L’avvocato e la segretaria
Racconto trovato in rete su xhamster.
Ero un giovane avvocato appena trentenne, molto brava ma data la mia relativa inesperienza non chiedevo troppo, un giorno un uomo anziano prese un appuntamento riguardo problemi di eredita, l’appuntamento era per le 17, l’ultimo della giornata. Venne accompagnato da altre due persone, dissi alla segretaria di farli passare, uno era l’anziano che aveva preso l’appuntamento, avrà avuto forse 70 anni, procedeva lentamente con l’aiuto di un bastone da passeggio, il secondo era un uomo sui quaranta, dalla corporatura era evidente che fosse un uomo di fatica cosi come il terzo, un ragazzo sui 20 anni che riconobbi rassomigliare al secondo uomo.
L’anziano si presento‘ e mi presento‘ anche i suoi accompagnatori, mi spiego che il signor R il quarantenne lo ospitava e lo assisteva, lui era rimasto vedovo e alla sua eta‘ diventava difficile andare in giro da soli, il ragazzo era il figlio del signor R. Li feci accomodare e l’anziano inizio ad espormi il problema, sua sorella era morta e aveva lasciato tutta l’eredita alla badante, non gli importava niente dei soldi e della terra chiedeva solo la casa di famiglia, voleva avere un posto dignitoso dove morire in pace, quando ebbe finito di parlare mi prese la mano e disse.
„Avvocato lei e‘ una bella donna, giovane, intelligente, vedo che non e‘ ancora fidanzata, io sono un contadino, sono povero, non ho nemmeno una casa dove morire in santa pace, spero che lei capirà se la pago in maniera non convenzionale.“
Io non capivo, ero anche incazzata e stupefatta mi sentivo presa in giro, poi dopo aver ricevuto un cenno il giovane ragazzo si alzò e andò verso la sala d’attesa dove stava la mia segretaria Anna.
Uscito il ragazzo il signor R si alzò e venne verso di me, capii cosa stava per succedere, R arrivo‘ dietro la mia sedia e mi chiuse la bocca con pezzo di stoffa, guardai l’anziano contadino con occhi increduli e lui con calma disse.
„Non si preoccupi vedrà che si divertirà non le vogliamo fare del male.“
R aveva iniziato a palparmi il seno con le sue mani grosse e poderose, mi baciava sul collo, io tentavo di res****re ma dalla mia posizione non avevo speranze, R mi disse di calmarmi che lo stava facendo per il mio piacere, io non mi feci convincere ma nel frattempo lui era sceso con la mano tra la mie cosce. Mi sentivo morire, stavo per essere violentata nel mio studio, sebbene continuassi a res****re sapevo che non avrei avuto scampo, R era molto forte, non riuscivo a spostargli un braccio neanche se ci mettevo tutta la mia forza, ero in una pessima posizione. In qualunque momento sarebbe potuto venire davanti e farmi quello che voleva, la mia femminilità stava per essere violata da uno sconosciuto, io che ero stata a letto solo con due uomini e ne avevo sempre fatto un motivo di orgoglio.
Un gemito di piacere richiamo‘ la mia attenzione, riconobbi la voce di Anna, capi‘ che il ragazzo era andato ad occuparsi di lei, pensai che si erano organizzati proprio bene, che era tutta colpa mia ma un secondo gemito mi tolse ogni dubbio, Anna si stava facendo scopare. Doveva essere passata una buona mezz’ora da quando R aveva iniziato a palparmi, mi resi conto di quanto fossi affaticata per respingerlo, mi sentii tradita anche dal mio stesso corpo e da quella troia di Anna. Con il morale a terra decisi di lasciarlo fare, tanto mi avrebbe violentata comunque e che almeno cosi quest’incubo sarebbe finito prima, R notata la mia defezione mi morse ad un orecchio e mi sussurrò.
„Brava.“
Si sposto‘ sulla guancia, mi bacio sulla bocca vincendo la debole resistenza che le mie labbra fecero, illuse che forse la lingua in bocca non me l’avrebbe messa lo lasciai fare, lui mi limonò ben bene mentre le sue mani divennero più insistenti e decise. Mi fece alzare, mi mise stesa di schiena sulla scrivania, lui ancora vestito appoggio il suo corpo su di me e senti il suo membro enorme premere contro la mia pancia.
„Adesso ti faccio godere.“
Scese, mise la testa tra le gambe e inizio‘ a leccare, non mi era capitato spesso di essere leccata ma quel figlio di puttana leccava bene, il mio corpo mi aveva tradita, mi stavo bagnando e alla fine divenni fradicia. Fui costretta ad assecondare il mio corpo e a godere, in un movimento convulso lo strinsi tra le gambe, lui mi penetrò con la lingua, strinsi di più ma lui mi penetrò di più, schiava dell’orgasmo che mi stava arrivando venni mentre lui continuava a leccarmela. Solo una volta avevo goduto così tanto, solo un uomo era capace di farmi godere cosi‘ tanto, il mio ex fidanzato di 5 anni fa, con lui era diverso, dolce e lento, da bravi innamorati, ora invece ero solo carne da macello.
Il signor R si era spogliato, l’anziano contadino impassibile, Anna continuava ad urlare la troia che era, R si infilo nella mia bocca con il suo membro, lo succhiai vogliosa, non ero una gran pompinara ma feci del mio meglio, dopo un po‘ mise le sue mani intorno alla mia testolina e me lo spinse su fino alla gola. Lo guardai sapevo cosa stava per succedere avrei ingoiato come la migliore delle troie, quelle che si strozzano e non lasciano cadere nemmeno una goccia, con la differenza che le volte che io avevo ingoiato si contavano sulle dita e di certo non con il primo che capita. Due spasmi del suo membro diedero il la ad una fontana di sperma caldo e consistente, quando provai a ritrarre la testa soffocata dai suoi succhi lui mi tenne li con la forza, mi sentì veramente la peggiore delle troie, mi permise di togliermelo dalla bocca solo quando ebbe finito, si era seduto sulla mia sedia col suo grosso cazzo dritto in evidenza.
„Avvocato, mi fa piacere che stia apprezzando la nostra moneta.“
Esordi l’anziano con un sorriso, io mi diressi verso il signor R pronta a farmi scopare come una sgualdrina, me lo infilo‘ dentro prendendomi per le spalle senza troppi complimenti, era grosso ed io era stretta, faceva male anche se godevo, poi ci spostammo sul pavimento lui su di me, ormai godevo come una puttanella e lui venne tra le mie gambe nel preservativo.
„Apprezzo molto la vostra moneta.“
Dissi rivolta all’anziano mentre cercavo di rivestirmi, fu R a parlare stavolta.
„Sono sicuro che mio figlio sara contento di pagare il resto della parcella, io non sono più giovane e ho una moglie da soddisfare avvocato, lei capisce, ho dovuto tenere a stecchetto mia moglie una settimana per mettere da parte l’energie per occuparmi di lei.“
L’anziano si alzo e se ne andarono, quando vidi Anna lei evito‘ il mio sguardo imbarazzata, io feci finta di niente e le dissi di andare a casa, non doveva rimanere in ufficio così tardi era buio e non abitava vicino, lei mi ringrazio e se ne andò.
Il giorno dopo chiamai G il figlio del signor R e lo feci venire a casa mia, era strano andare a letto con un ragazzo cosi‘ giovane ma era bello, capii le mie amiche che andavano con i figli dei vicini o delle amiche, era meno esperto del padre ma anche lui sapeva la sua, lo invitai quasi ogni giorno per molti giorni finchè la causa non fu finita.