Quel piacere doloroso delle corna.
Noi cuckold siamo al di fuori del loro rapporto. E questo è la vera essenza cuckold.
Questa è la nostra maledetta benedizione: nostra moglie e il suo amante senza di noi, loro due soli in amore… Vivere dal di fuori il rapporto amoroso di nostra moglie col suo amante; complici servili e ruffiani suadenti per invogliarla a tradirci sempre più.
Solo noi cornuti volontari sappiamo quale marasma provoca ci l’essere consapevolmente traditi dalla nostra adoratissima moglie; da lei che ci ha capiti fino in fondo. Che conosce e accetta la nostra vera masochistica natura. Lei che dosa con maestria il nostro sofferto piacere. Si confida con noi delle sue pene d’amore; della sua gelosia per la moglie di lui, di lui che vorrebbe solo per se seppure in una fugace love-story.
Solo noi cornuti consapevoli conosciamo la struggente ma esaltata gelosia quando lei gioiosamente si prepara per andare da lui. La guardiamo mentre si prepara; carezziamo il suo corpo, carezziamo quella pelle che di li a poco s’incresperà per le sue carezze. Sprechiamo i complimenti per farla sentire più sicura di se e quando lei dice che ha il culo troppo grosso noi le ricordiamo che è la parte che un vero maschio ama di più. Allora lei dice sorridendo maliziosa: ‚Eppoi io glielo do e sua moglie no, la cornuta!‘, poi si compiace ancor più aggiungendo: ‚Vedessi come ci da quando mi metto a culo in su… diventa matto, eheheheh‘.
I suoi occhi ci parlano del desiderio per lui, brillando di gioiosa impazienza. Il suo profumo, il suo trucco, i suoi abiti: tutto per lui.
E il suo sguardo ci fa trepidare mentre allusivo, con malizia, si posa su di noi…
Quello sguardo riassume tutto il nostro essere cuckold; intuiamo cosa pensa di noi: ‚Cornuto, ruffiano, segaiolo, impotente‘ Questi sono gli aggettivi che ci dedica facendoli esprimere dai suoi occhi. Maliziosa derisione, furbesco scherno, avvolto da una tenue tulle di compiacimento affettuoso. E prosegue a dirci quello sguado: „Ecco, cornuto, vado da lui. Dal mio amante. Col tuo consenso di marito rinuciatario e condiscendente. Sarà lui il mio piacere, il mio peccato. Lui ascolterà le mie urla, i mie gemiti. Sentirà le pulsazioni del mio ventre mentre verserà il suo seme in me ghermendo il mio corpo madido di sudore e vibrante di gioia“
E l’attesa… L’attesa del suo ritorno è la fase più lacerante, scandita da minuti che non passano mai. Noi sappiamo bene cosa starà facendo, momento per momento. Quell’attesa è la nostra Cicuta. Il nostro veleno che fa stringere il cuore nel petto fino a farci soffocare.
E il ritorno… Quel ritorno dove lei, esaurita dall’amante, ci mostra il suo corpo esausto e soddisfatto. Svuotato di ogni energia in amplessi focosi.
E ce li racconta quegli amplessi. E ci parla di lui. Di come la renda di nuovo felice. Delle piccole gioie che lui sa darle. Di come lei riesca con lui a scoprire nuovi punti di piacere.
Com’è beata la sua espressione, mentre si lascia accudire da noi dopo il suo ritorno.
Su quel corpo usato, come fosse una tavola su cui s’è consumato un banchetto, cerchiamo le briciole rimaste, cibandocene avidamente. E ci maceriamo di gelosia nel pensare quale ben di dio l’amante abbia goduto.
La guardiamo poi dormire serena e ci poniamo vicino a lei per difenderne i suoi sogni d’amore mentre pian piano la nostra mano placa la voglia troppo repressa e ci veniamo in mano, soffocando i gemiti nel cuscino per non svegliarla.