Categories
Racconti Erotici

LA MORA, LA BIONDA E LA ROSSA.

STORIA DELL’INCONTRO DI TRE TRAV PUTTANE!

Era da molto tempo che non rivedevo la mia amica Lella, una delle mie sorelline preferite, con cui ho avuto già diversi incontri piacevoli ed eccitanti. Con lei mi trovo benissimo e ricordavo con piacere (eccitandomi al solo pensiero) le nostre lesbicate terminate tutte con i suoi stupendi schizzi di calda crema nella mia bocca assetata, documentati da alcuni video che girano nel web e di cui potete ammirarne uno su questo stesso blog. La mia bionda preferita non era più a Roma ma, con estremo piacere, un bel giorno, mi ha avvertita che sarebbe tornata un sabato e che avrebbe volentieri fatto una bella lesbicata con me. Naturalmente mi sono subito resa disponibile e le ho proposto di coinvolgere la mia nuova amica Paola per un coinvolgente incontro tra tre troiette porcelline. L’ho subito avvertita e lei, naturalmente, da vera troia come me, si è subito detta disponibilissima, ed abbiamo concordato orario ed incontro nel motel dove alloggiava Lella.
Il giorno stabilito ho preparato con cura tutte le mie cosine e mi sono recata con un po’ di anticipo nel luogo dell’incontro. Parcheggiata l’auto ho raggiunto la camera dove alloggiava Lella; ero fremente di rivederla dopo tanto tempo, ho bussato alla sua porta che dopo pochi istanti si è aperta. Sono entrata e me la sono trovata davanti: parrucca bionda corta come al solito, occhiali da sole, vestitino di rete nera cortissimo, calze nere con reggicalze , sandali argentati con tacco a spillo, guanti bianchi lunghi, depilatissima come sempre: insomma la solita incantevole troia. Ci siamo salutate con un bacio delicato sulle labbra ma io, da vera zoccola come sono, non ho resistito e ho subito messo la mano sul suo splendido e candido clitoride inanellato da un cokring in silicone bianco che spuntava da un mini perizoma con apertura sul davanti.
“Sei sempre la solita splendida troia, tesoro!” le ho detto e mi sono subito recata in bagno per la cerimonia della trasformazione. Mentre mi cambiavo e truccato per diventare Patty pensavo con eccitazione a quando l’avrei accarezzata, baciata ed avrei potuto godere appieno del suo corpo e di quello di Paola che sarebbe arrivata più tardi.
Ho indossato un corpetto nero di tulle, molto sbarazzino, che lasciava scoperto il seno, con reggicalze incorporato, calze nere velate ed un perizoma aperto che non lasciava nulla all’immaginazione, cockring di silicone trasparente intorno a clitoride e ai testicoli, sandali neri con strass e tacco a spillo, sopra un vestitino nero di pizzo, la mia solita parrucca nera corta e trucco da vera puttana. Un po’ di profumo come ultimo tocco ed aperta la porta del bagno mi sono recata in camera dove Lella

mia aspettava seduta sul letto fumando una sigaretta: atmosfera da vero bordello in stile anni ruggenti.
La prima cosa che abbiamo fatto è stato scambiarci un lungo ed appassionato bacio lingua su lingua: non ricordavo quanto fosse eccitante baciarla sentendo i nostri due corpi toccarsi mentre la mia mano le carezzava il clitoride già turgido dal piacere.
Abbiamo iniziato a lesbicare scambiandoci deliziose succhiate di cazzo a vicenda; naturalmente io ero la passiva prevalente: come sapete ormai tutti la mia bocca è assetata di cazzo e non ne può fare a meno, soprattutto se si tratta del clitoride depilatissimo di una sorellina come Lella. Naturalmente non ho tralasciato il suo delizioso buchino posteriore con dolci e penetranti colpi di lingua: delizioso veramente con lei che mugolava dal piacere.
Mentre ci scambiavamo dolci effusioni con i nostri corpi già eccitati al massimo arriva Paola che ci trova già in piena attività. Ci salutiamo e mentre lei si reca in bagno per prepararsi noi continuiamo i nostri giochi porcellini, rotolandoci sul letto, scambiandoci baci bagnati e lunghe leccate reciproche.
Dopo un po’, non so quanto perchè non ci siamo accorte del tempo che passava impegnate come eravamo nei nostri giochi di piacere, esce Paola dal bagno: parrucca rossa corta, catsuite a rete nera a maglie larghe con apertura sul davanti, stivali neri alti ed un mini perizoma che conteneva a stento il suo clitoride già eccitatissimo: la terza puttana era pronta!
Di qui in poi è iniziato un magnifico gioco a tre difficile da descrivere: i nostri corpi a momenti si aggrovigliavano e non si capiva più di chi fosse questa o quella parte.
Mentre Paola succhiava Lella io mi dedicavo al suo cazzo turgido masturbandolo e raccogliendolo nella mia bocca sempre più affamata. Poi io e P. ci siamo dedicate entrambe a L. spompinandola insieme e scambiandoci anche deliziosi baci saporosi degli umori di Lella.
Poi, mentre Paola era supina sul letto e L. usava la sua bocca su di lei io mi sono avvicinata al viso di P. e le ho puntato il mio clitoride eccitato in bocca permettendole di dedicarsi ad esso con piacevoli colpi di lingua che andavano dalla punta scendendo giù fino alle mie palle liscie che si deliziavano di quelle eccitanti attenzioni.
In pochi attimi cambio di scena: siamo ora io e L. che offriamo a P. entrambi i nostri clitoridi e lei da supina si ritrova a leccarci entrambe trovandoseli sopra il viso e dedicando le attenzioni della sua bocca e della sua lingua una volta all’una una volta all’altra: delizioso.
In un turbinio di eccitazione crescente L. e P. si dedicano ad un coinvolgente 69 ed io inizio a leccare il buchino di L. mentre P. si dedica al suo clitoride. In genere io non svolgo ruolo da attiva anale ma la scena era troppo invitante: vedevo il buchino di L. fremere sotto i mie colpi di lingua e le mie dita che lo penetravano delicatamente. Ho avvicinato allora con delicatezza la punta del mio clitoride al suo buchino e, piano piano, ho iniziato a penetrarla: la sentivo gemere dal piacere e l’ho cavalcata con gusto mentre P. da sotto continuava a leccarla.
Eravamo ormai giunte al culmine dell’eccitazione ed io aspettavo con ansia il finale del nostro incontro, quello che adoro di più: mi sono sdraiata supina sul letto e P. e L. si sono avvicinate in ginocchio ai lati del mio viso mentre masturbavano i loro clitoridi turgidissimi. Le vedevo smanettare con foga e le stimolavo, dedicandomi con bocca e lingua sia all’una che all’altra con la mia bocca che passava dalle cappelle alle loro palle depilate e lisce e immaginava già i dolci schizzi della loro crema calda che presto l’avrebbero inondata. Passavo dall’uno all’altro clitoride eccitatissima mentre mi masturbavo a mia volta, eccitatissima, e le sentivo gemere per l’avvicinarsi del piacere. La prima che mi ha offerto il suo succo è stata Paola, alla destra del mio viso, che gemendo mi ha scaricato in bocca la sua sborra cremosa che io, come sempre, ho assaporato con sommo piacere riprendendo poi in bocca più volte il suo arnese per assaporarmelo tutto ancora bagnato del suo umore.
Poco dopo è stata Lella che, gemendo come una vacca in calore, mi ha schizzato in viso ed in bocca ripetuti fiotti della sua calda crema ricoprendomi il viso con abbondanti ondate di piacere. Ero in estasi e chiedevo a loro di continuare ripulendo per bene e più volte i loro clitoridi bagnati di umore e chiedendo loro altra sborra da gustare ma, purtroppo, sapevo che non sarebbe stato possibile, almeno quella sera.
Avevo il viso e il petto completamente ricoperto, mi sentivo una vera troia, una puttana in calore, una vera porca, insomma quella che voi conoscete: Patty.
Kiss ed a presto col prossimo racconto.

Categories
Racconti Erotici

yoga

Fare yoga è bello, mi ha sempre intrigato! Ma quando l’ho capito veramente, era passato circa dopo un mesetto che avevo iniziato a seguire delle lezioni private a casa di un’amica…soprattutto dopo quel che mi è capitato.
Partiamo dall’inizio:
Una mia cara amica ha, per caso, iniziato a seguire delle lezioni di yoga qualche anno fa. Da allora è diventata sempre più brava, tanto da poter diventare prima assistente e poi maestra di yoga nella scuola in cui ha iniziato.
L’anno scorso stavo parlando con lei, una ragazza giovane, alta circa 170cm, corporatura magra, capelli biondi e lunghi fin poco sopra le spalle, uno sguardo stupendo con le sue pupille marroni tendenti al nocciola, un culetto che farebbe invidia alle più belle attrici di Hollywood e due piccoli seni che però ti fanno pensare “quanto li vorrei poter coprire con il palmo della mano”, voce calma e suadente, ma allo stesso tempo ferma, di chi sa cosa vuole dalla vita. Parlando, esce il discorso dello yoga e sul fatto che anche io avrei voluto provare e lei, che chiameremo “V”, si propone di farmi delle lezioni gratuite.
Dopo qualche mese da quella chiacchierata, finalmente riusciamo ad organizzare la mia prima lezione: V mi fa fare un’ora intensa, dove mi fa provare varie tipologie di yoga; alla fine della lezione mi sento stanco e stremato, ma contento e le dico che voglio continuare. Così ci organizziamo in modo da poter far una volta alla settimana una lezione da circa un’ora a casa sua e io, in cambio, per ripagarla, le offro sempre la cena.
Così si susseguono le lezioni, pian piano, un’ora alla volta e passa circa un mese da quella prima lezione; nel giorno e nell’ora decisi per quella settimana, come sempre, arrivo da lei appena finito di lavorare con lo zainetto in spalla contenente i vestiti da usare per la lezione. Ci salutiamo e vado in bagno a cambiarmi; nel mentre V va a preparare nella stanzetta predisposta allo yoga i tappetini. Messi via i vestiti del lavoro ed indossati i pantaloncini e la maglietta, la raggiungo e mi siedo sul mio tappetino, in attesa che lei si sieda sul suo, posizionato davanti al mio. Ma, prima di sedersi, mi dice di alzarmi che questa volta avremmo fatto yoga in un modo leggermente diverso dal solito, in un modo più “naturale” e, dicendo questo, si toglie la maglietta e continua dicendomi “togliti i vestiti…tutti! Spogliati completamente che facciamo yoga nudi”. Io, incredulo, la guardo mentre si toglie il top e i pantaloni e, mentre si sta togliendo le mutandine, mi dice di muovermi a spogliarmi, che dobbiamo iniziare la lezione!
Ancora con la bocca aperta, intento ad ammirarla li, nuda, davanti a me, con quelle sue tette che spuntano dal petto, grandi come una coppa di champagne, con in punta dei capezzoli rosei, la pancia piatta, le anche che spuntano leggermente a lato e la sua bella fighetta, quasi completamente rasata, con un piccolo triangolo di pelo castano chiaro posizionato poco sopra le grandi labbra.
Con un piccolo gesto con la mano, V richiama la mia attenzione e mi dice di muovermi; mi tolgo la maglietta e i pantaloncini e rimango un attimo fermo prima di togliermi le mutante, l’ultimo baluardo che mi copre un’erezione ormai non più controllabile; prendo un lungo respiro e le abbasso.
Appena finito di spogliarmi, senza neanche guardarmi, mi fa il gesto di sedermi sul tappetino ed iniziamo la lezione facendo tutte le posizioni fatte già le altre volte, solo che ogni volta che si china con le gambe dritte e mette le mani vicino ai piedi, faccio fatica a concentrarmi e le guardo quel bel culetto che si ritrova, pensando a quanto sarebbe bello prenderla da dietro in quella posizione e di farle sentire quanto è duro il mio cazzo; come anche ogni volta che facciamo una posizione in cui si deve allargare bene il bacino e mette in mostra il suo monte di venere, è sempre un casino e vi assicuro che nello yoga posizioni del genere sono mooolto frequenti. Quindi io, in pratica, sono perennemente con l’uccello in tiro. Ad esempio, un altro momento incasinato, avviene quando dobbiamo fare una delle tante posizioni per allungare la schiena: spostando il peso sulle spalle, testa all’indietro e gambe e piedi portati fin dietro la testa fino a toccare terra con le dita dei piedi…il problema dell’avere un’erezione in quella posizione è il trovarsi la cappella a pochi centimetri dalla faccia e non è stato molto bello!
Finalmente, dopo quasi un’ora, arriviamo agli ultimi 15 min di lezione in cui si fa riposo: come sempre, mi fa sdraiare sul tappetino, pancia all’aria, gambe e braccia distese e lasciate morbide per terra e occhi chiusi. Inizia la solita solfa sul cercare di lasciarsi andare, sentire ogni parte del corpo pesante, di non muoversi, occhi chiusi, respiro cadenzato e sento che, come le altre volte, si avvicina a me per mettermi sugli occhi una cosa fatta da lei x coprirli ed aiutare nel rilassamento. Però la sua voce la sento sempre molto vicina a me, poco sopra la testa, finché non sento qualcosa avvicinarsi alla faccia, subito penso sia una sua mano e mi domando il perché, anche se spero vivamente che poi scenda più giù ed inizi a segarmi l’uccello, che è sempre in tiro! Ma poi, invece, la sua voce cambia, e mi dice che devo continuare a tenere gli occhi chiusi e tirar fuori la lingua: io ovviamente eseguo e subito dopo sento qualcosa di morbido ed umido sopra la mia bocca. “Lecca” mi ordina e capisco che finalmente è arrivato il momento: si è inginocchiata su di me e mi ha sbattuto in faccia la sua patatina!
Nella mia testa c’è una festa! Era parecchio che mi immaginavo questo momento e non credevo sarebbe realmente successo…quante seghe mi sono fatto pensando a lei!
Lecco, lecco le grandi labbra, la parte attorno, infilo la lingua dentro, le mordicchio il clitoride che ormai è gonfio dall’eccitazione; le metto le mani attorno ai fianchi e cerco di girarla, in modo da fare un bel 69, ma lei resiste in quella posizione. Per fortuna mia, resiste poco. Quando sento i suoi primi umori colarle sulle cosce e sul mio viso, lei finalmente decide di girarsi. Le sue ginocchia sono attorno alla mia testa, le mie mani esplorano ogni parte del suo culetto e la mia lingua continua a farle provare un piacere immenso e lei si china su di me, innanzitutto lo sfiora con le mani ed io ho già i brividi! Poi lo prende con la mano destra, lo stringe e tira giù tutta la pelle e la tira su, poi giù e poi su, piano piano, mi sta facendo impazzire! Lei ormai è quasi arrivata all’orgasmo, si ferma un attimo e credo stia inarcando la schiena, perché non sento più i suoi seni sfiorarmi la pancia. La sento ansimare sempre più profondamente, sempre di più, finché non diventano quasi dei piccoli urletti di piacere: sta godendo! Io però in resisto! Tra la vista della sua fighetta, le sue mani che continuano a segarmi molto lentamente e sentirla godere, sto per venire anche io: con una maon cerco di portarla giù, stavolta mi lascia fare e finalmente sento le sue labbra attorno al cazzo. Lei ha degli spasmi sul ventre, segno che sta godendo ancora…ci sta mettendo davvero impegno in quel pompino e pochi secondi e le riempio di sperma la bocca. V sento che continua a ciucciare ed in parte ingoia, in parte fuoriesce e cola lungo la mia asta.
Ma dopo un’ora di eccitazione continua, non mi basta un pompino. La faccio girare con la schiena per terra e continuo a leccarle la figa, facendola arrivare quasi al secondo orgasmo. A quel punto mi dice “ti prego, non resisto più! Scopami” per fortuna ho ancora l’uccello in tiro ed una voglia matta di ficcarmi quella gran fica di V e la accontento all’instante. Mi porto su di lei e, baciandola in bocca, la penetro con un colpo solo. Scosto un attimo la faccia dalla sua, per guardarla mentre me la sto scopando: è bellissima! Il suo volto ha un’espressione di goduria, il suo respiro è sempre più simile a degli urletti e questo mi eccita ancora di più! Voglio sbattermela fino allo sfinimento, voglio riprendermi di tutte quelle volte che mi sono toccato pensando a lei e di quanto sarebbe stato bello fare sesso con lei.
V ha il suo secondo orgasmo e mi dice che vuole che le venga sulle tette. Quindi mi fa uscire da quell’antro bagnato e caldo che è il suo monte di venere e, messomi sopra di lei, lo prende in mano per farmi una di quelle che definirei tra le seghe migliori mai ricevute, fa certi movimenti con la mano che non capisco, ma che mi fanno godere come un maiale: poco tempo dopo, sto già per venire. Credo che lei senta il mio cazzo pulsare sempre di più, perché V si mette in posa per riceverlo tutto sui seni. Poche menate e le sborro copioso addosso, qualche schizzo più lungo addirittura le arriva in faccia. Le ultime gocce le lecca e poi mi sposto leggermente, per darle modo di mettersi meglio. Mi guarda compiaciuta con ancora degli schizzi sulla faccia e con le dita ne prende un pochino e se le porta in bocca, leccandole simulando un pompino.
Questo è troppo! Mi sta venendo di nuovo voglia, ma ho bisogno di 5 min di riposo, così lei ne approfitta e va a lavarsi.
Quando torna, purtroppo, mi dice che è tardi e che, a malincuore, deve andare via.
Ed aggiunge che la prossima volta che accadrà, farà in modo di avere tutto il tempo necessario per poterlo fare tante volte in più, che vuole provare altre posizioni.
NON VEDO L’ORA!
In attesa della lezione della prossima settimana, sto cercando di trattenermi dal masturbarmi con l’immaginarmi quello che potrà accadere.

Categories
Hardcore Inzest Lesben Reife Frauen Voyeur

Das Sklavenpaar [Netzfund]

Das Sklavenpaar

Fickknecht Jan und Ficksau Sandra

Ein Bericht vom Fickknecht und seiner Eheficksau:
Nachdem Ende unsere Beziehung mit Hartmut, der ja fast fünf Jahre lang unser Besitzer gewesen war, konnten wir im letzten Jahr zum ersten Mal wieder selber unseren Urlaub planen. Natürlich kam dafür für uns nur etwas in Frage, wo wir auch herumsauen konnten und wo es möglich war, andere Perverse kennenzulernen. In den normalen Katalogen gab es natürlich nichts passendes, aber als ich dann mal im Internet suchte, fand ich eine Anzeige von einem Privatclub in Portugal, der ziemlich interessant war.
Sofort schrieb ich eine Email und schickte auch gleich ein paar Bilder mit, auf denen sie gleich sehen konnten, dass wir wirklich ein total versautes Paar sind. Das gefielen ihnen sehr gut, und sie schickten uns auch ein paar Bilder von der Anlage und auch welche, auf denen wir sehen konnten, dass es dort wirklich hoch herging. Auch eine Liste war dabei, auf der die freien Termine standen.
Wir überlegten nicht lange und ich schickte ihnen eine Antwort, mit der ich für uns ein kleines Ferienhaus für zwei Wochen im August buchte. Und schon am nächsten Tag bekam ich von ihnen eine Bestätigung, dass sie das Haus für uns reservierten hatten.

Am 5. August flogen wir dann nach Faro. Wir waren sehr aufgeregt und hofften beide, dass wir in dem Club richtig geile Leute finden würden. Am liebsten wäre uns natürlich ein neuer Besitzer, der es versteht, so Ficksklavenschweine wie Sandra und mich richtig zu behandeln. Denn wir hatten in den Monaten davor oft gemerkt, dass es ohne einen richtigen Besitzer nicht so geil war und wünschten uns beide sehr, endlich wieder von einem Herrn benutzt und versklavt zu werden. Deshalb hatten wir uns auch überlegt, dass wir zu allem bereit sein wollten, wenn wir einen Besitzer finden, der uns gefällt.
Am Flughafen stand schon ein kleiner Bus, der uns abholen wollte. Der Fahrer war Henrik, ein junger Holländer, der gut deutsch sprach. Während der Fahrt erzählte er uns ein bisschen von dem Club. Die meisten Gäste kamen jedes Jahr wieder, manche sogar zwei oder drei Mal im Jahr. Er sagte, dass es fast keine Regeln gäbe und jeder für sich selber verantwortlich wäre. Verboten wäre nur alles, was mit Kindern und Tieren zu tun hat, was wir gut verstehen konnten. Außerdem durfte man nichts tun, was wirklich gefährlich oder blutig ist. Wer bei sowas erwischt wird, der mußte sofort die Anlage verlassen.
Wir sagten ihm, dass das für uns kein Problem ist und wir diese Verbote auch sehr gut finden. Und wir erzählten ihm auch, dass wir einen neuen Besitzer suchten. Henrik lachte und sagte uns, dass wir im Club bestimmt den Richtigen finden würden, denn es wären gerade viele SMler da. Wir waren froh, das zu hören und wurden noch gespannter.

Die Anlage war nicht sehr groß und hinter einen großen Mauer versteckt. Sie war außerhalb der Stadt in einer kleinen Bucht über dem Meer. Um zu Strand zu kommen, mußte man eine ziemlich lange Treppen heruntergehen. Aber wir waren ja nicht so sehr wegen dem Strand gekommen, und so störte uns das auch nicht.
Gleich am Eingang der Anlage stand das Hauptgebäude mit der Rezeption, dem Speisesaal, der Bar und dem Fernsehraum. Als wir in die Halle kamen, war in einer Sitzgruppe gerade ein wilder Dreier im Gange. Eine junge, dunkelhaarige Frau kniete dort auf einem Sessel und wurde von zwei Männern gefickt. Der eine fickte sie in den Arsch und der andere in die Maulvotze. Ihre Körper klatschten dabei so laut aufeinander, dass es in der ganzen Halle zu hören war, genau so wie das Stöhnen und Keuchen der Frau, die offensichtlich schon sehr geil war.
Der Mann, der es der jungen Schlampe in den Arsch besorgte, war wohl ihr Ehemann, denn während er die Kleine sehr hart abfickte, schlug er ihr mit beiden Händen kräftig auf den Arsch und forderte den anderen auf, der Sau den Schwanz ganz in das geile Nuttenmaul zu stossen. Die Sau wäre das gewohnt, und wenn sie dabei kotzen würde, wäre das auch egal.
Sandra stöhnte auf, als wir das sahen, sie nahm mich an der Hand und sagte: „Ich glaube, hier sind wir richtig.“
Wir bekamen unsere Ferienhaus ganz in der Nähe vom Hauptgebäude. Es war ein kleines Haus mit zwei Schlafzimmern, einem Bad und einem Wohnzimmer mit einer Kochecke. Von der Terrasse aus konnten wir auf die Anlage und die beiden Swimming-Pools sehen. Wir bekamen auch noch einen Zettel mit den Regeln für den Club, die wir ja zum Teil schon kannten.
Wichtig war aber, dass man am ersten Tag einen AIDS-Test machen lassen musste. Es würde zwei Tage dauern, bis man das Ergebnis bekam, und solange durfte man nur mit Gummi ficken. Später bekam man dann ein rotes Armband, damit alle sehen konnte, dass man negativ war.
Weil wir schon gesehen hatten, dass fast alle nackt herumliefen, ließen wir unsere Klamotten im Schrank als wir dann loszogen, um uns mal umzusehen. Zuerst gingen wir gleich zu dem kleinen Arztzimmer im Haupthaus und ließen uns Blut abnehmen, dann wanderten wir zu den Pools, wo es auch eine große Bar gab. Und dort war auch schon einiges zu sehen.

Links an der Bar kniete ein älterer Mann vor einem jüngeren und blies ihm einen. Eine sehr gut gebaute, auch noch ziemlich junge Blondine stand daneben und massierte dem jüngeren die Eier. Der ältere blies sehr gut und leckte den Schwanz und die Eier des anderen geil ab. Und er schluckte auch alles, als der jüngere dann abspritzte.
Auf der anderen Seite fickte ein Pärchen, die schon etwas älter waren. Die Frau stand breitbeinig vor der Bar und hatte sich weit nach vorne gebeugt. Der Mann fickt sie mit seinem sehr großen Schwanz von hinten durch, wobei die Titten der Frau wild hin und her klatschten. Die Frau keuchte vor lauter Geilheit und feuerte den Mann an, damit er noch härter zustieß.
Ich bekam vom Zusehen schon einen Steifen, und Sandra wurde auch sehr geil. Wir stellten uns an die Bar, bestellten uns zwei Bier und sahen den anderen zu. Sandra massierte mir dabei kräftig die Eier und ich bohrte ihr einen Finger tief in die geile Arschvotze.
Nachdem er alles geschluckt hatte, stellte sich der ältere Mann zu uns und sagte: „Guten Tag. Ich bin Heiner und ich bin ein sehr geiles und sehr devotes Bi-Schwein. Ich blase gerne Schwänze, lecke Votzen und Arschlöcher, auch wenn sie dreckig sind. Natürlich biete ich auch gerne meine enge Arschvotze zum Ausspritzen an. Wenn ihr wollt, dann könnt mich gern jederzeit benutzen.“
Wir stellten uns auch vor und sagten Heiner, dass wir selber auch devote Säue sind, die einen Herrn suchen. Heiner sagte uns, dass das kein Problem ist, weil in Club viele Doms sind, die geilen Ficksklaven suchen. Er fragte mich noch mal, ob er mir einen blasen sollte, doch ich wollte noch nicht spritzen, und so ging Heiner weiter.
Das Pärchen neben uns war jetzt auch fertig, und die Frau stand noch alleine an der Bar. Sandra sprach sie an und wollte wissen, ob der Ficker mit dem dicken Schwanz ihr Mann war. Die Frau lachte und sagte, dass sie nicht weiß, wer der Mann ist, aber das er sie gut gefickt hat. Dann sah sie mich an und sagte: „Ich habe gerade gehört, dass du gerne ein Fick– und Lecksklave bist. Also, dann komm her, und leck meine Votze sauber, Sklave!“
Das tat ich gerne und leckte eine Menge Wichse aus ihrer rasierten Votze. Ich leckte ihr aber auch den Kitzler und das Arschloch, was die Frau sehr geil machte. Schließlich presste sie mein Gesicht auf ihre Votze und hatte einen Orgasmus.
Sie war zufrieden und sagte zu Sandra: „Da hast du aber einen guten Lecksklaven. Ob ich ihn wohl öfter mal benutzen kann?“
„Na klar“, sagte Sandra, „so oft wie du willst. Er ist sehr versaut und sehr belastbar und für fast alles zu gebrauchen. Nimm ihn dir ruhig, wenn du ihn brauchst!“
Die Frau ging kurz darauf, und nachdem wir unser Bier ausgetrunken hatten, sahen wir uns auch weiter um. Um die beiden Pools herum gab es noch einen kleinen Park mit viel Rasen und Büschen. Durch diesen Park ging der Weg zur Treppe, über die man herunter an den Strand gehen konnte.
Wir sahen noch weitere Paare und Gruppen, die gerade fickten. Zum Teil war es wirklich pervers. Zum Beispiel war da eine Frau, die bestimmt schon 50 war. Sie lag mitten auf dem Rasen, und um sie herum stand eine Gruppe von Männern, die alle auf die Frau pissten. Ein anderer Mann stand neben der Frau und schlug ihr dabei mit einer Gerte hart auf die Votze. Ich hätte fast abgespritzt, als wir sahen, wie die Frau sich dann geil in der Pisse wälzte und sich zum Orgasmus schlagen ließ. Auch Sandra war ein bisschen neidisch auf die Frau und sagte, dass sie gerne an ihrer Stelle wäre.
Als wir an den hinteren Pool vorbeigingen, sahen wir eine Frau, die breitbeinig in einem Liegestuhl lag und sich von einer anderen Frau in die Votze fisten ließ. Sie schrie dabei so schrill, dass es in der ganzen Anlage zu hören war.
Zum Schluß gingen wir auch zum Strand herunter. Aber dort war nicht viel los, denn leider war der Strand nur sehr schmal und auch sehr steinig. Bis auf ein Paar, das gerade fickte, war hier nichts zu sehen.

Wir waren sehr geil, als wir wieder in unser Ferienhaus zurückgingen. Mein Schwanz schmerzte inzwischen stark und kurz vor dem Haus griff ich Sandra von hinten und presste meinen Steifen zwischen ihre Arschbacken. Auch Sandra war sehr geil, doch sie machte sich schnell wieder los und sagte: „Nein, wir ficken erst wieder, wenn wir einen Herrn haben, der es uns erlaubt!“
Eigentlich hätte ich enttäuscht sein müssen, aber stattdessen wurde ich nur noch geiler, weil Sandra so ein perverses Luder ist und mich gerne zappeln läßt. Zurück in unserem Haus band ich mir das Ledergeschirr um meine Eier und zog es so fest an, dass es höllisch weh tat. Dann warf ich mich vor Sandra auf die Knie und bettelte sie an, wenigsten mit mir herumzugeilen. Sie war einverstanden, aber ich mußte ihr versprechen, dabei nicht abzuspritzen. Außerdem verlangte sie von mir, das ich mit meinen geknebelten Eiern zu dem kleinen Supermarkt neben dem Haupthaus gehen sollte, um einzukaufen.
Ich machte gleich eine Liste und ging los. Erst war es mir etwas peinlich, mit vollsteifem und abgebundenen Schwanz durch den Club zu gehen, aber ich merkte schnell, dass es die anderen nicht interessierte.
Auf dem Rückweg traf ich zufällig Heiner, den wir schon an der Bar kennengelernt hatten. Er hielt mich an und wollte wissen, ob ich eine geile Bi-Sau und ein richtiges Ferkel wäre, was ich bestätigte. „Dann komm schnell mal mit“, sagte Heiner, und wir gingen in die Herrentoilette auf der Rückseite der Bar.
Dort waren bereits drei andere Männer, die alle ungefähr in meinem Alter war. Einer von ihnen, ein etwas dickerer, stand tief gebückt vor einem Pissbecken, an das er mit Handschellen angebunden war, und wurde gerade von einem der beiden anderen Männern in den Arsch gefickt. Der dritte Mann kniete daneben und quetschte dem Dicken ziemlich brutal die Eier und kniff ihm in die Brustwarzen. Der Dicke schnaufte und wimmerte und schrie ständig: „Ich bin eine dicke, geile Arschfickvotze und habe es nicht besser verdient! Bitte, benutzen sie meine Kackvotze wie sie wollen.“
Heiner schob mich zu den Männern und sagte ihnen, dass ich auch eine devote Schwanzzofe bin, die sie benutzen können. Die Männer sahen mich neugierig an, und dann zog der Arschficker seinen Schwanz aus der Kackvotze des Dicken und sagte zu mir: „Los, du geile Schwanzsau, jetzt wird geblasen!“
Zitternd vor Aufregung fiel ich sofort vor ihm auf die Knie und nahm seinen schönen, sehr schmutzigen Schwanz in meine geile Maulvotze. Er fing auch gleich an zu stossen und bohrte mir den Schwanz sehr tief in die Kehle. Dann fickte er mich sehr hart in meine geile Maulvotze, und ich blies ihn geil, bis er endlich spritzte und mir seinen Schleim in den Mund pumpte.
Sofort war Heiner neben mir auf den Knien und sagte: „Nicht schlucken!“ Dann küssten er mich und schlürfte mir die Wichse aus dem Mund und leckte mir auch die braune Schmiere von den Lippen. Mittendrin begann der Mann, der mir in den Mund gespritzt hatte, auf einmal zu pissen und ließ seine geile Jauche abwechselnd auf unsere Gesichter klatschen. Ich konnte mich nicht beherrschen und öffnete den Mund, um den geilen Saft zu schlucken, und nachdem er leergepisst war, leckte ihm auch noch den Schwanz gründlich wieder sauber.
Der dritte Mann hatte sich inzwischen auch in der Kackvotze des Dicken ausgespritzt und ihn wieder losgebunden. Jetzt lutscht der Dicke seinen verschmierten Schwanz und wichste dabei seinen harten Schwanz, bis ein langer Wichsstrahl auf den Boden spritzte, den der Dicke dann auch noch auflecken musste.
Marcel, der mir in die Maulvotze gespritzte hatte, sagte mir, dass ich wirklich ein geile Schwanzzofe und eine echte Drecksau bin. Auch der andere Dom, der Ingo hieß, lobte mich und sagte, dass man hier solche geilen Säue wie mich immer gerne sehen würde. Normalerweise würden sie immer Heiner und den Dicken, der Franky hieß, benutzen, aber ich könnte gerne so oft kommen wie ich wollte. Und als Heiner ihnen sagte, dass ich auch eine geile Ehesau habe, meinten sie, dass ich die gerne mitbringen könnte, wenn sie wirklich eine richtige Sau ist.
Ich sagte, dass ich das sehr gerne machen würde. Dann nahm ich meine Tüten und machte mich schleunigst auf den Weg zurück zu unserem Häuschen, weil inzwischen fast eine Stunde weg war.

Doch Sandra war nicht allein. Zu meiner großen Überraschung kniete sie vor einem jüngeren, ziemlich bulligen Kerl, der es sich in einem der Sessel bequem gemacht hatte, und leckte an seinen dicken, rasierten Eiern. Als ich genau hinsah, konnte ich sehen, dass ihre Titten abgeschnürt waren und an den Nippeln schwere Gewichte baumelten.
„Los, nimm die Eier richtig in dein Maul, du blöde Votze“, fauchte der Mann Sandra gerade an. „Oder muß ich dir erst deinen fetten Arsch richtig durchstriemen?“ Dann drehte er sich zu mir und sagte: „Und du geile Schwanzzofe komm auch her und knie dich neben deine dreckige Eheficke!“
Ich gehorchte sofort und kniete mich neben Sandra. Mein Schwanz, der ja inzwischen über eine Stunde lang abgeschnürt war, schmerzte höllisch, wodurch er aber noch härter und dicker wurde.
Der Mann betrachtete mich ein paar Sekunden lang, bevor er mir dann den Befehl gab, seinen Schwanz zu lutschen. Er hatte eine normal langen, aber sehr dicken Schwanz, und ich mußte meine Maulvotze weit öffnen, um ihn blasen zu können. Da mir der Mann und seine herrische Art sehr gut gefiel, gab ich mir Mühe, ihn gut zu bedienen. Dabei wußte ich noch nicht mal, wie er hieß.
Erst nach etwa 10 Minuten befahl er uns, mit dem Blasen und Lecken aufzuhören. Sandra musste sich breitbeinig über ihn hocken, dann packte er sie an Hüften und rammte ihr den dicken Schwanz mit einem Stoß ganz in die Votze. „Los, jetzt fick mich, du Sau“, sagte er und kniff Sandra gemein in die geschwollenen Warzen, die von den Gewichten lang gezogen wurden.
Sofort begann Sandra ihn zu reiten. Der Mann sah mir dabei dirket in die Augen und sagte: „Ich bin Axel, und Henrik hat mir erzählt, dass ihr beide zwei sehr geile und devote Bi-Säue seid, die einen sehr perversen und harten Herrn suchen. Wie der Zufall es will, suche ich auch gerade ein richtig versautes Sklavenpaar, und da habe ich mir gedacht, ich komme mal vorbei und prüfe euch.“
In diesem Augenblick war ich sehr glücklich, denn Axel gefiel mir sehr gut. Er schien wirklich sehr hart und herrisch zu sein und wußte bestimmt auch, wie man mit solchen Fickschweinen wie Sandra und mir umgehen mußte. Deshalb nickte ich eifrig und sagte, dass wir wirklich zwei sehr perverse Ficksäue sind, die gerne einem perversen Herrn dienen und eine wirklich strenge und perverse Behandlung brauchen.
Doch Axel verzog dabei keine Miene und sagte nur: „Das werden wir ja sehen. Jedenfalls hat es bis jetzt noch nicht viele Säue gegeben, die es lange mit mir ausgehalten haben!“
Und wie um uns zu zeigen, warum es keiner lange bei ihm ausgehalten hatte, zog er Sandra von seinem Schwanz, den er dann geschickt gegen ihr Arschloch bugsierte. Und jetzt will ich ihn mal in deinem geilen Fettarsch spüren, du Nuttensau“, sagte er und zog Sandra wieder nach unten.
Doch zum Glück ist Sandra eine erfahrene Arschfickzofe, die auch Gurken und dicke Dildos vertragen kann. Deshalb hatte sie auch mit dem Schwanz keine Probleme und nahm ihn ohne zu klagen auf. Das gefiel Axel sehr gut, auch das Sandra dabei geil aufstöhnte und kräftig mitfickte. Er meinte, dass sie eine Sau so ganz nach seinem Geschmack ist und das er gespannt ist, was wir ihm noch alles zu bieten haben.
Er fickte sie noch sehr ausgiebig, und ich war erstaunt, wie lange er seinen Saft zurückhalten konnte. Aber schließlich spritzte er dann doch in Sandras Arsch ab.
Kaum hatte er abgespritzt, sah er mich an und sagte: „Los, du fette Schwanzzofe, du weißt, was du jetzt zu tun hast.“ Doch als ich vor ihn kroch und seinen Schwanz ablecken wollte, stieß er mich herrisch mit dem Gesicht gegen Sandras Arsch und befahl mir, erst die Wichse aus ihrem Arsch zu lecken.
Ich war sehr geil, und deshalb bohrte ich meine Zunge sehr tief in den Arsch meiner Frau und leckte sie aus. Unser Herr hatte sehr viel gespritzt, und natürlich war es nicht nur seine Wichse, die aus dem Arsch herausfloß. Doch ich leckte alles gründlich ab und durfte danach auch noch den dicken Schwanz sauber lecken, der dabei schon wieder etwas anschwoll.
Inzwischen waren mein Schwanz und meiner Eier blau angeschwollen und ich mußte vor Schmerz ein paarmal stöhnen. Das machte unseren Herrn wütend. Er sagte, dass ich mich wie ein Weib anstellen würde und offensichtlich noch ein bisschen Training brauche. Er schickte Sandra nach oben, um die Reitpeitsche zu holen, und befahl ihr dann, mir fünf Schläge damit auf die Eier zu geben. Und wenn sie nicht hart genug zuschlug, dann würde sie für jeden zu leichten Schlag selber fünf Schläge auf die Votze bekommen.
Ich mußte mich breitbeinig auf den Boden legen und die Arme hinter dem Kopf verschränken, und Sandra musste sich mit ihrem Arsch auf meinen Mund setzen, damit meine Schreie gedämpft wurden. Und dann musste sie meine Eier schlagen.
Sie wollte unseren Herrn nicht enttäuschen und schlug sehr brutal. Ich brüllte in ihr Arschfleisch und krümmte mich auf dem Boden während der Schmerz durch mich hindurch raste. Trotzdem konnte ich beim letzten Schlag nur knapp verhindern, dass ich vor Geilheit abspritzte.
Als ich mich danach unterwürfig bei unserem Herrn für die Strafe bedankte, war er zufrieden mit mir. „Du bist wirklich ein geiles Sklavenschwein und sehr belastbar“, sagte er. „Und deine Alte ist auch einen perverse Arschfickzofe. Ich glaube, dass ich es mit euch mal versuchen sollte.“
Sandra und ich sahen uns an, und wir dachten beide dasselbe. Axel war wirklich so ein perverser und harter Herr, wie wir uns gewünscht hatten. Das sagten wir ihm und auch, dass wir gerne seine Ficksklaven sein möchten und er über uns verfügen kann. Wir wären zu allem bereit, auch sehr harte Strafen und sehr perverse Benutzung und wollten keine Einschränkungen.
Unser neuer Herr überlegt noch etwas, dann sagte er: „Gut, wir haben ja noch eine Woche Zeit, es auszuprobieren. Der Anfang war ja schon nicht schlecht, aber das ist noch lange nicht alles. Und ich warne euch zwei Drecksäue, wenn ihr mich nur ein einziges Mal enttäuscht, dann ist es vorbei. Dann will ich euch nicht mehr.“
Wir versprachen ihm hoch und heilig, ihn nie zu enttäuschen. Das werde er dann sehen, sagte unser Herr, aber fürs Erste werde er uns gleich einmal unsere Maulvotzen öffentlich benutzen lasse, um zu testen, ob wir wirklich gehorsame Sklavensäue sind.

Ich durfte jetzt endlich meinen Schwanzknebel wieder abnehmen, weil die Schmerzen inzwischen nicht mehr auszuhalten waren, und auch Sandra durfte die Verschnürung von ihren Titten lösen, die sich in der Zwischenzeit schon blau gefärbten hatten, und die Gewichte von den geschwollenen Warzen abnehmen. Unser Herr holte zwei Paar Handschellen aus unserem Koffer mit dem Werkzeug, mit denen er uns die Hände auf den Rücken band. Dann schmierte er uns mit einem von Sandras Lippenstiften die Maulvotzen rot ein und schrieb mit dem Stift auf zwei Blätter aus meinem Schreibblock ‘Maulvotzen – Für jeden zu benutzen’. Die Blätter machte er dann mit Sicherheitsnadeln an unseren Brustwarzen fest.
So brachte er uns zu dem breiten Weg, der durch die Anlage führt. Wir mußten uns Rücken an Rücken mitten auf den Weg knien, und unser Herr verband unsere Handschellen miteinander. Bevor er dann ging, sagte er noch, dass er uns nach dem Abendessen wieder abholen würde.
Bald kamen auch die ersten Gäste vorbei. Als sie uns da knien sahen, lachten sie und sagten, dass wir ja ein richtig perverses Sklavenpaar wären. Und gleich hatten Sandra und ich auch die ersten Schwänze in unseren Maulvotzen, die geblasen werden wollten. Sie fickten uns sehr hart, und wir bekamen viel Saft zu schlucken.
Es war sehr geil für uns, so ausgestellt zu werden. Die Leute, die vorbei kamen, verspottet uns gemein und wir mußten viele Schwänze blasen. Auch ein paar Frauen kamen, die geleckt werden wollten, und wir wurden dabei auch geschlagen und gekniffen. Leider wollten die meisten Männer von Sandra geblasen werden, die insgesamt neun Schwänze und zwei Votzen bediente, während ich nur drei Schwänze aber auch drei Votzen bedienen musste.
Über drei Stunden mußten wir auf dem Weg knien, bis unser Herr endlich wieder kam. Er hatte zwei Hundhalsbänder mitgebracht, die er uns gleich anzog. Er öffnete die Handschellen und wir mußten uns auf alle Viere vor ihn knien. Dann band er Sandra und mich mit den Handschellen an einem Arm und einem Bein wieder zusammen, machte an unseren Halsbänder noch Leinen fest und zog uns wie zwei Hunde zum Haupthaus und dort in den Speisesaal.
Das Abendessen war zwar schon zu Ende, aber es waren immer noch ein paar Gäste im Speisesaal. Wir sahen auch zwei Sklavinnen und einen Sklaven, die unter den Tischen knien mußte und beim Essen den Schwanz ihrer Herren lutschten. Auf einem Tisch lag eine Frau, die sich von einer ganzen Gruppen Männer durchficken ließ.
Unter dem Spott und dem Gelächter der Gäste zerrte unser Herr uns quer durch den Speisesaal. Am Ende, direkt neben der Tür zur Küche, standen vier Freßnäpfe. Zwei waren mit Essensresten gefüllt, in die beiden anderen hatten die Kellner die Reste aus allen Gläsern und Flaschen gekippt.
„So, hier ist jetzt euer Fressen, ihr Ficksäue“, sagte unser Herr und trat uns beide in den Arsch. „Fresst jetzt, denn das ist alles, was ihr heute bekommt.“

Es war schon sehr demütigend, aber wir hatten auch großen Hunger. Also fingen wir an, aus den Hundenäpfen zu fressen und die Brühe zu lecken. Es kamen auch ein paar von Gästen dazu, die mit unserem Herrn redeten und ihm sagten, dass wir wirklich sehr perverse Drecksäue sind, die hart und pervers behandelt werden müssen. Einer von den Gästen packte mir dabei an meine geschwollenen Eier und quetschte sie sehr hart, ein anderer hockte sich einfach über den Arsch von Sandra und fickte sie beim Fressen in die Arschvotze. Und eine Frau stellte sich dann noch über die Näpfe und pisste in unser Essen, wobei die anderen Gäste herzlich lachten und Befall klatschten.
Ich bekam wieder einen Tritt von unserem Herrn und er sagte: „Willst du dich bei der Dame nicht bedanken und ihr dafür die Pissvotze sauberlecken, du undankbares Schwein!“ Das machte ich natürlich sehr gerne, und als die Frau dabei noch ein paar kleine Spritzer auspisste, schluckte ich sie gehorsam.
Kurz danach fragte eine anderer Gaste unseren Herrn, ob er auch meine Arschvotze ficken könnte. Mein Herr sagte, dass ich eine geile Bi-Sau bin und gerne hart in den Arsch gestossen werde. Ich spürte, wie meine Arschvotze mit etwas klebrigem eingeschmiert wurde, und dann bohrte sich ein langer, leider nicht sehr dicker Schwanz in meine geile Arschvotze und ich wurde kurz aber sehr kräftig durchgefickt. Mein Herr lachte, als mein Schwanz dabei sofort wieder steif wurde, und meinte, dass ich wirklich eine perverse Schwanzzofe bin, die den Arsch wohl nie voll genug haben kann.
Auch Sandra wurde noch von einem Mann in die Votze gefickt, und nachdem wir unsere Näpfe gründlich sauber geleckt hatten, zerrte unser Herr uns aus dem Speisesaal und zurück in unser Haus. Dort mußte ich mich ins Bett legen und wurde mit gespreitzten Armen und Beinen angebunden. Mein Herr sagte, dass er für mich heute keine Verwendung mehr hatte und ich schlafen sollte. Bevor er mit Sandra wegging, durfte sie mich zum Glück noch abwichsen, denn nach diesem Tag war ich ungeheuer geil. Ich spritzte auch fast sofort gewaltig ab, wobei Sandra meinen Schwanz so halten mußte, dass ich mir mit meinem eigenen Saft das Gesicht, die Brust und Bauch einsaute. So verklebt liessen sie mich zurück.
Ich lag dann noch lange wach und überlegt, was für ein Glück wir mit unserem neuen Herrn gehabt hatten und was wohl in den nächsten Tagen noch alles passieren würde.

Categories
Inzest

Eier zum Frühstück…

Es war Sonntagabend, und ich war wieder einmal so scharf drauf, ein bisschen strichen zu gehen.
Ich machte mich also schick: kurzes Röckchen, Heels und Nylons mit Naht, Straps, hochgeschlossene
Bluse, viel Lack und Latex, Haare hochgesteckt und nuttig geschminkt, zog ich los. Ich fahr meist 7 – 8
Stationen mit der S-Bahn, dann steig ich auf einem kleinen Vorstadt-Bahnhof aus, da ist nicht allzu viel los, es stört keinen, wenn man sich dort zum Anschaffen hinstellt. Und die Chance ist groß, Ausländer zu treffen, vor allem Ost-Europäer, Afrikaner, Araber und Moslems…
So stand ich auch diesmal, natürlich geil vor Aufregung, was wohl noch passieren würde. Ich zündete eine Zigarette an und stöckelte ein wenig hin und her, genau vorm Eingang des Bahnhofes auf der anderen Straßenseite. Sicher war wieder ein Zug angekommen, denn eine Menge Leute kamen auf einmal. Natürlich würde ich auch wieder beschimpft, aber das stört mich nicht, im Gegenteil! Ich bin ja total devot veranlagt, und mag es, wenn man mich beschimpft und beleidigt…
Ich bemerkte einen dunkelhäutigen Typen, er stand ein Stück entfernt an der Haltestelle gegenüber: ein Afrikaner oder Araber, ich konnte es nicht genau sehen, bis er sich nach mir umdrehte und mich musterte.
Ich schaute zu ihm herüber und ging ein wenig hin und her, er schaute jetzt ständig zu mir.
Ich schaute noch einmal in den Spiegel, überprüfte mein make up und meine Kleidung, dann fasste ich mir ein Herz und stöckelte zu ihm hinüber. Ich sah, es war ein Araber wie aus dem Bilderbuch, ich versuchte, meine Erregung zu verbergen, – Kunststück! Denn mein Röckchen war ja so kurz, dass man meine Strumpfhalter sehen konnte und mein Schwänzchen baumelte frei unterm Röckchen. Dass ich jetzt nur keinen Ständer bekomme…!
Zunächst ging alles gut, ich stellte mich vor und erklärte ihm, was ich so vorhatte… Er hieß Kahrim und lud mich ins Cafe im Bahnhof ein. Wir verzogen und in eine ruhige Ecke und plauschten. Jetzt war er sehr direkt und fragte mich, ob ich ihm einen blasen würde. Und weiter erfuhr ich, dass er schon fast drei Wochen keinen
Samen-Erguss mehr gehabt hatte und mich sehr gern füttern würde… Mir schlug jetzt das Herz bis zum Hals
und ich stellte mir vor, was sich in drei Wochen für ein riesiger Samenstau bei ihm gebildet hatte…
Ich bekam jetzt voll einen Ständer, unterm Tisch konnte das ja keiner sehen, aber Kahrim hatte es bemerkt, ging mir einfach unters Röckchen und fummelte an meinen Eiern, dann schob er einen Finger in mein Analfötzchen
und reizte meine Prostata, dass mir fast einer abging. Er spürte es und zog sofort seinen Finger heraus und hielt ihn mir an den Mund. Ich leckte ihn sofort sauber. „ Du bist ja ein perverses Ferkelchen“ meinte er und wollte wissen, auf was für Sauereien ich noch so steh. Wir saßen die halbe Nacht und fummelten und knutschten. Und ich hatte so einen Appetit auf seinen Samen…Ich fragte ihn dann, ob er nicht ein paar dunkelhäutige Freunde hätte, um mit mir einen Gangbang zu machen. Er versuchte, zu telefonieren, und wirklich: etwa eine Stunde später kamen zwei weitere rassige Blackboys. Sie waren sehr frech zu mir und fragten mich, ob ich schon gefrühstückt hätte. Was sie damit wohl meinten…!?
Wir verzogen uns auf die Bahnhofs-Toilette, um diese Zeit hatten wir da die meiste Ruhe. Ich hockte mich gleich vor die Jungs hin, um ihnen zu zeigen, dass ich artig blasen wolle. Mit zitternden Fingern öffnete ich ihre Hosen, mir schlug ein irre geiler Geruch entgegen, jetzt war es um mich geschehen…Kahrim hatte ein Prachtstück von Pimmel, als ich die dunkle Vorhaut zurückzog, kam eine süße rosa Eichel zum Vorschein, an der ich nun genüsslich nuckelte und saugte. Ich blies die drei Pimmel, bis sie hart wurden.
Die Jungs setzten mich auf ein Waschbecken und jetzt rammelten sie mich abwechselnd in mein heißes Transen-Fötzchen. Der erste war schon soweit und spritzte voll in mich ab. Ich spürte sein Sperma in mich reinschießen…
Ich lutschte ihm den Schwanz sauber und auch sein Arschloch. Das war nötig, denn die Kerle waren keine Meister der Reinlichkeit, und so nuckelte ich auch an ihren Löchern…
Ich war kaum fertig, da schoss mir der zweite seinen Samen ohne Vorwarnung ins Gesicht und auf meine Bluse!
Ich muss ziemlich schlimm ausgesehen haben, so angewichst und vollgerotzt…
Jetzt war Kahrim an der Reihe und er meinte nur, ich wüsste schon, was ich zu tun hätte…
Ich blies seinen Pimmel, seine Eichel war so groß, dass sie kaum in meinen Mund passte, ich war voller Erwartung, wann er abspritzt…Dann war es endlich soweit: seine Eichel begann zu zucken und zu pumpen, ein dicker klebriger Schwall ergoss sich in meinen Mund… Es war eine riesige Ladung und ich kam mit dem Schlucken fast nicht hinterher. So eine Menge Sperma hatte ich noch nie verzehrt. Es war meine erste Mahlzeit an diesem Morgen, sozusagen eine Extraportion Eiweiß zum Frühstück…einfach köstlich !
Jetzt war ich so heiß, dass ich auf dem Toilettenboden liegend, mir vor den Jungs auf mein Kleid ejakulierte und mir dann die vollgewichsten Fingerchen einzeln ableckte…
Die drei Kerle ließen mich so vollgespritzt und abgefüllt einfach liegen und verschwanden.
Jetzt hatte ich das, was ich mir wünschte: benutzt und abgefüllt zu werden, und dann weggeworfen wie ein benutzter Pariser…

Categories
Racconti Erotici

Caffè di sabato mattina.

Premetto che sono GELOSISSIMA del mio compagno. Stiamo insieme da più di 3 anni e né sono sempre più gelosa, anche se senza motivo. Parlando con un’amica (psicologa) mi consiglia che sarebbe bene fare sesso con il mio compagno ed un’altra donna!! Io, giustamente, la ritengo una follia…..
Però quel consiglio lo avevo sempre nella mente…..
Un giorno mi telefona una mia cugina, 12 anni più grande di me (io 41 anni), una donna molto sexy e provocante, una 4^ misura originale (io 3^ abbondante ma rifatta), e mi chiede di andarla a prendere dal meccanico, visto che era rimasta a piedi.
Esco e vado a prenderla, il mio compagno rimane a casa a lavorare al computer.
Prendo mia cugina e, piovendo di gran carriera, le dico se vuole venire a bere un caffè a casa; lei mi dice di si.
Torniamo a casa apro la porta ed entriamo in punta di piedi volendo fare una sorpresa al mio compagno (dato che si conoscono bene ed abbiamo un bel rapporto di confidenza e di scherzo).
Arriviamo nello studio ed aprendo la porta abbiamo noi la sorpresa….il mio compagno sta guardando un video porno e, leccando il mio perizoma che avevo messo nella cesta del bucato, si sta masturbando….ha un cazzo durissimo ed una cappella enorme e turgida!!!!
Mia cugina rimane di sasso, con gli occhi incollati al cazzo durissimo del mio compagno, lei è single, si mette subito un dito in bocca e si sfiora la figa; io non so che fare ma, dopo qualche secondo dico a mia cugina di andare in cucina a bere quel benedetto caffè!! Il mio compagno si eccita vedendo mia cugina che gli fissa il cazzo……
Nel corridoio mi avvicino a mia cugina e le chiedo se le piacerebbe vedermi scopare dal mio compagno, lei mi dice:”magari, ha un cazzo davvero enorme…..”
Ritorno nello studio, lasciando la porta socchiusa per permettere a mia cugina di guardarci, entro e rimanendo vestita, inizio a succhiare il cazzo con una foga impressionante mentre il mio compagno mi tiene per i capelli….
Mia cugina a fuori la porta e guarda, io la posso vedere ma il mio compagno no perché è di spalle…..la situazione mi eccita da impazzire…..ogni tanto mentre succhio alzo gli occhi e la guardo…..lei si tocca le tette ed ha una mano sotto la gonna…..
Ad un certo punto salgo sopra il mio compagno e, spostandomi le mutandine, mi infilo il cazzo nella figa…..mi fa male, lo ha troppo lungo e grosso…..
Inizia a scoparmi con una foga incredibile……mi sento il cazzo che mi arriva in gola…..ma ad un certo punto mi chiede:”Scusa ma tua cugina??? Non vorrei che ci sente…..”!!
A quel punto gli rispondo che lei è dietro la porta che ci guarda….e gli chiedo se posso farla entrare, magari si siede…..lui mi dice di si mentre inizia a scoparmi ancora più forte…..
Alchè chiamo mia cugina e le dico dientrare…..lei entra, si siede sul divano e fissandoci, si sfila le mutandine si apre le cosce e si infila 3 dita nella figa…..la ha davvero spalancata e soltanto con una striscia di peli…..
Il mio compagno è eccitatissimo, guarda mia cugina e gli viene il cazzo sempre più duro……continua a scoparmi come un a****le inferocito, io già sono venuta 2 volte, sono senza forze….scendo da quel bel cazzone ed inizio a succhiargli i capezzoli, a lui piace tantissimo…..mentre gli accarezzo la cappella…..mia cugina ha sempre gli occhi fissi a quel cazzo enorme e durissimo….
A tal punto le dico di avvicinarsi e le chiedo se vuole toccare quel cazzo…..lei, eccitatissima mi dice si….si avvicina e gli inizia a toccare la cappella, mentre io continui a succhiare e mordergli i capezzoli….quindi inizia a masturbarlo pianissimo…..lo scappella fino in fondo…..a poco a poco si avvicina la bocca e inizia a leccarli la cappella ma senza toccare il cazzo…io sto godendo come una maiala….non me lo sarei mai immaginato vista la mia gelosia….ma sono presente e questo mi rassicura….
Dopo qualche minuto inizia a spompinarlo in una maniera mai vista…..ha proprio voglia di cazzo….
Il mio compagno è alle stelle…..a questo punto mia cugina mi chiede se può scoparselo ed io le dico di si…..le sale di sopra e inizia a montarlo…..ha la figa spalancata…..grida come una pazza mentre io mi metto a cosce aperte sulla faccia di lui pretendendo che mi lecchi la figa……stiamo godendo tutti e 3 come i pazzi…..arrivato ad un certo punto lui ci dice di sdraiarci a terra perché deve venire….io e mia cugina ci sdraiamo accanto e inizia a sborrarci sulle tette ad entrambe….sembra un fiume di sborra caldissima…..e con le mani la spalma fino alla bocca di tutte e due e noi lecchiamo e ingoiamo….
Dopo qualche minuto, per rompere il ghiaccio, Lui dice:” scusate, ma non dovevate fare il caffè?? Per me, visto che sono le 12:00 un aperitivo molto alcolico!!!!

Categories
BDSM

Zufälliger Dreier aus dem Internet

Diese Geschichte ist wirklich passiert, im Oktober 2011. 🙂

Ich saß in einer freien Woche Abends gelangweilt vor meinem Laptop und war wie so oft in dem bekannten lila Chat online. Plötzlich schrieb mich ein Kerl an, sehr hübsch, dunkle Haare, muskulös, 3-Tage-Bart, ein bisschen Ähnlichkeit mit Jake Gyllenhaal, genau mein Typ wie ich seinem Foto entnahm, und 23 Jahre alt – also 4 Jahre älter als ich zu diesem Zeitpunkt, “Na du Hübsche ;)”. Normalerweise reagier ich nicht auf so langweilige Sätze, aber die Langeweile die ich eh schon hatte war wesentlich schlimmer.
Wir schrieben neutral, was der andere beruflich, schulisch und generell macht, Hobbies, und so weiter. Sehr symphatisch der Kerl, “Hoffentlich ist er kein Fake”, dachte ich mir nur die ganze Zeit, denn seine Fotos machten mich ja schon ziemlich heiß. Irgendwann kam natürlich die Frage, ob ich in einer Beziehung bin. War ich zu diesem Zeitpunkt nicht – er auch nicht, was mich ziemlich gewundert hat. Wie das “Schicksal” es wollte, glitt das Gesprächsthema irgendwann zu Sex. Störte mich bei ihm gar nicht, denn wie gesagt, er war einfach zu heiß. Ich hielt mich trotz allem ein wenig zurück, denn ich wusste ja nicht ob er wirklich der Kerl auf dem Foto ist.. trotz allem machte mich seine direkte Art auch an. “Auf was stehst du denn beim Sex, wenn wir schon beim Thema sind? Und was hast du für unerfüllte Fantasien?”, fragte er mich. Ich antwortete, dass ich mir schon seit einiger Zeit einen Dreier wünsche, auch wenn es schlampig rüberkommt, aber allein der Gedanke daran macht mich so unheimlich nass. “Hm…”, schrieb er. Toll, jetzt denkt er wahrscheinlich ich bin ein Flittchen. “Das hört sich extrem scharf an 😀 würdest du mitmachen, wenn ich noch einen Freund frage?”. Ich war baff, damit hätte ich nicht gerechnet. Und sehr verunsichert, denn ich hatte mich generell noch nie mit wem aus dem Internet getroffen – und dann, direkt zum Sex? Gleichzeitig wuchs in mir aber auch die Neugier, so dass ich binnen Sekunden antwortete “Klar, wieso nicht :)”. Noch konnte mir der Typ nichts, also mich bedrängen oder sonstiges, er hatte ja noch keine Nummer, Adresse oder irgendwas, schoß mir durch den Kopf.. ich war einfach so verunsichert, und trotzdem merkte ich wie nass ich durch die Vorstellung, seinen Schwanz bald irgendwo in mir zu haben, wurde. “Cool, ich freu mich schon richtig darauf 😉 ich muss jetzt off. Hier, 01578*******, schreib mir wenn du Zeit hast, ich frag in der Zwischenzeit schon mal rum ob sich wer bereit erklärt, aber bei deinem Gesicht werd ich schnell wen finden ;)” – “Alles klar, bis dann :)”. Als er offline ging, speicherte ich seine Nummer und ging auch offline. Ich schaltete erstmal den Tv ein um ein wenig Weite zu haben und stöberte dabei auf dem bekannten Videoportal rum, ein bisschen nachdenken und ablenken. Funktionierte nicht wirklich. Ich schaute auf mein Handy.. hmm.. ich hab die ganze Woche frei, also könnte ich ihm eigentlich direkt schreiben. Allein der Gedanke, mit mehreren Kerlen.. ich wurde ziemlich heiß dabei, also schaltete ich meinen Tv und alles andere aus, machte mich bettfertig und vergnügte mich ein wenig mit mir selbst, mit den Gedanken bei dem Kerl, der übrigens Julian hieß. Als ich fertig war, legte ich mich schlafen, aber jetzt wesentlich sicherer – wenn ich mich an einem öffentlichen Ort mit ihm treffe sieht er mich eh nicht unter den ganzen Leuten, wenn ich von einer Ecke aus erstmal spähe, ob der Typ vom Foto irgendwann zu sehen ist.
Ich wachte am Vormittag auf, ich fühlte mich ziemlich fit, ich musste einfach irgendwo hin. Für Oktober war es ziemlich angenehm draußen. Sofort fiel mir Julian ein. Ich schaute auf mein Handy. Ob ich es wagen soll? Erstmal richtig wach werden, also ging ich duschen rasierte mich überall, schminkte mich und während ich frühstückte, schrieb ich Julian eine Sms: “Wenn du schon jemanden gefunden hast, hätte ich heut Lust :)” Es dauerte wirklich keine 5 Minuten, da bekam ich eine Antwort: “Alles klar, ich hab auch schon jemanden 😉 bin grad noch auf der Arbeit bis 15 Uhr, ich ruf dich danach an” Jetzt war ich wirklich aufgeregt. Okay, bis 15 Uhr sind es noch ein paar Stunden. Und wie wohl der andere aussieht? Tausend Gedanken schossen mir durch den Kopf. Wo sollen wir uns treffen? Was zieh ich eigentlich drunter? Erstmal Ruhe bewahren. Genug andere Menschen haben es auch schon getan.. Eins stand aber definitiv für mich fest. Wenn wir irgendwo Sex haben werden, dann bei mir. Also widmete ich mich meiner Wohnung – zum Glück wohne ich seitdem ich 18 bin alleine – räumte noch etwas auf, später ging ich einkaufen und entspannte bis 14 Uhr noch etwas vor dem Tv. Dann suchte ich mir schonmal Unterwäsche raus, ich entschied mich für einen weißen Spitzen-BH, einen weißen Spitzen-String und schwarz-weiße Fischnetz-Strapse. Zum Glück hab ich nicht diesen Stress wie viele Frauen, “Ich muss meine Nägel noch machen und meine Fußnägel lackieren uuuundsoweiter”, denn ich gehe jeden Monat zur Mani- und Pediküre. Ich zog mir meine Unterwäsche an, darüber ein hellblaues schulterfreise Hängerchen dass bis über den Po geht und darunter eine schwarze Leggins. Man konnte durch das Hängerchen meinen BH sehen, aber das fand ich irgendwie aufregend. Ich ging ins Bad und glättete mir meine langen schwarzen Haare, die ich auch offen lassen werde. Mit den Gedanken bei Julian und seinem Körper, wurde ich gestört – und zwar von ihm.
“Hallo?” sagte ich und versuchte dabei so wenig wie möglich nervös zu klingen, und schaute dabei auf die Uhr. Kurz nach 15 Uhr. Ja, bei Sex sind sie alle ganz fix.
“Ich geh grad zum Auto, wenn ich zuhaus bin geh ich schnell duschen und mich umziehen. Sagen wir um 16:30 in der Innenstadt vor McDonalds?” Verdammt, ist seine Stimme sexy. “Ja ist super. Übrigens, ist es okay wenn wir es bei mir machen?” – “Ja klar, kein Ding. Dann bis gleich!” Mehr als Nervösität, machte sich in mir die Lust und die Freude breit. Ich war so gespannt wie es ist, mit 2 Männern gleichzeitig.
Gegen 16 Uhr zog mir einen Schal an und schnappte mir meine Handtasche, ich brauch eh nicht lange zur Innenstadt, 5 Minuten mit der Bahn. Dann hab ich genug Zeit mich ins Café gegenüber zu setzen und zu schauen, ob wirklich der Typ vom Foto dort auftaucht – mit einem hoffentlich genau so ahnsehnlichem Freund.
Um 16:15 Uhr saß ich im Café, bestellte mir einen Latte Macchiato und wartete. Von meinem Platz aus hatte ich eine perfekte Übersicht, und konnte genau auf den Eingang vom McDonalds schauen. Nicht mal 10 Minuten später, stand er dort. Der Typ von den Fotos. Ich konnte es ehrlich nicht glauben, und dann auch noch, dass der Typ der neben ihm stand, genauso heiß war. Dann bekam ich auch schon eine Sms “Wir sind schon da :)” Ich ließ die Hälfte meines Getränks stehen, bezahlte und ging in Richtung der Beiden. Irgendwie war ich nicht mehr so aufgeregt, aber dafür umso gespannter. Julian erkannte mich, umarmte mich und sein Freund, Alex, sagte “Hätte nicht erwartet dass du noch hübscher bist als auf den Fotos!” – “Ich auch nicht”, sagte Julian. Das gab mir zumindest Zuversicht, das beruhigte mich sehr.
Wir stiegen in die Bahn und waren innerhalb einer Viertelstunde schon bei mir zuhause. “Schön hast du’s hier, gefällt mir”, sagte Julian. “Danke. Wollt ihr vielleicht was trinken?” – “Ein Glas Wasser vielleicht. Währenddessen können wir ja schonmal über Tabus reden, über Vorlieben sprachen wir ja schon.” Ich holte Wasser für alle und wir setzen uns ins Wohnzimmer. Wir sprachen über unsere Tabus, bis Julian sagte “Ich hab auch was mitgebracht”, und da bemerkte ich erst die Tasche die er mitgebracht hat. “Du stehst ja auf Toys” sagte er, und zog dabei aus seiner Tasche einen hautfarbenden Dildo, “18 cm und 5 cm dick” merkte er an. Zudem einen durchsichtig-blauen Vibrator mit Klit-Stimulator, genauso lang. Eine rosa Analkette, Plüschhandschellen mit braunem Kunst-Leopardenfell, Babyöl und 2 weiße Kerzen, da ich ja auf Wachsspiele stehe und er es unbedingt mal ausprobieren wollte wie es ist jemanden mit Wachs vollzuträufeln. Ich war begeistert, “Das enstpricht alles genau meinem Geschmack!” sagte ich. “Gut, sollen wir loslegen?” grinste Alex. “Gern, dann lasst uns ins Schlafzimmer gehen.” antwortete ich. Wir gingen in mein Schlafzimmer, Julian legte die Toys auf mein Bett und Alex zog ein paar Kondome aus seiner Hosentasche. “Du meintest du nimmst die Pille, aber das ist besser für uns alle. Vorsichtshalber, du weißt.” sagte Julian. Nicht nur gutaussehend, auch vorsorglich. “Nein, ich finds natürlich so besser” antwortete ich. Wir zogen uns aus, und ich sah wie sich eine Beule in Alex’ Boxershorts bildete, als er auf meine 80C-Brüste und dann auf meine Beine sah die von den Fischnetz-Strapsen bedeckt wurden. “Ernsthaft, du übertriffst meine Erwartungen. Damit hätte ich nicht gerechnet, so geile Titten und dazu dieser Arsch” sagte Julian. “Ich konnte meine Augen auch nicht von deinem BH weglassen als wir in der Bahn saßen”, sagte Alex, “man sah ihn einfach so extrem durch dein Top!”.
Ich schaute auf die Körper der Beiden. Durchtrainiert, männlich. Alex war genau derselbe Typ wie Julian, nur in Blond. Ich merkte wie meine Nippel hart wurden. “Also ich bin dafür, wir lassen es einfach passieren, du legst dich hin, und wir machen erstmal. Du stehst ja auf’s benutzt werden.”, grinste Julian. Ja, das hatte ich ihm genau so geschrieben im Chat. Es macht mich einfach tierisch an. Alex zog mir den Bh aus während Julian über meinen Po streichelte. “Ich leg noch schnell ein zweites Laken drüber” sagte ich. Alex zog mich dann auf mein 180 x 200 cm Bett, ich legte mich hin und er nahm meine Arme über meinen Kopf und legte mir die Handschellen an. Dann sah ich wie sie sich ihre Boxershorts auszogen und Julian die beiden Kerzen anzündete und eine davon Alex gab. Julian kniete rechts von mir und Alex links. Alex reichte Julian kurz seine Kerze, damit er mir meinen String ausziehen kann. Er sah meine glattrasierte Muschi, glitt mit seinen Fingern darüber und sagte “Einfach geil, wie ein Babypo”. Er nahm wieder die Kerze und während er mir auf den Beinen das heiße Wachs verteilte, bewachste mich Julian auf meinen Brüsten. Wie geil das heiße Wachs über meine harten Nippel lief – unbeschreiblich. Beide arbeiteten sich zu meiner Muschi hin, ich war bewachst wie nie. Arme, Beine, Brüste, Bauch – alles voll mit Wachs, nur meine Muschi noch nicht. Julian stellte seine Kerze weg und hielt meine Spalte auf, während Alex das heiße Wachs über meine Klit, meine empfindlichen Innenschenkel und mein Loch liefen ließ. Ich merkte wie ich richtig nass wurde, und meine Spalte zugeklebt war von dem Wachs. Alex machte die Kerze aus, stellte sie weg und riss meine Spalte auseinander, es war ein unglaublich geiler Schmerz, weil sie ja so verklebt war. Dann zog er meine Beine hoch, und rieb seine Finger mit Babyöl ein. Zuerst ein Finger, dann 2, dann 3 führte er mir anal ein, bis ich etwas gedehnt war und er mir den Dildo reinschob. Während dessen knetete Julian meine Brüste. “So. Ich mach dir jetzt die Handschellen ab, und du verwöhnst uns während wir dich verwöhnen, okay?” sagte Julian. Das war natürlich mehr als okay. “Ja, klar.” Alex machte mir die Handschellen ab und kniete sich wieder neben mich. Ich wichste seinen Schwanz und ich leckte dabei seine glattrasierten Eier, während mir Julian den Dildo rauszog und dafür die Analkette einführte, und mich mit dem Vibrator verwöhnte. “Ganz schön nass deine Fotze, dann können wir ja auch einen Gang härter ran oder Alex?”, grinste Julian Alex zu, und Alex packte meinen Kopf und schob seinen Schwanz tief in meinen Mund. Er nahm meine Hand und führte mich zu seinem Po, ich wusste was los war. Also streichelte ich über sein Poloch und ging immer wieder mit der Zeigefingerspitze etwas rein. Seinem Stöhnen nach zu urteilen fand er es wohl sehr geil. Alex ließ von mir ab, und Julian sagte “Jetzt wirst du gefickt.” Er zog mir die Analkette aus dem Po, Julian legte sich auf den Rücken, ich kniete mich über ihn und er zog ein Kondom über, und schob mir seinen Schwanz, der genauso dick und lang war, in meine nasse Spalte. Alex zog sich auch eins über und ging hinter mich und führte seinen Prügel in meinen Po ein. Beide rammten gleichzeitig rein und raus, während Julian dazu an meinen Brüsten leckte und an meinen Nippeln lutschte. Endlich wusste ich wie es ist von 2 Kerlen einen Doppelfick zu kriegen, und ich genoß es unglaublich. Zwischendurch zog er immer wieder getrocknetes Wachs von meinem Brüsten und dem Bauch, was einen angenehmen, kleinen Schmerz verursachte. So ging es etwa 15 Minuten, bis Alex seinen Schwanz aus meinem Po zog und sagte “Du wirst dich jetzt vor uns verwöhnen, wir wichsen bis wir kommen, und du wirst sehen was dann passiert.” Das machte mir ein bisschen Angst, und mir wurde klar, die haben sogar den Ablauf geplant. Aber der gefiel mir, auf jeden Fall.
Die beiden setzten sich mit dem Rücken und ausgestreckten Beinen an die Wand auf mein Bett. Ich nahm mir den Dildo und schob ihn in meine Muschi, während die beiden anfingen sich einen zu wichsen. Verdammt, ich steh ja total drauf beim wichsen zuzusehen. Ich kniete mich hin und ging auf dem Dildo auf und ab, während ich mich selbst noch ein wenig auf meinen Brüsten bewachste. “Das machst du richtig gut..”, sagte Julian, “Ja verdammt geil..”, fügte Alex hinzu. Während Alex seine Beine anzog um sich beim wichsen einen Finger in den Po schieben zu können, kam ich einfach auf ihn zu und leckte sein Poloch. Er stöhnte auf, als ich dabei noch seine Eier massierte und er zusehen konnte wie Julian meinen Arsch streichelt und sich weiterwichst. Ich ließ von ihm ab und wir gingen alle in unsere ursprüngliche Position zurück. Die beiden wichsend, und ich mich mit dem Vibrator vergnügend. Alex sagte “Sag bescheid wenn du richtig nass bist, ich steh drauf richtig nasse Fotzen zu lecken”. Gesagt, getan. Ich leckte Julians Eier, während ich auf dem Rücken lag und er sich wichste, und Alex meine nasse Spalte leckte. Er zog meine Schamlippen auseinander und leckte vom Loch bis zur Klit immer wieder hoch und runter und schob zwischendruch seine Zunge ins Loch. Dann fingerte er mich und leckte mein Poloch. Dann wechselten sie, ich lutschte Alex’ Schwanz während Julian mich leckte. Ich war so in Fahrt, dass ich nicht mehr blasen konnte. Ich hebte mein Becken immer schneller auf und ab, und als Julian mir 2 Finger jeweils in mein Fotzenloch und in den Po schob, dauerte es nicht mehr lange. Ich knetete an Alex’ Eiern, immer heftiger, er zog an meinen Nippeln und leckte meine Brüste, und Alex leckte mich auch immer schneller. Ich lief schon regelrecht aus, und dann kam ich. Ich schob Julian mein Becken entgegen, zuckte, und er schob mir bis zum Anschlag seine Finger in den Po. Ich wurde noch nie so geil zum Orgasmus gebracht.
“Ich hab dein junges enges Fötzchen zum auslaufen gebracht, jetzt sind wir dran.”, sagte Julian. “Gerne” antwortete ich. Ich kniete mich auf den Boden und die Beiden stellten sich vor mich. Ich fing an den beiden abwechselnd einen zu blasen, während ich den anderen mit der Hand verwöhnte. Zuerst bließ ich Julian einen, während ich mit meiner linken Hand über seinen muskulösen Bauch fuhr und meine Zungenspitze seine pralle Eichel umkreiste. Während dessen massierte ich Alex’ Schwanz. Dann wechselte ich, ich lutschte Alex’ Eier von unten bis zur Schwanzspitze. Vor Geilheit bildete sich soviel Speichel im Mund dass sein ganzer Schwanz glänzte und es mir aus dem Mund tropfte. So ging es ungefähr 10 Minuten weiter – bis ich als Bukkake-Figur gedient habe. Ich knetete beiden die Eier und sie wichsten sich. Zuerst spritzte mir Alex ins Gesicht und dem offenen Mund, nur ein paar Sekunden später kam auch Julian mit seinem Prügel, sagte “Schluck unsere Wichse!” und wichste mir ins Haar und in den Mund. Beide stöhnten während sie noch meine Brüste mit ihrem vielen Sperma trafen. Sie streiften ihre Schwänze an meinem Gesicht ab und wischten mir mit ihren Fingern ihre Wichse in meinen Mund, ich sollte sie runterschlucken. Ich schluckte, Alex sagte “Braves Mädchen.” – “Du bleibst so dort sitzen wie du bist, bis wir zur Tür raus sind.”, fügte Julian hinzu. So bestimmt hatte er während des ganzen Treffens nicht geredet.
Sie wuschen sich die Hände, packten die Sachen zusammen und zogen sich an. Als Julian sich noch wusch, kam Alex zu mir und verpasste mir einen Zungenkuss, obwohl mein Mund und mein Gesicht vollgewichst waren. “Ich meld mich nochmal bei dir. Es war zu geil..” und zog seine Jacke an. Als Julian fertig wurde, nahm auch er seine Jacke und sagte “Das können wir gern wiederholen.” Er umarmte mich vorsichtig, da ich ja noch besamt war, und sie verabschiedeten sich. So brav wie ich bin, wartete ich, wie sie es gesagt hatten, bis sie aus der Tür waren. Ich hörte die Tür zugehn, und begab mich unter die Dusche.

Noch heute geilt mich dieser Tag sehr an.

Categories
Anal

Meine erste Fahrstunde

Verschlafen schaute ich auf die Uhr, es war 7:56 Uhr. Heute habe ich meine erste Fahrstunde viel mir ein. Bei diesem Gedanken wurde ich hellwach Doch bevor ich mich diesen Gedanken weiter widmete, kümmerte ich mich erstmal um meine Morgenlatte. Ich nahm meinen harten Schwanz in die Hand und begann leicht zu wichsen. Meine Bewegungen wurden immer schneller und heftiger, ich begann zu stöhnen. Mit meiner anderen Hand spielte ich an meinen prallen Eiern rum. Dann war es auch schon so weit, ich kam und spritze eine fette Ladung auf den Bauch. Perfekter start in den Tag! Ich nahm die weiße Socke vom Vortag, die neben meinem Bett lag, und wischte damit das gröbste weg. Danach ging ich ins Bad und nahm eine ausgiebige Dusche. Schon halb 9, ich zog mich schnell an und begab ich auch den Weg zur Fahrschule. Gerade noch rechtzeitig kam ich an, ich ging rein und wartete auf meinen Fahrlehrer. Ich war schon sehr gespannt wie er aussah. Hoffentlich erwische ich keinen alten Sack, dachte ich mir. Doch ich hatte glück. Ein braungebrannter sympathischer Mann kam auf mich zu. Er hatte braune Haare, grüne Augen und er war um die 1,80 m groß. Er lächelte mich an und es kamen perfekte weiße Zähne zum Vorschein. „Hallo, mein Name ist Sepp und ich bin dein Fahrlehrer“, stellte er sich vor. Er müsste so um die 30 sein, dachte ich mir. Vor lauter Nervosität vergaß ich mich vorzustellen und stand nur so da und starrte ich an. Ich muss wohl sehr lächerlich dabei ausgesehen haben. „Du bist doch Ben?“, fragte er leicht irritiert. „Ja, ja genau ich bin Ben“, stammelte ich. Er lächelte und forderte mich auf ihm zum Auto zu folgen. Er erklärte mir alles und dann ging es auch schon los. Er fuhr zum Übungsplatz und da sollte ich dann ran ans Steuer. Während er fuhr, musterte ich ihn genauer. Er hatte ein einfaches weißes T-Shirt an, das an seinen muskulösen Armen spannte. Er trug kurze blaue Hosen, so konnte ich seine männlichen, muskulösen Beine sehen, die etwas behaart waren. Ich konnte nicht anders und musste ihn auf den Schritt starren. Er musste sehr gut bestückt sein, denn es stand echt was weg. Ich kam echt ins schwitzen und nicht nur wegen der heißen Temperaturen. Ich muss wohl eine Sekunde zu lange auf seinen Schritt geschaut haben, denn er grinste und fragte ob denn etwas sei. Ich brachte nur ein knappes „Nein“ heraus. Danach herrschte wieder stille. Nur das surren des Motors war zu hören. Wir saßen gerade erst 2 Minuten im Auto, doch mir kam es vor wie eine Ewigkeit. Er blickte zu mir rüber und lächelte. Man sah er gut aus! Die Gedanken ans Autofahren wurden bei diesem Anblick zur Nebensache. Er fragte mich wie Alt ich denn sei. Ich antwortete, dass ich 18 sei und erkundigte mich auch nach seinem Alter. So erfuhr ich, dass ich mit meiner Einschätzung gar nicht so Falsch lag, er war 32. Nach dem Üblichen Smalltalk kamen wir auf das Thema Frauen und Beziehung. Ob ich denn eine Freundin hätte, wollte er wissen. Ich verneinte. Wenn der nur wüsste. „Wie sieht’s bei Ihnen aus?“, fragte ich. Doch er sagte nur dass ich ihn doch duzen sollte. Wir waren da. Jetzt sollte ich ans Steuer. Er erklärte mir noch mal kurz alles und dann ging es los. Ich legte den ersten Gang ein, stieg langsam von der Kupplung und gab leicht Gas und fuhr los. „Sehr gut machst du das“, lobte er mich. Ich fuhr eine Runde um den Platz. Was für ein befreiendes, geiles Gefühl! Und dann passierte es doch, mir starb das Auto ab. Peinlich berührt versuchte ich das Auto erneut zu starten, doch es gelang mir nicht. Auch nicht beim zweiten und dritten Versuch. „Hey das passiert doch jedem beim ersten Mal. Kein Stress, tief durchatmen und dann startest du das Auto noch mal“. Er blickte mir tief in die Augen und mein Herz machte einen Sprung. Er legte seine Hand auf mein Knie und lächelte. Ich merkte wie es in meiner Unterhose immer enger wurde. Ich riss mich zusammen und startete das Auto neu. Ich fuhr noch eine Runde. Danach war es an der Zeit für den Slalom. Er erklärte mir wie ich lenken und schauen musste und dann ging es schon los. Ich wollte ihn unbedingt beeindrucken und versuchte alles richtig zu machen. Doch ich versagte erneut. „Mach dir kein Kopf, wir beginnen einfach von vorne“, sagte er. Er hatte eine Engelsgeduld. Also zurück zum Anfang. Doch diesmal half er mir, er legte die Hand auf meine und zeigt mir so wie ich richtig lenken sollte. Meine Beule wuchs stetig. Ich hoffte nur, dass er nichts bemerkte. Als auch der Slalom zu ende war, war es Zeit für eine kurze Pause. Er stieg aus dem Auto und ich nutze den Moment um mir die Hose zu Recht zu zupfen. Dann stieg auch ich aus und lehnte mich ans Auto. Er kam zurück mit einer Flasche Cola. Er nahm genüsslich einen Schluck und bot auch mir an daraus zu trinken. Näher würde ich seinen Lippen eh nicht kommen, also nahm auch ich einen großen Schluck. „Verdammt ist es heiß“, beschwerte er sich. Er zog sein Shirt aus und ich sah seinen heißen durchtrainierten Körper. „Das stört dich doch nicht, oder?“, erkundigte er sich. Natürlich hatte ich nicht dagegen und außer uns war sonst keiner auf dem Platz. Ich konnte meine Blicke nicht von ihm abwenden. „Willst du mal anfassen?“, frage er. Ich dachte, ich hätte mich verhört. „Komm schon, trau dich ruhig“, forderte er mich auf. Etwas unsicher legte ich meine Hand leicht auf seinen Bauch. Wow, er hatte echt ein tolle Sixpack. Ich wanderte mit meiner Hand dann etwas weiter runter, doch machte ich kurz vor seiner Hose halt. Es sah so aus, als ob er keine Unterwäsche anhatte. Ich nahm meine Hand wieder runter und starrte auf seine Ausbuchtung in der Hose. Er nahm meine Hand und legte sich auf seinen Schritt. Ich konnte seinen geilen Schwanz spüren, der halb steif war. Man war ich geil! Ich öffnete den ersten Knopf und seine Eichel kam zum Vorschein. Er hatte tatsächlich keine Unterwäsche an. „Lass uns doch lieber wieder ins Auto steigen“, sagte er .Kaum saßen wir auf der Rückbank, schon fingen wir heftig an zu knutschen. Er packte mich am Arsch und zog mich auf sich drauf. Ich wusste nicht wie mir geschah. Er küsst meinen Hals und ich stöhnte leise auf. Ich bewegte mich auf und ab und er begann zu stöhnen. Ich wollte mehr, ich wollte ihn spüren. Ich zog ihm die Hose runter und konnte mir seinen Schwanz so genauer ansehen. Sein Schwanz war um die 17cm lang, dick und er hatte Stoppeln. Seine Eier waren prall gefüllt. Ich nahm seinen Schwanz in die Hand und bewegte sie langsam auf und ab. Sein stöhnen machte mich so geil. Ich presste mich an ihn und küsste ihn innig. Ich wollte mir gerade mein T-Shirt ausziehen, als er meine Hände festhielt. „Stop! Wir müssen zurück, deine Stunde ist fast um und ich hab gleich nach dir eine andere Schülerin“. Etwas traurig Stieg ich von ihm ab. Er zog sich an, küsste mich und forderte mich auch mich ans Steuer zu setzen. Ich stieg nach Vorne und schnallte mich an. Er setzte sich auf den Beifahrersitz und dann durfte ich die Strecke vom Übungsplatz bis zur Fahrschule fahren. Nach fünf Minuten waren wir schon da. Ich parkte das Auto mit seiner Hilfe ein und schaltete den Motor ab. Er blickte mir in die Augen und sagte: „ Deine Nächste Fahrstunde hast du in zwei Tagen um 17:00 Uhr. Danach habe ich Dienstschluss, vielleicht hast du ja Lust da weiterzumachen, wo wir heute aufgehört haben.“ Ich wollte ihn küssen doch er wies mich zurück. Wir stiegen aus und er gab mir die Hand. „Bis zum nächsten Mal“, verabschiedete er sich. Ich konnte es kaum abwarten und freute mich schon total aufs meine nächsten Fahrstunden.

Categories
Racconti Erotici

Roberto, il figlio del mio vicino (Seconda parte)

Avevo costretto il figlio del mio vicino Gianni a succhiarmi mentre suo papà era fuori ma ce l’avevo ancora duro e pensavo che il giovane Roberto fosse disponibile ad altre avventure hardcore.

Quel ragazzo sexy era sdraiato sul sofà nel loro soggiorno e mi guardava coi suoi enormi occhi verdi. Sembrava non avesse alcuna fretta di rimettersi i vestiti dopo avere succhiato fuori tutto il possibile dalle mie palle. Lo guardavo giocare delicatamente col suo giovane cazzo, la pelle nuda che brillava per il suo sperma ed il mio.
“Piccola puttanella!” Risi mentre sentivo il mio uccello rispondere al suo sospiro. “Direi che ti è piaciuto farmelo.”
“Tu non hai detto no.” Replicò Roberto continuando a carezzarsi il pene.
“No, non l’ho fatto. Mi è piaciuto, caro. Dove hai imparato a fare così bene i pompini?”
“Mi ha insegnato mio zio.” Disse tranquillamente il ragazzo. “Gli piaceva che glieli facessi.”
“Ci posso scommettere.” Ridacchiai. “Perché l’hai denunciato alla polizia?”
“Non l’ho fatto io. Mia mamma ci sorprese insieme a letto. Fu lei a farlo.”Mormorò il ragazzo.
Io mi strofinai con più forza il pene.
“Cosa ti stava facendo quando lei entrò?”
Roberto chiuse gli occhi e pompò più vigorosamente il suo giovane cazzo.
“Ero sdraiato su di lui sulla mia schiena. Lui mi stava inculando ed io mi stavo facendo una sega con forza.”
“Eravate tutti e due nudi?” Ansimai.
“Uh hu!” Accennò. “Io stavo per sparare il mio carico e lui stava cominciando a vuotare le palle nel mio buco del culo quando lei aprì la porta.”
“Cristo! Cosa accadde?” Ansai.
Il ragazzo sorrise debolmente.
“Ci guardò poi andò a chiamare la polizia.”
“Sangue di Giuda!” Esclamai eccitato e duro per quello che diceva. “E’ successo così!”
“Sì… io dissi, che non stava costringendomi ma non contò molto. Mia mamma era gelosa, pensava di essere la sola che lui fotteva oltre alla moglie, non sapeva che gli piacevano i ragazzi.”
“Povero te.” Mi avvicinai, mi sdraiai sul divano sopra di lui e cominciai a strofinare il mio sesso tra le sue gambe. Lui si avvolse immediatamente intorno a me baciando con grande desiderio la mia bocca. Impazziva per il cazzo. Non era riluttante così mi inginocchiai e cominciai a strofinare la testa del mio sesso tra le natiche del suo culo bianco e sodo. “Dimmi quanto lo vuoi dentro di te.” Gli dissi piano.
“Oh cazzo, non lasciarmi in bianco!” Gridò rauco; aveva una voce così sexy. “Sono settimane che non vengo inculato per bene ed il tuo cazzo sembra così grosso e duro.”
“Hai bisogno di lubrificante?” Gli chiesi.
“Solo un po’ di saliva.” Mi assicurò. “Zio Bruno usava solo la saliva quando mi penetrava e mi ha inculato da quando avevo 11 anni.”
Quasi entrai nella sua fessura quando lo disse. Bastardo fortunato quel Bruno! Bene, non così fortunato a dire il vero, voglio dire che lui era in galera ed io invece stavo godendo il suo libidinoso nipote. Ma sempre fortunato ad essere stato il primo a prenderlo.
Lo schiaffeggiai un paio di volte con la cappella e bagnai la sua brillante increspatura rosa con la saliva. Delicatamente spinsi un dito nel suo buco per esaminare quanto era stretto. La risposta fu ‘molto ‘ ma il suo anello era rilassato e mi permise di entrare abbastanza facilmente. Infilai un paio di dita per allentarlo a sufficienza per il mio grosso cazzo.
“Mmmhhhh…” Si lamentò contorcendosi sotto di me deliziosamente sexy.
Gli baciai il collo e cominciai a succhiargli i capezzoli mentre fottevo la sua piccola condotta stretta. Vedevo che gli piaceva, Roberto si stava di nuovo strofinando il giovane cazzo. Gli diedi un terzo dito e lui cominciò a gridare impaziente, il suo corpo magro ondeggiava come un’onda mentre cavalcava la mia mano.
“Cosa vuoi, Roberto?” ansai emozionato.
“Il tuo… il tuo cazzo!” Ansò. “Per favore! Infilami col tuo cazzo!”
Lentamente tirai fuori le dita appiccicose dal suo ano ammirando il piccolo ‘o ‘ scuro che mi faceva l’occhiolino. Sciaffeggiai due o tre volte in buco aperto, poi posizionai il glande colante contro l’ingresso invitante. Quando fece l’occhiolino aprendosi come la lente di una macchina fotografica, la testa del mio cazzo scoccò facilmente nel suo ano.
Roberto ansò di nuovo e gridò quando mi sentì penetrargli il buco.
“Va bene, Roberto?” Gli chiesi. “Perché a me va bene. Dimmi cosa fare.”
“Inculami!” Piagnucolò contorcendosi come un serpe sotto di me. “Spingimelo dentro completamente. Voglio sentirlo dentro di me. Voglio sentire che lo usi per incularmi con forza.”
Gemetti di piacere. Era veramente un bad boy e mi piaceva. Quello piccola puttana eccitante! Avrei voluto fotterlo immediatamente ma sapevo di avere un cazzo grosso e mi presi il mio tempo spingendolo lentamente sempre più profondamente finché il suo giovane buco ebbe ingoiato ogni centimetro del mio grosso attrezzo di 23 centimetri. Le mie palle erano appoggiate alle sue natiche e si lui stava lamentando ininterrottamente.
“Per favore! Per favore fottimi! Ho bisogno di essere inculato!”
“Oh sporca puttanella!” Grugnii ed afferrai il suo culo nudo e morbido con ambedue le mani. Il mio uccello duro cominciò a scivolare lentamente dentro e fuori di lui. Era una sensazione così incredibile che ci volle tutto il mio controllo per non riempire subito il suo giovane culo stretto con la mia sborra. Il suo interno era infuocato, i suoi lombi così caldi e bagnati. Era meglio di qualsiasi cosa avessi mai avuto.
Cominciai a pompare il suo retto più duramente spingendo la mia lunghezza nel suo ano e tirandolo indietro finché ci rimaneva dentro solo la testa prima di immergermi di nuovo profondamente nei suoi intestini. Lui sgroppò e guaì sentendo che i miei colpi diventavano più veloci nel suo culo, strofinando con forza i punti sensibili che io sapevo essere in lui, stuzzicandolo per avvicinarlo sempre più all’orgasmo. Quando le mie spinte potenti lo portarono all’orlo, presi fiato e mi estrassi dal suo buco del culo che si contorceva.
“No!” Strillò indifeso afferrandomi e tentando di tirarsi contro di me, quasi montando il mio uccello nella sua eccitata disperazione.
“Mettiti in ginocchio sul pavimento e succhiami!” Ordinai mettendomi in piedi per negare al suo culo desideroso il piacere del mio pene.
Roberto frignò desolato ma scivolò in terra, inginocchiandosi sul tappeto sporco del soggiorno e prese in bocca la mia erezione come una troia, succhiandola avidamente. Lasciai che gustasse il suo culo scaldato dal mio cazzo e gli carezzai i capelli neri umidi di sudore mentre godevo la carezza delle sue labbra ed il tocco della sua lingua sul mio palo sensibile.
“Sei un magnifico succhia cazzi, potrei lasciartelo fare ogni pomeriggio!” Ansimai. “Ma ora sono pronto per altre azioni sul di dietro. Mettiti sul divano e mostrami il tuo buco da sgualdrina.”
La giovane puttanella si gettò subito sopra il sofà allargandosi le natiche pallide e mostrare il suo ano ben allenato. Mi acquattai dietro di lui ed appoggiai la cappella al suo anello stretto.
“Ohhh!” Si lamentò piano.
“Ragazzaccio” Grugnii. “Mettiti le dita in quel buco di sporco ragazzo e fottiti per me!”
Le sue lunghe dita subito scesero al buco del culo e cominciò a penetrarsi diligentemente. Praticamente stavo sbavando alla vista del ragazzo nudo che giocava col suo ano come una prostituta.
“Sei una tale troia sporca, Roberto” Gli dissi. “Hai veramente bisogno di molto cazzo, non è vero ragazzino?”
“Per favore fottimi!” Frignò.
“Non finché non mi confessi che prostituto sei.” Lo stuzzicai carezzandogli la fessura col mio cazzo colante.
“Io sono la peggior puttana!” Gridò. “Zio Bruno diceva che io sono buono per essere fottuto in ogni modo. Ti lascerò fare qualsiasi cosa, solo fottimi il buco. Per favore!”
“Piccolo giocattolo sporco!” Ringhiai estraendo le sue dita dal suo culo e conficcandoci di nuovo il cazzo. Afferrai le sue anche magre e tirai il buco del ragazzo sopra il mio uccello impalandolo sino alla radice.
Roberto gridò e seppellì la faccia nel cuscino, il suo giovane culo cavalcava il mio cazzo alla grande. Io lo tenni per le natiche e colpii con forza e profondamente il buco stretto. Le mie pesanti palle schiaffeggiavano tra le sue gambe mentre io spingevo spietatamente. La sua condotta stretta stava praticamente succhiandomi il cazzo, tentando di trascinarmi indietro ogni volta che mi estraevo dal suo ano. L’attrito delizioso mi stava portando a venire con forza dentro di lui e sentivo che la piccola puttana stava avvicinandosi a scoppiare di nuovo.
Lo alzai tra le mie braccia, così ora stava inginocchiato, con le mani contro i cuscini del sofà mentre io lo sodomizzavo. Roberto soffiava ed ansava singhiozzando mentre lo chiavavo sempre più forte. Le mie dita circondarono l’asta del suo cazzo e lo pompai mentre inculavo il ragazzo nudo. Lui cominciò a frignare come un cucciolo preso a calci mentre sentivo che cominciava a venire. Il suo buco stringeva dannatamente intorno al mio cazzo mentre vedevo il suo sperma schizzare sul cuscino del divano.
Tenendo il giovane per i capelli lo costrinsi a leccare ogni goccia dalla stoffa marrone mentre pompavo la mia calda crema di uomo nel suo buco accogliente e soddisfacente. Gemetti in estasi mentre riempivo il suo piccolo culo sexy col mio seme.
“Oh sì! Sì!”
Roberto si inginocchiò di fronte a me e succhiò e leccò il mio cazzo per pulirlo dopo che avevo usato il suo buco del culo. Era così obbediente. Mormorai una piccola preghiera di ringraziamento a suo Zio Bruno per averlo addestrato così bene.
“E’ stata un’inculata fantastica, Roberto” Gli dissi vestendomi.
Lui era ancora seduto sul pavimento nudo, sembrava stordito e sottomesso così gli carezzai i capelli. Roberto mi guardò con un piccolo sorriso stanco.
“Hai goduto del mio grosso cazzo?” Gli chiesi affettuosamente.
Lui accennò subito col capo.
“Bravo ragazzo. Più tardi, quando tuo padre sarà tornato e starà russando nel suo letto, potrai strisciare fuori e venire nel mio letto con me. Ok? Ti darò un’altra bella inculata. E’ evidente che ne hai bisogno .”
“Grazie.” Bisbigliò quasi timidamente.
“Sarai il benvenuto.” Risposi tirando in piedi il ragazzo nudo, carezzandogli il cazzo e dicendogli di non rimettersi i vestiti prima che me ne fossi andato.
Mentre attraversavo la strada vidi Gianni in lontananza; sorrisi, improvvisamente grato al vecchio ubriacone, per aver ‘prodotto’ un tale delizioso ragazzo per il mio piacere sessuale.

Categories
Racconti Erotici

Giada e Gianluca

Giada giaceva ancora assopita nel suo letto, calda e sudata. Cercava un motivo valido per alzarsi ed affrontare una nuova giornata mentre la sua mente ripercorreva , attimo dopo attimo, il tempo appena trascorso in compagnia di Gianluca.

Eh si, se lui fosse stato ancora lì, lei lavrebbe svegliato dolcemente ; avrebbe iniziato ad accarezzare il membro di lui con la mano per poi avvicinarsi con la bocca ed iniziare a leccarglielo. La sua lingua sarebbe corsa ritmicamente dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso, scivolando lungo tutti i lati del meraviglioso membro di Gianluca fino a vederlo ergersi in tutta la sua maestosità e prepotenza. A quel punto l’avrebbe ingoiato completamente ; in fondo era suo, tutto suo.
Che immensa soddisfazione vedere il corpo di Gianluca contorcersi dal piacere mentre il suo uccello entrava ed usciva dalla sua bocca, umido di saliva.

Che bel modo di iniziare la giornata, pensava tra se Giada. Così ci si sente davvero vivi, appagati.

Gianluca era entrato nella sua vita grigia e senza sole, scandita dal solito tran tran quotidiano, come un tornado, proprio quando lei ormai pensava che non fosse più possibile vivere emozioni nuove ; il lavoro, la casa, i figli, il sesso con suo marito, consumato frettolosamente e per mero dovere, senza soddisfazione.
Per trovare una ragione alla sua esistenza Giada si guardava in giro ; in fondo tutti vivono così pensava.
I desideri,i sogni, le fantasie sono cose da ragazzi: quando si è adulti non c’è più spazio per essi, occorre essere responsabili e non perdersi in fatue utopie.

Apparentemente Giada non aveva motivo per essere insoddisfatta della sua vita ; aveva una bella casa, due figli adorabili, una occupazione che le garantiva lindipendenza economica, un marito con una buona posizione economica e sociale ; molte sue amiche la invidiavano di sicuro.
Eppure Giada continuava ad essere infelice ; si trascinava tra le mille incombenze della sua esistenza trascurando se stessa e le sue esigenze. Ogni tanto cercava di consolarsi pensando come, un giorno, quando i figli avessero raggiunto una loro indipendenza, si sarebbe potuta ritagliare degli spazi per se e per la sua grande passione, i viaggi. Passione alla quale aveva dovuto rinunciare per la ritrosia del marito a spostarsi da casa anche solo per pochi giorni.
Invece, da quando aveva conosciuto Gianluca, Giada aveva iniziato ad osservare le cose da molteplici prospettive. Lui le aveva fatto scoprire l’amore, quello vero, il piacere, la passione quali elementi essenziali della vita.

Quando riuscivano ad incontrarsi passavano ore ed ore a fare l’amore senza smettere mai ; lei lo baciava così intensamente da togliergli il respiro, lui era sempre dolcissimo : la accarezzava con una tenerezza infinita e ricambiava i suoi baci con analogo ardore. Poi la passione che lui aveva,scoppiava in tutta la sua incredibile prepotenza ; Gianluca iniziava a leccarla in ogni angolo del suo corpo, e quando si soffermava con la sua lingua all’interno delle cosce di lei, Giada perdeva il controllo di se stessa e lui continuava, le infilava la lingua nella sua umida fessura ed iniziava a muoverla senza tregua, poi le mordicchiava il clitoride ed infine tornava ad immergere la sua lingua dentro lei fino a farla venire. Tutte le membra di Giada si agitavano convulsamente e scoordinatamente per il piacere, mentre lui,non pago, si dissetava col succo di lei.
Giada si godeva ogni singolo istante come fosse stato l’ultimo attimo della sua vita. Non aveva mai provato nulla di simile in passato.

Non aveva mai avuto un uomo che si dedicasse a lei, che le facesse provare il piacere in tutte le sue sfumature. Ed ogni volta che facevano l’amore non era mai uguale ; scoprivano sempre qualcosa di nuovo, di più intenso. Non era solo sesso, era l’incontro di due anime alla eterna ricerca dell’appagamento fisico e mentale.

Negli anni Giada si era abituata a rapporti sessuali vissuti frettolosamente, ove l’importante per il marito era svuotarsi, ed il piacere era un aspetto meramente accessorio.
Giada ignorava completamente il concetto di piacere, da raggiungere reciprocamente senza limiti di tempo e spazio.
Era per lei una dimensione completamente nuova, che le aveva letteralmente sconvolto la vita.

Con Gianluca aveva imparato a fare l’amore, ma soprattutto aveva capito cos’era l’amore in tutte le sue componenti, a volte anche dolorose.
La sua vita non sarebbe mai più stata la stessa, e questo la spaventava molto.

A volte provava un profondo rancore, quasi odio, nei confronti di Gianluca, perché era entrato in lei con una violenza tale da stravolgere il suo precario equilibrio di vita, faticosamente costruito anche tacitando alcuni aspetti della sua natura. E detestava anche se stessa per avergli permesso di entrare nella sua vita senza valutare le conseguenze di questo passo.
Ed ora cosa avrebbe fatto ?

Categories
Racconti Erotici

primo incontro

Primo incontro

Gwendy parcheggiò la vettura e tremante percorse i pochi metri che la separavano dal luogo dell’appuntamento ; come da ordini ricevuti indossava reggicalze nero di raso e calze di nylon con la riga , mutandine nere a perizoma in lycra . Una gonna stretta al ginocchio in lycra rossa ed una camicetta in raso rossa con guanti in raso lunghi al gomito . Ai piedi aveva messo un paio di decoltè di vernice rossa con cinghietto alla caviglia ; per coprire gli abiti che la facevano sembrare una vera puttana Gwendy aveva indossato un’impermeabile nero lucido di vinile ed un foulard annodato al collo , ma il risultato era quello di accentuare l’aspetto da troia . In una borsa da viaggio erano riposti molti dei foulards della sua collezione che aveva portato per ordine del Padrone .
Per fortuna quasi nessuno a quell’ora del mattino passava per la strada ; traballante sui tacchi 12 cm. Gwendy salì le scale fino all’interno indicatole dal Padrone ; la porta era aperta e sul tavolo al centro della stanza Gwendy trovò un paio di manette , dei tappi per le orecchie ed un foglio di istruzioni .
In piedi vicino al tavolo , come da istruzioni Gwendy si infilò i tappi nelle orecchie ; poi prese dalla borsa un foulard nero 40 x 40 e appallottolato lo infilò profondamente dentro alla bocca riuscendo a fatica a contenerlo .
Con un altro foulard si imbavagliò stretta in modo da non poter espellere il tappo di seta :
quindi strinse ad un polso una delle manette prima di procedere con il resto della preparazione.
Con un foulard si bendò gli occhi e quindi un altro lo mise sul capo fissandolo strettamente sotto il mento .
Spostando un lembo della benda fece uno squillo al Master che attendeva il segnale , poi mise i polsi dietro la schiena e fece s**ttare le manette .
Immersa nel silenzio totale e nel buio profondo , Gwendy era in piedi nel mezzo della stanza .
Il tempo passava e niente accadeva ; non potendo ne sentire ne vedere la schiava cominciò ad avere problemi di equilibrio .
Tra l’altro le manette cominciavano a segare i polsi della schiava che iniziò ad agitarsi : oramai senza equilibrio Gwendy cade rovinosamente sul pavimento .
E li rimase a lungo agitandosi inutilmente per tentare di allentare la morsa delle manette ai polsi e mugolando inutilmente in cerca di aiuto.
Gwendy si muoveva scompostamente sul pavimento della stanza da oramai lungo tempo e la disperazione prendeva corpo nella mente della schiava ; stava per scoppiare in lacrime quando avvertì sul volto il tocco morbido della seta di un foulard : il Padrone era li accanto a lei che la osservava .
Gwendy si sentì tranquillizzata dalla presenza del Master : il Padrone la rialzò dal pavimento .
La schiava venne condotta dal Master in un luogo non molto distante , probabilmente un altro appartamento limitrofo e li le caviglie vennero incatenate e legate ai polsi .
Ora era in piedi , incatenata , sempre in equilibrio precario mentre il Master provvedeva a legarle
le braccia all’altezza dei gomiti .
Per la prima volta nella sua vita Gwendy si sentiva totalmente nelle mani di un estraneo che poteva disporre di lei come avrebbe voluto …… e si sentì spaventata ma eccitata al contempo .
Le mani abili del Padrone sostituirono le manette e le catene alle caviglie e ai polsi con altrettanti foulard abilmente e strettamente legati : ora Gwendy era seduta su di una panca in attesa di ulteriori eventi .

Fine prima parte.

Categories
Racconti Erotici

Io, Mio Zio E La Doccia

PARTE 1
La seguente è una breve storia, sta alla vostra immaginazione scoprire se trattasi di fatti realmente accaduti o pura fantasia…

Ho quasi 37 anni, mi ritengo un eterosessuale di larghe vedute e ho sempre amato i corpi nudi delle donne. Sin da piccolo ero attratto dalle grosse tette, i miei sogni erotici allora vedevano come protagoniste Samantha Fox, Sabrina Salerno o Debora Caprioglio; quanto amavo il pelo e le donne dalle fattezze mediterranee!.
Quella che vi voglio raccontare però, e non so perchè lo faccio, è una strana esperienza che accadde parecchi anni fa, che mise in dubbio alcune mie sicurezze. Ero un adolescente in una delle ultime vacanze estive con la mia famiglia. Ci vennero a trovare una coppia di zii e passarono con noi qualche giorno. Una mattina, uscendo dall’acqua, mi avvicinai allo sdraio dove c’era mio zio Paolo, girai dietro, vicino all’ombrellone per prendere un asciugamano e l’occorrente per fare la doccia e l’occhio mi cadde sul suo corpo. Mentre afferrai l’asciugamano dalla borsa vidi lui che con una mano si stava sistemando il costume, alzandolo abbastanza da farmi vedere tutto. Vidi il folto pelo nero e il suo pisello a riposo, gli diede una sistematina e poi sferrò un potente colpo di tosse.
Gli dissi che andavo a fare la doccia e lui mi chiese di aspettare, che sarebbe venuto con me. Una volta preso l’occorrente, andammo a fare l’interminabile fila per entrare nelle cabine doccia, e una volta arrivato il suo turno mi invitò ad entrare con lui. Io rifiutai più volte, dissi che sarei entrato dopo di lui, ma data la sua insistenza, e soprattutto visto che le gente intorno a noi ci stava fissando, decisi di entrare lo stesso anche se mi vergognavo.
Appena dentro, zio Paolo ironizzò con il suo solito sarcasmo, dicendomi che eravamo entrambi uomini, che non c’era nulla di cui vergognarsi, e che avremmo fatto sicuramente prima a lavarci insieme. La cabina, oltre che minuscola, era anche un pò scassata, eravamo troppo stretti e non c’era neanche un posto su cui poggiare lo shampoo o il sapone, così mi chinai ad appoggiare asciugamano e occorrente a terra e, quando alzai lo sguardo, vidi a pochi centimetri da me il cazzo di mio zio che, senza alcun indugio, si era già tolto il costume e aveva aperto l’acqua. La visione ravvicinata durò pochi secondi ed io imbarazzatissimo mi alzai il più velocemente possibile. Il problema fu che lo spazio lì dentro era davvero troppo piccolo per due persone, in più l’avere un uomo completamente nudo quasi attaccato a me
mi fece arrossire. Cercai di non darlo a vedere e mi girai dandogli le spalle, non mi tolsi il costume, anche se mio zio mi invitò a farlo più volte. Volevo fare il più velocemente possibile ed andarmene, ma mio zio mentre si lavava e canticchiava sembrava volersela prendere comoda. Per forza di cose, ci trovammo ancora uno di fronte all’altro, lui, come se niente fosse, si insapò il cazzo che non era più a riposo come prima, non era neanche eretto, era un via di mezzo diciamo. Se lo menò con naturalezza, guardando in alto ed io devo ammettere che per qualche istante glielo fissai. Poi finì e mi invitò a lavarmi, cercando di lasciarmi il posto vicino allo spruzzone della doccia. Passandomi vicino, quasi ci incastrammo, io mi spostai di spalle, lui ovviamente frontale, ci ritrovammo così a strusciarci contro, io sentii sia la sua pancia che il suo pene scivolarmi addosso per qualche secondo, poi raggiunsi la posizione e iniziai a lavarmi. Mi rimproverò simpaticamente dicendomi che non era possibile fare la doccia con il costume addosso, mi chiese anche se volevo che uscisse, ma alla fine, per non fare la figura del pivello, mi tolsi il costume velocemente e sempre dandogli le spalle iniziai ad insaponarmi. Non so se mi stesse guardando o meno,
la mia percezione fu che lo stesso facendo, ma continuai comunque a fare quello che dovevo fare. Mi imbarazzai ancora di più quando mi accorsi che il mio pisello in quel momento era davvero minuscolo, tutto ritirato ed un pò raggrinzito, sembrava quello di un bebè, dannata acqua! Penso in quell’istante di essere diventato ancora più rosso; non so cosa mi imbarazzasse di più, se l’essere nudo davanti a mio zio, l’aver visto il suo cazzo barzotto spuntare dal cespuglietto nero a pochi centimetri da me, oppure ancora, l’avere un mini pisello da nascondere per non essere deriso. Finita la doccia girai lo sguardo e vidi che finalmente si era rimesso il costume, cercai di asciugarmi e di rivestirmi il più velocemente possibile, ma per quanto provai a starci attento, incrociai il suo sguardo e mi accorsi
che mentre mi tirai su il costume lui vide il mio pistolino. Uscimmo da quella piccola cabina e vidi che la gente ci guardava in modo strano, infondo pensai anch’io che non era così normale vedere due uomini, o meglio un uomo ed un ragazzo uscire insieme dalla stessa doccia, poi però pensai che ci avrebbero potuto scambiare per parenti e questo un pò mi rassicurò.

PARTE 2

Passò un giorno e quello che era successo mi sembrò solo uno strano episodio a cui non dare troppa importanza; arrivò così la sera successiva, due giorni prima della partenza dei miei zii. Non avevo voglia di uscire ma riuscii lo stesso ad ottennere a fatica il permesso di rimanere nell’appartamento a guardare la tv. All’ultimo anche zio Paolo decise di starsene a casa, disse che non aveva ben digerito; così quella sera con mia zia uscì il resto della famiglia. La prima parte della serata si svolse in maniera tranquilla, io me ne stavo spaparanzato sul divano con canotta e costume a guardare la tv mentre mio zio era in bagno a fare la doccia.
Poi arrivò il secondo “contatto” che mi colse ancor più di sorpresa. Finito di far la doccia, zio Paolo mi raggiunse in soggiorno con addosso solo i boxer del costume, mi invitò a fargli spazio e si sdraiò dietro di me sul divano, Gli dissi che c’era troppo poco spazio per due persone e che gli avrei lasciato il posto, ma ancora una volta lui insistette affinchè tutti e due ce ne stessimo sdraiati su quel minuscolo divano.
Non passò molto ed inizio a farmi dei discorsi strani, che ancora oggi non ricordo letteralmente, in quanto un pò vaneggianti. Fu qualcosa riguardo all’essere uomini che hanno dei particolari bisogni, sul fare delle cose e mantenersele per se, una frase che ancora ricordo fu qualcosa del tipo: “Quello che faremo in questi giorni noi due, rimarrà sempre e solo fra noi due, nessun altro dovrà mai saperlo, per nessun motivo”. Tornò in me quel senso di imbarazzo, ricordo che all’inizio non riuscii a dire o a fare niente, lui mi continuò a ripetere di lasciarlo fare ed iniziò a massaggiarmi delicatamente la schiena fino ad entrare sotto il costume. Ero di spalle, ma percepii chiaramente che mentre esplorò il mio culo con una mano, con l’altra si accarezzò l’uccello sotto i suoi boxer.
Ad un certo punto si fermò, si alzò e si mise proprio di fronte a me, Fui in grado di vedere per bene la sua erezione sotto il costume proprio a pochi centimetri dalla mia faccia. Mi disse: “Non ci deve essere nessuna forzatura e dobbiamo essere in due a volerlo. Se anche tu lo vuoi abbassami il costume!”. Ci furono diversi secondi di silenzio ed imbarazzo, io fissai il suo pacco davanti a me, senza saper bene cosa fare o cosa dire e sentii di essere arrossito in volto. Non dissi niente e rimanendo sdraiato afferrai con due mani i lati dei boxer sui fianchi e con una sola mossa glieli abbassai di colpo, facendo fuoriuscire il cazzone ben armato dello zietto che mi puntava bello dritto, incorniciato dal solito cespuglietto nero. Glielo fissai per un pò, senza paura, questa volta non mi fregò che lui mi stesse guardando. Notai prima il piccolo buchino dinanzi a me, poi la consistenza della cappella e la lunghezza notevole di quel pisellone, io volli quasi toccarglielo ma mi anticipò, menandoselo e scrutando la mia reazione. Continuai a fissare il suo cazzo e senza mai distogliere lo sguardo gli dissi: “Se vogliamo giocare va bene, ma niente penetrazione”, lui annuii e mi chiese se volessi sederglisi sopra. Feci di si con un cenno e mi alzai così che lui si potesse accomodare. Gli diedi la schiena e mi sedetti sopra di lui, proprio sopra il suo arnese. Facemmo un pò di avanti e indietro per stabilire un contatto, lo zio fece per sfilarmi il costume da dietro ma io lo fermai con le mani. Mi disse che se volevo sentire la consistenza avrei dovuto togliermelo, così mi alzai leggermente e gli permisi di abbassarmi il costume, mi risedetti sul suo pene e poi me lo sfilai del tutto. Ci ritrovammo così completamente nudi, uno seduto sopra l’altro ed entrambi con il cazzo in tiro. Continuammo a muoverci e a sfregarci, io sentii il suo arnese in mezzo alle chiappe, che puntava dappertutto e decisi di lasciarmi andare. Mi chiese se poteva toccarmelo e io glielo feci fare. Si dedicò al mio membro con particolare cura e amore. Lo afferrò con forza ma non mi fece male ed iniziò a muoverlo, prima piano e poi sempre più velocemente. Misi le mani sotto il mio culo per saggiare in prima persona la grandezza del suo cazzone. Gli scivolai di fianco e glielo afferrai per bene con due mani. Era davvero grande, tanto che non bastarono due mani per afferrarlo tutto, ne avanzò un bel pezzo! Me lo fece trastullare per un pò poi, sempre uno di fianco all’altro, ci masturbammo a vicenda. Fui io il primo a venire, lui mi invitò a farlo godere con il culo, mi appoggiò la grossa cappella all’ano cercando l’entrata, ma su quello ero stato chiaro, “nessuna penetrazione”. Gli appoggiai quindi il pene tra le mie chiappe e continuai a fare avanti e indietro, sempre più velocemente, fino a che sentii che ansimante mi annaffiò il didietro. Mi chiese di mettermi chinato a novanta con la faccia sul divano e io lo accontentai; quando mi ritrovai con il culo in aria, lui si mise a giocare con le dita spalmandomi il suo sperma intorno all’ano. Trasgredì poi alle regole infilandomi a tradimento l’indice nel culetto, cosa che mi fece arrabbiare e decretò di fatto “la fine dei giochi”. Lo rassicurai sul fatto che non fossi arrabbiato e che quello che avevamo fatto non lo avrebbe mai saputo nessuno. Gli chiesi però, e su questo fui categorico, che la cosa non si sarebbe dovuta ripetere. Lui annuì e così andammo a lavarci.
Facemmo per la seconda volta in 2 giorni la doccia nudi insieme, solo che questa volta ci fu meno imbarazzo ma allo stesso tempo un pò di tensione per il probabile imminente rientro della famiglia. Fortunatamente fummo prudenti e quanto tornarono i nostri cari facemmo finta che nulla fosse accaduto.

Categories
Racconti Erotici

Il culo di Glory

Racconto trovato in rete su xhamster

Adoro prendere una donna da dietro, farle sentire tutta la mia virilità mentre lei è piegata davanti a me e gode col mio cazzo, sono sempre stato un amante del sesso anale e del culo delle donne in generale, quando conosco una donna e poi faccio sesso con lei è una delle prime cose che le chiedo, non riesco a res****re, è una cosa che mi fa godere come un matto e rimango deluso quando una donna mi nega questo piacere.
Con Glory è stato difficile, non perchè non me lo volesse dare, ma perchè faceva apposta a tenermi sulle spine e a stuzzicarmi con quel suo culo meraviglioso, prima di conoscerla non avevo mai visto un culo così bello e arrapante, non saprei spiegare esattamente com’è fatto esteticamente, so solo che per me era perfetto, semplicemente un culo perfetto, tutto da sfondare. Siamo finiti a letto solo dopo due mesi dal nostro primo incontro, Glory è la proprietaria di un negozio d’abbigliamento in centro, io sono un semplice operaio che ha avuto la fortuna di lavorare nel palazzo proprio di fronte al suo negozio. Un giorno, mentre io e i miei colleghi eravamo seduti su una panchina a pranzare, Glory venne da noi a chiederci se potevamo aiutarla a spostare degli s**toloni pesanti nel negozio, io mi offrii volentieri di aiutarla, quando poi nel retro del suo negozio la vidi abbassata con quel bel culo all’insù mi eccitai come un matto, avevo addosso la tuta da lavoro che mi va un pochino stretta e il mio cazzo di dimensioni considerevoli si notava benissimo, Glory quando si voltò non potè fare a meno di vederlo e in un primo momento cercai di dire qualcosa per sviare la sua attenzione ma lei mi sorprese.
“Complimenti, sei ben equipaggiato vedo”
Mi disse e poi sorrise, non so cosa mi trattenne dal saltarle addosso, la trovavo splendida e arrapante, riuscii solo a dirle grazie e a sorridere imbarazzato, da quel giorno iniziai a salutarla tutte le mattine, lei in risposta assumeva pose provocanti e sorrideva maliziosa da dentro il negozio, doveva aver capito che sono un amante del culo perchè spesso se non aveva gente si piegava come per raccogliere qualcosa da terra e mi mostrava il suo culo favoloso, a volte indossava gonne strette e quando si piegava riuscivo a vedere tutto quanto. Dopo una settimana circa entrai nel negozio e la invitai a cena, uscimmo quella sera stessa e dopo cena finimmo a casa sua, appena entrati in casa lei si chinò immediatamente per tirarmi fuori il cazzo che avevo già durissimo, se lo sprofondò in bocca e mi fece uno dei più bei bocchini di tutta la mia vita, volle prendersi in bocca tutto lo sperma e ingoiarlo, poi mi trascinò in camera da letto e mi spogliò in un attimo, lei rimase con la gonna e si appoggiò al muro.
“Dai fottimi”
Mi disse, la afferrai da dietro, le spostai le mutandine e le ficcai il mio bel cazzo di nuovo turgido nella sua figa bagnata.
“Così dai, fottimi di più, di più!”
Continuava a gridare, le piaceva proprio essere scopata da dietro, si bagnava tantissimo, mentre me la scopavo così afferrandole le tette mi disse.
“Vorresti farmi il culo?”
“Sì”
Le dissi senza smettere di sbatterla.
“Voglio farti il culo.”
“Ma no dai questa sera non mi va”
Rispose lei.
“Dammelo ti prego è da una settimana che mi immagino di scoparti il culo”
“Davvero?”
“Sì dai.”
Provai a sfilare il cazzo dalla sua figa e a premerglielo tra le natiche ma lei con un piccolo movimento dei fianchi se lo fece scivolare di nuovo nella figa.
“Continua a scoparmi così dai”
Continuai a farmela così finchè non venni di nuovo, poi la scopai un’altra volta sul letto sopra di lei mentre continuava a gemere, tutte le volte che lo facevamo speravo di sfondarle il culo ma ogni volta lei mi stuzzicava e poi me lo negava, una sera mi stavo masturbando pensando a lei e decisi di chiamarla.
“Sono eccitato ho voglia di scoparti”
“Davvero??? Allora perchè non vieni da me? Avevo un impegno ma ho rimandato, sono libera.”
Arrivato a casa sua la trovai con indosso solo un perizoma, si girò e mi fece ammirare quella striscia di stoffa che spariva tra le sue natiche, in camera da letto mentre le stavo leccando la figa mi disse.
“Leccami anche dietro, questa sera ti do quello che vuoi”
A quelle parole mi esaltai, la bagnai per bene, feci per infilarle un dito ma lei mi fermò e mi disse.
“Non subito, prima voglio essere scopata nella figa per un bel pò.”
Stava a pecora davanti a me col mio cazzo dentro e godeva, ad un certo punto si girò verso di me e mi disse.
“Dai, adesso mettimelo in culo”.
Tolsi il cazzo bagnato di umori dalla sua figa e avvicinai un dito al suo culo per aprirglielo un pò ma lei mi prese la mano.
“Infilalo subito, voglio sentirlo così”
Appoggiai il cazzo sul suo buco e lo spinsi dentro, era strettissimo, pensavo di farle male ma lei disse di no, il mio cazzone duro penetrò nel suo culo sparendo completamente, era una sensazione fantastica, finalmente il culo di Glory era mio, finalmente me la sarei inculata tutta.
Lei ansimava e godeva, più di quando glielo mettevo nella figa, il suo culo si mangiava tutto il mio cazzo facendolo sparire all’interno, sentivo le pareti stringersi intorno al mio membro massaggiandolo, pensavo che avrei sborrato da un momento all’altro così mi fermai un pò, Glory si girò e si mise a pancia in su tirando su il bacino e le gambe.
“Inculami così.”
Mi disse mentre si teneva aperto il culo, glielo sbattei di nuovo tutto dentro, lei intanto si teneva un dito nella figa e si masturbava.
“Dai così, scopami nel culo! Più forte”
“Finalmente ti sei decisa a darmelo, credevo di impazzire.”
“Adesso ce l’hai, fammi godere dai! Fammi il culo!”
Il mio cazzo era durissimo, stavo per esplodere in una sborrata enorme.
“Più forte, spaccami il culo!”
“Sì te lo spacco tutto”
“Così, aprimi, dai, di più! Dai che sto per godere, fammi godere col culo!”
“Sto per venire anch’io, ti riempio”
“Riempimi il culo di sborra, dai, riempimelo, tutta dentro la voglio!”
Feci una sborrata spaventosa nel suo culo riempiendoglielo tutto, lei venne nello stesso momento gridando e gemendo, il giorno dopo la chiamai, lei mi disse che si era fidanzata e che quindi non potevamo più incontrarci, rimasi molto male e l’unica cosa che mi rimase da fare fu masturbarmi pensando al suo culo meraviglioso.

Categories
Inzest

In der Küche

In der Küche blies Gabi drauflos…
ließ sich abficken, während ich durch den Türspalt peilte…

……………….. Nach Frank hatten wir keinen Mann mehr gefunden, den Gabi an ihre Löcher lassen wollte, bis vor zwei Monaten. Ich hatte einen alten Bekannten getroffen, den wir bestimmt zehn Jahre nicht mehr gesehen hatten. Eine Woche später rief er an und lud uns zu einer Party ein.
Gabi zog einen weiten, langen Fransenrock, der hochgeschlitzt war, und eine bunte Bluse an. Darunter trug sie halterlose Strümpfe und einen BH, der ihre Nippel frei ließ. Durch das Reiben des Stoffes werden diese hart und zeichnen sich durch die Bluse ab. Seit Daniel betont sie mehr ihren vollen, schweren Busen und Strumpfhosen und Slips trägt sie kaum
noch …
Als wir bei Peter an kamen, waren schon fünfzehn bis zwanzig Leute da. Er begrüßte uns und führte uns zu den anderen. Die Stimmung war toll, doch gegen Mitternacht wurde es schnell leerer, denn die meisten mussten am nächsten Tag arbeiten. Bis auf Jörg, den Chef von Peter, und uns waren alle gegangen. Ich unterhielt mich angeregt mit Jörg, während Peter ein wenig Ordnung in sein Wohnzimmer brachte. Gabi half ihm, Gläser und Geschirr in die Küche zu bringen. Gegen 1 Uhr wollte Jörg uns noch etwas zu trinken holen. Er ging zur Küche, in der Peter und Gabi waren. Als er nach zehn Minuten nicht zurückkam, folgte ich ihm.

Doch jetzt soll Gabi weiterer zählen!
„Ich war ohne jeden Gedanken an Sex zu Peter gefahren. Als ich ihm half aufzuräumen, bemerkte ich seine Blicke auf meinem Busen. Ich begann ihn zu reizen, öffnete zwei Knöpfe meiner Bluse, so dass er meine Titten sehen konnte. Die Beule in seiner Hose verriet mir, dass ich Wirkung erzielte, und da er mir schön immer sympathisch war, ermutigte ich ihn, sie zu streicheln und zu kneten.
Als ich seine Lippen an meinen Nippeln spürte, wurde ich so scharf, dass dieser Abend nicht zu Ende gehen durfte, ohne seinen Schwanz tief in mir zu haben.
Ich setzte mich auf die Arbeitsplatte und ließ mich von seinen Händen und seiner Zunge verwöhnen. Ich war so geil, dass ich alles um uns herum vergaß.
Als Jörg in die Küche kam und sah, was wir trieben, war mir klar, dass ich auch seinen Schwanz in meiner Fotze haben wollte. Der Gedanke, zwei fremde Schwänze zu haben und den von Klaus, machte mich noch geiler!“
Die Tür stand einen Spalt offen, und ich sah, dass Gabi auf der Arbeitsplatte saß. Peter kniete vor ihr und hatte seinen Kopf zwischen ihren Schenkeln, und Jörg knetete ihre schweren Titten, die aus der Bluse hingen.
Sie waren so beschäftigt, dass sie mich nicht bemerkten. Ich blieb im Flur stehen und beobachtete das geile Treiben.
Gabi hatte Jörgs Schwanz aus der Hose geholt und wichste ihn. Nachdem es ihr das erste Mal gekommen war und sie Peters Gesicht mit Mösenschleim überflutet hatte, zog dieser sich die Hose aus und wollte Gabi vögeln.
Doch sie schob ihn zurück und rutschte von der Arbeitsplatte, wobei sie mich sah. Ich hatte die Finger auf die Lippen gelegt, und sie sagte den beiden nichts!
Sie dirigierte Joachim auf ihren Platz, zog ihm die Hose herunter und begann ihm den Kolben zu blasen.
Peter drückte sie ihren Arsch entgegen und zog sich die Pobacken auseinander.
Diesem Angebot konnte er nicht widerstehen. Er drückte ihr sein Rohr in die nasse Fotze und fickte sie durch.
„Ja, lutsch meine Stange, saug sie dir tief in dein Schleckermaul! Ja, ja!“ feuerte Jörg sie an.
Bei jedem Stoß von Peter verschwand Jörgs Speer ganz in ihrem Mund.
Jörg stöhnte und an seinem Gesicht war zu erkennen, dass er kam. Gabi schluckte seine Ladung und leckte seinen Schwanz weiter. Kurz darauf kam auch Peter, er drückte sein Rohr so tief wie möglich in Gabis Schleimfotze und entlud sich in ihr. Als er seinen Schwanz aus ihr zog, tropfte sein Saft aus ihr auf den Boden. Gabi drehte sich und lutschte seinen Schwanz sauber.
Als sie fertig war, hatte Jörg schon wieder seine Kleidung gerichtet. Auch sie und Peter machten sich zurecht und kamen wieder ins Wohnzimmer, wo ich saß, als hätte ich nichts bemerkt, nur die Beule in meiner Hose war verräterisch.
„Was habt ihr solange in der Küche getrieben?“ fragte ich lächelnd. Jörg und Peter wurden etwas verlegen.
„Ich habe Jörg einen geblasen, und Peter hat mich geleckt und gefickt!“ sagte Gabi, stand auf und zog ihren Rock hoch.
„Schau mal, mein Fötzchen läuft noch über von seinem Saft!“
Mit zwei Fingern fuhr sie durch ihre Spalte und leckte sie ab. Die beiden sahen mich an, als ob sie geprügelt worden wären und brachten keine Ton heraus.
Ich lächelte und sagte: „Ihr beiden seht aus, als ob ihr ein Verbrechen begangen hättet. Oder hat es euch keinen Spaß gemacht?“
Als erster fasste Jörg Mut: „Doch, sehr! Gabi bläst ganz toll!“
„Kommt, ich will jetzt eure Zungen, eure Hände und eure Schwänze spüren“, sagte sie und begann sich auszuziehen, was auch für uns das Signal war, uns unserer Kleidung zu entledigen. Sie legte sich auf den Teppich und spreizte die Schenkel.
Peter hatte einige Kissen geholt, die wir ihr unter den Kopf und die Hüfte legten.
Jörg hockte sich vor ihre offenstehende Fotze und drückte ihr seinen Riemen hinein. Peter bearbeitete ihre litten, während sie seinen Sack knetete.
Mein Rohr steckte zwischen ihren Lippen, und ihre Zunge kreiste um meine Eichel.
Jörgs Stöße wurden immer schneller und fester, wodurch mein Schwanz ihr aus dem Mund glitt.
Sie stöhnte und feuerte Jörg an: „Ja, ja, fick mich, du geiler Bock! Ramm dein Horn tief in meine Fotze! Ja, ja, tiefer, oh, ja!“
Er verstärkte seine Bemühungen und kam kurz darauf laut stöhnend in Gabis Fotze. Er zog seinen Schwanz schmatzend aus ihrer heißen Höhle, und Peter nahm sofort seinen Platz ein.
„Ja, fick du mich jetzt! Hau mir deinen Hammer in die Fotze! Oh, ja, ja, gib‘s mir, jaa, jaaa!“ Sie hatte wieder einen Höhepunkt, und ich merkte, dass sie voll auf ihre Kosten kam.
Auch Peter kam stöhnend und spritzte das zweite Mal in ihrer Fotze ab. Jetzt nahm ich seinen Platz ein und tickte in ihre überschwemmte, nasse Fotze.
Gabi stöhnte, stammelte, schrie und feuerte mich an: „Ja, ja, mach weiter, oh ja, stoss mich, fick mich, jaaa!“
Sie wurde von einer Welle von Höhepunkten geschüttelt.
Sobald einer von uns Männern abgespritzt hatte, kam der nächste wieder an die Reihe. Auf dem Teppich war ein riesiger nasser Fleck von unserem Sperma und ihrem Geilsaft, der aus ihrer Muschi lief!
Nachdem Peter sie zum dritten Mal durchgerammelt hatte, brauchte Gabi eine Pause. Aber auch wir Männer waren über die Pause froh. Geil abgefickt lag Gabi auf dem Teppich. Wir saßen um sie herum und streichelten sie und gaben ihr etwas zu trinken.
„Die drei hatten es mir so toll besorgt, dass ich unaufhörlich gekommen bin. Kaum war ein Orgasmus vorüber, kam schon der nächste. Als ich mich etwas erholt hatte, lutschte ich ihnen allen noch die Schwänze blitz blank sauber.
Ich presste dabei meine Schenkel zusammen, damit mir nicht ihr ganzer Saft aus meiner heißen Muschi lief, denn es ist ein herrliches Gefühl, bis zum Rand mit Sperma abgefüllt zu sein!“

So ist es also bei uns weitergegangen und wird es weitergehen, denn wir haben es mit den beiden in der Zwischenzeit noch zwei Mal getrieben.

Categories
Inzest

Moni, meine Herrin

Erziehung; Teil 01

Moni steht ca. einen Meter von mir entfernt und sieht mich mit ihren stechend grünen Augen an. Sie trägt eine weiße Bluse, deren obere Knöpfe sie geöffnet hat, wodurch die Ansätze ihrer mittelgroßen, festen Brüste zu sehen sind. Ihr Hintern ist von einem schwarzen Rock verdeckt und ihre schlanken, langen Beine sind von schwarzen Strapsen verhüllt. Ihre Füße stecken in schwarzen High Heels, in denen sie meine 1,78 Meter um ca. zwei Zentimeter überragt. Ihre pechschwarzen Haare hat sie zu einem festen Zopf zusammengebunden. Sie sieht sehr streng aus, doch Moni sieht meistens streng aus, Moni ist meine Herrin. Sie steht vor mir und sieht mich abschätzig an. Entkommen kann ich ihr nicht, weil ich an Händen und Füßen gefesselt bin. Genau genommen sind meine Fußgelenke an Metallösen im Boden gekettet, wodurch ich mit gespreizten Beinen dastehe. Um meine Handgelenke schnüren sich feste Seile, welche durch Haken an der Decke führen und schlussendlich wieder an Metallösen gebunden sind, welche an den Wänden links und rechts von mir befestigt sind. In der Position, in der ich gefesselt bin, stehe ich wie ein X. Bis auf ein ledernes Halsband, das ich fast ständig tragen muss, bin ich völlig nackt.

Vielleicht fragen sie sich, wie es dazu gekommen ist oder wie es sein kann, dass ein 53 jähriger, gestandener Mann in dieser schutzlosen Position vor einer 25 jährigen jungen Frau steht, welche eine lange Lederpeitsche in ihrer Hand hält. Vielleicht wegen meinem Studium, meiner eigenen Wohnung oder meiner Freiheit, die damit verbunden war. Auf Moni wurde ich durch eine Internetannonce aufmerksam.

„Anspruchsvolle, sadistische Herrin sucht devoten, älteren Herrn zwischen 50 und 60 Jahren. Du solltest gut aussehen, gepflegt sein und einen gewissen Intellekt besitzen. Ich suche nach einem unverbrauchten, erziehbaren Objekt. Daher musst du keine Erfahrung mitbringen. Allerdings erwarte ich, dass du dich meinen Wünschen unterordnest und ich meine sadistischen Leidenschaften rücksichtslos an dir stillen kann. Sei also gewarnt und bedenke, dass ich eventuelle Tabus von dir nicht berücksichtigen werde. Sobald ich dich in Zucht nehme, gibt es kein Zurück. Du wirst mir völlig ausgeliefert sein. Abgesehen von deinem Beruf, wirst du mir jeden Tag uneingeschränkt zur Verfügung stehen. Wenn du so ein niederes, devotes Wesen bist und dich traust dich bei mir zu bewerben, schicke mir eine aussagekräftige E-Mail mit Foto! Wenn mir gefällt was ich sehe und lese, werde ich mich vielleicht bei dir melden.“

Ich zögerte ein paar Stunden, dann schrieb ich zurück und schickte ihr eine E-Mail mit einem Foto von mir. Nach zehn unruhigen Tagen hatte ich noch immer keine Antwort und ich vergaß die Annonce.

Eine Woche später im Büro, fand ich beim durch sehen meiner tägliche Post einer direkt an mich gerichteten Brief ohne Absender und Posteingangsvermerk.
„Deine Bewerbung gefällt mir, du entsprichst vollkommen meinen Wünschen und wenn es dir wirklich ernst sein sollte, darfst du mir deine Telefonnummer mit einem neuen Foto von dir schicken. Aber auf diesem wirst du gefälligst Nackt sein!“

Ich schickte ihr das Foto – trotz eines mulmigen Bauchgefühls – zusammen mit meiner Telefonnummer. Moni rief mich einen Tag später an. In ihre strenge Stimme verliebte ich mich sofort. Sie verlangte von mir, sie mit Herrin anzureden und bot mir an, sie für eine persönliche Vorstellung zu besuchen. Ich dachte mich trifft der Schlag, ich stand vor Moni, einer unserer Sekretärinnen. Ein paar Tage später zog ich bei ihr ein und verließ ihr Haus seitdem nur, wenn ich zur Universität musste.

Heute bin ich ihr Zögling, stehe wehrlos und gefesselt in ihrem Keller… einen Monat später. Selbst reden kann ich nicht, weil in meinem Mund ein Ballonknebel steckt. Wie dies sein kann? Ich habe mich damals darauf eingelassen und nun gibt es kein Zurück, selbst wenn ich wollte. Moni hat genug Fotos und Filme von mir gemacht, um mich für den Rest meines Lebens öffentlich bloßstellen zu können. Selbst jetzt läuft eine Kamera, die auf einem Stativ, in einer Ecke des Raumes steht und mich von schräg vorne filmt.

Moni macht einen Schritt auf mich zu und fährt mit ihrer freien Hand sanft über meinen steifen Schwanz. „Na mein kleiner Zögling, den würdest du jetzt wohl gerne gewichst bekommen… Na was ist, nicken kannst du doch wohl noch?” Moni fasst mir in den Schritt und quetscht meine Eier rücksichtslos in ihrer Hand. Ich beeile mich, ihr mit einem schnellen Kopfnicken zu Antworten. „Dachte ich mir doch”, sagt sie und lässt meine Hoden wieder los. „Du denkst wohl immer nur ans Abspritzen, aber daraus wird Nichts mein Kleiner.” Mit langsamen Schritten geht Moni um mich herum und lässt dabei ihre Fingerkuppen über meinen nackten Körper streifen.

„Eigentlich hast du dich ganz gut gemacht Zögling. Zumindest besser als ich gedacht hatte. Aber du bist mir immer noch zu frech. Vielleicht war ich in den letzten Tagen ja zu nachsichtig mit dir. Deine Haut hat auch schon gar keine Striemen mehr. Glatt wie ein Baby-Popo siehst du aus. Aber das werde ich jetzt ändern.”

Moni tritt ein paar Schritte von mir weg und stellt sich hinter mir auf. Mein Herz pocht heftig und mein Atem wird schwerer. Ich zittere leicht vor Erregung und Aufregung. Dann plötzlich, höre ich den langen Lederriemen durch die Luft zischen und mit einem Knall auf meinen nackten Rücken klatschen. Ein plötzlicher, brennender Schmerz lässt mich in meinen Fesseln zusammenzucken. Moni wartet einen Augenblick und kostet den Moment aus. „Sehr schön”, sagt sie zufrieden. „Glaub ja nicht dass ich mich heute zurückhalten werde.”

Drei weitere, feste Peitschenhiebe treffen in kurzen Abständen meinen Rücken. Ich stöhne gequälte Laute in meinen Knebel; mein Rücken brennt wie Feuer. „Ich will sehen wie du dich vor Schmerzen windest Zögling.” Wieder trifft der Lederriemen auf meinen Rücken, noch fester als bei den vorigen Malen. Moni holt mit ihrer Peitsche jetzt weit aus. „Ich liebe es dir Schmerzen zu bereiten.”

Moni beginnt meinen Körper ohne Hasst und in gleichmäßigen Abständen, mit festen Peitschenhieben zu bearbeiten. Sie treffen mich an meinem Rücken, meinem Hintern und meinen Beinen. Meine Haut brennt vor Schmerz und bei jedem Hieb zerre ich verzweifelt an meinen Fesseln. Moni ist nicht eben zimperlich. Ich weiß jetzt schon, dass mein Körper von roten Striemen übersät sein wird. Ich winde mich, zucke und zerre, brülle in meinen Knebel, doch ich komme nicht frei. Moni stört sich nicht daran, sie genießt es. „Na, Kleiner”, sagt sie gelassen. „Kannst du etwa nicht mehr? Du weißt doch wie gerne ich dich Leiden sehe.”

Mein Körper hängt erschöpft in den Fesseln, ich schnaufe nach Luft, Speichel rinnt mir am Knebel vorbei aus den Mundwinkeln. Ein fester Hieb knallt auf meinen rotstriemigen Hintern und lässt mich erneut zusammenzucken. Moni setzt ihre Auspeitschung in gelassenem Tempo fort. Jeden Peitschenhieb lässt sie feste und gezielt auf meine malträtierte Haut knallen, lässt meine Glieder immer wieder vor Schmerz zusammenfahren. Es scheint ihr nicht langweilig zu werden und sie hört nicht auf den Lederriemen durch die Luft zischen zu lassen. Doch nach einer endlos scheinenden Tortur ist ihre schmerzhafte Folter endlich vorüber. Moni tritt an mich heran und streichelt mit ihrer Hand zärtlich über die geschundenen Stellen meines Körpers. Sie stellt sich vor mir auf und nimmt meinen erschlafften Schwanz in ihre Hand. „Das hat dem Kleinen wohl nicht gefallen”, sagt sie und beginnt ihn langsam zu wichsen.

Trotz meiner Erschöpfung richtet sich mein Schwanz unter ihrer Behandlung wieder auf und steht bald wieder pulsierend und fest von mir ab. Ich sehne mich nach ihren Berührungen, ich genieße jede Bewegung ihrer Hand, die meinen steifen Schaft sanft umschlossen hält. „Dachte ich’s mir doch”, sagt Moni. „Hast das ganze wohl auch noch geil gefunden.” Moni öffnet die Schnalle am Lederband des Knebels und nimmt ihn mir aus dem Mund. „Antworte! Findest du es geil, wenn dir deine Herrin den Schwanz wichst?” — „Ja Herrin.”

Moni greift fester zu und beginnt meinen Schwanz stärker zu wichsen. „Würdest wohl gerne abspritzen, was?

„Ja Herrin.” Ich kann es kaum noch erwarten, kaum noch aushalten, trotz meiner brennenden Haut. Seit neun Tagen quälst du mich, verbietest mir zu spritzen. Dabei machst du alles um es mir noch unerträglicher zu machen. Du lässt mich deine festen Brüste liebkosen, mit meiner Zunge an deinen Brustwarzen spielen, an deinen Nippeln saugen. Du benutzt mich als Lecksklaven. Mit meiner Zunge fahre ich durch deine feuchte Furche, schiebe sie in dein Arschloch, lasse sie um deinen Kitzler kreisen. Dir kann ich einen Orgasmus nach dem anderen verschaffen, nur mir selbst verbietest du die ersehnte Erleichterung.“

Und nun, wo ich gefesselt und nackt vor ihr stehe, wichst Moni meinen steifen Schwanz, wie sie es in den letzten Tagen ständig gemacht hat. Sie erregt und erregt und erregt mich, nur um im letzten Moment wieder von mir abzulassen. Es ist eine quälende Folter. Auch dieses Mal, als ich wieder kurz davor stehe, dass ihre Hand diese nicht mehr rückgängig zu machenden Zuckungen in meinem Penis auslöst. Jetzt, wo wieder beinahe der Punkt überschritten ist, an dem ich es nicht mehr zurückhalten kann und endlich meinen Saft rausspritze… hört sie im letzten Moment auf. Sie lässt meinen pochenden Schwanz los, der vor ihr auf und ab wippt.

„Du wünschst dir wohl, dass ich weitermache? Was ist Zögling, willst du, dass ich dir dein schmutziges Teil weiterwichsen?” – „Ja Herrin.” — „Du Armer. Da hast du leider Pech. Ich hab auf was ganz anderes Lust.”

Categories
Racconti Erotici

Giada mia moglie

mia moglie Giada, tutto fare presso la segreteria di uno studio d’analisi. 38 anni,bella e molto solare. Lei non sospetta nulla ma io so delle sue scappatelle, soprattutto della sudditanza nei confronti del suo capo. Farmacista molto stronzo e con la faccia da pervertito sbruffone.
Io è’ vero sono un cornuto, non lo posso negare. Nemmeno che mi eccito a pensarla intenta a far godere lo stronzo.
Perché’? Non lo so. Forse e’ una mia debolezza o perversione. E’ così’ e basta. Ci convivo, con sentimenti molto contrastanti ma non posso farci nulla.
Un giorno rientra a casa da lavoro e mi dice: sabato c’è’ la cena del laboratorio, ci andiamo?. Ti va?. Immaginate il mio stato d’animo. Ok ok, se vuoi ci andiamo. Già’ fantasticavo su quella serata.
Arriva sabato, sono le 19 ed iniziamo a prepararci per la serata. Non era la prima cena con i suoi colleghi, colleghe, organizzata dal datore di lavoro. Di solito erano serate molto noiose,ameno per me, trascorse a parlare del loro lavoro, lodare l’impegno di alcune di loro e tanti sermoni del capo. Si mangiava e beveva qualcosa.
Io come al solito, vesto casual; jeans, camicetta chiara, giacca sportiva, mocassino. Carino nulla di che. Esco dalla stanza ed arrivo in bagno. Wow! Esclamo. Di fronte si palesa una e****t intenta a prepararsi per una seratina hot. Bellissima; tacco 12 lucido, bodystcking nero velato, perizoma e nessun reggiseno. Dopo sarebbe venuto il vestitino nero con i violant ed il fiocco su di una spallina. Completava il tutto un trucco rosso sulle labbra ed i contorni marcati per far risaltare i bellissimi occhi azzurri. Io subito: ma dove vai così’? Hai deciso di far morire d’infarto qualcuno?. Scherzavo ma non troppo. Scemo! Dice lei. Sono bella per te. Se qualcuno rosica non ti devi mica offendere. Poi torniamo a casa e sono tua. Mi abbraccia e schiocca un bel bacio sulla guancia. Immaginate cosa ho pensato in quel momento.
Inizia la serata.
Alle 22.30, siamo un gruppo di 20 persone circa. Coppie e qualche single. Il dottore con la moglie al capo tavola. Si e’ mangiato bene,bevuto molto e la solita serata di tanti bla bla e’ partita da qualche mezz’ora. Giro con gli occhi,fingendo di chiacchierare ed interessarmi ad i discorsi dei presenti. La moglie del collega alla mia destra, continuava a parlarmi e dire cose. Io rispondevo con monosillabe e qualche sorriso.
Ogni tanto, intercettavo lo sguardo del porco con quello di mia moglie. Giada lo fissava intensamente per pochi istanti e poi cambiava direzione. Così’ per molti momenti della serata. Sapevo cosa frullava nelle loro teste,cosa stavano pensando e come al solito ero eccitato.
La serata continuo’ così’.
Poi qualcuno si alzo’, parti’ la musica e qualche canzoncina buttata li. Io andai in bagno. Rinfres**to, gironzolai per il giardino della casa, sentivo le voci pervenire dietro l’angolo e mi rilassavo passeggiando. Giada l’avevo lasciata intenta a chiacchierare con due sue colleghe. Due brave ragazze, una anche bona.
Tornai verso la compagnia. Giada non c’era. Nemmeno il Dottore e qualcun’altro. Cazzo! Dove sono andati?
Fissai Ilaria, la dottoressa del laboratorio ancora seduta. Dov’è’ Giada le chiesi. Non so era qui rispose lei.
La mia fantasia oramai era partita per la tangenziale. Corpi intrecciati, bagni promiscui ecc…. Troia! Pensai. Entrai in casa. Girai per il salone e poi le scale del seminterrato. Intercettai la moglie del padrone di casa, cornuta come me. Sorrisi. Non volevo fare scenate o cose del genere. Lei mi disse qualcosa inerente la cena, forse se mi era piaciuta. Io risposi con un bel sorriso e le risposi che la cena era stata di mio gradimento. Lei volto’ l’angolo e non la vidi più.
Incazzato ed arrapato, non sapevo dove andare. Salire su verso le camere? Che figura se mi beccavano!?. Dov’eri Giada?. Cazzo ma sotto il naso di tutti?. Così’ spudorati?.
Quasi in pieno panico, confuso, decisi allora di tornare fuori e fare finta di niente. Sarebbero rinvenuti e subito avrei compreso l’epilogo della cosa. Tornai in giardino,era freddino tutto sommato. Una volta a l’esterno ebbi un flash. Il parcheggio. Si erano diretti li.
Voltai a sinistra in direzione del grande piazzale esterno alla villetta.
Scavalcai la ringhiera per non far rumore con il cancello elettrico. Sceso da l’altro lato, percorsi pochi metri quasi al buio. La mia macchina era al suo posto ma senza nessuno dentro o intorno. Nemmeno qui. Allora dove?.
Feci per voltarmi verso la mia destra e quasi per caso, intravidi in fondo al vialetto a circa 20mt, una lucina molto piccola ed alcune sagome. Tacqui ed udii impercettibili chiacchiericci e gorgoglii. Mi avvicinai, nascondendomi nella penombra. Arrivato alle spalle del gruppetto, nascosto dietro una lunga siepe, mi concentrai per udire e vedere meglio. A l’inizio vedevo soltanto la luce proveniente da un telefonino, e 3 forse 4 corpi vicini. In verità’ erano più’ che vicini, perché’ inizia a capire che si baciavano e toccavano. Non capivo chi fossero però’. Volevo avvicinarmi, osservare da più’ vicino. Era pericoloso ma avevo troppa voglia. Saliva l’eccitazione. Udii molto bene il rumore dei baci e le lingue che si bagnavano. Poi, il tipico sfregare delle mani che svestono degli indumenti. Sii dai sii, baci, mmm, sii dai mi piace. Non ero sicuro, forse era Giada. Vidi una chioma inginocchiata, una sagoma in piedi ed il rumore di una cinta che si slacciava come una zip che si apriva. Dopo fu chiaro l’inizio di un pompino. Mm sii lecca Troia,lecca sto bel cazzo. Era un pompino senza ombra di dubbio. Più’ leccava e più’ i tipici stridolii della saliva a contatto con la carne divennero chiarissimi.
Lecca! I rumori ed il ritmo aumentavano. Mmm si mi piace il tuo cazzo, rispose lei. Non volevo crederci e non ero sicuro ma sembrava la voce di Giada. Daiiii! Dai che vengo. Riprendi cazzo, riprendi tutto. Un altro uomo riprendeva tutto con il telefonino. Guarda come lo succhia sta Troia. Poi risate e rumori come prima. Ad un certo punto si fermarono, la luce del telefonino spari’ ed i corpi cambiarono posizione. Non capivo però’ come e perché’. Decisi allora di approfittare del momento e scavalcare la siepe. 3 mt più’ in la potevo osservare tutto e nascondermi protetto dal buio. Lo feci. Messo a fuoco, stavolta vidi tutto abbastanza bene. Se si fossero spostati di 4 passi verso di me, avrebbero anche potuto scoprirmi. Accucciato osservai tutto. Ebbi un sussulto. Giada era lì. Poggiava i polsi tendendo le braccia sopra le spalle di un uomo. Era rimasta con il solo bodystocking senza nemmeno il perizoma. Gambe aperte, in piedi. Un uomo di fronte, intento a palparla ovunque. Grosso, però’ non capivo chi fosse. Dietro invece, un rispetto più’ basso di lei. Intravedevo le sole gambe ed un pezzo della spalla. Aveva i calzoni calati sulle caviglie. La stava scopando da dietro. Entrambe le mani le cingevano i fianchi e la spingevano avanti ed indietro. Lei leggermente piegata verso il primo dei due, poggiava le braccia per non cadere e collaborare al ritmo della danza. Bella divaricata, ansimava e godeva. Ritmava la fottuta, bagnandosi le labbra e inarcando la schiena in qualche spasmo godereccio. Adesso il più’ grosso la filmava con il telefonino e lei non curante sorrideva con un ghigno da troiione in piena estasi. Ora la teneva in equilibrio con una sola mano, per non farla cadere in avanti e permettere al socio di sbatterla con vigore. Era piccolo ma stantuffava alla grande. Scopala dai, scopa sta Troia! Sii dai fottimi, fottimi dai!. Lei stava godendo come una grande puttana ed esprimeva tutto il suo piacere immortalando un ciac sa paura. Fissava il telefono e si tintillava i capezzoli turgidi. Vedevo le chiappe sballottolare e sobbalzare per i colpi decisi da dietro. Ero quasi certo che quei due non c’erano alla cena. Poi, il tizio afferro’ i polsi di lei ed inizio’ il rush finale. I colpi si fecero frenetici e molto più’ vigorosi. Lei si inarco’ tutta e sbarro’ gli occhi dalla gran foga che sentiva dentro la pancia. Cazzo vengoooo! Quasi urlo’ il piccoletto. Siiii cazzo ho ripreso tutto, il secondo. Ahhhhh siiiii, disse lei, adendo sulle ginocchia a quattro zampe. L’avevo preso tutto e dentro. L’aveva riempita quel piccoletto. Lo vidi in faccia, avrà’ avuto si e no 20 anni. Faccia da cazzo, cappellino e secco come un chiodo. Chi cazzo era?. Il secondo rideva e si toccava la patta. Ti e’ piaciuto ehhh troia! Dai sii cazzo ci siamo sbattuti sta figa. Cazzo ho fatto un capolavoro. Lei li guardava,con un ghigno,soddisfatta. Sii dai annamosene mo’, o ce sgamano, da uno dei due.
Ciao troietta quanno voi chiamace. Uno afferro’ la borsa di lei a terra, frugo’ e tiro’ fuori il suo telefonino. Digito’ sulla tastiera e getto’ il telefono dentro la borsa di nuovo. Ooo mo c’ha i er numero mio. Capito? Di fronte a lei, ora sulle caviglie accovacciata, le disse di chiamarlo. Poi spari’ nel buio. Lei annui’, si tocco’ la vulva e gli accarezzo’ una gamba. Via. Poi tutti via. Lei si rivestì’ nella penombra e poi andò’ verso la nostra auto. Io tornai di corsa per lo stesso percorso alla serata. Arrivai al mio posto 1 mn prima di lei. Si sedette al mio fianco, sospiro’. Era scossa, quasi imbambolata. Tutto ok? Sii sii certo,sorrise. Le misi una mano sopra un ginocchio. Strinsi un po’. Era fresca. Volli salire con la mano. Quasi vicino a l’interno coscia,la sua mano si poggio’ sulla mia,fermandomi. Fermo!. Sei matto?. Poi a l’orecchio mi disse…a casa ti lecco anche le palle. Ed io…Troia …..sorridemmo.

Categories
Anal

Meine Freundin die Nutte 01

Meine Freundin die Nutte 01
by newyork9671©

Seit 6 Wochen war ich mit einer unglaublichen Frau zusammen. Sie ist Araberin, heißt Sara und sieht fantastisch aus. Ihr Körper ist perfekt geformt. Ihre Titten sind fest und groß, wie die eines Pornostars. Sie hat einen vollen Mund und große Augen. Sie ist einfach perfekt.

Jedes Mal wenn wir uns treffen haben wir wilden hemmungslosen Sex. Eines Abends ficken wir wieder. Sie saß auf meinem steifen Schwanz. Mit einer Hand zog Sie Ihre blankrasierte Fotze auseinander.

“Na gefällt Dir was Du siehst? Macht Dich das Geil wenn Du siehst wie Dein Schwanz meine rasierte Fotze fickt” ich antwortete: „Oh ja Baby, ich liebe es zu sehen wie mein Schwanz Deine rasierte Fotze fickt, es macht mich total an.”

Sara verlangsamte Ihre Bewegungen und sah mir direkt in die Augen. „Schau es Dir genau an Du Sau, schau Dir an wie meine nasse Fotze Deinen Schwanz fickt. Würdest Du gern mal sehen wie ein anderer Schwanz meine geile Fotze fickt?” Während Sie das sagte schaute Sara mir intensiv in die Augen, lächelte mich geil an und bewegte sich noch langsamer.

Ich war sprachlos aber unfassbar geil, bevor ich antworten konnte erwiderte Sara: “Stell Dir vor; ein geiler Typ fickt vor Deinen Augen deine kleine Freundin. Und Du siehst genau hin wie sein fetter Schwanz ganz langsam sich in meine total nasse Fotze schiebt.”

Während Sie das sagte zog Sie mit Ihren Fingern Ihre Fotze noch weiter auseinander sodass ich alles ganz genau sehen konnte. Dabei fing Sie an sich wieder etwas schneller zu bewegen.

„Und während der Typ mich fickt schaue ich Dir in die Augen und sage Dir wie geil der Typ es mir besorgt “

Vor lauter Erregung konnte ich überhaupt nicht antworten.

„Und dann zieht der Typ seinen Schwanz raus uns spritzt auf mir ab”

Genau in diesem Moment hob Sara Ihr Becken an, so dass mein steinharter Schwanz aus Ihrer Fotze herausrutschte. Mit einer geschickten Handbewegung wichste Sie meinen Schwanz so dass ich sofort in mehreren Schüben extrem stark abspritzen musste.

„Na, Du perverse Sau, das macht Dich wohl richtig an.” Während Sara das sagte schaute sie mich an und legte sich neben mich. Ganz langsam begann Sie mit meinem noch immer steifen Schwanz zu spielen.

„Dein Schwanz ist noch immer steif, ich wusste es, Du stehst drauf, Du bist wirklich total versaut. Es macht Dich geil eine Schlampe als Freundin zu haben. Hast Du schon mal eine Deiner Freundinnen fremdficken lassen?”

Total geil antwortete ich:” Der Gedanke macht mich schon ziemlich geil, aber ich habe das noch nie gemacht!”

„Willst Du es?” Während Sara mich das fragte wichste Sie mich etwas härter. „Willst Du das ich die Beine breit mache und mich ficken lasse?………..so hart war Dein Schwanz noch nie………es gefällt Dir wenn Deine kleine Freundin eine richtige Nutte wäre, gib es zu…….” Absolut geil antworte ich” Ja, klar mich würde es anmachen wenn Du eine richtige Schlampe wärst……ich würde in Deine Fotze abspritzen und dann zusehen wie Dich ein anderer Schwanz in meiner Wichse fickt”

Sara wurde immer nasser und geiler. Ohne zu zögern setzte Sie sich wieder auf meinen steinharten Schwanz und begann mich ziemlich schnell zu ficken. Sie stöhnte immer geiler, dann riss Sie die Augen auf und sagte: ” Ich habe mich schon fremdficken lassen. Aber mein Ex war zu eifersüchtig, der fand es geil hat es aber nicht verkraftet. Ich habe nach einer tabulosen Sau wie Dich schon immer gesucht. Komm spritz in meine Fotze.”

Dann hielt sie auf einmal inne und sah mir in die Augen: „Versprich mir das ich mich vor Deinen Augen fremdficken lassen darf. Du bist eine totale Sau, sag mir das es Dich anmacht und Du darauf stehst.”

Ohne zu zögern sagte ich: „Ich will Dir zusehen wie Du fremdfickst…..ich will Dich in der Wichse von einen anderem Typen ficken…….mich macht es total an das Du eine echte Schlampe bist.”

Sara begann mich wieder zu ficken und antwortete: „Komm schon Du Hurenstecher, spritzt ab……ich melk Dich jetzt richtig, spritz Deine Ladung schon tief in meine Nuttenfotze. Du bist nicht der erste den ich melke. So einen wie Dich habe ich schon immer gewollt, wenn ich dabei bin darfst Du auch mal eine andere Fotze ficken, gefällt Dir das?” In dieser Sekunde spritzte ich richtig ab und pumpte meinen ganzen Saft in Ihre Fotze.

Total erschöpft legte Sie sich neben mich und sagte ” WOW, das war ein geiler Fick, ich kann nicht abwarten das wir das mal tun”, ich antwortete: ” Ist das Dein Ernst, willst Du das ich mit anderen Weiber vor Dir ficke, und Du Dich von anderen Schwänzen ficken lässt, macht Dich das an?”

Sie lächelte und antwortete: “Du weißt Du willst das auch…..gib es zu, Dich macht es doch geil, dass Deine Freundin nicht eiferzüchtig ist. Du stehst doch darauf das ich eine echte Schlampe bin die gerne Schwänze melkt, tue doch nicht so” dann sah Sie auf meinen Schwanz und bemerkte das er wieder steif wurde.

“Das macht Dich wirklich geil, Du Sau. Ich wette Du hättest nichts dagegen wenn ein paar von Deinen Jungs über mich drüber rutschen würden! Würde Dich das anmachen?” Schon wieder erregt antwortete ich: „Sara, Du machst mich total verrückt, ich glaube das würde mich ziemlich geil machen, aber ich wäre ziemlich eiferzüchtig!”

Sara antwortete: „Um ehrlich zu sein würde es mich geil machen wenn Deine Kumpels mich wie eine Nutte dafür bezahlen müssten”

Nach kurzer Pause bemerkte Sara:” Wow das macht Dich geil….Du bist ja schon wieder steif, kannst es wohl kaum noch abwarten! Ich wette Du hast Dir bei dem Gedanken Deiner Freundin beim fremdficken zu zusehen schon oft einen runtergeholt.!”

„Um ehrlich zu sein, JA, der Gedanke macht mich unglaublich an und ich habe mir schon ab und zu einen gewichst bei dieser Phantasie.”

„ Du bist wirklich pervers, ich liebe Dich dafür, ich kann es kaum noch abwarten das Du mir beim ficken zusiehst. Welche von meinen Freundin würdest Du den gerne ficken…….?”

Sara hatte eine Freundin namens Eiche, Sie war Türkin. Ich musste unweigerlich an Sie denken. “Eiche würde ich gerne mal ficken?”

Anstatt sauer zu werden antwortete Sara:” Gute Wahl, eine echte Nutte, fickt total hemmungslos. Ich hab ihr schon ein paar Mal wie sie es getrieben hat zugesehen ……..steht auf Anal und mag es wenn Typen auf Ihr abspritzen.”

Mit prüfenden Augen sah mich Sara an und fragte mich dann: „Soll ich Sie fragen?”

Ich antwortete nur: “Ist das Dein Ernst, willst Du wirklich fremdficken? Willst Du wirklich das ich Deine beste Freundin ficke?”

“Du willst es doch auch, oder denkst Du ich bin blind, ich habe doch Deine strahlenden Augen gesehen, wenn die Schlampe mit tiefen Ausschnitt und kurzen Rock aufgetaucht ist. Du kannst es doch kaum noch abwarten auf der türkischen Schlampe abzuspritzen.”

In der Sekunde spritze zum dritten Mal ab.

“Du bist wirklich ein geiles kleines Miststück Sara, und Dich macht es an von anderen Typen in Gegenwart Deines Freundes gefickt zu werden und darüber hinaus fürs ficken bezahlt zu werden! Die Frage ist doch wer von uns die perverse Sau ist.”

Sara lächelte nur, stand auf und sagte” Warst ab, jeder Mann würde mich bezahlen damit ich meine Beine für Ihn breit mache. Und Ja es macht mich total geil fremd zu ficken in Deiner Gegenwart, ich will es genauso wie Du es willst und das ist der Grund warum ich Dich liebe wir haben die gleichen geilen Phantasien.”

Am nächsten Morgen war Sara schon weg als ich aufstand, auf dem Küchentisch lag nur ein Zettel mit einer Adresse und der Nachricht das wir uns dort um 22.00 Uhr treffen sollten, Sie würde mich dort schon finden.

Gegen 21.30 machte ich mich auf den Weg, dort angekommen traute ich meinen Augen nicht, es war ein in Frankfurt echt bekannter FKK-Club. 20 Minuten später und um 50€ leichter war ich im Club nur noch mit einem Handtuch bekleidet.

Zu meiner Überraschung gab es einige echt geil aussehende Frauen in diesem FKK-Club. Die Erotik lag förmlich in der Luft. Ich fragte mich die ganze Zeit warum Sara wollte das ich mich mit Ihr in einem FKK-Club treffen sollte.

Nach kurzer Nervosität machte ich mich auf den Weg durch die Räumlichkeiten um diese zu erkunden. In jeden Raum gab es große Sofas. Auf der einen oder anderen Couch lag ein Freier mit einer Nutte.

In einen Raum grinste mich eine geil aussehende Nutte an während Sie Ihren Typen wichste. Ich blieb stehen und beobachtete die beiden.

Es dauerte nicht lange da umarmte mich eine von den Girls und griff mir direkt unter mein Handtuch an meinen Schwanz und begann diesen zu wichsen. „Na schöner Mann gefällt Dir was Du siehst oder willst Du selber spitzen”

Total geil sah ich mir die Nutte an. Sie trug nichts weiter als Highheals und einen Gürtel. Neben Ihrer rasierten Fotze hatte Sie eine Tätowierung . Ihre Titten waren gemacht, sahen aber total geil aus.

„Stehst Du nur auf zusehen oder willst Du das uns andere beim ficken zusehen, wenn Du Lust hast können wir es im Pornokino treiben.”

Ich war total geil und bevor ich antworten konnte sah ich meine Freundin Sara mit Eiche Arm in Arm uns entgegen kommen. Beide waren nur mit Stöckelschuhen, einem heißen Stringtanga und einer Handtasche bekleidet. Die beiden sahen supersexy aus.

Sara schnauzte die Nutte an: „Verpiss Dich Du Schlampe, der Typ hat sich schon mit mir zum ficken verabredet”

Dann kam Sie näher zu mir und umarmte mich. Dabei flüsterte Sie mir ins Ohr: ” Bitte verlass mich nicht, ich liebe Dich so sehr und deswegen wollte ich das Du weißt das ich für Geld die Beine breit mache.”

Ich sah Sie schockiert an und antwortete: ” Du bist eine echte Nutte, warum?”

Sara antwortete:” Weil ich immer geil bin, es macht mich so scharf von verschiedenen Schwänzen gefickt zu werden, ich kann nicht anders…….ob Du es glaubst oder nicht es ist mein Traumberuf, Typen geben mir Geld fürs ficken……bitte bleib bei mir…..ich tue alles was Du willst”

Ich war noch immer unter Schock. Sara nahm Sie meine Hand. Auf einmal stellte sich Eiche vor mich. Sie sah umwerfend aus. Ihre Titten waren groß und fest. Ihr Body war schlank und Ihre Fotze war frisch rasiert. Mit einem lächeln im Gesicht gab Sie mir einen Kuss und löste mein Handtuch, welches sofort auf den Boden fiel.

„Sara, der Schwanz deines Freundes sieht super aus, schön rasiert, ziemlich lang…..richtig geil.”

Eiche begann mich zu wichsen und fragte mich: „Und Du Sau, Sara hat mir erzählt das Du mich ficken willst. Was willst Du mit mir machen? Auf mir abspritzen, meinen Arsch ficken oder soll ich Dir einen blasen bist Rohr in meinem Mund explodiert. Du hast eine ziemliche Latte, mach es Dich geil in einem FKK- Club zu ficken und zu wissen das Deine Freundin in diesem Club die Beine breit.” Dann drehte Sie sich um und zog mich an meinem Schwanz zur nächsten Couch.

„Glaub mir Deine Freundin ist eine echte versaute Schlampe, aber ich bin eine echte Sau, ich mache alles was Spaß macht, wenn Du mich gefickt hast willst Du keine andere mehr.”

Sara setze sich neben uns. Sie spreizte Ihre Beine, zog Ihren Slip zur Seite so dass jeder Ihre rosa rasierte Fotze sehen konnte. Ich konnte genau erkennen wie nass sie war. Ihre Fotze lief förmlich aus.

Ich saß zwischen Sara und Eiche auf dem Sofa. Sara und Eiche waren mit Abstand die schärfsten Frauen in diesem Club. Ich bemerkte wie Sie permanent von anderen Typen angestarrt wurden.

Wieder spürte ich Eiches Hand an meinem steifen Schwanz. ” Du hattest recht Sara einen echt geiler Schwanz hat Dein Freund” Sara lächelte mich an “Na gefällt es Dir wenn Eiche Dich wichst?”

Während Sara das sagte zog Sie Ihre Fotze auseinander und sagte: “Willst Du das ich mir einen Schwanz in meine Fotze stecken lasse während Du Dich von Eiche ficken lässt?”

Total geil antwortete ich: „Baby, willst Du es wirklich?” Sara stand auf zog Ihren Slip aus und setzte sich auf meinen Schwanz. “Mach es Dich geil vor all den Leuten zu ficken? Jeder hier drin kann uns zusehen. Jeder kann jetzt sehen wie Dein Schwanz in meiner nassen Fotze steckt. Oh ja es macht Dich geil ….Du bist richtig hart”

Während Sara mich fickte sah Eiche mir in die Augen und sagte” Du hast recht Sara der Typ ist so naturgeil wie Du. Und Schatz willst Du hier vor allen Leuten abspritzen, soll Sara dich melken oder willst du meine türkische schlampenfotze spüren?”

Ich sah Sara in die Augen. „Sara, Du bist so geil, ich stehe auf Dich, es macht mich wirklich geil mit Dir vor anderen zu ficken…”

Sara grinste nur und antwortete: „Gib zu Du willst Eiche ficken, Du willst das ich Dir Hurenbock zusehe wie Du meine beste Freundin fickst…..Du kannst es doch kaum noch abwarten Du geile Sau”

„Ja, ich will Eiche ficken, ich will das Du mir zusiehst” Während ich das sagte begann Eiche meine Brustwarzen zu lecken……..und flüstere mir dabei ins Ohr: „Soll ich Dich melken Du Sau.”

Super aufgegeilt musste ich Sara no ein paar Fragen stellen:” Seit wann bist Du eine Nutte, und mit wievielen Typen hast Du heute Nacht schon gefickt………”

Sara antwortete:”Bist Du sicher das Du mit der Wahrheit umgehen kannst………also gut mit 16 hab ich mich für Geld von meinem Onkel ficken lassen, seitdem mache ich es für Geld…..heute Abend, 4 Typen, einer hat direkt abgespritzt, ein anderer hat mich in den Arsch gefickt während sein Freund meine Fotze gefickt hat…..und Du bist der vierte……..und macht es Dich geil das Deine Freundin eine echte Nutte ist, macht es Dich geil das ich mich heute schon ficken lassen habe?”

In dieser Sekunde blieb ein Türke neben uns stehen uns sagte in meine Richtig” Die Alte würde ich auch gern mal ficken”

Sara drehte sich um und sagte: ” OK, Süßer…setzt Dich neben uns, zieh Dir ein Gummi über Deinen Schwanz und schiebe 100€ rüber” Der Türke tat wie Ihm befohlen. Sog sein Handtuch runter. Sein Schwanz war steif.

Sara sah mir in die Augen und sagte: “Und willst Du das ich den Typen ficke, willst Du das Deine Freundin vor Deinen Augen sich für Geld ficken lässt?”

Total geil antwortete ich: „Ja Du Sau, Du weißt ich will es, ich will sehen wie Du fremdfickst Du kleine Hure.”

„Hab keine Angst, das wird dich richtig geil machen, ich werde für Dich meine Fotze richtig auseinander ziehen damit Du alles sehen kannst.”

Sie stand auf, nahm das Geld und setzte sich auf den Schwanz des Türken, mit einer Hand spreizte Sie Ihre Fotze, sah mir in die Augen und sagte:” Mach Dich das geil, du kleine Sau, anderen beim ficken zu zusehen. Komm schau Dir meine Fotze an……das ist doch das was Du immer wolltest!”

Unweigerlich wurde ich geiler und begann mich zu wichsen. Im gleichen Moment flüsterte Eiche mir ins Ohr: „Sara ist eine richtige Schlampe, Du musst nicht wichsen……….das mache ich für Dich, ich will Dich jetzt ohne Gummi ficken. Ich will spüren wenn Deine Ficksahne in mich spritzt. Sara hat mir erzählt das Du auf mich stehest, ich wette ich melke Dich innerhalb von ein paar Minuten”.

Eine Sekunde später setzte Sie sich auf meinen harten Schwanz und fickte mich. Eiche drehte sich zu Sara und sagte nur: “Den Schwanz würde ich gerne öffters ficken” dann schaute Sie mich an und sagte: “Wenn Du willst darfst Du mich auch in meinen Arsch ficken…………komm schau Deiner Freundin beim ficken zu, das macht die Schlampe geil.”

Sara schaute uns an und sagte: „Oh Schatz ist das geil, so habe ich es mir vorgestellt” dann drehte sie sich zu Eiche um und sagte: „Besorg es meinem Stecher, melk Ihn richtig ab.”

Eiche schaute mir in die Augen und dabei bewegte Sie Ihre Hüfte ganz leicht. „Schau es Dir an Deine Freundin bringt den Typen gleich zum spritzen.

Doch bevor der Türke abspritzte sprang Sara auf. zog Ihm das Kondom runter, schaute mir in die Augen und sagte: “Ich liebe es zu sehen wie Ihr Typen abspritzt”

Und schon kam die Sahne aus dem Typen raus. Kurz danach sagte Sara zu den Typen:” Wenn Du wieder kannst komm vorbei für 150€ darfst Du meinen Arsch ficken” Diese Sätze machten mich so geil das ich in Eiche abspritzte.

Eiche lächelte und schaute mich an und sagte: “Jawohl, spritz schön in meine Fotze, ich kann einen geilen Schuß gut gebrauchen Du Sau…..schön spritzen, immer weiter, bring meine Fotze zum überlaufen. Ich wette Du kommst jetzt öfters hierhin……..und macht es Dich geil das wir Nutten sind?”

Außer Puste antwortete ich:”Ja ziemlich, aber ich muss lernen damit umzugehen”

Sara gab mir einen Kuss und sagte:” Ich liebe Dich, Du kleine Sau……..wie war Eiches Fotze, willst Du Sie jetzt öfters ficken oder gefällt Dir eine andere Nutte hier, ich lade Dich ein Du darf jede ficken Die Du willst”

Völlig außer Atem antwortete ich: „Das war total geil, Baby. Ich liebe Dich auch. Es war wirklich geil Dir zu zusehen, und das Du eine Nutte bist macht mich irgendwie an.”

Sara lächelte und antwortete: „Baby wir werden noch viel Spaß miteinander haben, ich gehe kurz und mache mich frisch, wenn Du willst kannst Du Dich hier noch ein bisschen umsehen.”

Als Sara verschwunden war, setzte sich Eiche wieder neben mich und sagte: „ Deine Wichse fühlt sich gut an, schau Dir an wie sie langsam aus meiner Fotze fließt.” Dabei winkelte Sie Ihre Beine an und zog Ihre Fotze mit Ihren Fingern auseinander, so dass mein Saft aus Ihr langsam raus floss.”

Plötzlich stand Eiche auf nahm meine Hand und sagte: „Komm Baby, ich zeig Dir jetzt den Club” dann drehte Sie sich herum und küsste mich intensiv auf den Mund. Unsere Zungen spielten miteinander.

„Soll ich meinen Finger Dir in den Arsch schieben? Stehst Du darauf wenn eine Schlampe Dir Dein Arschloch leckt………..oh ja Du stehst drauf, Dein Schwanz steht schon wieder…..Du bist wirklich eine geile Sau, ich beginne mich in Dich zu verlieben….komm mit Schatz.”

Eiche führte mich ins Pornokino des Clubs. Hier herrschte Sodom und Gemorra . Überall lagen Pärchen und fickten. Es lief ein richtig geiler Streifen, eine blonde Schlampe wurde von hinten in den Arsch gefickt..

Eiche beugte sich nach vorne. So dass ich ihren knackigen Arsch, Ihre geile Rosette und Ihre feuchte rosa Fotze sehen konnte.

Eiche drehte Ihren Kopf zu mir und sagte: „ Komm schon Du Sau, fick mich von hinten in meinen engen Arsch!”

Vor allen Leuten fickte ich Eiche hemmungslos in Ihre geile Arschfotze. „Oh Eiche, Du bist wirklich eine geile Schlampe, Dein Arschloch ist wirklich eng. Stehst Du darauf vor anderen Menschen gefickt zu werden.”

„Oh ja Baby, ich liebe es wenn man mir zusieht, dass turned mich richtig an.”

Bis zu diesem Zeitpunkt war das definitiv das geilste was ich je gemacht hatte. Ich fickte eine wunderschöne Türkin von hinten in Ihren geilen Arsch, während um mich herum es Nutten für Geld mit Ihren Freiern trieben.

Auf einmal spürte ich eine zarte Hand an meinen Eiern. Ich drehte meinen Kopf zur Seite und sah meiner Freundin ins Gesicht.

„Na Du geiler Sack macht es Dir spaß fremd zu ficken?”

„Ja Baby, Eiches Arsch ist wirklich geil”

Sara antwortete: „Das hab ich mir gedacht, Du bist wohl auf den Geschmack gekommen, glaub mir in dem Arschloch waren schon viele drin”

Während Sara das sagte, stellte Sie sich breitbeinig vor uns hin. Wichse lief Ihr ihre Beine runter. „Na gefällt Dir wie die Wichse meine Beine runter läuft? Ich habe einen Schuss Ficksahne gebraucht und ein Stammfreier hat mir 200 € fürs abmelken geboten. Schau es Dir an Du Sau, während Du Eiche fickst hat sich Deine kleine Freundin besamen lassen.”

Sara zog Ihre Fotze auseinander und fragte mich: „ Willst Du meine besamte Fotze ficken?”

Das war zu viel für mich. Ich spritzte meine Ladung in Eiche´s Arsch………

Lust auf mehr?

Written by: newyork9671