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Luciana, la nuova collega (Capitolo 2)

Suona la sveglia. E’ ora di alzarsi. Allungo la mano per spengerla. Mi sento strano ho come un peso sullo stomaco. Provo a tirarmi su quando sento il peso più vivo. Apro gli occhi ed ecco vedo la testa di LUCIANA. Non ho sognato. E’ qui vicino a me con la mano appoggiata sul mio ventre. Non ho sognato. Nella penombra intravedo il suo corpo nudo e voluminoso. Mi sto eccitando al ricordo della nottata appena conclusa. Si muove, si sta svegliando. Avvicino le mie labbra al lobo del suo orecchio e
“Buongiorno dormigliona è ora di alzarsi”
“Si lo sento che si sta svegliando” dice lei guardandomi negli occhi con un sorriso famelico. “il tuo amico Fritz si sta …svegliando, Anzi direi che è più che sveglio.”
Effettivamente ho una erezione non indifferente. Mi sembra di essere tornato indietro con il tempo quando ero un affamato di sesso. Possibile che lei mi faccia questo effetto? Mi sento contento ma non per l’erezione ma bensì per il piacere di svegliarmi con accanto una donna diversa dalle solite.
Non sono mai stato un play boy ma ho avuto le mie avventure, post divorzio, avventure di una notte e via basate solamente sul sesso con un risultato di infelicità ed insoddisfazione. Ora non è così. Sto accanto a quella che una volta avevo descritto come un barilotto, come una donna senza forma, e che in una notte mi ha fatto ritrovare il piacere del sesso e, soprattutto, della compagnia di una donna.
“E’ tardi. Dobbiamo prepararci per andare al lavoro. Questo discorso lo riprenderemo questa sera” affermo coccolandola un po’ e dandole un bacio.
“Va bene. Vado nella mia camera a prepararmi. Ci ritroviamo al bar tra mezz’ora anzi un’ora. Ho proprio bisogno di una bella truccatina. Guarda che occhiaie!” dice ridendo mentre con una naturalezza incredibile si avvia verso la porta ricoperta da un accappatoio dell’albergo.
Entro in doccia e ripasso tutti i momenti vissuti in sua compagnia; non solo quelli della notte ma tutti e non trovo un momento in cui mi sia passato in testa il ricordo di quella stronza di Daniela. Capisco che questa avventura è diversa dalle altre. Mi sento veramente felice dopo molto tempo.
Quando ci incontriamo al bar, almeno all’inizio, cerchiamo di mantenere un’aria professionale ma non ci riusciamo. I nostri sguardi parlano da soli. Sarà dura passare la giornata al lavoro. Infatti i minuti passano lentamente, sembra una tortura. Comunque riusciamo a controllarci e alle 16.00 concludiamo il nostro lavoro, salutiamo i colleghi e torniamo verso l’albergo. Potremmo tornare a Roma ma ormai le stanze sono prenotate per la notte e, sinceramente, non ci pensiamo per niente. Entriamo in quella che ormai è diventata la nostra casa ed iniziamo a baciarci in modo a****lesco come se la vita di uno dipendesse dalla bocca dell’altro. Ci buttiamo sul letto e continuiamo a giocare con le nostre lingue che si inseguono toccandoci in tutto il corpo eccitandoci sempre di più. Si iniziano a sentire gemiti di piacere da parte di entrambi e mi ritrovo a leccare il suo seno a succhiare i suoi capezzoli mentre lei ha in mano il mio sesso che sembra veramente un bastone. Lentamente ci spogliamo a vicenda e ci ritroviamo nudi alla luce del tramonto che entra dalla finestra. E’ bellissima. Ha un cespuglio ben curato color castano che le ricopre la fica. Ha gli occhi chiusi come sempre quando vive questi momenti (ormai la conosco) e sembra … lontana. Vive in modo particolare il sesso. E’ contenta delle mie attenzioni e lo dimostra con continui gemiti e urletti di piacere che fanno sciogliere il mio cuore.
Ha il mio sesso in mano che sega lentamente passandosi la lingua tra le labbra pregustando il momento in cui lo farà entrare nella sua bocca. Le piace fare i pompini. Anche questo ho capito. La bacio sulla bocca e bacio dopo bacio arrivo alla sua fica gocciolante già di piacere.
“Si………amore……….così…………non ti fermare…..leccamela…..cosììììììììì” grida mentre si avvicina il suo primo orgasmo”siiiiiiiiiiiiiii ………daiiiiiiiiiii………godooooooooooo” E’ una furia. La sua mano mi trattiene la testa tra le cosce mentre inizia a muovere il suo bacino sempre più velocemente fino a quando non la sento godere. Sembra una fontanella per quanto sta godendo.
Sono eccitato al massimo ed ho bisogno di sfogarmi. Entro in lei in un colpo solo e con un ritmo incalzante e veloce sento che anch’io sono al capolinea
“Siiiiiiii Luciana ……. Ti chiavo … ti scopo …ti sfondo…..prendi questo ……….ohhhhhhhhh ……….dai manca poco ……..”
“Silvioooooooooo ……….sto venendooooooooo…….godooooooooooooo”
“Luciana ……………godooooooooooooooooooooooooooooooooooooo” il nostro orgasmo scoppia insieme in un modo incredibile. Mi sento più leggero dell’aria. Mi sento volare. Ci baciamo fino a quando i nostri cuori si calmano. Siamo ancora abbracciati e ci guardiamo negli occhi sorridendo.
“Per questa sera va bene anche una pizza” dice lei” intanto il pesce già l’ho preso” e scoppia a ridere.
“Senti Luciana andiamo dove vuoi, a mangiare quello che vuoi, basta che il pesce lo mangi anche questa notte” incalzo io
“Perché hai dei dubbi?”
“No. Assolutamente.”
“bene allora prepariamoci che ho una fame che non ti dico”
Uscendo dall’albergo ci avviammo verso il porto
“Senti Luciana …… vorrei dirti tante cose ma ho paura di non aver il tempo materiale per farlo. L’unica cosa che devo dirti assolutamente è che sei bellissima, che mai ho provato una gioia così intensa nel fare sesso, che mi hai veramente stregato”
“Magari non era proprio quello che speravo di sentirti dire ma ho capito il tuo messaggio. Non ti preoccupare. Napoli è Napoli e Roma è Roma. Viviamo tranquillamente quest’ultima serata e poi … amici come prima. Non ti preoccupare sono abituata a questo.” Mi risponde tranquillamente con un sorriso sulle labbra che mi disarma.
“No cosa hai capito. Napoli è Napoli e Roma potrà, anzi, dovrà diventare Napoli. Dovremo stare attenti a come ci comportiamo con gli altri, non possiamo far capire nulla, ma … ho capito che mi sono innamorato di te e non riesco a pensare ad un futuro senza la tua presenza.”
“Silvio non c’è bisogno che mi dici ciò. Credo nella tua sincerità ma con il passare di pochi giorni la vedrai in modo diverso. Comunque ho intenzione di godermi questo periodo il più possibile.”
“Ma … Luciana … mi dispiace per quello che pensi. Sono una persona seria e so quello che dico. Non ho intenzione di discutere e litigare per questo motivo. Mi accontento, per ora, della tua intenzione e poi sarai te a vedere le cose in modo diverso. Comunque siamo arrivati.”
Dopo aver mangiato un antipasto e una pizza accompagnati da una birra alla spina torniamo lentamente verso la “nostra dimora” con l’intenzione di divertirci un po’ insieme. Comunque quella piccola discussione era dimenticata ed il nostro comportamento, i nostri sguardi erano un chiaro invito ad una notte di passione.
Entriamo nella nostra stanza da letto, perchè tale è diventata, già pronti a riprendere il discorso da dove l’avevamo lasciato. Luciana mi comunica che ha assolutamente bisogno di una doccia e, allo stesso tempo, mi stizza l’occhiolino per chiarire che quello è un invito.
Quando sento lo scroscio della doccia mi spoglio ed entro in bagno dove, tra il vapore, vedo Luciana intenta a lavarsi ed entro già con un membro che … mi lascia perplesso. Non sono uno che si vanta ma veramente non sono mai stato in tiro come in questi giorni. Sembra quasi che abbia una prolunga. Prendo il bagnoschiuma e con delicatezza inizio a carezzarla partendo dal centro della schiena per poi allargarmi verso le scapole con movimenti circolari. Passo poi sul davanti dove inizio a massaggiare il seno trovando già i capezzoli duri. Intanto la vicinanza si è accorciata ed il mio membro incontra lo spacco del suo bellissimo culo. Luciana inizia a gemere in modo sommesso ma quando le mie dita incontrano le labbra vogliose della sua fica ed pollice comincia a titillare il clitoride la sua eccitazione ha il sopravvento facendola giungere all’orgasmo in pochi secondi. Non contento la giro facendola appoggiare al muro ed inizio a leccare quella fica che è diventata ormai un bisogno assoluto per me.
“Silvioooo ……. sssssssssiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii …………… leccamela tutta …………. nessuno mi ha mai fatto gooooooooooooodere come te ……… siiii continaaaaaaa …….oooooohhhhh”
Certo non avevo bisogno del suo incitamento comunque continuo fino a quando non la sento venire per la seconda volta. Mi alzo velocemente ed entro in lei con un colpo solo toccando il suo utero
“Luciana sei mia non ti lascerò mai” dico stantuffandola con colpi alternati per prolungare al massimo il nostro piacere e la mia durata
“OOOOOOOOhhhhhhhhhhhhh …… sssssssssiiiiiiiiiii ………..più forte …………cosìììììììììììììììì ……….siiiiiiiii ………..cosìììììììììììì ….. dammelo tutto …. come è durooooo”
“te la rompo sta fica ……..tiè tiè …. sììììììììì ……. te rompo tutta……”
“ohhhhhhh godo ……… godo …….”
“Lucianaaaaaaaaaaaaa ” urlo quando vengo dentro di lei con l’impressione di pisciare per la violenza e la quantità dei fiotti di sperma che escono dal mio cazzo. Sono sfinito e mi appoggio alla parete per riprendermi ma Luciana è ormai partita, invasata e non so come ma mi ritrovo la sua lingua che ripulisce piano piano il mio cazzo leccandolo con cura per poi ingoiarlo in un sol boccone. La sua testa inizia un andirivieni mentre succhia la cappella facendomi ritrovare in paradiso per la goduria che provo. Le dico comunque di calmarsi per poter terminare la doccia e continuare sul letto.
Continuiamo a giocare con le mani massaggiando il corpo altrui ed aumentando la passione ed il desiderio ma sempre con leggerezza e senza toccare i punti più sensibili. E’ veramente molto bello. Non avevo mai vissuto una esperienza così neanche quando, appena sposati, io e Daniela scopavamo come dei ricci scoprendo sempre qualcosa di nuovo e/o di meglio riuscito. Il desiderio di Luciana e del suo corpo erano sempre in aumento e, dai suoi movimenti ho la certezza che questo sia contraccambiato.
Usciamo dall’interminabile doccia e mi ritrovo supino sul letto nella classica posizione del sessantanove intenti entrambi a dare più piacere possibile al compagno. Ho la sua fica sulla mia bocca e la mia lingua continua a titillare il clitoride mentre con le mani allargo bene i glutei per poi iniziare un cullilingua che termina sull’ano.
“Silvioooo siiiiiiiiiii ancora” sento gemere Luciana nonostante continui a succhiarmi la cappella, le palle, a leccarmi lungo l’asta “ oohhhhhhhhhh ……… che bello ……… ooooooooohhhh”
Quando la lingua sfiora l’ano sento Luciana irrigidirsi per poi, tranquillizzata, rilassarsi e gustarsi questa forse nuova esperienza.
I suoi gemiti aumentano di volume ogni volta passo su quel buchetto inviolato fino a quando non tento di infilarci dentro la mia lingua “OOOOOOOOhhhhhhhhhhhhhh siiiiiiiiiiiiiiiii ancora ancora oohhhhhhh godooooooooooo …….. cielo sto arrivando siiiiiiiii” dice lei mentre il suo corpo sussulta e la fica inizia a sgocciolare come un rubinetto per i liquidi che perde.
Non ho alcuna intenzione di godere nella bocca quindi la faccio alzare e dopo averla messa a novanta gradi inizio a scoparla con un andatura e con colpi selvaggi che facilitano anche il mio godimento
“Lucianaaaaaaaaaa ti amoooooo ti amoooooooo”
“Anch’io Silvio anch’io” mi risponde Luciana con le lacrime agli occhi.
Distesi sul letto ci abbracciamo guardandoci in faccia e baciandoci con dolcezza.
“Luciana” dico io dopo aver recuperato il fiato “dobbiamo assolutamente trovare il sistema per continuare a vederci a Roma senza far t****lare nulla almeno all’inizio. Ho l’intenzione di conoscerti meglio per vedere se sarà il caso di tramutare questa … come dire … relazione in qualcosa di più serio e duraturo. La mia intenzione è questa ma non vorrei correre troppo.”
“Silvio mi devi scusare se prima ho creduto alla tua sincerità ma ho dubitato della possibilità di un … futuro insieme. Vedo nei tuoi la gioia per avermi detto questo. Domani studieremo qualcosa ma ora dormiamo che sono, anzi mi hai, veramente distrutta”.
Il giorno successivo torniamo a Roma. Certo il viaggio di ritorno è molto diverso dall’andata anche se c’è ugualmente un po’ di tristezza dovuta alla fine di questo momento magico vissuto a Napoli. Arriviamo a casa di Luciana verso le undici e cerchiamo di risolvere i problemi riguardanti il comportamento con gli altri ed il luogo dove incontrarci. Decidiamo di comune accordo di mostrare una conoscenza più profonda di prima, dovuta alla trasferta appena fatta, ma non troppo. Una cosa giusta. Ogni tanto prendere un caffè e/o un panino insieme ma possibilmente in compagnia. Mentre stabiliamo che il punto di incontro sarà vicino ad un bar all’angolo con Via Cipro che si trova ben distante sia dal luogo di lavoro che dalle abitazioni dei nostri colleghi. Poi si vedrà. E’ ormai ora di pranzo.
Vorrei andare a pranzo fuori ma dietro sua insistenza, ed in parte anche la mia curiosità, rimaniamo a casa. Mette l’acqua a bollire e viene vicino a me con negli occhi una grande tristezza che non riesce a mascherare con i suoi scherzi e le sue battute. E’ la prima volta che siamo tristi insieme e spero vivamente che sia l’ultima. Mangiamo il pranzo (spaghetti al pesto, carne e insalata) tentando di superare questo momento di impasse ma …. è difficile.
Dopo aver messo i piatti nella lavastoviglie mi raggiunge in salone dove sono intento a guardare la tv.
“Mica sarai uno che non fa altro che guardare la televisione” mi dice sorridendomi
“Assolutamente. Ti stavo aspettando.”
“Cosa vorresti fare?”
“Guarda in futuro qualunque cosa. Ma ora vorrei farmi una bella …. partita a scopa!” rispondo sorridendole “se perdi ti darò la rivincita”.
“Va bene accetto” mi risponde Luciana prendendomi per mano conducendomi verso la camera da letto.
Seduti sul letto cominciamo a spogliarci ritrovando così quell’atmosfera che sembrava essere rimasta a Napoli. La nostra voglia è talmente tanta che mi ritrovo a leccare la fica di Luciana che trovo sempre più invitante. Ho deciso di regalarle il primo orgasmo della giornata dedicandomi unicamente a lei senza nulla ricevere in cambio. Luciana all’inizia quasi si arrabbia di questa mia decisione. Vorrebbe ricambiare quello che sta ricevendo ma alla fine è costretta ad accettare essendo i miei baci sempre più vicini al clitoride che vedo ingrossata come non mai.
“Silviooooo siiiiiiiiiii sei il miglioreeeeeee sei incredibile sei magicooooooo” geme Luciana sentendo avvicinarsi l’orgasmo
con le mani le massaggio i seni e strizzo i capezzoli che sono turgidi e che accettano ben volentieri questa mia attenzione. Quando la sento sul punto di arrivare mi fermo scendendo con la mia bocca all’altezza dei suoi piedi che inizio a leccare e baciare.
“Mi fai il solleticoooo” mi dice lei un po’ contrariata. Non so se per il mancato orgasmo, per il solletico o per tutti e due. Io continuo ad ignorare volutamente la fica ed a leccare e baciare i suoi piedi per salire con lentezza sulle caviglie. Sento Luciana rilassarsi. Inizia a piacerle questa esperienza che è nuova anche per me. Mai avrei pensato di ritrovarmi a leccare dei piedi. Non sono un feticista. Ho solamente l’impulso, la voglia, di prolungare al massimo il piacere della donna che amo per poi portarla all’orgasmo violentemente. Allungo una mano verso il seno ma non riesco ad arrivarci. La infilo quindi sotto il bacino per poterle stringere i glutei alternativamente.
“Silvioooo cosa mi stai facendoooo. Sto impazzendo.” Riprende a gemere Luciana aprendo poi le gambe per invitarmi verso il suo fiore che vedo bagnato come non mai. Questo movimento mi colpe di sorpresa. La mano scivola sull’ano. Un sussulto ed un “oohhhhhh” sono la risposta di Luciana. Mentre continuo a risalire con la bocca (sono ormai sui polpacci) sento quasi l’ano aprirsi ed invitare la mia mano ad essere più ardita. Punto il dito indice sull’ano cominciando a stuzzicarlo. Lo sento cedevole ma non voglio ancora tentare nulla. Allungo l’altra mano sulla vagina della mia amata e, incontrato il clitoride, la massaggio con lentezza stando ben attento a non far godere ancora Luciana
“Silvioooo bastaaaaa fammi godereee non ce la faccio piuuuuuuuuuù dammi il tuo cazzo sfondami fai quello che vuoi ma fammi godereeeeeeeeee” Luciana sta partendo non si controlla più. Mentre le mie labbra baciano la clitoride, la lingua la leccano, infilo due dita nella fica di Luciana e …. L’indice nell’ano. Sento Luciana godersi l’orgasmo tanto atteso. Non si è nemmeno accorta che un dito nel suo culo che fa avanti e indietro mimando un rapporto anale.
“OOOOOOOOHHHHHHHHHHHHH Silviooooooooooo godoooooooooooooo” geme mentre il corpo sussulta “ godooooooooooooooooooo”
La mia bocca è ormai piena dei tuoi dolcissimi umori. Mi rialzo e la bacio facendoglieli assaggiare. Ha il viso sconvolto e lacrime che scendono dai tuoi occhi. Mi guarda ma non riesce a parlare. E’ ancora sconvolta dall’orgasmo, che in seguito definirà come il più forte mai avuto fino a questo momento. Sento la sua mano appropriarsi del cazzo. Inizia a segarlo per sentire la sua consistenza e la bocca scende con una lentezza esasperata per contraccambiare la attenzioni ricevute. E’ fantastica. Il tocco della sua lingua sul glande mi fa venire i brividi. Sento ora il palato sulla cappella mentre scende ad ingoiare tutto il cazzo che può entrare nella sua bocca vellutata. Cerco di fermarla. Non ho intenzione di venire così ma ormai è troppo tardi. Sento un fuoco che risale dalle palle per poi esplodere mentre continua a succhiare per non perdersi nulla del mio seme.
“Lucianaaaaaaaaaaa ti amo ti amo ti amo ohhhhhhhh godooooooooo” grido mentre sborro nella sua bocca. Quando risale ha voglia di baciarmi. Si vede. Ma non sa se la cosa mi possa contrariare. Non vuole rovinare questo magico momento. Avvicino le mie labbra alla sue e la bacio. Sento per la prima volta il sapore del mio seme, leggermente salato. Penso che non ho mai avuto una donna come lei e spero che sarà sempre accanto a me. Siamo sconvolti. Per qualche minuto non riusciamo a parlare timorosi di interrompere l’atmosfera magica che stiamo vivendo.

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La Figlia Del Mio Collega!

Lo ammetto, rimasi sorpreso! Sapevo che Franco aveva una figlia, ma che fosse cosí bella, questo lo aveva omesso. Quando Lei aprí la porta, cercai di rimanere impassibile, ma non fu per niente facile, visto come era vestita (svestita?). Un pantaloncino nero corto aderente che lasciava poco all’immaginazione e una maglietta cortissima elasticizzata che modellava perfettamente il suo fisico. Il pantalone era talmente stretto che sembrava fosse di una taglia di meno e forse lo era. Aderiva alla sua fica cosí bene, che riuscivo a vedere lo spacco delle grandi labbra. La maglia avvolgeva i suoi seni decisamente piccoli, probabilmente non andava oltre una seconda, ma era talmente stretta che potevi intravedere i suoi capezzoli e delle piccole curve. Notai anche che aveva delle ciabatte da mare ed era alta quasi quanto me. Che topa, pensai. Ed anche il viso faceva la sua parte. Pulito e per niente pesante. Capelli abbastanza corti, che solo chi sá di essere bella o comunque particolare, puó permettersi. Mi domandavo come poteva essere venuta fuori un fica del genere, una ragazzina capace di fartelo diventare duro solo a guardarla, da Franco e sua moglie! Chiariamo subito, non voglio sembrare cattivo, perché Franco & Veronica erano una coppia stupenda, delle bravissime persone, gentili e cortesi con tutti, peró… peró fisicamente bisognava essere onesti, non erano proprio belli, anzi! Ed allora come poteva essere venuto fuori un gioiellino simile? Ma come ho detto prima, nonostante il mio stupore feci, finta di nulla, cercai di mantenere le distanze e mi presentai:
-“Buongiorno, sono Chase, un collega di Franco. Lui é in casa? Dovremmo parlare e fare alcuni lavori insieme”.
-“Buongiorno a Lei. Sono Miriana. Mio padre mi aveva avvisato che sarebbe passato, qualche minuto e arriva. É sotto la doccia. Prego entri” Rispose lei.
Chiuse la porta e mi invitó a seguirla nel salone ospiti. Ora potevo vederla anche da dietro. Aveva dei fianchi stretti e un culo da paura. Le sue gambe poi sembravano ancora piú lunghe, viste da questa prospettiva. Ma questa dovrebbe fare la modella, dissi a me stesso.
-“Si sieda. Mio padre sará qui a minuti. Le porto qualcosa da bere intanto?” Mi domandó.
-“No la ringrazio, ho pranzato da poco” Risposi cercando di non osservarla piú del dovuto.
-“Vá bene, peró mi faccia un favore, non mi dia del Lei. Ho solo 19 anni!” Disse Miriana regalandomi il primo sorriso da quando ero entrato.
-“OK, a patto che tu faccia lo stesso. Se mi dai del Lei mi fai sentire vecchio” Risposi io ricambiando il suo sorriso.
-“Che parolone vecchio. Quanti anni avrai Chase? 30? 35?”
-“Abbastanza per essere tuo padre” Dissi sorridendo di nuovo.
-“Si….. ma mio padre non é atletico come te….. che forse vai anche in palestra a differenza di lui…..” Rispose Miriana.
Non sapevo che dire a quello che era a cavallo tra un complimento ed un modo sottile per dire “guarda che se ci provi, io ci stó”. Per fortuna dalle scale scese Franco, che interruppe il nostro mezzo flirtare salutandomi:
-Ben arrivato Chase. Vedo che hai giá conosciuto mia figlia”
-“Si, ci siamo giá presentati. Non mi avevi detto di avere una figlia cosí bella!” Risposi in tono ironico guardando Miriana che diventó rossa.
Cosí dopo aver parlato del piú e del meno, discusso su qualche pettegolezzo aziendale, iniziammo o meglio iniziai, a lavorare! Il pomeriggio passó velocemente, dovevo semplicemente cambiare dei rubinetti ormai obsoleti e rovinati della cucina.
La sera non feci altro che pensare a Miriana. Qualche ventenne me l’ero scopata, ma questa ragazzina mi aveva davvero colpito e non capivo il perché. Provai a non pensarci piú, cercavo e dovevo rimuoverla dalla mia testa, una ragazza di 19 anni non poteva avere tutto questo potere su di me. E poi se anche fossi andato a fondo, se anche fossi riuscito ad arrivare nel posto suo piú intimo? Era pur sempre la figlia di un collega, avevamo amici in comune… no, no… troppe complicazioni! Decisi di abbandonare l’idea di portarmela a letto. Sfortunatamente (fortunatamente?) peró, a rendere arduo il mio percorso di “abbandono al programma”, ci si mise proprio Franco. Un uomo bravissimo nel suo lavoro e con le scartoffie, ma decisamente negato nei lavori manuali. Mi chiese se gli potevo fare delle piccole ristrutturazioni qui e lí, a casa sua. Montaggio di mensole, flessibili dell’acqua nuovi, impianti elettrici, tubi del gas e cose simili. Naturalmente, sottolineó, “ti pagheró e tu non dovrai fare questioni” mi disse un giorno. Come se lo facessi per soldi, pensai….. in fondo dovevo essere cristallino con me stesso: avevo accettato perché speravo che accadesse qualcosa con sua figlia, di preciso non sapevo cosa, ma intanto potevo vederla e per il momento andava bene cosí, mentre facevo chiarezza nella mia testa. Quei lavori in casa di Franco & Veronica mi avrebbero dato un pó di tempo per pensare! Cosí iniziai a frequentare sempre piú spesso la casa del mio collega ed ovviamente incontravo altrettanto spesso Miriana. Qualche volta da sola, qualche volta con i genitori. Vederla era una gran fatica, nel senso che fisicamente avrei voluto scoparmela in tutti i modi, ma psicologicamente ero frenato per i motivi di cui sopra. Ma nascondere o soffocare un istinto sessuale, non é facile! Me ne ero accorto io, se ne era accorta Miriana. Lei notava che la guardavo (spogliavo con gli occhi) ogni volta che ne avevo l’occasione, io notavo che lei trovava sempre un modo per starmi intorno! Le prime settimane furono abbastanza tranquille, ma poi piú passava il tempo, piú Miriana alzava la posta. I primi tempi si limitó a provocarmi con attegiamenti che ai piú potevano sembrare normali per una ragazza cosí giovane. Un pó come quando vedi una bella fica camminare in un centro commerciale, come se stesse sfilando. Lei faceva altrettanto, ogni sua mossa era calcolata, sapeva che qualcuno la guardava e quindi si muoveva di conseguenza. Quel “qualcuno” che la osservava, ero proprio io e lei lo sapeva! Lo sapeva quando ogni settimana accogliendomi in casa sembrava stesse al mare, visto il suo abbigliamento ridotto ai minimi termini. Lo sapeva quando mi dava una mano nei lavori, gli chiedevo un utensile e piegandosi nel prenderlo, la sua scollatura mi mostrava le sue piccole tette. E lo sapeva anche durante qualche cena a cui ero stato invitato dai suoi. Quando alle mie spalle, io seduto e lei in piedi, porgendomi i piatti mi strusciava dietro la testa le sue giovani e turgide tette. Per non parlare di quella volta che mi chiese di accompagnarla in un centro commerciale poco distante da casa sua. Entrando nella mia auto, si mise direttamente dietro e non sul sedile anteriore, sostenendo che voleva stare comoda ed avere piú spazio… si, certo… piú spazio per aprire le gambe! Durante quel breve viaggio, si mise proprio al centro dell’auto, una gamba a destra e l’altra a sinistra. Fu quella la prima volta che vidi la sua fica, non molto bene a dirla tutta, ma anche se notavo solo ogni tanto del pelo in fondo alle sue cosce, il mio pisello comunque lo sentivo indurirsi. Il primo mese passó cosí, con provocazioni piú o meno pesanti. Ma dopo un periodo di “riscaldamento”, inizió a fare davvero sul serio. La prima volta che ci andó giú duro, fu quella mattina che dovevo smontare un intero rubinetto del bagno. Sdraiato in terra, cercando di svitare un dado sotto il lavabo, vidi entrare Miriana.
-“Ti serve una mano Chase?” Disse
-“No grazie” Gli risposi senza darle troppa importanza. Ma notai che lei non si muoveva, rimase lí in piedi vicino a me. Cosí mentre provavo a svitare quel dado maledetto, la guardai da quella posizione supina a terra e vidi le sue lunghe gambe. E mentre salivo con lo sguardo, mi accorsi che la ragazzina non portava le mutandine. Pensavo che fosse la mia immaginazione, un’ombra, ma quando i miei occhi misero bene a fuoco quel panorama, ne ebbi la certezza. Miriana era senza slip! Allora deve essere un’abitudine la sua. Vidi la sua fica piena di peli e non sapevo se fossi piú eccitato da quel bosco nero che aveva in mezzo alle gambe o dalla sorpresa di vedere una ragazza cosí giovane non depilata nell’intimo, visto che andava di moda. Mi fermai per qualche secondo, a differenza di quella volta in auto, ora la vedevo chiaramente. Aveva davvero una quantitá esagerata di pelo e se c’era una cosa che mi faceva impazzire in una donna, era proprio la patata al naturale!
-“Sicuro di non volere aiuto?” Insistette Miriana e contemporaneamente a quelle parole fece un passo in avanti, poggió le mani sul lavabo e divaricó un pó di piú le gambe.
-“Certo… non ti preoccupare, se mi serve qualcosa ti chiamo” Risposi senza distogliere lo sguardo dalla sua fica e facendo finta di continuare a lavorare. Adesso che le gambe erano piú aperte e sfruttando il riflesso di luce della lampada che usavo per illuminare il sotto lavabo, notai anche un particolare. Dal suo fresco triangolo nero usciva un filo bianco! Non potevo crederci! Era talmente eccitata, aveva aspettato talmente tanto tempo per provocarmi in modo esplicito, che anche in “quei giorni” non aveva esitato a mostrarmi la sua fica pelosa con un assorbente interno! Mi stavo eccitando, sentivo il cazzo gonfiarsi negli slip. Voleva giocare? OK, giochiamo Miriana! Decisi di alzarmi, feci finta di andare a prendere un utensile nel garage del padre e mentre gli passai accanto, strusciai il mio pisello duro sul suo fianco. Forse non si aspettava una reazione da parte mia, di norma lei mi stuzzicava ed io rimanevo a guardare, perché quando le passai di lato, rimanendo per qualche secondo di piú sul suo fianco con la mia evidente erezione, divenne per la seconda volta da quando la conoscevo, rossa in viso. Quella giornata finí cosí, con il nostro breve spettacolo erotico che aveva eccitato entrambi, ma niente di piú. Ma come ho giá scritto, piú passavano le settimane, piú ci spingevamo oltre. In un’altra giornata, sempre intento nei lavori del bagno, lei alzó il tiro.
Quella mattina mi rimase particolarmente impressa, perché fece tutto con sua madre in casa. Io ero intento a cambiare un componente del gruppo vasca, quando Miriana arrivó all’improvviso sostenendo che doveva andare urgentemente in bagno:
-“Chase scusami, non la trattengo piú, me la stó facendo sotto” disse entrando avvicinandosi al water.
-“Non puoi andare di sopra? Avete due bagni e quello funziona alla perfez…” cercai di risponderle, ma non me ne diede il tempo. Mentre cercavo di terminare la frase, si avvicinó alla tazza del bagno, si tiró giú le mutandine, alzó la gonna ed inizió a farla davanti ai miei occhi. Doveva essere impazzita, Veronica poteva scendere da un momento all’altro. Ma a lei sembrava non interessare, il suo obiettivo era farmelo diventare duro. E ci stava riuscendo. Vederla sedere sul water, allargare le gambe ed osservare quel filo di pipí uscire dalla sua fica, mi stava facendo venire un’erezione. Continuava a farla senza problemi, come se io non ci fossi, sentivo il rumore della sua pipí cadere nell’acqua della tazza del cesso. Poi svuotata la sua vescica, si mise in piedi, prese un pó di carta igienica, pulí delicatamente la sua fica nera bagnata, tiró su le mutandine ed uscí come se niente fosse. Miriana mi stava facendo davvero impazzire. Adesso le palle mi si gonfiavano ed il cazzo diventava duro, anche solo vedendo una ragazzina pisciare!
Dovevo darmi una mossa, era evidente che aveva voglia di cazzo, ma non voleva fare il primo passo! O forse come tutte le ragazze giovani, gli piaceva provocare e niente piú. Poi ci pensai bene, altro che provocazioni, ogni occasione era buona per aprire le gambe… si, decisamente aveva voglia di cazzo! Il mio! I lavori in casa erano quasi terminati ed era meglio battere il ferro finché era caldo, anzi, era meglio sbattersi Miriana finché era calda!
L’occasione che presi al balzo, fu un pomeriggio che mi dedicai alla cucina. Durante tutto il giorno non la vidi per niente, nel senso che da quando mi aprí la porta, si eclissó completamente. Inizialmente pensai che visto che di scopare non se ne parlava, si fosse stancata di “giocare” e che di conseguenza avesse scelto altri passatempi. Quanto mi sbagliavo. A fine serata, prima di andarmene, andai a cercarla per salutarla. Mi diressi verso la sua camera e bussai alla porta:
-“Miriana, io ho finito, stó andando via, volevo salutarti. Posso entrare?” Gli dissi.
-“Certo che puoi entrare!” Mi rispose.
Cosi apro la porta ed entro nella sua stanza. E vedo lei….. completamente nuda! Non sapevo cosa fare. Per la prima volta la vedevo senza vestiti ed era uno spettacolo da infarto! Miriana davanti a me in tutto il suo splendore, in tutto il suo metro e settanta in un fisico che chiedeva solo di essere scopato.
-“Ma mi avevi detto che potevo entrare… ” Gli risposi cercando di prendere tempo. Di pensare. Volevo scoparmela in quell’istante, ma avevo il terrore che i suoi arrivassero.
-“Mi hai chiesto se potevi entrare. Ed io ti ho risposto di si. Non mi hai chiesto se fossi vestita o no!” Rispose lei.
Non faceva una piega! Quindi ora toccava a me muovermi, dopo una risposta secca come quella e con Miriana a portata di mano, se non ne avessi approfittato di quell’occasione, sarei stato uno stupido!
Mi avvicinai lentamente a lei, osservando ogni singolo centimetro del suo corpo. Ora vedevo chiaramente la sua fica pelosa, ne aveva davvero tanti, di peli! Poi alzai lo sguardo, finalmente anche le sue piccole tette erano ben visibili. Due piccole curve e due capezzoli ben pronunciati. Quando fui a pochi centimetri da lei, diedi un ultimo sguardo al suo fisico, poggiai una mano su un seno e l’altra sul suo collo. Avvicinai la sua testa alla mia e la baciai. Un lungo intenso bacio. Cercavo di mettere la lingua in ogni angolo della sua bocca. E mentre la baciavo con passione, spostai la mia mano sinistra dalla sua tetta alla sua fica. Sentivo il mio pisello gonfiarsi, durante quell’esplorazione di quel bosco nero che aveva in mezzo alle gambe. Dopo diversi minuti di baci e palpate varie, Miriana reclamava la sua parte di sesso. Timidamente mi slacció i pantaloni, si mise in ginocchio e li fece calare fino ai polpacci, poi fece lo stesso con gli slip. Il mio cazzo spuntó fuori subito sull’attenti, difronte al suo viso. Per un secondo ho pensato che lo prendesse in bocca, invece lo afferró con una mano, si mise di nuovo in piedi e continuó a baciarmi tenendo il mio pisello duro e dritto in mano! Ma io volevo svuotarmi le palle, da troppo tempo aspettavo quel momento. Cosí mentre ci baciavamo, tolsi la mia mano dalla sua fica e afferrai il suo polso cercando di muovere la sua di mano, con la quale stringeva il mio cazzo gonfio, su e giú lungo tutta l’asta! La guidai nel movimento, una volta, due, tre, poi mollai la presa lasciando che fosse lei a continuare a farmi quella sega. Sentivo la sborra che piano piano dalle palle, iniziava a salire su per il mio pisello! Intanto mentre ci baciavamo, mentre Miriana mi masturbava, misi di nuovo una mano in mezzo alle sue gambe. Riuscivo a sentire la sua fica umida e cercai di mettergli due dita dentro. Ma non appena cercai di farmi strada tra le sue grandi labbra, accadde l’imprevisto. Sentimmo una chiave girare nella serratura, la porta aprirsi ed una voce di donna chiamarci:
-“Miriana? Chase? Siete in casa?” Era Veronica, la madre.
Di corsa mi tirai su i pantaloni, ma non potevo coprirmi del tutto, avevo ancora il cazzo dritto con un principio di sborrata e non riuscivo a rimetterlo negli slip. Cosí lo lasciai spuntare fuori dalla chiusura lampo, corsi immediatamente al bagno e mi ci chiusi dentro. Miriana fece la stessa cosa, ma in camera sua. Quel pomeriggio ci andó di lusso. Quando venni fuori dal bagno, con il mio pisello che finalmente tornó in stato di riposo, raccontai che avevo appena terminato l’ultimo lavoro e che me ne stavo andando. Veronica fece una battuta sostenendo che avessi lavorato troppo, visto come ero sudato. Se solo avesse saputo. Quel giorno tornai a casa con un dolore alle palle tremendo, colpa dello sperma trattenuto per troppo tempo nelle palle e senza essermi scopato Miriana! Ma se il primo problema (la sborra nei testicoli) lo avevo risolto una spremuta di palle dentro una volgare tazza del bagno, per la seconda (fare sesso con Miriana) dovevo assolutamente trovare una soluzione! Cosí cercai di pranzare o comunque incontrare, piú volte possibile Franco nell’azienda dove lavoravamo. Volevo sapere, in un modo o nell’altro, quando la figlia fosse rimasta sola in casa. Certo, potevo invitarla fuori, un fine settimana da qualche parte, ma non volevo correre il rischio che qualcuno ci vedesse insieme. Ma andando a casa sua avevo la scusa dei lavori, che comunque erano quasi finiti, quindi era ora di concludere con lei. Finalmente arrivó la notizia che tanto aspettavo: Franco e Veronica decisero di trascorrere un Week End in montagna prima del caos Natalizio.
Mi presentai a casa sua un Sabato mattina e portai con me un regalo per Miriana. Mi accolse a casa sua come sempre mezza nuda. Ma faceva sempre effetto, anche se l’avevo giá vista senza vestiti, il vecchio gioco “vedo non vedo” eccita sempre.
-“Che cosa hai in mano?” Disse lei incuriosita.
-“Il tuo regalo di Natale che arriva con largo anticipo” Gli risposi.
Ma prima di darglielo, la presi per mano e la portai al piano meno uno di casa sua, dove aveva il camino. La feci sedere sul divano e accesi il fuoco. Sapevamo entrambi cosa stava per accadere. Una volta avviata la fiamma, mi misi dietro di lei ed iniziai a massaggiargli le spalle. Poi delicatamente infilai una mano dentro la sua maglietta, attraverso la sua ampia scollatura. Inizia a toccargli le tette, lentamente. Erano davvero turgide, forse perché erano piccole ed erano piú muscoli che seno. Gliela massagiavo con una mano, mentre con il pollice stuzzicavo il suo capezzolo. Sentivo il mio pisello spingere contro il divano, iniziava ad indurirsi. Dopo qualche minuto tornai di fronte a lei e gli diedi il regalo.
-“Questo é per te!” Gli dissi.
Miriana lo prese e lo scartó subito. Era un completo intimo molto sexy.
-“Speriamo mi vada bene. Ora lo provo!” Rispose Miriana.
Cosí mi fece sedere sul divano e si mise in piedi lei. Inizió a togliersi i vestiti, o meglio, piú che denudarsi stava facendo un vero e proprio spogliarello! Anche se duró molto poco, vista la poca stoffa che indossava. Si tolse la maglietta e vidi subito le sue tette, visto che non portava il reggiseno (se fossi cattivo, direi che comunque poteva farne a meno). Poi fece scivolare in terra la gonna e dato che come sempre non portava gli slip, anche la sua fica dannatamente folta di peli si palesó davanti ai miei occhi. Sentivo il cazzo esplodere nei pantaloni. Fece un passo indietro e tolse i piedi dalle pantofole. Poi tornó vicino a me, mi fece alzare ed inizió a spogliarmi. Prima la camicia, poi i pantaloni, ed infine i boxer. Ero visibilmente eccitato, un breve spogliarello di Miriana, una ragazzina di 19 anni e giá stavo a cazzo dritto! Completamente nudo davanti a lei, cercai di avvicinarmi, ma con una mano mi tenne a distanza e mi diede una leggera spinta per farmi sedere nuovamente sul divano. Mi tenne bloccato poggiando e spingendo un piede sul mio pisello ed il tallone sulle mie palle, mentre si metteva il reggiseno che gli avevo appena regalato. Poi prese gli slip, ed indossó anche quelli.
-“Che dici Chase? Mi stá bene?” Disse ruotando su sé stessa.
Gli stava benissimo, io sarei stato il primo a togliergli quel completo intimo, ma chissá quante palle avrebbe svuotato con quello addosso. Cosí mi alzai nuovamente dal divano, glielo tolsi di nuovo ed inizia a baciarla. Il mio pisello prese posizione in mezzo alle sue gambe e mentre continuavo a baciarla, lo strusciavo in mezzo alla sua fica. Sentivo le sue grandi labbra sopra il mio cazzo e l’attrito fece scivolare la pelle giú, lasciando uscire la mia grossa cappella gonfia. Ma Miriana al di lá dello spogliarello, prese poche iniziative, forse aveva avuto pochissime esperienze sessuali, o forse non ne aveva avute ancora per niente, magari si era limitata a masturbare e provocare i ragazzi che aveva frequentato. Cosí presi la situazione in mano. La feci mettere in ginocchio davanti al fuoco, io dietro e pronto a metterglielo in quel suo bel culetto. Prima gli infilai un dito dentro, poi due… entra ed esci per spianarmi la strada. Pensavo che quel foro fosse pronto, ma appena provai ad infilarci la mia grossa cappella dentro, Miriana fece un piccolo urlo. Piú vicino al dolore che al godimento. Ho subito capito che non era pronta per la mia mazza. Forse anche qui nessuno gli aveva rotto il culo ancora. Cosí gli misi la mia mano davanti alla bocca e poi infilai il pollice dentro. Glielo spostai in tutte le direzioni, lo volevo pieno di saliva. Lei mi diede un aiuto leccandolo. Quando fu del tutto umido, lo sfilai dalla sua bocca e lo misi dentro il suo ano. Con le restanti quattro dita afferrai le sue chiappe, quindi dentro e fuori dal suo buchetto con il pollice. Dopo cinque o sei ditalini nel suo culetto quasi pronto ad accogliere corpi ben piú grandi, afferrai con la stessa mano il mio cazzo sempre piú gonfio, feci scivolare la pelle in tiro sulla mia cappella ed uno schizzo di sborra incanalato lungo l’asta finí sul suo buco. Spalmai lo sperma intorno al suo ano ed provai finalmente ad infilare il mio cazzo dentro di lei. Scivoló come niente ed una volta nelle profonditá di Miriana, un gemito uscí dalla sua bocca. Cominciai a scoparla da dietro….. due, tre, quattro, cinque stantuffate nel suo buchetto, sentivo chiaramente le mie palle sbattere sul suo culo. E sentivo anche la sborra salire su per il mio pisello, stavo per venire. Ma il pieno di sperma glielo dovevo fare dentro la sua fica. Volevo vedere gli schizzi di sborra ornare i suoi peli, come la neve su di un albero. Cosí sfilai il mio cazzo ormai al limite e la feci mettere spalle a terra. La guardai per qualche secondo, era bellissima. La baciai di nuovo, poi a cavallo su di lei, con il mio cazzo dritto a pochi centimetri dalla sua fica, toccai ancora le sue piccole tette cosí fresche e sode che sembravo dire “schizzaci sopra Chase”. Ed infatti il momento di svuotarmi le palle era arrivato. Allungai una mano sul divano per prendere un profilattico, cercai di aprire la confezione quando Miriana me lo strappó via gettandolo nel camino.
-“Questo non serve, é giá da qualche mese che prendo le mie precauzioni” Disse lei.
E nel dire quelle parole, afferró il mio pisello e lo guidó verso la sua fica. La mia cappella gonfia si fece strada nella sua fica, prima un leggero strusciare dei suoi peli, poi le sue grandi labbra e successivamente dentro di lei tutto il mio cazzo dritto! Entrai delicatamente, scivolando facilmente nel suo buchetto. Era talmente bagnata e umida che accolse il mio pisello con scioltezza. Era ora di scoparla alla grande… davo colpi di bacino a ripetizione… uno, due, tre, quattro… sempre piú dentro, sempre piú giú… la sborra la sentivo salire lungo l’asta… ancora spinte dentro la sua fica… la sentivo ansimare, sentivo le sue labbra pulsare, stava godendo ed io c’ero molto vicino… spingevo sempre di piú, stavo per venire… ecco la sento… sento la sborra arrivare….. ci siamo… ancora una spinta, vengo… sborro… sento la prima lunga schizzata inondarla dentro e non riesco a trattenere un gemito… seconda schizzata… spingo ed arriva anche la terza, la quarta… perdo il conto, penso solo a venire, a svuotarmi le palle dopo averle torturate pensando a lei per mesi… vengo piú volte, ma quando sento che il mio vulcano stá per terminare la sua eruzione, sfilo il mio cazzo, lo prendo in mano ed afferrandolo con forza, lo spremo tirando in avanti la pelle cercando di aiutarlo per un’ultima sborrata. Volevo vedere le sue tette coperte del mio sperma. Parte un ultimo schizzo abbondante che a malapena gli colpisce i suoi seni, ma sufficiente per vedere le sue tette farcite di crema bianca. Rimasi qualche secondo a cavallo su di lei, ad ammirare quello splendido fisico che mi ero appena scopato e con il mio pisello che esalava gli ultimi battiti facendo cadere ancora qualche goccia di sborra sulla sua fica. Poi mi sdraiai al suo fianco ed entrambi rimanemmo per un pó a guardare il fuoco.
Quel giorno rimanemmo tutto il tempo insieme, la sera cenammo a casa sua come fossimo una coppia e scopammo una seconda volta. Avevamo parecchi arretrati! Nelle settimane successive ho continuato a frequentare la casa di Miriana, anche a lavori ultimati, il padre ogni tanto mi invitava a cena. Qualche volta capitava che ci scambiavamo occhiate di intesa anche davanti ai suoi genitori, ed una volta Franco fece anche una battuta: “se avessi qualche anno di meno, saresti il ragazzo perfetto per mia figlia”.
Ma io non avevo qualche anno di meno e non ero un ragazzo, ma un uomo. Avevo (avevamo) semplicemente passato dei bei momenti insieme con Miriana, una bella giornata a basa di sesso, che non dimenticheró mai!

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Il mio amico in macchina, col cazzo in mano

Sono Fabiana una ragazza estroversa che ama divertirsi. Sono fidanzata da tanto, ma non ho mai disprezzato un bel cazzo da far sborrare, col massimo del piacere.
Sono amica da tanti anni di un ragazzo, tra noi non è mai successo niente. Negli ultimi mesi inizio a notare in lui diversi atteggiamenti. Si lo vedo come mi guarda, come prova il contatto, si vede ha voglia di scoparmi come se non ci fosse un domani.
Bhè non mi nascondo anche io ho voglia, la voglia di prendere il suo cazzo tra le mani, in bocca e farlo esplodere. Ma per via di alcuni fattori sono bloccata.

Quella sera però lo vedo molto più interessato del solito, cerca il contatto, cerca il pretesto. Però c’era anche il mio ragazzo come fare? Di nascosto dal mio ragazzo, trovo pretesti per cercare il contatto, faccio di tutto per sfiorarlo fingendo l’errore. Porto avanti e continuo, inizio a fare la Troia, lo provoco.
Fingo la caduta delle mie sigarette e per raccoglierle gli sbatto in faccia il mio perizoma mentre mi piego a 90.
Lo vedevo ci ero riuscita, facevo talmente la troia che gli stavo facendo scoppiare le palle. Quelli si, quelli erano occhi di chi voleva sborrarti tutto in faccia ed in ogni dove.

La serata finisce, lui ha la macchina ed io sono quella che abita più vicino a lui. Dice che deve scappare a casa, perchè l’indomani doveva lavorare. Riaccompagna tutti ed io rimango con lui in auto.
Sinceramente in quel momento non so se agire, penso, attendo. All’inizio non noto niente in lui, sembra non voglia procedere, io attendo.
Durante la strada noto qualcosa mmh all’inizio non comprendo. Guardo bene con la coda dell’occhio, non mi faccio notare, poi capisco.
Si nascondeva spostando un lato del giacchetto, ma era quello che pensavo…aveva preso il suo cazzo in mano.
Faccio finta di niente, lo lascio fare la cosa mi eccita. Guardo interessata con la coda dell’occhio se lo tocca, ed io sto al suo gioco. Lui è convinto, pensa non me ne sia accorta, si masturba lentamente, a tratti gioca col suo cazzo pensando a me. Questa cosa inizia a farmi sentire una porca assurda.

Arriviamo vicino casa mia, lui nasconde meglio il cazzo ed inizia la manovra. Inizia la retromarcia, guarda dietro io sono convinta sono decisa, ho voglia. La manovra è quasi finita, io avvicino la mano e con decisione prendo il suo cazzo in mano, nascosto dietro al giacchetto.
Lui sobbalza, quasi incredulo poi accenna un sorriso. Non ci parliamo.
Avvicino la mia testa, porgo le labbra sulla sua cappella ed inizio a succhiarlo fino in fondo. Si ho tutto il cazzo dentro, dentro fino in gola.
Prende mi spoglia, tira giù il sedile, siamo eccitatissimi il suo cazzo è durissimo. Salgo su di lui, mi siedo sul suo cazzo e lo metto tutto nella mia figa bagnata. Lui dice solo una frase guardandomi “Finalmente Fabiana, il mio sogno era scoparti tutta”.
Dopo quella frase vengo pervasa dalla voglia di cazzo. Inizio su e giu fortissimo e ritmato. Lo scopo con una foga incredibile.
Lui prende iniziativa, cambia posizione, prende e me lo mette nel culo. Fa con calma poi con forza. Mi sta rompendo l’ano. Strillo godo urlo come una cagna. Mi scopa il culo con forza per diverso tempo, proprio sotto casa mia. E’ troppo eccitante.
Arriva il momento vuole sborrare io mi giro mentre avevo il cazzo nel culo e con un cenno di intesa gli dico “Sborrami in bocca ti prego”.
Si gira ed in poco mi ritrovo riempita di sborra in bocca, si mi stava riempendo. Lui quasi trema per quanto gode ed io più di lui. Calda sborra nella mia bocca, non ho più freni e ingoio tutto fino all’ultimo.
Ci rivestiamo, ci salutiamo con un bacio sulla guancia come nulla fosse. Mi giro, scendo chiudo lo sportello e mi dirigo verso il portone di casa. Prima di chiudere lo guardo soddisfatta, piena di calda sborra dentro di me, mi giro ed entro a casa.

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Luciana, la nuova collega

Ho 44 anni mi chiamo Silvio e vorrei raccontarvi cosa è successo ultimamente nella mia vita.
Lavoro da più di 20 anni come ragioniere (capocontabile) presso una società impiantistica. Questa con il passare del tempo ha acquisito sempre più lavori tanto che è stata presa la decisione di assumere un nuovo impiegato in amministrazione.
Sono stato chiamato dalla Direzione per chiarire e delineare il lavoro che doveva essere svolto dal nuovo collega e dare eventuali altri consigli (esperienza, età …).
L’unica condizione che ho posto è stata quella del sesso: non doveva essere assolutamente una donna!
Alla domanda del Direttore Generale del motivo della mia avversione all’assunzione di una eventuale collega ho spiegato che in amministrazione eravamo tutti uomini e quindi una donna avrebbe creato delle distrazioni che era meglio non avere ed, inoltre, una donna ha delle esigenze naturali che avrebbero potuto creare problemi futuri come per esempio la maternità, la casa …
Non voglio assolutamente passare per maschilista (sono convinto che la donna è pari all’uomo se non superiore) ma una donna in mezzo a quattro uomini non sarebbe passata … inosservata!
Dopo i vari colloqui finalmente mi viene comunicato che la Direzione ha trovato la persona giusta, rispondente a tutti i requisiti richiesti (o quasi).
Il lunedì vengo chiamato in Direzione e mi viene presentata la NUOVA COLLEGA di nome Luciana.
Questa è una ragazza bassa, robusta, porta gli occhiali, ha capelli castani non curati: è in poche parole una ragazza che sicuramente non attira l’attenzione se non per la sua somiglianza ad un barilotto che cammina.
Dopo averla presentata ai colleghi (Marco, Francesco ed Enrico), le indico dove, e come, sono archiviati i vari documenti e la porto alla sua scrivania mettendomi a sua disposizione per eventuali chiarimenti sul lavoro da svolgere.
All’ora di pranzo vengo invitato a pranzo dal Direttore Generale che tra una portata e l’altra inizia a parlare di lavoro (ogni volta è così con lui) e finisce col dirmi:
“Sei contento della scelta fatta! E’ vero che preferivi un uomo ma è anche vero che quella … come si chiama .. ah! si Luciana può essere considerata una mezza donna! Ammazza quanto è brutta! Però devo dire che è sicuramente la persona più intelligente e preparata che si è presentata al colloquio.”
“Effettivamente è così però non è detto che un domani questa rimanga incinta lasciando l’amministrazione in difficoltà” rispondo io mettendo in risalto la mia paura principale.
Passano due mesi e Luciana oramai è entrata a far parte della società a tutti gli effetti. E’ molto semplice e simpatica, sa stare agli scherzi e … ha sempre la risposta pronta ad ogni battuta un po’ pesante! Nel lavoro poi devo dire che è stato senz’altro un ottimo acquisto tanto che ho iniziato a darle qualche lavoro più impegnativo per vedere come se la cava.
Con il passare del tempo, però, e con l’avvicinarsi della primavera, noto un leggero cambiamento di Luciana soprattutto quando non si sente osservata.
Infatti quando è presa dal lavoro ha un’aria leggermente imbronciata mentre quando è alla presenza di uno di noi cambia faccia, diventa allegra, ma sono convinto che è una maschera che si è creata per …
Quale motivo può avere una ragazza per presentarsi come non è in realtà? Inizio a preoccuparmi maggiormente quando inizio a notare degli errori nel suo lavoro.
Decido allora di parlane a quatt’occhi e colgo l’occasione di una trasferta a Napoli per portarla con me e cercare di capire cosa può essere successo,
Partiamo da Roma alle sei di mattino e durante il tragitto iniziamo a parlare del più e del meno fino a quando non decido di entrare nell’argomento.
“Senti Luciana uno dei motivi per cui ho deciso di portarti con me è dovuto al fatto che ultimamente ti vedo cambiata, diversa. A volte anche distratta. Cosa è successo? Non vorrei essere invadente ma sono preoccupato. Spero che non siamo problemi in famiglia,”
“Non è successo nulla. Non è vero che sono cambiata o … distratta.”
“Guarda che non ho nessuna intenzione di … Insomma mi preoccupo perché questo cambiamento è stato troppo repentino. Fino a qualche giorno fa si sentiva la tua presenza, la tua risata, prendevi il caffè con i tuoi colleghi mentre ora … sei sempre sola, si vede che sei turbata e rimani sempre sola anche durante la pausa di pranzo. Non puoi dirmi che non è successo nulla. Sono molto più grande di te e capisco quando una persona è disturbata.”
“No …… vedi …. come posso …. No no non è successo nulla che tu possa fare anzi ti ringrazio del tuo interessamento ma … forse è meglio che ti comunichi che sto pensando di cercare un nuovo lavoro!”
A queste parole sono rimasto scioccato, mi sono rivolto verso lei e … vedo le lacrime che scendono dai suoi occhi nonostante che lei si trattenesse dal piangere.
Non so cosa fare. Tutto mi aspettavo tranne questo. Ora cosa faccio? La fortuna ha voluto che a pochi chilometri di distanza ci fosse un’area di servizio in cui mi fermai per cercare di far calmare Luciana che nel frattempo aveva iniziato a piangere.
Dopo un periodo per me interminabile finalmente si è calmata e siamo scesi a fare colazione e, non sapendo come comportarmi, ho deciso di accompagnarla all’automobile parlando di tutto tranne che dell’argomento precedente ma lei rimaneva muta.
Il resto del viaggio si è svolto in assoluto silenzio con Luciana che lentamente riprendeva il controllo di se stessa.
Arrivati a destinazione non abbiamo avuto più il tempo di pensare ad altro se non al lavoro e giunte le 18.00 siamo andati in albergo (già prenotato).
Entriamo nell’ascensore in assoluto silenzio,e mi sento turbato:
“Luciana scusami non volevo che succedesse questo. Senti facciamo finta che non sia successo nulla. Andiamo a mangiare una pizza insieme. Siamo soli in questa città e sinceramente non mi va di mangiare da solo. Anzi sono convinto che non riuscirei a mangiare nel pensare che tu sei chiusa sola nella tua stanza. Fammi questo piacere.”
Ma guarda in che cazzo di situazione mi trovo! Avevo già deciso di chiamare Simona l’”amica” di Enrico (200 euro ma spesi bene) ed ora sto chiedendo, anzi sto pregando Luciana di uscire con me.
“Silvio ti ringrazio dell’interessamento ma è meglio che esci da solo. Magari vai a salutare Simona!” mi dice lei con un’occhiata che mi gela.
“Simona! E chi è sta Simona?”
“è l’amica di Enrico 200 euro tutto compreso!”
“ e tu che ne sai? Mi spii?”
“no assolutamente. Non è che … come faccio a …. Senti vuoi veramente uscire con me? Con il barilotto che cammina? Non penso che ti convenga non sono la donna giusta che ti può fare compagnia. Non ti divertiresti.”
Resto a bocca aperta. Sento l’ascensore che si ferma al nostro piano. Vedo lei che si incammina verso la sua stanza
“Luciana. Esci con me! Andiamo a mangiare questa benedetta pizza e poi …”
“e poi?” mi interrompe lei
“e poi … mi dirai tutto quanto a partire dal motivo per cui sei cambiata per arrivare a … Simona”
“Va bene allora. Ci vediamo tra un’ora.” Mi saluta ed entra nella stanza.
Mi metto sotto lo scroscio della doccia più per riprendermi che per altro. Mi rado con cura prendo una camicia pulita e un paio di jeans vecchiotti e scoloriti ed esco.
Nell’attesa mi siedo al banco del bar ed ordino una birra.
Come tutte le donne Luciana non è da meno. Con una buona mezz’ora di ritardo la vedo uscire dall’ascensore vestita con i soliti pantaloni neri, una maglietta bianca che mette in risalto in seno (sarà una quarta) e .. un po’ di ciccia.
Il suo saluto è diverso dal solito mi bacia con leggerezza una guancia e si scusa per il ritardo.
L’imbarazzo passa in due secondi poi prendo la sua mano guidandola verso l’uscita e la pizzeria.
Troviamo un tavolo un po’ appartato all’interno del locale (per fortuna non fa un caldo eccessivo) ordiniamo birra alla spina e due pizze ai funghi.
“Allora Silvio prima di iniz”
“SH! Silenzio” faccio io con un tono diverso ed ironico “non è questo il momento di parlare! Mangiamo in santa pace. Avremo tutta la notte per parlare e chiarire quanto è successo. Ora voglio solamente mangiare una pizza con una collega che si è fatta tutta bella per me”
“Perché mi prendi in giro” dice lei ridendo “anche tu sei diverso dal solito ma non per questo … più bello! AH AH AH”
“Lo sai cosa dicono i brutti? La bellezza non è quella esteriore ma bensì quella dell’anima”
Continuiamo a scherzare e ridere per tutta la durata della cena, che concludiamo con una meravigliosa torta della casa e usciamo abbracciati dal locale come due fidanzatini.
L’atmosfera è diversa ora. LEI E’ DIVERSA! E’ tornata quella di una volta. Spiritosa e divertente.
Ci avviamo verso Piazza del Municipio continuando a stare abbracciati e sereni, tutto è dimenticato (o quasi).
Continuiamo a passeggiare fino a quando non troviamo una panchina un po’ isolata dove ci mettiamo seduti e, anche se controvoglia le dico
“ora devi pagare pegno. Sputa il rospo. In questo momento sono e sarò solamente un tuo amico che ti vuole bene e ti vuole aiutare”
“non so come iniziare ma è giusto che tu sappia tutto quanto anche perché lo meriti … nonostante tutto”
“perc”
“SH! Silenzio!” dice lei scimmiottandomi “ascolta solamente e poi potrai farmi delle domande. Ma non è detto che avranno risposta. Dunque partiamo da uno dei problemi principali. Dal mio posto di lavoro si sente tutto quanto. Si sentono anche le battute e i commenti che fanno quei tre stronzi nei miei riguardi … quei stronzi che poi con una faccia da cazzo mi invitano a prendere un caffè con loro. All’inizio non era così mi sembravano contenti della mia compagnia ma poi…hanno iniziato ad andare sul pesante … ad allungare le mani “involontariamente” , casualmente una volta mi sono sentita la mano di Francesco sul culo e quando mi sono girata ha fatto l’offeso per come l’ho trattato, un’altra volta stavo prendendo il caffè quando mi sono sentita il coso di Marco in mezzo alle chiappe e … insomma scusami per le volgarità ma il problema è che non voglio essere presa come un oggetto sessuale. Poi l’altro giorno ho sentito Francesco vantarsi di quello che ti ho raccontato dicendo anche c’ero stata! Marco addirittura ha detto che me l’ha messo nel culo e tutti a ridere. Enrico se ne uscito dicendo che me portavi con te solamente perché così non chiamavi Simona e risparmiavi 200 euro. Io sono una donna non bella, anzi un barilotto che cammina come hai detto una volta, ma non è giusto che ….” E scoppia a piangere a singhiozzi “non è giusto” ripete.
Devo dire che il suo sfogo mi aveva toccato. Mai mi sarei aspettato un comportamento del genere da parte di quei cretini. Per cosa poi? Sono tutti felicemente sposati con delle ragazze molto belle, di certo più attraenti di Luciana, con un corpo molto più seducente e piacente. E loro cosa fanno? Ci provano con Luciana? E’ proprio la fine del mondo.
“Luciana senti … l’uomo è fatto così .. è stronzo di natura e con le ragazze, ci prova sempre.”
“Non è vero! Tu non sei come loro. Hai iniziato con quella battuta, anche un po’ offensiva, del barilotto che cammina ma poi sei cambiato. Non ho più sentiti commenti del genere dalla tua bocca. Sei sempre gentile e mi fai sentire donna. Una donna come tutte le altre e non … una cicciona da prendere in giro.”
Effettivamente con il passare del tempo avevo scoperto che la sua vicinanza aveva un effetto insolito in me. Mi sentivo più sereno e tranquillo. E pensavo sempre di meno a Daniela (la mia ex moglie) che, dopo dieci anni di matrimonio, mi aveva lasciato per un ragazzo ventenne conosciuto in palestra. Per fortuna non c’erano figli.
Le sue lacrime continuavano a scendere lentamente dai suoi occhi ma il pianto era terminato. Aveva un’aria sconvolta. Si vedeva che soffriva della situazione.
“E’ per questo motivo – continua lei – che ho preso la decisione di cambiare aria. Cercare un nuovo posto di lavoro. Magari anche in una altra città.”
“Questo non è giusto! Non ti devi ritirare dalla battaglia. Non dargliela vinta. Ci penserò io a …”
“No. Tu non devi fare nulla. Sarebbe peggio. Mi farebbe sentire male.”
“Ok d’accordo ma resisti.”
Si erano fatte ormai le due del mattino e stavamo ancora là seduti su quella panchina. Il freddo iniziava a farsi sentire e si vedeva chiaramente che Luciana rabbrividiva continuamente.
“Dai è ora di andare” dico io alzandomi e abbracciandola per riscaldarla.
“Grazie di tutto sei stato molto gentile. Avevo veramente bisogno di sfogarmi e non avevo nessuno con cui parlare.”
Torniamo nell’albergo e davanti alla sua porta lei mi abbraccia dandomi un bacio casto sulle labbra e salutandomi.
Entrato nella mia stanza vado direttamente al bagno (la birra ed il freddo avevano fatto il loro effetto) e mi distendo sul letto. Nonostante i pensieri che vorticavano nella mia mente crollo in un sonno profondo ma agitato. Mi sogno infatti di essere ancora insieme a lei iniziando a baciarci. Ad accarezzarci fino a quando … suona la sveglia. Sono già le sette. Mi sveglio eccitato da morire con un’erezione da paura. Mi butto nella doccia (fredda) e solamente dopo diversi minuti i miei bollori passano lasciandomi pensieroso ed … insoddisfatto.
Alle otto e trenta sono nell’hall dell’albergo ed aspetto, con ansia, lei Luciana e quando esce dall’ascensore ho quasi un colpo al cuore. Mi devo controllare. Devo nascondere la felicità che provo nel vederla. Cosa mi sta succedendo? Questa sera devo andare assolutamente da Simona. Mi ritrovo di nuovo con un cazzo marmoreo ed ho solamente incontrato i suoi occhi, il suo sguardo. Facciamo colazione e ci dirigiamo a lavoro. In questa giornata ho cercato di mantenere le distanze ma ogni volta che vedo i suoi occhi mi sento mancare un colpo al cuore. E’ bellissima!!! Sorridente e rilassata come era qualche tempo fa. Durante la pausa di pranzo ho cercato di parlare di lavoro, dei controlli che dobbiamo ancora fare per terminare il lavoro e tornare a Roma. Alla fine del pranzo mi sento dire
“Questa sera tocca a me pagare. Magari andiamo a mangiare pesce.”
Alla mia reazione a questo invito Luciana mi guarda intensamente e
“Scusa. Forse volevi andare da solo. Ho dato per scontato che avremmo cenato insieme ma non voglio assolutamente che ti senta obbligato ad uscire con me.”
“No no. Mi hai solamente preceduto. Ti stavo invitando io. Comunque non esiste che paghi tu. Pago io.” Rispondo pensando che Simona era saltata ma che ero felice di uscire di nuovo con lei.
Il pomeriggio passa lentamente e sembra non finire mai per la voglia che ho di trovarmi di nuovo solo con lei. Alla fine devo comunicare alla Direzione che, purtroppo, il lavoro richiede almeno un giorno in più di trasferta.
Quando usciamo dall’albergo per andare verso il ristorante consigliatoci dai colleghi della filiale sembriamo veramente una coppia in viaggio di nozze. Mano nella mano, felici di stare insieme, ridendo e scherzando come due piccioncini.
La cena è stata deliziosa. Ad un antipasto di mare hanno fatto seguito un risotto alla crema di scampi (molto leggero e gustoso) ed una spigola ai ferri che era di una tenerezza paurosa. Mai mangiato un pesce così. Il tutto accompagnato da un vino bianco suggerito dal cameriere, una panna cotta ed un caffè. Il prezzo è stata l’unica cosa negativa.
“Torniamo alla nostra panchina?” mi chiede lei guidandomi verso la meta.
Continuiamo a camminare mano nella mano e quando la guardo, sempre più spesso, la vedo sempre più bella. Ogni secondo che passa scopro qualcosa di nuovo in lei che mi attrae.
Giunti alla panchina continuiamo a parlare,scherzare e ridere parlando di tutto e di tutti.
“Sai – mi dice lei ad un certo punto – sono anni che non passavo un giorno così bello e spensierato. Sono anche fortunata sto con un bel uomo e mi sento invidiata da tutte le ragazze che abbiamo incrociato. Avranno pensato che stavamo flirtando.”
“E chi ti dice che non sia così?”
“Silvio ti prego non prendermi in giro. Non sono sicuramente il tuo tipo di donna. Forse sono divertente ma certamente non sono una bellezza.”
“Guarda io sto parlando seriamente. Anche io sono contento di stare con te in questo momento. La tua vicinanza mi rende veramente felice. Se non fossi una mia collega …. Mi comporterei in modo diverso, forse. Oggi in te sto scoprendo una donna fantastica e ….” Mi blocco di colpo perché anche io sono sorpreso da quello che ho detto. Dopo diversi anni arrossisco come un quattordicenne.
“e” dice lei guardandomi con i suoi occhi che scopro sempre più belli e profondi
“ e desiderabile. Ora te l’ho detto. Non volevo dirtelo ripensando a quello che hai sentito da quello scemo di Enrico. Non avrei mai creduto io stesso a quello che ti ho appena detto ma è così. In questi due giorni ti ho visto piangere, ridere, scherzare, tornare ad essere una ragazza felice. Non capisco come hai fatto ma mi hai incantato. Forse è meglio che torniamo all’hotel. Chiudiamo qui la giornata e dimentichiamoci di tutto. Come abbiamo fatto ieri.”
Mi sto alzando quando vedo Luciana che avvicina le sue labbra alle mie e sento la sua lingua forzare le labbra che apro prontamente sciogliendoci in un bacio di una dolcezza mai provata.
Terminato questo bacio iniziamo a sfogare la nostra voglia cercandoci con sempre più foga mentre le nostre lingue lottano tra di loro.
Quando rimaniamo quasi senza fiato ci stacchiamo guardandoci fissi negli occhi e vediamo il desiderio che ciascuno ha dell’altro.
In un silenzio carico di intensità ci dirigiamo verso un taxi fermo nella piazza e ci facciamo trasportare all’albergo.
Nel taxi continuiamo a baciarci dolcemente sapendo già come finirà la serata.
Nell’ascensore le uniche parole che escono dalle bocche sono solo “da me o da te?”
Entriamo nella mia stanza (che avevo prenotato matrimoniale in previsione di Simona) e iniziamo a spogliarci a vicenda scoprendo piano piano le nostre nudità. Luciana ha seno bellissimo con due capezzoli già ben eretti per l’ eccitazione e che inizio a succhiare come un indiavolato.
Lei mi sbottona la camicia, la toglie iniziando a gemere per il piacere che prova e le sue mani iniziano a slacciare i pantaloni che presentano un bozzo ben evidente per quanto anche io sia eccitato e che cadono con una certa difficoltà.
Ci calmiamo un secondo solamente per liberarci di tutti i vestiti e rimasti nudi si inginocchia prendendo in mano il mio sesso segandolo dolcemente portandolo poi nella sua bocca.
“Uhm Luciana …… Sì ……. così brava …….. fermati un secondo ….. uhm …. Andiamo sul letto” dico io bloccandola un secondo e distendendola sul letto “vieni qua …brava così continua a giocare che ora penso a te” le dico mettendomi nella classica figura del sessantanove. E’ completamente fradicia. Con la lingua inizio a separare le grandi labbra cerco il clitoride che trovo gonfio. La stanza risuona di gemiti di piacere
“Siiiiiiii…………così…..leccami…..così…..ancora…….vengoooo!!!” dice lei che si scioglie nel suo primo orgasmo
“Ah … Ah … Luciana ……….. sto venendo ……” l’avverto io continuando a leccare la sua fica che è ormai diventata un lago “sto venendo ………” Luciana continua ad ingoiare ed a risucchiare il cazzo mentre la lingua continua ad accarezzarmi l’asta fino a quando non esplodo il mio orgasmo nella sua bocca.
Sorprendentemente il mio sesso continua ad essere sempre duro, anzi quasi più duro di prima. Sono anni ormai che non riesco ad avere due rapporti di seguito.
Mi alzo da quella posizione e guardandola negli occhi entro in lei con una lentezza ricercata per gustarmi al massimo quei momenti.
“Ohhhhhhh …. Sì …… così ….. come è lungo e duro ………..ti sento …..ti sento …….ohhhhhhhh godoooooooooooo sì ancora” Luciana è ormai partita. Il secondo orgasmo è ancora più violento del primo. Mi guarda con dolcezza e con le lacrime agli occhi per la felicità. Ed anche io sto lacrimando. E’ tutto troppo bello per essere vero! Le sensazioni che provo sono nuove sembra quasi la prima volta che faccio l’amore. Il ritmo che ho imposto è lento ma mi permette di sentire tutto di lei e godo solo a guardarla. Mordicchio leggermente i suoi capezzoli facendola saltare dal piacere. Mi sento un leone. Sento una capacità di controllare il mio orgasmo come non mai. Cambio posizione mettendola alla pecorina. Il suo culo è enorme. Ha due natiche che sembrano due prosciutti ma … sono belli. Mi piacciono. Entro in lei lentamente
“Si …….scopami ……… che bello ………sei incredibileeeeeeeeee …….. siiiiiiiii ……….godoooooooooo.” E’ arrivata per la terza volta sculettando in modo quasi comico ma eccitante allo stesso tempo. Aumento il ritmo mandandola in estasi. Sono attratto dal suo culo me lo vorrei fare ma forse è troppo. Decido comunque di mettere un dito sull’ano per sentire la sua estaticità ma come prevedevo ……. non accetta si sposta in avanti facendo uscire il mio organo
“No Silvio non l’ho mai fatto non mi sento pronta” mi dice “tutto quello che vuoi ma non quello”
Stupido! Stupido! Ho rovinato l’atmosfera. Lei, come se avesse letto i miei pensieri mi prende il cazzo in bocca iniziando un pompino meraviglioso. Inizio a perdere il controllo sono sempre più eccitato “ Si …..Luciana …… in gola tutto in gola ……… bevilo tutto …….. Siiiiiiiiiiiiiii ………..godoooooooooooooo” dico io esplodendo per la seconda volta nella sua bocca con una violenza superiore alla prima. Mi sembra di non finire mai di godere.
Luciana mi ripulisce bene il cazzo e poi mi bacia con ancor il mio seme nella sua bocca. Non avevo mai assaggiato la mia sborra e devo dire che non la trovo di mio gradimento ma l’accetto volentieri.
“Silvio. Grazie. Non avevo mai fatto una scopata come questa. Sei stato incredibile.” Mi dice appoggiando la testa sul mio petto
“Luciana non avevo mai goduto così. Il merito è tutto tuo. Se fosse possibile ricomincerei anche subito ma come vedi l’amico Fritz è morto” rispondo io sorridendo e stringendola a me.
“Penso che sia giunto il momento che io torni nella mia stanza”
“Ma che dici. Tu dormi con me. Non si sa mai”
Ci addormentiamo abbracciati, stanchi ma felici.

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… la senzazione che ti prende …

La sensazione di cui parlo è gatta di 4 stati d’animo: eccitazione, angoscia, piacere e paura. L’ho provata solamente 3 volte fino ad ora… ma tutte le volte sono impazzito di godimento. Vi raccontero’ la prima volta che la sensazione mi ha assalito: Io (32 anni) e mia moglie (35 anni) abbiamo deciso di fare un bel week-end a Strasburgo in Alsazia (nel periodo natalizio è bellissima con i suoi mercatini e le sue luci). Ci avevamo messo circa 5 ore di macchina dall’Italia. Arrivati a Strasburgo non riuscivo a raggiungere l’hotel prenotato ed allora, sarà perchè nevischiava ed era già notte, sarà per il traffico dell’ora di punta, ad un certo punto ho chiesto a mia moglie di scendere e di chiedere ad un tassista che era fermo al bordo di una strada di raggiungere il ns. hotel, cosi noi l’avremmo potuto seguire con la nostra macchina. Mia moglie anche se era un po’ assonnata e stanca per il viaggio disse che l’ idea non era male e scese a parlare con l’uomo. Dopo alcuni istanti lei arriva dal finestrino e mi dice: <al taxista va bene, pero’ non si fida molto e cosi’ mi ha chiesto di salire con lui mentre tu ci segui con l’auto, cosi’ è sicuro che poi paghiamo la corsa>. Gli rispondo che mi sembrava giusto e che se per lei andava bene si potava fare.

Mia moglie allora sale sul taxi, non capisco perchè sale davanti, ma la stanchezza e la voglia di una calda e confortevole camera d’hotel non mi fanno molto riflettere. Inizia la corsa, ci inseriamo nel traffico della sera, la neve scende piccola piccola, io pero’ riesco ancora a vedere la due sagome dentro l’abitacolo davanti a me. Ad un certo punto con mio grande sussulto vedo mia moglie sparire dalla mia visuale. La vacca mi racconterà poi, che il trovarsi di colpo da sola con uno sconosciuto, chiusa in una macchina di notte all’estero le ha fatto s**ttare una eccitazione strana; non ha resistito e si è abbassata, ha aperto la patta dell’uomo ed ha tirato fuori un cazzo già quasi completamente duro di circa 20 cm. Scuro, pulsante con una cappella lucida e già odorante di succo.

Ha iniziato a baciarlo, a toccarlo con la lingua fino ad assaporare la consistenza e il sapore di sesso. Cazzo !!! come fa una donna, mamma e moglie a dirmi dei particolari cosi ? Dopo circa un quarto d’ora in quella posizione: < sai stavo con la faccia appoggiata al suo ombelico ed avevo il suo cazzo che profumava di sesso, completamente a contatto con il mio viso ed a ogni sussulto della vettura lo baciavo sul lato proprio sotto alla cappella. Sai caro, credo che piacesse molto a tutti e due stare in quella posizione…>. Beh… dopo 15 minuti dunque, il taxi imbocca l’entrata di una stazione di servizio e si ferma nel posteggio il più lontano possibile da sguardi indiscreti e dal rumore dalla città. Tutto buio, nessuno scende e tutto tace. Silenzio… La neve rende un po’ il tutto ovattato ed irreale… E Adesso ? ecco la SENSAZIONE CHE ARRIVA… eccitazione, angoscia, piacere e paura. Scendo dall’auto, mi avvicino e… la portiera posteriore sarà aperta ? lo è. Salgo sul sedile posteriore del taxi. Appena dentro mi avvolge un odore di sesso: odore di cazzo, odore di culo, odore di saliva, odore di fica, il tutto avvolto dal profumo DG di mia moglie… Lei è COMPLETAMENTE NUDA ! e con la pelliccia avvolta sulle spalle è seduta sul cazzo del tassista di origine araba che la pompa con foga. Lei è rivolta verso di me,(dietro), con le tette che sobbalzano ad ogni colpo di reni dell’uomo, le tette sono completamente manipolate dalle mani e dalla bocca dell’uomo… Si allunga un po’ verso di me e mi dice: baciami caro, leccami, schiacciami la tette che sto godendo veramente come una zoccola in calore, guarda tua moglie quanto è troia ! Il tassista non mi considera minimamente e continua a stantuffarle dentro come un toro. Lei ansima, morde e succhia le dita dell’uomo che la sta anche scopando in bocca con le dita. poi mi dice : < dai caro, voglio un secondo cazzo sconosciuto ! vallo a cercare ti prego. Dai !!! e se poi lo vorrai ti faro’ succhiare tutta la sborra che mi daranno…> Ed io ??? Non parlo francese o tedesco, mi salvo a malapena con l’inglese, ma ? la SENZAZIONE era sempre lì e mi sconvolgeva…

Scendo dall’auto, cerco di attraversare il piazzale per poter entrare dal benzinaio a cercare il “mio” uomo, cioè il secondo uomo per la mia mogliettina in calore… quando vedo che ha appena finito di parcheggiare un TIR targato Verona. Penso: mia moglie oltre a dei grandi cazzi ha anche un gran culo…(fortuna).

Sorpresa; i camionisti sono due. Senza ritegno e con il fare più normale che ci sia mi rivolgo a loro e dico: <signori buonasera, ho una proposta da farvi, mia moglie è in quel taxi la in fondo che si sta facendo scopare dal taxista, mi chiedo se vi andrebbe di partecipare alla cosa e di chiavare anche voi quella porca di mia moglie, avete il mio permesso e potete farle di tutto, ma senza violenza>.

Dopo essersi scambiati un occhiata di approvazione il più vecchio dei due mi risponde: <va bene n tanto più che è da circa 24 che cerchiamo una puttana per sfogarci ma con questo tempo e d in più sotto natale di puttane neanche l’ombra> <Benissimo, dico io, avete trovato la vostra puttana> .

La trattativa si è svolta in cinque minuti, ma la scopata con tre sconosciuti di quella porca di mia moglie è durata ancora una ventina di minuti. In tutti quei minuti l’hanno penetrata da tutte le parti… la gonna e la pelliccia erano tutte macchiate e schizzate di sperma, i collant poi, erano fradici e strappati e le mutandine bianche da signora per bene erano addirittura sporche di marrone. He si! uno dei tre se l’è anche inculata, la Troia, e poi si e ripulito il cazzo nelle sue mutandine. Lei godeva godeva come non l’avevo mai vista!

Ad un certo punto, mentre i tre si davano ancora da fare ho preso il viso di mia moglie ed ho iniziato a sbaciucchiarlo con tenerezza e lei sfinita, tutta sbavato di trucco con i capelli e le guance sporche di sperma mi sussurra: < amore godo, sto godendo come non mai, grazie amore di permettermi di fare tutto questo, godo, mi stanno possedendo, prendendo, come li sento… godo, ti voglio bene caro, ti amo, grazie per tutto questo…>.

Io amo veramente mia moglie !

Il finale si è svolto fuori dal taxi, sotto la neve mia moglie completamente nuda e calda di sesso sul cofano della Mercedes, con la pelliccia a fare da lenzuolo ed i tre uno dopo l’altro a farle da coperta…

Veramente un bellissimo Natale a Strasburgo !!!

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Una strana situazione

Un anno fa mia figlia si è sposata lasciando, dovrei dire finalmente, padroni di casa me e mia moglie e all’inizio la cosa non ci sembrava vera.
Capirete però che una casa con tre stanze da letto oltre al salone, la cucina ed i tripli servizi cominciava ad essere veramente troppo grande per solo due persone quindi dopo quattro mesi io e mia moglie abbiamo deciso di metterla in vendita per comprarne una più piccola, dare un aiuto economico alla nostra amata figlia e tenere qualche soldo da parte per la vecchiaia.
Per poterla vendere al prezzo migliore l’agenzia immobiliare ci ha consigliato di fare qualche piccolo lavoro di pulizia e, se possibile, di lasciarla libera in modo che gli acquirenti avrebbero visto una casa senza mobilio e disponibile al momento dell’acquisto.
All’inizio abbiamo tentennato un poco ma poi abbiamo capitolato e ci siamo trasferiti a casa di mia suocera Luisa che da quando era rimasta vedova viveva da sola in una casa con due camere da letto.
Quando ci siamo trasferiti mia suocera, una donna di settanta anni molto ben portati, grazie anche a qualche “intervento”, e ad una attenta dieta sprizzava felicità da tutti i pori perchè finalmente dopo tanti anni avrebbe avuto la compagnia della figlia oltre ad avere un uomo a casa.
L’unica cosa che mancava a me e mia moglie era la tranquillità, acquisita durante tanti anni, della camera da letto. Infatti nella ex casa la nostra camera da letto era separata dalle altre camere dandoci la libertà di fare sesso come e quando volevamo, mentre ora la nostra camera è attigua a quella di mia suocera.
Se aggiungete poi il fatto che mia moglie è una donna molto focosa e “rumorosa” capirete ancora di più le nostre difficoltà.
Per fortuna che mia suocera esce con delle sue amiche tutti i venerdì rientrando sempre dopo mezzanotte altrimenti mi sarei dovuto accontentare solo dei pompini che mia moglie mi fa per tenermi tranquillo. Quindi il venerdì è diventato il nostro giorno del sesso sfrenato. Ci sembra quasi di essere tornati indietro con il tempo quando sfruttavamo la minima occasione per fare sesso.
Un venerdì sera però mia suocera è rientrata prima senza che noi ce ne accorgessimo e sicuramente avrà sentito i gemiti di piacere di sua figlia, le sue preghiere di sfondarle bene la fica, il suo urletto quando entro nel suo culo (penso che questa sia una cosa mentale perchè ormai dopo così tanto tempo che lo utilizzo non prova assolutamente dolore, anzi) e il gemito crescente quando gode.
Solamente quando siamo andati al bagno abbiamo capito che … non eravamo più soli e non potete capire la faccia di mia moglie a questa scoperta. Aveva quasi le lacrime agli occhi per la vergogna! Addirittura la mattina successiva è uscita da casa con la scusa di un lavoro urgente e non è rientrata se non dopo pranzo quando, di regola, la madre è a letto a riposare.
Io invece ho fatto come se niente fosse. Che cazzo sono trentanni che ho sposato la figlia ed è chiaro che me la scopo!
Luisa, mia suocera, invece si è comportata normalmente, come se non avesse sentito nulla, mi ha preparato il pranzo dicendosi dispiaciuta che la figlia lavorasse anche di sabato (cosa comunque non insolita) ed è andata in camera sua a riposare.
I giorni successivi sono passati tranquillamente e con il tempo anche mia moglie si è dimenticata dell’incidente.
La sua tranquillità inoltre era rafforzata dal fatto che questo fine settimana doveva andare in gita con delle colleghe di lavoro dando così la possibilità alla madre di dimenticare il venerdì precedente. Però io rimanevo in bianco.
Quando il venerdì mattina è partita mi ha detto che sarebbe tornata domenica sera e che in qualunque caso la potevo raggiungere sul cellulare.
A me non sembrava vero di avere un fine settimana tutto mio. Già mi immaginavo di stare seduto sul divano, finalmente padrone del telecomando, a guardare la partita in televisione di questa sera e magari qualche film su Sky. Effettivamente l’unica cosa che mi mancava di casa vecchia era proprio il possesso del telecomando. Con due donne ed un solo televisore ogni sera mi doveva sorbire qualche stupido programma o qualche teleromanzo.
Quella sera quando esce mia suocera mi passa a salutare e rimango colpito da come si porta bene gli anni questa donna!
Ben truccata con un bellissimo vestito che mette in risalto il suo prosperoso seno (per me grazie ad un intervento, comunque), dimostrava al massimo 55 anni!
Dopo essermi goduto la partita in televisione, tra l’altro la mia squadra ha vinto, ho fatto un po’ di zapping fino a trovare un film interessante. Verso le 11 però sento un rumore alla porta di casa che mi incuriosisce al punto da farmi alzare per vedere cosa fosse.
Effettivamente da fuori la porta sento un rumore di chiavi che mi spinge a guardare dallo spioncino dove vedo mia suocera. Apro la porta e vedo che sta tentando di aprire la porta litigando con le chiavi. Allora apro io e capisco subito che Luisa è ubriaca
Mi guarda un po’ prima di inquadrarmi bene e ridendo mi dice
“Paolo oggi ho bevuto troppo”
Il fatto che mi avesse chiamato Paolo (nome del marito defunto) conferma ancora di più il primo sospetto.
Comunque con la molta attenzione, per paura che perdesse l’equilibrio, andiamo nella sua camera da letto e la lascio accanto al letto dopo averle chiesto se aveva bisogno di qualcosa.
Lei non ha avuto neanche la forza di rispondermi perchè si è buttata sul letto e dopo neanche un minuto dormiva tranquillamente.
A quel punto ho deciso di andare a riposare anche io ma mi sono rigirato sul letto per non so quanto tempo senza riuscire a prendere sonno.
Alla fine mi sono alzato per farmi una camomilla (di regola fa effetto anche se penso che sia più una cosa psicologica che altro) e, quando sono uscito dalla camera, ho notato che la luce del bagno era accesa e la porta aperta.
“l’avrò lasciata accesa” ho pensato tra me e me dirigendomi verso il bagno per spegnere la luce ma … ho trovato Luisa seduta sul water che ci era addormentata sopra mezzo nuda.
Probabilmente si stava spogliando quando ha avuto bisogno di andare al bagno perchè era in reggiseno e mutandine (calate). Dalla porta ho potuto vedere e godermi i miracoli che la chirurgia estetica riesce a fare soprattutto per quanto riguarda il seno. Aveva il seno identico a quello di mia moglie … ma dieci anni prima!
Mi vergogno ad ammetterlo ma mi sono ritrovato con il cazzo in tiro senza neanche rendermene conto ed essendo in pigiama era “molto” evidente!
Per non metterla in imbarazzo, e nascondere conseguentemente la mia erezione, mi sono tolto dalla porta ed ho chiamato Luisa dalla cucina.
Dopo un paio di richiami ho sentito Luisa che, mentre chiudeva la porta del bagno, mi diceva che lo avrebbe lasciato libero in due minuti
Mentre sorseggiavo la camomilla bollente la vidi passare davanti alla porta della cucina con indosso l’accappatoio. Nonostante fosse ormai ben coperta provai mi eccitai di nuovo alla sua vista.
Prima di tornare al letto mi fumai una sigaretta dandomi del rincoglionito ma questo non mi fece passare assolutamente lo stato in cui mi trovavo.
Alla fine, dopo oltre un’ora abbondante, riuscii a prendere sonno.
Smaniai per tutta la notte sognando di essere preso in giro da mia moglie e da Luisa per l’eccitazione provata.
Mia moglie rideva a crepapelle dicendomi che aveva delle speranze per il …. futuro (lontano) e Luisa mi diceva se ti eccito così era meglio rimanere “distanti” perchè se fosse successo qualcosa nella realtà non sarei durato a lungo.
La mattina fu il telefono a svegliarmi e dopo il terzo squillo capii che dovevo rispondere io! Mia moglie era in gita con le amiche mentre Luisa probabilmente stava ancora dormendo.
Quindi mi alzai per andare a rispondere ed incrociai Luisa che usciva dalla sua camera per fare altrettanto.
Come ben sapete noi maschietti tutte le mattina ci alziamo con l’uccello in tiro per una situazione fisiologica. Provai a fermarmi prima di incrociare Luisa ma ormai la frittata era stata fatta!
Infatti abbassò lo sguardo e mi disse “sempre in tiro, eh?” prima di rispondere al telefono. Era mia moglie che ci voleva salutare prima di andare in non ricordo quale posto dove il cellulare non prendeva e dirci di stare tranquilli per il suo silenzio.
Fu un saluto veloce e relativamente “freddo” perchè sicuramente non era sola in quel momento ma mi disse di sfruttare al massimo questa occasione e di fare tutte quelle cose che non potevo fare quando c’era lei.
Mi feci la barba e la doccia e andai in cucina a fare colazione. Luisa era seduta con i gomiti appoggiati al tavolo e la testa tra le mani nella classica posizione di chi ha una emicrania (vorrei vedere dopo la sbronza di ieri sera). La salutai e mi preparai il caffè pensando a cosa fare nella mattinata.
“Luigi” ecco questo è il nome “mi devi scusare per ieri sera, non so cosa mi ha preso! Stavo con delle amiche parlando del più e del meno e mi sono ritrovata ubriaca senza accorgermene. Per fortuna che tu eri in casa altrimenti non sarei entrata. E per fortuna che mia figlia era fuori altrimenti sai che casino! Mi prometti di non dirle nulla, ti prego”
“ma certo Luisa, stai tranquilla. Non è successo nulla in fin dei conti”
“e si hai ragione. Però … che peccato”
“in che senso” chiesi non capendo a cosa alludeva Luisa
“bhe sai …. ieri sera ti ho visto, e anche questa mattina …”
Rimani a guardarla attonito e a bocca aperta per cercare di capire cosa diceva pensando di aver frainteso la frase, ma non ci riuscivo.
“Bha! devo essere ancora sbronza” disse Luisa alzandosi dalla sedia ed uscendo dalla cucina
Il caffè si era oramai raffreddato e sinceramente sentivo il bisogno di una boccata d’aria. Volevo fuggire da quella casa per ragionare sull’accaduto.
Andai al parco a passeggiare e dopo un po’ mi sedetti su una panchina per ragionare con calma. Rivissi tutti i momenti cruciali delle ultime ore concentrandole soprattutto in tre punti principali: lei seduta sul water seminuda, la battuta di questa mattina quando c’eravamo incrociati per andare a rispondere al telefono e la frase detta quando eravamo in cucina.
Mi ero eccitato molto quando l’avevo vista in quello stato e molto probabilmente lei aveva avuto la stessa reazione vedendomi questa mattina. Cosa c’era di strano? E’ vedova da molti anni e sentirà la mancanza del sesso. Cazzo la sento io che sono costretto a farlo solamente una volta alla settimana da quando conviviamo con lei! Poi … tutto mi fu più chiaro!
Il fulcro della situazione era: perchè si era ubriacata? non l’aveva mai fatto prima. La sola risposta poteva essere che …. aveva sentito mia moglie che godeva, che mi incitava a sbatterla, i suoi gridolini mentre la inculavo. Sì! Era questo il motivo.
Ripassai il ragionamento cercando di trovare qualche fallo ma non ne trovai.
Quando rientrai in casa avevo un mazzo di fiori in mano che le porsi. Si vedeva che aveva pianto ma io la abbracciai e le dissi
“Luisa, non ho mai tradito tua figlia e mai avrei pensato di farlo. Ma in questo momento sento il bisogno di …. farlo. Ma non credere che lo faccia per compassione. Hai visto quanto ero eccitato ieri sera. E poi … voglio credere che se lo sapesse capirebbe il nostro desiderio.”
Lei mentre parlavo singhiozzava non so se per vergogna o cos’altro!
Poi si calmò e mi sorrise guardandomi negli occhi dicendomi
“Mia figlia è veramente una donna fortunata. Ora fammi felice, fammi godere come fai con lei. Sono fuori allenamento ma abbiamo un paio di giorni per farlo. Ti chiedo solamente una cosa. Non avere pietà, trattami da puttana ma fammi godere. Sono vent’anni che aspetto questo momento”

Forse in seguito vi racconterò il resto, basta chiederlo

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Padrona Sonia (Mistress Sonia) 4

Nel Dungeon

La mattina del sabato il telefono dello schiavo suonò molto presto.

– pronto, mia Signora

– ciao servo

– sei capace di costruirmi una gogna?

– Certo Padrona proverò

– Bene allora mettiti al lavoro

Lo schiavo si diresse immediatamente verso un negozio di bricolage, prese delle assi delle vite e delle cerniere robuste, aggiunse otto morse da falegname di buona durezza. Tornato a casa si mise al lavoro nel piccolo box auto, abbinato all’appartamento; in breve aveva imbastito l’arcano, aveva optato per uno stile semplice dal momento che non era una cima come falegname, ma l’impegno profuso aveva dato un buon risultato. Lo raccolse e con non poca fatica lo portò sino all’appartamento e lo collocò al centro del dungeon, un po stanco ma soddisfatto del lavoro, prese il cellulare e comunicò alla Padrona che il lavoro era completato:

– pronto

– scusi Signora, volevo solo dirle che la gogna è finita…

– bene schiavo, stasera voglio divertirmi, dovrai essere perfetto, dovrai sopportare il dolore che ti infliggerò senza una sillaba; dormirò da te, quindi cambia i lenzuoli!!!

– Si Padrona, farò il possibile per esaudire ogni suo desiderio.

– Vai a prendere delle birre, sai te di che marca, poi voglio che prendi del formaggio tenero!!! Da ora a questa sera tu non mangerai ne berrai, io a qualche ora arrivo.

– Si Padrona, sarà tutto fatto

– Ciao – disse la Padrona chiudendo la chiamata.

Lo schiavo rimase un paio di minuti immobile, riordinando le idee, poi si diresse nella sua umile cameretta e cambiò i lenzuoli, preparò per bene il letto, dove la notte avrebbe dormito la sua Padrona, tra le lenzuola mise due buste di estratto di lavanda. Nel primo pomeriggio uscì a prendere le birre e il formaggio, di questo ne prese di vari tipologie, si permise di prese anche due bottiglie di ginger e un mazzo di rose rosse e ritornò rapido a casa. Ritornato tirò a lucido l’appartamento, sopra al letto sparse i petali delle rose, le rimanenti le pose in un vaso che mise nel dungeon. Ormai si aspettava una telefonata ma niente, si distese sul divano ma quella chiamata non giungeva, erano ormai passate le 20.00, e lo schiavo era agitatissimo, è successo qualcosa? Ma non osava contattarla, aveva molti dubbi, ma scelse di mettersi tranquillo ed aspettare. D’un tratto sentì un rumore dietro alla porta, un lieve rumore di tacchi, si gettò verso la porta e la aprì, dinanzi gli apparve la sua Padrona, su tacchi vertiginosissimi, un paio di pantaloni di seta bianchissimi, sopra un giubbetto corto in pelle che copriva una camicetta bianca e a tracolla una borsetta di pelle nera.

– ciao schiavo

– buona sera Padrona

– nudo ed in ginocchio in mezzo alla stanza – disse ella senza esitare

– si Padrona

lo schiavo in un attimo era nudo ed in posizione, nel mentre la donna si era tolta il giubbino e si era diretta al dungeon, osservò il nuovo attrezzo, lo aprì e chiamò il servo. Lo schiavo si diresse senza alzarsi nel dungeon.

– mettiti dentro

– si Padrona

la Signora chiuse la gogna sui polsi e sul collo dello slave:

– stai bene li

– grazie Padrona

– hai preso la birra? E il formaggio?

– Si Padrona sono in frigo

La Padrona si diresse verso la cucina, lo schiavo pensava ai prossimi minuti, alternava dei momenti di estrema felicità a momenti di tensione. A breve la Padrona fu di ritorno.

– allora schiavo birre e formaggio, ok. Le due bottiglie di ginger?

– Eh, eh le ho prese io

– Ah prendi iniziative

– Si, mi scusi Padrona

– Tranquillo non sono una dittatrice, sei libero di prendere iniziativa, ovviamente sarai punito ogni volta, ma la cosa mi diverte.

– Si Padrona

La donna aprì una delle bottiglie di gingerino, se ne versò un bicchiere, lo bevette mentre osservava lo schiavo, il quale sembrava voler intuire le idee della Signora. Finito di bere raccolse dall’armadio un frustino, e iniziò a colpire il sedere dello schiavo, con estrema durezza, lo schiavo cercava di res****re e di non emettere suoni.

– ti piace schiavo

– si Padrona, grazie

– allora conta

– 1 – 2 – 3 – 4 – 5 – 6 – 7 – … 25 – 26 – 28

– dall’inizio!!! Concentrato!!!

– 1 – 2 – 3 – 4 – … 30 – 31 – 33 – 34 – 37

– dall’inizio!!!

– 1 – 2 – 3 – 4 – … 36 – 37 – 38 – 39 – 40 – 42

– allora schiavo!!! Concentrato!!! Dall’inizio!!!

– 1 – 2 – 3 – 4-… 45 – 46 – 47 – 48 – 49 – 50

– oho, finalmente

– scusi Padrona

– il tuo culo è bello rosso, aha ahaaha

– lo immagino Padrona, grazie

la Mistress prese dall’armadio due grosse candele, le accese entrambe.

– ora ricopriamo il tuo sedere per bene

– grazie Padrona

le gocce dell’incandescente liquido cadevano sulle natiche dello schiavo, poi in mezzo, facendo ulteriormente arrossare la pelle dell’oggetto.

– ti piace eh? Ahahaaha

– si Padrona

– la tua Sonia ti sta usando a suo piacere

– grazie So.. Padrona

– aha ahaah guarda come sei rosso.

– È un piacere soffrire per Lei

– Ahhaa, che dolce il mio cuginetto

La Padrona lasciò le candele accese sul tavolino e si accomodò sul trono, osservando lo schiavo.

– guardami!!!

Lo schiavo sollevò la testa ed osservò la Padrona in tutta la sua bellezza, accennò un sorriso.

– sei felice vero?

– Si Padrona molto

– Bene bene, voglio divertirmi io, ma voglio anche la tua felicità

– Grazie Padrona

– Vedi, queste sono sessioni di prova, se sarai all’altezza ti concederò anche dei consigli ed esaudirò i tuoi desideri, immagino le tue bottiglie…

– Grazie Padrona, per me sono importanti

– Lo so.. ahahha..

– Ah ah – lo schiavo fece un dolce sorriso

La Padrona si alzò e liberò lo schiavo dalla gogna.

– mettiti vassoio e vai in cucina e prendi 4 birre, e un bicchiere, le tue ciotole dove sono?

– Si Padrona, le ciotole sono in salotto

– Prendile, vai

– Si Padrona

Lo schiavo si diresse in cucina col vassoio ai capezzoli, raccolse tutto quello ordinato dalla Signora e ritornò al cospetto della Divina.

– metti le ciotole ai piedi del trono

– si Padrona

– aprimi e porgimi una birra, le altre mettile sul tavolino

– si Padrona

– via il vassoio

– subito Signora

– avvicinati e in ginocchio

la Padrona appoggiò la birra sul palmo della mano dello schiavo, gli strizzòi capezzoli e aplicò due morsetti in ferro, con dei minuscoli dentini, gli strinse per bene, si rimpossessò della birra, e a piccoli sorsi la gustò.

– buona l’Heineken

– si Padrona, mi fa tornare in mente molti ricordi

– haa aha sapevo io, però ci sei rimasto male quando a 13 anni bevevo gia birra…

– si ma è un momento che mi è rimasto impresso, ci penso spesso

– aha ahaaa ti sei anche eccitato

– scusi mia Signora

– prendi la bottiglia di ginger piena

– si Padrona, eccola

la Signora legò strettamente le palle dello schiavo e ci applicò la bottiglia, la sollevò e la fece ricadere pesantemente. La Padrona si risedette sul proprio trono, raccolse la lattina e la vuoto.

– schiaccia la lattina e mettila sul tavolo.

– Si Padrona

– Cammina e saltella per il dungeon schiavo.

– Si Padrona

Lo schiavo eseguì senza esitare, la bottiglia saltellava tra le gambe, strappando e tirando i testicoli, il dolore era molto forte, ma lo schiavo continuava senza una esitazione, tanto da far meravigliare la Padrona, che lo spronava a saltellare più in alto.

– bravo schiavo

– grazie Padrona

– ora ti faccio riposare, mettiti alla gogna

– si Padrona

– chiudiamo bene, io vado in bagno.

– Va bene Padrona

La Padrona si diresse verso la cucina, prese una caraffa dalla credenza e si diresse in bagno, nella caraffa fece della pipi, completo il resto nel water, e si pulì per bene; si lavò le candide manine e si diresse verso il dungeon con la caraffa e la carta igenica.

– rieccomi servo, ho qualcosa per te…

– grazie Padrona

– apri la bocca

– si Padrona

la padrona spinse il fagotto di carta igenica, sporca non solo di pipi, nella bocca dello schiavo.

– ti piace Silvio

– mhmsm – in fine fece segno di si con la testa

– ahaha ahaha, poi ti darò anche da bere

la Padrona prese un frustino bello duro, e iniziò a colpire le natiche ancora rosse dal trattamento frusta-cera, colpi durissimi in rapida successione, facevano staccare la cera. Lo schiavo chiudeva gli occhi e digrignava i denti nel tentativo di res****re al dolore, e la Padrona rincarava la dose.

– ti ho tolto tutta la cera schiavo, ahaah ahaaha

– gmmhm

– ma non l’hai ancor mangiato quel fagotto? Ahahaa

– apri la bocca e lascialo cadere

– grazie Padrona

la Padrona liberò lo schiavo dalla gogna e lo fece alzare, lo osservò a lungo girandogli attorno, sorridendo nel vedere il corpo marturiato. Poi si sedette sul trono.

– prendi la caraffa riempi un bicchiere e passamelo

– si Padrona

– bene, apri la bocca

la Padrona versò il contenuto del bicchiere nella gola dello schiavo, che bevette gustandosi il nettare della sua Signora.

– buono?

– Si Padrona

– bene servo io vado a dormire in camera tua, come detto. Tu vuota la caraffa, rimetti tutto in ordine, quando hai finito puoi toglierti tutto.

– Si Padrona

– Domani mattina svegliami alle 8:00 con una buona colazione.

– Si Padrona

La donna non aggiunse altro e si inviò verso la cameretta dello schiavo, dove questa notte Lei avrebbe dormito. Giunta nella stanza notò subito i petali di rosa sul letto, le rose in un vaso sul comodino con affianco una bottiglia d’acqua. Mhmh pensò la Padrona, avvolte mi sorprende.

Lo schiavo invece ripulì il dungeon per bene nel minimo dettaglio, risettando tutti gli attrezzi nell’armadio. Poi ci coricò per terra e cercò di dormire, ma immerso in mille pensieri alle sei di mattina era gia sveglio. Pensò a lungo alla sua Padrona, poi si alzò e si diresse in cucina, preparando la moka, anche se era ancora prestissimo. Tra se e se pensò che una brioche e un aranciata possa essere gradita alla Signora. Uscì di corsa e si diresse, verso un vicino bar, prese una brioche e una lattina di fanta. Rientrato in casa, attese un po per accendere il fuoco sotto la moka, e iniziò a preparare il vassoio con un bicchiere di aranciata, la brioche riscaldata, lo zucchero e una tazzina. Alle otto meno cinque il profumo di caffè inondava la cucina, pose la moka sul vassoio e si diresse verso la cameretta, bussò: avanti… Lei era gia sveglia, in piedi con soli mutandine e reggiseno, lo schiavo ebbe una esitazione nel vedere la Padrona.

– entra, entra

– si Padrona, ecco la colazione

– bene schiavo, appoggia il vassoio sul comò e vattene.

– Si padrona

Lo schiavo usci di corsa dalla stanza, e attese in cucina. Dopo circa un quarto d’ora la Padrona usciva dalla stanza gia vestita e tirata a lucido.

– bravo schiavo, ottima colazione

– grazie Padrona

– ti stai comportando bene, continua così e mi farai felice.

– Si Padrona

– Ci sentiremo in settimana, salutami per bene…

– Si Padrona – lo schiavo si inginocchiò e baciò entrambi i piedi della Padrona, con estrema dolcezza.

– Bene ciao schiavo

– Buona giornata Padrona.

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Sonia, l’avvocato

Racconto trovato in rete su xhamster.

L’incontro con Andrea generò come sempre una serie di sensazioni struggenti in Sonia, ora non c’era più traccia di quel sentimento giovanile, c’era un chiaro principio d’eccitazione sessuale, Sonia non si sconvolse in fondo se lo aspettava, solo non sapeva come fare per lenire il doloroso senso di vuoto, lei non aveva alcun’intenzione di spingersi tra le braccia di quell’uomo che era oramai, solo più il simbolo del suo vecchio amore, ma non riusciva ad allontanarsi da lui e dalla sua voce.
Durante l’aperitivo si tenne in disparte, fece di tutto per non farsi notare da lui, temeva i suoi occhi, le mani, la sua voce, aveva indosso la biancheria acquistata in quel negozio, sentiva le autoreggenti premere sulle cosce così come le natiche lasciate scoperte dal sottile filo del perizoma. Aveva cercato queste sensazioni per ricavare da esse una forma di sicurezza sul proprio aspetto fisico, sulla femminilità che voleva ancora essere in grado d’evidenziare in se, voleva sentirsi desiderabile quanto lo era stata anni prima, quanto i suoi compagni di classe potevano ricordare di lei, ed i molti sguardi ammirati che si sentiva addosso lo confermavano.
“Sei sempre bellissima ma non vedo più l’allegria, la determinazione o solo la speranza nei tuoi occhi, quella magnifica luce che avevano un tempo!”
Sonia resto spiazzata da questa frase diretta, apparentemente innocente, ma potenzialmente in grado d’introdurre un discorso molto intimo, poteva dare una qualsiasi risposta, stroncare sul nascere il discorso profondo e spingere la discussione su un livello più ameno oppure seguire l’invito ed iniziare a parlare di se. Gli occhi riflettono il mio stato d’animo è noto, l’allegria, la fiducia nel futuro, la voglia di correre sempre più degli altri, la spensieratezza e l’allegria se ne sono andate tempo fa è normale, siamo cresciuti dal liceo.
“Sì, ma tu avevi qualcosa di unico nei tuoi occhi, forse mi sono espresso male, avevi una luce che scaldava, che incitava, tu credevi in qualcosa e irradiavi chi ti stava vicino.”
Disse Andrea.
“Forse ora è solo noia o disillusione, non noia nel senso esteso del termine, direi meglio mancanza di stimoli, corro tutto il giorno per un motivo o per l’altro il tempo non basta mai quindi non si può parlare di noia, però mi mancano nuovi stimoli, la mia vita è piatta, tranquilla, statica!”
Affermò Sonia dopo un lungo istante.
“Allora sei bisognosa di nuovi stimoli!”
Domandò Andrea con un sorriso d’intesa.
“Scemo!”
Rise Sonia.
“Ma tu pensi sempre a quello?”
Sonia percepì una fitta allo stomaco, le parole di Andrea l’avevano colpita pur essendo chiaramente uno spudorato tentativo di portare il discorso su temi intimi.
“Non ti puoi immaginare cosa ho in mente per te questa notte!”
Disse Andrea mentre appoggiava dolcemente la mano sulle gambe di Sonia, la sua “Marchesa del Pompino”.
“Cosa vorresti propormi di tanto eccitante, la solita scopata?”
“Una notte di FUOCO con te.”
Continuò Andrea.
“Vedrai, sarà veramente qualcosa di nuovo, di stimolante, fidati di me.”
“Vieni con me!”
La invitò Andrea mentre allontanava la mano, Sonia mugolò in segno di disapprovazione poi disse.
“Dammi almeno un bacio, poi portami dove vuoi e fammi godere!”
Quando la ragazza varcò la soglia della camera da letto di lui aveva già superato gli ultimi dubbi ed era pronta, non poteva però essere preparata alla presenza di Luca, Sonia guardò Andrea e poi Luca, si aspettava che l’ultimo compresa la situazione si alzasse dal letto su cui giaceva ancora vestito ed uscisse dalla camera, sicuramente tra i due amici c’era l’intesa di lasciare il posto al primo che sarebbe entrato in compagnia ma il ragazzo non si alzò. Luca fissò a lungo Sonia poi la salutò con esagerata gentilezza.
“Luca potrebbe rimanere con noi se ti va?”
Propose Andrea, Sonia che pensava di essere abituata a tutto sgranò gli occhi stupita dalla proposta dell’amico, faticava a comprendere tutte le implicazioni di quella proposta, sul momento si sentì offesa, trattata come merce, come una puttana, stava per voltarsi ed uscire sbattendo la porta, poi gli occhi di Luca incredibilmente innocenti e carichi di speranza le fecero capire quanto fosse desiderata anche da lui.
“Tanti anni fa mi avevi parlato di un tuo ricorrente sogno erotico, un desiderio intimo e segreto che eri sicura di non soddisfare mai, che temevi di non avere il coraggio di soddisfare mai, ora puoi farlo, ciò che potrebbe accadere in questa stanza non uscirà da qui se non nei nostri ricordi.”
Le sussurrò Andrea, Sonia riaprì gli occhi per fissare quelli di Luca, amico di Andrea dai tempi delle scuole elementari, seduto sul letto, quindi sollevò il viso verso quello di Andrea e dischiuse le labbra in cerca di un bacio, persa nella stupenda sensazione di quelle labbra a contatto delle proprie e nella crescente eccitazione si sentì portare verso il letto e spingere verso il basso sino a sedersi sul bordo. Improvvisamente le mani sul suo corpo divennero quattro, le carezze si moltiplicarono e con esse la percezione del piacere, Sonia non oppose alcuna resistenza alle mani che scivolavano sulle gambe, che sollevavano la gonna, s’intrufolavano sotto la camicetta e ne slacciavano i bottoni, restò immobile con gli occhi chiusi, a godersi le sensazioni che nascevano da ogni punto del suo corpo solleticato da quelle mani, le aveva dappertutto oramai, pelle contro pelle. L’eccitazione era quasi incontrollabile, nella mente non vi era più traccia dei dubbi di poco prima, rimaneva solamente il desiderio di non perdersi neppure un istante di quell’orgia di sensazioni piacevoli, non riusciva a comprendere cosa le stessero facendo, i punti stimolati erano troppi per seguire il piacere nato da ognuno di loro, Sonia abbandonato il suo stile da famoso avvocato del Foro di Napoli, gemette poi sussurrò.
“Spogliatemi!”
I due amici l’accontentarono, abbandonarono per un istante il seno, la vulva, i fianchi e le gambe per sfilarle del tutto la camicetta e la gonna, le tolsero di dosso la biancheria ma le lasciarono le calze e le scarpe, Sonia apprezzò questo gesto, si sentiva diversa con qualcosa ancora indosso, specie quei due simboli di femminilità. Era in attesa delle loro mani, ora che nulla si opponeva più a lunghe carezze sulla pelle, ma ricevette uno stimolo ancor più intenso dalla lingua di Luca che le scivolava sulle calze in direzione del pube, Sonia aprì completamente le gambe ansiosa di ricevere quella lingua tra le labbra della vagina, nello stesso tempo non dimenticò il membro di Andrea che le si stava avvicinando al viso. Ingoiò l’asta del ragazzo nel preciso istante in cui Luca spingeva con forza la lingua sul clitoride, un’esplosione di piacere le invase il corpo, il sapore di maschio in bocca e lo stimolo in basso portarono Sonia in uno stato d’eccitazione che raramente aveva provato, aspirò con forza e succhiò il membro mentre faceva scorrere la mano per tutta la sua lunghezza, si sentì subito gratificata dal lungo mugolio di piacere emesso da Andrea e s’impegnò al massimo per strappargli subito un orgasmo. Si rese conto di poter fare ciò che voleva senza preoccuparsi di spremere subito il suo amante, tanto ce n’era un altro pronto a soddisfarla, fu questa scoperta a farla godere più dello stimolo che riceveva in basso, Luca era impietoso, non mollava per un istante il proprio ritmo, Sonia trasmetteva ad Andrea il piacere che riceveva, forse troppo intenso, Andrea si allontanò bruscamente da lei per poi fissarla con gli occhi carichi di stupore, Sonia apprezzò quello sguardo, le piaceva stupire, dimostrarsi al di là delle aspettative.
“Sconvolto? Aspetta a vedere questo!”
Pensò Sonia, si sollevò con l’aiuto delle mani appoggiate sul materasso e si portò verso il centro del letto, s’adagiò distesa con le gambe aperte poi disse.
“Vieni!”
Rivolta a nessuno in particolare, lei sapeva che Andrea non avrebbe raccolto l’invito, aveva sentito il suo glande ingrossarsi tra le labbra e alcune sporadiche gocce di seme sulla lingua, era troppo vicino all’orgasmo per entrare in lei senza rischiare di venire subito, come previsto fu Luca a sollevarsi e posizionarsi timidamente sopra di lei, indeciso se indossare o no il profilattico, era quello che voleva, accogliere Luca sotto gli occhi di Andrea, un modo simpatico per ringraziarlo di quella serata da lui organizzata.
“Prendimi!”
Sussurrò a Luca Sonia, il ragazzo scese lentamente sino a portare il pene contro la vulva, attese un movimento favorevole di Sonia poi spinse penetrandola, lei inarcò la schiena sollevandola dal letto mentre lui si spingeva sempre più a fondo nel ventre, quando lo sentì tutto dentro gemette e rantolò qualche parola che il ragazzo non comprese.
“Muoviti, fottimi!”
Lo pregò Sonia ad alta voce visto che lui non si muoveva, Luca iniziò a muoversi su di lei, usciva quasi completamente poi rientrava, inizialmente con dolcezza, poi notato come lei spingeva il pube incontro al suo quando scendeva prese a penetrarla sempre più intensamente, la dilatazione interna e la copiosità della lubrificazione consentivano a Luca un ritmo indiavolato. Lei seguiva il ritmo, non aspettava che lui spingesse a fondo, si faceva sempre incontro incurante dell’espressione allucinata di Andrea, quando Silvia riusciva a spostare lo sguardo sull’amico rimasto in piedi ed in disparte, trasformava la propria espressione in una di puro piacere, più di quanto provasse in realtà, era eccitata dagli occhi di Andrea da come scrutavano il suo corpo sotto quello di Luca, se li sentiva addosso. Quando si ritenne soddisfatta di quell’iniziale amplesso disse a Luca che voleva cambiare posizione, il ragazzo si sollevò a malincuore da lei convinto di dover cedere il posto all’amico, ma si ritrovò steso sul letto con Sonia che prendeva posizione sopra di lui, lei si sistemò a cavallo di Luca prese il membro e se lo posizionò tra le labbra della vulva, scese e appena lo percepì correttamente indirizzato Sonia si spinse sino in fondo aprendo le gambe per aderire completamente al corpo di Luca. Iniziò a muovere solamente le anche con un espressione di puro piacere sul viso, dimenticò tutto il resto, in quel momento esisteva solamente quel pezzo di carne, dura, che aveva profondamente piantato nel ventre, si muoveva in modo da sentirlo al meglio, contraeva e rilasciava ritmicamente la muscolatura interna mentre ondeggiava lentamente con le anche, non si sollevava da lui, non lo faceva scorrere in se e nemmeno cercava uno stimolo esterno sul clitoride, le era sufficiente quella presenza dentro per godere, quando ritenne d’essere pronta fisicamente e psicologicamente si lasciò cadere su Luca e senza farlo uscire da sé chiamò Andrea.
“Avanti, vieni anche tu, fatemi impazzire!”
Andrea non si aspettava questa richiesta, era convinto che lei si sarebbe limitata a prenderne uno mentre succhiava l’altro, una doppia penetrazione andava al di là di ogni più perversa speranza, era eccitato dall’idea di penetrarla analmente mentre lei aveva dentro Luca ed era felice che le avesse riservato quella parte del suo corpo. Salì sul letto e si sistemò dietro di lei che già aveva sollevato il sedere in attesa, ne dilatò le natiche e solleticò l’ano con un dito inumidito, quindi spinse il dito dentro di lei, Sonia rantolò di piacere e si dilatò.
“Sei pronta, vedo.”
Le disse Andrea con voce rotta dall’emozione.
“Prendimi anche tu dai!”
Riuscì a dire Sonia, spinse per dilatare l’ano al massimo e lo sentì improvvisamente entrare, fu un esplosione di piacere misto ad un dolce dolore che lei sapeva apprezzare, urlò incurante del sottile spessore delle pareti della camera, quando il dolore passò rimase la sensazione d’essere piena di due uomini e tornò a godere pur rimanendo immobile. I ragazzi compresero il suo stato ed iniziarono un lento movimento all’unisono, Sonia si rifiutava di pensare, di realizzare appieno ciò che stava facendo, si limitava a godere, era un piacere troppo intenso per rovinarlo con la razionalità, era invasa dagli stimoli tanto da non riuscire più a comprenderne l’origine, ebbe un primo ed improvviso orgasmo del tutto inatteso ma intenso, quasi feroce nel suo sviluppo, i ragazzi non si fermarono continuarono a muoversi senza badare ai lunghi ed a stento soffocati gemiti, l’interno del suo corpo in preda alle contrazioni involontarie era troppo piacevole per fermarsi.
“Ora riempitemi, riempitemi tutti e due!”
Questa frase entrò nelle orecchie di Luca che già a stento tratteneva il piacere, la voce di Sonia riuscì a rompere tutto il castello d’autocontrollo che si era costruito e venne immediatamente, Sonia lo sentì ansimare e contemporaneamente lo percepì pulsare dentro il ventre, allora si spinse contro di lui, lo prese completamente dentro mentre anche Andrea spingeva per eiacularle nel profondo dell’intestino, in un lampo di lucidità Sonia comprese che due uomini stavano iniettando il loro seme contemporaneamente nel suo corpo, quest’immagine riuscì a donarle un secondo meno intenso forse ma più lungo orgasmo. Terminarono di godere che Sonia ancora provava un languido piacere, Andrea uscì da lei liberandola, lei si sollevò dolorante da Luca e crollò stesa sul letto, quindi chiuse gli occhi e rimase immobile a godersi ciò che rimaneva del piacere, Luca e Andrea la lasciarono sola, consci che doveva accettare ciò che aveva appena vissuto senza interferenze esterne, Sonia si appisolò fisicamente distrutta, nel dormiveglia sentì un lungo bacio sulla fronte ed una carezza sul viso mentre la voce di Luca le sussurrava.
“Grazie”
Solo più tardi, si ritrovò ad osservare stupita il seme che colava dalla vagina e ad analizzare il leggero dolore all’ano, dopo quel nuovo amplesso non aveva nemmeno più la forza di recarsi in bagno per una doccia, voleva lavarsi eliminare ogni traccia dal proprio corpo di quella notte di follia ma in fondo era bello risvegliarsi ed avere le prove che non aveva sognato, si appisolò stretta al suo vecchio amico Andrea felice d’aver ceduto alle sue lusinghe. Non provava alcun senso di colpa, come sapeva che non ne avrebbe provati il giorno seguente quando salutava per sempre l’amico, era stata solo una parentesi della sua vita, se voleva rivivere quell’esperienza senza dubbio i protagonisti non sarebbero stati né Luca né Andrea, non poteva permettersi d’arrivare a provare qualcosa di più che una semplice attrazione sessuale nei loro confronti, ora non si sentiva più sciatta e intorpidita dai quieti anni di un matrimonio piatto e privo di emozioni, sapeva di riuscire a dare e a ricevere emozioni forti,soddisfatta sorrise a se stessa e pensò.
“Per ora può bastare.”

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MIA MOGLIE: FINALMENTE CI CONFESSIAMO

Martedì sera rientrammo verso le 12,00 era appena finita la festa in paese, mentre mia moglie era in bagno a spogliarsi e a fare le sue cose, sento vibrare il suo cell, subito lo prendo e vedo dei messaggi arrivati su watsupp, era la sua amica, dopo chiuso il mess scorro per vedere con chi altro di recente si sente tramite mess e oltre le sue amiche vedo un certo davide, e capisco già di chi si tratta, era un suo vecchio amico ma mai fidanzato, anzi lei mi diceva in passato che era lui che si era preso una cotta per mia moglie, tolta la parentesi, apro il messaggio e leggo la loro conversazione dall’inizio, tutto normale, i classici come stai ecc, poi le domande di mia moglie a lui: ” bè sei ancora fidanzato?” lui: ” si” lei risp ” ah peccato” e lui ah si peccato se non eri sposata!…lei ” e che fa? io ti voglio lo stesso! ” e lui: ” ma dai non scherzare” , lei : ” no non scherzo potresti essere il mio amico-fidanzato”, poi si smorzano i toni e la conversazione si conclude con un buona notte… Sentì che mia moglie aveva finito in bagno subito chiudo i messaggi e rimetto il suo cell al posto, una cosa sola non avevo controllato ed era la data, ma essendo uno degli ultimi messaggi credo sia di qualche mese fà, comunque quella conversazione ci era stata, mia moglie non sò se per scherzo o sul serio aveva avuto delle avance nei confronti di un suo vecchio amico che per giunta l’ha sempre voluta…Dentro di me torna quella situazione di rabbia e di seghe mentali, iniziai a pensare: ma vedi un po sta troia, vuole al suo vecchio amico, ma sicuro che in passato non hanno mai fatto niente insieme?, e a quando risale questa conversazione? Tutte mie domande che non trovano risp, mia moglie esce dal bagno , faccio finta di niente ma ero arrabbiato ed eccitato la volevo prendere e scoparmela facendoli male, poi mi calmai, cercai di pensare, lei si mise nel letto , io mi girai di fianco non volevo guardarla quella sera, ma proprio quella sera, mentre tremavo detro ed ero anche un po eccitato, lei quella sera prende l’iniziativa visto che il bimbo stava già dormendo, si avvicina inizia a baciarmi sul collo, io sempre girato sentivo il suo respiro caldo sul mio collo, intanto il mio pene si gonfiò in fretta, ma non volevo farmi vedere troppo eccitato, poi iniziò a toccarchi e disse ” hei ma sei sveglio?”, si ero sveglio e volevo sfogarmi con lei, e mentre iniziò a segarmi iniziai ad intorcigliarmi dall’eccitazione, mi girai verso di lei le strinsi i capelli e gli infilai la mia lingua nella sua bocca, eravamo entrambi eccitati, lei aveva voglia, io un misto di emozioni che volevano uscire fuori, mi prese una voglia matta di leccarla, mi girai con la mia testa ai suoi piedi e iniziai a leccarla, facemmo un 69 di lato, quando lei poi me lo prese in bocca sentì tutto il suo calore, non ce la facevo più, con la lingua leccai anche il suo buchetto, e da dentro di me uscirono delle parole che prima non gli avrei mai detto, le iniziai a dire” ti piace farmi i pompini vero? ti piace? dai sei una troia, mi piaci continua, dai che mi fai morire”, lei non mi rispondeva ma forse si eccitava di più, la sua fica si era allargata così tanto che ci sarebbero entrati 2 cazzi dentro, poi finimmo l’orale, volevo da lei un bacio, mentre mi baciava sentivo il sapore del mio cazzo eccitato nella sua bocca, così iniziammo a scopare lei mentre lo facevamo, voleva che gli allargavo la fica con le mani, si eccita quando lo faccio, dopo un po iniziò a venire dicendomi di non fermarmi, ormai godeva e gemeva, era mia, quando finì il suo orgasmo continuava a dirmi come una assatanata di sbatterla forte, fù allora che pensai in quel momento di ecstasi di iniziarle a confessare le mie fantasie e di confessarla, iniziai a dirle: “ti piace vero? dai mi piacerebbe che qualcuno in questo momento ci stia guardando e vede quanto sei troia, e lei ah si e chi? io: anche qualcuno che conosci o un estraneo, sta qualcuno che ti corteggia e che magari vorrebbe scoparti adesso come faccio io? lei: dai stai zitto, sbattimi, ed io imperterrito, ” lo sai che mi sono iscritto ad un sito e ho messo delle tue foto al mare in costume? e lei: ma che hai fatto? ed io: dai e che fa? è di moda adesso, ed hai ricevuto molti complimenti spinti? In quel momento capì che la cosa iniziava ad eccitarla e mi disse: si ho dei ragazzi che mi vogliono , in quel mometo raggiunsi una grande sborrata sulla sua pancia, quando lei finalmente mi confessò che c’erano degl’altri ragazzi che la corteggiavano si ruppe quel tabù e quel senso di frustazione che mi accompagnava da giorni, dopo che andai in bagno mi rimisi a letto, e parlammo un po, lei mi chiese delle foto che ho pubblicato sul sito, e vedendo la sua curiosità gli ho chiesto se vogliamo far contenti i suoi ammiratori, e mi ha promesso che in questi giorni faremo delle foto più spinte, però per quanto riguarda i vari corteggiamenti o i messaggi su watsupp non ne abbiamo parlato ancora,,,LA STORIA SICURAMENTE CONTINUERA’

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FIINALMENTE VALENTINA!

Mi capita spesso di ricevere richieste e messaggi insistenti da parte di molti che mi chiedono incontri, spesso condite da fantasiosi desideri di vario e bizzarro tipo. Sabrina (il nome gliel’ho poi scelto io) si è presentata come una trav amante del fetish in cerca di una padroncina che facesse di lei la sua schiavetta ubbidiente, pronta ad esaudire ogni suo desiderio. Confesso che non ho molta esperienza come mistress, anzi, sinceramente non disdegno di essere trattata io come una puttanella, e un po’ di sano ed eccitante bdsm che non lasci segni mi eccita non poco (pinzette strizzacapezzoli, sculacciate e frustate sul mio voglioso culetto…), per cui ero un po’ indecisa se accettare o no le sue insistenti avances! La cosa è andata avanti per molto tempo, un po’ per la mia indecisione, un po’ perché mi sembrava il solito lungo e inconcludente rapporto epistolare che spesso finisce in una bolla di sapone e nulla più.
Non mi decidevo però a troncare con S.; le foto che aveva sulla sua scheda, pur di non eccelsa qualità, lasciavano intravedere una puttanella vogliosa e ben messa fisicamente e la cosa mi attirava non poco. Inoltre si intravedeva un bell’arnese tra le sue belle gambe….. e sapete ormai quanto sono troia se vedo la possibilità di giocare con un bel clitoride duro e carico di dolce nettare!
Insomma, per molto tempo tutto è rimasto sul virtuale: lei mi contattava ogni tanto chiamandomi “padroncina”, mi chiedeva un incontro per soddisfare i suoi desideri. Però mi sembrava anche molto indecisa, titubante, anche se si intuiva che nel suo profondo desiderava veramente conoscermi. Tra l’altro mi diceva che non aveva molta esperienza con altre trav, quando le aveva incontrate si era proposto come uomo attivo, nel ruolo di dominante: insomma sarebbe stata la sua prima esperienza come puttanella sottomessa, un quadro decisamente un po’ incerto, ambiguo e fumoso. Poi, io amo i cazzo duri e pronti da cavalcare e gustare a fondo con tutti i miei buchi e questa situazione di incertezza e ambiguità non mi convinceva del tutto ma nello stesso tempo mi intrigava non poco.
Per farla breve, la cosa è andata avanti così a lungo finché un giorno siamo riuscite a concordare l’incontro.
Aspettando il suo arrivo mi sono preparata; come al solito doccia con ritocchi alla depilazione, crema su tutto il corpo, intimo nero come piace a me con tacchi alti e trucco da troia. Al momento del suo arrivo, come concordato, gli ho fatto trovare portone socchiuso ed indicazione su come trovare il bagno. Ci siamo salutati senza vederci e l’ho attesa mentre si preparava. Dal bagno mi diceva che era tesa ed emozionata vista la sua poca esperienza

di incontri del genere. Dopo una mezzoretta si apre la porta del bagno e vedo comparire una splendida creatura, corpo snello scolpito, depilato perfettamente, non molto alta, completino sexy da vera puttanella con tacchi sexy, parrucca nera che le avevo prestato io, niente trucco e da sotto il perizoma si intravvedeva un attrezzo niente male: insomma una vera piacevole sorpresa!!!
Ci siamo accomodate sul divano e mentre scambiavano quattro chiacchiere le mie mani non potevano naturalmente stare ferme: ho cominciato ad accarezzarla mentre lei si sdraiava supina sulle mie gambe mostrando ai miei occhi uno splendido posteriore con due chiappette liscie e sode, pronte per essere trattate a dovere. Ho iniziato a sculacciarla, prima piano, poi sempre più forte facendole diventare il culetto rosso come un peperone! La sentivo fremere sotto i miei colpi e la cosa mi eccitava non poco. Contemporaneamente sentivo sulle mie cosce qualcosa di duro che cresceva tra le sue gambe. Ho introdotto la mia mano nel perizoma e mi sono ritrovata a toccare uno splendido clitoride duro ed eccitato. L’ho fatto uscire da un lato del perizoma e afferrandolo da dietro, mentre era ancora supina su di me, ho iniziato a massaggiarlo: situazione splendida ed eccitante sentirlo fremere tra le mie dita. Mi sono chinata e, sempre da dietro, non ho resistito: l’ho preso in bocca ed ho iniziato a fargli uno dei miei (scusate l’immodestia) rinomati pompini. Sublime sensazione sentire in bocca quel clitoride turgido appartenente ad un meraviglioso corpo da puttanella. Nonostante una evidente timidezza la troietta si dimenava dal piacere e sentivo il suo cazzo pulsare nella mia bocca e sotto i colpi della mia lingua.
Avevo l’eccitazione a mille e sentivo il forte desiderio di accogliere quel bel manganello dentro di me. Mi sono girata ed ho atteso ansimando di sentire la punta del suo clitoride accostarsi al mio buchino già bagnato di piacere. L’ho sentito spingere con delicatezza e penetrare piano ma con decisione dentro di me: l’ho accolto così tutto e sentivo andarlo avanti ed indietro mentre mugolavo dal piacere che mi dava e mi sentivo ora la sua schiava e troia, insomma la Patty che conoscete.
La cosa è andata avanti per un bel po’, con lei che ansimava ed io che mugolavo come una cagna in calore. Il suo cazzo che entrava ed usciva e mi faceva andare in completa estasi. Naturalmente, come sempre, avevo la mia amata videocamera che riprendeva i momenti più eccitanti del nostro incontro: amo fare vedere quanto sono troia, mi eccita da matti pensare che poi tanti godranno vedendo i miei video porchi.
È la cosa che mi eccita di più: riprendermi mentre aspetto con ansia gli schizzi della calda sborra che mi arrivano in bocca.
Dopo la bella cavalcata infatti mi sono girata e le ho preso il cazzo in bocca iniziando la mia danza di lingua propiziatoria per la grande pioggia calda e densa….
Non ha resistito a lungo la troietta e, finalmente, ho sentito che fremeva e si dimenava sentendo il pacere salire fino alla punta del clitoride, fino a scaricarmi in bocca tutto il suo fiume di godimento. L’ho accolta tutta la sua sborra calda e densa assaporandola a lungo giocandoci con la lingua come mi piace fare. Una vera delizia di godimento: mi sentivo una vera puttana in calore, la sua troia padrona e nello stesso tempo schiava, assoggettata al suo piacere.
Al termine, spossate dal piacere ci siamo rilassate sul divano, scambiandoci dolci effusioni.
Ero sorpresa e contenta di come fossero andate le cose: insomma l’indecisione iniziale era ormai un ricordo. Avevo trovato una dolce creatura che mi aveva soddisfatto appieno e che avevo intenzione di rivedere sicuramente: non potevo farmi sfuggire una tale delizia! Infatti ci siamo poi riviste già una seconda volta ed altre spero ne seguiranno per appagare il mio desiderio di piacere.
Un bacio dalla vs, sempre troia, PATTYBEL. Alla prossima avventura! KISS!
VISITATE IL MIO BLOG per miei video e foto: http://pattybeltrav.blogspot.it.

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I cesaroni 7 seconda parte

LA SCENA SI SVOLGE A CASA CESARONI CON LE NEW ENTRYVSTARS ACTORS

Giulio: Ciao Lucia come va? Hai saputo di rudi che purtroppo è stato bocciato all’esame di patente?

Lucia: Si lo saputo che purtroppo è stato bocciato ma che ci possiamo fare non dobbiamo avere nessuna colpa su questo

Giulio: Si infatti su questo non abbiamo colpa, ma lui non ha voluto studiare

Lucia: ah questo si non si è voluto impegnare per niente, ma comunque lo sto vedendo in giro che porta ancora quella moto tutta rotta, non mi piace con chi cammina anche perché sono persone strane e maleducate

Giulio: gliela daremo noi una dritta stai tranquilla su questo

Lucia: certo questo si

MENTRE GIULIO E LUCIA OARLANO ARRIVA ALICE

Alice: ciao mamma e papà vi devo dire una cosa importante

Lucia: Dimmi tesoro dicci pure

Alice: mi sono innamorata di un bellissimo ragazzo americano, mi piace davvero tanto

Lucia: Ah bene questo mi fa davvero piacere, ma sentì digli a Rudi che non si deve preoccupare per quella faccenda del l’incontinenza

Alice: Certo che glielo diro stai tranquilla

Lucia: va bene adesso noi andiamo a letto che siamo un po’ stanchi a presto

Alice: buona notte mammina

Lucia: buona notte tesoro mio

Alice: Papà mi puoi fare un favore?

Giulio: Si dimmi cara

Alice: potresti portarmi per colazione una buona tisana?

Giulio: certo che te la posso portare anche due se vuoi

Alice: va bene grazie adesso pure io vado a dormire buona notte

LA SCENA SI SVOLGE A CASA DI EZIO E STEFANIA MENTRE DORMONO, SI SENTONO DEI RUMORI….CHI SARÀ MAI…

Plaf,….

Alice: rudi fai silenzio che dobbiamo spiarli

Rudi: ma non sono stato io a fare rumore e stato il mio pancino

Alice: di uno addosso te lo sei fatto?

Rudi: si si me lo sn fatto addosso sono bello pieno

Alice: capisco adesso come ti cambi il pannolone?

Rudi:Non lo so vedremo

Alice: vedi di farti passare questo problema non si può continuare così

Rudi: e lo so che non si può continuare così infatti già

Alice: devi stare sempre più attento perché qualche volta qualcuno se ne accorgerà

Rudi: eh lo so già molti lo hanno capito

Alice: capisco il tuo malumore mi dispiace davvero ma domani hai gli esami, la terza prova?

Rudi: si si domani ho la terza prova

Alice: capisco adesso vado a riposarmi che sono stanca

Rudi: buona notte a domani

Alice: buona notte a te a domani

LA SCENA CAMBIA SIAMO IN OFFICINA CON LORENZO

Ezio: Ciao Lorenzo oggi non sei andato a scuola?

Lorenzo: No oggi non c’è nera scuola

Ezio: Ma non hai gli esami quest’anno?

Lorenzo: Si si certo ho glie esami

Ezio: comunque non preoccuparti se ti capita di fartela addosso anche rudi porta ormai i pannoloni

Lorenzo: eh già siamo allora in due che portiamo i pannoloni

Ezio: si si siete in due che portate i pannoloni

Lorenzo: comunque non mi ricordo il nome, ah si ecco mi ricordo i pannoloni serenità sono molto comodi

Ezio: ah si!!! Allora li prenderò per la mia vecchiaia

Lorenzo: certo li puoi prendere per la vecchiaia certo questo si

Ezio: adesso lasciami un po lavorare che qui ci sono cose da fare

Lorenzo: va bene adesso la saluto arrivederci

Ezio: arrivederci a te

LA SCENA CAMBIA CI TROVIAMO AL BAR AL CICLOPE CON LUCIA E GIULIO

Giulio: bello questo bar, mi piace molto

Lucia: si è davvero bello e anche le granite sono buone

Giulio: Si molte buone qui le granite

LA SCENA CAMBIA CI TROVIAMO A SCUOLA

Alice: allora ragazzi ascoltiamo bene le lezioni così prendiamo buoni voti

Rudi: si infatti anche perché quest’anno abbiamo gli esami

Alice: eh già infatti credo proprio che la lezione sta finendo

Rudi: ragazzi sta sera si va a ballare e ci divertiremo

Alice: andiamo di a ballare ho bisogno di svagarmi

Rudi: certo Alice lo capisco hai proprio bisogno di svagarti ma se per questo anche io ho bisogno di svagarmi

Alice: avete proprio ragione e tu budino che ne pensi?

Budino: certo la penso così, andiamo al papà fico a sampieri?

Alice: si andiamo li al papà fico mi piacerebbe molto, li balliamo e ci divertiamo adesso chiamo a un mio amico così invito pure lui

Budino: ragazzi rudi sta male

Alice: cosa ha?

Budino: si è fatto la cacca addosso

Alice: ah capito ecco perché

Budino: va bene non preoccupatevi tutto si può sistemare e poi ha il pannolone e quindi assorbe molto e nn si sente tantissimo la puzza

Rudi: certo la puzza si sente poco e niente però anche se la gente capisce cosa e successo a me pazienza dai capirà che sono incontinente

Alice: questo si che capirà che sei incontinente ma non fa nulla noi ti abbiamo accettato sempre come sei adesso

Rudi: eh già poi sei la mia sorellastra quindi va bene così, ma sai che il 2 luglio ho gli orali e sono il primo nella lista a farli

Alice: ah si sei il primo mi fa piacere questo

AD UN CERTO PUNTO SI SENTE UN RUMORE CHE È UNA SCOREGGIA POTENTE

Alice: Cose’ questo rumore strano si sente puzza

Budino: rudi si è fatto la poop’ addosso

Rudi: si ragazzi scusatemi mi sono fatto addosso

Alice: non ti preoccupare se vuoi una mano nel cambiarti possiamo farlo

Budino: dai cambialo tu a me sinceramente fa un po schifo

Alice: si si non preoccupatevi lo cambio io

AD UN CERTO PUNTO LA SCENA SI DIRIGE VERSO IL BAGNO DOVE RUDI VERRÀ CAMBIATO DA ALICE

Alice: ehi rudi ne hai fatto tantissima, si vede che proprio ti scappava

Rudi: si mi scappava moltissimo ormai non riuscivo più a trattenere la cacca, ed così è uscita da sola senza sforzi

Alice: ti capisco fratellone mio sai se te la farai addosso per tutta la vita questo mi dispiacerà perché la società non accetta questo ma che ci possiamo fare se sei incontinente nessuno ti potrà dire qualcosa capiranno che te la fai addosso perché non sentì alcun stimolo e così pisico e cacca escono senza sforzi

Rudi: esatto questo sono io e questo sento cioè non sento nessuno stimolo sono regredito come un bambino piccolo appena nato o un bambino di cinque anni che ancora non sa tenere i bisogni a bada

Alice: dai ti capisco però queste estate dopo gli esami andiamo a festeggiare così almeno finisci gli esami orali e poi si va a festeggiare

LA SCENA CAMBIA CI TROVIAMO A CASA BARILON

Lorenzo: ciao mamma mi sono fatto addosso mi vado a cambiare il pannolo e pienissimo di diarrea mi scappava tanto

Madre: non preoccuparti caro stai tranquillo che anche rudi e incontinente come te ed la cosa che hai e cronica ma si aggiusterà tutto

Lorenzo: si infatti si aggiusterà tutto pazienza speriamo bene

Madre: certo che si, fai gli esami universitari e se ti dovessi accorgere che ti sei fatto addosso continua parlare senza fermarti per non destare controlli dall presidente degli esami

Lorenzo: questo si non ti preoccupare tutto si aggiusterà

Madre : certo caro figliolo si aggiusterà

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Spiando dalla finestra

Avevo già conosciuto i piaceri del sesso quell’estate di qualche anno fa; non che fossi un esperto, ero appena maggiorenne ed avevo avuto qualche ragazzetta della mia età delle quali con una soltanto mi addentrai nel letto (o per meglio dire il pavimento del garage). Ma una cosa è certa, e nonostante sia ancora parecchio giovane posso assumere con estrema certezza, che quell’esperienza è stata e sempre la ricorderò come una delle più fantastiche della mia vita.

Ero da poco rientrato in casa, e come ero solito fare prima di andare a letto, mi facevo una bella doccia e poi mi mettevo a bere qualcosa di fresco in salotto, davanti alla televisione (il più delle volte finendo a masturbarmi su quei canali che a tarda notte ospitavano strip tease completi di donne con sovrimpressione un numero 899 da chiamare per fare della sana sesso – conversazione). Quella sera però mi affacciai alla finestra; pioveva ed ho sempre amato guardare la piazza dove abitavo durante il temporale, dal terzo piano. Un Doblò nero era parcheggiato poco sotto casa mia in doppia fila, praticamente in mezzo di strada. Non mi resi subito conto di cosa stesse succedendo, ma uno strano movimento dentro la macchina mi portò a guardare con più attenzione attraverso l’enorme parabrezza di quel modello, e non potei far altro che constatare che stavo assistendo ad un bel pompino!
Essì, il tizio di turno, alla guida dell’automobile, si stava facendo fare una pompa in piena regola. Causa pioggia e distanza, non potei cogliere ogni minimo particolare della scena, ma la posizione della tipa e il movimento della sua testa erano inequivocabili! Ebbi un erezione in men che non si dica, e senza pensarci più di tanto cominciai a masturbarmi a quello spettacolo, con tutta la fantasia del caso. Sborrai dopo poco su di un fazzoletto, ripulendomi alla meglio; e proprio mentre ero lì a risistemarmi il corredo, sentii la portiera sbattere e la macchina ripartire. Evidentemente avevano finito anche loro! Riconobbi la ragazza poco prima che sparisse sotto ai portici: la tipa era una ragazza di qualche anno più grande di me che abitava nel palazzo accanto, al quale non avevo mai rivolto parola, ma che incrociavo giornalmente sotto casa.

Passò qualche settimana, e di tanto in tanto la notte sbirciavo dalla finestra per vedere di potermi gustare un’altra scena simile, ed ebbi fortuna altre due o tre volte, non ricordo di preciso.
Poi un giorno d’agosto, dovendo cominciare a far fronte ad un brutto debito in matematica acquisito durante l’anno (ero bocciato due volte, al liceo, cavarmela con un debito era una favola), andai a far gruppo di studio con un paio di ragazze e ragazzi che gravavano della solita incombenza, e decidemmo di riunirci a casa di Rebecca, che abitava proprio nel palazzo vicino al mio. Verso le 19 decidemmo di smettere e di continuare un altro giorno con il ripasso, visto che eravamo stanchi e qualcuno aveva già ben visto di svignarsela con una scusa. Andato via anche l’ultimo ragazzo, mi trattenni a dare una mano a Rebecca a rimettere a posto i tavoli e le seggiole, poi salutai anche lei ed uscii.

L’ascensore era occupato, così (sono un pigro da medaglia d’oro) anzichè farmi 4 piani di scale decisi di attendere che si liberasse. Una porta di un appartamento si aprii alle mie spalle, e girandomi mi resi conto che si trattava della ragazza che avevo visto più volte esibirsi in un bel pompino proprio in mezzo di strada. Rimasi quasi shockato a trovarmela davanti ad aspettare l’ascensore con me, ma quando ebbi il coraggio di alzare gli occhi e guardarla in faccia, mi resi conto che mi stava fissando sorridendo.
Rimasi un attimo perplesso, ma non sapevo di preciso che dire. Fu lei a rompere il silenzio: “Toh, guarda chi si vede, il guardone della finestra.”
Mi cascò il mondo addosso, mi sentii gelare. Credo che dall’imbarazzo la pelle della mia faccia assunse una colorazione violacea.
“Non te ne sei persa nemmeno una, eh?”
Non sapevo cosa rispondere. Farfugliai qualcosa di sconnesso, mentre mi sentivo il visto avvampare dal calore dell’imbarazzo.
“Beh, che ne pensi? Sono brava?” Parlava con naturalezza ed ingenuità quasi, il che rendeva il tutto ancor più strano e surreale.
“Non è che si veda molto, da quella distanza” Me ne uscii io, decidendo di recuperare un minimo di coraggio e dignità ed uscirmene con qualcosa di sensato.
“Beh, sono sicuro che quello che non potevi vedere, te lo sei immaginato. E di sicuro di sei anche fatto delle belle seghe, vero?”
Ripiombai nel silenzio più disarmante. Non sapevo davvero cosa dire. Senza rendermene conto tuttavia il mio cazzo prese vita da solo e si indurì al di sotto della tuta che indossavo, vuoi un po per la situazione che stavo vivendo, vuoi un po perchè comunque la tizia non era affatto male! Capelli nero corvini, alta e slanciata, non aveva molto seno ma aveva un culo e due gambe che a dire che erano perfetti non se ne rende merito!
“Bingo…” Disse lei scoppiando a ridere quando vide il rigonfiamento sotto i miei pantaloni.
E poi successe. Riportò gli occhi sui miei, assumendo un espressione che tutt’ora ho impressa nella mente, e mi disse: “Vieni con me, va…”
E senza aggiungere altro tornò sui propri passi tirando fuori un mazzo di chiavi e aprendo la porta della suo appartamento. “Ma sbrigati, che babbo alle otto precise arriva a casa.”
In automatico, come se non avessi più padronanza del mio corpo, la seguii e scivolai in casa sua. Lei mi guidò dritta in camera sua, sedendosi sul letto ad una piazza incassato direttamente nell’armadio. Mi fece cenno di avvicinarmi, ed io obbedii. Poi lei sciolse la cordina dei pantaloni, infilò una mano dentro le mie mutande, e liberò il mio cazzo cominciando a massaggiarlo con estrema gentilezza.
Non sono mai stato un super dotato, anzi, tutto il contrario. Il mio cazzo si aggira intorno a 13 – 15 cm per un diametro abbastanza modesto (mi dispiace, ma al contrario del 99% di chi scrive storie, no, non ho un cazzo alla rocco siffredi), e inizialmente lei parve un po delusa da quel che si ritrovò in mano. Me ne accorsi a mala pena e gli diedi il giusto peso; mi girava la testa e mi mancava l’aria, ancora non ci credevo cosa mi stesse capitando. Ero eccitato all’invero simile, tanto che una gocciolina di sperma aveva già fatto capolino dalla cappella, lubrificando quello stupendo massaggio.
Mi tirò fin sotto al culo i pantaloni e le mutande, mise la mano libera sulle mie chiappe e mi spinse appena verso di lei. Mi diede un ultima occhiata, poi abbassò il capo e cominciò a succhiarmelo. Lentamente, con dolcezza. Sentivo le sue labbra chiuse sul mio cazzo andare su e in giu ritmicamente, mentre la lingua dentro alla sua bocca stuzzicava con tantissima saliva il frenulo. Penso di esser durato al massimo 45 secondi, non di più, poi senza controllo e con un gemito piuttosto liberatorio, riversai nella bocca della tipa tutta la sborra che avevo nelle palle. Mi cedettero quasi le gambe, dallo spasmo violento che mi provocò!
Bevve tutto fino all’ultima goccia, continuando a giocare con il mio cazzo nella sua bocca. Quando si fermò e lo tirai fuori, era paonazzo, ma la mia erezione non dava segni di perdita.
“Mi spiego la cosa solo in tre modi: o sei vergine, o non scopi da un pezzo, o sono veramente brava.” Annuì un paio di volte, parlando con quel tono un po saccente che lì per lì mi diede un po di rabbia, e mi riportò nel mondo reale delle cose, cominciando a riprendere pian piano il controllo del mio corpo.
“Diciamo le ultime due.” Dissi con un filo di voce.
“Rivestiti…” Rispose lei tornando a sfoggiare quel sorrisetto di poco fa, sul pianerottolo.
Presi il coraggio, ormai non potevo far peggio figura di merda. “Toccherebbe a me, però adesso.” La tirai lì, conscio del fatto che di li a breve mi sarei preso dei grossi insulti e sarei stato cacciato fuori di casa ancora con il culo di fuori e il cazzo ritto.
Il suo sorriso scomparve lentamente dal suo volto. Si fece seria. Poi si alzò dal letto, ed anzichè cacciarmi, cominciò a sganciare la cintura dei jeans che indossava, ed una volta liberatasi di quella, li fece scendere fino alle caviglie. “Perchè no? Ormai ci siamo”. E tornò a sedersi sul letto. Non me lo feci ripetere.
Mi inginocchiai e gli tolsi le scarpe da tennis che portava, curando di togliere anche i calzini: ho sempre amato i piedi femminili, e non volevo di certo perdere l’occasione di dare una sbirciatina: carini e molto curati, ma un po troppo affusolati ed allungati, niente di particolare.
Passai ai calzoni, che tirai via e gettai sul pavimento. Mi ritrovai davanti un paio di mutande modello brasiliane nere, col bordo leopardato. Volevo sorprenderla, cercare di riacquisire qualche punto, ed evitai di buttarmi di colpo subito sulla sua fica. Cominciai a baciarla nell’interno coscia, lentamente, salendo e scendendo fino a sfiorare le sue zone intime ma senza ancora assaggiarle; continuai questo giochetto per qualche minuto, fin quando con estrema soddisfazione notai che il suo respiro cominciava leggermente ad accelerare e la stoffa delle sue mutandine si stava facendo man mano più scura, bagnata dai suoi umori.
Fu allora che senza smettere di baciarla lungo la coscia, cominciai a toglierle le mutande, e lei mi aiutò alzando un poco la schiena, facilitandomi. Mi si parò davanti un odore meraviglioso ed una vista ancor più magnifica; le labbra erano già schiuse, gonfie e vogliose, e dalla loro cima faceva capolino il clitoride, rosa chiaro e pulsante quasi. Scesi per l’ultima volta lungo le sue cosce ed arrivai a destinazione. Appoggiai le mie labbra contro le sue e cominciai a giocare col suo pertugio, facendo entrare ed uscire la lingua più volte, per poi risalire lentamente verso il clitoride e dedicarmi completamente a lui.
Cominciò a gemere, ed io non smisi mai di trillare con la punta della mia lingua il suo piccolo cazzetto; con le mani, risalii sulla sua pancia, sotto la maglia che ancora indossava, fino a all’altezza del suo seno, che cercai di liberare dalla morsa del reggiseno (ancora una volta aiutato da lei. Aveva delle tette molto carine: sode, dure, ma non enormi. Una seconda al massimo, mi stavano precise precise nelle mani.
Di punto in bianco, come un fulmine a ciel sereno, presi una decisione. Riabbassai le mani e mi tolsi scarpe e calzoni il più velocemente possibile, continuando a non dar pace al suo clitoride, che la faceva pian piano impazzire. Afferrai poi alla base il mio cazzo, smisi di leccare, e gli andai sopra. Li per li forse fece resistenza, non lo capii bene dai suoi movimenti; fatto stà che riuscii agilmente a penetrarla e cominciai a scoparla. Affondavo il più che potevo col bacino. Lei poco dopo comincio nuovamente a gemere, ed io di tutta risposta mi dedicai al suo capezzolo destro, che cominciai a trillare come avevo fatto poco prima col clitoride, con la lingua. Durai ancora poco. Cinque minuti, dieci, non di più, ed ancora una volta feci una sborrata colossale, curandomi bene di uscire prima, inonandola sulla sua pancia.
Era chiaro come il sole che nonostante stesse gemendo durante la penetrazione, non avesse ancora raggiunto l’orgasmo. Così, dopo aver sborrato, senza dargli tempo di fare niente, tornai a scendere con la mia bocca sulla sua fica, bagnatissima, e ricominciai il giochetto della lingua, stavolta aiutato dalle dita, indice e medio, che entravano ed uscivano dal suo buco ritmiche, mentre tartassavo il suo clitoride con la lingua. Ero sul punto di gettare la spugna, i suoi gemiti aumentavano ma l’orgasmo tardava ad arrivare. Poi a un certo punto, si zittò di colpo. Inarcò la schiena con uno s**tto e le sue mani strinsero le lenzuola arruffate del letto. Trattenne il fiato per diversi secondi, e poi esplose in un mugugno da paura. Mi spinse lontano, nell’impeto dell’orgasmo, ed io caddi col culo a terra osservandola contorcersi.
Rimanemmo in quel modo per quasi un quarto d’ora, in silenzio.
Poi lei si alzò e lentamente si rivestì. Mi mollò un bacio in bocca con tanto di lingua piuttosto violento e duro, e quando si staccò mi disse: “Adesso non hai più niente da immaginarti, conosci tutto. Buone seghe!”
Mi fece cenno di rivestirmi e mi accompagnò alla porta. Volevo chiederle se ci saremmo rivisti, se avremmo scopato ancora, il suo numero di telefono o altro.
Mi chiuse la porta in faccia, regalandomi prima ancora una volta quel suo sorrisetto.
La rividi un sacco di volte, per strada, ed a malapena mi salutava.
Mi dispiace, ma non la scopai mai più. Cambiai casa l’anno dopo, di tanto in tanto la rivedo tutt’ora in città, speranzoso che ricapiti qualcosa del genere, ma temo che non avrò più tale occasione.

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IL sogno di Gianna

E’ molto presto stamani, le 5 passate da poco.
La Gianna dorme profondamente.
Un’ora fa l’ho sentita muovere: si era svegliata, certo dopo un sogno.
Ho allungato la mano e ho trovato le sue natiche calde.
Gliele ho accarezzate. E’ un gesto delicato che faccio sovente, come per chiederle se vuole essere soddisfatta in qualche modo. Se si scansa, lascio perdere, ma se sta ferma continuo.
E’ stata ferma e io ho seguitato a carezzarle il culo e i fianchi. ha sospirato, Gianna; un sospiro di gradimento e di soddisfazione.
La mano s’è imtrodotta fra le sue natiche formose e il dito medio ha cercato il buco del culo.
Ho iniziato un delicato titillamento progressivamente sempre più indiscreto.
Gianna ha spinto il fuori il culo, verso di me come faceva per farsi trombare quando ero ancora potente. Ora il culo era del tutto scoperto e proteso.
Ho ritirato il dito insalivandolo per facilitare la penetrazione e quando le ho ricercato il buco del culo, ha fatto un gemito prolungato: aveva decisamente voglia.
Ha il buco del culo molto tonico e resistente mia moglie, ma anche disponibile e -con le dovute attenzioni- pronto ad accogliere un bel cazzo.
Il titillamento ha lasciato il posto alla penetrazione e tutto il dito è entrato dentro. Lo muovevo decisamente come per incularla.
S’è voltata verso di me. “Mauro…” ha sussurrato: “Ti va di leccarmi?”
“Sei eccitata, vero?”
“Si, tanto… Hoo fatto un sogno erotico… Ho sognato un cliente che è già venuto al negozio e che mi piace…E’ un bell’uomo e mi sa che anch’io gli piaccio… Ho sognato che ci uscivo proprio con quell’intenzione, sai?… Mmmmmmmmmmmmm”
Scivolo sotto le lenzuola e mentre lei si è messa sdraiata divaricando le cosce, ho preso il mio cuscino e l’ho spinto sotto il suo culo sollevandoglielo, per poterla leccare meglio.
Appena sono arrivato alla vulva, ho sentito il fortissimo odore buono del sesso eccitato. Era già mezza.
Che bello! Lei, come fa sempre, mette una mano sulla mia testa e mi guida nei movimenti.
C’è voluto poco per iniziare a sentirla smaniare e muovere il bacino. La sua mano mi teneva la testa premuta forte sulla vulva eccitata, scivolosa, odorosa di umori.
Movimenti sempre più veloci, poi: “Oddio!! fermati sennò vengo subito…”
“Troia,” sibilo: “Troia, hai voglia davvero di lui, lo sento… Ma sai una cosa? Al club in rete che io frequento, ci sarebbe un bell’uomo che vorrebbe conoscerti. Che dici? Se gli dicessi di farsi avanti?”
“Mmmmm, e com’é? Lo hai visto su Skype?”
“E’ un bell’uomo, credimi… Che faccio? Lo invito…?”
“Ruffiano!… Cornuto ruffiano… Cornuto!… Ma lo sa quello, che tu sei un cornuto che vuoi farti trombare la moglie perché sei impotente e solo segaiolo?”
“Si, Gianna, lo sa. Ma sai è un tipoo molto corretto e per bene… Magari potresti conoscerlo come amico… Poi… Se vi piacete… Perché no?!”
Gianna allunga la mano vero di me e sente che ho il pene eccitato, barzotto. Ormai il mio pemne, ridotto dall’atrofia dei corpi cabernosi non è più in gtrado di soddisfare una donna, ma se titillato e massaggiato da sempre lo stesso piacere di una volta.
“Senti senti com’è eccitato il mio cornutone…” mi dice pizzicandomi il piccolo membro: ” Hai voglia di corna fresche, vero porco cornuto?” Le piace darmio del cornuto. E’ una sicula e attribiuisce molti significati a quell’aggettivo. Il cornuto per lei non è più maschio.
La rilecco con decisione per tenerla eccitata. Sento bene che essendo eccitata e vogliosa del maschio smania, respira forte, geme, si agita, contrae il pavimento pelvico, stringe e rilascia le natiche e cola molti umori nella mia bocca, che li risucchia avidamnete, mentre gemo e le tengo il medio infilato nell’ano. Un tempo dicevo che se fossi diventato impotente mi sarei ucciso, oggi sono felice della mia impotenza e del rimpicciolimento del pene, perché mia moglie deve cercare il maschio e io godo proprio delle corna; ma delle corna vere, non quelle che taluno si procura nel privé o nei parcheggi delle periferie. A me piace da morire che mia moglie prenda un’infatuazione per il maschio; che sia coinvolta. Così le corna le sento davvero.
Percepisco che il suo orgasmo si sta avvicinado. Sguscia come una serpe, sobbalza sul letto spingendo in avanti il pube con la vulva violacea e viscida e mi preme forte la faccia sulla vulva, che ora cola abbondantemente.
“Oddio Mauro!! che voglia di cazzo che ho mmmmmmmmm…”.
“Ma lo tromberesti il mio amico se fosse qui?” farfuglio con la bocca immersa nel suo sesso.
“Mmmmmmmmm…Siiiiii. Dai!…daiii!… Lecca cornuto, daiii che vengoo! Dai!!! Daiiii!…eccolooooooooooooo” e si contorge come una serpe sgambando e scuotendo la testa a destra e sinistra, smaniando forte con la bocca aperta quasi non riuscisse a respirare.
Mi allaga la bocca e sobbalza nel letto con forti scossoni, che man mano vanno scemando.
Poi sospira diverse volte e infine il respiro le si fa man mano più lento.
Mi masturbo veloce e il pene semimoscio sussulta fra le sue chiappone, dato che s’era nel frattempo rigirata per rigettarsi nel sonno ristoratore, che dura tutt’ora.
Il semino l’ho gettato. In giornata, magari stasera stessa la riecciterò per portarla nel giusto stato d’animo per farle accettare l’idea di conoscere un uomo per farsi trombare. Ieri l’altro lui mi ha mandato le foto che gli avevo richiesto. E’ un bell’uomo alto, brizzolato, simpatico, con un bel sorriso e… un cazzo davvero maestoso: largo, nodoso, con una bella cappellona e due coglioni che promettono trombate multiple. Il massimo che un vecchio cornuto impotente come me possa offrire alla giovane moglie insoddisfatta e vogliosa di maschio.

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Da etero a gay

Sono cresciuto e vivo in una città di provincia da più di 60anni. Da giovane mi sono sempre piaciute le donne ed ho avuto rapporti regolari. La mia prima esperienza gay l’ho avuta durante il militare. Non volendo andare con le prostitute, una sera decisi di accettare un invito che molti omosessuali offrivano ai militari in una zona del lungomare. Uno in particolare mi colpì per l’eleganza, bastò poco a lui per capire che ci stavo. Mi fece salire in macchina e con sorpresa vidi che nel sedile posteriore c’era già un altro uomo seduto. Un po’ perplesso gli chiesi chi fosse, e mi disse che essendo un’ insegnante del luogo aveva timore che qualcuno lo riconoscesse. Arrivati a casa mi face accomodare nel salotto dove c’erano alcune riviste pornografiche sul tavolino. Dopo avermi offerto un drink restammo da soli io ed il professore, lui deve aver avuto una voglia matta, perché iniziò subito ad accarezzarmi, mi aprì la lampo dei pantaloni e tirò fuori il mio cazzo e iniziò a succhiarlo con un tale ardore che subito diventò duro. Mi portò in camera, ci spogliammo e mi fece sdraiare sul letto. Mi leccava, succhiava, baciava tutto il corpo ma io rifiutai i suoi baci essendo solo attivo etero. Mi fece venire la prima volta nella sua bocca e la seconda volta nel suo culo che avevo penetrato a dovere. Dopo circa due ore mi riaccompagnò davanti alla caserma e mi disse che sarei potuto tornare quando avrei voluto, cosa che non feci mai.
Mi sono sposato, ho avuto una vita sessuale regolare ma quella esperienza però non l’avevo mai dimenticata ed ogni tanto mi tornava in mente ed iniziava ad eccitarmi sempre più al punto da farmi masturbare con immenso piacere. Come forse in tutte le città, anche nella mia, c’è un luogo di incontri per omosessuali ed ogni tanto mi capitava di passarci per accorciare il percorso per tornare a casa di sera. Una sera di non molti anni fa, avevo circa 45 anni, ero particolarmente eccitato ed avevo voglia di un incontro extraconiugale. Siccome le prostitute non mi sono mai piaciute molto, decisi di passare in quella zona e magari farmi rimorchiare da qualche frocio. Arrivai un po’ timoroso con la mia auto perché avevo paura di incontrare qualcuno che conoscevo, rallentai e subito un auto accese le luci ed iniziò a seguirmi, io capii mi accostai, abbassai il finestrino ed un signore distinto nell’altra auto mi chiese se cercavo compagnia. Gli risposi di sì, allora lui mi disse di salire sulla auto che ci saremmo fatti un giretto.
Appena salito incominciamo a parlare e mi poggiò la mano sul mio ginocchio, inizio ad accarezzarmi la gamba e presto arrivò sul mio uccello. Provai subito una sensazione di piacere, mi chiese se era la prima volta ed io risposi di sì, allora prese la mia mano e la poggiò sul suo ginocchio.
Iniziai quasi a tremare, avevo fremiti in tutto il corpo, iniziai a massaggiare la sua coscia e la cosa scoprii che mi piaceva. Arrivammo in un luogo appartato mi chiese di scendermi i pantaloni fin sotto le ginocchia, cosa che feci rimanendo con il cazzo nudo che nel frattempo si era indurito. Iniziò ad accarezzarlo con le mani mentre avvicinò le sue belle labbra alla mia bocca, e senza accorgermene lo baciaci e mentre le nostre lingue si intrecciavano voluttuosamente lui prese la mia mano e la portò sul suo uccello che era duro. Non so perché ma non tolsi la mano anzi iniziai a massaggiare il suo cazzo e la cosa mi dava piacere. Si abbassò e mi succhiò il cazzo che dovetti trattenermi per non venire subito, ero così eccitato che quando lui mi disse di leccargli il cazzo glielo presi in bocca ed iniziai a succhiarglielo senza rendermi conto di quello che facevo. Gli venni in bocca , bevve la mia sborra che disse di essere dolce e lo masturbai fino a farlo venire. Quella sera tornai a casa soddisfatto ed eccitato e feci l’amore con mia moglie ignara di quello che era successo.
Da quella sera è inutile dirlo cercavo ogni occasione per andare in quel posto per incontrare uomini ed iniziai io ad acchiappare. Avevo capito che il cazzo mi piaceva di più della figa ero diventato frocio. In alcune sere sono riuscito anche a fare tre bocchini a uomini diversi, ormai accettavo tutti, giovani e meno giovani anzi devo precisare che preferisco gli uomini maturi.
Con uno in particolare che aveva un cazzo meraviglioso ho avuto più volte rapporti completi. Dopo un paio di incontri “di bocca” mi disse che gli sarebbe piaciuto mettermelo nel mio culetto vergine. Era un’esperienza che non avevo fatto ma siccome mi piaceva tanto, seppure con timore, gli dissi di sì ed una sera d’estate mi fece scendere dalla macchina me lo fece succhiare ben bene e quando diventò duro e turgido, mi fece girare, mi fece appoggiare sul cofano della macchina ed iniziò a perforarmi. Io lo pregai di fare piano e lui con piccoli colpetti e delicatamente me lo infilò. Fu una sensazione piacevolissima essere posseduto così, mi faceva sembrare una troia e non ci volle molto che venni mentre lui continuava ad entrare ed uscire dal mio culo ormai sfondato. A quel punto gli chiesi di fare più forte e di mettermelo tutto dentro, mi sembrava di sentirlo fin quasi in gola. Dopo un po’ sentii che aumentava il ritmo e che il suo cazzo era diventato durissimo e bollente. Mi diede due tre colpi fatti bene e mi venne dentro, sentii il suo sperma caldo che mi riempiva, poco dopo lo tirò fuori e gli leccai tutta la sborra rimasta.
Fu una serata indimenticabile!
E’ inutile dire che ormai cerco solo di fare sesso con uomini preferibilmente nel ruolo passivo, frequento anche una sauna dove si fanno incontri interessanti. In particolare ci vado perché si possono vedere uomini girare nudi e si può fare sesso davanti ad altri e la cosa mi eccita tantissimo.
L’ultima volta che ci sono stato lo abbiamo fatto in tre nell’area video con immenso piacere di tutti. Ad un bell’uomo sulla quarantina prima gli ho leccato per bene le palle, gli ho fatto una pompa e poi me lo ha messo nel culo mentre un altro succhiava il mio cazzo sdraiato sotto di me.
Quando non posso avere “incontri ravvicinati” guardo porno video gay, preferisco gli spogliarelli di bei ragazzoni di colore con grossi manganelli e potete immaginare come a va a finire, con delle grandissime ed eccitatissime seghe.
Da etero, con immenso piacere, sono diventato gay!

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Con la vicina di casa

Da un paio di anni accanto a casa mia è venuta a vivere una giovane coppia con 2 figli. Ma ovviamente io vi parlo solo di lei: si chiama Laura, molto alta, seno abbondante, e con quei giusti fianchi che gli rendono quel culo perfetto. Diciamo che gli ho dedicato molte seghe a lei. Un giorno rimasto solo in casa mi misi su xhamster per smanettarmi un pò con i video e alzai il volume (mi piace farlo quando so che i miei sono abbastanza lontani da non poter rientrare subito e scoprirmi). Così ero a smanettarmi quando sento la voce della mia vicina nel atrio del palazzo. Guardo dal occhilino e vedo lei che stava lavando a terra e che visione a vederla piegata con quel bel culone così decisi di passare la mia sega dai video a lei. Improvvisamente mi bussò così subito mi rialzai la mutandina col pantalone del pigiama e la aprii. Mi chiese se avessi la cera così io gli dissi di venirla a prendere nel bagno facendo cenno di seguirmi. Venendo nel bagno passò davanti alla mia camera dove avevo dimenticato il computer con i video porno e il volume aperto, vedendoli disse lei << ah vedo che ti ho disturbato nel tuo meglio>> io mi resi conto che aveva visto il pc e dissi << scusa>> e andai a chiudere il computer facendomi una stretta di cazzo con la mano>>. Lei vedendo questo gesto riaprì il computer e disse << fammi vedere se almeno hai bei gusti>> e vide nella ricerca scritto <<GIOVANE VICINA SI SCOPA RAGAZZO>> e disse <<ah, però>> a questo punto mi venne l’istinto e gli misi una mano sul culo e l’altra la inizia a palpare il seno. Lei si scostò e si avviò verso la porta mentre io rimasi in camera mia deluso sentendo la porta sbattere bruscamente e pensando che si fosse arrabbiata e andata via e invece la vedo entrare nella camera con i leggins abbassati!. Disse << la porta va chiusa>> e mi fece occhiolino così subito gli tolsi maglia e reggiseno e mi buttai con la testa nelle sue tette magnifiche. Lei mi fece cenno di andare sul letto così la portai in camera dei miei genitori dove si tolse definitivamente anche i leggins e le mutandine. Non credevo ai miei occhi avevo la mia vicina sul letto a gambe aperte così mi lanciai con la mia lingua nella sua bella vagina. La sentivo bella calda, bagnata lei prese il mio cazzo in mano e se lo mise in bocca e con quelle labbra carnose mi leccava dalla cappella fino ad arrivare alle palle (era davvero un succhiotto bellissimo) poi iniziò a succhiarlo in un modo focoso da impazzire dovetti staccarla dal cazzo e glielo misi dentro. Mentre glielo infilavo la baciavo sul collo e poi iniziammo a slinguazzare mentre lo prendeva tutto dentro e godeva ma non vedevo il momento era arrivato l’ora del culo (sarebbe stata la mia prima volta che avrei penetrato un culo) che tanto desideravo sopratutto il suo. Ma il tempo di infilarlo e sborrai ma non volevo arrendermi così con la sua voglia anche aspettammo qualche minuto che mi venne di nuovo bello eretto e la presi da dietro e finalmente me la inculai. Inculavo forte mentre la sentivo godere e godevo insieme a lei. Feci una bella mezz’oretta circa anale abbondante fino a quando non la sborrai in faccia. Lei però riprese il mio cazzo che ormai aveva sborrato già 2 volte e se lo rimise in bocca regalandomi un ultimo pompino focoso e darmi la visione della sborra che usciva dalle sue labbra. Dopodichè si rivestì velocemente e uscì per non rischiare ad un eventuale rientro dei miei genitori.

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CUCKOLD SIGNORI, PER SERVIRVI

Con il corpo sono in ufficio, ma la testa é già all’ora di pranzo a casa quando preparerò la loro alcova. Io e mia moglie over cinquantenni sposati da molte lune, abbiamo fatto un pò di tutto, ma questa é nuova. Diventare e sentirsi Cuckold, ovvero cornuto consapevole. Con il Bull é iniziata in tre. Lui un amico che avevamo individuato da tempo, che da subito aveva colpito lei ed insieme me nelle nostre fantasie di sesso. Corpo massiccio, potente e virile. Dotazione nella norma ma usata al meglio. Lui ed io su di lei, il marito che gode a vedere la moglie montata dal toro in gergo il Toro. Poi quella fantasia sottile, intrigante di lasciarli soli, compiere quel salto di qualità, alzare l’asticella dell’esser cornuto. Perché tra l’esserci, vederli e sentirli, e non esserci c’é una bella differenza. Ho pensato di lasciarli più liberi e più aperti, meno condizionati dalla mia presenza e l’idea di saperli più eccitati eccita me da morire. Sono finalmente a casa, da solo, mangio veloce un boccone e poi mi dedico ai preparativi. Si vedranno oggi in questa stessa casa nel tardo pomeriggio mentre io sarò al lavoro. Lui sa che io so. Comincio con il gabinetto dove preparo asciugamani puliti. Poi passo al soggiorno preparando vassoio con due bicchieri, noccioline e prosecco fresco in frigo pronto per essere stappato. Infine l’alcova vera e propria, la camera. Tolgo i cuscini e stendo una sovracoperta destinata alle battaglie di letto. Prendo preservativi e gel e li metto sopra il comodino pronti all’uso. Per l’ultimo la ciliegina sulla torta, una microcamera nascosta che registrerà audio e video. Voglio esserci pur non essendo li con loro e spiandoli nella loro libertà di esprimersi, voglio godere del più bel porno amatoriale che abbia mai visto. Si lo so non si fa, ma pensare all’altra faccia di mia moglie, quella che non conosco, quella da sola trasgressiva, porca e zoccola con un altro, l’altra faccia della troia mi manda in orbita e mi fa veleggiare eccitato e felice come non mai. Torno in ufficio ed il tempo non passa mai. Arriva l’ora del loro appuntamento e comincio a pensare. Ci scambiamo alcuni messaggi e mi avvisa quando lui suona il campanello. Poi un altro messaggio dopo un pò, faccina con occhiolino strizzato. Traduco, hanno finito le chiacchiere e prosecco e sono andati in camera. Iniziano i bombardamenti nel mio stomaco. Un misto di inferno e paradiso. Sono eccitato a mille ma so anche che il baratro e li vicino e potrei cascarci da un momento all’altro. Il Cuckold é questo, bipolare, due facce della stessa medaglia. Sapere di essere cornuto ingenera una energia talmente potente che ti sconquassa, fatta di eccitazione e paura, desiderio e gelosia. Non puoi scegliere l’una o l’altra, il mix esplosivo ti scoppia dentro e devi gestire la deflagrazione e non é per niente facile. Dopo un’oretta mi arriva un’altro messaggio dove lei mi avvisa che il toro se ne é andato di casa. Missione compiuta. Salgo le scale di casa imbarazzato, che cosa le dirò? La trovo in accappatoio distesa sul divano. Occhi socchiusi e faccina strizzata. Forse un po stanca ma serena. Cerco di apparire sereno anche io, anche se dentro ho in corso uma guerra termonucleare, le chiedo come sta e come é andata. Sta bene ed é andato tutto bene. La mente vola alla microcamera ed al suo prezioso contenuto, ma ci penserò dopo. Ora mi dedico a lei. L’accordo era che non si lavasse e che la camera rimanesse chiusa fino al mio arrivo. Apro la porta e annuso subito l’afrore rimasto dei corpi sudati e dei liquidi del sesso. Il letto é sfatto e sul comodino sono rimasti custodie di preservativi aperti e gel. Mia moglie mi segue con lo sguardo un po apprensiva. Intuisce che l’energia in campo é tanta e non di facile gestione. Finalmente le apro l’accappatoio e scendo sulla sua figa depilata ad annusare e leccare. Il sapore del gel si mischia con una cas**ta dei suoi umori perché é ancora bagnatissima. Esclamo che é molto buono, ma lei sorridendo scuote la testa dicendo che non é tutto li. Le ha fatto anche il culo. Adesso penso di impazzire. La giro e le allargo le natiche. Scendo con la lingua fino al buco. Lo trovo morbido ed un po allargato, anche qui gel e umori, un po più acri ma terribilmente eccitanti. Ammette candidamente di sentirsi un po indolenzita. Traduco, il toro le ha sfondato il culo ed io non vedo l’ora di vedere il filmato. Dopo averle per bene ripulito figa e culo mi distendo in attesa del racconto. Particolari, ho una fame tremenda di particolari. Me lo prende in bocca e tra una succhiata ed una leccata mi snocciola le varie scene della scopata con il suo Bull. Quello che mi colpisce e  mi da la misura della troia nascosta in lei é non solo che si é fatta inculare ma di quello che dice, delle urla soppresse e dei complimenti al toro per come l’ha montata. Non resisto, sono troppo eccitato, immaginavo di farla sentire più libera e trasgressiva ma non così troia e mentre continua a spompinarmi le riverso un fiume di sperma in bocca. Rimango disteso e distrutto sul letto. Ora devo gestire il veloce passaggio dall’eccitazione alla paura di averla spinta sul cazzo di un altro, che magari scopa meglio di me e l’ha fatta godere di più con un uccello anche più grosso del mio. Mi riprendo a fatica e andiamo a cena. Ormai non vedo l’ora che lei vada a dormire per vedermi il video e questo avviene presto stanca com’é. Mi metto al PC e comincio a guardare il film. Ma questa non é mia moglie! O meglio il corpo é il suo ma per quello che dice e che fa é una che non conosco. Sfrontata e sicura, troia e porca, si muove sul cazzo del toro con estrema naturalezza. Parla e scopa e gode. Lo succhia e lo apprezza a voce alta perché lui le chiede un parere sul suo arnese. Poi tocca a lui leccare lei, con i diti che la lavorano avanti e dietro e la fanno mugolare di piacere. Un primo orgasmo sopra di lui a cavalcioni, poi la gira a pecora e sembrano chiare le intenzioni e l’obbiettivo, il culo. Si vede lui che infila appena la cappella, poi si ferma per dar modo a lei di accoglierlo per intero spingendosi indietro sull’asta di carne dura. Da li in poi é un apoteosi di spinte e urla represse a fatica. Il toro sbatte rompendogli il culo e lei che mugola dal piacere respirando a fatica. Ce l’ho di nuovo dritto e comincio a segarmi. Prendo lo stesso ritmo delle stantuffate nel culo di mia moglie, veloci e potenti. Il Bull le spara bordate da dietro che la fanno traballare e sbattere le mani a pugno nel letto, fino ad un urlo strozzato di lui che riversa fiumi di sperma nel profilattico. A quel punto anche la mia mano é completamente piena del mio liquido. Poi si vede lui che rallenta a pompare fino a fermarsi ed a uscire lentamente, guardandosi il preservativo pieno di sperma dentro e sporco fuori del culo di mia moglie. Evidentemente il Bull glielo ha sparato forte e tutto fin nello stomaco e qualcosa è sceso dall’intestino.
Lei invece stenta a riprendersi, respira a fatica e continua a ripetere “mamma mia” con grande soddisfazione per la cavalcata appena conclusa. Appena sente lui uscire si tira in piedi e con una mano si tocca il culo quasi a coprirlo. Poi si dirige dritta in bagno.
Dopodichè altre due chiacchiere tra i due e poi il commiato, senza sentimentalismi o tenerezze. Chiudo il PC e mi ritengo soddisfatto. Solo sesso, è stato solo gran sesso. Mia moglie ha goduto molto trasgredendo, scopando con un altro uomo senza di me.
Ora si sente più libera e più troia, ma ha portato questa esperienza tra noi due e scopiamo meglio e più di prima.
Grazie amico Bull!