubbi, iniziai a spingere e lei bugiarda amava questo trattamento, iniziò a massaggiarsi il suo clitoride con la mano.
“Amo gli uomini decisi.”
(mordendosi il labbro inferiore)
Le sue urla di piacere erano contrastate solo dalle mie e dal rumore dei nostri corpi che si scontravano, stavo impazzendo del tutto giungendo al culmine della mia eccitazione, iniziai a spingere sempre più forte, dovevo venire.
“Oddio Barbara vengo!
Lo cacciai fuori, una fontana bianca e calda inizio a schizzare, lei avida e rapida lo prese in mano lo strinse con forza e mi fissò.
“Questo è tutto mio.”
Lo infilò in bocca succhiando tutto con forza mentre mi agitava con forza, erano scariche elettriche e godimento allo stato puro, le mie urla di piacere si sentivano rimbombare nella stanza, lei bevette tutto e poi continuò per alcuni minuti a pompare, poi si spostò e mi disse.
“Davide sei la mia passione travolgente.”
Il giorno dopo la fotografai nella camera, il tutto per dimostrare che non è frutto di una finta ed erotica fantasia, il mio sogno divenuto realtà, grazie Barbara.

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Il trasferimento della mia signora.

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La mia signora si chiama Eliana, è molto carina, piccolina magra seno piccolo capelli corti, sembra una ragazzina anche se ha 38 anni, ha comunque un che di ragazzina viziata essendo figlia unica di una famiglia agiata, lei è impiegata in una azienda con più sedi distaccate. L’azienda a causa di ristrutturazioni ha deciso il trasferimento di Eliana in un’altra sede, la sua mansione ora era allo sportello con il pubblico, lei invece prima aveva una mansione amministrativa, essendo lei come dicevo un pò “preziosa” se l’è presa a male. Con me ne parlava continuamente lamentandosene, mi diceva che aveva la possibilità di ritornare alla sua precedente mansione e relativa sede vicino a casa grazie ai buoni uffici del suo ex direttore ora in pensione ma ancora molto influente. Una sera mi ha chiesto se poteva invitarlo a cena per Venerdì sera, voleva trovare una soluzione, dal momento che è single lei mi ha chiesto se mi dava fastidio la cosa, io ho subito intuito a cosa volesse alludere e prontamente le ho risposto che non mi creava nessun fastidio. Il venerdì io ho un impegno fisso con gli amici e le ho chiesto se poteva ricevere l’ospite da sola, lei ha annuito soddisfatta, forse era quello che sperava, mi disse che avrebbe invitato Paola la sua amica per non trovarsi da sola. Venerdì sera alle 20 arriva l’ospite, io stavo per uscire, ci siamo salutati e me ne sono andato, uscendo è arrivata anche Paola, era tutta tirata aveva un vestito scuro da sera, calze nere velate con scarpe decoltè e tacco alto. Salutandola ho notato che aveva una borsa da boutique con dentro dell’intimo e cercava di nasconderlo, io sono riuscito a vederlo lo stesso e facendo comunque il finto tonto l’ho salutata, lei è entrata in casa accolta da Eliana e il suo ospite. Uscendo con l’auto mi è venuto un dubbio, a cosa e a chi serviva l’intimo nella borsetta? Decisi di fingere di essermene andato, parcheggiai l’auto dove non mi si potesse vedere e sono tornato a piedi entrando dall’ingresso secondario, sono rimasto dietro alla porta che da sul corridoio del soggiorno da li avevo una totale visione del soggiorno e sala da pranzo senza essere visto. Stavano parlando tutti e tre assieme, ad un certo punto Eliana ha chiesto a Paola se le avesse portato la sorpresa per il suo ospite, Paola rispose di si porgendole la borsetta, ah però ecco per chi era l’intimo, per Eliana, lo ha fatto comprare a Paola per non correre il rischio che lo vedessi io, la cosa si faceva intrigante, Eliana a quel punto disse a Paola.
“Mi accompagni di sopra? Tu aspettaci qua un’attimo?”
Lui annuì felice, sono salite e dopo una ventina di minuti scesero, Paola era la prima e disse all’ospite.
“Ora arriva la sorpresa.”
Eliana scese, indossava un miniabito da cameriera trasparente sulle tette, aveva le calze a rete il reggicalze a giarrettiera sulla coscia sinistra e scarpe a tacco alto, il vestitino era talmente corto che si intravvedevano le natiche, Paola disse.
“Ecco stasera Eliana sarà la nostra cameriera cosa ne pensa?”
Lui rispose.
“Benissimo questa si che è una sorpresa!!!”
Paola e l’ospite si accomodano in sala mentre Eliana va a prendere gli aperitivi, durante la sua assenza lui chiese a Paola.
“Le fate spesso queste belle sorprese?”
Lei rispose
“No solo tra di noi di solito ma con lei stasera facciamo un’eccezione.”
Arrivata Eliana presero l’aperitivo e poi cenarono, Paola conduceva in maniera egregia il gioco facendo astute allusioni, facendo intendere fino a dove si potesse arrivare, Eliana la seguiva e serviva prendendosi qualche palpata tra una portata e l’altra, lui era incredulo e molto eccitato diceva che amava questo tipo di situazioni, Eliana non ha praticamente mangiato ha solo servito i due complici. Finita la cena si sono seduti sui divani per prendere il caffè, Paola era difronte all’ospite, Eliana appoggiando il vassoio sul tavolino si è chinata facendo vedere il suo culetto segnato solo dal filo di un minuscolo tanga, Paola allora ha guardato l’ospite che si gustava la visione del culetto di mia moglie strizzandogli l’occhio. Eliana è tornata in cucina per una decina di minuti, nel frattempo l’ospite si è seduto di fianco a Paola accarezzandole le gambe, lei senza parlare gli ha accarezzato la patta dei pantaloni, lui ha tentato di baciarla ma lei gli ha detto.
“Non sono io il piatto della serata.”
Aprendogli poi i pantaloni e tirandogli fuori il cazzo, era molto grosso e duro, lei ha iniziato a menarglielo piano ed è arrivata Eliana, alla vista della situazione ha sospirato dicendo.
“Ah però che grosso…”
Paola le ha ordinato di avvicinarsi dicendo poi a Eliana.
“Girati e fai vedere cosa offri al tuo ospite stasera.”
Eliana si è girata porgendogli il suo sederino, Paola chiedeva a lui.
“Carino vero? Piccolino ma sodo.”
Intanto glielo continuava a menare piano, lui deglutiva dall’eccitazione, Paola ha poi detto.
“Dai Eliana vieni a succhiare il cazzo al tuo ospite.”
Eliana si è seduta ed ha iniziato a sbocchinare il cazzo che le riempiva la bocca, Paola le si è avvicinata e le ha fatto scendere la cerniera del vestitino, glielo ha tolto lasciandola con il tanga trasparente che le copriva solo la fichetta tutta depilata, Paola ha iniziato a baciarle i seni mentre Eliana menando il grosso membro con la mano si faceva baciare in bocca dall’ospite. Con le dita Paola le sfiorava la figa sotto il tanga, l’avevo sempre sospettato che Paola fosse lesbica ma Eliana non me la immaginavo farsi fare da una donna, la situazione era eccitante, lui si è spogliato nudo mettendosi in piedi davanti ad Eliana per farsi sbocchinare. Paola era scesa tra le cosce di mia moglie togliendole il tanga ed iniziando a leccarle la fica rimanendo vestita, poi anche lei si è tolta il vestito rimanendo con l’intimo facendo vedere tutta la sua splendida femminilità e rivolgendosi a lui disse.
“Dai non hai voglia di chiavartela sta bella cameriera?”
Lui senza farselo ripetere le ha aperto le cosce penetrandola, Paola dopo aversi scoperto il seno se lo faceva ciucciare da Eliana baciandola in bocca, era bellissimo vederle, poi ha fatto girare Eliana facendola salire sul membro a smorza candela, si mise dietro e iniziò a toccare il buchetto del culo di Eliana con un dito inginocchiandosi poi a leccargliolo con la lingua. Eliana mugugnava dal piacere e dall’eccitazione dal farsi fottere e leccare in tutti i sui punti erogeni, ad un certo punto Paola prese un flaconcino e iniziò a lubrificare lo sfintere di Eliana penetrandola con due dita per prepararla alla penetrazione anale, difatti le chiese.
“Non pensi Eliana che il tuo ospite gradirebbe provare anche il tuo gioiellino?”
Alzati e siediti sopra, Eliana con me ha sempre rifiutato di prenderlo nel culo, abbiamo provato ma si irrigidisce e le fa male, difatti ha fatto la ritrosa, allora Paola l’ha presa di forza e stesa sul divano aprendole le gambe, lui si è messo davanti e glielo ha iniziato ad appoggiare intanto Paola rassicurava Eliana.
“Vedrai che poi ti piacerà.”
Baciandola in bocca ed accarezzandole la fighetta ma come lui ha iniziato a penetrarla lei ha cercato di divincolarsi dicendo.
“Fermi, basta, mi fà troppo male.”
Paola però le ha preso le gambe tenendole bene indietro e dicendo.
“Dai ti fa male solo al’inizio, fin che ti entra.”
Lui ha ricominciato a penetrarla, Eliana continuava a dire piano… piano, si vedeva che le faceva male d’altronde era un cazzo grosso e lei non lo aveva praticamente mai preso nel culo, ad un certo punto lui le ha dato due colpi decisi penetrandola completamente di brutto, lei ha cacciato tre urla e Paola per farla smettere le ha messo la lingua in bocca dicendo.
“Dai che ti entrato ora ti piacerà.”
Eliana continuava ad emettere delle grida ad ogni colpo poi si è lasciata andare, lui la stantufava e Paola la baciava accarezzandole la figa con le dita, dopo qualche minuto Eliana ha smesso di lamentarsi ed ha iniziato a gemere dicendo.
“Siii mi piace continua così sbattimi più forte.”
Paola continuava a menarle la figa, Eliana godeva dicendo.
“Che bravi siete, che bello prenderlo nel culo.”
Anche Paola si menava la splendida figa, dopo averla inculata in più posizioni lui le ha sborrato in bocca riempiendola tutta mentre Paola godeva masturbandosi, io a quel punto me ne sono andato avendo sborrato a mia volta per l’eccitazione, Eliana è tornata serena e contenta alla sua sede.

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Un Infermiere a domicilio: Monica e il massaggio r

Mi chiamo Marco, 40enne e sono un vero Infermiere e vero massaggiatore diplomato. Lavoro in un grande ospedale del nord Italia ma svolgo anche prestazioni infermieristiche domiciliari. Mi trovo spesso in situazioni imbarazzanti ed erotiche che le clienti creano mascherandosi con falsi problemi o sintomi inventati col fine di avere un amante a domicilio nel massimo anonimato e sicurezza potendo dare sempre una giustificazione credibile ai vicini o eventuali curiosi sulla presenza del professionista.
Ho un sito internet www.sexinfermiere.altervista.org e puoi raggiungermi tramite marcoandoni@hotmail.it

Monica è terribilmente stanca e stressata, demotivata e non valorizzata. Anche dal punto di vista sessuale non ha soddisfazioni e desidera prendersi qualche momento per sè e per rilassarsi.
Monica è una mia collega Infermiera,
lei lavora in chirurgia da sempre, è una brava professionista ma insoddisfatta sul piano sessuale.
Da molti anni non ha rapporti col marito ma, in virtù del giuramento di fedeltà, non lo ha mai tradito nonostante ci abbia pensato spesso, soprattutto stimolata da me che da anni vorrei scoparmela.
Abbiamo lavorato assieme per un brevissimo periodo, io ero ancora allievo infermiere e lei la mia tutor, molto rigida e molto brava sotto la sua veste bianca e la cuffia bianca permetteva fantasie erotiche, ma all’epoca io ero un giovanotto di 20 anni e lei una trentenne fedele.
Oggi Monica ne ha 52 e io 42, ci siamo ritrovati circa 10 anni fa durante uno stage e ci siamo mantenuti in contatto. Le ho raccontato dei miei studi in Medicina Tradizionale Cinese, Reiki e di quanto svolga queste attività a domicilio assieme alle tecniche puramente infermieristiche.
Mi piaceva stimolare Monica e provocarla sul piano sessuale, sicuro che mai me l’avrebbe data.
Monica è alta 165, capelli mori lisci sulle spalle, bel viso, un gran bel sedere morbido e paffuto, una prima di seno con capezzoli sensibili.
Un giorno come gli altri mi parla della riorganizzazione nel suo reparto e della rimodulazione degli incarichi e dei ruoli, mi dice che si sente stressata, non valorizzata e profondamente demotivata; non ne può più anche in virtù del fatto che a casa suo marito non la degna di una carezza o di una soddisfacente scopata.
Come al solito ci provo, la invito per un massaggio come quelli che ci siamo scambiati quando ancora stavo studiando il massaggio cinese; lei è un po’ timorosa, sa che voglio scoparmela ma poi accetta fidandosi della nostra amicizia e di se stessa che mai si sarebbe concessa.
Vado a casa sua. Io sono sposato con una bimba e preferisco giocare in campo straniero, suo marito sarà al lavoro, sua figlia è sposata e non avremo problemi…d’altronde si tratta solo di un massaggio, ma meglio stare al sicuro.
Arrivo a casa sua attrezzato con lettino portatile, creme e oli, candele profumate.
La stanza è già in ombra, apro il lettino ed invito Monica a spogliarsi come meglio crede e vuole, intanto io accendo le candele e scaldo le creme e l’olio.
Sono pronto, Monica arriva col solo perizoma, la sua prima di seno sta su da sola e i capezzoli sono belli dritti, il suo sedere è di quelli a mandolino ma un bel mandolino grande, morbido, pastoso, di quelli che vorresti impastare senza mai smettere.
Velocemente si sdraia prona sul lettino quasi a nascondere il seno come forma di imbarazzo.
Le luci sono già soffuse, le chiedo se è comoda e se avesse qualche punto preciso o più desideroso di essere sciolto; mi dice di fare come voglio, ha talmente tanto bisogno di un buon massaggio che chiude gli occhi, viso infilato nell’apposito buco del lettino, braccia distese e gambe dritte.
Inizio con un massaggio al cuoi capelluto per poi scendere lungo il collo e le spalle, insisto sulle spalle con movimenti centrifughi verso le braccia e le mani, indugio nello scaricare la tensione della parte alta del dorso per poi scivolare lungo la linea dei meridiani dalla nuca verso il sacro con movimenti dal rachide lungo le arcate costali e dalla testa verso il sedere fermandomi al sacro.
Continuo per circa 15 minuti poi noto che Monica divarica leggermente le gambe, è rilassata, pare dormire, il suo corpo è completamente nelle mie mani.
Decido di ungermi bene le mani scendendo dalla nuca verso il sacro e infilarmi delicatamente nel perizoma, non succede niente; ripeto la tecnica arrivando a sfiorare l’ano; non succede niente, ripeto la tecnica stavolta arrivando al suo buchetto del culo, quel buchetto protetto dalle natiche morbide e abbondanti che mi accarezzano la mano mentre questa si fa strada verso la rosellina del suo culo.
Monica non fa cenni. Decido di massaggiarle delicatamente l’ano e risalire verso il sacro, poi mi dedico alla zona che dal sacro va verso le anche, verso il trocantere e scende verso le cosce.
I movimenti sono centrifughi e affondano profondamente nella carne delle sue natiche massaggiando lo sciatico e proseguendo verso il cavo popliteo.
Monica sembra gradire, ogni tanto emette dei sottili versi di gusto.
Massaggio il profilo esterno delle sue natiche che ora sono scivolose e scintillanti di olio.
Adesso tocca all’interno coscia, Monica è sempre prona.
Dal sacro scendo nel perizoma e mi dirigo anteriormente verso l’interno coscia, verso la sua passera senza però volerla raggiungere; da qui la tecnica è per il suo sedere.
Salgo e scendo, salgo e scendo dal sacro verso il suo perineo, Monica divarica ancora le gambe, leggermente ma ancora; decido di tornare al suo buchetto, lo accarezzo, ci giro sopra col dito, mi sembra che Monica spinga il sedere verso il mio dito, decido di penetrarle col dito lubrificato dall’olio, entro leggermente e mi fermo, Monica non dice niente, entro ancora e poi completamente col dito.
Monica rimane ferma rilassata, il dito inizia a stantuffare nel suo ano, delicatamente e piano piano ma in modo continuo.
Poi scendo davanti verso le sue grandi labbra, devo lubrificare il dito e lo faccio tra la sua passera che è completamente bagnata; scorro il dito tra la sua passera avanti e indietro, avanti e indietro lasciando stare il clitoride.
E’ un bagno di umori, risalgo col dito bagnato verso il suo ano e la penetro nuovamente e lentamente; l’altra mano è appoggiata sulle scapole come a tenerla ferma e trasmettere quella energia sessuale del reiki.
Monica gode, ansima, le piace veramente molto ma non emette parola.
Scendo verso le cosce e arrivo ai polpacci e ai piedi dove pratico una bella riflessologia plantare che le dà lo stesso piacere della passera, adesso parla e mi dice di continuare, le piace il massaggio plantare e, sinceramente, anche io lo ritengo una buona tecnica di eccitazione e rilassamento.
Adesso Monica deve girarsi per la parte davanti del massaggio.
Sbuffando per dover fare quella “fatica” si gira supina e mi concede il suo seno che mostra subito i capezzoli rigidi e dritti.
Inizio da un massaggio al viso e al cranio per poi scendere al collo verso le spalle e le mani.
Tocca poi al torace dove pratico movimenti centrifughi dallo sterno lungo le linee costali incontrando tra le mie mani i suoi seni sodi che impasto soffermandomi sui capezzoli e continuando verso il lato.
Pratico questo per circa 10 minuti e i suoi capezzoli sembrano voler bucare le mie mani.
Passo poi all’addome e poi alla pelvi infilando le dita nell’elastico del perizoma senza mai avvicinarmi alla passera.
Ad un certo punto mi accorgo che Monica ha allargato le gambe, decido allora di scendere dentro il perizoma fino al suo pelo pubico e fermarmi, esco del perizoma e dall’ombelico rientro nel perizoma verso le anche e le cosce ed osservo.
Monica è ferma rilassata.
Scendo dall’ombelico e mi dirigo verso la sua passera, incontro il suo clito e lo supero immergendomi nelle sua labbra gonfie, turgide, bagnate.
Avanti e indietro, avanti e indietro tra le sue labbra accarezzando il clitoride e proseguendo posteriormente verso il suo perineo.
Il clito è duro,con due dita lo avvolgo immaginando di scappellarlo come un piccolo cazzo e vado avanti e indietro immaginando di masturbare una cappella gonfia; Monica allarga ancora di più le gambe ed unisce i piedi…vuole godere.
In quella posizione posso arrivare anche al suo buco del culo e lo penetro con dolcezza e profondità per poi risalire verso le sue labbra e il suo clito.
La lascio così, con i piedi che fanno un Babinski positivo, segno di godimento ed orgasmo.
Scendo ora verso le cosce e arrivo ai piedi, riprendo un massaggio plantare e risalgo verso le gambe per tornare alla sua passera che appena sente le mie dita si apre ad accoglierle.
Chiedo ad Monica se vada bene così. Non mi risponde ma tiene le gambe larghe.
Ora tengo una mano sui seni e le massaggio i capezzoli passando da un seno all’altro e con l’altra mano le sto strofinando il clito bagnandomi le dita nei suoi umori.
Sfrego sempre più forte e quando sento che il piacere aumenta infilo il dito nel suo culo burroso, così per circa 20 minuti fino a quando Monica spinge il bacino verso le mie dita in segno che vuole venire.
Non la penetro mai, resto tra le sue labbra strofinando il suo clito e masturbandolo come se fosse un piccolo cazzo.
Lo stringo tra due dita e continuo avanti e indietro fino a quando Monica gode di piacere inondandomi la mano.
Mi ferma, è rilassata.
La copro con un telo e la scio riposare 10 minuti.
Il massaggio è finito, Monica si rialza, mi paga, si veste e la lascio con un bacio sulla guancia in attesa del prossimo massaggio rilassante.

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Un Infermiere a domicilio: Monica mi richiama

Mi chiamo Marco, 40enne e sono un vero Infermiere e vero massaggiatore diplomato. Lavoro in un grande ospedale del nord Italia ma svolgo anche prestazioni infermieristiche domiciliari. Mi trovo spesso in situazioni imbarazzanti ed erotiche che le clienti creano mascherandosi con falsi problemi o sintomi inventati col fine di avere un amante a domicilio nel massimo anonimato e sicurezza potendo dare sempre una giustificazione credibile ai vicini o eventuali curiosi sulla presenza del professionista.
Ho un sito internet www.sexinfermiere.altervista.org e puoi raggiungermi tramite marcoandoni@hotmail.it

Monica mi richiama perchè ha un forte mal di schiena
Monica mi richiama, ha un forte mal di schiena, sono 3 giorni che assume antinfiammatori ma senza esito.
Al telefono le descrivo 4 esercizi da svolgere a terra per sbloccare la sua schiena e lei li esegue in diretta.
Li ripete per la sera stessa e il giorno dopo ci vediamo per svolgerli assieme.
Anche io ho 2 ernie discali che, grazie alle tecniche giuste, sono parzialmente rientrate e oggi sto molto bene.
Ci vediamo a casa sua, io porto un telo da mettere per terra. Monica si presenta in tuta e calze.
Iniziamo con la posizione supina con esercizio di sollevamento e appiattimento dell’addome associato all’inspirazione ed espirazione, avanti così per 5 minuti.
Questo serve come riscaldamento della muscolatura lombare contratta.
Di solito, là dove c’è un’ernia si forma, una contrattura muscolare ed è questa a dare dolore, basta scioglierla e già la situazione migliora.
La mia mano è sulla sua pancia e la accompagno durante gli esercizi di sollevamento e appiattimento della curvatura lombare.
Resto fermo sull’addome facendo movimenti leggeri di rotazione tanto per dare sollievo e piacevolezza all’esercizio.
Con Monica sono molto delicato, aspetto i suoi segnali, non voglio farle mancare al giuramento di fedeltà, voglio che sia lei ad indicarmi cosa vuole.
L’esercizio successivo è a quattro zampe, l’esercizio del gatto. Nella posizione della pecorina deve inarcare la zona lombare e successivamente incurvarla verso il basso, così per altri 5 minuti.
La mia mano massaggia leggermente la zona lombare dalle vertebre dorsali fino al sacro accompagnandola in quel movimento.
La mia mano scorre lungo il suo rachide lombare dal dorso verso il sacro fermandomi lì.
Monica sente che la sua schiena è calda e comincia a sciogliersi.
L’esercizio successivo è in posizione prona, mani appoggiate a terra con caduta delle gambe a destra e sinistra, molto piano , e lentamente per riuscire a sciogliere la contrattura; questo è l’esercizio più doloroso ma anche quello risolutivo.
Le gambe piegate, ginocchia verso il bacino vengono fatte cadere piano piano vincendo le resistenze piano piano a destra e sinistra del corpo; dopo alcuni minuti si avverte un senso di liberazione e si riesce ad avvicinare le ginocchia a terra.
Si procede ancora 5 minuti e poi ci si ferma.
Durante questo esercizio accompagno le cosce di Monica facendo scorrere le mani dalla sua anche verso il suo ginocchio tornando sulla sua anca prendendo in mano la sua natica esterna e sostenendola durante il movimento.
II suo sedere è sempre morbido e la mano palpa una buona parte del suo culo.
Poi scendo verso il ginocchio e ripeto la stessa cosa dall’altra parte.
Monica è calda, leggermente sudata ma pare sentire beneficio dall’esercizio.
Ora è l’ora dell’ultimo esercizio, quello di rilassamento e conclusione, il saluto al sole.
In ginocchio a terra, sedere appoggiato sui talloni, faccia a terra e braccia distese il più possibile.
Si sente la schiena allungarsi, la testa è a terra e il sedere bello in alto.
Questo esercizio dà molto sollievo perchè gli spazi intervertebrali si distendono e anche l’ernia comprime meno e la contrattura si scioglie.
Questa posizione trova molto giovamento dall’applicazione di una pressione verso la testa e verso il rachide.
Mi metto al suo fianco e appoggio una mano sulle sue scapole e l’altra sul suo sacro spingendo verso la testa e verso i piedi, la schiena si allunga e si prova davvero piacere.
Monica mi chiede di continuare in quella spinta e di rimanere lì.
L’esercizio va avanti ancora 5 minuti e poi termina.
Monica resta in quella posizione chiedendomi di massaggiarla per sciogliere le ultime tensioni: è a testa bassa e culo in alto.
Le massaggio le natiche, seguo lo sciatico e mi soffermo impastando il suo bel culo…Monica prova piacere.
Le accarezzo l’interno coscia con tutte e due le mani, e scendo verso le sue ginocchia.
Salgo e scendo tra il suo interno coscia.
Monica rimane a culo in alto ma divarica le gambe.
Rischio, vuole qualcosa di rilassante, mi infilo nei suoi pantaloni della tuta e arrivo al suo bel culo,
vado direttamente al buco del culo e dal sacro scendo e salgo verso il suo buchetto, poi scendo verso la passera che trovo bagnata e aperta, mi strofino la mano tra le sue labbra e arrivo al clitoride già pronto e continuo con un massaggio tra il clito e il buco del culo lubrificandomi tra la sua passera.
Ho il cazzo duro e si vede tra la tuta ma non voglio ins****re, voglio che sia lei ad autorizzarmi.
Continuo sentendo ormai i rumori umidi dei suoi umori e rimanendole dietro appoggiandole il mio cazzo al suo culo, avevo voglia di strofinarmi anche io e venire ma decisi di res****re rimanendo concentrato su di lei per non perdermela, un errore e non sarebbe più tornata.
Continuo con quel movimento fino a quando non la vedo contrarsi e godere, poi cadere sdraiata e rilassata.
Monica si rialza, il mal di schiena è passato, mi paga e mi ringrazia con un bacio sulla guancia.
Adesso sta molto meglio, continuerà per qualche giorno con gli antinfiammatori e forse qualche altro massaggio.
Anche al marito dirà che con i farmaci e il massaggio sta molto meglio.

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Un Infermiere a domicilio: Marco e la pubalgia

Mi chiamo Marco, 40enne e sono un vero Infermiere e vero massaggiatore diplomato. Lavoro in un grande ospedale del nord Italia ma svolgo anche prestazioni infermieristiche domiciliari. Mi trovo spesso in situazioni imbarazzanti ed erotiche che le clienti creano mascherandosi con falsi problemi o sintomi inventati col fine di avere un amante a domicilio nel massimo anonimato e sicurezza potendo dare sempre una giustificazione credibile ai vicini o eventuali curiosi sulla presenza del professionista.
Ho un sito internet www.sexinfermiere.altervista.org e puoi raggiungermi tramite marcoandoni@hotmail.it

Marco mi viene inviato da una collega di lavoro, lui è un ragazzotto 30enne che ogni tanto gioca a calcio con i suoi colleghi di lavoro, in pratica sta seduto tutto il giorno al lavoro e poi una sera alla settimana decide di lubrificare le sue giunture su un campo da calcio.
La collega mi anticipa che ha dolori al rachide lombari ma soprattutto all’interno coscia passando per l’inguine.
Il percorso è quello dello psoas, un muscolo molto potente che dalla metà coscia sale per agganciarsi alla curvatura lombare della schiena, e questo se teso può dare lombalgia; poi ci sono i muscoli di stabilizzazione del bacino e delle anche che dal pube portano verso epifisi femorale e mediale.
Per farvi capire cosa è lo psoas provate, ve ne rendete conto della sua esistenza quando state per venire: la schiena si inarca, il quadricipite femorale si tende, i piedi si danno al Babinski positivo e i glutei si tendono come ad allungare il nostro cazzo o a voler spruzzare ancora più lontano.
Potreste sentire, nella contrazione di questi muscoli, una sorta di rilassamento e di piacere che aumenta con l’irrigidirsi del gluteo e del quadricipite femore, piacere che dalla zona lombare scende lungo il perineo e i femori, a volta si sente anche scrocchiare le vertebre lombari e il senso di rilassamento aumenta dopo la venuta, magari in bocca ad una bella fica.
Ecco, tutto quello che avete fatto è stato utilizzare lo psoas, lo avete allungato, lo avete tenuto allungato per il momento della sborrata e poi le endorfine hanno fatto il resto.
Spesso un sordo dolore lombare si può trattare attraverso una buona educazione allo stiramento e rilassamento dei muscoli del bacino…oltre che con una bella scopata o una sega ben fatta e associata alla conoscenza dei muscoli.
Una cosa simile, non proprio avviene ai muscoli del pube, anch’essi si tendono con quelli del pavimento pelvico per aiutare sia l’emissione di pipì che l’emissione della amata sborra.
Il movimento del bacino e la consapevolezza di questo può portare molto giovamento sia durante una bella scopata ma anche durante una buona sega o un buon ditalino uomo o donna che sia; è uno di questi contesti dove l’autoerotismo può davvero fare molto.
E’ quello che gli atleti fanno quando finiscono una competizione, soprattutto i marciatori, i maratoneti: si allungano le gambe alzandole sopra un ostacolo o facendosele tirare, questo serve ad allungare lo psoas per evitare che il suo accorciamento dovuto all’attività fisica porti al dolore lombare.
Va beh, quindi con la teoria ci siamo, mi preparo e vado a casa di questo cliente, si chiama Marco.
Arrivo a casa sua, mi accoglie, piacere Marco, piacere Marco.
La casa è quello di un single, non foto di donne né di uomini, ambienti piccoli ma confortevoli; Marco è alto 175 circa fisico normale, occhiali montatura nera lenti spesse, mi sembra uno di quesi secchioni dei film; si occupa di amministrazione come dipendente di una ditta della zona.
Finiti i convenevoli durante i quali lo vedevo muoversi un po’ incurvato come a tener fermo il bacino con passi corti, Marco mi illustra il problema, come è iniziato e da quanto tempo ce l’ha.
Gli presento l’intervento, i costi e la probabile durata.
Tutto ok, Marco si mette in slip sdraiato prono sul lettino.
Comincio con lo scaldargli la muscolatura lombare scendendo sopra i glutei e andando al bicipite femorale, circa 20 minuti; si, la zona è dura ma il ragazzotto ha solo 30 anni e la sua muscolatura è forte. Quando avverto che la zona è calma scendo ai lati del sacro verso l’interno coscia fino al ginocchio e risalgo, per circa 10 minuti.
Chiedo a Marco come vada, lui è rilassato, la musica in sottofondo lo distrae e lo assenta dal massaggio, fa una smorfia di piacere e mi dice di continuare.
Adesso si deve girare supino.
Verso l’olio sull’addome e scendo verso i quadricipiti femorali fino alle ginocchia per oliare tutta la zona.
Appena passo nella zona delle anche avverto una forte resistenza sotto le mani e Marco mi dice che avverte molto fastidio, come una corda tirata; se dai trocanteri mi sposto verso i testicoli la tensione e il fastidio aumentano, sento due corde sotto le mani.
Il massaggio deve essere delicato devo prima lavorare a distanza e poi avvicinarmi alla parte dolorante.
Riparto con l’addome arrivando alla muscolatura lombare lungo i lati del corpo, eseguo dei piccoli movimenti di sollevamento del bacino impastando con l’olio la zona dei lombari e sento che Marco apprezza molto; mi dice che ha la sensazione che il sangue vada alle gambe, bene, l’energia sta circolando.
Continuo questo massaggio davvero faticoso per altri 10 minuti, scendo poi lungo le cosce fino al ginocchio e risalgo, impasto sempre più profondo avvicinandomi all’interno coscia.
Le resistenze sono già diminuite e posso massaggiare delicatamente l’inguine senza provocare dolore. Sfrego e premo, sfrego e premo lungo il passaggio della muscolatura pudende per rilassarla; so che questo massaggio non sarà risolutivo e ce ne vorranno altri.
Marco adesso ha le cosce rilassate, che si aprono al mio massaggio.
Mi permette di massaggiare la muscolatura pubica sempre più in profondità e arrivando vicino ai testicoli; riprendo a massaggiare la parte anteriore di quello che avevo fatto prima da prono, sento che la zona adesso è trattabile e meno tesa sotto le mie mani.
Mentre proseguo vicino ai testicoli Marco ha una erezione, inizialmente credevo si fermasse lì ma invece il suo uccello comincia a crescere, e Marco lo nota.
Si scusa giustificandosi col fatto che quel massaggio aveva come fatto circolare qualcosa che prima era fermo. Certo, ho lavorato sul primo chakra, è normale che possa accadere.
La sua cappella è gonfia e il cazzo duro di circa 16 cm, di quelli che stanno bene in una mano.
Decido di passare al lingam…si, al cazzo; lui è sdraiato, lo sto massaggiando, il cazzo è duro, facciamogli vedere come altro aiutare il suo dolore e la sua schiena.
Glielo prendo in mano con le mani unte e comincio a massaggiarglielo scappellandolo su e giu, su e giu.
Marco ha inizialmente un brivido, apre gli occhi, io lo guardo e rido dicendogli che gli farò vedere a cosa serve l’uccello oltre che a scopare. Resto professionale.
Quando vedo che si avvicina all’orgasmo gli descrivo cosa sta facendo:
bravo Marco, adesso inarca la schiena come a voler toccare il soffitto con l’uccello, bravo ancora, contrai i glutei e alza quel sedere, immagina di voler spruzzare lontanissimo.
Per fare questo i quadricipiti si contraggono e il bacino si alza leggermente dal lettino, io intanto lo sto segando piano piano aumentando solo quando la sua posizione è corretta, fermandomi quando sbaglia; ovviamente Marco è bravissimo per non perdersi neppure un colpo di sega.
Ad un tratto sento che vuole venire, lo incito a contrarre i muscoli di prima, dai bravo!
Si sente un crac lombare di 2-3 vertebre che scrocchiano e una fontana di sborra schizza lontano dal lettino.
Il corpo di Marco cade sul lettino a peso morto mentre dal suo uccello escono gli ultimi spruzzi.
Gli chiedo come sta, mi dice che l’aver contratto i muscoli delle gambe e i glutei lo ha fatto stare molto bene durante la sborrata e ha sentito una sensazione piacevole salire fino alla sua schiena.
Scende dal lettino e gli chiedo come stia.
Si piega sulle ginocchia, fa due passi, e sorride.
Non si sente legato come prima.
Prenderà qualche antinfiammatorio e forse scopando un po’ di più potrà sentirsi meglio.
La pubalgia è una cosa importante per un atleta e che può durare molto tempo richiedere terapie diverse, chiedo scusa per questa banalizzazione a chi ne soffre veramente.
Marco non aveva una pubalgia ma solo una aumentata tensione addominale.

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Come tutto è iniziato.

Io ed M siamo amici d’infanzia e coetanei. I nostri genitori erano (e sono) molto amici e fin da piccoli abbiamo spesso fatto vacanze insieme e passato un sacco di tempo uno a casa dell’altro. Con l’arrivare dell’adolescenza abbiamo iniziato a sperimentare le prime seghe in compagnia, a volte anche con altri ragazzi più o meno della nostra età, la maggior parte delle volte guardando giornalini porno che i ragazzi più grandi nascondevano in giro. La cosa è rimasta più o meno invariata per qualche mese fino a che, a casa di lui, non abbiamo scoperto per caso il posto dove suo padre teneva nascosti i film porno. A quel punto non aveva più senso farsi le seghe sui giornaletti quando avevamo a disposizione decine di videocassette. I suoi genitoi lavorano entrambi, quindi le ore in cui la casa era vuota abbondavano. Ogni volta che potevamo ci ritrovavamo a casa sua e stavamo per ore a segarci insieme davanti al televisore. Da lì al resto il passo è stato abbastanza breve: due adolescenti sempre arrapati con film porno di ogni tipo tra le mani…
Pian piano siamo passati dal farci le seghe ognuno per conto proprio al farcele a vicenda per brevi tratti che via via diventavano sempre più lunghi fino a farci venire l’un l’altro. Dopo un po’ però anche quello non ci bastava più ed alla fine abbiamo provato anche il sesso orale. La prima volta che lo abbiamo fatto, ci ha fatti arrapare così tanto che non siamo più riusciti a fermarci. Lo abbiamo fatto praticamente ovunque ce ne sia stata l’occasione, sia al chiuso che all’aperto. Raramente siamo andati oltre ed onestamente non saprei spiegarne il perchè. Dei due quello più “convinto” era sicuramente M anche se non sempre insisteva più di tanto. La cosa è durata per un bel po’ di tempo, almeno fino ai 20 anni d’età. A quel punto finalmente ci siamo fidanzati entrambi ed abbiamo smesso di giocare tra di noi. Del resto era un semplice gioco, un modo alternativo per “divertirsi” in assenza di ragazze. Non c’era alcun tipo di legame sentimentale, volevamo solamente godere e ci riuscivamo alla grande.
In questi 7 anni di “fidanzamento” i miei gusti “sessuali sono evoluti molto rispetto agli inizi. Mi è capitato sempre più spesso di vedere video con gay o transessuali e se all’inizio mi rimanevano abbastanza indifferenti, con il passare del tempo hanno iniziato a stuzzicarmi abbastanza. Pian piano hanno finito per piacermi anche quelli e spesso, mentre li guardavo e mi segavo, mi è capitato di ripensare a quelle giornate passate a succhiarci i cazzi e di fantasticare di averlo di nuovo lì e di poterci fare tutto quel che mi passava per la mente. Non fraintendetemi, scopare con la ragazza era sicuramente più soddisfacente, però quello che facevo con M era qualcosa di diverso.
Ora, dopo sette anni dall’ultima volta che ce lo siamo succhiati a vicenda, siamo tornati entrambi single ed abbiamo ripreso le vecchie abitudini: uscire insieme agli altri amici, andare in giro, in vecanza e naturalmente anche tutto il resto.

Questa prima “intro” si ferma qui.
Almeno per ora, non voglio parlare in modo dettagliato di quello che abbiamo fatto io ed M in passato ma se siete interessati ed avete domande da farmi, potete scrivermi un messaggio privato.

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Cloro

Finisco di sistemarmi I capelli dentro la cuffia di lattice. Li fisso con delle mollette, per aiutarmi, perchè I miei boccoli scuri proprio non vogliono saperne di essere domati.
Tolgo l’accappatoio, lo appoggio sulle gradinate accanto alla piscina, e mi dirigo a inizio vasca. Infilo gli occhialini, salgo sul bordo e mi tuffo di testa.
Inizio a fare le mie solite vasche a stile, entrando e uscendo dall’acqua a ritmo di ogni bracciata.
Dieci, venti, trenta vasche. Sono soddisfatta dei miei ritmi, 30 anni e la stessa agilità di quando ne avevo 15 e partecipavo alle gare di nuoto scolastiche.
Dopo le prime quaranta vasche, mi fermo e mi avvicino al bordo della piscina. Mi appoggio con la schiena alle piastrelle azzurre, per riprendere fiato. Tolgo gli occhialini e me ne sto lì in ammollo.
Vedo con la coda dell’occhio qualcuno tuffarsi nella stessa corsia in cui mi trovo. Nelle altre corsie ci sono almeno 3 o 4 persone, quindi quel ragazzo alto e dal fisico asciutto decide che la mia corsia sia la migliore. Lo osservo mentre nuota senza fermarsi mai, passandomi davanti più volte rapido e s**ttante. Osservo il suo corpo e i suoi muscoli tendersi per lo sforzo. Non è particolarmente grosso né palestrato, ma ha comunque un bel corpo liscio e ben formato.
Dopo un po’ anche lui si ferma. Toglie gli occhialini e si accosta al bordo come io avevo fatto prima di lui. E’ a poco meno di un metro da me. Mi guarda, fa un timido sorriso e poi torna a guardare dritto davanti a se. E’ molto più giovane di quello che sembrava. Avrà 23, forse 24 anni. Non capisco cosa ci sia in lui che mi attira tanto, eppure la sento l’attrazione. Mi piace il suo viso pulito, fresco. Mi avvicino un po’ e lo guardo.
-Ciao.- dico.
Lui mi guarda.
-Ciao..- risponde.
Gli sorrido e gli porgo la mano.
-Mi chiamo Angelica.-
Lui mi stringe la mano sorridendo a sua volta. Ha una stretta forte e decisa, e questo mi piace.
-Sono Marco.-
-Piacere di conoscerti, Marco. E’ la prima volta che ti vedo qui. Io vengo tutte le settimane, ma mi ricorderei di te.-
Lui annuisce.
-Si, infatti è la prima volta che vengo qua. Mi sono appena trasferito nel quartiere, prima vivevo dall’altra parte della città.-
-Ah, ma bene!- dico sempre sorridendo.
Quel ragazzo m’intriga. Mi avvicino ancora un poco e mi appoggio di nuovo con la schiena al bordo. Ce ne stiamo lì vicini, i gomiti che si sfiorano, a guardare gli altri nuotare nelle altre corsie. Mi accorgo con la coda dell’occhio che lui sta sbirciando nella mia direzione, probabilmente cercando di non essere visto. Io mi tolgo la cuffia, lasciando cadere sulle spalle i miei capelli bagnati, prendo un elastico dal polso e inizio a legarmi i capelli in una crocchia alta sulla testa. So che mi sta guardando. So che guarda i miei grossi seni alzarsi leggermente, e probabilmente vede la forma dei miei capezzoli turgidi coperti dal costume olimpionico. Finisco di sistemare i capelli e mi giro verso di lui, che abbassa la testa di s**tto. È diventato rosso in viso. Attraverso l’acqua, mi sembra di percepire un rigonfiamento dentro il suo costume aderente. Ricomincio a guardare dritto di fronte a me. Alzo una mano per ricambiare il saluto di una delle istruttrici di nuoto che mi vede da qualche corsia di distanza, per poi tornare a seguire i ragazzi del suo corso.
-Lo so che ti piaccio.- dico senza guardarlo.
Lo sento irrigidirsi accanto a me.
-Ho percepito il tuo sguardo. Probabilmente ti affascina l’idea di una donna più grande di te che se ne sta qui vicina a te, in costume da bagno, lo capisco. E credimi..-
Mi giro e lo guardo. Lui alza lo sguardo su di me e mi guarda a sua volta, sempre rosso in volto.
-..anche io sono affascinata da te.-
Guardo di nuovo dritto davanti a me. Metto una mano sott’acqua e l’appoggio sul suo pacco. Lui si lascia sfuggire un gemito leggero, per la sorpresa. Non mi ero sbagliata, posso sentire il suo pene duro ed eretto attraverso il costume. Sorrido maliziosa, sempre senza guardarlo.
-Allora- comincio -che fai nella vita, Marco?-
Lui non risponde. Respira in modo pesante, è eccitato e allo stesso tempo intimidito. Lo guardo.
-Studi? Lavori?-
Faccio scivolare la mano dentro il costume e lo stringo nella mia mano, accarezzandolo.
Attendo qualche altro istante, mentre lui cerca di comportarsi come se non avesse la mia mano sul suo arnese.
-I…io…aah…- balbetta.
Prova a ricomporsi, prende un bel respiro.
-Io studio..- dice -..vado all’università. Economia e commercio.-
-Ah, ma che bello! Avevo degli amici che frequentavano quella facoltà. Io invece mi sono laureata in lettere moderne. Ma si parla di qualche anno fa, ormai.-
Lui annuisce e abbozza un sorriso, ma subito il suo volto si contrae in una smorfia di piacere perchè con la mano ho iniziato a fargli una sega dentro il costume.
-Sei fidanzato?- domando, guardandolo negli occhi. Lui non distoglie lo sguardo, improvvisamente un po’ meno intimidito.
-No, non più. Ho alle spalle una storia…finita da poco..-
Fatica a finire la frase, e ansima. Davanti a noi nelle altre corsie la gente nuota, chiacchiera a bordo vasca, si tuffa dai trampolini. Da un momento all’altro qualcuno potrebbe decidere di entrare nella nostra corsia, e mettere fine al nostro gioco. Ma per il momento va tutto bene. Nessuno ci disturba.
Aumento la velocità e lui fatica sempre di più a nascondere i brividi di piacere. La sua espressione è ferma, ma i muscoli del suo volto ogni tanto si contraggono senza che lui riesca a controllarli.
Smettiamo di parlare. Lui guarda di fronte a se, io faccio altrettanto. La mia mano non gli da tregua e continuo a masturbarlo sott’acqua. Ogni tanto emette dei sussurri, dei gemiti leggeri, trattenuti a stento, che io riesco a sentire. Mi sento eccitata tanto quanto lo è lui, e i miei capezzoli sono così duri e turgidi che mi sembra possano bucare il costume da un momento all’altro.
Vado avanti per quasi dieci minuti finchè all’improvviso lui si volta verso di me e mi fissa negli occhi.
-Sto…sto per venire…- sussurra, paonazzo in volto. Gli leggo in faccia lo sforzo che sta facendo.
-Non credo di poter res****re ancora…-
Sfilo la mano dal suo costume. Lui sembra rilassarsi un poco e riprende fiato. Io gli sorrido.
-Credo sia arrivata l’ora per me di uscire, sono qui dentro da troppo. Forse dovresti uscire anche tu. L’acqua ti rovinerà la pelle.-
Gli lancio un ultimo sguardo e esco dalla piscina facendomi leva con le braccia. Recupero l’accappatoio e rientro negli spogliatoi. Mi fermo appena dietro l’angolo. Sciolgo i capelli e aspetto. Dopo un paio di minuti lo vedo sbucare di fronte a me, fradicio. L’erezione ancora lì, al suo posto.
Si fionda su di me, mi schiaccia contro il muro e inizia a baciarmi. Io ricambio, avvinghiandomi a lui, mentre sento già le sue mani dappertutto.
-Non qui…-sussurro.
Mi libero e lo conduco dentro una delle cabine dello spogliatoio, l’ultima in fondo. Chiudo a chiave il cubicolo e siamo in penombra, in questa s**tola di legno poco spaziosa. Al suo interno solo dei ganci per appendere gli abiti e un’asse fissata ad una delle pareti che serve da panca.
Lui ricomincia subito a baciarmi e con un gesto deciso mi abbassa le spalline del costume e me lo tira giù fino all’ombelico. Mi prende i seni tra le mani e sento le sue dita pizzicarmi i capezzoli. Lascio andare un gemito quando si abbassa e inizia a leccarli e succhiarli, mentre io inarco la schiena premuta contro una delle pareti. Porto le mani ai suoi fianchi e gli faccio scivolare giù il costume, scoprendo finalmente il suo pene gonfio e rigido. Lui se ne libera con rapidità e poi tira giù completamente il mio, lasciandomi nuda, le gocce d’acqua che mi colano per tutto il corpo. Mi spinge sulla panca, mi siedo. Lui si inginocchia, si mette le mie gambe sulle spalle, e affonda la faccia tra le mie cosce. Inizia a leccare e i miei gemiti iniziano a farsi sentire. Ad ogni leccata è una scossa, ogni scossa un gemito che non riesco a trattenere. Inarco la schiena mentre lui riprende a massaggiarmi i seni e la sua lingua non si ferma mai. Sento delle voci fuori nello spogliatoio, così chiudo la bocca. Mi mordo il labbro per cercare di non fare rumore, anche se ogni tanto qualche mugolio mi scappa. Lui si ferma, si alza e mi bacia. Poi mi guarda intensamente.
-L’hai voluto tu.- sussurra con un sorriso.
Mi tira in piedi, mi ritrovo di nuovo contro la parete. Da una leccata ai miei capezzoli, poi con un gesto deciso mi solleva una gamba e sento quasi subito il suo pene scivolarmi dentro in un colpo solo. Mi scappa un grido che fortunatamente mi si strozza in gola. Fuori un paio di ragazze scherzano e ridono mentre prendono dall’armadietto il necessario per farsi la doccia.
Inizia a penetrarmi con forza, dando dei colpi decisi con il bacino. Inizio ad ansimare senza controllo, in preda al piacere, sforzandomi di non fare troppo rumore ma non riuscendoci molto bene.
-Sssshhh- dice lui, e con la mano libera mi tappa la bocca, soffocando i miei gemiti.
Continua con colpi sempre più forti e ravvicinati, forse per cinque, dieci, quindici minuti, non so dirlo. Perdo la cognizione del tempo mentre vengo penetrata in quella cabina, in preda al piacere e con le cosce bagnate del mio stesso liquido caldo.
Si ferma, lo tira fuori, mi bacia. Butta a terra in fretta il mio accappatoio e mi ci fa sdraiare. In un secondo mi è sopra e ricomincia a penetrarmi. Ormai non faccio più caso al vociferare delle persone che entrano ed escono dallo spogliatoio, ho la mente completamente annebbiata dal piacere sempre più intenso. Ci scambiamo di posto, si sdraia sulla schiena e subito mi siedo su di lui. Inizio a cavalcarlo muovendomi su e giù e dando colpi secchi col bacino. Ansimo, gemo sottovoce, mentre lo guardo e vedo sul suo volto espressioni di piacere intenso. Lo bacio, gli graffio il petto, mi muovo senza sosta. Lo sento aprirmi e penetrarmi, dentro e fuori, dentro e fuori, e all’improvviso una scarica mi percorre tutto il corpo, improvvisa, e lascio andare un lungo gemito mentre inarco la schiena e l’orgasmo mi percorre dal ventre fino alle estremità, facendomi tremare.
Cerco di riprendere fiato, mi alzo quel tanto che basta da permettermi di sfilarlo. Il suo pene è fradicio dei miei umori. Lui si alza, mentre io rimango a terra, sull’asciugamano. Lo prendo in mano e mi metto a fargli una sega. So che sta per venire, ha la stessa espressione che aveva in acqua quando mi aveva fermata. Lo prendo in bocca e mi metto a succhiarlo. Lui geme per questo piacere improvviso, e inizia leggermente a tremare. Sta per scoppiare. Lo tiro fuori dalla bocca, lo punto sul mio seno e prendo a masturbarlo più veloce. Tempo qualche secondo, e inizia a schizzarmi tutto il suo seme sul seno, ansimando in preda all’orgasmo.
Si svuota completamente su di me, poi si siede sulla panca, riprendendo fiato. Mi pulisco con un lembo dell’accappatoio e mi alzo. Mi avvicino e lo bacio dolcemente, poi gli lecco l’angolo della bocca e mi allontano un po’ mentre lui non smette di guardarmi, rapito.
-Credo…credo che…sia stata…l’esperienza…più eccitante della mia vita..- dice con il fiato corto.
Io gli sorrido.
-Te la meritavi. E io anche. Era da un po’ che non provavo un piacere così.-
Lui non smette di guardarmi. Sorride.
-Grazie.-
Io m’infilo l’accappatoio pronta ad uscire dalla cabina.
-Non devi ringraziarmi, davvero. E’ stato bello per entrambi.-
Si alza, mi afferra da dietro, senza voltarmi, e mi stringe contro di sé. Sento il suo respiro sul mio collo, le mani sui miei seni, il mio cuore che batte all’impazzata.
-Invece devo. Devo e voglio ringraziarti.-
Mi slaccia l’accappatoio, lo apre.
-Ma cosa…aspetta..- provo a dire, ma lui già fa scivolare una mano sul mio ventre.
-Allarga un po’ le gambe..- mi dice.
Io esito un istante, ma poi faccio come dice.
La sua mano scivola giù, tra le mie gambe, e inizia a massaggiarmi il clitoride con le dita.
Ricomincio a gemere quasi subito. E’ maledettamente bravo, e le sue dita scivolano e si muovono esattamente nel punto giusto e nel modo giusto. Quasi senza accorgermene divarico di più le gambe e chiudo gli occhi, e mi lascio toccare così fino a che di nuovo esplodo in un altro orgasmo.
Rimaniamo così per qualche minuto, in silenzio, mentre il mio cuore inizia a calmarsi e lui mi stringe da dietro. Sento l’odore del cloro che mi invade le narici, pungente. I nostri corpi sono cloro, odorano di cloro. Sono come mischiati assieme, come il cloro disciolto nell’acqua.
-Se ti interessa..- inizio -..io sono qui tutte le settimane per tre giorni la settimana. I giorni centrali, di solito. Potremmo nuotare insieme, qualche volta. Magari poi possiamo andare a berci un caffè. O magari niente di tutto questo.-
Lui rimane in silenzio per un attimo.
-Mi piacerebbe molto.- dice.
Mi sciolgo dal suo abbraccio, lo saluto, esco dalla cabina.
Sono andata in quella piscina per anni, tutte le settimane, per tre giorni la settimana.
Non mi sono mai sentita spossata come oggi.

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Una strana situazione (Parte 3)

Durante il viaggio di ritorno Luisa fu molto silenziosa mandando ogni tanto un profondo sospiro. Rispettai la sua volontà ma cercai di guidare il più veloce possibile eccitatato come ero dopo aver udito il suo invito. Mi sembrava veramente impossibile quello che era successo soprattutto perchè nessuno di noi due l’aveva cercato. Pensai anche a mia moglie e mi sentii leggermente in colpa ma non pentito. Luisa, come se mi avesse letto nel pensiero, mi chiese
“riusciremo a tenerlo nascosto?”
“Son convinto di sì. siamo adulti e sappiamo entrambi che questo sarà un week end irripetibile. Dobbiamo liberarci di tutti i pensieri negativi e goderci quello che verrà!
“Hai ragione. Mi dispiace solo che non è successo prima. Mi ero dimenticata di qualnto è bello il sesso ed ora è troppo tardi per tornare indietro. C’erano degli amici che mi venivano dietro subito dopo che Paolo è venuto a mancare. Mi potevo rifare una vita”
“Ora è inutile pensarci. Non rovinarti il poco tempo rimasto”
appena entrati in casa corremmo nella camera da letto e ci spogliammo velocemente. Il cazzo era già pronto all’uso e capivo dai suoi sguardi vogliosi che anche lei lo era.
Avevo una voglia enorme di fare sesso ma sapevo che sarebbe stata l’ultima volta ed era triste per questo. La feci sdraiare supina sul letto e comincia a baciare un lobo dell’orecchio mentre con una mano le sfrigavo alternativamente i capezzoli. Non avevo nessuna fretta e non volevo che lei ricordasse questo pomeriggio solamente perchè aveva provato per la prima volta il sesso anale. A dire il vero nenche mi interessava quello. Volevo farla impazzire dal godimento, mandarla in estasi per gli orgasmi avuti e poi, se arrivava, le avrei fatto provare anche quello.
Ora con la bocca le risucchiai il capezzolo più vicino e lei cominciò a gemere per il piacere che provava. Allungai allora la mano verso il clitoride e presi a fare dei cerchi lenti intorno ad esso che lei accettò con piacere vista la reazione del suo corpo che iniziò a tremare leggermente. Guardandola fissa negli occhi passai a sfrigolare ‘altro capezzolo, aumentando contemporaneamente la velocità dei cerchi intorno al clitoride e la vidi entrare in estasi nel momento del suo primo orgasmo pomeridiano. Alzò gli occhi verso il soffitto mostrandomi solamente il bianco dei suoi bellissimi occhi, aprì leggermente la bocca comiciando a gemere sempre più profondamente e finalmente
“si, si Luigi, siiiiiiiii” grido mentre veniva sopraffatta dal violento orgasmo.
Attesi che si calmasse prima di scendere tra le sue gambe e cominciare a farle un bidet completo alla fica spalancata in modo osceno. Aveva un buon sapore e me la mangiai letteralmente leccandologliela per tutta la lunghezza partendo dal clitoride. Mi aiutai con una mano per aprire meglio le grandi labbra e inserire la mia lingua il più in fondo possibile in quel buco succoso mentre lei, ormai sempre più disinibita, mi prendeva la testa tra le mani e me la guidava nei punti più sensibili e bisognosi di leccate e succhiate. Non so veramente per quanto tempo sono rimasto in quella posizione ma no mi dispiacque affatto. Dopo il suo ennesimo orgasmo mi alzai e mi misi sopra di lei posando il cazzo sulla fica. Non entrai subito ma attesi che lei mi guardasse negli occhi per poi entrare lentamente facendole sentire tutta la lunghezza del cazzo. Entravo e uscivo lentamente per nulla dimentico del fatto che lei aveva ancora il minuscolo plug nel culo.
“L’ho fatto provare prima alla madre” pensai tra me e me ricordando l’intenzione di regalare i restanti plug a mia moglie
Prima di godere tolsi il cazzo dalla sciacquante fica e lo misi tra le tette che erano state una delle causa della nostra storia. Le strinsi e cominciai a muovermi sempre più velocemente ma lei tolse le mie mani e ci mise le sue dicendomi di avanzare un poco e poi prese la cappella in bocca e la risucchiò. Mi sentivo esplodere e dopo altri due o te movimenti lo feci urlando il mio orgasmo sparando lo sperma in bocca e sul viso di Luisa.
Rimanemmo abbracciati in silenzio per un po’ di tempo e poi mi addormentai profondamente.
Mi svegliò mia moglie quando chiamò sul cellulare per dirmi quanto si era divertita quel giorno e quanto sentiva la mia mancanza. Sarebbe tornata il giorno successivo in tarda serata. Per ultimo mi chiese notizie della madre e se era stata fastidiosa.
“No cara, è stata veramente brava. Non mi ha infastidito per niente, anzi”
Proprio in quel momento Luisa rientrò in camera e mi fece cenno che non voleva parlare con la figlia.
Si era messa addosso una camicia da notte trasparente, mai vista in precedenza, e dopo aver riattaccato mi pose il caffè che mi aveva portato. La mia reazione alla sua vista fu facilmente notabile da parte sua che ridendo mi disse
“ma non ti stanchi mai?”
“mi capita solamente con le belle donne e solo in questa casa”
si mise sul letto e mi abbracciò posando la testa sul mio torace per poi allungare una mano e cominciare ad accarezzarmi il cazzo. Non sapevo le sue intenzioni ma era libera di fare quello che voleva. Rimase pensierosa a lungo ma poi … scese con la testa e cominciò a baciarmi il pube. Baci leggeri, sfiorati, o anche solo accennati. Dal pube sorpassò il cazzo per passare allo scroto che prese in mano come se lo dovesse pesare e cominciò a leccarlo. Neanche sua figlia mi aveva fatto una cosa del genere. Sapete quanto sia innamorato di mia moglie e quanto sia fiero della nostra sessualità, ma quello che stava facendo Luisa era inspiegabile. La mia eccitazione cresse a dismisura ed ora ero io che ero in estasi. Ero io quello che alzò gli occhi al soffitto quando lei prese a leccarmi il cazzo. Ero io quello che le prese la testa tra le mani per darle il ritmo giusto per me. Ma lei ad un certo punto si fermò e si alzò per togliersi la camicia da notte che pose sul comodino da dove prese il flacone del lubrificante.
“Ho tolto quella supposta che mi avevi messo nel culo. Ora fammi sentire il tuo cazzo, ti prego”
La feci distendere prona sul letto e spruzzai un po’ di lubrificante sul suo ano cominciando a massaggiare tutto il solco delle natiche. Volevo che si rilasse al massimo e allora le misi un cuscino sotto la pancia in modo che il bacino rimanesse sollevato dandomi via libera ad entrambi i buchi. Mentre con una mano massaggiavo tra le scivolose natiche con l’altra comincia a farle un ditalino. Aggiungi altro lubrificante sull’ano e ripresi a “torturale” il clitoride e contemporaneamente inizia a spingere un dito nell’ano. Da Luisa nessuna reazione se non il continuo gemito di piacere. Mossi il dito nel culo avanti ed indietro ed aumentai lo sfrigolamente del clitoride. Attesi di sentirla godere prima di forzare l’ingresso al secondo dito. Ora l’ano ero più largo ma non al punto di accettare senza troppo dolore l’ingresso del mio cazzo ma ero talmente eccitato che non sarei durato ancora troppo a lungo e sicuramente quella era l’ultima cartuccia che mi restava per oggi.
Tolsi le dita dal culo e presi di nuovo il flacone. Versai una buona dose sull’ano e sul mio cazzo. Quando posai il glande sull’ano sentii Luisa irrigidirsi un poco ma poi si rilassò da sola ed io spinsi piano, pianissimo, fermandomi ad ogni suo sospiro dicendole sempre di restare rilassata. Alla fine il cazzo entrò per intero ma fu una grande fatica. Luisa si lamentava ed avevo paura di farle troppo male.
Lei capì le mie intenzioni di smettere e mi bloccò dicendomi
“non ci pensare per niente! Dammi un minuto e poi ricominciamo. Lo desidero da quando ho sentita mia figlia incitarti di farlo. Fallo provare anche a me, ti prego”
“ok se è questo che desideri. Ma sappi che all’inizio sarà ancora più doloroso.”
“non ti preoccupare, non pensare che sia io qui con te. Ecco pensa che ci sia tua moglie.”
Iniziai a muovermi lentamente e ad ogni lieve spinta udivo il suo lamento diminuire sempre di più. Quando aumentai la velocità i suoi lamenti aumentarono ma ormai … non mi potevo più fermare perchè ero prossimo all’orgasmo. Le ultime spinte furono accompagnate da urla di dolore di Laura e di piacere da parte mia. Mi dispiacque molto per questo mio egoismo ma l’avevo fatto per lei,
Al ritorno di mia moglie a casa le cose tornaroro alla normalità come anche i rapporti tra me e Luisa. Lei il venerdì usciva con le amiche dandomi la possibilità di far l’amore con lei. Dopo un mese io e mia moglie ci trasferimmo in un’altra casa e ricominciammo ad amarci ogni volta che volevamo senza nessun problema.
Per finire devo dirvi che durante il trasloco, mentre mia moglie sistemava le cose nella vecchia casa ed io facevo aventi e indietro con altre cose da trasportare, Luisa mi chiese di far sesso con lei un’ultima volta e questa volta ha avuto il suo orgasmo anale.
FINE

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Il seduttore maturo

Salve amici, mi chiamo Patrizia. Io e mio marito Marcello non siamo più giovanotti ma il sesso continua a intrigarci e a emozionarci parecchio. Lui poi è un vero porco, non si fermerebbe davanti a nulla. Tuttavia, dopo tanti anni, i soliti giochi di coppia stancano. L’attrazione sessuale va via via annullandosi. Ci vogliono nuove idee, nuovi stimoli, come dice sempre Marcello per convincermi ad accettare di fare scambio di coppia. A tal proposito, proprio qualche mese fa, mi ripeteva in continuazione: “Bisognerebbe frequentare gente giovane per rifiorire, non vecchiacci come noi”. Probabilmente aveva ragione. Essendo sempre stata una troia che si eccita a trasgredire scopando con altri uomini, godendo nel fare le corna a mio marito, comunque consenziente anche se non l’ho mai fatto partecipare, è stato facile convincermi che fosse venuto il momento ma mancava l’occasione. Fatto sta che un giorno venne a casa a farmi visita Monica, la figlia di Ginetta, una mia cara amica. Sua madre, abile nel preparare dolci, mi mandava gentilmente in regalo una torta. La ragazza era molto carina. Mio marito l’adocchiò subito e ci scambiò quattro chiacchiere. Lei, dopo un po’ di conversazione, affermò di esser fidanzata con un ragazzo di nome Matteo. Alla fine la convinse a organizzare un’uscita in quattro. Due coppie, quindi, una giovane (loro) e l’altra matura (noi). Andammo al cinema e poi in pizzeria. Presa una certa confidenza, Marcello li invitò a cena da noi il giorno seguente. Il mio estroso coniuge ha un modo tutto suo di porsi con le persone. Quella sera si mise anche a strimpellare la chitarra. A Monica riuscì molto simpatico ma, per poter approcciare intimamente con lei, mio marito avrebbe dovuto liberarsi in qualche maniera del ragazzo. Lo fece inventando un scusa, affermò che in casa non c’era rimasto molto liquore e gli chiese la cortesia di andarne a comprare dell’altro. Matteo, in buona fede, ci andò subito lasciando Marcello in piacevole compagnia di noi donne. Quest’errore si sarebbe rivelato fatale.

Dopo aver bevuto un drink bello forte, il marpione partì all’attacco e io, come d’accordo, gli feci da complice. Mi disse di scoprire il seno davanti alla ragazza e io lo feci. Poi fece degli apprezzamenti e la ragazza disse che le mie tette erano sexy. Mio marito chiese di vedere anche quelle della brunetta. Dopo aver visto le mie, la ragazza si sentì un po’ coinvolta in una sorta di competizione e così le tirò fuori. Erano tette molto carine anche se più piccole delle mie. Il ghiaccio si era rotto, la ragazza, alquanto puttanella nell’indole, gradiva il gioco. Mio marito proseguì facendomi mettere alla pecorina mentre mi tirava giù le mutandine. Disse alla brunetta di guardare com’ero ben messa anche sotto e dietro e lei concordò. Il porcone dilatò i bordi della passera in modo che lei potesse vedermi bene la spacca figale. Monica si era eccitata e mio marito non ebbe difficoltà a far mettere pure lei a pecorina accanto a me, sapendo che tra donne c’è sempre competizione. Quale miglior situazione per un uomo tenere non una ma ben due donne messe a pecorina. Lui le accarezzò il culo, poi si spogliò. Fui io ad accostare il cazzo duro di mio marito alla bocca di Monica. Lei esitò qualche istante, poi lo leccò delicatamente. Misi anch’io la lingua in modo tale che fossimo in due a spompinare. Dopo qualche minuto di leccata doppia. Marcello ebbe una bella erezione e fu pronto per scopare la ragazza a candela. A quella troietta il cazzo di mio marito piaceva eccome e godeva come una maiala mentre mi palpava le tette. Era per lei una situazione nuova, piccante, trasgressiva e sentiva il consenso dell’amica di sua madre a gioire di sentirsi una vacca, di prendere un cazzo nuovo, di mettere le corna a quel becco di Matteo, proprio come dicevo che eccita a me farmi chiavare da altri. Io però, anche per lasciare a loro un po’ d’intimità e a Monica di rompere il ghiaccio e gustarsi il cazzo di mio marito, non ero da meno sparandomi un grosso dildo nella fregna. Marcello si chiavò la ragazza anche tenendola a cavalcioni, così che durante la cavalcata io e lei ci baciammo con quel sottile e delicato piacere bisex che piace a tutte noi donne. Lui continuò a farsela di fianco mentre io godevo col vibratore accanto a loro. Scopata sempre più veloce, la ragazza venne gemendo con gli occhi chiusi. Io riversai un lago di umori figali sul dildo. Poi io e lei riprendemmo a leccare il cazzo di mio marito che esplose nelle nostre bocche bagnandole di densa e copiosa sborra. Proprio in quel momento sopraggiunse il povero Matteo con due bottiglie di liquore in mano che aveva comprato. L’espressione della sua faccia delusa era tutto un programma. Del resto non poteva essere altrimenti vedendo quello scenario: mio marito col cazzo di fuori, io mezza nuda e, soprattutto, la sua ragazza nuda solo coi tacchi e ancora la sborra addosso di Marcello che le colava dalla bocca.

Era dispiaciuto di essere stato tradito oppure di aver perso la possibilità di divertirsi e di scoparmi? Sul momento pensai che fosse stato uno choc nel vedere che la sua ragazza era così troia e così, dopo aver posato le bottiglie, mentre si era recato al bagno per fare pipì, lo raggiunsi. Non aveva chiuso la porta e vidi che aveva tirato fuori una sberla di cazzo duro che se lo stava già menando. Mi accostai a lui per toccarglielo, chiedendogli se gli dispiaceva per Monica. La sua risposta fu che, vedendomi già la sera al cinema, aveva una voglia matta di chiavarmi in tutti i modi ma non osava dirlo per educazione, essendo più vecchia di lui e in presenza del marito. Per cui Matteo era rammaricato di aver perso una situazione erotica e lo rassicurai che anch’io avevo voglia di farmi riempire la figa dal suo bel cazzone. Così almeno si consolò con un pompino veloce che gli feci e poi andammo a bere tutti e quattro in salotto per poi ricominciare più tardi a giocare, quando l’alcool aveva liberato i nostri freni inibitori.

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Rpoberto, il figlio del mio vicino (Finale)

Più tardi quella notte

Non riuscivo a dormire quella notte pensando a quanto divertimento avevo avuto col ragazzo di Gianni mentre il vecchio ubriacone era fuori. Roberto era una tale bella, libidinosa, eccitante piccola puttana, lo era stato sicuramente durante il pomeriggio che passammo insieme nello squallido soggiorno di Gianni. Non avevo mai fottuto un ragazzo così giovane prima di allora e mi sentivo un po’ ansioso. Ma Roberto sapeva veramente come succhiare un uomo ed anche se il suo culo era deliziosamente stretto intorno al mio cazzo, quando avevo tentato di estrarlo, lui aveva tentato disperatamente di mantenere la sua figa di ragazzo sopra la mia verga rigida. Avevo sparato una quantità enorme di sperma mentre lo inculavo. Nel mio libro questo voleva dire che mi piaceva farlo con lui.
Ma la notte passò e Roberto non venne alla mia porta. Alla fine spensi le luci ed andai a letto da solo. Mi sdraiai sopra le coperte dato che faceva caldo e mi menai l’uccello duro finché non sparai il mio carico. Solamente dopo riuscii a sonnecchiare per un po’.
Lo vidi il giorno seguente che ritornava dalla spesa per suo papà. Indossava una bella maglietta ben portata e gli stessi jeans del giorno precedente. Le guance pallide si riempirono di colore quando mi vide e tentò di nascondersi dietro la frangia nera che pendeva sulla sua bella faccia.
“Ciao Roberto.” dissi amichevole andandogli incontro in modo che fosse costretto a guardarmi. Quando tentò di deviare anch’io lo feci per non lasciarlo passare. Con tranquillità chiesi: “Cosa ti è successo la notte scorsa? Stavo aspettando che tu venissi a scaldarmi il cazzo.”
“Umm… mio papà è tornato a casa tardi.” Borbottò il ragazzo abbassando la testa. “Quando è arrivato ero già addormentato e mi sono svegliato questa mattina alle 8.”
“Ora è a casa?” Chiesi. Volevo toccarlo ma non mi fidavo fuori in strada dove era possibile che ci stessero guardando.
“Sì, sta guardando le corse.”
“Sono per lui?” E accennai col capo verso la birra che teneva nelle sue lunghe dita da ragno.
“Sì.”
“Bene potresti portargliela.” Suggerii amabilmente. “E quando hai fatto la commissione per tuo papà, potresti fare alcuni piccoli lavori per me, che ne dici?”
Mi guardò ed improvvisamente i suoi occhi verdi divennero molto accorti. I piccoli denti bianchi morsero il labbro inferiore mentre mi valutava.
“Cosa c’è per me?” Chiese alla fine.
“Beh, tutto dipende da quale lavori farai.” Gli dissi. “Che ne dici di una bottiglia di vodka e qualche sigaretta per iniziare?”
Lui alzò le spalle: “Ok.”
“Ci vediamo tra quindici minuti?” Suggerii. “Entra dalla porta posteriore, la lascerò socchiusa.”
“Sì. Ok.” Roberto mi rivolse un piccolo sorriso storto e mi sorpassò come se non fosse accaduto nulla. Mi girai e guardai il suo bel culo che ondeggiava in quegli stretti jeans blu. Il mio cazzo si irrigidì piacevolmente nei pantaloni ed attraversai la strada affrettandomi a casa per prepararmi.
Dopo venticinque minuti sentii il rumore della porta che si apriva e chiudeva. Stavo cominciando a pensare che mi avesse bidonato di nuovo quando entrò nel soggiorno avanzando tranquillamente come un piccolo gatto, la sua faccia era rossa e sudata.
“Cosa ti è successo?” Chiesi alzandomi in piedi ed abbassandomi la cerniera della patta per fare uscire il pene duro.
Gli enormi occhi verde foglia di Roberto si posarono brevemente sulla mia verga eretta e poi salirono al mio viso.
“Papà voleva il pranzo e ho dovuto correre al negozio a comprare il necessario.” Ansimò.
“Sei un bravo ragazzo.” Dissi con un sorriso. “Togliti i vestiti, Roberto.”
Lui mi guardò di sottecchi lentamente. “Qui?”
“No, fuori nel giardino! Chiaramente qui!” Risi scuotendo la testa. “A meno che tu non voglia che saliamo subito in camera da letto.”
Roberto alzò goffamente le spalle, ma cominciò subito a togliersi la maglietta mentre gettava uno sguardo verso la finestra con le sue tende spesse come se stesse stimando quanto si poteva vedere da fuori. Io mi sfibbiai la cintura e lasciai che i pantaloni precipitassero, poi mi tolsi camicia e cravatta piegandoli ordinatamente sul bracciolo di una sedia e mettendoci insieme anche i pantaloni. Mi tolsi calze e mutande mentre Roberto si stava togliendo i jeans stretti. Li lasciò cadere a terra e ne uscì, pallido, nudo e quasi completamente senza peli. La mia verga si contorse di desiderio a quella vista.

Camminai verso di lui, vestito solamente delle sue scarpe. Il suo bel cazzo era molle ma io vi misi sopra una mano e cominciai a carezzarlo lentamente e dolcemente. Lui mi sembrava nervoso ma io perseverai facendo rotolare le sue sode palle tra le dita e muovendo delicatamente la sua piccola verga sexy tra le mie prime due dita ed il pollice. La mia altra mano si posò e spremette le sue natiche nude, mi chinai a baciare il suo giovane collo pallido mentre l’accarezzavo. Il mio pene eretto sobbalzava contro la sua pancia ed io sentii una piccola goccia di pre eiaculazione cadere dalla testa quando la pelle di seta del suo giovane corpo incontrò il mio cazzo.
“Posso avere un drink?” Bisbigliò Roberto, la sua voce era emozionata ed ansiosa.
“Sicuro. Vuoi un po’ di quella vodka?” Mormorai nel suo orecchio.
Lui accennò col capo rapidamente, io andai all’armadietto del bar e ne presi la bottiglia di Vladivar che avevo comprato quella mattina ed un solo bicchiere. Volevo tenere la testa sgombra per godere ogni secondo del nostro piacere.
“Con cosa la vuoi?” Gli chiesi.
“La voglio liscia.”
“Sei sicuro?” Lo guardai di traverso.
Lui accennò col capo automaticamente così versai un paio di dita di liquore chiaro e glielo passai. Roberto lo bevve in un sorso e si asciugò la bocca col dorso della mano.
“Un altro?”Gli chiesi con un sorriso.
Un altro cenno fu la risposta così questa volta riempii un po’ di più il bicchiere. Lo vuotò in tre sorsate questa volta e la sua espressione non era più così nervosa mentre mi rendeva il bicchiere.
“Vediamo se ti puoi guadagnare il prossimo,” dissi rimettendo la bottiglia nell’armadietto. “Vieni qui e mettiti in ginocchio, bello. Sentiamo quelle belle labbra morbide sulla mia verga.”
Roberto deglutì con forza e mi venne di fianco dopo una breve esitazione. Si inginocchiò subito ed io carezzai di nuovo i suoi capelli neri e morbidi che gli coprivano il viso mentre con quelle mani lunghe e sottili cominciava a carezzarmi delicatamente l’uccello. Teneva gli occhi abbassati quando tirò il mio sesso verso le sue labbra e cominciò a baciarmi il pene eretto salendo e scendendo lungo l’asta. Quando giunse alle palle le leccò pungendo con la lingua il mio sacco peloso mentre le sue mani menavano abilmente il mio membro palpitante.
“Che bello!” Ansimai. “Mmmm, sei uno sporco ragazzino, Roberto. Tu sai veramente come occuparti dell’attrezzo di un uomo. Apri la bocca ed ora mettici dentro la testa del mio cazzo. È ora di succhiare il grosso uccello dello zio.”
Il ragazzo spalancò la bocca e con una mano vi guidò dentro la mia verga. L’altra continuava a spremere e strofinare con forza le palle. Sentii il piacevole formicolio che precede l’orgasmo nel mio inguine mentre il bel adolescente cominciava a succhiare lentamente la testa del cazzo. La sua lingua carezzava la grossa campana porpora che scivolava tra le sue labbra. Presi nel pugno i suoi capelli neri e lucenti e cominciai a fargli muovere la testa spostando ritmicamente le sue labbra morbide su e giù sulla mia asta. Ero affamato di questo: ero nudo ed eretto nel mio soggiorno con un ragazzo nudo ai miei piedi che aveva appena preso volentieri il mio cazzo duro nella sua bocca. Il ragazzo stava succhiandomi come un piccolo campione.
“Oh Roberto!” Gemetti. “Ti sto venendo in bocca.”
Afferrai con forza i suoi capelli e cominciai a sgroppare nella sua gola sentendo l’ingresso stretto della sua faringe intorno al mio glande. Roberto tossì ed soffocò, la bava gli correva sul mento, sulle mie palle quando praticamente mi portò nella sua gola sino all’elsa. Era così desideroso di darmi piacere che mi spinse sull’orlo. Le mie palle sobbalzarono ed io sparai il mio primo fiotto di sperma nella sua gola.
La sua testa diede ancora una scossa ed io gli permisi di togliersi vedendolo tossire e soffocare. Mi strofinai con forza il pene e ne estrassi un altro colpo di sborra che schizzò sulla sua bella faccia. Afferrandolo di nuovo per i capelli spinsi ancora la cappella nella sua bocca.
“Succhiami per pulirlo!” Ordinai al ragazzo. “Succhiaci fuori anche l’ultima goccia.”
Lui continuò a succhiare, dio lo benedica. La sua bocca bagnata e morbida si muoveva con forza sulla testa del mio attrezzo e mi venne duro per il piacere di vedere la mia sborra scendere sul suo mento. Le sue guance arrossivano mentre mi succhiava avidamente coi suoi begli occhi verdi leggermente chiusi. Una mano mi masturbava delicatamente la base dell’asta mentre ingoiava la cappella. Quelle labbra piene e morbide erano meravigliose e calde sul mio pene palpitante. Sentivo i rapidi sbuffi del respiro dalle sue narici che si muovevano lungo la pelle della mia erezione mentre mi lavorava con la bocca.
“Sei un bravo ragazzo, Roberto” ansimai. “Quello che mi fai sentire è incredibile.”
Mi guardò con un mezzo sorriso che gli torse le labbra intorno al mio cazzo. Anche quella sensazione era favolosa.
“Perché non ti sdrai con me sul divano?” Suggerii. Il mio sofà era di morbida pelle crema. Sapevo che era piacevole contro la pelle nuda, presi una bottiglia di baby oil dall’armadietto e la allungai al ragazzo incoraggiandolo a strofinarselo lentamente sul corpo nudo mentre io guardavo.
Si sedette sull’orlo del divano e si tolse le scarpe da quel bravo ragazzo che era poi si appoggiò indietro con un piccolo sospiro e prese la bottiglia dalla mia mano. Mi sedetti sul bracciolo del sofà e lo guardai con bramosia mentre lui faceva scendere l’olio scivoloso sul magro torace senza peli e giù sull’inguine. Appoggiò la bottiglia accanto a se e cominciò a far correre furtivamente le mani su e giù sul torace e sulla pancia nuda, poi si carezzò in cerchi lenti abbassando le mani mentre io lo guardavo impaziente.
Quasi cautamente portò le dita nello scavo delle sue ossa iliache e si carezzò tra le gambe strofinando l’olio nella carne morbida dello scroto, poi allargò leggermente le gambe per toccarsi la parte posteriore delle palle. La pelle morbida brillava per il baby oil, prese di nuovo la bottiglia e versò il liquido serico sopra il pene semiduro. Il mio respiro dovette affrettarsi perché lui mi guardò contorcendo le labbra.
“Vuole guardarmi mentre mi faccio una sega?” Chiese rauco.
Io accennai violentemente col capo, mi piaceva guardare film porno dove bei ragazzi si carezzavano di fronte alle cineprese. Era oltre le mie fantasie più selvagge avere un ragazzo nudo sul mio sofà che si offriva di farlo quasi per nulla.
Roberto si appoggiò indietro comodamente strisciando il culo contro la pelle morbida mentre chiudeva le dita intorno all’asta del cazzo e lentamente fece scivolare la mano intorno alla testa della sua giovane verga. Si menava ad un ritmo lento all’inizio, lasciando che la carne del suo uccello si irrigidisse nella mano. Capii che era abituato a giocare col suo pene. Roberto non si limitò ad afferrarlo e pomparlo, si prese il suo tempo facendolo diventare lentamente duro, toccando il gonfio glande rosa col pollice, strofinando la fessura della piscia in cerchi lenti e lamentandosi piano ai piccoli tremiti di piacere sessuale che si muovevano lungo la sua asta.
Doveva essere bello perché il suo giovane cazzo ora era ritto e duro e stava in piedi orgoglioso sulla sua pancia quando lo lasciò andare per versarvi altro olio. Lo vidi prendere il labbro inferiore tra i denti e chiudere gli occhi sdraiandosi indietro e cominciando a lavorare la sua attrezzatura con ambedue le mani. La destra circondò e carezzò le palle e la radice del pene, la sinistra si muoveva sulla testa e l’asta strofinandole leggermente e rapidamente tra la punta delle dita ed il pollice. Le labbra si aprirono e la sua piccola lingua rosa si sporse leccandole e bagnandole. Mi diventò ancora più duro nel vedere le brillanti labbra bagnate ed il bel cazzo duro come pietra.
Scivolai giù dal bracciolo e spinsi delicatamente da parte la gamba destra per potermi sedere tra le sue cosce. Roberto aprì gli occhi per guardarmi incuriosito ma tenne le gambe larghe, il piede destro sul pavimento, l’altro dietro di me contro lo schienale del sofà. Versai dell’olio sopra la mia mano e la misi tra le sue gambe, esplorando urgentemente tra le sue natiche, applicando con forza il fluido scivoloso alla giovane fessura liscia del culo di Roberto. Lui alzò la gamba sinistra, piegando il ginocchio ed appoggiando il piede contro il bracciolo del divano mentre alzava leggermente il culo dal cuscino. Mi piacque il morbido rumore di risucchio della sua pelle sudata che si alzava dalla pelle del divano. La punta del mio dito trovò la sua increspatura e la carezzò lubrificandola delicatamente percorrendo in lenti cerchi il suo piccolo anello e spingendo un po’ più con forza all’ingresso del suo giovane tunnel d’amore stretto.
Guardavo le lunghe dita di Roberto avvolte intorno all’asta, afferrandola più strettamente e menandola con più forza mentre io giocavo col suo buco. La sua mano era bagnata di pre eiaculazione cremosa che continuava a colare mentre lui si strofinava emozionatemente. Quelle natiche si aprirono permettendomi di ficcarvi brevemente un dito e lui rabbrividì indifeso, un piccolo sospiro gli sfuggì dalla bocca sentendomiì sondare il suo buco caldo ed umido. Lentamente infilai il medio scivoloso più profondamente, pompandolo dentro e fuori del suo canale che me lo strinse mentre lui si masturbava furiosamente per me.
“Rotola sopra la pancia.” Ordinai quasi ansando.
Roberto sembrò confuso ma si girò presentandomi il suo culo impertinente e perfetto mentre si sdraiava. Gli feci allargare le gambe e lo posizionai in modo che le sue anche fossero sull’apertura tra due dei cuscini del sofà. Trascinai delicatamente la sua verga giù tra le sue gambe finché non frignò che era scomodo. Versai un po’ di baby oil sull’apertura e dissi al mio giovane compagno di far scivolare la sua erezione nella fessura lubrificata tra i cuscini mentre gli fottevo l’ano, spingendovi dentro lentamente le prime due dita della mia destra. Lo penetrai sino alla terza nocca e pompai il suo piccolo buco caldo con forza mentre Roberto spingeva le sue anche magre contro i cuscini del sofà, fottendo il mio divano con piagnucolii di stimolazione disperata.
“Ti fa arrapare, bel culo?” Grugnii mentre versavo olio sul mio cazzo e gettando la bottiglia mentre mi carezzavo lo scivoloso membro colante ed il suo canale esposto.
Lui accennò col capo e gemette: “Uuhhhh… Ohhh! Sto sbooorrandooo!”
“Non ancora, angelo birichino. Prima ti monterò e ti spingerò dentro il mio cazzo duro.” Gli dissi andando a cavalcioni sul ragazzo sexy ed estraendo le mie dita dalla sua giovane condotta stretta. “Quando sarò dentro il tuo buco del culo sino alle palle, potrai eiaculare.”
Lui si contorse freneticamente sotto di me, sempre fottendo i cuscini di pelle. Io afferrai le sue natiche nude nelle mani, allargandole mentre strofinavo la testa del mio uccello sul suo scuro buco. Con le dita ed il pollice di una mano portai il grosso bulbo porpora al suo buco e spinsi lentamente finché non gli scoccò dentro. Roberto sgroppò sotto di me uggiolando impazientemente mentre muoveva avanti ed indietro le anche, pompò sui cuscini tentando di impalare il suo culo sulla mia verga dura. Mi appoggiai a mani e ginocchia roteando le anche in modo da carezzarlo lentamente col mio sesso dentro di lui. Era stupendo affondare in un giovane ragazzo come quello mentre lui tentava di cavalcarmi per prendere di più del mio pene dentro di sè.
Non sapevo se il giorno precedente l’avevo costretto ma quel pomeriggio lui era venuto volentieri a casa mia ed ora stava tentando di prendere il più possibile della mia virilità dura dentro di sé. Non c’era nulla di quello che si può chiamare stupro. Roberto era assolutamente pazzo della mia carne di uomo. Il figlio del mio vicino era una puttana a cui piaceva il cazzo ed essere inculato. Afferrai le sue anche snelle e cominciai a pompare il mio uccello sempre più profondamente dentro di lui, mentre stavo sdraiato su di lui in modo che l’intera lunghezza del mio corpo nudo e peloso strofinava contro la sua levigatezza. Sentii la sua condotta stringermi il pene mentre lo spingevo dentro finché le mie palle non batterono contro il suo buco del culo e lui ricominciò a lamentarsi, piccole grida di desiderio, al ritmo del mio cazzo che spingeva nella sua figa stretta di ragazzo.
“Ahhh… inculami! Sì! Sì!” Guaì e lo sentii stringersi di nuovo intorno a me, sgroppando più ferocemente contro il mio inguine mentre io lo inculavo più velocemente e più forte. “Sì! T… uuuuuu!”
Il suo corpo magro diede una scossa e tremò violentemente mentre cominciava ad eiaculare con forza, il suo giovane cazzo rigido sprizò più volte tra i cuscini del divano. Io continuai a pompare vigorosamente a lungo il suo buco dopo che lui aveva smesso di gridare, ansare e rabbrividire sotto di me. Era bello sentire il suo bel giovane corpo sudato e nudo pigiato contro il mio. Estrassi il pene per ammirare quel caldo buco rosa spalancato tra le sue natiche. Rapidamente schizzai altro olio nel suo tunnel rimettendovi poi il cazzo eretto. Scivolò nella sua figa di ragazzo liscia come seta questa volta ed io lo cavalcai duramente e velocemente spingendo la mia carne di uomo eccitata profondamente nel suo culo. Ero contento che mi avesse succhiato precedentemente perché voleva dire che potevo durare molto più a lungo nel suo ano prima della seconda eruzione di crema dalle mie palle e dal mio cazzo teso, riempendo questa volta il suo buco invece della sua bocca.
Restammo sdraiati a lungo vicini, nudi e sudati sul mio sofà. Poi rotolai via da lui e mi misi dietro la sua schiena, appoggiandomi al giovane sexy e carezzando con gratitudine il suo corpo nudo.
“Come è stato, bellezza?” Finalmente gli bisbigliai in un orecchio. “Ti è piaciuto, Robertino? Io so di aver amato ogni minuto del tuo giovane culo stretto intorno al mio cazzo.”
“Sì… è stato ok.” Accennò col capo ansando e fece piccoli rumori affermativi prima di accoccolarsi di nuovo nelle mie braccia strofinando il suo culo nudo contro il mio inguine.
Gli baciai collo e spalla e la mia mano cominciò ad accarezzare lentamente il suo pene. Ora non sembrava più nervoso, lo sentii girarsi tra le mie braccia e poi pigiò le sue labbra contro le mie. Ci baciammo lingua in bocca a lungo, nudi sul sofà, le mie mani che carezzavano il corpo snello di Roberto. Poi allargò di nuovo le gambe ed io vi rotolai in mezzo, il mio cazzo ritornato duro era affamato di altro piacere anale con la mia giovane puttana sexy.