Luciana, la nuova collega
Ho 44 anni mi chiamo Silvio e vorrei raccontarvi cosa è successo ultimamente nella mia vita.
Lavoro da più di 20 anni come ragioniere (capocontabile) presso una società impiantistica. Questa con il passare del tempo ha acquisito sempre più lavori tanto che è stata presa la decisione di assumere un nuovo impiegato in amministrazione.
Sono stato chiamato dalla Direzione per chiarire e delineare il lavoro che doveva essere svolto dal nuovo collega e dare eventuali altri consigli (esperienza, età …).
L’unica condizione che ho posto è stata quella del sesso: non doveva essere assolutamente una donna!
Alla domanda del Direttore Generale del motivo della mia avversione all’assunzione di una eventuale collega ho spiegato che in amministrazione eravamo tutti uomini e quindi una donna avrebbe creato delle distrazioni che era meglio non avere ed, inoltre, una donna ha delle esigenze naturali che avrebbero potuto creare problemi futuri come per esempio la maternità, la casa …
Non voglio assolutamente passare per maschilista (sono convinto che la donna è pari all’uomo se non superiore) ma una donna in mezzo a quattro uomini non sarebbe passata … inosservata!
Dopo i vari colloqui finalmente mi viene comunicato che la Direzione ha trovato la persona giusta, rispondente a tutti i requisiti richiesti (o quasi).
Il lunedì vengo chiamato in Direzione e mi viene presentata la NUOVA COLLEGA di nome Luciana.
Questa è una ragazza bassa, robusta, porta gli occhiali, ha capelli castani non curati: è in poche parole una ragazza che sicuramente non attira l’attenzione se non per la sua somiglianza ad un barilotto che cammina.
Dopo averla presentata ai colleghi (Marco, Francesco ed Enrico), le indico dove, e come, sono archiviati i vari documenti e la porto alla sua scrivania mettendomi a sua disposizione per eventuali chiarimenti sul lavoro da svolgere.
All’ora di pranzo vengo invitato a pranzo dal Direttore Generale che tra una portata e l’altra inizia a parlare di lavoro (ogni volta è così con lui) e finisce col dirmi:
“Sei contento della scelta fatta! E’ vero che preferivi un uomo ma è anche vero che quella … come si chiama .. ah! si Luciana può essere considerata una mezza donna! Ammazza quanto è brutta! Però devo dire che è sicuramente la persona più intelligente e preparata che si è presentata al colloquio.”
“Effettivamente è così però non è detto che un domani questa rimanga incinta lasciando l’amministrazione in difficoltà” rispondo io mettendo in risalto la mia paura principale.
Passano due mesi e Luciana oramai è entrata a far parte della società a tutti gli effetti. E’ molto semplice e simpatica, sa stare agli scherzi e … ha sempre la risposta pronta ad ogni battuta un po’ pesante! Nel lavoro poi devo dire che è stato senz’altro un ottimo acquisto tanto che ho iniziato a darle qualche lavoro più impegnativo per vedere come se la cava.
Con il passare del tempo, però, e con l’avvicinarsi della primavera, noto un leggero cambiamento di Luciana soprattutto quando non si sente osservata.
Infatti quando è presa dal lavoro ha un’aria leggermente imbronciata mentre quando è alla presenza di uno di noi cambia faccia, diventa allegra, ma sono convinto che è una maschera che si è creata per …
Quale motivo può avere una ragazza per presentarsi come non è in realtà? Inizio a preoccuparmi maggiormente quando inizio a notare degli errori nel suo lavoro.
Decido allora di parlane a quatt’occhi e colgo l’occasione di una trasferta a Napoli per portarla con me e cercare di capire cosa può essere successo,
Partiamo da Roma alle sei di mattino e durante il tragitto iniziamo a parlare del più e del meno fino a quando non decido di entrare nell’argomento.
“Senti Luciana uno dei motivi per cui ho deciso di portarti con me è dovuto al fatto che ultimamente ti vedo cambiata, diversa. A volte anche distratta. Cosa è successo? Non vorrei essere invadente ma sono preoccupato. Spero che non siamo problemi in famiglia,”
“Non è successo nulla. Non è vero che sono cambiata o … distratta.”
“Guarda che non ho nessuna intenzione di … Insomma mi preoccupo perché questo cambiamento è stato troppo repentino. Fino a qualche giorno fa si sentiva la tua presenza, la tua risata, prendevi il caffè con i tuoi colleghi mentre ora … sei sempre sola, si vede che sei turbata e rimani sempre sola anche durante la pausa di pranzo. Non puoi dirmi che non è successo nulla. Sono molto più grande di te e capisco quando una persona è disturbata.”
“No …… vedi …. come posso …. No no non è successo nulla che tu possa fare anzi ti ringrazio del tuo interessamento ma … forse è meglio che ti comunichi che sto pensando di cercare un nuovo lavoro!”
A queste parole sono rimasto scioccato, mi sono rivolto verso lei e … vedo le lacrime che scendono dai suoi occhi nonostante che lei si trattenesse dal piangere.
Non so cosa fare. Tutto mi aspettavo tranne questo. Ora cosa faccio? La fortuna ha voluto che a pochi chilometri di distanza ci fosse un’area di servizio in cui mi fermai per cercare di far calmare Luciana che nel frattempo aveva iniziato a piangere.
Dopo un periodo per me interminabile finalmente si è calmata e siamo scesi a fare colazione e, non sapendo come comportarmi, ho deciso di accompagnarla all’automobile parlando di tutto tranne che dell’argomento precedente ma lei rimaneva muta.
Il resto del viaggio si è svolto in assoluto silenzio con Luciana che lentamente riprendeva il controllo di se stessa.
Arrivati a destinazione non abbiamo avuto più il tempo di pensare ad altro se non al lavoro e giunte le 18.00 siamo andati in albergo (già prenotato).
Entriamo nell’ascensore in assoluto silenzio,e mi sento turbato:
“Luciana scusami non volevo che succedesse questo. Senti facciamo finta che non sia successo nulla. Andiamo a mangiare una pizza insieme. Siamo soli in questa città e sinceramente non mi va di mangiare da solo. Anzi sono convinto che non riuscirei a mangiare nel pensare che tu sei chiusa sola nella tua stanza. Fammi questo piacere.”
Ma guarda in che cazzo di situazione mi trovo! Avevo già deciso di chiamare Simona l’”amica” di Enrico (200 euro ma spesi bene) ed ora sto chiedendo, anzi sto pregando Luciana di uscire con me.
“Silvio ti ringrazio dell’interessamento ma è meglio che esci da solo. Magari vai a salutare Simona!” mi dice lei con un’occhiata che mi gela.
“Simona! E chi è sta Simona?”
“è l’amica di Enrico 200 euro tutto compreso!”
“ e tu che ne sai? Mi spii?”
“no assolutamente. Non è che … come faccio a …. Senti vuoi veramente uscire con me? Con il barilotto che cammina? Non penso che ti convenga non sono la donna giusta che ti può fare compagnia. Non ti divertiresti.”
Resto a bocca aperta. Sento l’ascensore che si ferma al nostro piano. Vedo lei che si incammina verso la sua stanza
“Luciana. Esci con me! Andiamo a mangiare questa benedetta pizza e poi …”
“e poi?” mi interrompe lei
“e poi … mi dirai tutto quanto a partire dal motivo per cui sei cambiata per arrivare a … Simona”
“Va bene allora. Ci vediamo tra un’ora.” Mi saluta ed entra nella stanza.
Mi metto sotto lo scroscio della doccia più per riprendermi che per altro. Mi rado con cura prendo una camicia pulita e un paio di jeans vecchiotti e scoloriti ed esco.
Nell’attesa mi siedo al banco del bar ed ordino una birra.
Come tutte le donne Luciana non è da meno. Con una buona mezz’ora di ritardo la vedo uscire dall’ascensore vestita con i soliti pantaloni neri, una maglietta bianca che mette in risalto in seno (sarà una quarta) e .. un po’ di ciccia.
Il suo saluto è diverso dal solito mi bacia con leggerezza una guancia e si scusa per il ritardo.
L’imbarazzo passa in due secondi poi prendo la sua mano guidandola verso l’uscita e la pizzeria.
Troviamo un tavolo un po’ appartato all’interno del locale (per fortuna non fa un caldo eccessivo) ordiniamo birra alla spina e due pizze ai funghi.
“Allora Silvio prima di iniz”
“SH! Silenzio” faccio io con un tono diverso ed ironico “non è questo il momento di parlare! Mangiamo in santa pace. Avremo tutta la notte per parlare e chiarire quanto è successo. Ora voglio solamente mangiare una pizza con una collega che si è fatta tutta bella per me”
“Perché mi prendi in giro” dice lei ridendo “anche tu sei diverso dal solito ma non per questo … più bello! AH AH AH”
“Lo sai cosa dicono i brutti? La bellezza non è quella esteriore ma bensì quella dell’anima”
Continuiamo a scherzare e ridere per tutta la durata della cena, che concludiamo con una meravigliosa torta della casa e usciamo abbracciati dal locale come due fidanzatini.
L’atmosfera è diversa ora. LEI E’ DIVERSA! E’ tornata quella di una volta. Spiritosa e divertente.
Ci avviamo verso Piazza del Municipio continuando a stare abbracciati e sereni, tutto è dimenticato (o quasi).
Continuiamo a passeggiare fino a quando non troviamo una panchina un po’ isolata dove ci mettiamo seduti e, anche se controvoglia le dico
“ora devi pagare pegno. Sputa il rospo. In questo momento sono e sarò solamente un tuo amico che ti vuole bene e ti vuole aiutare”
“non so come iniziare ma è giusto che tu sappia tutto quanto anche perché lo meriti … nonostante tutto”
“perc”
“SH! Silenzio!” dice lei scimmiottandomi “ascolta solamente e poi potrai farmi delle domande. Ma non è detto che avranno risposta. Dunque partiamo da uno dei problemi principali. Dal mio posto di lavoro si sente tutto quanto. Si sentono anche le battute e i commenti che fanno quei tre stronzi nei miei riguardi … quei stronzi che poi con una faccia da cazzo mi invitano a prendere un caffè con loro. All’inizio non era così mi sembravano contenti della mia compagnia ma poi…hanno iniziato ad andare sul pesante … ad allungare le mani “involontariamente” , casualmente una volta mi sono sentita la mano di Francesco sul culo e quando mi sono girata ha fatto l’offeso per come l’ho trattato, un’altra volta stavo prendendo il caffè quando mi sono sentita il coso di Marco in mezzo alle chiappe e … insomma scusami per le volgarità ma il problema è che non voglio essere presa come un oggetto sessuale. Poi l’altro giorno ho sentito Francesco vantarsi di quello che ti ho raccontato dicendo anche c’ero stata! Marco addirittura ha detto che me l’ha messo nel culo e tutti a ridere. Enrico se ne uscito dicendo che me portavi con te solamente perché così non chiamavi Simona e risparmiavi 200 euro. Io sono una donna non bella, anzi un barilotto che cammina come hai detto una volta, ma non è giusto che ….” E scoppia a piangere a singhiozzi “non è giusto” ripete.
Devo dire che il suo sfogo mi aveva toccato. Mai mi sarei aspettato un comportamento del genere da parte di quei cretini. Per cosa poi? Sono tutti felicemente sposati con delle ragazze molto belle, di certo più attraenti di Luciana, con un corpo molto più seducente e piacente. E loro cosa fanno? Ci provano con Luciana? E’ proprio la fine del mondo.
“Luciana senti … l’uomo è fatto così .. è stronzo di natura e con le ragazze, ci prova sempre.”
“Non è vero! Tu non sei come loro. Hai iniziato con quella battuta, anche un po’ offensiva, del barilotto che cammina ma poi sei cambiato. Non ho più sentiti commenti del genere dalla tua bocca. Sei sempre gentile e mi fai sentire donna. Una donna come tutte le altre e non … una cicciona da prendere in giro.”
Effettivamente con il passare del tempo avevo scoperto che la sua vicinanza aveva un effetto insolito in me. Mi sentivo più sereno e tranquillo. E pensavo sempre di meno a Daniela (la mia ex moglie) che, dopo dieci anni di matrimonio, mi aveva lasciato per un ragazzo ventenne conosciuto in palestra. Per fortuna non c’erano figli.
Le sue lacrime continuavano a scendere lentamente dai suoi occhi ma il pianto era terminato. Aveva un’aria sconvolta. Si vedeva che soffriva della situazione.
“E’ per questo motivo – continua lei – che ho preso la decisione di cambiare aria. Cercare un nuovo posto di lavoro. Magari anche in una altra città.”
“Questo non è giusto! Non ti devi ritirare dalla battaglia. Non dargliela vinta. Ci penserò io a …”
“No. Tu non devi fare nulla. Sarebbe peggio. Mi farebbe sentire male.”
“Ok d’accordo ma resisti.”
Si erano fatte ormai le due del mattino e stavamo ancora là seduti su quella panchina. Il freddo iniziava a farsi sentire e si vedeva chiaramente che Luciana rabbrividiva continuamente.
“Dai è ora di andare” dico io alzandomi e abbracciandola per riscaldarla.
“Grazie di tutto sei stato molto gentile. Avevo veramente bisogno di sfogarmi e non avevo nessuno con cui parlare.”
Torniamo nell’albergo e davanti alla sua porta lei mi abbraccia dandomi un bacio casto sulle labbra e salutandomi.
Entrato nella mia stanza vado direttamente al bagno (la birra ed il freddo avevano fatto il loro effetto) e mi distendo sul letto. Nonostante i pensieri che vorticavano nella mia mente crollo in un sonno profondo ma agitato. Mi sogno infatti di essere ancora insieme a lei iniziando a baciarci. Ad accarezzarci fino a quando … suona la sveglia. Sono già le sette. Mi sveglio eccitato da morire con un’erezione da paura. Mi butto nella doccia (fredda) e solamente dopo diversi minuti i miei bollori passano lasciandomi pensieroso ed … insoddisfatto.
Alle otto e trenta sono nell’hall dell’albergo ed aspetto, con ansia, lei Luciana e quando esce dall’ascensore ho quasi un colpo al cuore. Mi devo controllare. Devo nascondere la felicità che provo nel vederla. Cosa mi sta succedendo? Questa sera devo andare assolutamente da Simona. Mi ritrovo di nuovo con un cazzo marmoreo ed ho solamente incontrato i suoi occhi, il suo sguardo. Facciamo colazione e ci dirigiamo a lavoro. In questa giornata ho cercato di mantenere le distanze ma ogni volta che vedo i suoi occhi mi sento mancare un colpo al cuore. E’ bellissima!!! Sorridente e rilassata come era qualche tempo fa. Durante la pausa di pranzo ho cercato di parlare di lavoro, dei controlli che dobbiamo ancora fare per terminare il lavoro e tornare a Roma. Alla fine del pranzo mi sento dire
“Questa sera tocca a me pagare. Magari andiamo a mangiare pesce.”
Alla mia reazione a questo invito Luciana mi guarda intensamente e
“Scusa. Forse volevi andare da solo. Ho dato per scontato che avremmo cenato insieme ma non voglio assolutamente che ti senta obbligato ad uscire con me.”
“No no. Mi hai solamente preceduto. Ti stavo invitando io. Comunque non esiste che paghi tu. Pago io.” Rispondo pensando che Simona era saltata ma che ero felice di uscire di nuovo con lei.
Il pomeriggio passa lentamente e sembra non finire mai per la voglia che ho di trovarmi di nuovo solo con lei. Alla fine devo comunicare alla Direzione che, purtroppo, il lavoro richiede almeno un giorno in più di trasferta.
Quando usciamo dall’albergo per andare verso il ristorante consigliatoci dai colleghi della filiale sembriamo veramente una coppia in viaggio di nozze. Mano nella mano, felici di stare insieme, ridendo e scherzando come due piccioncini.
La cena è stata deliziosa. Ad un antipasto di mare hanno fatto seguito un risotto alla crema di scampi (molto leggero e gustoso) ed una spigola ai ferri che era di una tenerezza paurosa. Mai mangiato un pesce così. Il tutto accompagnato da un vino bianco suggerito dal cameriere, una panna cotta ed un caffè. Il prezzo è stata l’unica cosa negativa.
“Torniamo alla nostra panchina?” mi chiede lei guidandomi verso la meta.
Continuiamo a camminare mano nella mano e quando la guardo, sempre più spesso, la vedo sempre più bella. Ogni secondo che passa scopro qualcosa di nuovo in lei che mi attrae.
Giunti alla panchina continuiamo a parlare,scherzare e ridere parlando di tutto e di tutti.
“Sai – mi dice lei ad un certo punto – sono anni che non passavo un giorno così bello e spensierato. Sono anche fortunata sto con un bel uomo e mi sento invidiata da tutte le ragazze che abbiamo incrociato. Avranno pensato che stavamo flirtando.”
“E chi ti dice che non sia così?”
“Silvio ti prego non prendermi in giro. Non sono sicuramente il tuo tipo di donna. Forse sono divertente ma certamente non sono una bellezza.”
“Guarda io sto parlando seriamente. Anche io sono contento di stare con te in questo momento. La tua vicinanza mi rende veramente felice. Se non fossi una mia collega …. Mi comporterei in modo diverso, forse. Oggi in te sto scoprendo una donna fantastica e ….” Mi blocco di colpo perché anche io sono sorpreso da quello che ho detto. Dopo diversi anni arrossisco come un quattordicenne.
“e” dice lei guardandomi con i suoi occhi che scopro sempre più belli e profondi
“ e desiderabile. Ora te l’ho detto. Non volevo dirtelo ripensando a quello che hai sentito da quello scemo di Enrico. Non avrei mai creduto io stesso a quello che ti ho appena detto ma è così. In questi due giorni ti ho visto piangere, ridere, scherzare, tornare ad essere una ragazza felice. Non capisco come hai fatto ma mi hai incantato. Forse è meglio che torniamo all’hotel. Chiudiamo qui la giornata e dimentichiamoci di tutto. Come abbiamo fatto ieri.”
Mi sto alzando quando vedo Luciana che avvicina le sue labbra alle mie e sento la sua lingua forzare le labbra che apro prontamente sciogliendoci in un bacio di una dolcezza mai provata.
Terminato questo bacio iniziamo a sfogare la nostra voglia cercandoci con sempre più foga mentre le nostre lingue lottano tra di loro.
Quando rimaniamo quasi senza fiato ci stacchiamo guardandoci fissi negli occhi e vediamo il desiderio che ciascuno ha dell’altro.
In un silenzio carico di intensità ci dirigiamo verso un taxi fermo nella piazza e ci facciamo trasportare all’albergo.
Nel taxi continuiamo a baciarci dolcemente sapendo già come finirà la serata.
Nell’ascensore le uniche parole che escono dalle bocche sono solo “da me o da te?”
Entriamo nella mia stanza (che avevo prenotato matrimoniale in previsione di Simona) e iniziamo a spogliarci a vicenda scoprendo piano piano le nostre nudità. Luciana ha seno bellissimo con due capezzoli già ben eretti per l’ eccitazione e che inizio a succhiare come un indiavolato.
Lei mi sbottona la camicia, la toglie iniziando a gemere per il piacere che prova e le sue mani iniziano a slacciare i pantaloni che presentano un bozzo ben evidente per quanto anche io sia eccitato e che cadono con una certa difficoltà.
Ci calmiamo un secondo solamente per liberarci di tutti i vestiti e rimasti nudi si inginocchia prendendo in mano il mio sesso segandolo dolcemente portandolo poi nella sua bocca.
“Uhm Luciana …… Sì ……. così brava …….. fermati un secondo ….. uhm …. Andiamo sul letto” dico io bloccandola un secondo e distendendola sul letto “vieni qua …brava così continua a giocare che ora penso a te” le dico mettendomi nella classica figura del sessantanove. E’ completamente fradicia. Con la lingua inizio a separare le grandi labbra cerco il clitoride che trovo gonfio. La stanza risuona di gemiti di piacere
“Siiiiiiii…………così…..leccami…..così…..ancora…….vengoooo!!!” dice lei che si scioglie nel suo primo orgasmo
“Ah … Ah … Luciana ……….. sto venendo ……” l’avverto io continuando a leccare la sua fica che è ormai diventata un lago “sto venendo ………” Luciana continua ad ingoiare ed a risucchiare il cazzo mentre la lingua continua ad accarezzarmi l’asta fino a quando non esplodo il mio orgasmo nella sua bocca.
Sorprendentemente il mio sesso continua ad essere sempre duro, anzi quasi più duro di prima. Sono anni ormai che non riesco ad avere due rapporti di seguito.
Mi alzo da quella posizione e guardandola negli occhi entro in lei con una lentezza ricercata per gustarmi al massimo quei momenti.
“Ohhhhhhh …. Sì …… così ….. come è lungo e duro ………..ti sento …..ti sento …….ohhhhhhhh godoooooooooooo sì ancora” Luciana è ormai partita. Il secondo orgasmo è ancora più violento del primo. Mi guarda con dolcezza e con le lacrime agli occhi per la felicità. Ed anche io sto lacrimando. E’ tutto troppo bello per essere vero! Le sensazioni che provo sono nuove sembra quasi la prima volta che faccio l’amore. Il ritmo che ho imposto è lento ma mi permette di sentire tutto di lei e godo solo a guardarla. Mordicchio leggermente i suoi capezzoli facendola saltare dal piacere. Mi sento un leone. Sento una capacità di controllare il mio orgasmo come non mai. Cambio posizione mettendola alla pecorina. Il suo culo è enorme. Ha due natiche che sembrano due prosciutti ma … sono belli. Mi piacciono. Entro in lei lentamente
“Si …….scopami ……… che bello ………sei incredibileeeeeeeeee …….. siiiiiiiii ……….godoooooooooo.” E’ arrivata per la terza volta sculettando in modo quasi comico ma eccitante allo stesso tempo. Aumento il ritmo mandandola in estasi. Sono attratto dal suo culo me lo vorrei fare ma forse è troppo. Decido comunque di mettere un dito sull’ano per sentire la sua estaticità ma come prevedevo ……. non accetta si sposta in avanti facendo uscire il mio organo
“No Silvio non l’ho mai fatto non mi sento pronta” mi dice “tutto quello che vuoi ma non quello”
Stupido! Stupido! Ho rovinato l’atmosfera. Lei, come se avesse letto i miei pensieri mi prende il cazzo in bocca iniziando un pompino meraviglioso. Inizio a perdere il controllo sono sempre più eccitato “ Si …..Luciana …… in gola tutto in gola ……… bevilo tutto …….. Siiiiiiiiiiiiiii ………..godoooooooooooooo” dico io esplodendo per la seconda volta nella sua bocca con una violenza superiore alla prima. Mi sembra di non finire mai di godere.
Luciana mi ripulisce bene il cazzo e poi mi bacia con ancor il mio seme nella sua bocca. Non avevo mai assaggiato la mia sborra e devo dire che non la trovo di mio gradimento ma l’accetto volentieri.
“Silvio. Grazie. Non avevo mai fatto una scopata come questa. Sei stato incredibile.” Mi dice appoggiando la testa sul mio petto
“Luciana non avevo mai goduto così. Il merito è tutto tuo. Se fosse possibile ricomincerei anche subito ma come vedi l’amico Fritz è morto” rispondo io sorridendo e stringendola a me.
“Penso che sia giunto il momento che io torni nella mia stanza”
“Ma che dici. Tu dormi con me. Non si sa mai”
Ci addormentiamo abbracciati, stanchi ma felici.