L’amante nello specchio – Metamorfosi – Ep1 –
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– cosa vuoi che faccia ?
eravamo sdraiati nel nostro letto a soppalco dell’ ikea, la stanza era illuminata da una piccola luce sul tavolo da fumo davanti al divano del solottino,ricavato sotto di noi.
– non lo sò tu che hai in mente ?
nella penombra del nostro monolocale il suo viso sembrava una delicata scultura, come quelle bambole di porcellana che si vedono nei film in costume.
– dai sono sicura che qualcosa hai in mente, ci sono un sacco di cose che non abbiamo mai fatto.
si sentiva una leggera musica provenire dall’appartamento a fianco, era un rock anni 90, post punk o qualcosa di simile. Il palazzo era per lo più abitato da studenti o giovani professionisti che non badavano molto alla privacy, propria e degli altri.
Mi girai su un fianco per guardarla negli occhi, la sua bocca era semi chiusa le sue labbra brillavano nella penombra, aveva uno strano sguardo, lo sguardo di chi si aspetta una risposta ma che veramente non ha idea di quale possa essere la domanda, era lo sguardo curioso di una innocente ragazza di 19 anni.
-vuoi andare a bere qualcosa?
-non ho detto facciamo, ho detto faccia. Io, per te.
La avevo conosciuta poco più di un anno prima, lavorava come cameriera in un posto di villeggiatura di provincia, uno di quei posti dove si conoscono tutti. Ero diventato un cliente abituale durante quella estate, si trovava della buona birra, un ottima pizza, e sopratutto era frequentato da un sacco di turiste.
– Dai voglio fare qualcosa di eccitante per te…
Era sempre stata tanto timida quanto curiosa, ma per gran parte della sua vita la curiosità l’aveva vissuta come vergogna. Ero stato il primo ragazzo a cui la avesse data, e vi assicuro che mise a seria prova la mia pazienza. Non aveva esperienza voleva provare ma si vergognava. Non aveva mai fatto un pompino, non le avevano mai succhiato le tette o leccato tra le gambe. Era giovane, e vergine.
– Che cosa è eccitante per te ?
– Voglio fare qualcosa di eccitante per te, non per me.
– Per me è già eccitante parlarne
– È vero parliamo poco, di sesso.
Ho fatto sesso con lei solo dopo un mese che ci uscivo, non mi mancavano le ragazze in quel periodo, in realtà non mi sono mai mancate e erano state sempre più forti e dirette di me caratterialmente, forse era quella innocenza che mi eccitava tanto in quella ragazzina di provincia.
No ho mai capito come possa essere stato per lei la prima volta. Eravamo nel mio precedente appartamento era venuta in treno per pranzare insieme, era già la terza volta che lo faceva e a parte qualche bacio appassionato non eravamo andati oltre, mi faceva impazzire il modo come baciava, mi faceva impazzire la sua bocca sempre un pò tirata quasi nervosa. Mi accesi una canna che preparai sul tavolo con ancora con gli avnazi del pranzo, lei mi confessò che non aveva mai fumato, niente in vita sua, era vergine, ma che la eccitava vedermelo fare, gli chiesi se voleva provare e disse di si. Sul letto spenta la canna, acceso lo stereo, ero sopra di lei ancora vestita con il suo morbido maglione e i suoi jeans attillati, bellissima e fragile.
La baciai sulla bocca a lungo mordendogli le labbra, succhiandoglieli. Scesi con la lingua sul collo la baciai dietro le orecchie. Via il maglione, via i jeans, via il reggiseno. Era rimasta solo con un perizzoma grigio in micro fibra. Glielo baciai. Era un lago. Via anche quello.
Li nuda, sdraiata sotto di me, ricordo che mi fermai a guardarla. Era la prima volta che la vedevo completamente nuda, e per la prima volta realizzai quanto fosse delicata. Il suo corpo sodo da neo 18enne era perfetto, magra, non troppo alta con la pelle bianchissima lunghi capelli mori che le cadevano sulle spalle. Piccoli seni sodi, puntavano verso di me minuscoli capezzoli rosa. Era maldestramente depilata, aveva peli sulla pancia, sulle braccia e addirittura sulle areole. il monte di venere era una foresta durante una esondazione. La mia eccitazione era totale. Realizzai che non ero attratto da lei, ma dall’idea di tirare fuori la troia che si nascondeva in quella ragazzina di provincia, la volevo trasformare. Gli infilai due dita in bocca gli chiesi di leccarmele lo fece mentre mi guardava dritto negli occhi, stava tremando, gli passai le dita umide sui capezzoli, si irrigidì, mi abbassai per per baciarla in bocca, ma all’ultimo momento mi diressi su quei capezzoli, il suo gemito mi fece quasi raggiungere l’orgasmo. La guardai dritta negli occhi.
-devi chiedermelo tu.. -si, facciamolo!
– Ok, ti piace come scopiamo ?
– Si, ma..
– Ma?
– Dai voglio vederti eccitato, cosa vuoi che faccia?
Stavamo insieme da quasi un anno, nel tempo aveva scoperto il sesso, aveva scoperto che le piaceva chiedermi di sborrarle in faccia, le piaceva che le tirassi i capelli, che le infilassi un pollice nel sedere mentre la prendevo a pecora, le piaceva masturbarsi e leccarsi i capezzoli mentre scopavamo, amava provocarmi, si riferiva a se stessa come troia.
Ma per me una troia è molto di più.
Indossava degli hot pants verdi aderenti che mostravano le sue gambe perfettamente depilate.
– Voglio vederti che ti baci allo specchio, voglio vedere che flirti con la tua immagine riflessa.
I suo occhi brillavano, involontariamente si morse il labbro.
– Ti sei eccitata ?
– Vuoi vedermi flirtare con un altra ragazza?
Era in piedi davanti al grande specchio nel salottino del monolocale. La sua bocca distava solo pochi centimetri dalla sua immagine riflessa, i suoi seni nudi si specchiavano. Era, tesa, eccitata… Bellissima.
Io in piedi dietro di lei le affondai una mano nel voluminosi capelli mori con uno strattone indietro portai la sua testa vicino alla mia.
– Ti piace ? – le sussurrai all’orecchio
– È eccitante. Disse
– Lei ti piace ?
– Ti piace la ragazza nello specchio ?
– È bella, guarda che belle tette, che bella bocca. Secondo me tu gli piaci.
Aveva lo sguardo fisso sulla sua immagine
Spinsi la mano che avevo sulla sua nuca, si avvicinò di un paio di centimetri allo specchio.
– La vuoi baciare? Lei è una dea con la lingua
Spinsi ancora
– Non ti va di baciarla? Non ti va di succhiarli la lingua, le tette?
Spinsi ancora sa sua nuca verso la ragazza nello specchio.
Fece resistenza, si bloccò.
– Voglio che ti metti seduto nel divano, ti accendi la tua canna e ti masturbi mentre mi guardi.
Sono caduto nel divano, mi sono abbassato i box, e ho acceso la mia canna. Lei ora mi stava guardando soddisfatta, era rimasta dove va avevo lasciata a pochi centimetri dalla bocca dell’altra nello specchio, le mani appoggiate al muro.
– Voglio che ti fai una sega mentre mi guardi, voglio che descrivi quello che vedi.
– Vedo due ragazze, sono bellissime, sembrano gemelle ma una sembra più eccitata dell’altra.
– Chi delle due?
– Non riesco a capirlo
Diedi una generosa boccata alla canna, buttai fuori il fumo e vidi le sue labbra che lentamente si avvicinava allo specchio, inarcò la schiena mettendo in mostra il suo culetto. La lingua passava sulle proprie labbra per inumidirle, lo specchio era appannato.
Mi diede una occhiata, poi si guardò dritta negli occhi e si baciò.
– vedo la mia ragazza che bacia la sua amante, la sta baciando in maniera volgare come se la volesse mangiare, vedo il corpo della mia ragazza inarcato e vedo il suo bel culo che oscilla, vedo due dita che si appoggiano sulla sua bocca che vengono succhiate, ora si muovono sul tuo capezzolo, duro…
– non sono le mie dita sono la sua bocca
– vedo la bocca della tua amante che ti succhia un capezzolo
Ansimò
– vedo la mano della tua amante che si sposta dentro i tuoi pantaloni ti tocca il clitoride
Gemette
– vedo tu che la baci, vedo entrambe le mani della tua amante che ti stringono le tette
La stanza era velata dal fumo denso e bluastro della canna, la musica della proveniente dalla casa della vicina accompagnava i movimenti dei suoi fianchi, la luce soffusa della piccola lampada esaltava i contorni del suo corpo. Io sul piccolo divano probabilmente avevo la faccia da ebete, o forse da maniaco, di sicuro avevo gli occhi sbarrati, ansimavo. La canna fumata per metà penzolava tra le dita della mano, la cenere cadeva sul pavimento. L’altra mano, si muoveva lenta e automatica sul mio pene, era diventato duro e umido, ma anche di quella mano non avevo più il controllo era autonoma, la vista era l’unico senso che mi era rimasto vigile.
Si giro di spalle allo specchio, scese lentamente fino a sedersi a gambe larghe, mi guarda con la coda dell’occhio, inizia a masturbarsi, si mordere le labbra, si ferma, mi guarda.
– Chi è la più sgualdrina?
Si passa le due dita che prima le stavano dando piacere sulla bocca, le lecca.
– L’altra. Dissi
Vedo i suoi occhi restare fissi su di me, restringersi.
– L’altra, ti ha succhiato i capezzoli.. ti ha masturbato. Tu ti sei limitata a godere.
Avevo riacceso la mia canna, continuavo a toccarmi.
– Peccato che l’altra sia intrappolata dentro lo specchio, e tu non possa approfittare della sua bocca.
Si alzò, due passi ed era in piedi davanti a me, semi sdraiato sul divanetto blu con in mano una canna, e nell’altra il mio pene.
– Sopratutto lei è lesbica vuole solo me. Non farebbe mai questo.
Lentamente si tolse i pantaloncini, si abbassò su di me, cavalcandomi. Mi tolse dalla mano la canna, ne diede una bella boccata e la getto lontana sul pavimento.
Il suo sesso era in fiamme, mai sentita così, era fuori controllo. Presi il so culo dettandogli il ritmo, lo allargai, era talmente eccitata che non ci fu bisogno di inumidirlo, il mio dito scivolò dentro, inizia a pomparle anche il culetto.
-Lo hai di marmo, fammi sentire quanto ti è piaciuto. Fammi sentire che non puoi fare a meno di me. Scopami.
Aumentai il ritmo, estrassi il dito che le avevo messo nel culo, e glielo piazzai davanti alla bocca.
-Succhia!
-Succhia il cazzo che avevi un culo.
-Dove vuoi venirmi? Vuoi che te lo prenda in bocca? ..Dai amore vieni, ho voglia di sborra.
Aumentava il ritmo, tolsi anche l’altra mano del culo e iniziai a frizionarle il clitoride.
Inarcò la schiena, si irrigidì, le strizzai violentemente un capezzolo, venne.
Me la ritrovai crollata su di me, ansimante, con il fiatone, sudata. Mi baciò il collo.
-Grazie.- Disse
Ero sempre dentro di lei, mi muovevo lentamente, la sentivo rilassarsi.
– Vuoi che ti venga dentro?
Si staccò da me, si mise seduta sul pavimento, mi guardò…
– Schizzami in faccia!!!