Un sogno che si avvera!
Racconto trovato in rete su xhamster
Zia Tanya è la sorella di mio padre, abbiamo circa quindici anni di differenza, praticamente da quando sono nato è sempre stata presente nella mia vita, sono molti i ricordi che ci legano, talvolta mi piace rivedere le nostre vecchie foto di famiglia, in particolare quella in cui poco più che dodicenne le cingo le spalle con il braccio sinistro. Zia Tanya non è certo una stangona, ha un corpo minuto ed energico, due bei cosciotti sodi che soprattutto d’inverno ama tenere stretti in calze di microfibra, di carnagione scura, corporatura longilinea, lineamenti regolari, folte sopracciglia in stile mediterraneo, un piccolo neo nero leggermente sporgente sul lato esterno dello zigomo sinistro appena sotto l’occhio, d’estate la sua pelle raggiunge delle tonalità molto prossime alla folta capigliatura riccioluta e crespa che le casca oltre le spalle, tanto da sembrare vista in lontananza ad una ragazzina brasiliana di colore.
Mia madre non ha un buon feeling con lei, l’ha soprannominata „il cespuglio“, sembrerà pure un cespuglio ma la mia cara zia di “brasiliano” non ha solo la carnagione, sopra quelle gambe tornite dimora un sederino che è una poesia, nonostante i sui quarantun’anni suonati zia Tanya ha un bel culo sodo a “mandolino” che non ama mettere in mostra, indossa tendenzialmente abiti comodi ma non passa inosservata nemmeno agli occhi dei meno interessati….. le donne. Mia zia ha sempre avuto un forte ascendente sugli uomini, di conseguenza quasi sempre ha destato diffidenza ed invettiva da parte delle donne, posso giurarvi che ha un sorriso disarmante, quando sorride le guance si contraggono fino a mostrare due fossette, gli occhi neri cominciano a brillare di sincera emozione, negli ultimi tre anni raramente ho avuto il piacere di ass****re a tale prodigio perché zia Tanya ha divorziato, nonostante la forza d’animo di non abbattersi ed andare avanti sta vivendo una condizione di disagio, molto probabilmente di profondo dolore inconscio.
Quest’estate mio padre l’ha invitata a stare con noi nella casa al mare, non ci è voluto molto perché finisse al centro dell’attenzione sul lido che frequentiamo, per la prima volta dopo tanti anni i ragazzi più in vista della mia comitiva cominciano a trattarmi con maggior considerazione, so perfettamente che lo fanno solo per potersi avvicinare a zia Tanya, per fortuna lo sa anche lei, molto abilmente riesce a ridicolizzarli con frasi ambigue ed argomentazioni piene di doppi sensi. Credo sia superfluo a questo punto parlarvi del mio “irrigidimento”, fantasticare su mia zia Tanya mi procura delle erezioni da paura, lo so è deplorevole provare desideri i****tuosi, non ne vado fiero ma ne sono letteralmente schiavo, lei ne è consapevole, lo è da molti anni date le mie mal celate manifestazioni morbose adolescenziali, più d’una volta mi ha sorpreso ad annusare le sue mutandine trafugate dal cesto della biancheria sporca, una volta mi ha scoperto a spiarla dalla piccola finestra semichiusa del bagno mentre stava facendo la doccia, l’ho fatto molte più volte ma lei se n’è accorta solo in quell’occasione. La cara zia ha sempre tollerato il mio atteggiamento sconveniente senza mai rivelarlo ad altri, per assecondare il mio desiderio latente talvolta mi concedeva di pettinarle i capelli, capitava che ci sedessimo sulle scale della villetta, lei mi faceva da schienale stringendomi tra le braccia e poggiando il mento sulla mia spalla mi sussurrava qualche riflessione filosofica sul senso della vita, sentirmi quelle tettine di pietra puntate nella schiena ed i sussurri all’orecchio…. oh che ve lo dico a fare! Anche quella è ormai storia antica, dopo essersi sposata zia Tanya si era trasferita nei dintorni di Milano, per circa otto anni non c’erano più state molte occasioni d’incontrarci, inutile dirvi che una passione può affievolirsi ma non svanire come se nulla fosse.
Ormai prossimo ai ventisei anni sono piuttosto consapevole delle mie pulsioni, ora so come tenere a freno la libido per osservarla finalmente con occhi nuovi, esserle nuovamente accanto accresce in me il desiderio di lei istigandomi a nuove “sordide” fantasie, come potrei azzardarmi a tentare un approccio e sperare di ottenerne ciò che desidero?
Sono già cinque giorni che facciamo colazione insieme, la porto al mare in vespa, si lascia spalmare la crema abbronzante in spiaggia, in un paio di occasioni abbiamo avuto delle lunghe conversazioni stando in acqua appartati quasi nascosti, mi ha raccontato di suo marito, di come il loro rapporto sia gradualmente collassato, io altrettanto le ho detto di Cristina, di come la routine di coppia stia diventando l’anticamera di una probabile separazione.
“Il fatto di non essere insieme durante le vacanze quest’anno è un grave campanello d’allarme.”
Stasera, però, sento di aver raggiunto la saturazione, devo trovare il modo di placare i miei “bollenti spiriti”, ho salutato gli amici inventando una scusa e ho comprato un giornale porno, in casa non c’è nessuno, nessuno tornerà prima di un paio d’ore, i miei sono a cena da amici, mia sorella è al bar del lido con le amichette e zia Tanya si è aggregata a due coetanee conosciute stamattina per una passeggiata in paese.
L’afa m’induce a farmi una doccia gelata, mi libero facilmente degli abiti leggeri, poso il “pornazzo” sulla scrivania della cameretta e mi avvio nel bagno, l’acqua fredda non mi dà noia, la sensazione d’improvviso refrigerio fa si che mi frizioni più vigorosamente lasciando la muscolatura umida e lucente, trascino un grande asciugamani bianco in vita con il classico nodo da spiaggia, ne prendo un altro più piccolo per frizionarmi la testa, in realtà non ho una gran voglia di masturbarmi, magari sarà meglio sdraiarmi sul lettino per riflettere, diciamo più “compiangermi”, esco dalla doccia col capo chino tenendomi l’asciugamani teso sulla testa e non mi accorgo che…
“Ciao! Serata romantica per uno?”
Zia Tanya dà le spalle alla scrivania, tiene in mano il „pornazzo“ mostrandomi la copertina e fissandomi con un risolino divertito, confuso e smarrito in preda al più totale imbarazzo resto immobile sotto l’arco della porta a fissarla in silenzio, probabilmente i miei occhi parlano per me, zia Tanya abbassa lo sguardo rilasciando il braccio a posare la rivista sulla scrivania e in un sussurro soffocato dichiara.
”Scusa Carlo non avrei dovuto permettermi.”
Avanza verso di me con passi rapidi cercando di scartare alla mia sinistra e dileguarsi, non so spiegare come ma travolto da una tempesta di emozioni perdo il controllo di me stesso ed allargo le braccia per raccoglierla.
“Tanya io.”
Lei mi guarda negli occhi un po‘ imbarazzata ma amorevolmente con voce rassicurante.
”No Carlo, non ti preoccupare non è successo niente ma ora preferisco uscire.”
“No, aspetta!”
Il tono della mia voce è supplichevole ma deciso, il suo viso assume un’espressione dura, tende le braccia in avanti e prova a fare pressione sul mio petto per spingermi, ma a nulla servono i suoi sforzi e rimbalza indietro di due passi fissandomi con occhi di fuoco.
“Tanya io non so come dirtelo!”
“Dirmi che cosa?”
Grida lei.
“Che vuoi da me? Non vedi che mi stai mettendo in grave imbarazzo? Lasciami andare!”
L’ultima frase la pronuncia con un gemito di terrore.
“Aspetta! Lasciami dire.”
Zia Tanya comincia a piagniucolare.
”Ma che vuoi da me? Sono la sorella di tuo padre lasciami andare!”
Raccoglie tutte le sue forze e come un ariete abbassa la testa per balzare in avanti contro di me puntando la fronte e i gomiti verso la bocca del mio stomaco, nell’impatto gli asciugamani scivolano in terra e resto nudo in piedi dov’ero, tenendola a forza tra le mie braccia sospesa a mezz’aria come un satiro che ha catturato la sua baccante.
“Caarrlllooo!!!”
Il suo grido come un tuono rimbomba nella cameretta, la sua mano destra colpisce violentemente la mia faccia con un ceffone, schiocca come una frustata fra l’occhio e lo zigomo obbligandomi ad allargare immediatamente le braccia per farla ricadere sul pavimento, entrambi restiamo lì immobili a fissarci con gli occhi gonfi di lacrime, Tanya legge nei miei qualcosa d’inspiegabile intuisce la mia rassegnazione. Balza nuovamente in avanti, stavolta però con un’espressione di rammarico, poggia la mano sulla mia spalla per sollevarsi sulle punte e forza delicatamente il mio mento con le dita per farmi ruotare il viso osservando il rossore provocato dallo schiaffo con gli occhi al suolo mi ritraggo lentamente per andare a raccogliere l’asciugamani e riacquistare qualche brandello di dignità, mi avvio verso il bagno per sciacquarmi la faccia.
“Carlo!”
Sento la sua mano sulla spalla che mi trattiene, mi volto a guardarla pieno di vergogna per quanto è accaduto, lei non meno sofferente mi tira delicatamente per un braccio invitandomi a sederle accanto sul lettino.
“È davvero così intenso il sentimento che provi per me?”
Mi lascio andare giù sulla schiena e tiro un profondo sospiro.
”Non saprei a quanto pare io stesso non avevo idea di quanto cazzo ho completamente perso il controllo.”
Sgrano gli occhi incurante della mia nudità e rompendo in una fragorosa risata eccole, quelle due meravigliose fossette spuntano sulle sue guance, mi giro sul fianco destro, punto il gomito sul lenzuolo per tenermi su la testa così comincio a carezzarle timidamente l’avambraccio con l’indice, sembro un antico romano ospite di un banchetto luculliano con l’asciugamani spiegazzato che mi copre appena il bacino, lei ruota la spalla sinistra e reclina il capo a guardare indietro, osservandomi teneramente con occhi sognanti quasi stesse rivivendo tutti i momenti trascorsi insieme.
„Potrai mai perdonarmi?“
Le sussurro distogliendo lo sguardo sentendomi d’un tratto tremendamente colpevole per l’accaduto, lei si lascia cadere sul fianco sinistro acquisendo la mia medesima posizione come un’immagine riflessa, allunga la mano destra per carezzarmi delicatamente il viso ferito.
“E di cosa?”
Avvicinando le labbra al mio orecchio sussurra con ironia.
”Di avere una zia tanto sexy da non poterle res****re?”
Nooo!!! Ecco ancora quella meravigliosa sensazione, stavolta l’erezione è piuttosto visibile e l’asciugamani s’impenna quasi che qualcosa ci si fosse infilato sotto, lei gran donna come sempre.
”Vedi? Che ti dicevo?”
Torna a fissarmi con occhi sognanti.
“Tanya io credo che sia meglio defilarmi, tenerti a distanza ravvicinata mi fa venire una gran voglia di baciarti”
Tanya protrae le labbra contro le mie, agilmente spinge il suo fianco in avanti imponendomi di sdraiarmi, la stringo teneramente fra le braccia ma il nostro amplesso dura pochi istanti, vinti dal desiderio cominciamo a contorcerci l’uno contro l’altra in maniera convulsa quasi volessimo strapparci vicendevolmente la pelle, le nostre bocche s’impiastricciano di saliva fino alle guance ed il sottofondo di mugolii s’interrompe solo per qualche istante mentre in tutta fretta Tanya si sfila il vestito. Il suo corpo ora coperto soltanto della lingerie nera di pizzo è caldo e sinuoso,
quello spettacolo dà maggior vigore alla mia erezione, la sua mano scivola sotto l’asciugamani per afferrarmi il cazzo cominciando ad agitarlo ritmicamente, è abilissima nel carezzare delicatamente il frenulo, costringendolo nel palmo e esercitando fluide rotazioni del polso per accentuare l’intensità del massaggio. Io intanto mi faccio strada con le dita della mano facendole scivolare sul suo addome fino ad insinuarle nello slip in cerca del clitoride, Tanya sembra coinvolta quanto me, ha la fica fradicia di umori, appena la tocco ha un sussulto improvviso e dirige la testa verso il mio ventre, la sua mano si stringe intorno al glande e scivola giù tendendo la pelle fino a scoprirlo completamente. La sua bocca umida ingoia la nerchia fino a far toccare le labbra sull’indice della mano che sovrasta i miei testicoli gonfi, poi la testa risale e prende ad oscillare come prima il polso ripetendo lo stesso abile gioco, la sua lingua saetta sull’uretra, compie dei semicerchi intorno al frenulo e le labbra serrano ermeticamente il glande, la bocca trattiene e shakera il cocktail di saliva ed umori maschili che diviene più copioso ad ogni risucchio. Respiro affannosamente quando l’eccitazione diviene insostenibile emetto dei profondi sospiri soffocati, lei invece sembra ignorare il mio massaggio quando improvvisamente fa s**ttare il bacino verso sinistra ed emette un verso gutturale a bocca chiusa.
“UHM!”
Senza interrompere il pompino comincia a muovere la mano incrementando la velocità e la fluidità del gesto come se volesse indurmi a venire, sono infoiato oltre misura, non riesco più a trattenere il desiderio di penetrarla, di essere cavalcato da lei e tenerle quel bellissimo culo tra le mani, sfilo le dita dalle mutandine e porto entrambe le mani sui suoi fianchi per denudarla.
“No! Aspetta.”
Tanya s’impenna sulle ginocchia con le cosce ancora larghe e mi punta una mano sul petto per fermarmi, ho il panico, come può essere tanto crudele da interrompere così bruscamente l’azione sul più bello?
“Non possiamo farlo qui! Se torna qualcuno che gli raccontiamo?”
Dichiara zia Tanya con sincera preoccupazione.
“Dove potremmo andare?”
Una piccola quantità di sangue mi risale al cervello e la preoccupazione assale anche me, Tanya mi scruta con aria riflessiva, dopo qualche istante le sue labbra si dilatano in un sorriso furbetto.
”Lo so io! Vestiti!”
Si china di s**tto verso di me per schioccarmi un ultimo bacio appassionato, poi in tutta fretta recupera il vestito e le scarpe per indossarli alla meno peggio, io faccio quel che posso per seguirla a ruota, l’erezione non accenna a calare ed ho qualche difficoltà ad abbottonare i pantaloni, Tanya coordina le operazioni di fuga.
“Prendi le chiavi della vespa ed una coperta dall’armadio, a proposito ce li hai i preservativi?”
Ah già i preservativi, per uno come me praticamente incapace di avere una incontro sessuale occasionale sarebbe perfettamente inutile girare con un preservativo in tasca, per fortuna da queste parti si usa tenerne almeno due nel portafogli, se non altro per prestarli a qualche amico della comitiva più fortunato.
“Sì, come no!”
Sembriamo due ragazzini infervorati da chissà quale bizzarra idea, ci muoviamo furtivamente stando accorti a non essere notati dal vicinato, salto in sella alla vespa mentre Tanya corre ad aprire il cancelletto laterale della villa, ripiego la coperta a cilindro e me la infilo tra le gambe, quasi mi casca quando poggio il piede in terra per far salire lei che nel frattempo ha richiuso la serratura cercando di non fare rumore.
“Dove andiamo?”
Le chiedo con eccitazione fantasticando di ricominciare presto quello che abbiamo bruscamente interrotto.
“Sulla spiaggia! Non ti è mai capitato di fare sesso sulla spiaggia prima d’ora?”
Nel dirlo si stringe forte a me e parto senza pensarci.
“Dimmi tu che strada seguire!”
Muoio dalla curiosità di scoprirlo.
“L’ultimo lido quello con le cabine che fanno angolo con la scogliera, c’infiliamo dentro l’ultima e ti spacco in due!”
Mentre ride mi tocca il petto con una mano ed emette una specie di sibilo quando con l’altra si accorge che il mio pene è ancora turgido di eccitazione, grazie ad una scorciatoia arriviamo a destinazione in pochi minuti, data l’ora posso parcheggiare la vespa proprio accanto alla cabina nascosta dal buio e completamente isolata, il cielo è coperto e salvo un paio di lampare in lontananza che brillano dal mare c’è buio pesto.
“Accidenti! Avrei dovuto portare una pila!”
Dichiaro con tono seccato ma dal buio improvvisamente compare una fiammella d’accendino, intravedo il suo splendido viso sorridente e mi sembra più bella che mai.
“Entra e stendi la coperta in terra, poi togliti solo i pantaloni.”
La fiammella si spegne ma nel buio vedo la sua ombra nell’atto di sfilarsi le mutandine.
“Dobbiamo restare più o meno vestiti perché, se dovesse venire qualcuno, dobbiamo dileguarci il più in fretta possibile!”
Anche lei entra, sento lo s**tto del bloccaporta di metallo che ci isola dal resto del mondo, la fiammella dell’accendino illumina i listelli bianchi di legno delle pareti intrisi di salsedine e costellati di crepe, alle mie spalle c’è una piccola panchina verniciata di blu sovrastata da un attaccapanni, non posso crederci una lampadina appesa ad un filo nero che pende da un angolo, sotto la quale è posto un interruttore di plastica bianco, provo ad accenderlo e eureka funziona, Tanya mette via l’accendino e mi guarda fisso negli occhi con un’espressione di desiderio che non avevo mai visto prima d’ora.
“Ci ho ripensato: mettiti nudo!”
Sentenzia lei aiutandomi a spogliarmi, incrocio le braccia sui fianchi e tiro su la maglia mentre i gomiti si allineano alla testa ed il tessuto mi copre il viso, sento le sue mani scivolare sulla mia schiena e la lingua prende a saettare sul mio capezzolo destro inumidendolo, emetto un gemito soffocato ed il mio pene s’impenna con vigore contro il suo addome, mi strappo via la maglia e voglio abbracciarla ma lei si lascia cadere in posizione accovacciata ed ingoia avidamente il mio cazzo reggendosi saldamente ai miei fianchi. Guardo verso l’alto tenendo gli occhi semichiusi in preda all’eccitazione, devo confessare che pur nelle mie più torbide fantasie non avevo mai immaginato una cosa così travolgente, torno a guardare in basso e noto che lei mi scruta per constatare l’effetto del suo lavorio, le carezzo delicatamente la fronte e mi ritraggo lentamente perché sento che è ormai tempo di accoppiarci, mi giro di spalle per sfilare il portafogli dai pantaloni e prendere il preservativo, la sento armeggiare col vestito e quando mi volto la trovo a capo chino, le braccia infilate dietro la schiena a gomiti larghi intenta nello sganciarsi il reggiseno. Con un colpo di denti strappo l’involucro del profilattico e lo estraggo, tenendo premuto il cappuccetto tra le dita poggio l’anello sulla nerchia tesa per srotolarlo, a cose fatte Tanya prende a massaggiarmi l’uccello teso per accertarsi che la guaina in lattice aderisca perfettamente, mi fa cenno di sdraiarmi sul pavimento di cemento, la coperta mi punge la schiena e i glutei ma sono troppo eccitato per curarmene, fra le ginocchia rannicchiate vedo lei completamente nuda che si appresta a calarsi su di me, s’inginocchia cingendomi i fianchi con i polpacci e si spinge lentamente all’indietro tenendomi la verga con la mano destra per infilarsela nella passera fradicia. Tanya socchiude gli occhi e china il capo in avanti emettendo un profondo sospiro, poi alza di s**tto la testa e mi fissa contorcendo la bocca in una smorfia di dolore che subito muta in un sorriso malizioso, resto immobile per qualche istante mentre lei è intenta a calibrare l’intensità dei primi affondi, incredulo comincio a realizzare che il sogno della mia vita tutto ciò su cui avevo fantasticato milioni di volte sta incredibilmente divenendo realtà.
Le stringo le natiche fra le mani e faccio pressione sugli addominali per sollevarmi e baciarla, lei mi abbraccia tenendomi i capelli sulla nuca stretti in una mano e fa danzare ritmicamente il bacino cavalcandomi con affondi brevi e rapidi, gli schiocchi dei baci ed i sospiri echeggiano nella cabina per un po‘ quando improvvisamente Tanya si stacca violentemente da me e ritta sulla schiena sbotta in un profondo gemito di piacere.
”OOOHHH! MMMHHHMMM!”
Tesa all’indietro con le mani sulle mie ginocchia piegate s’impernia sul mio cazzo per tutta la lunghezza, oscillando leggermente la testa con gli occhi chiusi e compiendo affondi più lenti e profondi in preda all’eccitazione, i suoi lamenti sono musica per le mie orecchie e il solo pensiero di esserne l’artefice mi fa ingrifare oltre ogni limite, ritorno su e le succhio i capezzoli mentre con le mani sulle natiche contribuisco ad aumentare le spinte del suo bacino.
“AH, AH, AAAHHH!!!”
Tanya è ormai al culmine dell’eccitazione, gli umori hanno lubrificato il lattice a tal punto che pare di sentire il rumore di un qualcosa che stia picchiando ritmicamente in una pozzanghera.
“WOOOH, AH, AH, AAAHHH!!!”
Impressionante, il suo corpo comincia a tremare come una lenza vibra quando vi abbocca un grosso pesce, mi pone le mani sul petto e mi costringe al pavimento gemendo e sorridendo mentre compie lentamente gli ultimi affondi fissandomi estasiata, poi si lascia cadere in avanti e poggia la testa sulla mia spalla sinistra, scivolando sul fianco e contorcendo spasmodicamente le cosce per res****re alle pulsazioni residue dell’orgasmo.
“UH! Ma sei incredibile, quanto devo strapazzarti ancora per farti venire?”
Tanya sorride e mi carezza il viso mentre io in silenzio mi godo il trionfo.
“Ti andrebbe di fare il bagno?”
Mi chiede con curiosità.
“Vieni, sono sicura che ti piacerà, togliti il preservativo e spegni la luce.”
Nel cielo è apparsa la luna e qua e là splende qualche stella, il mare è nero come la pece ed incute timore ma Tanya s’incammina frettolosamente giù per la scalinata di legno che conduce alla piccola conca circoscritta da scogliere e s’immerge in acqua fin sotto i seni.
”Vieni, l’acqua non è molto fredda è bellissimo!”
Sì è bellissimo ed è un’altra cosa che ho sempre desiderato fare quella di scopare in mare di notte, in breve le sono accanto, per qualche istante ci soffermiamo a guardare in alto la luna che c’illumina, d’improvviso mi sento afferrare il cazzo che immediatamente ritrova la completa rigidità, lei prende a menarmelo con la mano al contrario come quando si porge per presentarsi a qualcuno e mi bacia voluttuosamente stringendosi a me.
“Posso leccarti!”
Le sussurro timidamente all’orecchio, lei non risponde ma cambia la presa e prende a trascinarmi verso la riva come fossi un cagnolino al guinzaglio, si volta e fa qualche passo all’indietro in direzione degli scogli poi si lascia cadere sul bagnasciuga ed allarga le cosce, m’inginocchio, lei si spinge in avanti cingendomi il collo con il braccio e baciandomi ancora con passione, poi porta la mano sulla mia nuca e si ritrae calandomi lentamente la testa verso il basso ad incontrare l’oggetto del mio desiderio. Sposto il mio bacino sul fianco destro per evitare di fare un buco nella sabbia con la mia erezione, punto il naso sul monte di Venere per avere un punto di riferimento nel buio ma altrettanto per inebriarmi dell’odore frammisto di umori ed acqua salata che emana la sua fica nuovamente eccitata, spingo in avanti la punta della lingua dal basso verso l’alto in cerca della fessura per raggiungere il clitoride, in un paio di lappate trovo l’estremità sporgente e faccio saettare la mia lingua in senso circolare, provocando in Tanya delle lievi contrazioni del bacino ed inducendola a rilassarsi sul dorso, dopo un po‘ decido di rincarare la dose e le costringo il lembo di pelle che copre il clitoride fra gli incisivi ed il labbro superiore risucchiando come se la stessi spompinando. Tanya non riesce a res****re e comincia a sussultare contorcendo il bacino in modo convulso e mordicchiandosi un dito per soffocare le grida, io incrocio le mie braccia sul suo addome in una morsa d’acciaio e non diminuisco d’intensità anche se ho la bocca piena di fluidi che trasborda sulle guance ed imbratta l’interno delle sue cosce tremanti, il naso è talmente compresso contro il suo pube che sono costretto all’apnea, solo di tanto in tanto emetto degli sbuffi e recupero un po‘ d’aria dai lati della bocca per non rallentare l’azione micidiale dei miei “baci”.
D’improvviso Tanya emette un grido straziante, stende le gambe e comincia a vibrare tutta cercando di liberarsi della mia testa per chiudere le cosce, la lascio immediatamente, lei rotola sul fianco e si contorce le mani serrate sul pube come se le avessi inferto una coltellata, emette dei rantoli profondi e gutturali alternati con suoni acuti smorzati, simili a singhiozzi ma più intensi quasi fosse sul punto di piangere dal dolore.
”UH, UH, UH… OOOHH… MMMHHH… AAAHHH!!!”
La scena si protrae per quasi un minuto ed io vi assisto sinceramente perplesso, combattuto fra l’orgoglio di averle provocato un orgasmo così potente ed il timore di aver oltrepassato il limite, non so che fare, sotto i raggi della luna il suo splendido corpicino appena visibile continua a tremare come se ricevesse delle scosse, appena sembra placarsi mi avvicino e le poso una mano sulla spalla per tentare di farla voltare delicatamente verso di me cercando di vedere come si senta, lei ruota di s**tto e mi si avvinghia al collo con entrambe le braccia trascinandomi giù al suo fianco tanto da sentirne il respiro affannoso ed i gemiti residui, allunga la gamba sinistra e mi pianta il tallone nei quadricipiti per unire il suo bacino contro il mio.
“WOW, Carlo, sei un demonio!”
“È tutto merito tuo, hai sempre saputo quanto ti desiderassi e non so come ho finalmente coronato il mio sogno impossibile.”
Lei guarda in basso perché sente crescere la mia erezione sul suo ventre ed esclama.
”Mi sa che è giunto il tuo turno di venire seguimi.”
Si alza in piedi e si dirige a passi lenti verso l’acqua, con i glutei e le cosce imperlati di sabbia, per qualche istante resto immobile a cercare d’imprimermi nella mente quella stupenda visione ma poco dopo lei s’immerge fino alla vita e si volta a fissarmi.
”Vieni ti ho detto!”
Piego le gambe ruoto sulle ginocchia punto le mani e faccio leva per sollevarmi in piedi, noto qualcosa d’insolito nei movimenti di Tanya, tiene il braccio destro flesso dietro, si sfrega con eccessiva insistenza e sembra che provi disagio, avvicinandomi riesco finalmente a comprendere cosa stia accadendo, proprio non riesco a crederci, Tanya sta cercando di dilatarsi l’ano con le dita e appena le arrivo a tiro s’inginocchia e mi afferra la verga tesa con la mano sinistra portandosela alla bocca. Sento i suoi denti scorticarmi leggermente la pelle, i risucchi sono fortissimi mentre la mano stantuffa ritmicamente alla base del cazzo agitandomi i testicoli induriti dall’acqua fredda, mi sembra d’essere sul punto di esplodere ma non riesco a raggiungere il culmine, mi godo quelle meravigliose sensazioni emettendo dei profondi sospiri smorzati.
“Vieni avviciniamoci agli scogli.”
Mi trascina nuovamente tenendomi per il pene come fosse un guinzaglio.
“Scommetto che l’hai sempre sognato ma non l’hai mai fatto!”
“Sì infatti!”
Dichiaro senza vergognarmene.
“Scordati quello che hai visto nei film o sulle riviste non è facile a farsi, discretamente doloroso per buona parte delle donne e non è il caso che duri a lungo.”
Si solleva sulle punte e mi schiocca un bacio appassionato, agita la mano per masturbarmi in modo così violento da generare un mulinello di schiuma in acqua, poi si volta e poggia la mano sinistra sullo scoglio piegando la gamba dello stesso lato per tenere le chiappe meglio dilatate, con la destra trattiene il mio glande contro lo sfintere ed accenna dei movimenti di bacino per agevolare la penetrazione, sembra che la cosa non possa succedere quand’ecco che la cavità anale si dilata ed ingolla la testa del mio batacchio.
“UUUHHH…MMMHHH…OOOHHH!!!”
Tanya avverte un forte bruciore e quasi s**tta in su per la pressione, resiste e dopo qualche attimo di concentrazione spiega.
”Devi farlo entrare di pochi centimetri ancora e poi lentamente affondare e ritrarlo ritmicamente per la stessa misura ma piaannoooo!”
Lo sfintere è molto stretto, temendo di farle male vorrei estrarre il cazzo e venire masturbandomi da solo, lei si mette in piedi inarca la schiena all’indietro e afferrandomi la nuca con la mano destra porta la bocca vicina al mio orecchio, mi grida tutta la sua eccitazione mentre controbilancia il peso del suo corpo tenendo la mano sinistra ben salda sul mio fianco. In preda alla lussuria le agguanto saldamente i fianchi e comincio a far oscillare ritmicamente il bacino, esercito una grande pressione sulle gambe piegate, sento il glande costretto farsi strada a forza dilatando la cavità anale con l’aiuto dell’acqua che fa in qualche modo da lubrificante. Sento che il cazzo mi sta diventando di fuoco a furia di sfregamenti, Tanya sembra non riuscire più a sopportare quel doloroso supplizio, quando uno schizzo incandescente le inonda il buco del culo seguito da altri d’intensità via via minore, lei come una cagna ferita a morte porta entrambe le mani sui miei fianchi spingendo per liberarsi da quel supplizio. Ho il fiato corto, mi sento letteralmente svuotato, non riuscendo a stare sulle gambe mi trascino verso gli scogli per sedermi,
Tanya nel frattempo si è tenuta le natiche larghe sforzandosi di espellere lo sperma, con una smorfia in viso sottolinea il gran bruciore, si avvicina respirando anch’essa a fatica e s’inginocchia davanti a me abbracciandomi forte puntando la fronte contro il mio petto.
“Vorrei che questa notte non finisse mai.”
Mi confessa sotto voce mentre alza gli occhi per fissarmi.
“Non avrei mai immaginato di poter provare sensazioni così intense, mai avrei fantasticato di poterle vivere insieme a te, eri il mio angioletto e adesso sei un uomo e che uomo!”
“Che succede adesso fra noi?”
Le chiedo con voce sommessa.
„Che vuoi che succeda?“
„Questa serata resterà un ricordo indelebile per entrambi.“
„Sei il mio nipote preferito, ho sempre avuto un trasporto nei tuoi confronti anche se ciò è degenerato in un rapporto sessuale niente cambierà fra noi.“
„Sai? In realtà non siamo nemmeno i primi in famiglia a fare una cosa del genere!“
Sgrano gli occhi incredulo esclamando.
”Chi? Dove? Quando”
Ma Tanya mi tappa la bocca con le dita e dichiara.
”Preferisco non dirtelo e poi si tratta di un fatto vecchio.”
Con un sorriso malizioso la imploro.
”Dai, ti prego, dimmelo!”
“Ok! Se proprio ci tieni ma non ti azzardare a chiedere conferme in giro si tratta di…”