Giada,38 anni,bionda riccia occhi azzurri, corpicino ben fatto,formoso quanto basta. Fa la segretaria in uno studio d’analisi. Lei riceve i clienti, prende le prenotazioni, porta documenti ed incassi al capo. Mia moglie Giada e’ una donna affabile,molto solare,splendida con le persone. L’amo ed a letto ci intendiamo molto. Le piace leccar lo,e’ bravissima con la bocca. Io amo vederla a quattro zampe sopra il mio arnese. Purtroppo il cubetto e’ off limits. Lavora per Mario, il padrone Dottore farmacista di uno studio d’analisi di provincia. Uno stronzo di 55 anni, pidocchio rifatto, lampadato con la faccia da coglione presuntuoso. Tratti i suoi dipendenti come schiavi, arrogante e scortese qual’e’. Lei è’ molto servizievole, spesso per me troppo. Litighiamo per quanto non sa darsi rispettare e sotto sta alle continue richieste di lui. Fai questo,fai quello, sbrigati. Spesso dopo l’orario di lavoro. Certe volte, mentre ci stiamo per mettere a letto, eccitati un po’ per quello che vogliamo fare, io la provoco e le dico che con il capo non da tanto la sostenuta. Magari se le chiede di inginocchiarsi e prenderlo, lei ci starebbe pure. Lei sbuffa e mi prende a male parole. Io insisto, poi iniziamo a dare l’amore e mentre le sono dentro, da dietro con lei supina, le sussurro che vorrebbe il cazzo del capo in bocca. Lei non dice nulla, ancheggia, gode, si eccita e sussurra si sii lo voglio. Mi fa incazzare ma godo come un toro a pensarla intenta a sottomettersi con lo stronzo. Capita spesso, capita a letto o per provocarla. A lavoro poi, si veste sempre carina, ci tiene molto. Spesso gonnelline, camicette, collant e scarpine eleganti. Camice bianco per completare l’opera. Come ho già’ detto, io il suo cubetto non l’ho mai preso. Quando scopiamo supini, infilo il mio arnese da dietro, nella sua parata accogliente, bagnandoci completamente e subito. Calza a pennello e le piace mentre la prendo stringendole i seni. Le piace che le sussurro cose,meglio che è’ un po’ Troia e vuole il cazzo di un altro. Le piace e lo sento. Un giorno, dovevo andare a lavoro, il treno non passa ed allora decido di telefonare e restare a casa. Sono le 9 lei e’ a lavoro da 1 ora. Non le telefono, vado a trovarla per un saluto. Arrivo davanti lo il lavoratorio. C’è’ molta gente, la fila. Guardo dentro, al bancone c’è’ la collega,lei non c’è’. Forse e di la, forse allo studio del Dottore stronzo. Sto per telefonarle, poi noto che al solito posto dei cappotti di tutti i dipendenti,il suo di quella mattina non c’è’. Forse e’ andata a fare una commissione?. Decido di andare via,a pranzo ci saremmo visti a casa. Piove un po’, vado per prendere l’auto e con la coda dell’occhio in fondo alla strada, la intravedo camminare verso il palazzo dello studio del Dottore. Strano. Perché’ a quell’ora dal Dottore?. Sono geloso fradicio. E’ bastardo dentro quell’uomo ed eppure sento che ha un certo dominio sulla mia donna. Non so perché’, non so per quale scintilla, decido di seguirla e spiarla. Il palazzo in questione, e’ un edificio a 3 piani. Molti terrazzi ed una scala esterna. Lo studio del medico, e’ al terzo piano. Entrando dal portone, 3 rampe di scale e poi la porta principale. Non avrei potuto fare nulla una volta dentro lo studio. Ma ecco la sorpresa. Mia moglie, non entra nel portone, bensì fa il giro largo e scende verso la rampa dei garage. A dare cosa? Mi chiedo. La seguo, le sono a 30mt circa. La vedo scendere nei garage, attraversarli tutti e raggiungere i magazzini in fondo. Io appostato dietro una colonna, la vedo avvicinarsi, guardarsi intorno e poi bussare. Dopo pochi secondi la porta si apre. Con mio grande stupore, ecco il Dottore. Apre, compare e con una mano decisa le cinge la nuca, con l’altra il ventre e la stringe a se per baciarla. Un lungo ed intenso bacio in bocca, con lei sporta verso di lui, dondolante. Ora le agguanta e solleva una coscia a mano piena. Poi le palpa il culo. E’arrapato da morire. La stringe a se, la tocca con vigore e la desidera. Lei obbedisce in silenzio, subordinata ad ogni suo desiderio. Vieni! Vieni troietta le dice, vieni con me. Le prende una mano e la porta in un angolo dietro un muro alto del magazzino. Solo arrampicandomi su di un pa****tto potei osservare la scena. L’aveva poggiata con il ventre al muro, gettato a terra il camice e sollevato completamente la gonna. Lui inginocchiato le leccava i collant sopra il culo, cingendole forte i fianchi. Troia, ti rompo il culo adesso. Lei non fece un fiato, si sporse verso di lui, divarico’ meglio le gambe e languendo di piacere si fece calare i collant e perizoma a mezza gamba. Le tocco’ e poi affondo’ ben bene con le dita dentro la vulva. La fece bagnare e temere ben bene. Quando pronta, inizio’ a massaggiare e poi affondare una, due dita nel buchino di lei. Il culo no!. Cazzo a me no e con lui si?. Rosicavo ed ero pieno di rabbia. Cornuto ed eccitato come uno stronzo. Le ficco’ il gingillo con tutta l’indelicatezza che si possa pensare. Guardavo mia moglie farsi ingroppare come una vacca da quel bastardo porco. Troiaaa! Sei una troiaaa. Dillo che sei la mia troiaaa. E lei, con gli occhi chiusi,ansimante, sii sono una troia. Sfondami padrone,sfondami tutta. La inculo’ fino in fondo, alla fine le afferro’ i capelli e la tiro’ a se. Godiiii puttana!!!. Vennero insieme, nel culo di lei. Si avvinghiarono a terra a quattro zampe ansimando di piacere. La vidi godere come non mai. Scappai via. Scappai a masturbarmi. L’ebbi duro tutto il giorno. Tornata a casa volevo ucciderla. Insultarla. Invece lei, entro’ mi bacio’ e volle fare l’amore. Non dissi mai nulla. Fini’ così’. Era la schiava del suo padrone. L’amavo comunque
Month: December 2014
Ivana, Francesca e Marta una volta riaccompagnate nei loro alloggi pensavano che il peggio fosse passato e che quello che avevano subito fosse stata solo una brutta esperienza, ma da guardare al passato.
Le cose non stavano affatto cosìperò, e la serata era solo agli inizi, infatti dopo qualche ora furono richiamate nell’immenso salone della villa e Peter in persona disse che ognuna di loro sarebbe stata assegnata a ciascuno dei suoi ospiti e con lui o lei avrebbe passato la notte.
La scelta da parte degli amici di Peter sarebbe avvenuta attraverso un asta , ovviamante Ivana, Francesca e Marta vennero tenute per ultime essendo il pezzo forte della serata.
La tensione era palpabile nei loro volti e il terrore di finire tra le grinfie di Maria la sessantenne sadica ex mistress era notevole. Dopo circa un ora di attesa che per le ragazze furono interminabili venne il loro turno. In un primo momento furono assegnate a un anziano signore con uno spiccato accento messicano che fece un offerta stratosferica per tutte e tre e la cosa tranquilizzò sull’istante le ragazze, però fu solo un attimo in quanto si qualificò come il marito di Maria e disse che la notte con le tre era il suo regalo per il loro anniversario di matrimonio.
Maria prese le tre, mise loro collare e guinzaglio e le accompagnò nel suoo alloggio. Per prima cosa intimò loro di abbassare sempre lo sguardo in quanto come luride schiave non erano degne di guardarla negli occhi e che dovevano essere subito punite in quanto si era chiaramente resa conto durante l’asta che non volevano diventare sue schiave.
Le tre schiave furono fatte appogiare con le mani a ridosso dell’armadio e ricevettero ognuna una quarantina di vergate con un una canna di bambù, i loro sederini erano sensibilmente rossi e doloranti e chiedevano pietà ben sapendo che sarebbe stato solo l’inizio di un supplizio.
Subito dopo essere state frustate Marià ordinò a Francesca di straiarsi sul letto, poi ordinò alle altre due schiave di portare una gogna vicino al letto. Queste portarono la gogna con enorme fatica vicino al letto, ma cercarono di non far vedere la fatica che era presente nei loro volti temendo la rabbia e l’ventuale punizione della mistress.
Maria a questo punto cosparse i piedi della malcapitata di sale e le altre due schiave si guardarono scettiche domaandosi a cosa sarebbe servito il sale. Dopo aver cosparso il sale Maria aprì una porta da cui uscì una capra che si diresse immediatamente verso Francesca in quanto le capre sono un a****le avido di sale. La lingua della capra provocava del sollettico dal quale era impossibile res****re anche se inizialmente Francesca ci provò, ma poi cominciò a ridere all’impazzata farfugliando frasi di pietà verso la mistress, implorandola di finirla cosa che fece solo quando si trovò al limite della sopportazione. Maria disse poi che il trattamento avrebbero dovuto subirlo anche le altre schiave. Ivana avendo la sfortuna di essere l’ultima a subire la tortura della capra ebbe anche l’ansia e l’angoscia di dover attendere un sacco di tempo e questo fu per lei tremendo.
Terminato il supplizio Maria disse loro che siccome si era comportate bene meritavano un premio: si mise a cavalcioni e si mise a pisciare in mezzo alla stanza e poi disse che come premio per essersi comportate bene avrebbero avuto l’onore di assaggiare la pipì della loro padrona. Le tre schiave per paura di punizioni forti si misero a pulire il pavimento leccando tutta la pipì tra conati di vomito. Una volta finito di pulire il pavimento vennero fortemente redarguite da Maria in quanto leccare la pipì della loro padrona doveva essere una gioia e dovevano ringraziarla di avere dato loro questo onore e che per questo affronto sarebbero state severamente punite, ma questo sarebbe avvenuto l’indomani prima di andare via dalla villa di Peter in quanto avrebbero dovuto stare nell’ansia di quella che sarebbe stata la punizione per tutta la notte fino a quandp non si fossero svegliate.
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Ti ricordi di Mario?
Gianna mi fa questa domanda a tavola mentre ceniamo. Io stavo guardando i tigì della sera. La guardo. Lei guarda nel piatto e mangia, ma io che la conosco sento che è tesa.
-Che c’ entra Mario?- le chiedo guardandola.
-Oggi mi ha rintracciato su facebook e mi ha chiesto l’amicizia… Ovviamente gliel’ho data- mi risponde Gianna. Ma io sento che c’è di più.
-Allora?…-
-Allora niente, solo che dopo quasi trent’anni ci ritroviamo su facebook… a quei tempi ci sentivamo col ‘baracchino’ (la radio sulla banda cittadina. nda), ricordi?… Me lo volevi far trombare… Era uno di quelli che avevi trovato sulla ‘Coppia moderna’… Ricordi?…-
Io tacevo e ascolto guardandola e annuendo. Ora mi è tornato in mente bene. Era un bell’uomo, ma poi non ne facemmo di niente e non so perché lui poi dopo i primi contatti per baracchino e un breve incontro in Passeggiata a Viareggio non si fece più vivo. Gianna mi fissa. Ha uno sguado strano: un pò ironico, furbesco. Sento che sta per dirmi qualcosa di particolare.
-Me lo scopai…- dice continuando a guardarmi negli occhi. Per un pelo non mi strozzo. Sento subito il cuore battere forte e il respiro farsi affannnoso. Com’era possibile che non mi avesse detto niente? Praticavamo i primi single e non ci sarebbe stato niente di male se me lo avesse detto. Io a quel tempo ero sempre in trasferta e sapere che un uomo veniva a casa a trombare la mia Gianna mi avrebbe reso felice. Invece ora mi confessa che c’era stata di nascosto. Corna vere, quindi! Ma che troia!!
-Ma perché non mi dicesti nulla?- le chiedo fra l’incazzato e il perplesso.

-E’ stato un modo per affrancarmi delle tue scelte. Eri tu, ricordi? a scegliere i maschi da portarmi a conoscere? Ricordi? Me li presentavi come se fossero tuoi vecchi amici e io dovevo fingere di crederci… Certo, quelli che mi piacevano li scopavo, ma in un certo senso eri tu a dirigere. Con Mario mi sono vendicata. Con Mario ti ho tradito davvero, diventasti un vero cornutone, sai?… Ma che hai?… Sei sbiancato… Sei emozionato?… Deluso?… Non dirmi che non godi anche di queste corna, perché sei così cornuto che accetti anche il tradiemnto vero… Ti basta pensare alle corne che subito ti ecciti, vero impotentone cornuto?-
Ora il suo sguardo è quasi beffardo, ironico, ammiccante. Mi conosce, la troia! sa che sono cornuto nell’anima e che manderò giù anche questa. Anzi! Ora che so di essere un vero cornuto sono ancora più esaltato. Cornuto tradito, incredibile per chi pratica la trasgressione, eppure sono anche questo e lo scopro ora, da vecchio!
-Ci siamo piaciuti subito io e Mario,- prosegue Gianna: -Quando tu ci lasciasti soli, come facevi sempre per farmi affiatare col singolo di turno, lui si mostrò incredulo e si scusò per aver accettato la tresca. Disse che ora che mi vedeva come un angelo costretto al peccato capiva che doveva rinunciare perchè -disse prorpio così- non se la sentiva di profanare un fiore. Mi fece subito innamorare quella frase detta con tanta spontaneità, sai cornuto? Decisi di farmelo, ma di farmelo da sola… Gli chiesi il numero di telefono e lui mi dette fugacemnete il suo biglietto da visita. Il lunedì quando tu partisti per il tuo solito giro in trasferta lo chiamai. Ci vedemmo il giorno stesso. Iniziammo a frequentarci come due fidanzatini. A te non dicevo niente. Ma un mese dopo non ne potevo più e lo feci venire a casa. Quel giorno, cornutone mio, Mario mi fece impazzire. E naturalmente io feci impazzire lui. Mi disse che non credeva che una donna giovane come me conoscesse così bene l’amore più spinto. Ci feci tutto… ma prorio tutto tutto. Quella notte tenni a dormire e dopo quella notta anche altre notti… Tu tutte le sera chiamavi, ma io ero nel letto con lui fra le sue braccia, o in salotto nuda con lui nudo ed eretto. Lui mi tenva stretta stretta mentre parlavo con te e ti facevo le moine; spesso era dentro di me. Mi eccitava parlare con te del più e del meno mentre avevo lui piantato nella mia vulva o spesso nel mio culo… Già, il culo… Lo faceva impazzire il mio culo… Ti ricordi quando mi volevi far fare sesso al telfono? Ebbene, io il sesso lo facevo davvero mentre tu ti segavi nella tua stanza d’albergo, ma era Mario che mi trombava. Per lui era un supplizio trombarmi senza farsi sentire da te, ma era un maschione vero, non un segaiolo come te e reggeva anche due ore di seguito, sai cornutone?… non come te che appena me lo mettevi schizzavi quattro gocce. Lui quando mi veniva dentyro poi avevo un reflusso così copioso che mi dovevo mettere gli slip con l’assorbente-
Sono allibito, ma eccitato. Incredulo. Sento una strana sensazione al pene, quasi una rivitalizzazione. L’emozione delle corna, seppure lontane nei decenni, mi sconvolge come se me le facesse ora. Gianna ride, ride forte, ride a crepapelle. Ora io mi sego, sempre seduto al tavolo… Lei ride e scuote la testa.
-Che cornuto che sei Mauro, che cornuto!!… A proposito, voglio rivederlo! ma stavoilta solo come amico. Ora c’è Marco… Ma volglio rivederlo. Se non ricordo male anche lui ora dovrebbe avere una sessantina di anni, ma dalla foto su facebook ne dimostra meno…-
Salve a tutti, mi presento: mi chiamo Andrea, all’epoca dei fatti che andrò a raccontare avevo 15 anni; ora ne ho 18, ma mi ricordo perfettamente ogni cosa.
Vivevo (e vivo ancora) a Torino: la mia famiglia era una classica “middle class”: andavo a scuola, ed era il primo anno di liceo.
Prima di arrivare a settembre di quel fatidico anno scolastico 2010-2011, devo fare alcune premesse: non ero mai stato un vero e proprio genio, però diciamo che riuscivo a cavarmela tra i 7 e gli 8. Fin dall’asilo ero stato a contatto col mondo femminile: i miei “amici” ragazzi dicevano che ero una mammoletta, e a me non restava altro che passare più tempo con le ragazze.
In particolare tre erano le mie preferite: Margherita, Gaia e Ludovica.
Conosciute ai tempi della scuola materna, me le sono portate dietro alle elementari e poi alle medie. Ed è proprio alle medie che è cominciato tutto: fin da quando le conoscevo, Margherita, Gaia e Ludovica mi erano sempre state simpatiche, ma devo dire che fino alla seconda media non avevo scoperto ancora nulla del mondo del sesso: ero convinto che i bambini nascessero dai baci.
Lo so, starete ridendo come pazzi, ma in seguito ris**ttai ampiamente questa mia mancanza.
Un giorno un mio amico, Filippo, mi consigliò di vedere un video. Non sapevo fosse un porno, e così lo guardai con lui. Fu da allora che iniziai a farmi le mie prime seghe, e proprio durante una di queste iniziai a pensare alle mie tre amiche: riflettendoci per bene e osservando i video e le foto che le ritraevano, mi resi conto di avere delle vere e proprie strafighe accanto.
Margherita era la più alta, la più snella e con due tette abbondanti per la sua età: bionda e con gli occhi azzurri, era perfetta per fare le spagnole, almeno a mio parere.
Gaia, invece, era un po’ più bassa, ma aveva un culo di quelli proprio da urlo: penso che la metà dei maschi che lo vedevano avevano subito un’erezione, perché era proprio l’ideale per una bella inculata. Sodo, rotondo e sexy al massimo.
Infine Ludovica, la più bassa e la più adatta ai pompini, era una bellezza sotto ogni punto di vista, tranne le tette, unica tra le tre ad essere leggermente più indietro. Ma non di molto.
Ebbene, iniziai a farmi dei segoni pazzeschi sulle mie amiche.
Era proprio la terza media quando avvenne il grande cambiamento: dovete sapere che invitavo spesso le mie tre amiche a casa mia, a volte insieme a volte separatamente.
Un giorno invitai Maggy (userò questo nome per abbreviare) da me, e dopo la solita merenda, i compiti e altre brevi attività ludiche, mi disse di essere stanca e si mise a dormire sul divano.
Io rimasi lì, a fissare quel corpo stupendo a pochi centimetri da me, e quando lei, nel sonno, si mosse, una parte del vestito si scostò, lasciando aperto lo spacco delle sue belle tette.
Non potevo più res****re: corsi in bagno e mi sparai una sega, ma mentre ero intento, da almeno due minuti, a menarmi il cazzo con la foto di Margherita davanti, sentii un “toc – toc” dietro di me. Mi voltai di s**tto ed eccola lì, sveglia e sulla porta, ad osservarmi da chissà quanto.
Mi guardò dritto negli occhi, poi posò lo sguardo sul mio cazzo, sparì dall’uscio del bagno ed uscì di casa, senza una parola.
Il giorno seguente avevo paura di andare a scuola: temevo che Maggy avesse riferito tutto non solo a Ludo e a Gaia, ma anche ai miei amici, cosa che mi avrebbe fatto calare di popolarità.
Ero infatti riuscito a conquistarmi il titolo di figo nella mia classe, ma i veri fighi si fanno fare le seghe, non se le fanno da soli.
Invece durante l’ora di matematica (io e Maggy eravamo in classi diverse) mi arriva un messaggio sul cellulare: lo tiro fuori e lo leggo di nascosto. Recitava così:
“Vieni immediatamente nel bagno dei maschi.”
Non capivo, ma lasciare la lezione andava bene anche a me, così chiedo il permesso e mi dirigo all’obiettivo, dove trovo Maggy ad aspettarmi, anche lei uscita dalla sua classe.
Noto che si è messa la matita ed il mascara, cosa alquanto strana perché di solito li mette solo per le occasioni speciali. Il mio primo pensiero è che assomiglia ad una troia.
Io cerco subito di spiegarmi: “Maggy, cosa c’è? Perché mi hai fatto venire qui? Mi dispiace per ieri, ti prego, cosa posso fare per scusarmi?”
“Vieni con me!”
Mi afferra per un braccio e mi trascina nel bagno dei maschi: stavo per oppormi, visto che lei era una femmina, ma il bagno era deserto e allora non dissi nulla.
Maggy mi trascina dentro ad un cesso, chiude la porta, si volta, si abbassa, mi prende il cazzo con una mano attraverso i pantaloni.
“Che fai? Smettila subito!” tento io da vero stupido.
Lei mi zittisce: “Non hai detto che vuoi sdebitarti? Allora zitto e guarda!”
Mi slaccia la cintura ed in due secondi il mio pisello duro ed eretto esce fuori: lei lo prende in mano e comincia ad andare su e giù con le dita.
Inizia a piacermi, e quando credo che si sarebbe fermata lì, se lo mette in bocca, continuando il su e giù.
Era il mio primo pompino, stavo godendo come non mai. A poco a poco mi lascio andare, le prendo la testa e la aiuto ad andare giù, fino a che non ficco tutto il mio membro nella sua gola.
Dopo una trentina di secondi di pompino vengo, e lei capisce cosa sta per succedere. Quindi apre la bocca e si becca tutta la sborra senza farne cadere un soffio e quindi senza sporcarsi. Poi la manda tutta giù dicendo “Una delle migliori bibite mai fatte!” e mi ripulisce per bene il cazzo con la lingua.
Finito il lavoretto mi rimetto a posto, ma lei esce prima ancora che io possa dire qualcosa.
Torno in classe, e posso dirvi che è stata la mia lezione di matematica preferita.
il custode
Passarono gli anni e i rapporti con Angelo e Daniele erano sempre più frequenti ormai ero diventato la loro femminuccia e dovevo farli godere ogni volta che volevano e anzi avevano coinvolto anche Walter di un anno più grande di me e Angelo e 1 in meno di Daniele; anche a walter piaceva tanto farselo succhiare e mettermelo dietro.
Lo facevamo dove capitava, negli scantinati sulle terrazze dove si lavavano i panni, dietro i cespugli.
Ultimamente ci aveva preso a giocare a tennis, affittavamo il campo e giocavamo delle ore e dopo la partita ovviamente c’era la doccia ristoratrice, non c’era doccia dove io non dovessi farli contenti, una volta mi ricordo che mentre c’erano due adulti che non conoscevamo che si cambiavano io ero dentro una doccia con Walter che lo spompinavo, ormai ero alla soglia dei mie 14 anni e ero esperto succhiatore nonchè bevitore di sperma, la cosa era troppo bella per lasciar stare.
Al campo di tennis c’era il custode, un uomo rozzo sui 50 anni puzzolente sempre sudato, barba lunga e mani sporche, mi ricordo era una bella giornata di sole e gli altri non c’erano cosi io e Angelo andiamo a giocare a tennis da soli, partita bella e lunga e alla fine nelle doccie Angelo mi chiede di farlo divertire, eravamo gli ultimi ad aver affittato il campo e sapevano che non sarebbe arrivato nessuno, la nostra testolina ingenua ci fece pensare di essere tranquilli, dopo un bel pompino Angelo mi fece mettere a 90 sulla panca degli spogliatoi e inizio una lenta e lunga inculata; sul più bello si spalancò la porta e apparva lui, il custode, che vedendoci fare quelle cose ci disse e bravi porcellini, Angelo si fermò di colpo ma lui gli disse – no continua che mi piace vedere la troietta che si fa inculare -. mentre si avvicina abbassa la chiusura lampo e tira fuori un cazzo non lunghissimo ma molto largo, l’odore di piscio e di sporco si sentiva da lontano, più si avvicinava e più avevo paura che dovevo prenderlo in bocca. si posizionò davanti a me e me lo mise davanti alle labbra, io aprii la bocca ma appena preso mi venne da vomitare, ma appena risputato fuori lui mi prese la testa e con forza me lo cacciò dentro, aveva un sapore forte di piscio. Angelo nel frattempo era venuto si vestì in fretta e scappò via; mentre usciva il custode gli disse – e non dire niente a nessuno altrimenti sono affari tuoi -.
Mi ritrovai da solo nello spogliatoio con il custode che mi pompava la bocca e dopo poco mi sborro in bocca, sembrava non finire mai, era tanta e
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molto densa
me la fece ingoiare tutta e appena finito io credevo che potevo andarmene e invece lui mi ferma e dice – dove vai?! anche io voglio assaggiare il tuo bel culetto giovane -; mi prese un colpo aveva un cazzo troppo largo, ma a lui non interessavano le mie proteste, mi fece mettere a 90 sulla panca, mise del bagno schiuma sul cazzo e me lo infilò dentro. un dolore lancinante mi squarcava le budella, mi pompò non so per quanto tempo e quando venne nel mio culetto dolorante non avevo più forza. a quel punto lo tirò fuori e me lo mise in bocca orndinandomi di pulirlo, era sporco di sperma e di residui del mio culetto ma a lui non interessava dovevo farlo e basta. appena finito mentre mi rivestivo mi disse – e domani sera devi passare da me giù al gabbiotto, e non ti scordare che posso dire a tutti cosa fate voi qua dentro… -.
avevo il culo dolorante ma essere stato preso con una certa violenza mi fece eccitare e a casa mi sparai una grande sega.
Il vecchio amico di Giulia
Racconto trovato in rete su xhamster.
Giulia aveva appena lasciato la casa di Roberto, si sentiva finalmente libera, dopo tre anni di una bella storia aveva bisogno di respirare, infondo a 22 anni si ha l’esigenza di fare nuove scoperte, di divertirsi e di conoscere persone nuove. Roberto con lei era sempre stato gentile, dolce, un amante rispettoso ma poco esperto, poco attento alle voglie di una ragazza bella e in fiore come Giulia, che sbocciava rigogliosa al sole della tarda primavera.
La prima cosa che la giovane fece appena arrivata a casa fu mandare un messaggio a Mario.
“Sono libera.”
Mario era un gentile signore di 65 anni che abitava nello stesso quartiere di Giulia, single da ormai dodici anni dopo una lunga convivenza finita male, aveva visto la piccola Giulia crescere, farsi donna e diventare ogni giorno più bella.
Ogni giorno la incontrava per strada, dal panettiere, al supermercato, non mancava mai di farle scorrere un’occhiata più che apprezzativa su quel corpo stupendo, coperto da corti vestiti, minigonne o jeans aderenti, non che ci provasse sperando in una sua risposta, era più che altro l’istinto di un uomo non più giovane che ormai si sentiva sulla via del tramonto, deluso dalle donne e dalla vita e che si beava alla vista di una splendida fanciulla.
Un giorno però la situazione cambiò, era piena estate, Mario scese al mare per fare un bagno quando intravide Giulia sulla spiaggia in compagnia del fidanzato, vederla in costume certo era un’altra cosa, alta, snella, la pelle abbronzata, il seno pieno sodo che riempiva il reggiseno, il ventre piatto, il sedere tondo, i capelli neri bagnati che si appiccicavano a quella bellissima schiena e gli occhi verdi come smeraldi, ridenti e luminosi, una vista da togliere il fiato. Mario la adorava con gli occhi senza tralasciare un centimetro di quel corpo meraviglioso, era come pietrificato, Giulia, che stava ridendo con Roberto si sentì all’improvviso gli occhi di qualcuno addosso, spostò un po’ la testa e vide Mario che la guardava, fu una sensazione strana, conosceva quell’uomo da tempo, era sempre stato gentile con lei, ma in quello sguardo lei notò qualcosa di diverso, qualcosa che le accese un brivido lungo la schiena, quell’uomo la stava desiderando, la stava facendo sentire bella come mai prima.
Mario vide che Giulia lo aveva notato, cercò di svegliarsi da quello stato di incanto in cui era caduto facendo finta di nulla, le sorrise, la salutò con la mano, Giulia rispose distogliendo lo sguardo, ma da quel giorno le cose tra loro cambiarono.
Spesso Mario scendeva alla spiaggia per vedere Giulia, si era fatto un po’ più intraprendente, se gli capitava di incontrarla tra le cabine le lanciava uno sguardo malizioso o un sorriso di intesa o le diceva qualche frase lusinghiera. Ogni giorno che passava il loro rapporto si intensificava, si ritrovavano a chiacchierare, lei aveva finito per confidargli le sue perplessità riguardo alla sua storia con Roberto, Mario non faceva che ripeterle che avrebbe fatto qualunque cosa pur di avere una fidanzata bella come lei e che se Roberto non la rendeva felice allora non capiva niente, le consigliava di lasciarlo per poi aggiungere ridendo che avrebbe potuto consolarla lui.
Flirtavano, ma per gioco, lei sapeva di eccitarlo, sapeva che lui l’adorava, la cosa le piaceva, iniziò così a provocarlo fingendo ovviamente di non rendersene conto, quando lo vedeva arrivare si spalmava la crema abbronzante su tutto il corpo con una sensualità da togliere il fiato, a volte si stendeva a prendere il sole e toglieva il pezzo sopra del costume rimanendo in topless.
Al povero Mario restava solo una doccia fredda per tenere a bada i bollori, incapace di trattenersi davanti a quell’esibizione sfrontata ma meravigliosa, la cosa andò avanti per tutta l’estate, mentre il rapporto tra Giulia e Roberto pian piano si andava sgretolando tra liti e incomprensioni.
Venne l’inverno, a Mario capitò meno spesso di incontrare Giulia che nel frattempo aveva ripreso l’università, aveva meno tempo libero, ma nonostante gli esami e gli impegni Giulia ogni tanto si fermava a pensare a Mario.
Si rendeva conto che quell’uomo era davvero troppo vecchio per lei, senza contare il fatto che anche fisicamente non era per nulla attraente, ormai i segni del tempo si erano fatti sentire, i capelli in parte erano cominciati a cadere, i baffoni grigi coprivano parte delle rughe del volto, sul torace ormai privo di tonicità si estendeva una massa di peli grigi, il ventre era ormai rilassato, nulla avrebbe dovuto attirarla in Mario, eppure lui la faceva fremere solo con uno sguardo o una parola, non si era mai sentita così prima e vederlo di meno peggiorava la cosa.
Una notte si sorprese a sognare di essere accarezzata da lui, si svegliò di soprassalto con un’incredibile voglia, a sorpresa lentamente iniziò a masturbarsi, chiuse gli occhi e immaginò di essere presa da Mario, fu bellissimo, meglio di ogni rapporto con Roberto, la cosa la fece riflettere, da lì ci furono tante occasioni per rimanere da sola a toccarsi pensando al suo spasimante maturo.
Dal canto suo Mario faceva lo stesso si era spesso trovato ad eccitarsi pensando a Giulia al mare in topless, con suo stupore aveva ripreso a masturbarsi come un ragazzino, si sentiva un po’ patetico ma almeno in quei momenti era come se fosse con lei.
L’inverno passò arrivando la primavera con le prime giornate di sole, fu quasi per caso che quel pomeriggio Giulia rientrò prima dall’Università, era sovra pensiero tutta intenta a concentrarsi su come avrebbe organizzato il pomeriggio per studiare quando si imbattè in Mario, i due si guardarono per un attimo senza parlare, Mario aveva la salivazione azzerata e a Giulia tremavano le ginocchia.
Poco dopo si trovarono ad un chiosco nel giardino vicino a prendere un frappè per fare due chiacchiere, era come se non fosse passato nemmeno un giorno, ridevano, facevano battute, tornarono a parlare di Roberto, della crisi del rapporto con lui, Mario la guardò seriamente e le disse che se lei stava male allora avrebbe dovuto troncare e poi aggiunse.
“Peccato non poter essere più giovane e renderti felice, non riesco a pensare ad altro!”
Era come se fosse crollato un muro, Mario prese coraggio, le disse tutto quello che provava per lei, Giulia rimase di stucco, ma era contenta di quella dichiarazione, poi Mario si congedò da lei dicendole che si era finalmente tolto un peso, che sapeva di non avere una chance con lei ma che almeno era stato sincero, le augurò buona fortuna e se ne andò.
Giulia non riuscì a pensare ad altro per tutto il giorno e per tutta la notte, il giorno dopo si alzò serena dal letto perchè sapeva ciò che doveva fare, prese coraggio andò da Roberto e ruppe la storia con lui, uscendo da casa sua si sentì leggera come una piuma e molto più sicura di sè, ora non si sarebbe di certo fermata era giunto il momento di osare.
Erano le due del pomeriggio, Mario era seduto in poltrona a fare parole crociate ancora confuso per il messaggio di Giulia quando il campanello suonò, chiese chi fosse, rimase alquanto stupito dal sentire.
“Giulia!”
Dopo pochi istanti lei era sull’uscio del suo appartamento, bellissima e sorridente, appena entrata in casa lei gli buttò le braccia al collo e lo baciò esordendo con un.
“Grazie!”
Mario rimase confuso, così Giulia ridendo gli spiegò del coraggio che lui le aveva dato con le sue parole, del fatto che aveva lasciato Roberto, dopo smettendo di sorridere ed abbassando la voce aggiunse.
“E poi ho capito che quello che davvero voglio ora è essere tua, voglio esaudire il tuo desiderio di me.”
Ci fu un lungo momento di silenzio e stupore seguito dall’imbarazzo, Giulia sentì le guance arrossire ed abbassò lo sguardo, Mario si sentì a disagio, ma ormai era partita per la tangente e nulla l’avrebbe fermata così la ragazza aggiunse.
“Mario voglio fare l’amore con te, lo voglio fare ora… sempre che tu mi voglia ancora”.
Mario si sentì come sulle montagne russe, il cuore che batteva all’impazzata, con voce roca rispose.
“Certo che ti voglio ancora.”
Ma poi aggiunse.
“Voglio solo che tu sia sicura, sono più vecchio di te, so benissimo che puoi pretendere di meglio, ho gli specchi in casa e vedo quanto tu sei bella, non voglio che tu faccia niente di cui ti potresti pentire.”
Giulia sorrise e gli rispose.
“Sono sicurissima.”
Dopo poco si ritrovarono nella camera da letto di Mario, c’era una quiete perfetta ma Giulia era tormentata, aveva rassicurato Mario ma in realtà era molto imbarazzata, mentre lui la spogliava lentamente lei non sapeva che pensare, sentiva l’eccitazione montare ma aveva anche paura, quando rimase nuda davanti a lui si sentì davvero nuda e i suoi occhi che la guardavano intensamente erano come di fuoco, lui la fece stendere contemplandola ancora, era bellissima un fiore fresco e delicato tutto per lui.
Poi iniziò a spogliarsi, Giulia era come ipnotizzata dai suoi movimenti, ogni indumento che lui si toglieva lasciava vedere un corpo ormai vecchio, la pelle cadente, i peli abbondanti e grigi, i capezzoli penduli, la pancia prominente, il pube ingrigito, il pene violaceo, anche i testicoli avevano perso tonicità.
“Oddio” pensò con terrore Giulia quell’uomo non era bello, la luce di quel pomeriggio lasciava vedere cose che la disgustavano, lui ruppe il silenzio.
“Prendi la pillola, vero?”
Lei si lasciò sfuggire un debole.
“Sì.”
Lui le sorrise maliziosamente aggiungendo.
“Molto bene.”
Era in preda al panico, era nuda sul letto di un uomo di 65 anni per nulla attraente, un uomo che le si stava avvicinando nudo per poterla toccare e scopare, l’idea di dovergli aprire le gambe per permettergli di penetrarla con quel pene disgustoso la terrorizzava.
Dov’era finita la sua sicurezza?
Tutta quell’eccitazione?
Solo ora si rendeva conto di essere giovane e bellissima in preda ad un anziano dall’aspetto piuttosto repellente???
Ma dove era finito il suo buon senso?
Che avrebbe fatto?
Si sentiva paralizzata, nonostante il disgusto i suoi capezzoli erano ritti e duri, Mario li notò sorridendo in una maniera tale per cui lei lo vide porco come non mai, altro che amante appassionato davanti a lei aveva un vecchio porco laido che voleva solo godere del suo meraviglioso corpo giovane e fresco.
Che fare???
Mario avvertì che in Giulia era cambiato qualcosa, la vide nervosa impacciata, non voleva spaventarla ma di certo non se la sarebbe fatta scappare, ormai era eccitatissimo ed era passato troppo tempo dall’ultima volta che era entrato nel corpo di una donna, poi Giulia era un bocconcino troppo prelibato, era bellissima, lui non ne poteva più, voleva solo toccarla godere di lei e farla godere così gentilmente le accarezzò una guancia e le sussurrò.
“Non preoccuparti piccola, rilassati chiudi gli occhi non devi fare nulla penserò a tutto io, sei bellissima.”
Giulia capì che non poteva evitarlo infondo era lei che si era proposta, ormai capiva che Mario era troppo arrapato per fermarsi, così fece un profondo respiro, cercò di calmarsi, stette ferma lasciandolo fare.
Lui si sdraiò accanto a lei stando sul gomito accarezzandole i capelli e guardandola in volto, con un sorriso rassicurante prese a baciarle la fronte, la guancia, l’orecchio, il tutto molto lentamente e dolcemente pian piano scese a baciarle il collo, mentre con la mano le sfiorò un seno, si avvicinò ancora con le labbra al suo orecchio sussurrandole.
“Sei un angelo, ti rendi conto di quello che mi stai facendo? Non sono mai stato così eccitato in tutta la mia vita.”
Quelle parole le riportarono i brividi lungo la schiena, si inarcò alla sua mano esploratrice, Mario si fece più audace scendendo a baciarle i seni, succhiandole i capezzoli duri, due adorabili bottoncini rosa scese ancora con la bocca baciandole quel ventre piatto perfetto, accarezzandole i dolci petali tra le sue gambe, poi più giù sui fianchi, le cosce…. finchè gentilmente con le mani le aprì le ginocchia.
“Voglio baciarti la fica Giulia, apriti per me.”
A quella frase Giulia non potè trattenere un gemito ed obbedì, la bocca di Mario fu sulla sua vagina, la leccò lentamente, poi la succhiò, la baciò, le diede tante emozioni, Giulia poteva vedere le sue cosce oscenamente aperte, la testa con pochi capelli di Mario in mezzo, non aveva vinto del tutto la repulsione per lui ma quella cosa le piaceva un sacco come le piacevano le sue mani su di lei, poco dopo sentì salire l’orgasmo, travolgente, dirompente, venne nella bocca di Mario mentre lui si beava del suo dolce nettare, dopo alcuni istanti si calmò ansimando, Mario fu su di lei baciandole ancora il collo la guancia e sussurrandole.
“Tutto bene piccolina? E’ stato così bello per me spero anche per te.”
Giulia sorrise annuendo, mentre Mario si inginocchiò davanti a lei, era paonazzo in volto, il suo pene era eretto, scuro, pulsante, Mario si passò una mano sulla fronte poi le disse sorridendo.
“Però ora ti voglio davvero ho bisogno di penetrarti.”
Giulia capì che il momento era arrivato, quell’uomo vecchio stava per penetrarla, guardò ancora il suo addome flaccido e grasso, i suoi peli grigi, poi fece un cenno, capendo che non si poteva più rimandare, con la voce roca di desiderio Mario le disse.
“Apri bene le gambe per me, piccola.”
Lei ubbidì in silenzio, lui si piazzò in mezzo le toccò le labbra della vagina che erano bagnate, si passò quegli umori sulla cappella gonfia, guardò ancora un attimo quella giovane fica perfetta, le labbra gonfie e piccine, i peli del pube ben tagliati e neri e là in mezzo un clitoride eretto e pulsante, era perfetta. Ancora più eccitato dai quei pensieri da quella vista Mario volle assolutamente entrare in lei, così avvicinò il bacino al pube di Giulia, la cappella del suo cazzo era calda, gonfia, pulsante, appena Giulia la sentì toccare le sue labbra vaginali trasalì, Mario spinse lentamente, le labbra di quella vagina contro la volontà di Giulia si aprirono come petali di un fiore per far entrare quell’uomo. Piano piano sentiva quella lenta penetrazione, Mario aveva uno sguardo appannato dall’eccitazione, una smorfia di piacere gli segnò il volto vecchio non potè trattenere un gemito di godimento.
“Ahhhhh.”
Giulia pensò che fosse un gran porco, che si stava godendo una bella scopata con una giovane donna, ma per assurdo a quel viscido pensiero aprì ancora di più le gambe per agevolarlo nella penetrazione, si sentì colare tra le gambe, Mario entrava con calma ma senza fermarsi, ce l’aveva al massimo, grossissimo, durissimo come mai prima nella vita, quella giovane fichetta era un guanto che aderiva al suo arnese, la cosa gli dava un piacere infinito, tra quelle bellissime gambe c’era il paradiso, un paradiso stretto, caldo, umido, giovane, quant’era che non penetrava una fica e poi che fica, che corpo, era fantastico.
Giulia si sentiva riempire dalla virilità di Mario, lo sentiva grosso quasi le faceva male per la dimensione, improvvisamente lui si fermò, sentì i suoi testicoli penduli toccarle le labbra esterne, capì che lo aveva infilato tutto, Mario si abbassò su Giulia stendendosi su di lei, i loro due corpi ora aderivano perfettamente, quello vecchio di lui la schiacciava su quel materasso, il suo pene duro le riempiva la fica, sentiva i suoi peli grigi sfregarle contro il seno e la pancia mentre il suo ventre rilassato schiacciava il pube.
Tutto ciò che più le dava fastidio di lui ora era in pieno contatto con il suo corpo delicato, stranamente si sentì bagnare ancora di più, quel senso di fastidio le dava piacere, era uno strano mix di eccitazione e repulsione che le dava sensazioni fisiche e spirituali fortissime e uniche, Mario le sussurrò all’orecchio.
“Grazie per esserti donata a me, per avermelo lasciato fare.”
Poi si spostò sulle sue labbra baciandola con passione, addirittura baciata così intimamente da un vecchio… era il massimo, le piaceva, lo lasciò fare finchè lui non si staccò dalle sue labbra e le sorrise.
“Ti sei abituata alla mia presenza dentro di te o ti fa ancora male?”
Chiese lui.
“No, ora è ok.”
Rispose sommessamente lei.
Come rinfrancato da quelle parole Mario si tirò su sui gomiti, prese a muovere il bacino lentamente, iniziò a scoparla, si sentì benissimo era la cosa più bella del mondo, aveva sotto di sè una ragazza giovane stupenda, la stava scopando, stava cogliendo quel bocciolo e si sentì immensamente fortunato, quella piccola fica era strettissima ma molto umida, il suo cazzo ci scorreva alla grande, la guardava incapace di togliere gli occhi da quel viso meraviglioso o da quei seni pieni e sodi, Giulia aveva davvero un corpo da dea, gustarselo così alla sua età non era cosa comune, la piccola ad ogni colpo emetteva un piccolo gemito, tenerissimo, i suoi seni sobbalzavano appena e le sue guance erano rosse per l’eccitazione, uno spettacolo divino per un uomo della sua età, doveva chiavarsela e godersela.
Giulia dal canto suo era paralizzata ma eccitata, voleva solo donargli il suo corpo, lasciarlo fare, provava sensazioni positive anche se lui non era nè giovane nè bello, l’unica cosa che contava in quel momento era stare così, sotto di lui a gambe aperte a permettergli di farle quelle cose, voleva che lui la sporcasse, era troppo eccitante!
Mario inizio a gemere su Giulia mentre se la scopava, aveva un gemito roco di una persona che sta godendo, di un vecchio porco in calore, era una cosa che faceva impazzire Giulia, quel respiro affannoso quel rantolo non facevano che eccitarla di più, Mario aveva un bel ritmo ma in quella stanza presto si mise a far caldo, l’odore del sesso era forte e inebriante, piano piano la fronte di Mario si imperlò di sudore così come il torace villoso, le spalle, la schiena, in poco tempo Mario fu una maschera di sudore, Giulia provò ancora più disgusto ma di nuovo quel disgusto si trasformò in eccitazione, si inarcò verso Mario che la stava schiacciando alla grande, l’uomo prese quel gesto come un invito, si abbassò nuovamente sulla ragazza stendendosi su di lei, i loro corpi aderirono ancora ma questa volta il sudore di Mario bagnò completamente la pelle morbida di Giulia, la baciò ancora, lei sentì il suo sudore sul volto mentre il bacio aveva un sapore salato, continuava a gemere su di lei come un cinghiale in calore imbrattandola del suo sudore.
Poi si sollevò ancora sui gomiti continuando a scoparla in un dolce ritmo, il sudore che si era accumulato sulla fronte rugosa di Mario iniziò a colare su Giulia, una goccia sul collo, una sul capezzolo, una sulla spalla, una sul naso, era completamente sua piena dei suoi umori, lui la stava guardando con bramosia mentre se la chiavava per benino, incapace di trattenersi oltre Giulia esplose in un orgasmo che la portò in alto come se stesse volando, sentì le labbra della sua fica contrarsi sul cazzo di Mario, sentì che dal ventre scendeva un liquido caldo, i capezzoli si fecero sensibili all’aria ed ebbe l’impressione che il suo seno gonfiasse, non trattenne i gemiti socchiuse gli occhi dimenandosi sotto il corpo del vecchio, Mario la guardava eccitato e soddisfatto, l’aveva fatta godere.
“Sì piccola, godi così tesoro, brava la mia piccolina.”
le sussurrò mentre lei si contorceva sotto di lui, le spostò teneramente una ciocca di capelli dalla guancia e continuò.
“Prendilo tutto piccolina, te lo do tutto, prendilo che ti fa bene.”
Continuò a scoparsela mentre Giulia tornava in sè dopo quel fantastico orgasmo, era incredibile come Mario durasse nell’amplesso, quando lo faceva con Roberto il rischio era quello che lui godesse senza nemmeno averle acceso una fiammella ma con Mario era totalmente un’altra cosa, aveva già goduto grazie alla sua sapiente lingua ed ora con il suo randello ben piazzato nella fichetta si sentiva sconvolta, non sapeva se sarebbe durata ancora a lungo ormai era un tutt’uno con Mario, lui spingeva con il suo arnese dentro di lei che le aveva aperto il suo corpo, era piena dei suoi umori nella fica, aveva la pelle bagnata del suo sudore, qualche pelo del suo torace era appiccicato ai suoi seni, alla sua pancia, per non parlare della saliva che si erano scambiati con i baci e dei grigi peli pubici di lui che sfregavano contro quelli neri di lei.
Era tutta sua e tutto sommato non era male, pensò Giulia in preda all’estasi, Mario continuò a spingere dentro di lei a ritmo cadenzato, godendo, gemendo, facendola ansimare, poi improvvisamente con voce roca le disse.
“Non ce la faccio più, devo venire tesoro.”
Lei gli sorrise e lui aggiunse.
“Voglio riempirti del mio seme, lo voglio versare nel tuo ventre.”
Giulia come tacito assenso aprì bene le cosce, offrì ancora di più la sua fica ai suoi colpi poderosi, Mario gemette più forte ed aumentò il ritmo, Giulia lo guardava, vide che gli piaceva quello che le stava facendo, aveva il viso beato di un uomo che gode, dopo qualche colpo di reni ben dato Mario gemette più forte, quasi urlò con voce roca.
“Ahhhhhh.”
Giulia lo sentì in profondità, sentì quell’enorme cappella eruttare il suo seme in lei, si sentì invadere nell’utero da un liquido caldo, denso, copioso, Mario continuava a gemere.
“Ahhhhh.”
Mentre si abbassava su di lei la schiacciò totalmente sul letto, mentre con le natiche dava gli ultimi colpi in quella vagina giovane e fresca, si placò ansimando e rilassandosi su di lei, Giulia aveva il ventre pieno di un liquido caldissimo, sentiva la fica piena di umori e sentiva il cazzo del vecchio ben piantato nel suo pancino, i suoi profondi respiri le solleticavano il collo, dopo poco lui alzò il volto, la guardò negli occhi e le disse.
“Ti amo.”
Poi scese a baciarla con dolcezza, Giulia ricambiò il bacio, era bello averlo ancora dentro mentre la baciava, Mario si rialzò sui gomiti e scese a baciarle entrambi i seni succhiando bene i capezzoli eretti.
“So che prendi la pillola ma in questo momento voglio fingere di fecondarti, la trovo una cosa molto bella e molto intima.”
Giulia sorrise imbarazzata ma aveva capito quello che lui intendeva dire, lui avrebbe voluto marchiarla come sua per sempre, in un certo senso lo aveva fatto, non aveva mai permesso a nessuno di venirle dentro, non si era mai data ad un uomo senza il preservativo, non aveva mai mischiato i liquidi del corpo in maniera così intensa con un’altra persona, non aveva mai goduto così tanto in vita sua, Mario era vecchio e brutto, ma la faceva godere come nessun altro al mondo, per ora non contava niente altro.
Mario si mosse estraendo il pene che si stava afflosciando dalla sua vagina, nel sentirlo uscire dal suo corpo Giulia provò un’improvviso senso di vuoto, di frustrazione, si alzò per guardarsi tra le gambe vide che tra le cosce scorreva un liquido denso, biancastro, il misto tra i suoi umori vaginali e lo sperma di Mario, anche i peli del suo pube erano imbrattati da qualche gocciolina bianca, sorrise e tornò a sdraiarsi mettendosi una mano sul ventre, godendosi il calore che lo sperma del vecchio Mario le aveva diffuso nella pancia e nel corpo, Mario notò quel gesto, si sdraiò accanto a lei mettendo la sua mano callosa e rugosa su quella delicata della ragazza.
“Se mi dai un’oretta di tregua, torno a cavalcarti.”
Ammiccò lui con un sorriso malizioso sorridendo e baciandolo sulle labbra, lei rispose.
“Non vedo l’ora tesoro alla mia fichetta manca già il tuo cazzo meraviglioso.”
E appagati restarono una nelle braccia dell’altro per poi riprendere a fare l’amore.
Susan und Thomas – erste Erlebnisse
Es ist schon lange her, ich ging noch zur Schule. Aber bevor ich davon berichte will ich mich kurz vorstellen. Ich bin die Susanne, jetzt 33 Jahre alt und …
Damals wohnte ich mit meinen Eltern und meiner älteren Schwester in einem kleinen Dorf im Westerwald. Im Ort war nicht viel los, Jugendliche meines Alters gab es im Ort keine, alle anderen Kinder waren wesentlich jünger als ich. Meine Eltern arbeiteten in der nächsten Stadt, meine Schwester ging auch noch zur Schule. Meine Freundinnen wohnten alle in Nachbar Orten. Ich besuchte das Gymnasium und da die Busverbindungen nicht so gut waren, machten wir nach Mittags öfters in Gruppen Hausaufgaben.
Diese Woche war ein Deutsch Referat zu erstellen, Thema deutsche Märchen und die Gruppeneinteilung hatte ergeben, dass meine Freundin Katja, ihr Banknachbar Thomas und ich über Schneewitchen und die 7 Zwerge referieren sollten. Gesagt – getan, wir verabredeten uns für Dienstag 15:00 Uhr bei mir.
Am Dienstag räumte ich mein Zimmer auf, wir mussten ja alle Platz am Schreibtisch haben, holte zwei weitere Stühle, Gläser und eine Flasche Cola. Um 14:45 kam Thomas. Er war mit dem Rad unterwegs. Wir tranken etwas und warteten auf Katja. Um kurz vor drei rief Katja an, sie könne nicht kommen, sei krank, fühle sich nicht, sie hätte ihre Tage extem stark. Ich sagte Thomas Katja sei krank. Wir schauten uns kurz an und er meinte dann da wird die Arbeit wohl an uns hängen bleiben, lass uns anfangen. Ich war schon etwas verwirrt, ganz allein mit einem Jungen im Haus. Meine Eltern und meine Schwester würden nicht vor 18:00 Uhr zurück sein. Wir legten los, ich schafte 2 Lexika, von denen eines ein Bilderlexikon war, und ein Märchenbuch herbei. Internet gab es damals noch nicht, unvorstellbar aber es ging auch und einer guten Stunde intensiver Arbeit, waren wir der Meinung ein super Referat erstellt zu haben.
Wir tranken noch etwas und Thomas blättere gedankenlos durch das Bilderlexikon. Auf einmal sagte er na, ich schaute herüber, er hatte eine Seite mit der Überschrift “die Entwicklung des weibliche Körpers” aufgeschlagen. Die linke Seite war meist mit Test beschrieben, auf der rechten Seite war die Zeichnung einer jüngeren nackten Frau. Ich schaute Thomas an, lächelte, gefällt sie dir? Er wurde leicht rot. Ist doch nichts schlimmes, alle werden erwachsen. Ich auch. Er schaute an mir runter, ja du bist eine junge Frau geworden. Er hatte Recht, unter meinem T Shirt zeichnete sich ein weißer BH mit zwei Körbchen Größe B ab. Nun wollte ich cool bleiben, war aber sicher genau so rot wie er. Wir Mädels sind was früher reif als ihr Jungs, aber an deiner Oberlippe ist ja auch schon etwas Bart zu sehen, auch du wirst ein Mann.
Wir schauten die Zeichnung der nackten Frau an, schauten uns gegenseitig an, kicherten und irgendwann sagte keiner mehr was.
Nach gefühlten 5 Minuten fragte Thomas dann plötzlich hast du schon einmal einen nackten Mann gesehen, so real, nicht auf Fotos. Ich war überrascht und antwortete wahrheitsgemäß Nein habe ich noch nicht. Und eine nackte Frau wollte er weiter wissen. Ja zwei antwortete ich auch hier wahrheitsgemäß. Wer war das denn und warum hast du sie nackt gesehen bohrte er weiter. Warum willst du das wissen, das ist doch sehr intim entgegnete ich. Aber interessant meinte Thomas. Nun gut wenn du es interessant findest will ich es dir erzählen.
Die erste war meine Freundin Petra, es war eigentlich Zufall, ich wollte zu ihr, ihre Mutter schicke mich in ihr Zimmer, ich bin ohne Anklopfen eingetreten und sie stand splitternackt in Raum. Sie sagte nur setzt dich, bin gleich mit umziehen fertig. Sie hat sich dann doch Zeit gelassen, das eine oder andere anprobiert und ich konnte ihren nackten Körper betrachten. Sie hatte damals noch viel kleinere Brüste als heute.
Die andere Frau war meine große Schwester. So zufällig sahen wir uns öfters mal nur mit Unterwäsche bekleidet im Haus. Irgendwann meinte meine Mutter ich würde sicher bald meine Periode bekommen, frag Gaby mal, sie soll mit dir Binden und Tampons kaufen und es dir erklären. So habe ich sie dann gefragt, sicher gehe ich mit dir einkaufen und erkläre dir alles. Wir sind dann zum Schlecker (den gab es damals noch)und haben Binden und verschiedene OB s gekauft. Zu Hause angekommen fragte sie dann weißt du wie es richtig funktioniert, ich sagte nein, ich habe nur was in der Bravo gelesen, woher sollte ich es auch wissen. Na gut meinte sie, dann zeige ich es dir bei mir, bist ja mein kleines Schwesterchen. Wir gingen ins Bad, sie zog ihre Jeans aus. Drunter hatte sie einen weißen Slip, aus dem rechts und links schwarze Scharmhaare heraushingen. Ja damals war das noch so, fast keine Frau hat sich rasiert. Sie zog dann den Slip auch noch aus und meinte für den Tampon stellst du ein Bein hoch. Sie stellte den rchten Fuß auf die Badewanne und griff sich zwischen die Schenkel und teilte ihre Scharmlippen. Am Besten geht es wenn du etwas feucht bist, sie lächelte, du weißt ja sicher wie das geht. Dann strich sie sich mehrmals über ihren stark vorstehenden Kitzler. Dann nahm sie einen Tampon, erwähnte noch das ich im Gegensatz zu ihr die mitgebrachte Mini Version wählen soll und schob selbigen in ihre Scheide. Bevor sie sich wieder anzog sagte sie mir noch ich könne mit Fragen immer zu ihr kommen.
Thomas saß neben mir, schaute mich mit großen Augen an, seine Hose hatte eine mächtige Beule. Und fragte ich, hat es dir gefallen? Ja, Ja stotterte er. Und nun bist du dran, hast du schon mal einen nackten Mann gesehen?
Erst schaute er ungläubig, doch dann sagte er du hast mir alles erzählt, dann muß ich wohl auch. Nackte Jungs und Männer sehe ich sehr oft, ich spiele ja Fußball und nach dem Training und nach Spielen wird immer geduscht. Beim Training sind verschiedene Mannschaften, ältere und alle sind nackt. Dann siehst du große und kleine Pimmel, welche mit Haaren und wenige ganz ohne Haare. Ist halt so.
Er hielt inne. Hast du auch schon nackte Frauen gesehen? Na ja so richtig noch nicht. Nur am Strand und sie war weit weg. Man Konnte nur zwei große hängende, schaukelnde Brüste und sonst nicht erkennen.
Er schaute mich wieder an, ich schaute an ihm herunter, seine Hose stand weit ab. Ich saß ihm gegenüber, er starte mich an als wollten seine Blicke mich ausziehen. Ich hob mein T Shirt etwas hoch, er konnte meinen nackten Bauchnabel sehen. Susanne du bist das süssssseste Mädchen welches ich kenne entgegnete er mir.
Ich überlegte wie ich ihn ganz von der Rolle bringen könnte. Magst du meine Brüste sehen? fragte ich ihn so nebenbei. Er sah mich an, du wärst die erste Frau deren Brüste ich sehe. Ich zog mein T Shirt über den Kopf, nun saß ich im weißen BH vor ihm. Ich stand auf, bewegte mich, die Brüste schaukelten im BH. Dann öffnete ich den Verschluss und legte den BH zur Seite. Meine von Natur aus schon großen Brustwarzen waren angeschwollen, die Brustwarzen standen steil nach vorn.
Thomas hatte den Mund geöffnet, er sagte nichts, er war wie neben sich. Heute kann ich seine Reaktion verstehen, damals war ich unschlüssig. Gefallen sie dir? Ja, Ja wunderschön, ich, ich er war sprachlos.
Ich überlegte, ich wollte meinen ersten Schwanz sehen. So nun siehst du mich oben ohne, nun bist du dran. Wie, was soll ich, ich entgegnete er.
Öffne deine Hose, zeig ihn mir. Er steht ja nun schon seit sicher einer halben Stunde. Er setzte sich auf den Stuhl nach hinten und knöpfte langsam seine Jeans auf. Zum Vorschein kam ein dunkelroter Slip mit einer mächtigen Beule und einem nassen Flecken. Lass ihn aus der Hose. Thomas schob den Slip zur Seite, ein großer steil aufstehender Schwanz sprang heraus. Ein paar dunkle Haare wurden sichtbar. Die Eichel war von der Vorhaut bedeckt.
Nun fragte ich ihn wie ist es so entblößt vor mir zu sitzen und er entgegnete nur einfach geil. Es sah schon geil aus, sein steifer Schwanz schaute aus seiner Hose, die Schwanzspitze war feucht und ich saß ihm obenrum entblößt gegenüber. Thomas atmete schnell, schieb die Vorhaut zurück, ich möchte deine Eichel sehen, siehst du meine harten Nippel? Er umgriff seinen Schwanz und tat wie ich es ihm gesagt hatte. Die dunkelrote Eichel lag frei, an ihrer Spitze ein großer Tropfen.
Ich schaute auf seinen harten Schwanz und zwirbelte meine beiden Brustwarzen zwischen Daumen und Zeigefinger. Thomas stöhnte lauter, er hob sich leicht vom Stuhl, sein Schwanz began zu zucken. Ich, Ich stöhnte er während sein Schwanz anfing zu pumpen und die erste Ladung Sperma im hohen Bogen auf meinem Schreibtisch landete. Eine weitere Ladung gelangte unter dem Schreibtisch auf den Fußboden, dann umgriff er seinen zuckenden Schwanz und spritzte einen nicht unerheblichen Rest gegen meine Jeans.
Wir sahen uns beide an, ich weiß nicht wie das passiert ist, tut mir leid sagte er. Ich schaute zwischen seine Beine, sein Schwanz stand nicht mehr so stark, war aber über und über mit Sperma, welches noch nach gelaufen war, verklebt. Er stopfte den Schwanz in die Hose und köpfte sie zu. Auch ich zog BH und T Shirt wieder an. Thomas war sichtlich verwirrt, er wußte nicht recht was er tun sollte, er sagte nur Tschüss bis Morgen in der Schule und ging.
Am nächsten Tag haben wir beide zusammen das Referat gehalten. Wir haben uns öfters angesehen, für das Referat haben wir eine eins bekommen.
Nach der Schule standen wir kurz zusammen am Rande des Schulhofs. Er meinte Entschuldigung wegen gestern, tut mir leid. ich… Ich unterbrach ihn. Du mußt dich nicht entschuldigen, es muß dir auch nicht leid tun, es war sehr schön. Bei euch Jungs sieht man wenn es euch kommt, meine Clit war auch ganz dick angeschwollen und meine Muschi war sehr feucht.
Nun, ich möchte euch ein wenig an meinem Leben teilhaben lassen, ich bin Sofia, 26 Jahre alt. Ich habe ein hübsches Gesicht und bin sehr stolz auf meine lockigen roten Haare und die helle Haut. Dazu 1.65m groß, sehr zierlich und eher „dürr“, vom Typ her eine klassische graue Maus, was nicht zuletzt an meiner Brille liegt. Ich bin verheiratet mit Fabian 28 Jahre alt, wir lernten uns während dem Studium kennen, er der typische Wirtschaftler, 1,90m groß, kurze Haare, wundervolle grünbraune Augen und Hände auf die jeder Chirurg neidisch wäre, so zart und weich und doch männlich. Unser Liebesleben trägt den Namen zurecht, viel Zärtlichkeit, alles sehr Romantisch.
Das folgende, welches unser Eheleben nachhaltig veränderte passierte vor knapp einem Jahr. Es war ein herbstlicher Freitagabend und wir saßen gerade bei unserem Lieblingsitaliener gleich um die Ecke, wir genossen ein vorzügliches Mal und wollten gerade uns auf den Weg nachhause machen als uns ein „Fabian bist du es?“ aus unserer verträumten Stimmung riss. Als ich es richtig realisierte lag mein Mann schon einer fremden Frau in den Armen, sie lachten und es machte den Anschein als würden sie sich bereits ewig kennen. Langsam schritt ich auf die beiden zu, schüchtern und ruhig stellte ich mich neben meinen Mann und betrachtete die Fremde. Sie trug eine enge schwarze Lederhose, darüber ein weißes Hemd und einen breiten Gürtel um den Bauch, ebenfalls schwarz. Ihr Körper war atemberaubend, volle Brüste und sie konnte ihm auf ihren Stiefeln direkt in die Augen schauen. Die hochgesteckten schwarzen Haare und das elegante Makeup, machten mich ebenfalls ein wenig eifersüchtig, vor allem da mich mein Mann kaum beachtete. Nach einer Ewigkeit wurde ich der Fremden endlich vorgestellt… ihr Name war Jenny und sie war eine alte Freundin meines Mannes. Die zwei unterhielten sich immer mehr wie alte Freunde und so gab ich meinem Mann zu verstehen das ich Nachhause möchte. Was er dann tat verschlug mir geradewegs den Atem, er sprach Jenny darauf an ob sie den nicht noch Lust auf ein Glas Wein bei uns hätte… Sie grinste ihn schelmisch an und sagte sofort zu… Wir verließen dann das Lokal und ich bemerkte wie immer weniger existent ich für meinen Mann wurde… normalerweise hebt er mir die Tür auf, diesmal Fehlanzeige… auch auf der Straße musste ich den beiden hinterherlaufen… Als ich sie so beobachtete überkam mich immer mehr die Eifersucht, den optisch passte Sie sehr gut zu meinem Mann im Anzug… Doch ich fraß es in mich hinein… Sie hätten mich doch eh nur ausgelacht wenn ich was gesagt hätte und gegen die Wortgewandtheit von Jenny komme ich nicht an, das merkte ich sofort. Es wäre nur auf ein peinliches Stammeln hinausgelaufen… Nach ein paar Minuten erreichten wir unsere Penthouse Wohnung, mein Mann führte Jenny auf den Balkon, wandte sich dann aber kurz an mich „Hey Liebling, kümmere du dich doch mal bitte um den Wein, wir wollen ein wenig über alte Zeiten plaudern“. Ich nickte nur und war in der Küche verschwunden… Da ich nicht wusste welchen Wein wir nehmen sollten wollte ich schnell hinaus auf die Terrasse und meinen Mann fragen… Doch er stand eng umschlungen mit Jenny am Geländer, seine Hand auf ihrem Po, sie kamen sich mit den Lippen immer näher… Kein Wort verließ meine Lippen, ich krallte mich an die Terrassentür sodass ich nicht umfalle und blickte wie gebannt zu Ihnen… Ihre Lippen kamen sich immer näher und verschmolzen dann in einem intensiven und innigen Kuss… Jenny lies nach einer Weile wieder von meinem Mann ab und drückte ihn an sich, schaute zu mir her und lächelte mich frech an… Das ganze Schockierte mich immer mehr… doch anstatt zu schreien… spürte ich nur eine gewisse Erregung in mir aufsteigen…
Neugierig geworden? Bei Interesse gibt es eine Fortsetzung…
spiaggia
Un amica mi parlo’ di quella valle nascosta solleticando la mia fantasia e facendomi pregustare i colori e le sensazioni celate in quel paradiso nascosto.
La prima volta che decisi di visitare la Valle della Luna il sole e la mia voglia di nuotare nudo nel mare color smeraldo furono i miei unici compagni.
Mi ero feci ingannare dall’ordinato sentiero sterrato che si snodava dopo il grosso cancello di legno che sbarrava l’ingresso del percorso a moto e automobili.
Dopo una decina di minuti trascorsi camminando tra tavoli da pic-nic e rudimentali lampade incassate nel terreno ero arrivato davanti al sentiero vero e proprio che scendeva nella valle della luna.
Una mulattiera scoscesa serpeggiava tra le rocce e gli arbusti, incanalandosi in una valle naturale che definire suggestiva era quantomeno riduttivo.
Impressionanti rocce megalitiche di granito erano state forgiate dagli elementi in modo da sembrare figure mitologiche che ti osservavano dall’alto, mentre in fondo alla valle un prato verdissimo offriva agli occhi un contrasto sorprendente, prima di trasformarsi in sabbia e poi tuffarsi nel mare azzurrissimo della Sardegna.
Nascoste tra le rocce vidi le tende di alcuni ragazzi con pochi soldi e molto spirito dell’avventura mentre poco più in la sorgeva l’insediamento di una piccola comunità hippy che passava li’ tutta l’estate vivendo di artigianato e condivisione, in un quadro surreale che portava gli orologi indietro agli anni sessanta.
Appena raggiunsi il prato vidi alcuni cani dall’aspetto simpatico ed improbabile rincorrersi mentre un gruppo di ragazzi fumavano sdraiati vicini alla spiaggia.
Davanti a me una ventina tra uomini e donne prendevano il sole sulla sabbia, la maggior parte in topless o completamente nudi, senza curarsi troppo di ciò che gli accadeva intorno.
Pochi passi lungo un sentiero alla mia sinistra e superati dei fitti cespugli mi si paro’davanti una caletta circondata da rocce piatte e levigate.
Di fianco ad una tenda una moka per il caffè mi fece capire che quel paradiso non era solo per me, il bisogno di togliermi i vestiti e tuffarmi nudo nell’acqua mi assalì feroce,
stesi l’asciugamano con le mie cose e mi preparai a tuffarmi quando la mia attenzione fu rapita da una donna completamente nuda distesa a prendere il sole.
Pensai di allontanarmi per non disturbarla, ma non potei evitare di guardare quanto fosse bella e proporzionata, due seni gonfi ed eleganti su cui si appoggiavano lunghi capelli neri, il corpo era abbronzatissimo e bagnato da un recente tuffo nel mare.
Quando guardai le lunghe gambe affusolate non potei non soffermare lo sguardo su di una figa pelosissima, completamente incolta, il cui manto nerissimo le dava un aspetto decisamente selvaggio.
Decisi di rimandare il bagno , tolsi il costume e mi sdraiai al sole abbandonandomi ad occhi chiusi al vento che mi accarezzava il viso abbronzato.
La donna era stata raggiunta da una donna anziana completamente nuda, notai che rivolgendosi a lei la aveva chiamata mamma, nonostante i suoi capelli biondissimi lasciassero pensare che non potessero essere parenti.
Giro’ lo sguardo e si accorse di me, non fece nulla per nascondersi, anzi mi regalo’ un sorriso bellissimo che mi mise addosso un po’ di imbarazzo.
Tentai di rompere il ghiaccio in modo forse un po’ banale.
“Ciao ti disturbo se resto qua a prendere il sole?”
Si giro’ dalla mia parte fissando il mio corpo muscoloso, mentre le signora al suo fianco si stendeva a prendere il sole accanto a lei.
“Affatto, anzi mi fa’ piacere, prima volta qua?”
Mi rispose con un forte accento toscano, probabilmente fiorentino, anche se non ne fui certo, restammo a goderci la natura per una mezz’ora senza smettere di scambiarci occhiate sempre più indiscrete.
“Si e sembra di essere arrivati su di un altro pianeta e in un altra epoca, tu sei qua da tanto? Mi disse che era li da una decina di giorni in compagnia di sua madre, poi indico’ la tenda con la moca e mi chiese se volevo un po’ di caffè.
La ringraziai ma le dissi stavo benedissi o così, poi lei con una naturalezza che mi lascio’ spiazzato mi guardo’ negli occhi mi chiese se avessi voglia di fare l’amore.
Rimasi a guardarla in silenzio senza sapere cosa rispondere.
“Sei davvero carino lo sai? Non ti preoccupare per mia madre, e’ una cosa naturale e io non gli nascondo nulla, se vuoi puoi prendermi anche qua’ davanti a lei, o possiamo farlo tutte e tre assieme se ti fa piacere, altrimenti possiamo andare sulla spiaggia dietro quei cespugli o farlo in mare se preferisci.
Per un attimo l’idea di scoparla davanti alla madre mi sfiorò, provocandomi una erezione sfacciata.
Si sedette di fianco a me, dolcemente le nostre bocche si cercarono e iniziammo a baciarci mentre le mani accarezzavano i nostri corpi scaldati dal sole.
“Ti va se andiamo a farlo sulla spiaggia?”
Le sue dita mi scivolavano lentamente per tutta la lunghezza dell’asta, si alzo’ in piedi con un sorriso dolcissimo e mi prese per mano.
La elegante signora fece scivolare una mano tra le gambe mentre la mia bocca baciava il collo della figlia.
Mi mise le mani sulle spalle intanto che la mia lingua gustava il sapore salato della sua pelle, la sollevai tra le mie braccia e mi incamminai verso la spiaggia senza smettere di baciarla.
Ci ritrovammo a rotolare sulla sabbia uno abbracciato all’altro, passai le labbra sul suo corpo, i suoi seni erano turgidi ed inebrianti.
Mi soffermai a gustare la consistenza dei capezzoli scuri mentre la sua mano appoggiata sulla nuca mi spingeva tra le cosce.
Il profumo forte del suo sesso mi sfiorò le narici mentre leccavo la sua natura in quel cespuglio rigoglioso, la pelle della figa era scura e invitante, come un ostrica prelibata che sapeva di mare e lussuria.
Le onde sbattevano a pochi metri dai nostri corpi, come volessero suggerirmi il ritmo con cui spompinare il suo clitoride.
Non eravamo soli, ad una dozzina di metri da noi un ragazzo con lunghi dreadlook stava fumando con aria sognante mentre la sua donna gli succhiava l’uccello.
Lei inizio’ a godere rumorosamente, senza remore ne pudore, l’idea che i suoi lamenti giungessero alle orecchie delle madre mi imbarazzo’ e allo stesso tempo mi eccito’ ancora di più.
Le aprii le gambe, scivolando dentro di lei, mentre un gemito strozzato alle nostre spalle mi fece capire che la ragazza dell’hippy aveva portato a termine il languido lavoro di bocca al suo uomo.
Ci fondemmo uno nell’altro come due novelli Adamo ed Eva, in un paradiso che ci era solo stato prestato, in quel momento mi resi conto che non sapevo nemmeno come si chiamasse.
Quando la sentii venire mentre puntava i piedi contro la sabbia sotto di noi capii che i nostri nomi non avevano nessuna importanza, perché entrambe ci chiamavamo amore.
Quando tutto fu finito mi ritrovai seduto di fianco a lei con la mano nella sua.
“Bagno?”
“Si dai, sono tutta sudata e ho la sabbia in posti che non puoi neppure immaginare”
L’acqua era piena di pesci bellissimi e vicino a me nuotava una sirena dai lunghi capelli neri, ci baciammo ancora una volta e poi uscimmo gocciolanti, ci stendemmo al sole e svuotammo la testa da ogni preoccupazione.
Ci godemmo assieme il tramonto, poi a malincuore la salutai e mi incamminai per tornare nella Sardegna dei giorni nostri, chiassosa, bellissima e un po’ commerciale.
le mutandine arancione ……
Come ogni sera prima del tramonto , dall’inizio della primavera fino ad autunno inoltrato , stavo percorrendo la lunga spiaggia di Costa Rei alla ricerca di oggetti interessanti ; costumi e intimo femminile in particolare ma anche pantaloncini o magliette ,nonché scarpe da spiaggia , abbandonate o dimenticate dalle turiste che frequentano questa meravigliosa spiaggia , dove spesso non avendo alcun timore ad esibire la loro nudità la esibiscono facendo ogni tipo di rapporto sessuale con i loro partner
La lunga spiaggia è per molti tratti costeggiata da macchia mediterranea , sopratutto nel tratto finale verso Capo Ferrato
Questa macchia crea luoghi ideali per liberare la propria sessualità , di coppia etero o gay o lesbo , non sono pochi quelli che amano l’esibizionismo , indipendentemente dal genere , comunque ora ritorno alla mia passeggiata
Ero sulla via del rientro verso Costa Rei quando ho visto , trascinato dal vento , un perizoma arancione .
Non potevo stabilire se fosse femminile , solo dopo averlo raggiunto ho visto che si trattava di una mutandina femminile , solo questo tipo di intimo ha una sottile fodera nel cavallo .
Forse è il momento che dica che amo il travestimento e che quando faccio la camminata in spiaggia solitamente indosso slip da donna , a volte reggiseno e se il tempo non è dei migliori anche minigonna e camicetta o top
Sono una travesta , matura , che nonostante gli anni ancora è piacente .
Una volta raggiunte le mutandine che il vento trascinava ho cercato con lo sguardo la presenza di qualcuno , non è raro che chi impegnato in spiaggia o tra la macchia mediterranea non si accorga che i suoi oggetti volano via .
Spostandomi dalla spiaggia verso l’interno non è stato difficile intravedere una coppia che amoreggiava .
Avvicinandomi ulteriormente ho capito che si trattava di due ragazze , molto giovani , carine , che talmente erano impegnate a scambiarsi effusioni non si sono accorte della mia presenza
Anch’io comunque , distratto da quei due corpi femminili nudi , non mi sono accorto subito della coppia di ragazzi che poco distanti stavano facendo la stessa cosa , un 69 .
Lo sguardo di uno dei ragazzi si è voltato verso di me , ha sollevato per un attimo la bocca dal grosso cazzo che stava succhiando e , per nulla intimorito , ha ripreso subito il suo lavoro orale .
Anche le ragazze si erano accorte della mia presenza , una in particolare guardava con attenzione le mutandine che tenevo in mano .
Ora stavano sedute una davanti all’altra , una sulle gambe dell’altra con le sue che avvolgevano i fianchi dell’amica . A terra un reggiseno dello stesso colore delle mutandine , vicino un minuscolo perizoma nero e un reggiseno sempre nero .
I due ragazzi , nudi e con i cazzi ben eretti , erano in piedi e stavano avvicinandosi alle ragazze , tra loro hanno scambiato alcune frasi , la lingua mi era incomprensibile , comunque i loro sorrisi erano un linguaggio universale , come il ciao che quasi tutti insieme abbiamo detto .
La ragazza , quella che aveva guardato le mutandine , lasciata la sua amica stava venendo verso di me .
Era ancora più giovane di quanto avevo creduto , le tettine gonfie facevano risaltare i capezzoli ancora turgidi dalla eccitazione , le labbra della sua figa , sormontate da una leggera striscia di peli che cambiano colore tra il ramato e castano a seconda di come il sole li colpiva , anch’esse segnalavano con il loro gonfiore l’eccitazione non ancora esaurita .
Le mie mutandine , tipo brasiliana , rosa e trasparente non riusciva a nascondere la mia analoga eccitazione , il mio pene incurvato tra le gambe riuscivo a non farlo uscire solo tenendo le cosce strette .

Giunta vicino a me la ragazza ha allungato la mano , sembrava verso le sue mutandine arancione , ho fatto il gesto di porgerle a lei , invece mi ha preso la mano trascurando le mutandine e mi ha condotto verso gli altri tre .
Nessuno sembrava assolutamente interessato al mio strano abbigliamento e io non ero meravigliato , anche se eccitato , da quello che avevo visto fare a loro
il sole ormai vicino al tramonto illuminava i quattro corpi nudi , i due maschi ancora con evidenti segnali di erezione , le due ragazze con le cosce bagnate dai loro fluidi vaginali che ancora colavano sulle gambe , i ragazzi avevano attirato maggiormente la mia attenzione , i loro cazzi non erano cazzi che si vedono tutti i giorni , sia per lunghezza che per larghezza .
Di certo superavano i 20 centimenti , uno in particolare di molto .
Dopo il ciao iniziale verso di me nessuna parola , tra loro continuava invece il dialogo nella misteriosa lingua , dialogo interrotto dalla ragazza delle mutandine che , con mia sorpresa , in un discreto italiano mi ha detto che lei , la sua amica e i due ragazzi avrebbero voluto coinvolgermi nei loro giochi se fossi stato d’accordo
Ho chiesto , per capire la loro lingua , di dove fossero e lei mi ha risposto che erano Ucraini .
Anche se io e la ragazza delle mutandine parlavamo i tre non sembravano interessati alla nostra conversazione , la seconda ragazza era tra i due e alternava la sua bocca sui cazzi , anche lei sembrava avere una certa preferenza su quello più grande ,nonostante l’altro non fosse di certo piccolo .
Stavo guardando i tre , i due ragazzi e la loro amica , quando le mani della ragazza davanti a me si sono poggiate sulle mie spalle spingendomi in basso verso le sue tette , credevo , invece la spinta è proseguita verso il basso , si è fermata solo quando la mia bocca si è trovata davanti alla sua fuga bagnata
Una sapore salmastro ha subito colpito la mia mia lingua , la figa sembrava colare continuamente i suoi fluidi e le cosce della ragazza erano lucide e appiccicose nello stringersi sulla mia faccia , spingeva e roteava il suo inguine sulla mia faccia , cercava il contattato con la mia lingua , per non perdere l’equilibrio essendo accucciato , tenevo le mie mani sul suo culo , rotondo , sodo , giovane , che sembrava cercare le mie dita , finche piegandosi , quasi a pecorina , il suo buco del culo non è arrivato in contatto con le mie dita .
Prima ho bagnato le dita introducendole nella sua figa , sempre più bagnata , per poi penetrarla , prima con un dito , facendolo esplorare bene il forellino , poi introducendo un secondo dito subito seguito da un terzo .
I gemiti di piacere della ragazza si confondevano nella sera , ormai buia , con i gemiti della seconda ragazza che vedevo , con la coda del l’occhio , era inculata da uno dei due ragazzi .
Non ho dato peso al fatto di non vedere il secondo ragazzo , ero troppo preso a le leccare la figa della ragazza delle mutandine e farla godere penetrandola in culo con le dita .
È stato sulle mie dita che ho sentito la cappella , dura , del secondo ragazzo , cappella che cercava di prendere il posto delle mie mani nel culo della ragazza , così ho pensato , sbagliando .
Le mani del ragazzo hanno prese le mie portandole sul suo cazzo .
La ragazza bloccata tra noi ha detto qualcosa nella sua lingua , poi di s**tto in modo nervoso si è spostata , io ero seduto sui talloni e mi sono trovato con una mano a tenere il cazzo del tipo e l’altra costretta ad abbandonare il culo della ragazza .
Non ero affatto dispiaciuto , il cazzo che stavo tenendo era un bel cazzo , la cappella quasi viola per il gonfiore , lucida come uno specchio , il profumo di sesso maschile mi stava eccitando , la mia lingua non ha resistito a fare una passata su quella cappella
Muovevo la lingua tutt’intorno alla cappella , trattenendo il cazzo a due mani , di tanto in tanto con le labbra , sempre più bagnate , succhiavo e ogni volta introducevo sempre più il cazzo in bocca , ogni centimetro era una piacere intenso
Stringendo con una mano il cazzo mentre con l’altra massaggiavo , con una certa pressione , la zona del perineo , continuavo a far scorrere il grande cazzo nella mia bocca , lentamente , usando la lingua continuamente attorno alla cappella e fermandomi ogni volta che sentivo aumentare le pulsazioni a preavviso dell’orgasmo .
Nel buio della sera vedevo solo le due ragazze abbracciate tra loro, di tanto in tanto si baciavano , ancora completamente nude in piedi poco distanti da me e dal mio compagno di gioco .
Il secondo ragazzo ha fatto notare la sua presenza affiancandosi al primo , che già spompinavo da un poco , il suo cazzo dritto , quello più grande e largo , quello che mi aveva attratto da subito , che ora visto da vicino era veramente uno spettacolo .
Non ha interrotto il mio che stavo facendo , lentamente passava il suo cazzo , in modo delicato , sul mio viso provando più volte a tentare di farmi avere i due cazzi contemporaneamente in bocca
Ho tentato ma l’enormità delle due cappelle era un ostacolo
Ho provato a spompinare alternativamente i due ragazzi , sempre sotto lo sguardo attento delle loro due amiche , continuamente abbracciate , che nella loro lingua forse dicevano cosa farmi fare
Dopo un breve scambio di battute tra le ragazze e il tipo dal cazzo più grande una ragazza , quella delle mutandine , si è avvicinata a noi ; tenendo una mano sulla mia nuca in modo che continuassi a succhiare il cazzo al suo amico ha appoggiato l’altra sul mio inguine , credevo mi volesse masturbare , invece la pressione è continuata quel tanto per farmi sollevare dai talloni , sui quali ero seduto , e raggiungere la classica posizione a pecorina .
Per prendere fiato avevo estratto il cazzo dalla bocca , senza rinunciare a tenerlo stretto tra le mani , i due ragazzi aiutati dalle loro amiche mi stavano usando nel miglior modo possibile , ormai ero certo che le manovre della ragazza delle mutandine fosse il preludio affinché il suo amico , quello con il cazzo più grande , prendesse il mio culo .
Tutto si è realizzato quando la bocca di una delle ragazze ha preso ha spalmare di saliva il mio culo , insistendo con la punta della lingua fin dove poteva penetrarmi , per farlo teneva le mani sulle mie natiche allargandole il più possibile , e continuava a spalmare con la lingua la saliva che in precedenza sputava
Presto la punta della lingua è stata sostituita da una mano del ragazzo , subito mi ha infilato due dita nel culo , dita non grandi ma ben addestrate a farmi rilassare la contrazione anale .
Le dita entravano e uscivano dal mio culo con movimenti lenti , studiati , senza alcuna premura , questo mi dava la possibilità di continuare a succhiare il cazzo dell’altro ragazzo con profondo piacere , già pensavo a quanto sarebbe stato piacevole avere due orgasmi in contemporanea dentro di me , di sicuro avrei avuto anch’io un eccitantissimo orgasmo
Quando ho sentito le mani del ragazzo dietro di me poggiarsi sui miei fianchi ho capito subito che era arrivato il momento che il mio culo provasse quel grande uccello .
Cercando di sincronizzare i miei movimenti sul cazzo del primo ragazzo , il secondo , dopo aver appoggiato la sua cappella sul mio buco di culo , ha iniziato a contrastare i miei arretramenti , in modo da dilatare il mio culo e farlo adattare alla sua cappella
Ero io che facevo il pompino e sempre io che consentivo , con le mie spinte , alla cappella di penetrarmi .
Ho subito capito che i ragazzi avevano un particolare affiatamento , non dovevano comunicare , agivano coordinati , usando i miei movimenti .
Un solo istante di incertezza nel ragazzo che mi stava aprendo il culo , allora ho girato la testa e con la bocca strapiena di saliva ho leccato tutto quel grande cazzo lasciandoci sopra un denso velo di saliva .
Il cazzo così lubrificato è ritornato tra le mie chiappe e subito ho provato il doloroso piacere di sentire che la enorme cappella mi stava veramente aprendo il culo
Distratto dal cazzo che mi stava sfondando dimenticavo di spompinare l’altro ragazzo , era lui a ricordamelo spingendo il suo attrezzo fino nella mia gola .
Riprendevo così una perfetta sincronia tra pompino e inculata
L’attimo che la cappella è penetrata tutta nel mio culo mi ha stappato un grido .
Una delle ragazze , non so quale , si e avvicinata e con le dita sfiorava le mie labbra , per riportarle sul cazzo e proseguire i pompino
La presa più energica sui miei fianchi delle mani del ragazzo che mi inculcava è stata il preavviso che dovevo mordermi le labbra per non urlare .
Ho sollevato lo sguardo verso il ragazzo che stavo spompinando , di certo avevo gli occhi spaventati perché le sue mani mi hanno accarezzato con dolcezza il viso , e la sua cappella sulle mia labbra ha fatto il primo schizzo di una lunghissima serie di sborrate , ho tenuto la bocca aperta per ricevere gli ultimi schizzi e in quello stesso istante ho sentito il fuoco prendere possesso del mio culo
I miei gemiti di dolore sono stati scambiati con gemiti di piacere dal ragazzo che avevo spompinato e che aveva riempito la mia bocca di sborrata , si è inchinato verso la mia bocca e un bacio sensuale , lingua a lingua , appassionato ci ha uniti
Sentivo il culo in fiamme , i piccoli movimenti del grande cazzo non facevano progredire la penetrazione
Il mio culo non aveva mai ospitato cazzi talmente grandi , è stato allora che mi sono ricordato del primo cazzo che mi sverginato .
A poche centinaia di metri da dove ero ora .
Anche quel giorno , ormai lontano , il cazzo sembrava non poter entrare, tutto , nel mio cullo
Dopo molti tentativi infruttuosi e un desiderio crescente , sia mio che del mio sconosciuto partner , ho fatto sdraiare l’uomo e allargate le mie gambe mi sono seduto sopra il suo cazzo dopo averlo bagnato a lungo in bocca in modo da avere una saliva maggiormente densa
Afferrato quel cazzo con una mano e posizionato al centro del mio culo mi ero lasciato andare , a peso morto , il cazzo non era enorme comunque lo sentii infilarsi tutto
Ora avrei fatto la stessa cosa con un cazzo molto molto più grande
Non avrei incontrato un cazzo simile tanto facilmente nel futuro e volevo possederlo ad ogni costo
A gesti ho fatto capire al ragazzo che doveva sdraiarsi sulla schiena , la ragazza delle mutandine nel suo poco italiano mi è stata utile per far capire cosa volevo fare , sembrava felice di potermi aiutare e continuava a sorridere a noi tutti traducendo per i suoi amici
In bocca mi era rimasto il sapore e l’odore del pompino , avevo ancora parte della sborrata sul viso , questo odore mi eccitava .
Il ragazzo si è sdraiato e io tra le sue gambe leccavo cazzo e palle , non tanto per farlo indurire , era spaventosamente duro ed eretto , quanto per produrre più saliva possibile , il più densa possibile per lubrificare il mio culo e il suo cazzo e facilitare la penetrazione finale
La ragazza , sempre quella delle mutandine , inginocchiata come gli altri intorno a noi , raccoglieva con le sue piccole dita la saliva che usciva dalla mia bocca e colava lungo il cazzo e con maestria la spalmava sia all’interno delle mie natiche che dentro il culo
Il movimento delle dita della ragazza nel mio culo facevano aumentare il desiderio di essere penetrato , facilitavano anche il rilassamento dei muscoli anali , sentivo in ogni istante le contrazioni del culo fino a che sono rallentate , allora ho capito di essere pronto
Ho allargato le gambe e , come ho fatto la prima volta , ho stretto il grosso cazzo tra le mie mani e con una discesa inizialmente lenta ho fatto entrare la cappella , mi mordevo le labbra sia dal piacere che dal dolore
Dopo tre o quattro volte ho fatto entrare tutta la cappella , ma non mi bastava , volevo sentire tutto il cazzo dentro di me
Credevo che la cappella fosse l’ostacolo più grande , non avevo considerato il diametro crescente del cazzo .
I tre non coinvolti ci guardavano in silenzio le due ragazze abbracciate come in un gesto di darsi coraggio , i loro occhi vispi , attenti scrutavano ogni mia espressione .
Ho appoggiato le mie mani sul petto del ragazzo che stavo scopando , il suo volto aveva la mia stessa espressione di sofferenza , trascinavo sempre più in giù la pelle del suo prepuzio e non doveva essere piacevole , ormai il cazzo era per la lunghezza della cappella tutto entrato più volte , il culo lo sentivo abbastanza dilato , il cazzo non perdeva durezza e rigidità , è stato un istante , con uno sforzo finale mi sono fatto cadere di peso sulla verga infuocata che ora era per tutta la sua lunghezza e grossezza nel mio culo
Meravigliato , anche se indolenzito , ho cercato con le dita la base del cazzo , era a stretto contatto con il mio culo .
Anche il ragazzo ha voluto toccare , e in quel momento un sorriso stupendo ha illuminato il suo viso , come il mio
Per qualche istante siamo rimasti fermi , per godere di quel momento , poi il desiderio ci ha sopraffatto e l’inculata ha preso il giusto ritmo .
Più volte il cazzo è uscito dal mio culo , sempre subito rientrato ogni volta con maggiore facilita .
Lo sguardo del mio amante mi supplicava di farlo godere , mi sono inchinato verso la sua bocca , lui ha piegato le gambe per non fare uscire il suo cazzo dal mio culo , spinto dalle sue ginocchia sul mio sedere le nostre bocche si sono unite , le lingue attorcigliate , i nostri gemiti fusi tra loro mentre il mio culo veniva inondato da una sborrata pazzesca
I tre non coinvolti hanno capito che i nostri orgasmi erano arrivati ed erano stati devastanti , io ho sborrato senza toccare il mio cazzo , solo per l’orgasmo anale provato .
Un ultimo bacio alle nostre bocche e mi sono sollevato dal maestoso cazzo che ormai , giustamente dopo tanto lavoro , si stava afflosciando .
Le mia labbra sono passate prima sul petto del mio compagno poi sulla pancia per raccogliere la mia sborrata , poi immediatamente ho cercato il suo cazzo , ormai non più turgido, con la mia lingua ancora piena della mia sborrata ho raccolto le tracce della sua , ho trattenuto tutto in bocca per diversi minuti , volevo impregnarla del sapore di sperma .
Ho dovuto inghiottire tutto quando la ragazza delle mutandine si è avvicinata e dicendomi …. ciao mi ha regalato le sue mutandine e reggiseno
Poi un bacio e una carezza al mio viso e si è allontanata
Stessa cosa ha fatto l’altra ragazza , mi ha messo in mano il suo perizoma nero e il reggiseno , poi anche lei prima prima di indossare un leggero vestitino mi ha baciato
Il ragazzo , quello che avevo spompinato era ancora a cazzo semi duro nonostante la copiosa sborrata sulla mia faccia e bocca
Sorridendo mi ha preso per mano , mi ha tirato verso di se e le nostre lingue si sono incontrate all’interno delle nostre bocche calde
Non posso dimenticare il sorriso del ragazzo che mi ha rotto definitivamente il culo , difficilmente avrò nuovamente un cazzo di simili dimensioni , i suoi occhi brillavano mentre mi abbracciava e baciava
Le sue mani accarezzandomi mi facevano fremere di piacere .
Gli altri avendo capito che era nato qualcosa di straordinario tra noi ci hanno lasciati soli .
Non potevamo comunicare a parole ma i nostri baci , le nostre carezze come un linguaggio universale ci dicevano che eravamo felici ed appagati .
Un ultimo bacio e un sussurrato ciao e poi ognuno ha preso la sua strada
Nel buio della sera , camminando in spiaggia mi sembrava di aver sognato
Mi sono fermato per indossare le mutandine e il reggiseno arancione che avevano dato inizio a questo splendido pomeriggio .
La mia faccia aveva ancora tracce di spera e la mia bocca ne conservava il sapore
Era il modo di dire a me stesso che era tutto reale
Io e mia cugina :D (Martina)
Nel ultimo periodo iniziai ad avere una fissa per mia cugina Martina, lei spesso dormiva da alcuni parenti che abitano di fronte a me. Martina divenne una mia ossessione sessuale e mi segavo quasi tutti i giorni pensando a lei e spesso quando ero solo in casa spiavo dal occhiolino per vederla nel antrone del palazzo lavare a terra o uscire (indossa spesso leggins quindi è un belvedere piegata). Un giorno i miei dovevano uscire e mi sarebbero lasciati con Martina (siccome uscivano anche i suoi parenti per delle questioni personali) sapendolo dal giorno prima già ero eccitato. Si fece la mattinata dopo e i miei uscirono dicendomi che sarebbe entrata Martina a lì a pochi minuti e io dissi <<Ok io però resto nel letto>> e loro andarono via. Così mi abbassai pantaloni e mutande e sotto le coperte ero praticamente col pene al aria toccandomi pensando a mia cugina Martina, sentì la porta aprire ed era lei che stava venendo così continuai a restare nudo sotto le coperte lei venne in stanza e feci finta di dormire così uscì dalla stanza e girovagava per la casa e io la guardavo sott’occhio segandomi. Andò in bagno e io la spiai però appena stava per uscire ricorsi nel letto. Allora decisi di andare in cucina dove si trovava lei però andai senza pantaloni nè mutande quindi col pene fuori appena la vidi feci finta di non sapere che ci fosse e dissi
<< Scusa non sapevo che stavi tu>> e lei <<Immagino>> e le dissi <<Bhe sai approfittando che stavo solo in casa volevo dare sfogo al mio cazzo>> lei <<Tranquillo so benissimo che in quest’età succede ciò e a volte anche io ne approfitto>> dicendo ciò si avvicinò e me lo toccò dicendo <<Ah però, bello duro>> io dissi <<Se vuoi fai pure>> e la abbassai ad altezza cazzo accostandogli la testa alla cappella e così iniziò a succhiarlo però dopo 5 secondi se lo tolse da bocca e io la stesi sul letto baciandola e iniziandola a spogliare, lei mi respinse e disse <<Ma non possiamo siamo cugini>> e io le risposi <<E chi lo dice che non possiamo? Scusa se vogliamo facciamolo e ci divertiamo e poi in famiglia è meglio ancora>> così lei esitò 3 secondi e mi tirò a lei rimettendosi sotto di me sul letto. Mentro la baciavo la spogliavo e sentivo il cazzo che voleva tutto il suo sfogo una volta nudi lei subito aprì le gambe e al momento che glielo appoggiai dentro sentivo già quasi di venire, mentre glielo infilavo godevo da matti sentendo i suoi urletti di godimento dopo un pò disse lei <<è l’ora del culetto>> e si mise a pecorina ma, vedendola in quella posizione e pensando che era sempre stata il mio sogno erotico, due botte e mi senti che stava per uscire un fiume di sperma così la avvisai e subito si mise in ginocchio con la lingua di fuori pronta ad accogliere tutto quel sperma sul suo faccino e in bocca. Dopo averla indondata di sborra restammo un pò stesi sul letto a baciarci dopodichè andammo a fare il bagno insieme dove mi regalò un’altra pugnetta oltre agli appassionati baci con la lingua. C’è da dire che quella fu la mia prima volta e lo stesso per lei. Poi racconterò il proseguo
Mio Desiderio
Il mio desiderio
Una sera stavo chatando in chat .Ho chiamato una ragazza e parlando ci siamo messi a parlare e decidemmo di incontrarci ci siamo dati appuntamento
in un locale di Roma .
Sono arrivato puntuale all’appuntamento entro dentro il locale sono entrato con un emozione e il cuore a duemila ed eccola seduta 1.90 occhi verdi capelli lunghi castani
Una quarta di seno un culo da far invidia.
E la ragazza più bella donna che abbia mai visto
La raggiungo con timidezza la saluto lei si alza e mi saluta prendiamo un aperitivo e cominciamo a parlare della mia vita e della sua più parlavo con lei e piu mi piaceva mi sentivo attratto per la sua femminilità decidiamo di andare a fare una passeggiata lungo il fiume ad certo punto mi faccio coraggio e la bacio un bacio lungo e appassionato la sua lingua entra dentro la mia mulinandola dentro la mia bocca ed io altrettanto nella sua bocca ,lei mi chiese se volevo andare a casa sua io non esitai arrivammo a casa sua e lei mi offri da bere ed ricominciamo a baciarci lei mi prese per mano e mi porto nella sua camera da letto si avvicino e mi fece sdraiare sul letto e comincio a slacciarmi i pantaloni e comincio a baciare il mio membro e poi piano piano comincia a prenderlo
Tutto in bocca dalla punta alle palle e leccava la cappella tutta intorno poi la presi e la tira su
Comincia a toglierli la camicia ed il reggiseno sodo e grande una quarta due capezzoli stupendi

Li succhiai per una buona mezzora poi scesi verso il suo l’inguine e cominciai a sfilargli le mutandine un perizoma da urlo ma trovai una sorpresa inaspettata al posto di una fica trovai trovai
Un grosso cazzo sono rimasto stupito lei sene e accorta ma ero troppo eccitato per smettere e comincia a menarglielo ed in pochi secondi e diventato il doppio duro e nodoso 20 cm di cazzo.
Lei era in estasi lei mi chiese se volevo provare a succhiare io non riuscendo a dirgli di no appoggiai le labbra sulla sua cappella e iniziai a baciarlo e piano lo feci scivolare dentro la mia bocca era duro ed una sensazione mai provata sentire quel cazzo nella mia bocca mi faceva sentire strano ma eccitato ero succube di lei, mi piaceva quella sensazioni e comincia a succhiarlo con avidità tanto che lei mi disse di fare piu piano perché senno sarebbe venuta .
Allora rallentai lei volle cambiare posizione e abbiamo fatto un 69 da urlo ad un certo punto lei scarico il suo seme nella mia bocca non avevo mai assaggiato la sborra aveva un sapore agrodolce lei mi obbligo ad inghiottire il suo seme tenendo dentro ancora il suo cazzo lei era in estasi mi guardo e mi bacio in bocca .
Poi comincio di nuovo a leccarmi il cazzo lo bagnò bene con la sua saliva e si giro per mettersi a pecorina , io appoggiai il mio cazzo sul suo buco del culo e spinsi piano piano sentivo che entrava senza troppa resistenza e allora spinsi sempre piu affondo era bellissimo sentivo il suo calore sul mio cazzo era stupendo nel frattempo gli era tornato duro glielo ho preso in mano era durissimo .
Lei si tolse dalla posizione e mi fece sdraiare a pancia sotto
Io non capivo cosa volesse fare ma un certo punto sentivo lei che leccava il mio buco del culo era bellissimo ma ancora non capivo cosa volesse fare ad un certo punto si alzo e mi appoggio il suo cazzo sul mio buco del culo ancora vergine e senti spingere provai ad sottrarmi ma lei mi blocco e spinse il suo cazzo sempre piu affondo senti un dolore intenso ma poi svanì e dico la verita mi e piaciuto lei mi pompo prima piano e poi forte e poi piano ed io mugolavo dal piacere un piacere mai provato in vita mia .
Lei mi pompo per un bel po’ prima di venire ancora ma questa volta a deciso di venirmi in faccia si mise seduta su di me e mi sborro in faccia sentivo il suo seme che mi ricopriva il volto
Lei estasiata mi a fatto venire nella sua bocca la piu bella scopata della mia vita poi ci siamo addormentati.
La mattina ci siamo svegliati e abbiamo rifatto sesso.
Questa relazione con lei dura ancora oggi e non la cambierei con nessun altra avventura perché lei capisce come far godere me e io lei sto prendendo in considerazione di andare a vivere con lei e una persona dolce praticamente mi sono innamorato di lei non potrei vivere senza lei.
seit einiger zeit treibe ich es ich mit meinem schwiegervater (68 jahre )
angefangen hat das im vorletzten sommer,ich bemerkte,immer wenn ich diese microminis trug, wie er gierig und sabbernd auf mein schenkelfleisch starrte,egal wer dabei war.nicht zu übersehen seine gewaltige beule in seiner hose,teilweise heftig zuckend.ich mutmaße,er spritzte teilweise in seine hose ab.
das machte mich geil,unglaublich geil.oft stellte ich mir vor,wie es wäre mit ihm zu ficken,seinen grossen fleischigen schwanz in mir zu haben,seine massiven ladungen zu empfangen,zu spüren wie er gierig,brutal in mir kommt…immer und immer wieder…
im juli war es dann endlich soweit,ich fuhr zu meinen schwiegereltern (sie haben ein altes haus) zu besuch,extrem kurzer micromini,kein bh,kein slip.
auf der terrasse tranken wir kaffee,mein schwiegervater starrte gierig auf meine schenkel,die ich langsam,ganz langsam für ihn überschlug.mein mini rutschte unverschämt hoch (so wie auf dem bild das er von mir im urlaub gemacht hat) während ich ihm ein auge kniff.
die gier auf mein fleisch stand ihm ins gesicht geschrieben,ich sah die gewaltige,zuckende beule in seiner hose…ich wusste,heute werden wir wie die tiere hemmungslos ficken…wir waren beide so geil aufeinander,dass wir am liebsten hier auf dem tisch vor den augen seiner frau unseren perversen dreckigen fickakt vollzogen hätten.
mein schwiegervater sah unmöglich aus:weisses rippchenunterhemd über seinem riesenbauch,eine ehemals “gute” braune stoffhose,die durch hosenträger gehalten wurde und schlappen.irgendwie wie hausmeister krause,aber genau das outfit und sein zuckender monsterprügel machten mich geil,unglaublich geil .
“ich muss jetzt los” sagte meine schwiegermutter(sie putzt nebenher).als ihr auto den hof auto verliess,liess ich den mini noch höher rutschen…”gefällt dir was du siehst”?fragte ich…seine augen quollen heraus,seine grosse schwielige hand packte fordernd mein schenkelfleisch,wollten den mini hochschieben.
“zeig mir,dass ich dir gefalle “,spritz es auf meine schenkel,das willst du doch auch,oder flüsterte ich.
unglaublich,nachbarn hätten das sehen können,egal.ich wollte seinen saft über meinem fleisch…
er riss den reissverschluss auf,sein gewaltiger riesenschwanz (so wie ich es brauche)sprang heraus,mein schwiegervater fing an sein monster zu wichsen,schneller,immer schneller…er keuchte hart…sein gesicht zur fratze verzerrt…er sprang auf und dann kam er das erste mal,heisse,gewaltige spermaladungen spritzten heiss und hart über meine schenkel,meinen mini.
“komm,komm”,spritz ,stöhnte ich,nein schrie ich…spritz,spritz ab!”und er kam nochmal über meinen schenkeln,massive ladungen seines heissen spermas spritzten über meine für ihn so geil überschlagenen schenkel…
“komm mit in den keller”,herrschte er mich an…
in seinem werkzeugkeller angekommen eskalierte die sache dann ,mit beiden händen schob er den mini hoch,nein er riss ihn hoch,krallte sich ín meinen po.
meine hand griff auch zu,hart,fordernd,gierig darauf ENDLICH seinen heissen grossen schwanz in den händen zu halten.
ich riss seinen reissverschluss auf und packte zu.und dann endlich hatte ich sein monster in der hand.heiss,gross,zuckend,mit grossen adern durchzogen,dafür braucht man 2 hände,dachte ich…ich fing an,sein monster zu wichsen,gierig schob ich die vorhaut zurück,seine eichel gross wie eine kartoffel,bläulich kam zum vorschein,ich fing an schneller zu wichsen,dabei wurde er noch grösser,härter,ein massives fleischiges fickmonster.
“lutsch mir den schwanz,du geile sau” schrie er”…”ich ging auf die knie,weit war mein mini über meinen po hochgeschoben,ich riss seine vorhaut weit zurück,und dann war er in meinem mund.gierig stiess er seinen grossen schwanz tief in meinen mund,ich fing an ,gierig zu lutschen.war das ein teil!ich spürte sein heisses sperma in seinen grossen behaarten eiern brodeln.gierig vor geilheit packte er mit der linken hand meine haare,zog brutal, rythmisch ,schneller und immer schneller meinen kopf zu sich heran.dann kam er .gewaltige heisse spermaladungen spritzten in meinen mund,5,6 stösse seines heissen saftes spritzte er in meinen mund.ich schluckte was ging,schrie dabei meinen orgasmus mit meinem spermaverschmierten mund heraus,er riss meinen kopf herum,wichte sein monster mit der rechten hand und spritzte mir die restlichen heissen spermaladungen über mein gesicht,über meine haare,während er dabei schrie wie ein tier.
er riss mich hoch,packte meinen po,mein mini war bis zu meinem bauch hochgeschoben und stiess mich auf seinen werkbank,riss mein top hoch.
meine titten sprangen heraus,er griff gierig zu,knetete meine kleinen prallen titten…
weit spreizte ich meine schenkel für ihn…komm fick mich jetzt,fick mich ,fick mich” schrie ich…dannn war er in mir,sein monster füllte mich komplett aus.
“ja,jetzt kriegst du was du brauchst,du geile drecksau” schrie er und stiess hart,hemmungslos,gierig zu,schmatzende geräusche von meiner nassen fotze,während er mich nahm,es roch nach fotzensaft, sperma,schweiss,unsere schreie,hemmungslos,wir waren im fickrausch….
gleichzeitig kamen wir,sein heisses sperma schoss hart in mich,wieder 4,5 heisse gewaltige spermastösse spritzte er tief in mich hinein…
ich weiss nicht,wie oft wir beide zusammen kamen,wäre jemand bei unserem gierigen, hemmungslosen akt reingekommen,wir hätten weitergefickt,in dem moment kann man nicht aufhören,glaubt mir…
kurz nachdem wir voneinander abliessen,kam meine schwiegermutter dann zurück…glück gehabt…
wir 3 tranken noch einen kaffee zusammen,wieder überschlug ich langsam,ganz langsam meine schenkel für ihn,so wie er es gerne mochte,kniff ihm wieder ein auge…er wurde wieder geil,gierig musterten seine augen mein fleisch,seine hose spannte sich wieder,bereit mich wieder zu ficken.auch ich war wieder geil auf seinen grossen fleischigen schwanz….
aber wir mussten warten bis zum nächsten mal…und das kam schneller als gedacht…

fortsetzung folgt,seid sicher…
im Schwimmbad unter der Dusche…
Es war wieder einer dieser entspannten Abende, wo ich mir dachte, eh ich hier rum sitze tue ich was gegen denn anfallenden Winterspeck und besuche einmal die Sportstätte um etwas für mich und meinen Körper zu tun.
Also gedacht, gemacht, breche ich auf in die Körperquälstätte.
Hier angekommen, erste einmal ran an die Geräte und los geht´s.
Nach einer Stunde ausgiebigen Trainings entschließe ich mich, diese Sache für heute zu beenden und erst einmal entspannt duschen zu gehen.
Schnell in die Umkleide, Sachen vom Leib geschmissen und runter unter den Duschstrahl.
In der Dusche angekommen, stelle ich fest das ich wohl der einzige bin, welcher seinen durchgeschwitzten Körper erfrischen möchte. Mm dachte ich mir, frei Platzwahl.
Dusche angestellt und schön runter unter den warmen Strahl.
Wie entspannt und angenehm das doch ist nach solch einer Verausgabung. Hier kann man ins träumen geraten. Völlig in Gedanken versunken, suchte meine Hand den Weg zu meiner Rosette und ich fing an meine Rosette zu massieren.
Dabei wurde mir so heiß, das mein Schwanz sich langsam hart wurde. Ich drehte mich mit dem Gesicht zur Fliesenwand und massierte schön weiter, da meine Rosette schön nass war, war es auch recht leicht einen Finger zu versenken. Etwas in die Hocke und Arsch schön nach hinten gesteckt, puh das machte mich irgendwie noch geiler, so das ich nicht gleich mitbekam, wie jemand die Duschen betrat.
Irgendwie hörte ich nur jemanden sagen „Können wir das nicht zu Hause machen ?“
Völlig aus meiner Geilheit gerissen stand ich da, mit steifen Schwanz und fremden Mann, in der Dusche.
Man ist das peinlich, aber irgendwie auch geil, das ich gesehen wurde.
Meine kurze Antwort war „Sorry, kommt nicht wieder vor.“
Verlegen drehte ich mich wieder zur Wand um, den vor Schreckt drehte ich mich zu ihm und er konnte voll den Blick auf meine harte Latte werfen.
Angetrieben von dieser Situation versuchte ich mich auf meinen Schwanz zu konzentrieren, das dieser wieder an Härte Position verliert.
Was mir aber nicht so wirklich gelingen wollte, denn irgendwie machte mich diese Situation doch geil.
Mit meiner Geilheit kämpfend, merkte ich auf einmal eine Hand an meinem Arsch und ein hauchendes flüstern in meinem Ohr „Ich schaue dir schon eine ganze Weile zu, das hat mit total geil gemacht. Ist es denn nicht schön, einen fremde Hand zu spüren, als die eigene ?“
Eigentlich sollte ich jetzt „Nein“ sagen, ich will das nicht, denn ich kann mit Männer nichts anfangen, aber meine innere Stimme antwortete ihm „Ja das ist viel geiler !“
Angetrieben von meiner Zustimmung, wanderte seine Hand an zu meinem immer noch harten Schwanz, bei der Berührung durchzog mich ein Blitz von Geilheit…Er fing an meinen harten Schwanz langsam zu wichsen…dabei hauchte er mir ins Ohr..dein Schwanz ist echte geil…so schön weich und hart…das macht mich geil…willst du mir einen blasen..?
Man dachte ich das geht zu weit aber wieder konnte ich nicht nein sagen, drehte mich um und wanderte mit meiner Zunge langsam von oben nach unten an seinem Körper…an seinem bis dahin noch nicht steifen Schwanz angekommen..leckte ich zu erst seine Eichel, dann den Schaft…man war das geil, der Geschmack seines Schwanzes brachte mir noch mehr ungeahnte Geilheit und ich nahm ihn in den Mund und fing an zu blasen…dabei merkte ich wie sein Schwanz immer härter wurde und schon die ersten Geilheitstropfen aus seinem Schwanz liefen…welche ich gleich schluckte und feststelle das diese einfach geil schmecken. Eine Hand am Schwanz von ihm, mit der ich ihn wichse und die andere Hand wanderte durch seine Beine an sein Arsch. Darauf hin beugte er sich vor, was mir das Tor zu seiner Rosette öffnete, somit hatte ich volle Freiheit an seinem Arschloch zu spielen…ich schob ihm einen Finger in seine geile Rosette und dann zwei.
Das machte ihn so geil das er sagte…oh geil, das macht mich so geil, ich komme gleich.
Er drückte meinen Kopf noch mehr an seinen Schwanz, jetzt machte er Fickbewegungen und sagte, geile Mundfotze oh ist das geil. In diesem Moment zuckte sein Schwanz unglaublich doll und die ganze Ladung geil schmeckenden Saftes entlud sich in meinem Mund. Ich hatte Mühe zu schlucken und die Hälfte lief mir aus dem Mund auf mein Brust und meinen Schwanz…Man ist das ein geiles Gefühl..
Nachdem er sich entleert hatte zog er seinen Schwanz aus meinem Mund, zog mich hoch und sagte zu mir, dreh dich um, jetzt bist du an der Reihe…Das lasse ich mir nicht zweimal sagen und drehte mich um.
Er ging in die Knie und fing an mit seiner Zunge an meiner Rosette zu lecken…man war das geil…mit der anderen Hand durch meine Beine, wichste er meinen Schwanz. Man dieses Gefühl der Geilheit ist einfach unbeschreiblich. Er bohrte seine Zunge in mein Arschloch und leckte es mir, bis es tropfte, dann stand er auf und ich merkte wie sein geiler Prügel durch meine Arschritze wanderte…und vor meiner Rosette stehen blieb…er beugte mich vor, damit meine Arschbacken auseinander gehen und er seinen harten Riemen genau vor meiner Arschgrotte in Stellung bringen kann.
Er hauchte mir wieder uns Ohr…entspann dich…du willst es doch.
Mit diesen Worten merkte ich einen Druck gegen mein Arschloch und sein harter Schwanz bohrte sich langsam in meinen Darm. Das Gefühl seines langsam in meinen Darm vordringenden Schwanzes machte mich noch geiler als ich schon war. Dieser unglaublich geile Schwanz fühlte sich einfach nur geil an als er ganz in meiner Rosette versenkt war…
Langsam und immer schneller fing er an mein Arschloch zu bügeln…immer härter und fester, stieß er in mein Arsch…mit der anderen Hand wichste er unaufhörlich meinen Schwanz…man das machte mich noch viel viel geiler…er fickte meine Rosette was das Zeug her gab.
Nach vielen Stößen und der fremden Hand an meinen Schwanz, die mich wichste, konnte ich nicht mehr an ich halten und spritze meine ganze Ladung geiler Ficksoße gegen die Fliesen.

Auch er war schon wieder so geil von der Fickaktion, das er seine Ficksoß in meinem Darm entlud…das war so geil als die heiße Sahne in meine Darm schoss und sein Schwanz wie verrückt zuckte…welch geiles Gefühl.
Na dem er seinen ganzen Saft in meinen Arsch geschossen hatte zog er seinen Schwanz aus meiner Rosette…ich drehte mich um und leckte die Reste seinen Spermas vom Schwanz. Er sagte ich hoffe es war geil für dich..drehte sich um und ging.
Ich blieb noch etwas hocken und merkte wie der Sperma aus meinem Arschloch lief…das ist ja wohl ein geiler Anblick und auch ein geiles Gefühl….
Ich duschte mich schnell ab zog mich an und ging mit dem Gedanken dieser unglaublich geilen Erfahrung nach Hause….das war die beste Sporterfahrung die ich je gesammelt hatte……
Le sorprese di una mamma
Il mio amico Mirko ultimamente tendeva a frequentare sempre più spesso casa mia, spesso con pretesti alquanto improbabili quali “studiare insieme”, “prendiamoci un caffè”, “vediamoci la partita” e balle simili. In realtà, sapevo che aveva sparlato con altri conoscenti di quanto fosse insolitamente attratto da mia madre…Mia madre Antonella ci ha praticamente visto crescere insieme e verso i miei amici è sempre stata gentile ed ospitale. Nessuno la aveva mai di fatto vista come un obiettivo sessuale, fin quando, verso i 20 anni, Mirko non l’aveva presa di mira. E oggettivamente non potevo biasimarlo! Mamma, 46 anni, era una donna a dir poco conturbante e senza dubbio sexy. Capelli neri, lunghi e lisci, un metro e 75 con una quarta di reggiseno spesso velata solo da scollature provocanti, e un fondoschiena non propriamente a mandolino, piuttosto largo, il che le conferiva una certa rotondità, non esagerata e quasi arrapante… Dal punto di vista del comportamento era rimasta una moglie fedele e impegnata nel lavoro, senza grilli per la testa, finché Mirko non riuscì a farmi cambiare parzialmente idea su di lei. Tornando alla narrazione, lui rimaneva uno dei miei amici “storici”, le cui continue visite però mi insospettivano non poco. Oltre a saperlo da altre persone, avevo avuto la riprova definitiva quando, un giorno, lo colsi con le mani nel sacco, che spiava mia madre dalla serratura del bagno! “Squallido!” gli urlai, e lui si girò spaventato verso di me, conscio di aver fatto una figuraccia. Onestamente non mi disturbava granchè l’idea che Mirko spiasse mamma, però era oggettivamente una scena triste, degna dei film di Pierino! Successivamente mi chiese scusa, però in privato mi spiegò che effettivamente mia madre rappresentava per lui un desiderio sessuale inarrivabile; apprezzai moltissimo il fatto che me lo fosse venuto a dire personalmente. In ogni caso gli dissi che sarebbe stato arduo, se non impossibile, portarsi a letto Antonella.Tuttavia provavo un minimo di fastidio, e non gli rivelai che mamma quando entrava in bagno tendeva a lasciare la porta chiusa, ma non a chiave…Nei giorni seguenti, continuando a bazzicare casa mia come una presenza costante, non ebbi modo di notare altri episodi del genere fin quando, ancora eccitato come un toro, Mirko si appoggiò nuovamente contro la serratura, e poco dopo gli venne in mente di aprire la porta.
“Antonella scusami… pensavo che fosse libero!” Mamma si stava facendo il bidet! La figa rasata era visibile tra le cosce, condite da un filo di cellulite cui lui non fece minimamente caso. Mi riferì che mamma lo aveva guardato quasi furiosa, e lui chiuse immediatamente la porta. “Certo che tua madre è veramente una gnocca incredibile… scusa se te lo dico, ma se potessi la spaccherei in due!”
Ero basito. Praticamente Mirko aveva avuto la visione in diretta della figa di mamma….Tuttavia la colossale figura fatta dal mio amico, benché gli avesse dato da masturbarsi per mesi, comportò che non si fece vedere a casa per un bel po’. Qui avvenne l’imponderabile. Mamma iniziò a chiedermi che fine avesse fatto Mirko, con domande tipo “la sua mancanza ormai si sente”, “chissà come mai non si fa più vedere”… E soprattutto aveva preso una nuova abitudine: notavo che, sotto i suoi pantaloni, indossava spesso dei perizoma! Un indumento che non le avevo praticamente mai visto indossare!
“chissà se quell’ a****le sta riuscendo nel suo intento”, pensai, ma poi razionalmente pensavo fosse impossibile che mia madre si concedesse in questo modo a un 20enne, è roba da film!
Ciononostante decisi di riferire a Mirko le frasi che lei mi aveva rivolto, stimolandolo involontariamente a ins****re con Antonella.
Il fattaccio avvenne alcuni giorno dopo: il mio amico aveva trovato coraggio di ripresentarsi a casa, lo aspettavo ad una data ora, prima che mamma decise di spedirmi a fare una commissione proprio in quell’orario.
E’ troppo strano, pensai. Soprattutto perché non svolgevo commissioni da anni, sapeva quanto mi scocciassi a fare questo tipo di cose.
E allora decisi, non so come, di farle credere che ero uscito, nascondendomi in realtà in un ripostiglio di casa. La mia mente aveva partorito uno strano piano di cui non riuscivo a riconoscere la motivazione: sebbene mi desse fastidio il fatto che Mirko si arrapasse pensando a mamma, volevo conceder lui un’opportunità, ma soprattutto volevo comprendere se questa fantomatica “commissione” imposta da mia madre avesse a che fare col fatto che lui stava per arrivare.
“Che mente malata la mia!”, riflettei.
Le cinque giunsero e Mirko, qualche minuto dopo, bussò.
Mamma, sebbene non fosse sotto la doccia, andò ad aprirgli in accappatoio…
Lì capii che la mia mente perversa aveva fottutamente ragione.
“Ciao Mirko, purtroppo al momento Giulio non è in casa.”lo accolse.
Lui, paralizzato dalla visione di Antonella in tenuta molto domestica, stava per ritornare indietro, quando mamma lo tirò per un braccio dentro casa: la discussione successiva fu incredibile.
“Sei tornato per continuare a spiarmi nel bagno, maiale?”
“….”
“E ti è piaciuta la mamma del tuo amico mentre si puliva?”
“Scusami, ma non ce la faccio più.. sei il mio sogno erotico ormai!”
“Davvero?” Lusingata, mamma gli sorrise sinistramente.
“Vieni con me”, lo prese per mano, lo condusse sul divano e a quel punto decisi di uscire.
Dovevo vedere cosa stava succedendo.
Mirko si era seduto sul divano, incredulo di avere davanti a sé le gambe depilate e lunghe di mamma, che se le toccava lentamente, a un ritmo esasperante.
“Quindi ti vuoi scopare la mamma del tuo amico…” e si buttò al volo sulle labbra di lui.
Si baciarono a lungo, approfonditamente, con le lingue che si univano lussuriosamente mentre mamma gli toccava i pantaloni..
“Antonella ti voglio nuda!” disse Mirko con la bava alla bocca.
E lei si staccò, proferendogli qualche parola, sussurrandola lentamente:
“Puoi solo vedere… nel frattempo fammi vedere il tuo cazzo…” e lo tolse dai jeans, svettante e già lucido. Lo toccò con due dita, in maniera lieve sulla punta, mentre Mirko iniziava a fare versi goduriosi.
“Preparati allo show di una VERA donna!”
Mise una sedia davanti a lui e iniziò a fare passi lenti, sinuosi volti a provocare il mio amico.
Mamma stava iniziando uno spogliarello che mi provocò un’erezione assurda.
Poco dopo tolse l’accappatoio e, fossi stato in Mirko, sarei venuto anche io.
Indossava sotto un perizoma nero, sottile all’estremo, che mentre si voltava mostrava l’interezza del suo culo, toccandoselo con la mano, mentre sopra un reggiseno di pizzo nero a stento conteneva gli enormi seni.
Si muoveva in maniera sensuale oltre ogni previsione, chinandosi regolarmente per mostrargli tutte le sue grazie, appoggiò uno dei tacchi accanto a lui, mostrandogli la vagina scostando il perizoma.
Prese il dito di Mirko e lo infilò dentro, provocando rumori che mostravano evidentemente quanto fosse bagnata. Mentre lui procedeva, lei gli toccava le labbra sfiorandole appena, e spingendo col bacino contro due dita che spingevano furiosamente.
Si staccò di colpo, abbassando prima il perizoma e poi togliendosi il reggiseno.
Si piegò nuovamente a 90 di fronte a Mirko, poggiandoli delicatamente le tette in faccia.
“Leccamele” e non se lo fece ripetere.
Mordicchiava delicatamente i capezzoli di mamma, titillandoli con le dita , e lei lo guardava soddisfatta, ignara del figlio dietro l’angolo che osservava la scena, e che mai avrebbe immaginato che la madre fosse una simile troia!
Si baciarono di nuovo, con trasporto, quando mamma iniziò a masturbare con estrema lentezza il pene di Mirko che a tratti sarebbe scoppiato…
“Antonella non ti posso scopare?” disse sudando.
“non esiste, se torna Giulio che faccio?”
“Non lo so, prova con un pompino”
Risero entrambi. Mamma si inginocchiò di fronte a lui e mise il cazzo fra le sue tette.
Iniziai a masturbarmi: mia madre Antonella, la sua quarta di seno che conteneva il pene di un mio amico, la sega spagnola lenta che gli stava facendo, era tutto troppo eccitante.
“Che tette eccezionali che hai… voglio sborrarci sopra!” Disse infoiato.
“Sinceramente preferisco sentire il sapore dello sperma” fu l’incredibile risposta di mamma!
Mirko propose di scoparla ancora, ma lei rifiutò, dicendo che “una donna sposata non si può far fottere da chiunque!”
Che zoccola!
“Comunque se vuoi tornare un pompino non te lo negherò certo” disse, ghignando, e continuando ad alzare e abbassare i seni sul suo pene.
Poco dopo Mirko si alzò e, con mamma ancora inginocchiata, le mise il cazzo in bocca.
“Ohhhh quanto ho sognato un pompino da te!”
Lei sfiorava lentamente la cappella con la lingua, passandola lungo tutta la circonferenza, e andando via via sempre più verso la base dell’attrezzo.
Mamma sembrava una pompinara nata…
Ma non durò molto: poco dopo Mirko iniziò a masturbare la parte del pene rimasta libera dalle fauci di Antonella, e le venne copiosamente in bocca mugolando in modo a****lesco e ingoiando la sborra, con qualche goccia che scendeva lungo il collo.
Rimasi incredulo.
Chissà che prossimamente non mi convenga provarci con la mia stessa madre….