primo incontro
Primo incontro
Gwendy parcheggiò la vettura e tremante percorse i pochi metri che la separavano dal luogo dell’appuntamento ; come da ordini ricevuti indossava reggicalze nero di raso e calze di nylon con la riga , mutandine nere a perizoma in lycra . Una gonna stretta al ginocchio in lycra rossa ed una camicetta in raso rossa con guanti in raso lunghi al gomito . Ai piedi aveva messo un paio di decoltè di vernice rossa con cinghietto alla caviglia ; per coprire gli abiti che la facevano sembrare una vera puttana Gwendy aveva indossato un’impermeabile nero lucido di vinile ed un foulard annodato al collo , ma il risultato era quello di accentuare l’aspetto da troia . In una borsa da viaggio erano riposti molti dei foulards della sua collezione che aveva portato per ordine del Padrone .
Per fortuna quasi nessuno a quell’ora del mattino passava per la strada ; traballante sui tacchi 12 cm. Gwendy salì le scale fino all’interno indicatole dal Padrone ; la porta era aperta e sul tavolo al centro della stanza Gwendy trovò un paio di manette , dei tappi per le orecchie ed un foglio di istruzioni .
In piedi vicino al tavolo , come da istruzioni Gwendy si infilò i tappi nelle orecchie ; poi prese dalla borsa un foulard nero 40 x 40 e appallottolato lo infilò profondamente dentro alla bocca riuscendo a fatica a contenerlo .
Con un altro foulard si imbavagliò stretta in modo da non poter espellere il tappo di seta :
quindi strinse ad un polso una delle manette prima di procedere con il resto della preparazione.
Con un foulard si bendò gli occhi e quindi un altro lo mise sul capo fissandolo strettamente sotto il mento .
Spostando un lembo della benda fece uno squillo al Master che attendeva il segnale , poi mise i polsi dietro la schiena e fece s**ttare le manette .
Immersa nel silenzio totale e nel buio profondo , Gwendy era in piedi nel mezzo della stanza .
Il tempo passava e niente accadeva ; non potendo ne sentire ne vedere la schiava cominciò ad avere problemi di equilibrio .
Tra l’altro le manette cominciavano a segare i polsi della schiava che iniziò ad agitarsi : oramai senza equilibrio Gwendy cade rovinosamente sul pavimento .
E li rimase a lungo agitandosi inutilmente per tentare di allentare la morsa delle manette ai polsi e mugolando inutilmente in cerca di aiuto.
Gwendy si muoveva scompostamente sul pavimento della stanza da oramai lungo tempo e la disperazione prendeva corpo nella mente della schiava ; stava per scoppiare in lacrime quando avvertì sul volto il tocco morbido della seta di un foulard : il Padrone era li accanto a lei che la osservava .
Gwendy si sentì tranquillizzata dalla presenza del Master : il Padrone la rialzò dal pavimento .
La schiava venne condotta dal Master in un luogo non molto distante , probabilmente un altro appartamento limitrofo e li le caviglie vennero incatenate e legate ai polsi .
Ora era in piedi , incatenata , sempre in equilibrio precario mentre il Master provvedeva a legarle
le braccia all’altezza dei gomiti .
Per la prima volta nella sua vita Gwendy si sentiva totalmente nelle mani di un estraneo che poteva disporre di lei come avrebbe voluto …… e si sentì spaventata ma eccitata al contempo .
Le mani abili del Padrone sostituirono le manette e le catene alle caviglie e ai polsi con altrettanti foulard abilmente e strettamente legati : ora Gwendy era seduta su di una panca in attesa di ulteriori eventi .
Fine prima parte.