Luciana, la nuova collega (Capitolo 3)
Oggi torniamo a lavoro dopo la trasferta a Napoli che ha fatto sbocciare il nostro amore.
Questa notte ho dormito nel mio letto ed ho sentito molto la tua mancanza anche se avevo bisogno di riposare dopo questi giorni di sesso sfrenato.
Mi attende una giornata pesante a lavoro con la classica riunione settimanale con gli altri dirigenti ed un incontro a quattr’occhi con il Direttore Generale per riferire del controllo fatto a Napoli.
Dopo aver subito le solite battute da parte dei colleghi (ti sei riposato in questi giorni di vacanza a Napoli, eh?) e di Enrico in particolare (Hai presentato i miei saluti a Simona?) e finite queste interminabili riunioni, ho finalmente la possibilità di entrare nel mio ufficio e di vedere Luciana per la prima volta. E’ vestita come sempre con capelli raccolti in una coda non tanto lunga e forse è leggermente più truccata del solito (occhiaie?). Anche lei mi ha visto ma ha continuato a lavorare anche se io so che è una finzione.
Inizio il mio lavoro giornaliero cercando di non distrarmi troppo ma è molto difficile. Il mio pensiero è sempre rivolto a lei ed al ricordo di questi giorni passati insieme. Alle undici invito i colleghi a prendere un caffè con la speranza che venga anche lei, ma non riesco nel mio scopo. Chiede a Marco la gentilezza di portargli un caffè perché in questo momento non può muoversi dalla scrivania presa com’è nel suo lavoro. Quasi la odio per questa delusione ma capisco quanto può essere stato difficile per lei prendere questa decisione. Finalmente alle 17.30 questo giorno lavorativo termina. Mi preparo per andare all’incontro con Luciana nel punto prestabilito sentendomi come un quattordicenne al primo appuntamento.
Il viaggio è interminabile per via del caotico traffico che incontro ma, dopo circa quarantacinque minuti, la vedo in attesa vicino al bar.
Fermai l’automobile giusto il tempo necessario perché lei salga, per un bacio fugace e mi avviai verso dei luoghi più solitari.
“ciao amore, finalmente soli”
“ciao mio cavaliere” risponde con un il suo abbagliante sorriso “finalmente è finita. Non ce la facevo più di vederti senza aver la possibilità di baciarti e accarezzarti ma bensì attraverso un vetro. Mi sembrava di vederti in un acquario”
“Spiritosa. Pensi che per me sia stata una passeggiata? A proposito perché non sei venuta al bar con tutti noi ma hai preferito rimanere da sola? Ti ho quasi odiato per questo!”
“Ho avuto paura. Bastava un contatto lieve e avrei perso la testa. Comunque dove mi stai portando? La mia casa è dall’altra parte della città, l’automobile è posteggiata in Via Cipro, tu abiti a Centocelle e qui stiamo sull’Aurelia. Qualcosa non mi quadra!”
“Un anno fa ho affittato una casa a Fregene ed è dove stiamo andando. Più tardi mangeremo una pizza e poi torneremo nei nostri appartamenti.”
“Ok. Non lo sapevo. Ma non penso che sono la prima a “usufruire” della tua alcova.”
“Certo non la prima ma sicuramente l’ultima”
Quando Luciana ha sentito la mia risposta è ammutolita. Pensavo che fosse per l’ammissione che avevo fatto circa l’utilizzo di questa casa ma non era così. Infatti sentii la sua mano sulla patta e, al semplice contatto, mi sentii eccitare in un modo pazzesco. Quando poi iniziò ad abbassare la cerniera e prese in mano il mio cazzo ebbi il timore che non sarei riuscito a controllare l’automobile. L’Aurelia era trafficata come sempre e questo servì forse per bloccare Luciana nelle sue intenzioni.
“Sei impaziente?”
“E’ tutto il giorno che me lo sogno, senza considerare la notte, e sinceramente non vedo l’ora che arriviamo altrimenti potrei fare una pazzia”
“Calma, calma. Siamo ormai al bivio e tempo cinque minuti arriveremo a casa e sarai padrona di farci quello che ti pare. E’ tutto tuo, solamente tuo.”
Entriamo a casa e, finalmente, ci diamo il primo vero bacio della giornata. Uniti in quel bacio appassionato ci spogliamo gettando i vestiti dove capiti. Una tua mano raggiunge il mio cazzo già eretto e comincia a giocarci segandolo lentamente. Le mie invece sono intente a pizzicarti i capezzoli presto accompagnate dalla lingua che li lecca alternativamente. Dopo esserti spogliata completamente ti inginocchi per fare altrettanto con i miei pantaloni e mutande che getti in mezzo agli altri vestiti. Sento il calore della tua bocca quando ti avvicini al cazzo e lo imbocchi. Di colpo mi vengono in mente tutti quei racconti erotici che ho letto dove viene affermato che questa è una posizione di dominio. Avevo sempre pensato che erano cazzate ma devo ammettere che ora mi sento il tuo padrone. Questi pensieri, ma guarda che cazzo sono andato pensare, vengono interrotti dall’orgasmo che mi giunge all’improvviso.
“Sì Luciana …… Sì lucana ……. Cosìììì …… ti sborro in golaaaaaaaaaaaaaaa”
Tu continui a succhiare anche dopo per non perderti neanche una goccia del mio seme. Ti rialzi e mi baci con foga.
“Vieni è giunto il momento che ti mostro la casa” dico prendendoti per mano
“Dopo. Adesso mostrami solo la camera da letto.”
Ci sdraiamo sul letto e inizio a baciarti il tuo voluminoso seno e ti strizzo i capezzoli sempre più forte. Ormai ho capito quanto ti piace e mi sento debitore nei tuoi riguardi per il meraviglioso pompino che ho appena ricevuto. Abbassa lentamente una mano mantenendo sempre il contatto con la pelle per farti pregustare quello che ti aspetta. Raggiungo la fica che trovo bagnata dai tuoi umori e inizio a stuzzicare il clitoride
“mmm mmmmm”
Mentre continuare a succhiare i tuoi capezzoli abbasso lentamente anche l’altra mano ed infilo due dita in quella caverna infuocata che è la tua fica. Sei già un lago ma non ho alcuna intenzione di farti venire.
“Silviooo …. Mmmmmm ….. sìììììììì …… così”
Scendo con la testa a baciarti i piedi, a soffiare sulle caviglie, a torturare le tue gambe salendo ogni tanto verso il palpitante sesso; smetto di titillare il clitoride per strizzare prima le tue zinne per poi passare infilarci un dito in bocca che subito inizi a succhiare come se fosse il mio cazzo. Il mio sesso si ingrossa sempre di più personificandosi con quel dito. La mia lingua è ormai giunta sulla fica che inizio a leccare e succhiare mentre, nel frattempo, le dita che hai dentro sono ormai tre
“Silviooo …. Mmmmmm ….. sìììììììì …… così …… continuaaaa ……… ……… di più di più ”
Mi alzo portando a contatto il cazzo con la vagina, alzo le gambe che appoggio sulle mie spalle ed entro in te con una spinta poderosa che subito fa sgorgare il tuo orgasmo
“OOOOOOOOHHHHHHHHHHHHH Silviooooooooooo godoooooooooooooo” gemi mentre il corpo inizia un movimento sussultorio sempre più veloce ed accentuato “ godooooooooooooooooooo” mentre io martello la tua fica con colpi sempre più veloci e poderosi “sìììì Silvioooooo più forte più forteeeeee” continui ad urlare.
Mentre abbasso le tue gambe che iniziano a pesare, ti bacio dicendoti “Luciana ti amo ti amo” e continuando a scoparti con più lentezza per far durare il più possibile questo momento “ti amoooo”.
Sento che ormai sono giunto al capolinea mi sdraio su di te e metto il dito che per tanto tempo hai succhiato a contatto con il tuo ano e, quando comincio a martellare di nuovo con affondi veloci, te lo infilo dentro con estrema lentezza fino a quando non sento il dito a contatto con il cazzo facendomi scoppiare in un incredibile orgasmo
“Lucianaaaaaa …… godoooooooooooo …… ti amoooooooooo”
“Silvioooooooooo ancoraaaaaaaaa sìììììììììììììì godooooooooooooooooooo”
Godiamo insieme urlando i nostri piaceri e il nostro amore senza preoccuparci dei possibili vicini ma felici di stare insieme.
Spossati come siamo rimaniamo distesi sul letto parlando di noi, delle nostre sensazioni, del nostro amore che si solidifica sempre di più.
Alle nove andiamo a cena in una pizzeria che incontriamo lungo la strada ma la tristezza ci ha orami raggiunto e mangiamo poco, anzi tu nulla.
Tornati a Roma ci salutiamo dandoci l’appuntamento per l’indomani.