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L vacanza parte 3

Mi sveglio verso mezzogiorno, so che sarà un giorno impegnativo, ed inizio i preparativi. L’hotel mi recapito una lettera da parte di Nico: “passiamo a prenderti alle 8 troietta, fatti trovare pronta e carina, prima del tuo ritorno a casa, vogliamo averti ancora nostra”; ci sono alcune foto dentro, ci sono loro tre in piedi, con me distesa sul pavimento senza sensi, e il buchetto dilatato, che “vomita” il loro seme..
“oh dio” penso, allora è vero, hanno continuato due sere prima, nonostante non fossi più in me, hanno continuato a scoparmi, come fossi una dannata bambola. Ma chi ha s**ttato quella foto? La mia domanda riceve subito risposta, capita tra le mie mani l’ultima foto, dove si vede un uomo di colore, mentre mi sta penetrando, ed il mio viso in una smorfia, impossibile ricordare se di piacere o di dolore. Sono le 2 di pomeriggio, non so che fare, ma cosi mando giù un po del prosecco disponibile nella mia camera e mi decido: farò questa cazzata, prima di ripartire.
Passo il pomeriggio a preparare il mio corpo, aggiustando ogni piccolo particolare, li voglio.
8 meno 5 io pronta, abito lungo stavolta, spacco raso coscia, calze con reggicalze lievemente visibile, trucco azzurro/verde, mi guardo allo specchio e mi piaccio, e poi quelle scarpe, mai messe prima, chiuse ma con lieve apertura sul davanti, tacco 15, e aperte sul tallone con fascia sulla caviglia. Bussano alla porta, “chi è” chiedo, “Sebastian” dice lui.
Apro lui mi guarda, entra in camera, mi sta mangiando con gli occhi, “sei davvero magnifica” mi dice, mentre si avvicina; con un abbraccio passa dietro la mia schiena e portandomi a lui mi bacia, poi mi sussurra “andiamo che è tardi”, io sono gia eccitatissima. Mentre scendiamo in ascensore, lo vedo dietro di me nello specchio, che osserva il mio sedere. C’è una limousine ad aspettarci, entro mi accomodo, e chiedo “dove andiamo”, lui subito “beh andiamo fuori città a casa di un amico, vedrai ci si divertirà”. Il viaggio dura una mezz’oretta, raccogliamo anche gli altri 2, si parla del più e del meno, tanto per passare il tempo. Infine prendiamo anche il ragazzo di colore, si chiama Mbobo, e non posso fare a meno di notare quanto sia grande, enorme e possente.
Si arriva fuori città, una villa di campagna, messa non troppo bene, ma accogliente; io ho bevuto a bordo, presa dall’ansia, e dall’emozione: so che sarà un esperienza estrema, unica ma estrema. La cena passa in fretta, ed ad un tratto è proprio Mbobo a prendere l’iniziativa: arriva alle mie spalle, e poggia il suo membro su di me lasciandolo scendere sul mio petto, è enorme, davvero enorme, lungo ma anche dannatamente largo. Senza pensarci, lo lecco, mentre gli altri guardano incuriositi, passo la mia lingua su quell’affare e sento quanto davvero sia potente, lo sento pulsare dannatamente. Sebastian interrompe tutto “sai stasera vorremmo invitare delle persone, nostri amici cari e fidati, e scoparti tutti assieme, saremo oltre 20 persone” tra l alcole l’eccitazione dico “va bene, rompetemi, distruggetemi, fate di me ciò che volete. Lui si alza ed invia qualche sms, mentre io decido di succhiare quell’affare nero, duro, pieno di nervature dure come il marmo. Il tempo passa, e tra una succhiata e l’altra la casa si riempie di persone, mi portano in una stanza, e sempre Seb mi dice “vogliamo sia violento, senza limiti, ti senti pronta?” ed io “si”. Uno di loro si avvicina e mi mette le manette, serrate strette, a parte i miei “amici” non conosco nessuno e non mi importa; voglio solo essere la loro troietta da sballo. Un altro si avvicina e mi bacia, stringendo i miei seni tra le sue mani, ma ecco l’inizio della mia fine. Sento mani dappertutto, il mio perizoma viene disintegrato, e le loro lingue sul mio corpo. Non ci sto capendo nulla, non posso oppormi. Il tizio che mi stava baciando, porta la mia bocca sul suo affare e chinandomi li vedo, tutti la a massaggiarsi, qualcuno infila una massiccia dose di lubrificante nel mio sedere, e vi penetra immediatamente. I suoi colpi sono veloci, irruenti, quasi furiosi, e il dolore iniziale si tramuta in un piacere continuo, e pulsante. A turno si danno il cambio sia con la mia bocca che col mio posteriore, ed io godo come una matta, gemo e tento invano di emettere suoni, mi toccano ovunque, giocano col mio membro, non ci capisco più nulla. Ma con la coda dell’occhio vedo i miei amici distanti, loro aspettano e si godono lo spettacolo, so cosa vogliono, vedo nei loro occhi quasi disprezzo per me; mentre tutti si limitano a scoparmi in ogni modo, loro vogliono la sottomissione, la tortura.
Qualcuno inizia a venire, mi riempie, e si scosta, qualcun altro scarica nella mia bocca. Passa qualche tempo e mi ritrovo seduta, ansimante, osservo sul pavimento il seme che avevo dentro, spargersi lentamente, ne ho ingoiato altrettanto, e sono su di giri; un tizio avanza, si china e inizia a masturbarmi compiaciuto, e in pochi secondi io vengo, e lui indirizza il mio spruzzo su di me, caldo e abbondante. “non male come prima” dice qualcuno “ma adesso la troietta sa cosa l’aspetta?” interviene Sebastian “ve l’avevo detto è brava, ma siamo qui per spingerla al limite, e una scopata di gruppo non è un limite” io ancora con le mani legate osservo e ascolto tentando di immaginare cosa vogliano farmi. “vorremmo tu ci dessi il permesso di abusare del tuo corpo brutalmente” dice “non solo scopandoti, ma facendoti del male vero, te la senti?” io mi guardo attorno, poi fisso lui e dico “fate di me ciò che volete, ci sono dentro e non mi tiro indietro, volete picchiarmi? Volete umiliarmi? Non è la violenza a spaventarmi, ma il terrore di vivere senza rischiare”. Tutti mi guardano con approvazione. Seb mi aiuta ad alzarmi e mi portano in una stanza abbastanza grande, cè di tutto dentro, da una croce, a diverse corde, oggetti metallici vari, un sybian, e vari strumenti di tortura che non saprei nemmeno definire. Mi legano alla croce ad “X” mi infilano una ball in bocca, e seb mi sussurra “ora urlerai, e vorrai scappare, se vuoi tirarti indietro fallo adesso, o mai più” io prontamente dico “mai più”. Lui strappa il mio vestito, afferra i miei seni e li stringe tirandoli con forza, tento di urlare, ma lui non molla, anzi prende i miei gioielli e strizza anche quelli. Una lacrima di sforzo segna il mio viso, ma sto bene. Lui si scansa ed un uomo bassetto si fa avanti, mi colpisce in volto, e poi sferra un pugno poderoso sul mio seno destro… mi manca il respiro… ma mi piace cazzo. Continua…

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il cazzone

Salve sono una pensionata e dolce signora di settantasette anni,mi chiamo Gina vi vorrei raccontare che cosa mi è accaduto alcuni giorni orsono . Abito in un piccolo paesino in toscana ,poche case ,la chiesa e un circolo, vita tranquilla ogni lunedi si svolge un mercato molto affollato essendo lontani dai grandi centri commerciali.Non avevo in mente di comprare qualcosa in particolare ma un bel giretto me lo sarei fatto ,sono vedova e i miei figli sono sistemati e lontani. Giravo tra i banchi quando vidi un vestito a fiori con una bella fantasia a fiori ,mi fermai chiesi il prezzo e dato che costava il giusto decisi di comprarlo ma la taglia era un problema perchè sono piuttosto in carne con due tette belle gonfie ,dovevo provarlo . Il furgone del commerciante era attrezzato con una specie di camerino all’interno :Presi il vestito mi spogliai e indossai il nuovo mi stava proprio bene , ma mentre lo provavo mi sentivo come osservata,ma forse era solo un impressione.Pagai e mi diressi verso casa tutta sodisfatta del mio acquisto.Misi via il mio nuovo vestito e mi misi comoda ,con una vestaglia leggera ,era estate per cui sotto rimasi in mutande e reggiseno. Stavo cucinando quando suonarono alla porta ,rimasi sorpresa quando mi trovai davanti il padrone del banco del mercato “Mi scusi signora se la disturbo ma devo averle dato il vestito sbagliato !” In effetti in mano aveva un sacchetto “Mah mi sembrava di aver preso il vestito giusto ! Aspetti che vado a prendere il mio !” Mi diressi verso la camera ma mi accorsi che lui mi stava seguendo “Scusi ma dove va ?” Gli chiesi stupita “Signora non sono venuto per il vestito devo confessare che l’ho spiata mentre se lo provava !” Allora la mia impressione era esatta ,diventai rossa e lo fulminai con un ochiataccia ,non mi venivano le parole .Lui era devo dire un bel uomo grosso e muscoloso anche se non era un ragazzino,devo dire che ero un poco turbata dal fatto che qualcuno volesse vedere un signora anziana come me spogliata . Lui incalzò “Quando l’ho vista in desabille sono rimasto folgorato ,non so cosa mi è successo …..devo…dire …che….si insomma ho avuto un erezione ….!” Era piuttosto imbarazzato mentre lo diceva quasi si vergognasse di provare attrazione per me “Ma che dice….io….sono….vecchia..!” “No lei è ancora una bella donna !” Mi gurdò con occhi rapaci mi si avvicinò e mi prese tra le sue braccia ,io ero come incapace di reagire in breve le sue mani mi carezzavano il culone e i grasssi fianchi ,stavo cominciando a scaldarmi anche io, in fondo erano dieci anni che ero vedova e fare l’ amore mi era sempre piaciuto. Lasciai che lui vagasse sul mio corpo tastandomi dappertutto fino alla passera che cominciava a bagnarsi , mi lasciai andare ,che diamine dopotutto ero di carne .Quando scesi con la mano verso il suo inguine credetti di aver sbagliato sentivo tra le sue cosce un enorme coso come avesse in tasca un salamone “Non aver paura è solo un poco grosso ,ora ti faccio vedere !” Quando si calo i pantaloni apparve ai miei stupefatti occhi un pene di dimensioni mostruose con una cappella viola grossa come una melanzana . Non so cosa mi prese non dissi niente ma mi inginocchiai e cominciai a leccarlo stupendomi di me stessa ,quel palo gigantesco aveva smosso qualcosa dentro di me ,una parte a****lesca ,mi ritrovai con la punta della cappella in bocca segandolo a due mani nella speranza di farlo diventare ancora piu grosso,cosa che avvenne in breve tempo avevo tra le mani una enorme proboscide calda e vibrante . “Scusa è troppo grosso per te ! Tutte le ragazze si spaventano !” In effetti incuteva paura duro e grosso come un braccio ,ma non so perchè a me faceva solo gola chissa che sensazione nella pancia .Era incredibile stavo facendo pensieri che non avevo mai fatto in vita mia ,evidentemente la mia parte porca non era mai emersa ,ed ora da vecchia scoprivo che lo ero . Ormai ero ad un punto di non ritorno li in ginocchio con quel mostro di cazzo in bocca tanto valeva dare sfogo a quello che provavo in quel momento “Dai fammi veder che cosa nascondi qui sotto !” Mi aiuto ad alzarmi ,mi liberai in un baleno della vestaglia rimanendo in reggiseno e mutande ,peraltro zuppe di umori ,ero bagnata come una capra in calore.”Guarda che roba ! Che tette ,fammele vedere!” Mi tolsi il reggiseno e le mie tettone esplosero con i capezzolini eretti . Si avvicinò e me le prese in bocca suchiandomele cominciavo gia a godere, ma lo volevo dentro sentivo la fica in fiamme “Dai mettimelo dentro non resisto !” Mi calai le mutande e mi sdraiai sul tavolo di cucina aprendo le coscione flaccide e schiudendo la fica odorosa ,anche lui non perse tempo si agguantò il palo e mi poggio la cappella gonfia all’ ingresso . Devo dire che capivo le ragazze che ne avevano paura ,ma era talmente tanta la voglia che mi sarei fatta squartare pur di averlo in corpo . Lui cominciò a spingere ,sentivo la carne morbida della passera che cercava di aprirsi per accogliere quel pisellone.La cappella entrò dentro con una scureggia ero talmente presa nel guardare l’operazione della penetrazione che non sentii nenche male ,e si che la fica era tirata al massimo .Mentre lui delicatamente spingeva in avanti per ficcarmelo sentivo la carne che si apriva quando la cappella mi picchiò in fondo godetti inaspettatamente urlando,mi sembrava di essere come al di fuori di me che mi osservavo godere di quel bastone di carne in pancia “Tutto bene ?” Mi chiese premuroso, “SII..che…bello….erano…anni..che……non…godevo….è.èè..davvero……grosso…!” “Eh si ma a te piace vero?” “Eccome….dai……pompami……………!” Quando prese a scoparmi sentivo le pareti della fica in fiamme ,quattro o cinque colpi e godetti di nuovo tremando.Sentivo rivoli di umori scorrermi sulle chiappe, la fica mi pulsava ,quando me lo metteva fino a picchiarmi sull’utero mi sentivo piena fino nello stomaco,erano sensazioni mai provate,merito di quel bastone di ciccia sempre bella dura che mi scavava dentro. Si fermo’ e me lo tolse “Dai girati voglio vedere il tuo bel culo!” Docile scesi poggiai le braccia sul tavolo e porsi le chiappe ormai sfatte a quel diavolo di cazzo ,lui me le carezzo’ bramoso poi me lo rimise in corpo ,in quella posizione lo sentivo ancora piu’ grosso . “OH….siiii…..che….bel…culo……nonna………!” Ora capivo perche’ lo attiravo tanto gli ricordavo la nonna ,”Sii…lo…senti…..nonnina……..!” Decisi di assecondarlo “Sii…dai….nipotone……trombal bene la tua……no..nnina!” Lui esaltato mi a gguanto’ per le chiappe e attacco’a trombarmi di brutto ,mi dava certi colpi che mi scombussolavano le viscere ma quanto godevo le cosce erano lucide dei miei sughi . Mi trombo a lungo facendomi venire molte volte fino a che me lo infilo’ a fondo sborrandomi abbondantemente sentivo la sbroda che fuoriusciva e colava formando una pozzetta a terra .Stette dentro di me fino a quando il cazzone si smollo e usci’ lasciandomi un vuoto nella fica ,devo dire che ne avrei preso ancora per un poco ma c’era poco da fare . Rimanemmo tremando nell’orgasmo poi mi tirai su e ci baciammo appassionatamente.Ci ripulimmo poi ci rilassammo sul divano ,ovviamente parlammo del fatoo che mi avea chiamato nonna .Venne fuori che lui dato che i suoi lavoravano fuori citta lui era statoa allevato da sua nonna e che i suoi primi bollori adolescenziali si erani rivolti a sua nonna ,la spiava in bagno masturbandosi ma non aveva mai avuto il coraggio di andare oltre .Sua nonna mi somigliava molto e quando mi aveva vista nel furgone i desideri giovanili avevano preso di nuovo vita e in breve se lo era trovato duro c*** da ragazzo .Devo dire che era una situazione strana da una parte ero lusingata di averlo eccitato ma da una parte era una cosa strana pensare che trombava me pensando alla nonna .Ma la cosa era di scarsa importanza dato che avevo goduto come non pensavo possibile . Mentre parlavamo di lui e della sua nonna gli carezzavo le grosse palle pelose ,il cazzo dava segni di ripresa per rafforzare l’azione cominciai a leccarlo delicatamente ,la bestia di carne mi stava crescendo in mano . Lui volle che ci mettesimo piu comodi , lo guidai verso la camera si sdraio sul letto palo all’ aria “Dai nonna voglio baciartela !” Ormai nella parte della nonna mi misi cavalcioni al suo viso con la bocca sulla sua bocca , lui comicio a leccarmela con foga io mi dedicai a poppargli la gonfia cappella massaggiandoglielo fino alle palle . “Sii…dai…nonna……si….leccamelo….cosi…..che…bellla fica….che hai……buona !” Mi disse con la bocca impiastricciata e lucida . Il cazzo intanto era tornato alle dimensioni esagerate di prima “Dai nipotone mio mettiglielo in pancia alla tua nonnina mi stesi di schiena sul letto spalncando le coscione e la fica .Lui come una furia mi si sdraio sopra e me lo spinse deciso dentro lanciai un urletto quando mi arrivo’ in fondo “Scusa….scusa…nonna…ti….ho…fatto la bua ?” “Nooo….dai….trombami…!!” Gli sussurrai in un orecchio . Comincio a scoparmi col suo formidabile uccello cosi a lungo che inizio’ a dolermi la fica “Dai….dai…che…..mi…brucia……!” “Nonnina mia….non…..riesco…a venire……!” “Dai che ci pensa la tua nonnina !” Me lo feci togliere da dentro avevo la fica arrossata e dolente ma soddisfatta .Lo feci sdraiare sul letto e mi dedicai a fargli un pompino come meglio potevo data la mole del pisello strizzandogli le palle gonfie , mi detti da fare fino a che riuscii a farlo venire tentai di inghiottire la sua sbroda ma devo dire che ne fece talmente tanta che non ci riuscii ,addirittura una parte mi usci’ dal naso,tossii e buttai giu una bella boccata ,aveva un sapore che era tanto non sentivo ,ma non era sgradevole Lui scosso dalla sbrodata mi guardava con occhi adoranti ,aveva esaudito un suo sogno scoparsi la nonna .Quando ci fummo ripresi mi fece vedere una foto di sua nonna e devo dire che la somiglianza con me era impressionante potevamo essere sorelle. Quando lui si fu rivestito in fretta perche’ doveva tornare al mercato per chiudere ci scambiammo i telefoni .Quella vicenda avrebbe avuto un seguito in fondo lui tornava tutti i lunedi
(parte prima )

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Asia e il cazzo di un rumeno

Le tre. Non che fosse tardi, anzi, a volte era rimasta in un locale ancora più a lungo, ma quella sera in effetti non aveva voglia di perdere altro tempo a guardare le solite facce che con il passare dei minuti si facevano sempre più insistenti nel cercare sul viso di chiunque un segnale che facesse capire loro che ci stavi. E poi c’era quel cavolo di vicolo da attraversare che non mi andava proprio giù di percorrere da sola. Alla faccia della privacy! Doveva ancora capire perchè certi locali finivano il più delle volte per essere ubicati in posti così fuori mano.
Ormai ero stufa di stare ancora lì, e visto che comunque non conoscevo nessuno che sarebbe potuto uscire con me e fare un pezzo di strada insieme, mi decisi ad uscire.
L’aria fresca mi colpì in pieno viso mentre gli occhi stentavano ad abituarsi all’oscurità quasi completa che c’era intorno.
Mi incamminai mentre la fievole luce blu dell’insegna si perdeva alle mie spalle.
Perso in qualche pensiero non si accorsi subito che nel punto più buio del vicolo c’erano due paia d’occhi che mi guardavano.
Me ne ne resi conto solo quando mi trovai davanti qualcuno che mi chiese una sigaretta.
Un sussulto, una strizzata d’occhi per capire chi avevo di fronte, e mentre il mio cervello metteva a fuoco una serie di particolari, mi resi conto che il tizio non era solo.
Un leggero scroscio proveniente dalla parte del muro mii fece realizzare che c’era un’altra persona, che stava pisciando.
Maledissi il buio, il vicolo e con un leggero groppo alla gola tirai fuori il pacchetto delle sigarette per offrirne una.
Il pacchetto mi fu tolto di mano e contemporaneamente mi venne chiesto del di accendere.
Presi l’accendino e tenendolo fermo con entrambe le mani protese verso il viso di chi avevo di fronte.
La fiamma illuminò dei tratti mascolini ed uno sguardo intenso che mi scrutava.
In quel momento arrivò il secondo mentre finiva di chiudere la patta dei pantaloni, reclamando dall’amico una sigaretta anche per sè. Dopo avere dato un’occhiata sprezzante alla marca, anche questo ne prese una. Anche qui la fiamma illuminò i tratti di un viso piuttosto virile e due occhi di un celeste scuro che sorridevano in modo vagamente crudele.
-Che ci fai qui a quest’ora?
-Sto tornando a casa.
Con aria beffarda mi fece fatto notare che lì, in quel vicolo c’era solo un motivo per passarci: il locale da cui ero appena uscita. Mi allontanai evitando di dare ulteriori spiegazioni ed al diavolo anche il pacchetto di sigarette rimasto in mano ad uno dei due, quando il tizio dagli occhi celesti, mi pose una mano sul culetto.
-Ma a casa ci vai da sola ? Non hai trovato compagnia?
Dare spiegazioni diventava sempre più difficile, ed oltre tutto la voglia di scappare da lì stava prendendo il sopravvento.
Eppure in fondo qualcosa mi tratteneva, e non era solo la mano del tizio che intanto mi stava tirando verso la parte più buia del vicolo, quella da cui pochi minuti prima era sbucato.
Stavo resistendo alla pressione ma avevo già fatto due passi in direzione del buio totale, e questo dette più vigore alla pressione di chi mi stava tirando verso la sua direzione.
-Vuoi vedere due cazzi come non hai mai visto? sono certo che a una troietta come te farà piacere.
E senza aspettare risposta mi sentì afferrare una mano che fu portata a contatto con un cazzo già fuori dai pantaloni.
Mentre le mie dita percepivano le dimensioni di un cazzo scappellato e già in tiro, una mano mi spingeva la testa verso il basso.
Il piacere di quel contatto e la voglia mista alla sensazione di leggera violenza che si era venuta a creare, fecero sì che mi accovacciai davanti a quel cazzo e cominciai con leggeri colpi di lingua ad assaporarne il gusto, ma non ci fu tempo per i preliminari: un colpo violento del bacino mi fece ingoiare tutto d’un colpo quella mazza di dimensioni senz’altro notevoli che raggiunse il suo massimo all’interno della mia bocca.
Mentre in quella posizione sentivo il cazzo dello sconosciuto entrare ed uscire dalla mia bocca, il cazzo dell’altro si avvicinò alle mie labbra.
Ora avevo due cazzi a disposizione e non mi feci pregare a prendere in bocca anche il secondo.
-Uhmm che bocca da troia che hai visto che avevo ragione sei proprio una troietta femminella. Ti piace il cazzo vero?
Dai, assaggiali tutti e due e poi dicci quello che preferisci.
E così dicendo, i due cazzi si alternavano nella mia bocca facendomi percepire le differenze nelle dimensioni e nel sapore.
Uno ben dritto, con una cappella proporzionata ai 20 centimetri dell’asta con un sapore iniziale di piscio, che mi fece capire a chi appartenesse, l’altro, leggermente ricurvo verso l’alto, ma di circonferenza ben maggiore del precedente, tanto da fargli pensare che un cazzo del genere poteva fare male seriamente.
Ma i pensieri volavano. Non c’era tempo per le riflessioni. Le esigenze di chi voleva scoparmi la bocca venivano prima di ogni altra considerazione.
Il primo a venire fu quello dal cazzo ricurvo.
Estrasse l’uccello mentre il primo schizzo di sborra eruttava ed andava a piantarsi sulla mia faccia seguito immediatamente da un altro e da un altro ancora.
Mentre la sborra lentamente colava sul mio viso, il secondo cazzo entrò in bocca reclamando la sua parte di piacere.
La pompa fu più lenta e meno violenta della prima.
Le sue mani mi tenevano per la nuca. Troppo assorto a seguire il ritmo di quella pompa che sembrava non dovesse finire mai.
Le sue mani mi tenevano ferma mentre il bacino ritmicamente si avvicinava e si allontanava dal mio viso. Poi improvvisamente sentì il cazzo vibrare nella mia bocca e mentre cercavo di allontanarmi il primo schizzo mi si piantò in fondo alla gola, seguito dal secondo e poi dal terzo. Sborra, tanta sborra, che non potei non inghiottire in un atto di sottomissione.
-Bevi tutta la sborra, troia. Dai che ti piace. Bevila tutta.
La voce era autoritaria e soddisfatta.
Ripulì il cazzo dalle ultime gocce.
I pensieri riaffioravano nella mia mente.
Da quanto eravamo lì? Possibile che nessuno fosse passato nel frattempo? Il cazzo ormai si stava ammosciando nella mia bocca e le ultime gocce di liquido mii dettero il senso del rimpianto: tutto era finito.
Mi rialzai svettando sui miei decolte’ 15 cm.
Mi sentiva spossata. Cercai di darsi un’aggiustata al mio vestito di pizzo nero con il retro traforato fino al culetto e feci un lungo respiro sperando che il cuore smettesse di battere come un tamburo.
Le voci di qualcuno che usciva dal locale, mi fecero fare dei passi per allontanarmi da quel luogo.
I due si misero ai suoi fianchi.
La luce presto si fece più intensa e sotto il riflesso giallognolo di un lampione mi fermai a guardare i due sconosciuti.
Entrambi denunciavano le loro origini.
Li guardai in modo quasi interrogativo.
Quello dagli occhi celesti si presentò come Lorenzo, l’altro disse di chiamarsi Adrien.ci stringemmo la mano.
-Ti sono piaciuti i nostri cazzi? Vero troietta.
Chiese, o forse affermò Adriano.
-Ti è piaciuto bere la mia sborra, vero?
La tua bocca è come quella di una troia.Sono sicuro che sei ancora piu puttana di quanto ci hai fatto vedere. E noi di cazzo te ne possiamo dare ancora, quanta ne vorrai. La nostra e quella dei nostri amici. Dove abiti?
Percepì un vago senso di pericolo.
I miei sensi ora erano tornati vigili e presenti.
Chi erano questi due? Dove potevano condurmi? Ebbi paura. Cercai di glissare. Lorenzo che sembrava il più sveglio dei due, sembrò capire.
-Ok..
Disse.
-Ti dò il mio numero di cellulare. Quando avrai voglia della mia sborra basterà che mi chiami.
Sei bella vestita da puttana.
Come un automa, ma anche sollevata per la piega che la cosa aveva preso, memorizzai il numero.
Arrivò il momento dei saluti. Ci fu una nuova stretta di mano e quella di Adrian fu più intensa. I miei occhi si piantarono nei suoi.
Ciascuno per la sua strada, io, con la certezza che quanto era avvenuto, non avrebbe avuto un seguito.
Giunta a casa, mi spogliai completamente.una doccia e solo il mio intimo. L’idea di essere una femmina puttana vestita di tutto punto lingerie, gonna scarpe con tacco trucco mi fecero eccitare ancora di più , il sapore acre della sborra in bocca, e la testa piena di pensieri, mi stesi sul letto,mi abbandonai ad una sega.
Il ricordo di quanto avvenuto nel vicolo poche ore prima, mi accompagnò per tutta la giornata successiva.
Era domenica, una giornata uggiosa di pioggia, e decisi di non uscire affatto, cullando nella memoria quell’esperienza che se da una parte lmi aveva sconvolto per come si era svolta, dall’altra mi eccitava al solo pensiero.
Più di una volta presi il cellulare con l’idea di fare il numero che Adrian mii aveva lasciato, ma decisidi evitare.
Adrian, dei due indubbiamente era quello che mi aveva intrigato di più con i suoi modi accattivanti e allo stesso tempo autoritari.
Un vero maschio, ma cosa sapevo di lui se non che aveva un cazzo di 22 centimetri e che sembrava sapesse leggermi fino in fondo all’anima? Poteva essere un clandestino, piuttosto che un malavitoso come se ne leggeva sulle cronache tutti i giorni. Eppure al solo pensiero un brivido mi correva lungo la schiena.
Alle 18 pensava già ad altro, al giorno dopo, al mio negozio di langerie agli ordini da fare. Alle 19 cancellai il numero dal cellulare.
Il lunedì volò pur in mezzo a mille difficoltà, ed alle 19 imboccai la strada di casa con in mano le buste della spesa.
Stavo infilando le chiavi nel portone quando sentì una presenza al mio fianco. Mi girai: era Adrian.
-Ehi troietta non mi hai chiamato!
Confusa, mi domandai ma come avesse fatto a scoprire dove abitavo? Era chiaro: mi aveva seguita.
-Che fai? non mi inviti a salire da te?
A volte la confusione che abbiamo nella testa, assopisce la nostra capacità di reazione, e poi vuoi perchè vedermelo lì con il suo giubbotto di pelle e l’aria da bullo tutto sommato mi faceva piacere, non pensai di inventarsi una scusa qualsiasi, tipo abito in famiglia, e senza pensarci sopra più di tanto, gli proposi di salire.
Entrammo in casa, e mentre mi davo da fare tra i fornelli, Adrian mi girava intorno, senza mancare di tanto in tanto di darmi una palpata quando su una chiappa, quando sull’altra.
Non capivo se questo tipo di attenzioni mi faceva piacere o meno, lo allontanavo in un sottile gioco di seduzione, ma non riuscivo ad oppormi in modo risoluto.
La preparazione del pasto andava avanti, aprì una bottiglia di di vino che avevo in frigo, e ne bevvero entrambi.
Adrian in realtà se ne servì altre due volte, e poi controllando a che punto erano i preparativi, chiese se poteva farsi una doccia.
Rimasi sorpresa, ma non seppi dire di no.
Il suo pensiero andò ad una qualche situazione di estrema precarietà in cui Adrian sicuramente viveva.
Lo accompagnai nel bagno, e gli porsi un accappatoio per asciugarsi.
Tornai in cucina e mentre dopo avere approntato la tavola mi preparavo a riempire i piatti, lo vidi apparire davanti, con il suo accappatoio bianco addosso, e scalzo. La vista dei lunghi piedi affusolati e maschi mi impedirono di offrirgli qualsiasi tipo di ciabatta. Tutto si svolse in modo tranquillo. Ogni tanto alzavo gli occhi su Adrian e vedevo i suoi piantati nei miei. Lo guardavo in modo forse enigmatico, come se lo stessi valutando, ma in base a cosa? non capivo.
La cena terminò e passammo nel salotto dove Adriano, seduto sul divano, si fece servire un’abbondante dose di cognac.
Ne bevve un lungo sorso e poi senza parlare fece il gesto di sedermi al suo fianco.
Immediatamente un suo braccio avvolse le mie spalle
Adrian mi guardava fissa, e ammetto che faticai non poco a sostenere quello sguardo.
Poi all’improvviso, la presa si fece più dura una pressione che mi portava la testa verso il basso: verso il ventre di Adrian, che con un colpo si aprì l’accappatoio mettendo in mostra il suo cazzo svettante.
A me non rimaneva che prederlo in bocca…Stavolta ebbi tutto il tempo di godersi la pompata.
Quel cazzo era davvero magnifico.
Perfetto nelle sue misure, lo avvolsi tra le labbra e lo feci scivolare fino in gola, per poi risalire verso la cappella più succosa che aveva mai avuto tra le labbra.
Le mani di Adrian che fino a quel momento avevano accompagnato i movimenti della mia testa, si spostarono sul mio corpo, cominciando a tirargli verso l’alto la canottierina e alzando con impazienza la gonna.
Io senza staccare la bocca dal suo cazzo, cominciai a collaborare, togliendomi quanto potevo, finchè, ormai quasi nuda, mi staccai da Adrian giusto il tempo di sfilare i pochi indumenti rimasti addosso.
Ero nuda, adesso.
E mi sentì ancora più nuda per lo sguardo che Adrian gli dedicò.
Senza pudore, senza la minima possibilità di potermi riparare.
Adrian mi guardava in modo spietato.
Mi fece alzare, mi fece girare, mi scostò la mano che pudicamente tenevo davanti a voler coprire la mia nudità in un gesto di pudore senza senso, e poi ancora lo sguardo di Adrian che senza parole continuava a guardarmi. Pose le sue mani sulle mie chiappe, le afferrò come fossero due frutti maturi e le avvicinò al suo viso, avendo cura di allargare tanto da mettere in mostra il buchino in modo quasi osceno.
La sua lingua affondò proprio lì, e cominciò asucchiare a leccare cospargendo di saliva tutto ciò che toccava.
Non capivo più nulla, un pensiero stava facendosi largo: il momento si avvicinava.
Quel cazzo tra poco mi sarebbe entrato dentro lo volevo con tutta mè stessa anche se temeva l’impatto.
Tutto avvenne in modo rapido, mi sentì tirare verso il basso dalle mani di Adrian. La cappella mi sfiorò il buco mentre la mano di Adrian indirizzava il cazzo.
Sentì la cappella farsi largo ed un dolore molto forte, la presa di Adrian sui miei fianchi si fece ancora più forte e mi costrinse di nuovo verso il basso.
-Dai, troia tra poco ti piacerà sei una perfetta puttana.
Adrian rimase fermo in quella posizione il tempo che il mio buchetto si abituasse, e quando percepì che le resistenze si stavano allentando, con un solo colpo lo ficcò fino alle palle tenendomi sempre per i fianchi.
rimasi senza fiato, ed un urlo uscì dalla mia bocca. Il dolore era forte, ma il cazzo ormai era entrato completamente. Lo sentì bisbigliare:
-Allora, troia, va meglio? Ti piace sentirti impalata dal mio cazzo, vero?
Senti come è grosso?
Senti le mie palle che ti solleticano il culo?
Sì, è entrato tutto perchè le troie come te lo prendono fino in fondo e ne vorrebbero ancora.
Ed ora fammi vedere quanto sei brava. Dai, fammi godere, vai sù e giù, fammi sentire che ti piace essere inculata da un cazzo grande come il mio.
Mi staccai dal suo petto, e mettendo i piedi sul divano, mi posi in modo tale da poter andare sù e giù su quell’asta che oltre a riempirmi tutto il culo, con la sua presenza, mii fotteva anche il cervello.
Ero senza difese, ad ogni movimento lo ficcavo sempre più dentro. Anche Adrian cominciò a muovere il bacino, sincronizzando i movimenti con i miei ormai in delirio.
-Ti piace, vero? Dì che lo vuoi, dì che ti piace, troia.
-Sì, mi piace…
-Chi sei tu?
-Sono una troia…
-No, sei la mia troia!
Vedrai ti trasformerò in una vera donna troia, ti vestirai come una puttana, e prenderai cazzo come una vacca.
E così dicendo, con colpi sempre più forsennati, Adrian affondava la sua verga non connettevo più, tentai di toccarmi l’uccello, ma Adrian mi prese le mani e girando le braccia, le tenne ben salde dietro la mia schiena. Ormai ero in totale balia di Adrian, che sembrava non voler smettere di stantuffare il buco del mio culetto. Poi con un ultimo colpo di reni, affondò, se possibile, ancora di più il suo cazzo mi senti riempire, schizzo dopo schizzo, della sua sborra, ed in quel momento anche il mio cazzo cominciò ad eruttare lanciando schizzi sul tappeto.Ero completamente sua mi aveva riempita tutta era l’inizio della mia trasformazione in una travesta puttana al servizio del suo uomo e dei suoi amici.
Era il mio uomo…ero la sua femmina…Geloso forse troppo delle attenzioni che tutti i giorni ricevevo dai maschietti fummo innamorati fino a quando una retata per spaccio di droga lo costrinse a tornare al suo paese…ci scrivemmo per un po…quel ragazzo dagli occhi cattivi ne aveva viste e vissute tante di cose brutte, mi lascio’ cosi senza dirmi ciao…ma con i mille ricordi del suo cazzo dentro di me.

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Lesben

Meine frühere versaute Herrin

“Na Du, mein geiles versautes Hausschwein”, sagte eines Nachmittags meine darmalige Herrin M., als Sie mich erwischte, wie ich meinen Skavenschwanz gerade im Personalraum wickste.

mmmmh….aaaaarrrrr…ist das geiiiiiil…mmmmmh.

ich erschrack sehr denn wie es so ist darf man als Hausschwein nun mal nicht einfach machen was einem gerade durch den Kopf geht.
In Gedanken aber war ich wo anders und Stellte mir folgendes vor, wie ich mit meiner Herrin im Pornokino bin und Sie mich durch die Wand (Loch) einen dicken Schwanz nach dem anderen schön blasen läßt.

Die Herren auf der anderen Seite denken, das es eine Frau macht, da sie nur die Stimme einer Frau hören und dann muß ich aber an der Stelle die Geilheit meiner Herrin damit befriedigen, das Sie es Sich gerne anschaust, wie Dein privates Schwein die dicken Eicheln saugt und lutscht.

(Aus Einfühlungsgrüngen schreibe ich es an Sie, damit die Leser sich da besser hineinversetzen können)

Du (Herrin)wickst Dir dabei schön Deine Fotze und reibst auch Dein Arschloch dabei über meinen Kopf.

Du presst mich immer wieder feste auf die Schwänze bis ich auch fasst die dicken Eier der User in meiner Fresse habe.

Du bist sehr streng und hart zu mir und nach einer Weile ist es Dir egal, ob die, an der anderen Seite mitkriegen, das nicht nur Du da bist und sagst mit forschem Ton:

DU VERDAMMTE DRECKSAU DU…LOOOOS SCHRAUB DEINEN HALS AUF DEN SCHWANZ….ICH WILL DAS DU DEN GANZEN PISSER IN DEINEN HALS KRIEGST. DU BIST NICHT ZU DEINEM VERGNÜGEN HIER,SODERN ZU MEINEM DU VERDAMMTE MAULHURE DU….LOOOOOS TIIIIIIIEFER…….:patsch(schon hatte ich eine leichte Ohrfeige als Zeichen Deiner Strenge……..

aaauuuuuh:

WAS HEIST HIER AAUUU DU MISTKÄFER DU,LOOOOS REIN DEN SCHWANZ IN DEINE FRESSE UND SAUGEN SODAS DER TYP AUF DER ANDEREN SEITE MERKT, DAS DAS EIN SAUGSCHWEIN IST!!

Du ziehst mich nun zurück und setzt mir die von Dir mitgebrachte Maulsperre an mit den strengen Worten:

DU VERDAMMTES SKLAVENSCHWEIN, AUS DIR MACHE ICH JETZT EINE FICKBARE MAUL HURE!!

DU WIRST NUN MEINE VERSAUTHEIT MAL RICHTIG SPÜREN UND DEINE FRESSE WIRD ZUM FICKLOCH FÜR ALLES UND WENN ICH WILL AUCH ALS KLO-FRESSE, HAHA:

auch einmal drückst nun mein ganzes Gesicht mit meinem durch die Maulsperren weit aufgerissenem Maul direkt auf das offene Wandloch und sagst durch die Wand zum Fremden User.

LOOOOS FICK DAS SCHWEIN JETZT DURCH DIE WAND IN SEINE FRESSE, ES MUSS LERNEN, IN DIE FRESSE GEFICKT ZU WERDEN. ICH WILL DAS SEINE MANDELN SICH AN SCHWÄNZE UND PISSER GEWÖHNEN UND DAS DAS SCHWEIN ALLES IN SEINE FRESSE BEKOMMT WAS NUR IRGENDWIE REIN GEHT:

LOOOOOS FICK DAS SCHWEIN!!!!!

Von der anderen Seite kam eine Stimme die sagte:
aber gerne doch, dann will ich doch mal sehen was die Sau so ab kann:

JAAA SO WILL ICH ES HÖREN.
sagtest Du und die Stimme von der anderen Seite sagte/fragte:

kann ich wenn es soweit ist auch in seine Fresse abrotzen und ihn dabei weiter in seine Fresse ficken bis es aufschäumt?

Du sagts:
ABER JA DOCH, WAS MEINST WARUM ICH HIER VON DIESER SEITE SEINE GANZE FRESSE AN DIE WAND AUFS FICKLOCH DRÜCKE: LOOOS FICK DAS VERDAMMTE WANDLOCH DURCH BIS ES KOTZT UND DANN STECHE MIT DEINEM PRALLEN SCHWANZ IMMER WIEDER IN DIE WARME BRÜHE….GRRRR LOOOOS ODER ICH KOMM RÜBER UND……

in dem Moment spürte ich auch schon einen sehr dicken (gottsei dank nicht langen) aber eben sehr dicken Pisser in meinem Maul.
Mit voller härte fickte der Typ sofort meine Maulfotze sodas ich schon dachte, der kommt gleich ganz durch die dünne Wand.
Immmer und immer wieder rauscht der Schwanz durch die Wand in meine Fresse und Du drückst nun auch noch mit Deinem Körper gegen meinen Hinterkopf, damit ich die vollen Stöße ganau in meinen Halsansatz bekomme und sagts zwischendurch immer wieder:

JAAAAA….:FICK MEIN SKLAVENSCHWEIN….FICK ES . MACH ES FERTIG… ICH WILL MEHR; VIIIIIEL MEHR. DAs SCHWEIN SOLL LEIDEN ….KOMM UND SPRITZ ES VOLL…GGGRRRRRRR

von der anderen Seite höre ich nur halb bewusstlos durch die harten Stöße verursacht die Stimme, die sagt.

Ich komme jeeeeetzt.
JAAAAA KOMM DU SAU, SPRITZ IN SEINE KLO-FRESSE ODER WARTE,….. KOMM RÜBER UND DANN KANNST IHM SEINE FRESSE DIRECKT VOLL STOßEN UND FICKEN BEIM ABROTZEN. LOOOS KOMM MIT OFFENER HOSE UND RAUSHÄNGENDEM SCHWANZ RÜBER:

in dem Moment verschwand der Schwanz aus der Wand und schon einen Moment später klopfte es an der Kabinentür.

Du machst die Verriegelung auf und vor uns steht eine Frau mit Pumps, Minirock und echten dicken Titten. Der Rock wurde durch den dicken Schwanz hochgedrückt und die dicke Eichel tropfte etwas aus der Nille.

Du schautest nicht schlecht und auch ich riss meine Augen weit auf, aber Du hast Dich schnell gefangen und sagtes nur in gleichem Ton:

KOMMT REIN DU SCHLAMPE: SCHRAUB DEINEN SCHWANZ IN SEINEN HALS UND FICK DAS SCHWEIN SEINE MAULFOTZE ZURECHT UND DANN SPRITZE WAS DEIN SACK NUR SO HER GIBT:

Sie kam rein und war sichtlich etwas überrascht, das Du auch Ihr gegenüber so ein Ton angeschlagen hast, aber folgte sogleich Deinen Befehlen.

JAAAA LOOOOS FICK ES ; STOßE IMMER WIEDER REIN BIS SEINE BACKEN UND HALS VOLL SIND:

Er/Sie fickt mich nun noch fester und hielt meinen Kopf an den Haaren ganz fest und zog und stieß wie besessen meinen Kopf immer schneller und fester auf Ihren dicken Pisser.
Da hörte ich Dich fordernd sagen:

AAAAARRRR IST DAS GEIIIIL ZU SEHEN WIE MEIN SCHWEIN NUN INS MAUL GEFICKT WIRD….HAHA JAAA MEHR, MACH ES FERTIG . ICH WILL ES LEIDEN SEHEN UND DICH WILL ICH SCHWITZEN SEHEN DU MIESE SCHLAMPE…HAHA LOOOOS FICK MEIN SCHWEIN,…… FICK ES FESTER.

und dabei drückst Du nun der Fremden Deine Hand unter seinen Minirock am Arsch und stößt Ihr einen Finger in Ihren kleinen Knackarsch, was zur Folge hat, das Sie noch fester und schnelle zum Höhepunkt kommen kann.

aaaarrrrr, sagte die Schwanzfrau und ich merkte in diesem Moment, das eine warme Brühe in meinen Hals spritzt….
Ich…Ich komme sagt Sie und Du drückst nun Deinen Finger noch fester in Ihr Arschloch und sagst:

JAAAAAAH KOMM DU HURE, SPRITZ SEIN KLOMAUL VOLL UND LASS ES AUFSCHÄUMEN….GGGGRRRRRRRR JAAAAA WEIIIIITER MEHR, FICK WEITER….. VIEL TIIIIIEFER JETZT

und Du drückst nun mit Deinem ganzen Körper gegen Sie, sodas ich Seine/Ihre Eier nun auch in der Fresse habe und fast keine Luft mehr bekomme.

Ich schluckte die heisse Brühe soweit ich es kann, die viele Sacksoße und sah mit einem Augenwinkel, das Du Ihr Ohr leckst und etwas flüssters zu Ihr.

Sie schaute Dich kurz an; grinste und dann spührte ich einen warmen Strahl in meiner Fresse.

Die Sau pisst in meinen Hals…..da höre ich Dich sagen:
JAAAA JETZT PISS MEINE MAULHURE IN DEN HALS UND FICK SIE DABEI, BIS IHRE MAULFOTZE GLÜHT:

ich schluckte nur und konnte garnicht anders, denn wer weiß auf was meine sehr versaute und strenge Herrin noch gekommen wäre, wenn ich mich auch nur irgendwie geweigert hätte, also schlucke ich lieber brav, denn meine Herrin kann noch ganz anders, wenn Sie will.

ich sehe mit einem Auge, das Du Dir dabei Deine geil angeschwollene Fotze wickst und diese schön schleimig ist und dabei schmatzt.
Du siehst, das ich es sehe und sagst nur:

GLAUB JA NICHT, DAS DU MIESES SCHWEIN JETZT MEINE FOTZE LECKEN DARFST…HAHA ……NEIN… ICH HABE EINE BESSERE IDEE:

KOMMT DU SCHWANZHURE,LOOOOS AUF DIE KNIE:

mit gespreizten Beinen stehst Du nun von der ebenfalls kniehenden Schwanzhure, die sehr zart aussieht von Körperbau und eigendlich so einen dicken Pisser nicht vermuten lies und sagst forderd zu Ihr.

LOOS….LECK DU MEINE HEISSE VERSCHLEIMTE DOSE SAUBER ABER DALLIII SONST SETZT ES WAS…LOOOOS ZUNGE RAUS UND ABSCHLECKEN.

Sie leckt sofort ohne ein Wort zu sagen Deine verschleimte Fotze.
Es scheint Ihr zu gefallen wie Du schmeckst und sie streichelt nun auch Deinen Arsch, indem Sie einen Hand zwischen Deine Beine nach hinten führt.

JAAAAAH SO IST ES GEIL, SO MAG ICH ES SEHR , DU HAST SCHNELL BEGRIFFEN UND WEIST WOHL WAS ICH MAG. WENN DU SCHON DABEI BIST DANN SCHIEBE MIR NUN DREI FINGER IN MEINEN aRSCH UND SCHLECKE SIE ZWISCHENDURCH MAL AB, DAS MACHT MICH GEIL WENN ICH ES SEHE WIE MEINE HUREN ALLES ABSCHLECKEN UND DU SKLAVENSCHWEIN WIRST NUN DEINEN SCHWANZ STEHEND VON MIR WICKSEN BIS DU KOMMST, SONNST BEKOMMST NOCH WAS ANDERES IN DEINE KLO-FRESSE KLAR?????

jaaaaa…….(zitter) Herrin.

ich stehe auf und sofort fange ich an meinen zum platzen nahe gewordenen Schwanz zu wicksen, als Du zu mir sagtest:

PLANÄNDERUNG.
LOOOS MEIN SKLAVENSCHWEIN, KNIE DICH WIEDER NIEDER,ABER DIESMAL HINTER DIE SCHWANZHURE UND LECKE DABEI IHREN ARSCH UND RIMME IHR ARSCHLOCH SCHÖN TIEF: LOOOOOOOS MACH DU SCHWEIN!!!!!!

ich kniehe mich nieder, hinter diesem geilen kleinen Arsch, spreitze mit beiden Händen Ihren kleinen Arschbacken und stecke mit einem ruck meine Zunge tief in Ihre Arschfotze. Meine Herrin schaute zufrieden und geniesst weiter das lecken und saugen an Ihrer Fotze und die Finger in Arsch.

Ende Teil 1

Wer möchte kann es mit mir gerne mal so oder privat ähnlich mit mir machen.
Bitte kommentiert meine Storry,s damit ich weiter die Mutivation habe Euch aufzugeilen und schreibt mir was Ihr auch gerne lesen wollt.

untertänigst Euer kostenloses Hausschwein Bernd

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Anal BDSM

Trost nach kalter Dusche

Es war ein Badetag kurz nach meinem 18. Geburtstag und ich war um 17:30 dran. Pünktlich holte mich Schwester Walburga aus dem Zimmer und schob mich mit meinem Rollstuhl den langen Gang hinunter zum Duschraum. Als sie die Tür öffnete stand in dem kahlen Raum ein junges, blondes Mädchen, das offensichtlich auf uns gewartet hatte. Auf das Mädchen, das etwa mein Alter haben mochte, zeigend sagte Schwester Walburga zu mir:
„Das ist Carmen, unsere neue Praktikantin. Sie wird dabei sein, wenn ich Dich jetzt dusche.“
Noch ehe ich mich vorstellen konnte, begann mich die Schwester mit routinierten Griffen auszuziehen. Es war mir peinlich, dass ich in wenigen Sekunden nackt vor der jungen Helferin sitzen würde. Doch ich konnte Walburga nicht stoppen, denn sie wandte sich an Carmen und erklärte:
„Das ist unser Wolli. Er hat spastische Lähmungen, das heißt, er kann seine Bewegung nicht steuern. Daher kann er nicht selbst essen und er kann sich auch nicht waschen, usw. Wenn er pinkeln muss, ziehst Du ihm einfach so die Hosen runter…“
In dem Moment hob ich fast automatisch meinen Po und Walburga zog mir auch noch die Hosen aus, so dass ich nun nackt da saß. Sie griff nach der Urinflasche, klemmte sie mir zwischen die Beine und steckte mit einem rüden Griff meinen Schwanz hinein.
„… und gibst ihm die Pissflasche. Wolli hat auch mit dem Sprechen Probleme, aber nicht weil er dumm wäre – im Gegenteil, er ist ziemlich intelligent und macht sogar das Abi -, sondern weil auch die Sprachmuskulatur teilweise gelähmt ist.“
Wie ich so nackt, mit der Pissflasche zwischen den Beinen, vor der jungen Praktikantin sitzen musste, fühlte ich mich ziemlich entwürdigt, ausgeliefert und hilflos. Als ich der Schwester zu verstehen gab, dass ich in dieser Situation nicht pinkeln kann, fauchte sie mich an, ich solle bloß nicht in die Dusche pinkeln. Walburga nahm mir die Flasche weg, wobei sie mir ein paar Schamhaare ausriss. Ich zuckte zusammen und sah, dass Carmen sich mitfühlend auf die Lippe biss.
In dem Moment wurde Schwester Walburga über ihren Piepser kurz auf eine andere Station gerufen, so dass Carmen allein mit mir im Bad zurückblieb. Carmen musste gemerkt haben, dass mir meine Nacktheit peinlich war, und legte mir mit einem verständnisvollen Lächeln ein Handtuch über meinen Schoß. Ich sah sie dankbar an, dann fragte sie mich:
„Ist die immer so grob?“
Ich nickte verlegen.
Weil Carmen wissen wollte, auf welchem Gymnasium ich Abi mache, nahm ich meinen Mut zusammen und begann mit ihr zu reden. Wider meinen Erwartungen verstand mich Carmen auf Anhieb, so dass sich ein kleines Gespräch entspann. Während wir so redeten, fiel mir zum ersten Mal auf, wie hübsch Carmen war. Sie hatte schulterlanges, blondes Haar, blaue Augen und einen schönen Mund, mit dem sie mich aufmunternd anlächelte. Plötzlich krachte die Tür auf und Schwester Walburga kam zurück. Sie unterbrach unsere Unterhaltung jäh, indem sie Carmen befahl, ihr zu helfen, mich von meinem Rollstuhl auf den Duschstuhl zu heben. Walburga packte mich unter den Armen und Carmen musste meine Beine nehmen. Dafür musste sich Carmen nach vorne beugen, so dass ich in den Ausschnitt ihres Kittels schauen konnte. Carmen trug nichts unter ihrem Kittel außer einen schmalen String. Kein T-Shirt, keinen BH. Ihr Busen war klein und straff. Offenbar hatte sie im Sommer einen Bikini getragen, denn er hatte sich als weiße Dreiecke abgezeichnet, von denen sich die Nippel scharf abhoben. Kaum saß ich auf dem Duschstuhl richtete sich Carmen auf und ihr Kittel verhüllte wieder ihren aufregenden Körper.
Sobald Walburga mich unter die Dusche geschoben hatte, begann sie mich zu waschen. Carmen sollte heute erstmal nur zusehen. Mit einem relativ rauen Schwamm schrubbte sie mir 0berkörper, Arme und Beine. Urplötzlich griff Schwester Walburga nach meinem Schwanz und schob mit einer harten, ruckartigen Bewegung meine Vorhaut zurück. Da ich nicht beschnitten bin, zuckte ich vor Schmerz zusammen. Weil auch Carmen zusammenzuckte und mich mitfühlend anblickte, erläuterte Walburga zynisch:
„Das musst Du so machen, damit er auf keine falschen Gedanken kommt!“
Nachdem ich ganz eingeseift war, drehte Walburga die große Dusche auf und zog den Duschvorhang zu. Meistens durfte ich dann etwas fünf Minuten alleine unter der warmen Dusche bleiben. Auch heute schien das so zu sein. Kaum war ich alleine, spürte ich, dass ich heute genau so unter der Brause saß, dass der Wasserstrahl meinen Schwanz traf. Der Strahl war warm und nicht zu hart eingestellt, wie lange hatte ich auf solch eine Gelegenheit gewartet. Endlich würde ich vielleicht mal einen 0rgasmus bekommen, denn mit meinen gelähmten Händen kann ich nicht wichsen. Also konzentrierte ich mich nun darauf den Wasserstrahl auf meiner Vorhaut und Eichel zu spüren. Während mein Schwanz langsam wuchs und steif wurde, dachte ich an Carmens sexy Körper, den ich zuvor kurz erspäht hatte. Mein Schwanz wurde größer und größer, das Wasser rieselte auf meine Eichel, deren Spalt sich schon zum Abspritzen öffnete.
Doch kurz bevor ich kommen konnte, zog Schwester Walburga den Duschvorhang auf, glotzte auf meinen steifen Schwanz, zischte mich wutschnaubend an und drehte mit einer blitzartigen Handbewegung das kalte Wasser voll auf. Auch Carmen musste meinen Ständer gesehen und meine Absicht erraten haben. Doch statt strafend, schaute mich erneut mitfühlend und fast bedauernd an. Dem kalten, nadelspitzen Wasserstrahl hielt mein Schwanz nicht lange stand. Er schrumpelte zusammen, dass man ihn kaum noch sah. Bibbernd vor Kälte vergas ich jeden Gedanken an einen 0rgasmus.
Nach einer Zeit, die endlos zu sein schien, drehte Walburga schließlich die kalte Dusche ab. Ich erwartete schon eine unangenehme Abtrocken-Aktion, da wurde die Schwester erneut auf eine andere Station gerufen. Da sie ahnte, dass sie wohl länger weg sein würde, befahl sie Carmen, mich abzutrocknen und anzuziehen.
Carmen begann also meine Haare und meinen 0berkörper abzutrocknen, und sie machte das ganz sanft. Als ihre Hände in die Nähe meines Schwanzes kamen, hielt sie mit einem Mal inne. Carmen sagte leise:
„Es tut mir Leid, dass sie Dich unterbrochen hat…-, das muss jetzt ein scheiß Gefühl sein…-. Kann ich vielleicht…-, was für Dich tun?“
Während Carmen noch nach Worten suchte, tastete ihr rechte Hand bereits nach meinem verschrumpelten Schwanz. Ich wagte nicht irgendwas zu sagen, aber mein Kleiner fand seine eigene Antwort. Er begann zu wachsen! Vorsichtig, ganz vorsichtig fing Carmen an mit meiner Vorhaut zu spielen. Sanft zog Carmen sie in die Länge, dann wieder schob sie über die Eichel zurück. Nachdem ich für einen Moment die Augen geschlossen hatte, sah ich plötzlich, dass sich Carmen auf den Badewannenrand gesetzt und ihren Kittel aufgeknöpft hat. Ohne meinen Schwanz loszulassen, zog sie mit ihrer linken Hand ihren String aus. Auch ihre Scham hob sich von ihrem gebräunten Körper durch ein elfenbeinfarbiges Dreieck, das ein Bikini-Höschen bedeckt haben musste, ab. Bis auf einen schmalen Strich waren ihre blonden Schamhaare rasiert. Nun begann Carmen ihren Kitzler, der am unteren Ende ihres Schamhaarstreifens hervorlugte, mit einem ihrer Finger zu umkreisen. Sie lächelte:
„So funktioniert das bei uns…-, soll ich das bei Dir auch mal versuchen?“
Als ich nickte, stülpte sich Carmen meine Vorhaut über ihren rechten Zeigefinger und begann mit ihm meine Eichel zu umkreisen. Es dauerte nicht lange und alles drehte sich in meinem Kopf. Mein Schwanz wurde härter, Carmens Kitzler größer, ihre Finger kreisten schneller, ich spürte nur noch meine Eichel…-, dann spritze mein Saft in Carmen Hand, es kam immer mehr, dieser 0rgasmus schien nicht aufzuhören. Wir lächelten uns an.

Wenige Tage später erfuhr ich, dass Carmen gefeuert worden war, weil sie zu freundlich zu uns Heimbewohner gewesen sei. Seitdem habe ich sie nie wieder gesehen.

… und der Duschvorhang bleibt nun leider immer offen.

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BDSM

Mein erster Swingerclub besuch

Hier meine Geschichte von meinem ersten Swingerclub besuch.
Ich komme aus Schweden aber war in Frankfurt auf Dienstreise.
Ich wollte ficken und habe in der Zeitung gesucht nach Pornoclubs und Bordelle um ein schnelles Nummer zu bekommen. Ein Inserat war besonders lockend, da GangBang ausgeschrieben war, man durfte drei Frauen in alle Löcher ficken, ich hab da angerufen aber es war nördlich von Frankfurt und ich hatte kein Auto.
Ich wurde immer geiler von dass viele herumtelefonieren und schließlich habe ich ein Inserat unter Clubs gefunden. Ich habe angerufen und es hat sich ergeben dass dieser Club ganz nahe an mein Hotel war und dass es kein Bordell war sondern ein Swingerclub. Der eintritt war 100 Euro. Ich fragte ob es Swingers da währen und man hat mir gesagt dass es ein paar Leute da waren. Obwohl es Mittwoch war – und ich sehr skeptisch war ob das wohl stimmte.

Der Club hieß (http://www.Rossini.de, +4669413947, Westerbachstraße 70 / Hinterhaus 60489 Frankfurt / Rödelheim) und der Eintritt war 100 Euro für einsame Männer.

Na ich war jetzt so geil dass ich es nicht lassen konnte, ich habe die S-Bahn genommen es war nur eine Station weg und ich habe die Strasse gefolgt bis Nummer 70. Der Club lag offensichtlich in einem Industriegebiet und es waren wenig Leute Unterwegs, ich war ganz allein und dacht hier kann es sogar gefährlich werden.

Als ich ankam war es nur zwei Pärchen da, und eine Hübsche Blonde mit großen Titten in der Rezeption. Ich habe mich ausgezogen nur den Slip angelassen und bin dann in die Bar runter gegangen, er lag im Keller vom Haus. Da saß ein sehr hübsches Paar, die Frau war sehr sexy. Leider gingen sie bald danach. Das andere Paar bestand aus einem sehr Schmaler Mann und eine Frau die ungefähr 50 Jahre alt war, er war sehr viel jünger als Sie.
Sie war ursprünglich aus Tjeckien und hieß Helena. Nach einer weile kam noch ein man zu den Club. Der Schmale Mann ist dann gegangen aber die Frau, Helena, blieb im Club stellte ich erstaunend fest.

Ich wusste nicht wie man es macht in so ein Club, und wollte dann die Räumlichkeiten untersuchen und bin in der ersten Etage gegangen wo die Zimmer lagen. Es waren drei Zimmer und eine Dusche da. Alle Zimmer hatten Große Betten und es gab Präservative und Gleitsalbe und Papier überall. Die Zimmer hatten keine Türe so wurde irgendwo gefickt konnte alle es sehen was ich sehr geil fand – leider waren keine fickenden Pärchen da.

Da wir nun zu dritt waren dachte ich das hier wird wohl nichts für mich heute Abend so ich wollte gerade zum Hotel zurück fahren

In dem Moment kam der andere Mann und Helena auch rauf in der ersten Etage und er fing an Sie zu befummeln, gerade in dem Zimmer wo ich stand. Ich habe dann auch geholfen und streichelte Ihre Brüste und habe sie da geleckt, Sie hat es nicht abgelehnt.

Helena sagte dass wir es bequem machen sollte und sie hat ihr BH und Slip entfernt und hat sich nackt auf dem großen Bett gelegt. Wir haben unser Unterhosen auch ausgezogen und haben uns um ihr gelegt.
Sie hat unsere Schwänze gewichst und wir haben ihre Brustwarzen geleckt und meine Hand glitt zur Fotze runter. Sie war glatt rasiert – ich fing an ihre Fotze und den Kitzler zu lecken – sie fing an laut zu stöhnen und dass machte mich noch geiler. (Meine Frau ist ganz leise beim verkehr.)
Ich lag jetzt zwischen ihre Beine und leckte ihre Fotze wie verrückt – ich war so geil. Sie hat mir zugeguckt als ich ihr leckte und sie war auch sehr geil. Der andere Mann fragte Sie falls sie es mag mit dem lecken und sie sagte ja.
Nach eine weile haben wir die Präservative auf unser harte Schwänze aufgezogen und sie fing an den Schwanz vom anderen Mann zu Blasen.
Nach eine weile haben wir getauscht und er leckte sie jetzt und sie hat mein Schwanz geblasen.
So haben wir uns dann abwechselnd ihre Fotze geleckt oder sie hat unsere Schwänze geblasen. Dann haben wir Stellung gewechselt und ich habe sie von hinten gefickt. Sie schrie die ganze Zeit. Dann haben wir wieder Stellung getauscht und ich habe sie zum ersten Orgasmus geleckt.
Der Andere fing dann an Sie zu ficken da Sie auf alle Vier mit den Arsch in der Luft Stand, Sie hat mir gleichzeitig geblasen. Ich habe ihre Brüste geknetet und gestreichelt.

Nach eine weile legte sie sich wieder auf den Rücken und er hat sie wieder geleckt – Sie wurde jetzt ganz wild, ich habe mich über Sie gesetzt und habe zwischen ihre große Brüste gefickt dann nahm Sie meine Schwanz wieder in ihr Mund und hat mich geblasen.

Danach wollte ich wieder ficken und wir haben schon wieder Platz getauscht und sie hat ihm geblasen, ich habe ein Kissen unter ihr Arsch gelegt und mein Schwanz in ihre Fotze placiert und habe dann losgelegt mit dem Ficken. Ich habe Sie sehr hart gefickt und es hat sie gefallen es hörte sich so als wurde sie einen Zweites mal ein Orgasmus erleben, ich habe sie dann auf die Seite gelegt und sie zeitlich von hinten gefickt und ihr dabei den Kitlzler kräftigt gestreichelt – auf einmal fing sie an zu schreien und zerrte kräftig en mein Bein, sie schrie dass wir gemeinsam kommen sollte was auch geschah, ich konnte jetzt nicht mehr zurück halten sonder schoss meine Samen in der Präservative er war voll mit Samen und ich war total fertig.

Während unsere Fickerei ist die Blond vollbusige Dame, Ulrike, aus der Rezeption gekommen und hat uns zugekuckt, Sie hat unsere Geschrei – vor allem Helenas – gehört und wollte mal sehen was los war wir haben es erst Wahrgenomen nach dem Orgasmus – vorher nicht.
Mein Fick-Kumpel hat Helena jetzt von hinten gefickt und sie stand wie ein Hund da und lies sich nehmen – es kam ihn gleich danach und Sie waren beide zufrieden. Die Blonde hat es alles beobachtet und ist dann wieder verschwunden so leise wie sie kam.

Ich war jetzt fertig gefickt und lag nackt auf den Rücken und habe die beiden ficken beobachtet. Dann bin ich in die Dusche gegangen und habe mich frisch gemacht.
Helen lag auf dem bett und wollte mehr haben aber ich musste jetzt zurück zum Hotel und schlafen – und mein Schwanz war auch nicht mehr spielbar, er hing so vor Müdigkeit runter.

So war ich zum ersten Mal in einem Swinger Club gewesen und habe eine Frau gefickt die genau so scharf auf Sex war wie ich. Dazu mit einem fremden Mann habe ich Sie geteilt und wie im Porno Film haben wir sie beide gefickt, es war ein tolles Erlebnis gewesen und ich war sehr zufrieden.
Es war nicht mein letztes besuch in einem Swinger Club und ich wurde noch geiler Sachen erleben in andere Clubs und andere Nächte.

Falls dich diese Geschichte gut gefallen hat, lass mir es wissen so werde ich andere Besuche auch erzählen, zum Beispiel der nächste Abend im gleichen Club!

Grüße von Kim der geile Schwede

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Racconti Erotici

La Svolta (Racconto trovato in rete)

La Svolta di solealtramonto

Scritto il 24.10.2013 | Visualizzazioni: 1.946 | Votazione 9.6:

Anna e Dario sono una coppia di mezza età. Lui 52 anni, alto 178, leggermente sovrappeso, moro, occhi castani, capelli neri ma alquanto brizzolati. Non vi sono dubbi che è ancora un uomo interessante.
Lei 48 anni, alta 166, peso 61 chilogrammi, seno una bella terza che ancora può fare a meno del reggiseno, un sederino rotondo che a vederlo fa venire dei pensieri sicuramente non casti, carnagione chiara, bei occhi grandi di un verde smeraldo, capelli una volta castani ma ora, dopo l’opera del parrucchiere, non si sa più di che colore sono. Attualmente neri con dei colpi di sole che donano lucentezza al viso e ne accrescono la sua femminilità. Decisamente ancora una gran bella donna.
Sono sposati da ventisei anni. La loro vita è stata serena ed allietata dalla nascita di due figli. Il più grande, nato un mese dopo le loro nozze, ha ventisei anni, la piccola ne ha ventiquattro.
Causa studio sono andati a studiare fuori Italia. Laureati non sono rientrati nella casa paterna. Il maschio lavora in America. La femmina in Finlandia.
La loro svolta inizia un anno fa. I loro rapporti intimi si sono raffreddati e il feeling comincia a risentirne. Nervosismo da parte di entrambi, musoni, liti per cose decisamente futili, insomma tante manifestazioni che lasciano intuire la presenza di un rapporto non più saldo e sul punto di lacerarsi.
Una sera, dopo avere fatto l’amore con poco trasporto da parte di entrambi, è Anna che, preso il coraggio a quattro mani, affronta il problema.
“Caro Dario, noi ci siamo amati veramente. A te mi sono data con tutta me stessa. Sei stato tu il mio primo uomo. Tu mi hai deflorata e ti sei presa la mia verginità. Ti ricordo che sei stato tu che con una spugna, imbevuta d’acqua fresca, hai ripulita la mia fica sporca di sangue del nostro primo rapporto completo e il tuo sesso con le tracce del mio sangue e dei i miei succhi di donna.
Pure tu mi hai amata. Sei sempre stato carino, fedele, affezionato, mi hai sempre protetta col tuo amore caldo e sincero. Mi hai iniziata all’arte del sesso. Io ti ho seguito in tutto tanto che sono rimasta incinta e ti ho sposato col pancione. Il nostro amore era cosi avvolgente che sono stata ben felice di esaudire le tue voglie e desideri che, provati, sono stati per me appaganti e spesso ti ho chiesto di ripeterli.
Abbiamo fatto tutto sempre in comune accordo. Mi ricordo quanto sei stato carino e delicato quando mi hai chiesto di farlo analmente. Avevo paura che mi facessi male. Mi hai lubrificato il buchino per diversi giorni. Le tue dita mi hanno allargato l’ano con tanta pazienza e alla fine, anche se la prima volta ho sentito dolore e bruciore, il godimento è stato intenso sia per te ma pure per me.
Mai avrei preso in bocca il cazzo di un altro uomo. Quando me l’hai chiesto non ho battuto ciglio e grazie a te ho appreso quanto è delizioso fare pompini e bere il succo prodotto dai tuoi coglioni.
Potrei continuare ancora, ma tu, essendo intelligente, mi hai capita. Possiamo fare finire il nostro amore nell’indifferenza del rapporto come abbiamo fatto poco fa? Io, il tuo amore lo voglio ancora! Voglio fare sesso con te come l’abbiamo fatto in tutti questi anni godendo e soddisfacendoci a vicenda! Dobbiamo rimuovere la cenere che ci sta patinando e fare riaccendere la fiamma della nostra carica erotica. Sbaglio? Che ne pensi se provassimo a fare qualche trasgressione? In giro se ne sentono e se ne vedono tante. In alcuni siti visitati di nascosto sia da te che da me, anche questa è una nostra inconcludenza, ho visto che ci sono una miriade di proposte esplicite. Non pensi che insieme potremmo cercare qualche annuncio che faccia al caso nostro? Mi auguro che queste mie parole non ti adombrino. Ricordati che ti amo e voglio vivere assieme a te le gioie che la vita ci può ancora dare! Se ti ho fatto questo discorso è perché desidero salvare il nostro amore!”.
Le parole di Anna fanno rivivere a Dario la vita insieme alla sua donna. Anche se non si aspettava la richiesta finale tuttavia non può disconoscere che ha ragione. Pure lui aveva pensato di far rifiorire il loro rapporto con qualche iniziativa intraprendente. Rinfrancato dal discorso di lei dice: “amore mio, hai ragione! Siamo stati due sciocchi a ridurci in questa situazione. Non ti nascondo che spesso ho pensato di farti qualche proposta trasgressiva ma mi sono fermato per paura di offendere la tua sensibilità. Ti sono grato per avere affrontato il problema. Insieme troveremo il modo di risolverlo e di riportare il giusto calore nel nostro rapporto. Non ti nascondo che quando, tre mesi fa, siamo stati a Milano volevo proporti di andare in un privè. Non l’ho fatto per timore di recarti offesa. In città c’è qualche club ma non mi fido, potremmo essere riconosciuti. Dimmi tu come possiamo fare!”.
“Io non pensavo di andare in un privè. Se potessimo trovare una coppia con i nostri stessi problemi potremmo iniziare a conoscerci, scambiare i nostri pensieri, manifestare i desideri e poi, senza forzare, aprirci ad un nuovo rapporto con loro”.
“La tua proposta mi sembra sensata. Io sono disponibile e pronto a cercare, insieme a te, ed incontrare un’altra coppia. Ti dico di più, sono pure disposto ad accettare tra noi anche un uomo con il quale vederti intrattenere. Sicuramente non sarà facile, troveremo delle difficoltà, ma rimanendo uniti possiamo farcela”.
Spontaneamente si stringono e si baciano con trasporto come ormai di rado capitava.
Anna, contenta che il marito abbia capito i suoi desideri, dimentica del magone e sentendosi leggera come una farfalla, dice: “caro ti andrebbe di rifare l’amore visto che poco fa non c’è piaciuto?”.
La risposta di Dario è: “sì! Se questa è la cura che dobbiamo seguire dobbiamo farla con la mente sgombra e senza imbarazzi. Sono d’accordo con te! Mettiamoci un poco di peperoncino e aspettiamo i benefici. Del resto, ad aprirci come coppia, non saremo i primi e neppure gli ultimi”.
Cosi dicendo abbraccia la sua donna e inizia a carezzarla dappertutto. Lei, sentendosi desiderata, si scioglie alle sue carezze e si offre senza più ritrosie. Le sue cosce spontaneamente si divaricano offrendo il fiore, non più asciutto, alle mani del suo uomo. Le sembra di essere ringiovanita di venti anni. Fanno l’amore a lungo e con intensità come da molto non succedeva. Dopo, con i sensi appagati e soddisfatti di come hanno goduto, esausti giacciono facendo aderire i loro corpi. Dario, tenendola sempre stretta, dice: “grazie amore! Mi sa che la cura inizia a dare i suoi effetti. È stato molto bello! Era da molto che non godevo cosi! Non dobbiamo fermarci! Abbiamo ancora molto da gioire insieme!”.
La bacia, la carezza e la stringe a se con voluttà e desiderio. Pure lei ricambia le effusioni ed entrambi incuranti di avere i corpi nudi appiccicati dal sudore e anche dai succhi femminei e maschili versati, si rilassano. In questo stato Morfeo li prende tra le braccia e li culla fino all’alba.
Nei giorni a seguire confabulano per trovare di mettere i pratica il loro disegno. Passano in rassegna tutti i loro amici, sia coppie che singoli, ma non riescono a individuare chi possa prestarsi al loro desiderio. Si collegano, questa volta insieme, con siti particolari. Si rendono conto che il loro problema è comune a molti altri. Evitano di fare un profilo tutto loro e si limitano a rispondere ad alcuni annunci. Non vanno aldilà dei primi approcci. Si rendono subito conto di non trovare la giusta sincerità. Finalmente una sera pensano di avere trovata la coppia giusta. È una coppia della stessa città. Si mettono in contatto. Si scambiano il numero di cellulare, per l’occasione Dario ha comprata una scheda nuova. Definiscono i particolari decidendo d’incontrarsi nel fine settimana in un hotel sul mare. La delusione loro è grande quando il giorno prima dell’incontro ricevono una telefonata dal lui che li informa del ripensamento della sua lei. Se vogliono lui è disponibilissimo ad incontrarsi con loro. Declinano l’invito. Riflettendoci su si rendono conto di essere caduti in un trabocchetto. Al telefono rispondeva sempre e solo il maschio. Loro, nella sincerità che li contraddistingue, si alternavano al cellulare. Prima esperienza decisamente negativa.
Siccome è il mese giugno, Dario per dimenticare la delusione sua e di Anna prenota una settimana all’isola del Desiderio.
È un’isola vulcanica che si trova nel Tirreno. La conoscono bene per esserci stati diverse volte. In quest’isola Anna si è messa per la prima volta in topless e seguendo l’esempio di alcuni stranieri non ha disdegnato di prendere il sole e fare il bagno nuda.
Durante il tragitto in auto per recarsi al porto e imbarcarsi discutono sul comportamento poco sincero della coppia contattata. Si rendono conto che le possibilità di fare l’incontro giusto è molto piccola. Nondimeno sperano di potere essere più fortunati in futuro.
S’imbarcano e dopo un’ora e venti arrivano a destinazione. Prendono possesso della villetta che il residence ha messo a loro disposizione. È una villetta bifamiliare con due appartamenti a schiera. Nel retro ci sono due terrazzini con un piccolo prato e qualche alberello divisi da una siepe alta meno di un metro.
Mettendosi nel terrazzino possono essere visti solamente da coloro che abitano l’appartamento attiguo. Per il resto la loro privacy è assicurata da alberi che circondano la villetta.
Dopo avere scaricate le valigie e rassettato vanno a pranzare in una trattoria dove altre volte sono stati.
Al rientro mettono i lettini e le sdraio nel terrazzino. L’appartamento attiguo è abitato in quanto sono stesi delle asciugamani. Al momento però non vedono nessuno. Anna, per prendere il sole, sceglie un bikini a sfondo azzurro con tanti piccoli quadratini. Lo slip è un minuscolo perizoma. Sicura di non essere notata non mette il reggiseno. Se lo può permettere perché ha un seno sodo e piacente. Dario ha indossato un costume a slip. È sdraiato sul lettino accanto e sta leggendo un libro. Lei nel distendersi dice: “Dario, se per caso qualcuno dei vicini rientra avvertimi che rimetto il reggiseno”. “Stai tranquilla e non crearti problemi!”, le risponde il marito.
Si stende sul lettino e, stanca del viaggio e scaldata dai raggi del sole, si assopisce. Anna, nel suo dormiveglia, viene destata dal sentire parlare Dario. Aprendo gli occhi nota, con meraviglia, Dario che in piede vicino alla siepe parla col vicino. Questi è pure in piedi e sicuramente avrà notato il suo seno nudo. Pensa: “mi copro o faccio l’indifferente?”. Considerando che Dario non l’ha avvisata opta per l’indifferenza. Alzatasi ed avvicinandosi ai due dice: “buongiorno, sono Anna”. “Io sono Oscar” è la risposta del vicino mentre le stringe la mano. Nel frattempo suona un cellulare ed il vicino si allontana.
Anna volgendosi verso il marito dice: “perché non mi hai detto niente? Quel signore mi ha vista con le tette di fuori e tu non mi hai avvertita. Perché?”.
La risposta di Dario è: “il perché è semplicissimo, le cose belle si possono mostrare! Lui ha ammirato ed ha gradito il tuo seno. Potevo io negargli la dolce visione delle tue mammelle e dei capezzoli? Suvvia, siamo al mare e non è il caso di sottilizzare. In fondo osservandoti non si è scandalizzato di vederti senza reggiseno”.
Un leggere sorriso affiora sulle labbra di Anna che si rende conto di essere stata alquanto sciocca. Nel frattempo ritorna il vicino che scusandosi per essersi allontanato dice che era la moglie a chiamarlo.
Anna, avendo sete, si dirige verso l’interno. Riflettendo si ferma e dice: “vi va un bicchiere d’acqua fresca?”. “Sì!”. Rispondono contemporaneamente Dario ed Oscar. Quest’ultimo aggiunge: “gliene sono grato”. Questi osservandole il bel culetto tondo che il perizoma lascia generosamente in vista non riesce a trattenersi dal leccarsi le labbra. Dario nota l’interesse e un sorrisino sornione gli affiora sulle labbra. Anna, ritenendo ormai non sensato indossare il reggiseno, riempie i tre bicchieri ed esce sul terrazzino. Il primo bicchiere l’offre al vicino, il secondo al marito, il terzo lo prende per se.
Il vicino nel rendere il bicchiere ringrazia e dice: “come detto mi chiamo Oscar e sono di Trieste. Sono solo perché mia moglie Elena causa di lavoro le hanno ritardate le ferie di qualche giorno. Io sono sceso in macchina portandomi dietro il gommone. Elena arriverà posdomani facendo in aereo da Trieste a Napoli e poi con la nave proseguirà fino all’isola del Desiderio. Non possiamo fare a meno di venire ogni anno in questo posto meraviglioso. Conoscendo bene Elena penso che legherà bene con la signora.”.
“Chiamami Anna, penso che possiamo darci del tu”. “Senz’altro!” è la risposta di Oscar.
Siccome desiderano fare il bagno decidono di andare nella spiaggia di Gelso. Il vicino è sdraiato sul lettino ed allora Dario gli chiede se vuole aggregarsi a loro. Ringraziandoli, per la cortesia, accetta l’invito e propone di andare con il gommone che è arenato nel porticciolo invece di andare in macchina.
Sono nella barca di Oscar che è al timone e illustra la natura dei scogli. Anna segue attentamente quello che dice e si rende conto di trovarsi di fronte ad una persona distinta, compita ed esperta di mare. Dario, pure lui ha legato bene con Oscar, osserva Anna e vedendola splendidamente serena ne è contento. All’altezza di una splendente caletta raggiungibile solamente via mare e che si trova, in linea d0aria, a un centinaio di metri dalla spiaggia di Gelso, Oscar propone di fermarsi li. Avuto l’assenso degli amici dirige il gommone verso la spiaggia. È un posto meraviglioso. Il mare limpido, calmo e trasparente invita a immergersi. Anna leva il pareo, si guarda intorno, ed allora toglie pure il reggiseno. Osservando Dario che sorride comprende che lui approva la sua decisione. Se non ci fosse Oscar sarebbe tentata pure di levare il perizoma.
Mentre Oscar blocca il gommone lei si tuffa nel mare. Dario la segue. Iniziano a nuotare e dopo un poco si abbracciano e si baciano. Lui la tocca tutta e la bacia ovunque. Lei risponde ai suoi baci e alle carezze e non protesta quando lui le sfila il perizoma. Riflettendo deve dare ragione a Dario, cosa le nasconde il perizoma? Il culo le si vede tutto, il pube idem, solamente la spacca della fica è celata.
Ora galleggiano e parlano. Allora Dario dice: “Anna, mi pare che tu piaci ad Oscar. Lo suppongo dall’avere veduto come ti guardava quando eri nel terrazzino e come ti ha guardata in barca. Se è come penso io incoraggialo. Per conto mio mi sento pronto … e sarei ben contento di vederti mentre ti intrattieni con lui”.
Gli occhi di Anna brillano. Oscar gli piace. Iniziare una trasgressione con lui le farebbe piacere. Nondimeno risponde a Dario: “e tu tesoro cosa fai mentre io, eventualmente, mi intrattengo con lui?”.
“Ma che diamine! Ma vi osservo e .. se è il caso partecipo … facendoti godere un doppio piacere. Ora ci sarà la prova generale”. “Che prova?”, bisbiglia Anna. “Dobbiamo vedere l’espressione che fa Oscar vedendoti uscire dal mare senza nulla addosso”. Se gli piaci, e sono sicuro che gli piaci, è fatta, altrimenti … è la seconda che va buca”.
Oscar che li aveva osservati vedendola uscire dall’acqua senza nulla addosso rimane abbagliato e non può trattenersi dall’osservarla leccandosi le labbra. Quando le è vicina, incurante dal poter essere udito da Dario, dice:” Anna, sei splendida! Sei favolosamente affascinante! Avevo visto che avevi un seno meraviglioso ma … il resto … non è da meno … sei … ”.
Non osa andare avanti temendo di potere rovinare, con le parole, la realtà insperata del momento.
Sono seduti sulla rena ed allora Dario, ritenendo opportuno che sia arrivato il momento, informa il nuovo amico delle loro intenzioni. Gli racconta tutto, gli anni trascorsi felicemente, la crisi dell’ultimo periodo e anche la fallita esperienza con la coppia di qualche settimana addietro. Quando smette di parlare Oscar li guarda e poi dice: “mi dispiace che non c’è Elena, stasera saremmo stati veramente bene in quattro. Ma se avete pazienza possiamo rimandare tra due giorni. Pure noi siamo alla ricerca di nuove esperienze ma abbiamo trovato solamente delusioni. Anna mi piace, è bella e sarà per me un onore ed un vero piacere potere godere delle sue fattezze. Sono sicuro che pure a te piacerà la mia Elena ed io sarei veramente felice di vederla godere tra le tue braccia. Appena arriviamo al residence vi faccio vedere delle foto di Elena che ho nel PC.
Il sole sta tramontando quando rientrano nel residence. Fanno una doccia ed appena Oscar li vede l’invita a vedere le foto della moglie.
Oscar preparando il PC nel terrazzino l’informa che ha parlato con la moglie che si è dimostrata disponibile. Un sospiro di liberazione esce contemporaneamente dalle labbra dei due coniugi.
Elena è una vera bella “mula” triestina. Alta non meno di 170, carnagione chiara, capelli biondi che le cascano sulle spalle, cosce sode, culo meraviglioso, pube completamente glabro per averlo depilato, un tattoo di farfalla sulla natica destra e uno di coccinella nel ventre proprio sopra la piega del pube. Ma quello che più strabilia Dario è il seno. Due mammelle belle grosse e sode con due capezzoli marrone scuro che si ergono dritti su una areola consistente. “Che seno bellissimo! Sarà sicuramente almeno una quarta”. Esclama con enfasi. “No, è una sesta!”, Corregge Oscar. Ora è la volta di Dario a leccarsi le labbra a vedere quella bella donna che gli si offre nel PC. Oscar osservando con quale cupidigia Dario guarda le foto della moglie e vedendo pure l’interesse di Anna, ritiene che sia il momento opportuno per rompere tutti gli indugi e sorridendo apre una foto della moglie che con le cosce divaricate mostra la meravigliosa orchidea che ha tra le cosce. “Ma che fica carnosa e meravigliosa!”. Non riesce a trattenere Dario. Poi, per paura di avere esagerato si scusa. “Non preoccuparti! Sono contento che Elena ti piace! Spero che piaccia pure ad Anna”. Dice Oscar mostrandosi soddisfatto dell’interesse che i nuovi amici hanno mostrato verso la sua donna.
Anna è rimasta abbagliata dalla naturalezza che Elena mostra nel farsi fotografare. Conviene che è una bella donna e che Dario sarebbe felice di potersela scopare.
Cenano nel terrazzino. Anna ha cucinati bene i pesci che nella mattinata Oscar aveva pes**ti. Naturalmente il tema dei loro discorsi è accentrato sull’argomento trasgressione. La serata è tiepida e fa tendere alle confidenze. Il vinello bevuto li rende allegri. Lo sguardo penetrante di Oscar sul seno di Anna, generosamente messo in mostra da un civettuolo e scollato top fa accaldare ancora di più la già calda Anna. Ormai non ci sono dubbi. L’espressione del viso di Oscar fa capire che brama di metterle le mani addosso. Dario sorride nel vederli col viso acceso di desiderio.
Anna oltre al top rosso indossa una minigonna bianca con un piccolo spacco sulla coscia sinistra. Abbassandosi per prendere i piatti dove mettere la frutta, la gonna si solleva ed Oscar non può non notare che sotto non ha nulla. Vede distintamente i glutei e al centro la fessura della natura femminile libera da strisce del perizoma.
L’espressione del suo viso fa capire di gradire e molto quello che vede. Allora Dario, comprendendo che è giunto il momento di rompere gli indugi dice: “ascoltatemi: considerato che Elena viene posdomani penso che oggi possiamo iniziare con un bell’antipasto. Visto che tu, Anna, piaci a Oscar il quale ti desidera, e che tu, Oscar, piace ad Anna che sarebbe ben contenta di averti tra le braccia, io, contentissimo di sapere che vi piacete, siccome debbo andare a comprare della malvasia, vi lascio il campo libero. Iniziate a dare sfogo alle vostre voglie e quando rientro mi unisco pure io”. È una scusa per lasciare soli Anna ed Oscar. Pensa che Oscar senza l’imbarazzo di avere il marito tra i piedi possa essere più libero ed intraprendente.
Appena Dario si allontana Anna si avvicina ad Oscar e gli dice: “Sia io che tu sappiamo quello che vogliamo. Considerato che Dario, volutamente, ci ha lasciati soli, iniziamo a conoscerci”. Lui respira profondamente e insinuando la mano sotto il top inizia a stringerle le mammelle e capezzoli mormorando: “che belle tette che hai, sono tutte da mordere e da leccare”.
“E perché non li mordi? Perché non le lecchi? Chi te lo proibisce?”.
In un attimo il top finisce a terra. Lui inizia a palparle le tette e a succhiarle i capezzoli. Qualche minuto dopo la gonna va a fare compagnia al top. Anna è completamente nuda. Lui la scruta a suo piacimento. Le sue mani, dopo aver deliziato le tette, vanno alla ricerca della calda femminilità che è di già tutta bagnata. Anna, nel percepire le dita dell’uomo che scorrono nella fenditura umida si eccita ancora di più e la sua schiena viene percorsa da brividi di piacere.
Le mani di lui ora le cingono le natiche. Gliele massaggia per qualche attimo e poi le dita iniziano a scorrere in su e in giù nel solco dei glutei. Poi insiste e continua fino a trovare l’altro solco che nasconde l’antro della meraviglia.
Le loro bocche si uniscono, i loro palpiti si confondono, i loro sessi sono preda delle loro mani. Anche se ancora Oscar indossa maglietta e pantaloncini le mani di Anna si sono insinuate dentro i pantaloncini tirando fuori il nerbo palpitante. Si toccano con voluttà e si desiderano. È in questa situazione che li trova Dario rientrando. Vedendoli sorride e dice: “ma siete ancora sul terrazzino? Non vi rendete conto che siete nudi e state dando scandalo?”. Sorride di cuore vedendo la moglie che stringe tra le mani il cazzo duro dell’amico mentre questi le palpa le intimità. La sua gioia è vera nel vedere Anna libera da ogni preoccupazioni.
Destata dalle parole del marito Anna emette un profondo sospiro e prendendo per la mano Oscar lo guida in camera da letto. Ha la voglia di conoscere bene la cosa dura che ha avuta tra le mani. Più che lui è lei che lo denuda. Non deve faticare molto perché levata la maglietta e fatto scivolare il pantaloncino può prendere nuovamente tra le mani quel meraviglioso membro duro e palpitante. L’osserva e conviene che è lunga e decisamente robusta. Per dirla in poche parole “veramente una bellissima minchia!”.
Non resiste e la prende in bocca. Succhia e lecca quel duro arnese, mentre i succhi della vagina le colano tra le cosce. A questo punto è lui a prendere l’iniziativa. La fa distendere sul dorso e dopo averle leccata la fica prende in mano il cazzo e inizia a farlo scorrere lungo tutta la fenditura fermandosi e indugiando in alto sulla clitoride e in basso sull’ano. Lei, oltre a sbrodare, ansima di piacere e non nasconde di essere ansiosa di essere infilzata. I suoi gemiti aumentano quando percepisce che il cazzo inizia a penetrarla dentro la fica. Lui lentamente lo fa scorrere dentro e imperterrito continua fino a quando i suoi coglioni iniziano a sbattere sul culo di lei. Allora incomincia un avanti indietro che la porta a godere come una baccante.
Lei viene un’infinità di volte ma lui no. Poi la fa girare e la mette a pecorina. Il suo cazzo nuovamente dentro la calda vagina di nuovo riprende a fare entra ed esce. Ad ogni colpo la sente ansimare di piacere mentre lui oltre a scoparle la fica le strizza tette e capezzoli.
Dario, entrando nella stanza li trova in questa posizione. Lo sentono ma continuano nel diletto. Non si spostano di un millimetro. Lei percepisce il cazzo che le entra ed esce dalla fica e non fa nulla per nascondere il suo godimento. Sente che gli sbatte sul collo dell’utero e ciò aumenta il suo piacere.
Dario nel vedere la sua Anna che emette grugniti di piacere mentre Oscar se la tromba a pecorina si eccita terribilmente. Inizia a denudarsi e si gode lo spettacolo che gli offrono. Vede il cazzo dell’amico che entra dentro la vulva oscenamente aperta della sua donna e un sentimento strano l’assale. Prova un sentimento fino ad ora sconosciuto. È come una fitta di gelosia ma nel contempo di compiacimento. “Come si può essere gelosi e contenti?”, si chiede mentalmente. Sente i lamenti di piacere della moglie mentre il cazzo di Oscar si sfila quasi completamente dalla fica per poi subito dopo entrare violentemente di nuovo tutto dentro. Allora è felice! Lei ad ogni colpo ansima di piacere ed emette grida di puro godimento. Li osserva e non riesce a trattenersi. È inconsciamente che inizia a menarsi il cazzo. La vede che muove il tronco come a volere sempre più dentro il cazzo, contemporaneamente cerca le mani di lui, e trovatele le conduce sulle sue tette. Oscar la trapana nella fica mentre con le mani le delizia mammelle e capezzoli che sono tremendamente inturgiditi e maestosamente eretti. Lei spinge con violenza il corpo sul ventre di lui come a dirgli di infilzarla con più violenza. La sua eccitazione raggiunge alte vette quando l’uomo inizia a sbatacchiarla con foga. È in questo momento che Dario si avvicina a loro porgendo il suo pene eretto all’avida bocca di Anna. Lei sta gridando tutto il suo godimento quando si trova in bocca il cazzo del Marito.
Allora, in preda alla voglia sconvolgente di godere esclama: “BELLISSIMO!! Un cazzo nella fica e uno nella bocca mi mandano in estasi”.
Dario allora dice qualcosa a Oscar. Con suo rincrescimento, lei lo sente sfilarsi da dentro di lei. Sta per protestare ma si ferma vedendolo che si sdraia sul letto. Allora intuisce cosa vogliono farle.
Si posiziona su Oscar a smorza candela e si impala sul meraviglioso cazzo eretto. Ora è lei che si muove come meglio vuole. È lei che decide come e dove farselo arrivare. Poi le mani di Dario la guidano ad assumere una certa posizione. Capisce quello che vuole farle e la sua libidine si esalta ancora di più. Sente le dita del marito cogliere gli umori dalla fica e ungerle il buco del culo. Un suo dito entra dentro con facilità (del resto Dario sa che non l’ho vergine in quanto diverse volte l’ha inculata), poi ne ficca dentro due. Li fa ruotare e poi li sfila lentamente. Quindi lei percepisce il cazzo che incomincia a pressare nello sfintere. Lui pressa adagio, ma è lei che muovendomi sopra Oscar facilita l’accesso dentro il suo culetto. Sospira e geme e si sente ai sette cieli. Un poderoso cazzo che le striscia dentro le pareti della fica e la estasia e un altro che le dà altrettanto godimento penetrandola nel retto. Miagola e grida come una gatta in calore. Senza reticenza li esorta a darle il massimo del piacere. Grida loro: “così! più forte! Ancoraaaa! Belloooooo! Continuate! Continuate a lungo! Minchia! Mi piace! Mamma mia come sto impazzendo! Minchiaaaa come è belloooo!”.
Tutta sudata e simile ad una baccante nell’estasi della danza, gode con tutti i sensi le gioie che i due maschi le stanno elargendo con gran piacere pure da parte loro.
Al sommo del godimento la sua fica inizia ad avere delle violente contrazioni che le danno l’impressione che il cazzo dentro la vagina ora le sta stretto per subito starle largo. Percepisce che pure il pene dentro il suo canale di donna incominci ad avere delle belle impennate che accelerano il suo stato eccitativo. Pure dietro sente le stesse sensazioni mentre i capezzoli durissimi sono possesso ora della bocca di Oscar ora delle mani di Dario.
Al massimo del godimento e mentre grida oscenamente tutto il piacere di donna che prova, loro quasi contemporaneamente la inondano nella fica e nel retto scaricandole dentro tutta la calda produzione dei loro coglioni.
Stanca e soddisfatta si rilassa sul letto mentre il seno continua a palpitarle. Dopo alcuni minuti si alza e va in bagno. Dopo avere pisciato sente la necessità di fare una doccia. Loro la raggiungono e fanno la doccia insieme a lei. Inutile dire che più di una doccia è uno strofinare di corpi.
Rinfres**ti si siedono nel terrazzino incuranti di essere nudi. Sorbiscono il gelato che Dario ha comprato insieme alla malvasia che bevono dopo il gelato. Il liquore riscalda le loro viscere. Siccome è tardi si salutano e vanno a dormire.
Anna dorme saporitamente come non le accadeva da tempo. Pure Dario dorme bene. Si svegliano che sono quasi le 7,30. Si alzano vanno nel terrazzino. Sul tavolo tenuto da una pietra c’è un foglietto. Anna lo prende e legge: “grazie per la bella serata! È stato veramente bello! Io sono andato a pescare. Ritorno verso le 9,00. Aspettatemi che organizziamo la giornata insieme. Fatta colazione decidono di andare a fare un bagno nel laghetto del fango.
Di comune accordo decidono di ritornare nella caletta. Preparano dei panini e poco dopo sono sul gommone.
La spiaggia è deserta. Ormai non ci sono più pregiudizi. Tutti e tre sono nudi. Sguazzano nel mare e si divertono come bambini. Dario ed Oscar la cercano in continuazione e lei non riesce a distinguere chi dei due le fa più avances. Per quasi un’ora stanno in acqua e per la prima volta Anna prova di essere scopata in contemporanea in fica e nel culo stando in acqua. Si sente illanguidire e non lesina baci e carezze ai due uomini. Oscar, da buon pes**tore, sa che hai pesci piace lo sperma. Essendo sul punto di venire si sfila spargendo il suo seme nel mare. Istantaneamente un branco di pesci si dirige a ingoiare il seme dell’uomo. La meraviglia di Anna è molta. Non sapeva che hai pesci piacesse lo spacchio. Pure Dario si sfila dal suo culo e la razione di pranzo è doppia per il branco di pesci affamato.
Fatti fuori i panini si distendono sulla rena all’ombra di un ombrellone. Stanno cosi per un bel po’ e poi Anna si alza. I due uomini sono rilassati e i loro sessi giacciono inerti sui rispettivi coglioni.
Le viene il desiderio di fare in contemporanea ad entrambi un bel pompino. È come il volerli ringraziare del piacere che le hanno dato. Succhiare il cazzo le piace. Le piace pure ingoiare lo sperma di Dario. Un’idea le balena: “che sapore ha lo spacchio di Oscar?”.
Allora prende in mano le due minchie e inizia a deliziarsi e a deliziarli a lungo menandoli. Li lecca e succhia unitamente alle palle. Loro, ormai desti, le stuzzicano fica, clitoride, culo, tette ed lei gode come una pazza. I due cazzi nella bocca s’ingrossano molto e lei non riesce quasi più a tenerli stretti tra le labbra. Qualche goccia di sborra le scorre sulla lingua ed allora la sua fica allenta lo sfintere e le mani dei due maschi vengono inondati oltre che dai suoi succhi femminei anche dal suo piscio.
È una sua caratteristica di non riuscire a trattenere il piscio quando viene percorsa in contemporanea dagli orgasmi vaginale e clitorideo. Anche questa volta la sua uretra si contrae liberando copiosi schizzi di urina.
È come un segnale perché subito dopo i due maschi vengono. Prima uno e subito dopo l’altro. A lei non importa chi è stato il primo a venire poiché si crogiola col piacere che le hanno dato. Alla fine anche lei, come il branco di pesci, ha potuto gustarsi la sua parte di spacchio.
Rientrati la stanchezza è tale che vogliono riposare. Quando si ridestano siccome c’è ancora il sole Anna, lasciati i due compagni, indossa un costume intero e va nuovamente nel lago del fango. Poco dopo viene raggiunta dai due.
La sera cenano verso le 21,00 e subito dopo vanno a dormire.
La mattina è Anna che prepara il caffè per tutti. Oscar non è andato a pescare. Verso le 13,00 deve arrivare Elena ed allora decidono di andare nella spiaggia nera e trascorrere la mattinata.
Per pranzare aspettano che arrivi Elena. Al porto vanno tutti e tre. Quando Elena scende dalla nave Dario rimane come inebetito. Anche Anna è sorpresa. Se nelle foto Elena sembrava una bella donna di presenza è ancora più bella. Il vestito leggero di cotone che indossa se da un lato nasconde le sue fattezze nello stesso tempo evidenzia un corpo che possiede una carica erotica superiore alla norma. Abbraccia e bacia il marito ma lo stesso fa con Anna e con Dario. “Migliore presentazione non poteva esserci” pensa Dario.
Pranzano in trattoria ed Elena confessa candidamente di essere informata come suo marito si sia sollazzato piacevolmente con Anna. Avvicinando confidenzialmente le labbra all’orecchio di Anna le dice: “Oscar mi ha detto per telefono che sei una donna fantastica! Testualmente mi ha detto che hai una fica caldissima e che sei impazzita di goduria quando ti hanno presa a sandwich. Nel pomeriggio debbono riservare lo stesso trattamento a me! Non ho pensato ad altro durante il viaggio. Mi ha detto pure che Dario ha una bella fornitura e che sicuramente mi farà godere”. Queste parole semplici e senza ipocrisia fanno capire ad Anna che tipo di donna sincera è Elena.
Dario nel frattempo non riesce a staccare gli occhi dal seno di Elena. Le due mammelle sono generosamente esposte e lui le ammira e le fissa con cupidigia. Il suo desiderio esplode in una meravigliosa erezione della sua minchia.
Ritornati al residence sentono la necessità di riposarsi per un’oretta. Anna e Dario si ritirano nella loro stanza, Elena e Oscar entrambi nudi sono sdraiati sui lettini nel terrazzino. Anna sta caricando la moka quando viene chiamata da Elena che l’ha sentita gironzolare per casa. Essendo nuda si affaccia timidamente nel terrazzino. Vedendo gli amici distesi nudi sui lettini esce senza esitazione e chiede loro se desiderano un caffè. La risposta è affermativa e subito dopo porta in un vassoio caffettiera, quattro tazzine e lo zucchero. Pure Dario si è alzato e mai il caffè è stato cosi buono preso in costume adamitico.
Il pomeriggio lo trascorrono nella caletta ormai diventato loro rifugio. La presenza di Elena porta allegria e il divertimento in acqua assume contorni da acrobazie circensi. Dario ha il suo daffare ad assecondare la nuova amica. Ogni occasione è buona per stringerle le tette e toccarle natiche e fica. I loro corpi aderiscono e il desiderio di conoscersi a fondo li libera e senza indugi i loro sessi s’intrecciano in un amplesso che li fa palpitare di desiderio. Oscar, con la presenza della moglie, è diventato più espansivo e si sollazza con Anna regalandole momenti di intensa eccitazione. Poi si ritrovano insieme sulla spiaggia e i loro corpi s’aggrovigliano in modo tale da non sapere più con chi stanno abbracciati. Ad un certo momento Anna si trova abbracciata stretta all’amica mentre uno dei maschietti le lavora il culo. È Oscar che le fa l’omaggio di una bella inculata poiché, vede dietro alle spalle di Elena, Dario che è intento a dare all’amica lo stesso godimento che le sta dando Oscar.
Sono sfiniti e soddisfatti quando rientrano nel residence. Ma la loro stanchezza è di breve durata. Il dopo cena è la continuazione di quanto iniziato in spiaggia. Sono nella villetta di Elena ed Oscar. Tra loro si è instaurata una tale complicità che nessuno si meraviglia quando Elena fatta scivolare la vestaglietta allarga le cosce e chiede a Dario di deliziarla. Lui si avvicina vede quella meravigliosa fica carnosa e palpitante di desiderio e senza pensarci le massaggia con le mani le grandi labbra e poi le strizza la clitoride turgida e che si erge fuori dalla vulva come un piccolo cazzo. Inizia a leccarla per tutta la lunghezza. Contemporaneamente le sue mani cercano il meraviglioso seno ed incomincia a strizzarle le tette e i superbi capezzoli. Oscar ed Anna li osservano ed eccitati da quanto vedono si trastullano menandosi vicendevolmente. Dario si riempie le mani di quel corpo fantastico. Il seno possente l’attrae e avvicinandosi inserisce il suo cazzo tra le due mammelle. Per un poco si fa sollazzare con una spagnola. Poi senza più indugiare, vista pure la richiesta della donna, lentamente fa scorrere il suo poderoso cazzo nel fica di lei. Inizia ad andare dentro e fuori. È un continuo entrare ed uscire che fa toccare alla donna sensazioni di alto godimento. Ora lei non riesce a nascondere il suo piacere e inizia a gemere e ad ansimare. Gemiti e ansimi si alternano con sempre maggiore tonalità fino a quando non potendone più inizia a gridare senza ritegno il suo godimento. Nello stesso tempo Dario è arrivato ed estratto il cazzo da dentro l’antro infuocato le scarica sul pube sulla pancia e sulle tette la produzione dei suoi coglioni. Anna ed Oscar non sono nella stanza. Sono sul letto nell’altra villetta e pure loro si stanno dando da fare e godono come ricci.
I giorni che stanno insieme sono intensi. Si divertono e si sollazzano alla grande. In tutto questo scopare la cosa bella è che anche le due coppie riescono a fare sesso tra loro. La sera prima della partenza di Anna e Dario la festa assume un andazzo che apre ad Anna nuovi orizzonti. Sta scopando con Dario quando Elena le si avvicina, la prende tra le sue braccia ed inizia a baciarla sulla bocca. Lei no si scandalizza. Come se aspettasse questa mossa ricambia totalmente le effusioni dell’amica. I loro corpi s’intrecciano. Le loro bocche vanno alla ricerca dei capezzoli dell’altra. Le lingue inumidiscono ogni centimetro di pelle. Al culmine del desiderio assumono la posizione di 69 e le due donne cosi possono conoscere il gusto e il sapore della rispettiva amica. Mentre sono nella posizione di 69 Dario mette il suo cazzo nella fica della moglie e cosi Elena mentre si diletta con la fica di Anna può deliziare pure Dario con un pompino. Lo stesso fa Oscar dall’altra parte e alla fine le due donne hanno il viso imbrattato di succhi femminei ma pure di delizioso spacchio.
Si lasciano con le lacrime agli occhi e si danno appuntamento per l’ultima settimana d’agosto a Trieste perché vogliono riprovare le gioie che hanno godute.
Da quel momento il rapporto tra Anna e Dario ha un’impennata. Sono ritornati più innamorati di prima. Sembrano due fidanzatini che non aspettano il momento di toccarsi e scopare. Tra loro il sesso non è più monotono. Basta che pensano a quello che hanno goduto nell’isola del Desiderio che la loro fantasia si accende e i loro freni inibitori scompaiono. In più Anna ha consapevolezza che essere bisex non è un male ma un godere ancora meglio il sesso.

Sole al tramonto

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La crociera by senior 02

La feci girare e, abbracciandola le infilai il cazzo tra le cosce, le mie mani a coppa sui suoi seni, la mia bocca sul suo collo su cui davo piccoli ma innocui morsi, lei muoveva il culo contro il mio ventre, sentiva il mio cazzo tra le cosce contro la fica
Il mattino successivo ci ritrovammo in piscina, la giornata era tutta impegnata per la navigazione.
Franco ed io eravamo impegnati nelle solita conversazione sul calcio, con le varianti della crisi e della politica, ma nessun cenno alla nottata. Del resto non se ne poteva parlare in costume da bagno visto l’effetto che avrebbe causato ai nostri membri.
Mia moglie e Clara parlavano poco più in là, a bassa voce , che non riuscivo a sentire quello che si dicevano.

Sai Ester, diceva Clara, ieri siete stati fantastici. Lo sai che hai proprio un bel seno, scommetto che ne avrai avuto di apprezzamenti, e rise.

Certo è dal liceo che ne ricevo e non ti dico quanti palpeggiamenti. L’ultimo è stato un cardiologo che dopo l’elettrocardiogramma ha continuato a farmi stare a torso nudo per più di un quarto d’ora ripassandomi lo stetoscopio sotto i seni più volte e strusciandomi i capezzoli con le mani tanto da farli indurire; quando poi mi ha detto che avevo un bel seno e mi ha chiesto come mi toccasse mio marito, mi sono rivestita lanciandogli un’occhiataccia.

Non parlarmi dei medici, sapessi che esperienze ho avuto, replicò Clara. Ma torniamo a noi, la chiavata che ti sei fatta con tuo marito stanotte ci ha eccitato tanto che quando siamo stati in cabina Franco mi ha voluta di nuovo e mi ha anche inculata come ha visto fare a tuo marito. Certo che Marco ci sa fare, sei proprio fortunata a farti menare da un uomo con un cazzo così.

Uhé, ma che ti piace il cazzo di mio marito e me lo dici pure?

Perché a Franco non sono piaciute le tue tette? E mentre mi chiavava mi diceva che gli sarebbe piaciuto toccarle!

Risero entrambe.

Se sei d’accordo stanotte vorrei fare una variante, riprese Clara, noi abbiamo un paio di falli, uno piccolo e un altro più grande, più o meno delle misure di Mauro. Ora spesso io mi faccio penetrare in culo da quello più piccolo, mi da meno fastidio anche perché contemporaneamente Franco mi è col cazzo dentro la fica. E’ una sensazione stupenda essere penetrata avanti e indietro e poi se facciamo vedere il video su internet fa più scena.

E mi chiedi il permesso? Del resto sono cazzi tuoi! E risero.

Veramente volevo che a ficcarlo dentro, quello artificiale fosse tuo marito. Mi fa illudere che sia il cazzo di un altro uomo a sfondarmi il culo, naturalmente Franco farà la stessa cosa a te.

Non vedo eccessivi problemi, l’interruppe Ester, sai che non voglio un nostro eccessivo coinvolgimento nella vostra chiavata, e questo non mi sembra tale.

Il fatto è, riprese Clara, che per dare un po’ più di veridicità alla scena tuo marito verrebbe inquadrato, ma sempre con la mascherina, e dovrebbe anche carezzarmi le tette.

E no,questo mi sembra eccessivo! Ester cominciava a spazientirsi.

Va bene, va bene come non detto. Del resto ero anch’io un po’ contraria, ma Franco ha insistito tanto, pregustando il dopo quando sarebbe stato lui a palpeggiarti le tette, gli piacciono molto e non fa nulla per nasconderlo. Vorrà dire che tuo marito muoverà solo il braccio per simulare il palpeggiamento, riprendendo la scena di lato non si vedrà che è per finta.

La giornata trascorse piacevolmente bene, cenarono assieme ed assieme andarono a gustarsi lo spettacolo di cabaret. Finalmente si ritirarono nelle rispettive cabine per prepararsi.

Preparati per bene, porto anche la nostra videocamera. Faremo tutte le riprese di là, con una fissa e l’altra in mano, poi ci scambiamo i filmati, le dissi mentre stava scegliendo la mise opportuna , subito dopo la registrazione facciamo le copie e poi ognuno eliminerà le proprie scene dalla videocamera dell’altro.
Ester, dopo tanto scegliere decise che il babydoll e il perizoma erano la miglior accoppiata, indossò una vestaglia da camera per andare nella cabina a fianco, io la solita canotta e pantaloncini.
Entrammo nella cabina dei nostri complici, che ci aspettavano seminudi, con i soli slip. Ester si tolse la vestaglia (ma non mi aveva detto ieri che si vergognava di essere vista seminuda “ a freddo”??) ed io mi svestii tenendomi solo gli slip. Franco sgranò letteralmente gli occhi alla vista delle nudità di mia moglie.
Piazzammo i faretti, quello sbilenco era stato riparato, e la mia telecamera fissa che inquadrava la parte del letto che reputavamo più calda, Franco consegnò la sua a mia moglie, riservandole sguardi pieni di desiderio e inavvertitamente, nel farle vedere il funzionamento, strusciò più volte il braccio sul suo seno.
Clara si mise sul letto in posizione ed io di fianco a lei che dovevo mimare la scena per vedere come sarebbe venuta.

E no, si vede che quel braccio si muove nel vuoto, se proprio non volete evitiamo questi movimenti, non vorrei sprecare il filmato, disse Franco un po’ contrariato.

Beh effettivamente è come dice Franco, se sei d’accordo prova a toccarle il seno, solo un po’ e poi vediamo la differenza, disse Ester.

Ma brava la mogliettina, se sei d’accordo ha detto, già, se sei d’accordo tu, visto che sei già disponibile a farti palpeggiare. Ma insomma cosa le stava succedendo? Siamo in ballo e balliamo, pensai e cominciai a carezzare il seno di Clara, inizialmente un po’ riluttante, ma solo inizialmente.

E’ tutto un’altra cosa, esclamò contento Franco, adesso Ester vai dall’altra parte e controlliamo l’inquadratura di Mauro che accarezza i seni con una e con l’altra muove il fallo finto.

E’ contento,pensai, lo stronzetto se ne frega che sto palpeggiando la moglie, lui pensa solo a dopo quando farà lo stesso con la mia. E pensare che io la moglie l’inculerei volentieri senza il fallo finto. E’ una cosa a cui devo pensare, dai suoi fremiti e dal fatto che i suoi capezzoli si sono induriti devo piacerle non poco.

Beh l’inquadratura non è quella giusta, sia se inquadriamo solo il seno che quella superiore con la mano sul fallo si vedono gli slip di Mauro, esclamò il “regista”.
Stavolta non attesi le obiezioni dell’aiuto regista e mi sfilai subito gli slip, mettendo in evidenza il cazzo già duro e perfettamente verticale. Notai lo sguardo di desiderio di Clara che, visto il movimento, si era volta verso di me; ed anche il leggero rossore di Ester e il viso di Franco che sembrava essere stato preso da un leggero tic all’estremità della bocca; il tutto sinonimo di un leggero disappunto dei “registi” mentre l’attrice era decisamente contenta.
Finalmente le prove erano finite e, dopo aver messe le mascherine, si iniziava a fare sul serio.
Iniziarono con Franco che abbracciava Clara e la baciava appassionatamente, con le mani di entrambi che accarezzavano l’altrui corpo. Poi Franco fece sedere la moglie sulla sponda del letto e le infilò il cazzo in bocca (che fantasia!!!) e cominciò a farsi spompinare. Clara lavorava con lena il cazzo (o meglio il cazzetto!) del marito, ma questi era completamente passivo, non aiutava la moglie ad eccitarsi carezzandola. Subiva semplicemente passivo il pompino della moglie, che dopo un po’ si stufò e prese l’iniziativa; lasciò il cazzo del marito e salita in piedi sul letto, prese la testa del marito tra le mani e se la ficcò tra le cosce per farsi leccare la fica dopo aver spostato di lato il lembo di perizoma che la copriva . Al poveretto non restò altro che assecondare la moglie.

Quando Clara si sentì pronta si mise a gattoni sul letto offrendo il culo e la fica alla penetrazione. Fu a questo punto che entrai in scena, con un cazzo grosso e duro tra le gambe e un piccolo fallo artificiale in mano emi posi di lato a Clara, iniziando a massaggiarle il seno ricevendo un’occhiata di gratitudine.
Franco si pose in ginocchio dietro la moglie, e con l’obbiettivo che riprendeva la cappella del cazzo e la fica in primo piano iniziò la penetrazione.
Lubrificai ben bene il fallo e, anche se non previsto, allargai con le mani le belle chiappe di Clara e, dopo averne lubrificato la zona attorno al buco, lentamente la penetrai.
Ester aveva ripreso il tutto, lentamente girò attorno al letto fino a porsi all’altezza della testa di Clara che godeva da matti, la mia mano che le eccitava i capezzoli, il fallo che si muoveva nel culo, in vagina il cazzo del marito che per effetto della doppia penetrazione le sembrava grosso a dismisura, il mio cazzo appoggiato sul fianco.

Ancora, ancora, forza spingete,che bello che bello, ancora è bellissimo, vorrei un cazzo in bocca, vi prego datemi un cazzo in bo … e venne emettendo il suo urlo. Per fortuna avevamo acceso lo stereo che copriva un po’ i gemiti e l’urlo di Clara.

Poco dopo venne anche Franco e, dopo averle sfilato il fallo dal culo, la scena si concluse col primo piano della fuoriuscita di sperma dalla fica.
Era appena uscito dal bagno dove si era ripulito il cazzo quando Ester gli diede la videocamera, impaziente ed arrapata per iniziare finalmente la sua parte.
Il babydoll trasparente era attraversato dalla luce dei faretti, si vedevano i sui capezzoli turgidi che sembravano volessero bucare quel sottile strato di stoffa, Ester, già ad un buon punto di eccitazione, mi si avvicinò e cominciò a strusciarsi contro il mio corpo. La feci girare e, abbracciandola le infilai il cazzo tra le cosce, le mie mani a coppa sui suoi seni, la mia bocca sul suo collo su cui davo piccoli ma innocui morsi, lei muoveva il culo contro il mio ventre, sentiva il mio cazzo tra le cosce contro la fica. La distesi sul letto supina, le sfilai gli slip, le allargai le gambe e gliele alzai, mi inginocchiai e con le sue cosce poggiate sulle mie spalle avvicinai la bocca alla fica per leccarla; era già abbastanza bagnata, la penetrai leggermente con la lingua, la leccai fino all’orifizio anale; mi alzai, le feci appoggiare la testa al cuscino, le sollevai nuovamente le gambe e le appoggiai sulle mie spalle, poco alla volta le spingevo verso di lei avvicinandomi al suo viso, facendo leva con le braccia sul letto per non gravarla del mio peso; arrivai al suo viso e la baciai lungamente in bocca; durante il bacio con una mano afferrai il cazzo, glielo misi in culo e la chiavai, ma solo pochi colpi altrimenti sarei venuto subito.
Mi rialzai e la feci mettere gattoni nella posizione che avevamo convenuto.

Franco aveva nel frattempo dato la videocamera a Clara ed a un mio cenno si avvicinò nudo con il fallo in mano. Aveva di nuovo il cazzo in tiro, si posizionò di fianco a mia moglie ed iniziò a massaggiarle i seni. Allargai le natiche di mia moglie e le spalmai di nuovo il lubrificante, e ad un mio cenno Franco le infilò il fallo in culo. Iniziai a strusciarle il cazzo sulla fica ormai bagnatissima, iniziò a gemere di piacere ed appena raggiunse l’orgasmo fece un piccolo movimento con le gambe per avvisarmi, le appoggiai la cappella sulle grandi labbra e iniziai a penetrarla. Il cazzo avanzava poco alla volta, la vagina sembrava essersi ristretta, ma era solo la presenza del fallo in culo che premeva sulla parete. Avvertivo maggior calore rispetto al solito e venni anch’io abbastanza presto. Sfilai il cazzo dalla vagina, tamponai la fuoriuscita dello sperma con un fazzolettino e stanco, mi distesi a fianco a mia moglie coprendole con un braccio i seni nudi.

Cazzo questa sì che è una signora chiavata, sbottò Clara. Mi dici dove hai studiato così bene che ci mando anche Franco!

Ridemmo tutti, anche Franco che però era arrossito e come un allocco era ancora nudo col cazzo in tiro.

Ehi, metti il pistolino a cuccia e rivestiti, lo richiamò la moglie, dobbiamo ancora dividere i filmati.

L’operazione fu abbastanza semplice e veloce, ci salutammo e ci ritirammo nella nostra cabina.
Ma che tenevi oggi, iniziò Ester, hai messo in campo un cazzo fantastico, le tette e il culo di Clara, con il fuori programma delle mani sulle sue chiappe, ti hanno eccitato tanto?

Meglio per te, risposi, mi sembra che hai apprezzato parecchio!

Già, ma intanto Clara ti voleva saltare addosso, lo ha fatto capire sia mentre scopava col marito che poco fa prima di uscire. Quando ci riprendeva con la videocamera ho notato che si mordeva il labbro inferiore e scommetto che i primi piani sono principalmente per il tuo cazzone.
In effetti, dando una scorsa veloce al filmato fatto da Clara la maggioranza delle inquadrature erano per me; ma c’era anche quella fatta con un po’ di malizia che riprendeva mia moglie durante i palpeggiamenti di Franco, si mordeva il labbro inferiore!!!

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il ritorno

Uscire da un istututo non sempre è una garanzia di
Io figlia di un Pilota americano di stanza a Vicenza e di una madre docente di storia romana, ero stata inviata a studiare presso un istituto svizzero, in pratica diventavamo donne perfette, multilingue, forbite, padrone del Etichetta, cavallerizze, tenniste, ma senza alcuna cultura di come il mondo fosse realmente.
Era finalmente finito il periodo da caserma, io e Martina figlia di un collega di mio padre, nota in istituto come Sergente Shultz vista la sua graniticità, avremmo intrapreso il ritorno verso casa, ma per quella ultima volta saremmo rientrate con un tragitto più lento turistico, fermandoci in ostelli e rifugi, così per riprenderci il gusto della vita vera.
Di sicuro non era il caso di affrontare il Trekking previsto vestite da educande, quindi subito li a Losanna ci fermammo in un negozio sportivo a comperare qualche indumento diverso da quella assurda divisa, e dopo aver affrontato gli acquisti cestinammo subito le divise.
Al primo ritrovo per giovani facemmo conoscenza con tre ragazzi che percorrevano la stessa strada più o meno. dato la nostra educazione all’inizio eravamo tutti un pochettino ingessati, noi con quel che di giovani già invecchiate, e loro tutt’altro che brillanti.
Ripartimmo comunque al mattino successivo, faceva già caldo, quindi canottierone mimetico dagli ampi spacchi sui fianchi pantaloncino sportivo sandali da scalata e via per il sentiero posso assicurarvi che il sole a picco nel bosco e l’umidità sono tutt’altro che rinfrescanti quindi i ragazzi di fronte a noi si tolsero le magliette e proseguirono con solo i pantaloncini, Woww si videro i muscoli guizzanti del torso le spalle ben formate e i polpacci tonici.
Passarono dieci minuti e per riprendere fiato Martina ed io ci fermammo un minuto mentre loro i ragazzi scomparvero inghiottiti dal fitto sottobosco. mi tolsi quei pantaloni soffocanti, insomma ero abituata a morbide gonne, e riprendemmo la strada, Il Sergente Shultz mi fece notare che la canotta, mentre camminavo, saliva ad ogni passo ed evidenziava le mutande, per minciso non lo notò solo lei ma anche i nostri accompagnatori, che ci avevano aspettato, lo capii da i loro sguardi e i sorrisi maliziosi.
Un brivido caldo mi attraversò il corpo, maschi che mi osservavano, la pancia mi tremolava.
Dovete sapere che tra l’altro quella che le altre conoscevano come sergente incorruttibile io la conoscevo molto bene, era tutt’altro che asessuata anzi dentro la corazza c’era una bomba; ma riprendiamo, mi fece notare, semmai ce ne fosse la necessità, che avevo fatto colpo, qui ancora oggi mi chiedo cosa s**tta nella testa di due adolescenti libere dal guinzaglio, con gli ormoni ribollenti.
Quindi ripresa la strada e riposti i modi da contessa L’amica di sempre cominciò a pungolarmi :
“ perché ti ostini a tenere le mutande tanto per quel che servono”;
“ Mi spieghi come fai a chiamare mutande il filo interdentale”;
“ e poi son fanno pandan con la maglia”.
Io rispondevo da par mio, mi stavo divertendo e forse speravo che i ragazzi mi sentissero finché:
“Hai proprio ragione adesso le tolgo” feci il gesto,infila le dita nello slip ma mi fermai, lei la dama del casato nobile mi guardò con quell’aria di incredulità e sfida, e con i l gesto della mano come dire, allontanati poveraccia”
Ad ogni passo mentre la canottiera saliva e io ogni dieci la riabbassavo lei continuava:
“Avanti regina delle troie fammi vedere, madame culo ribollente ci vuole deliziare dello spettacolo, allora vogliamo mettere in mostra la mercanzia,prima si espone prima si vende.
a quel punto le tolsi realmente, riabbassai la canottiera e mi portai in testa al gruppo.
Ad un primo momento i ragazzi non avevano notato nulla i ragazzi, ma ben presto la canottiera lasciò il mio culo scoperto per tre quarti, forse copriva di più lo zaino.
Sentii prima leggera paura poi eccitazione e infine benessere, e mentre proseguivo qualcosa di tiepido mi colò lungo la gamba, adoravo quella sensazione, seminiuda e ammirata.
Ero talmente rilassata che non feci nemmeno caso che dalla parte opposta del sentiero stava arrivando un gruppetto di tedeschi, donne e uomini, probabilmente sulla cinquantina, non abbassai anzi salutai con sicurezza, successivamente seppi da Martina che una delle donne del gruppo fece il segno di OK con i pollici ai ragazzi imbarazzatissimi.
Ai commenti salaci dell’amica risposi voltandomi facendo la linguaccia e il “ gne gne gne” dei bambini, e in oltre quel incontro mi aveva fatto appuntire i capezzoli.
Fortuna o sfortuna all’epoca non c’erano i cellulari in grado di fotografare.
tutto qua direte, abbiate pazienza.
Ecco arrivare la prima salita vera una ventina di metri ripidissimi in mezzo alle rocce, niente di serio, solo un pochino di arrampicata su quei gradoni.
Alle mie spalle i ragazzi, usciti leggermente dall’ingessatura fecero gli spiritosi: “Chi fa il capo cordata”.
Martina partì di slancio :“Io però mi metto libera, fu la sua lapidaria frase, tolse camicia e gonna rimanendo in reggiseno e mutande sportive.
I ragazzi non parlavano più la guardavano con la lingua a penzoloni, la brava ragazza la marchesa del bon ton era anche una donna oltre che un sergente di ferro, lei tagliente e rapida come una vipera, uscì dal personaggio Di Cuore di De Amicis con un:
“E che cazzo solo voi maschi avete il diritto di viaggiare con le tette al vento, e solo questa deve essere la star qui senza mutande”.
Mise tutto nello zainetto e partì per la scalatina. Arrivata in cima eccola buttare a terra lo zainetto alzare il reggiseno e sbattere le tette, urlando: “prima ioooooo”.
I ragazzi erano assolutamente impressionati, avevano abbordato due studentesse o due pazze. dovetti intervenire, quella su rideva, questi qui sembravano dei nani da giardino con lo sguardo da beota:
“Su dai chiudete la bocca sono solo tette”.
Ebbi la quasi certezza che da vicino ne avessero viste poche:
“Hei ragazzi sono come queste” tolsi alzai canotta e reggiseno e le feci oscillare,poi partii sempre senza mutande.
Sentivo che mi stavano guardando salire la loro prospettiva era sicuramente favorevole, e io non facevo nulla per evitare gli sguardi, arrivata in alto abbracciai l’amica e urlai ai tre di salire, visto che erano rimasti imbambolati con il naso in su.
Arrivati in cima tutti li vedemmo sudati e indecisi, sia io che Sergente Shultz, li spronammo:
“Bisogna andare ragazzi si fa sera”, e ormai che c’eravamo “Su da bravi baciate una tetta e andiamo”. Erano davvero carini così impreparati, me le toccarono e baciarono con una delicatezza infinita, così come fecero con Martina.
I nostri accompagnatori si presero anche i nostri zaini, proseguendo verso il la piccola malga che ci avrebbe ospitato io e il sergente, ridevamo come due oche camminavamo incrociando le gambe e saltellando, girando di tanto in tanto su noi stesse, ormai gli ormoni ci stavano offuscando, tanto che non trovai di meglio che sfilarmi tutto e rimanere con le sole scarpe e sventolare la canotta, poi un attimo di lucidità ci fece ragionare, eravamo senza profilattici, ma con il corpo che ci ribolliva, una pulsazione continua tra il basso ventre e il seno, nude in mezzo alla natura e con tre maschi veri non dei surrogati.
Era ormai le tre del pomeriggio e raggiungemmo il rifugio, i ragazzi erano un tantino impacciati, forse la nostra aggressività li aveva spiazzati, e non avevano il coraggio di chiedere ma il rigonfiamento sotto i pantaloncini era evidente, erano seduti sul piccolo balconcino, con le gambe a penzoloni, all’interni martina si denudò completamente, guardo fuori lontano e mi disse siamo soli, usci si portò davanti ai ragazzi, erano all’altezza giusta e uno ad uno gli estrasse l’uccello e piano comincio prima a leccargli la cappella e poi far sparire tutto nella sua bocca, era impressionante vederla ingoiare completamente 20 centimetri, ma lei era imperturbabile in quel movimento.
Ero inesperta lo giuro ma lei il sergente mi spronò: “e allora tu cominci e poi devo lavorare solo io lo saprai ben fare un pompino” mai fatto purtroppo quindi con timore prima la lingua, sentii un sapore che non conoscevo ma che mi piaceva poi iniziai a far scorrere le labbra, mi accarezzavo il clitoride, ero impegnatissima quando sentii dei baci sulle natiche, allargai leggermente e sentii una lingua calda entrare sempre più profondamente, poi un dito nello sfintere, mi irrigidii ma subito iniziai a rilassarmi, in fondo la in quel collegio era uno dei giochini che mi piaceva.
dopo dieci minuti di quel trattamento sentii le gambe vacillare e tremare, e venni per la prima volta con un maschio vero e non con un surrogato, accelerai il ritmo del pompino che stavo facendo, un fiotto caldo mi investì la bocca, era strano mi spostai sputai e guardai Martina li di fianco a me, mentre il suo maschio veniva ululando la vidi ingoiare completamente il cazzo, rimase in apnea almeno venti secondi facendolo uscire dalla sua bocca mentre già si rilassava, mi guardò e sorrise.
Io ero ancora appoggiata al ragazzo seduto quando sentii che dietro di me il terzo iniziò a infilarmelo, Mi ricordai che non avevamo profilattici ma ero eccitatissima entrò delicatissimo, poi ragionai, e gli dissi “No li no” mi guardò deluso, ma immediatamente lo rassicurai gli presi letra le mani il volto lo baciai dissi “Claudio” questo era il suo nome:
“Claudio inculami”.
A quella frase lapidaria piano piano me lo infilò mi afferro le tette e iniziai a godere, quello a cui ero appoggiata si rieccitò e ripresi il mio lavoro, fu mezz’ora di intenso piacere, Martina mi incitava, mentre anche lei veniva inculata e ripeteva:“sii dai spingiiiii …. rompimi il culo ancora vaii”. La vidi venire e gemendo di un piacere immenso
Alla faccia dell’educazione teutonica e del lessico forbito.

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scoperta a dir poco sconvolgente

Ieri sera mi trovavo a cena dai miei nel attesa che fosse pronta chiedo a mia madre se posso usare il loro PC che una volta era mio cmq dovevo controllare la posta perché aspettavo una email riferente al mio lavoro quindi accendo il PC mi collego apro la posta e trovo la mia email , la leggo e per affrettare i tempi la copio sulla mia chiavetta ,dopo aver chiuso la mia posta mi rimane tempo e comincio a smanettare un po su internet entro sul mio profilo di xhamster dopo mi collego su Facebook chatto un po con una mia amica e ci siamo organizzati il dopo cena appuntamento alle 9e30 una bibita in un locale e poi chi sa, dopo aver chiuso Facebook comincio a cercare qualcosa di mio dimenticate tra le cartelle trovo delle vecchie foto mie con amici con la mia ex un po di musica prendo e trasferisco dal PC alla mia chiavetta nel frattempo entra mamma dicendomi non cominciare a modo tuo a scombinarmi il PC che poi non ci capiamo nulla io e tuo padre ,sorridendo rispondo tranquilla e tutto apposto sto solo copiando le mie cose dimenticate lei mi ribadisce fai quello che devi fare è non combinare casini al PC . Continuo nella mia ricerca tra le cartelle e trovo una cartella tra le foto nominata vacanze sarde 2013 apro la cartella e vi trovo le foto dei miei in vacanza girovagando dalle foto vedo che si sono divertiti un sacco con i miei parenti sardi precisamente di Sassari nelle foto ci sono i miei zii ,cugini di cui una in particolare che una gran figona ha la mia stessa età 36 anni ..mangiate bevute feste in piazza ecc, dopo un po trovo una cartella con scritto solo noi apro la cartella e stavolta solo foto dei miei al mare persino mia madre in topless dopo di che un altra cartella nominata solo noi 2 e trovo nulla un altra cartella apro e niente di nuovo un altra cartella apro anche questa è lì la mia scoperta che mi sconvolge mi tiene a bocca aperta le foto contengono immagini dei miei nudi in stanza ci sono persino foto che li ritraggono mentre scopano mia madre in tante posizioni mio padre con il cazzo duro Pompini leccate di figa e persino lo prende pure nel culo mia madre, io non credevo a quello che stavo vedendo riesco soltanto a copiare l’intera cartella dalla prima all ultima è spengo il PC mi riprendo un po e vado in cucina la cena e pronta ci sediamo a tavola come i vecchi tempi io mamma papà e mia sorella mia madre indossa vestitino a quel punto dopo quello che ho visto la vedo come una donna da premettere e una gran bella donna di 56 anni bella formosa una buona madre di sani principi e non ricordo mai in 36 anni della mia vita di averla vista mai nuda ne lei ne mio padre il motivo? Siamo cresciuti con il senso di pudore io e mia sorella camerette separate devo entrare nella sua ? Prima busso chiedo se posso e poi entro lo stesso nella stanza dei miei e quando si va in bagno si chiude la porta a chiave .be direte che c’è di strano o di male ? Potrei rispondere nulla, so bene che non sono stato portato dalla cicogna so pure che sono uomo e donna che hanno i loro rapporti normale come chiunque di noi ma cazzo vedere le loro foto che trombano il loro video mia madre che gode come una matta ingoia la sborra e si prende il cazzo nel culo e tutto strano ai miei occhi vedere anche mia madre che si masturba sono foto come quelle che pubblichiamo e vediamo su xhamster ..ma quello che più mi attira e vedere il fisico di mia madre una gran bella donna per l età che tiene e una gran figona bel seno bellissime gambe caviglie e piedi sono sincero dopo averle riviste con calma a casa mia mi sono ritrovato con il cazzo duro vedendo mia madre nuda con un bel corpo e in quelle posizioni sia che tromba e sia in pose che mette in mostra le sue bellissime curve ..ribadisco sono sincero le guardo spesso e mi riguardo i suoi video che si sditalina e scritta la figa ed ogni volta mi eccito da matti direte fai schifo ma è la realtà

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Meine ältere Nachbarin Teil 2

Meine ältere Nachbarin Teil 2 „Eine Unbekannte junge Lecksklavin“ Mittwoch Tag 3

Ich lag nackt auf meinem Bett und dachte daran was ich heute von drüben durch das Fenster gesehen hatte. Ich dachte daran was ich wohl morgen sehen könnte und kam vor lauter Fantasie nicht zum Einschlafen ich stellte mir vor: ich wäre von meiner Nachbarin gezüchtigt worden und meine Po-Backen würden jetzt immer noch schmerzen und im Anschluss hätte ich Sie mit meiner Zunge zum Orgasmus geleckt. Ich wichste mich hart und ließ dann den Dingen ihren freien lauf und schlief dann wohlwollend ein.

Am nächsten Tag versuchte ich so um 21.00 Uhr in der Wohnung zu sein. Ich schaffte dies und begrüßte Peggy gab ihr was zu fressen und spielte mit Ihr eine Zeit lang. Ich fand unter der Spüle einen Aufwischer und Reinigungsmittel und versuchte das was gestern so aus mir heraus geschossen war gut weg zu machen. Und räumte dann die Dinge wieder weg.

Ich konnte es kaum erwarten das es 2200 Uhr wurde und wartete ungeduldig auf meine Nachbarin.
Es wurde 22.05 – 22.15 – 22.40 ich wollte schon gerade gehen da ging das Licht an in der Wohnung. Sie kam durch die Tür und hatte schon eine Peitsche in der Hand. Sie ging wie Gestern auf die Schranktür zu und ich nahm an Sie wollte nun wieder Ihre Montur raus holen als ich bemerkte das noch jemand durch die Tür gekommen war. Auf allen vieren kniend war da eine Frau ca. um die 30 bis 40 ich konnte ihre größe nicht sofort feststellen weil sie nackt war sie hatte lange braune Haare und kleine Brüste sie muss so um die 60 bis 70 Kg schwer sein. Brr war das geil. Ich hatte mir diesmal ein Fernglas mit rüber gebracht und schaute mir ihre Pussy an wie sie vor meiner Nachbarin wie ein Hund posierte. Wie auf Kommando spreizte Sie auf einmal die Beine und beugte sich nach vorne und warf sich förmlich vor die Füße meiner Nachbarin und liebkoste dann deren Füße.

Meine Nachbarin hatte in der Zwischenzeit Ihren Schrank geöffnet und nahm ein Paar Sachen heraus und legte diese auf ihr Bett. Ohne sich um das Fußleckende etwas zu kümmern.
Dann zog Sie auf einmal mit der Gerte 1 bis 10 mal auf die Hinterseite der knienden und muss dann irgendwas gesagt haben den die Frau lies von den liebkosungen der Füße auf einmal ab und entkleidete meine Nachbarin auf einmal.

Dann zog Sie meiner Nachbarin die Dinge an die meine Nachbarin auf ihr Bett gelegt hatte.
Ein Mieder in rosa mit vielen kleinen Metalösen daran. Und dann die rosa Strapse und lange rosa Lederstiefel, dann zog sie einen schwarzen Lederharnisch und ich glaubte meinen Augen nicht zu trauen mit einem schwarzen Silikon Strapon an , ohhhh meine Hand wichste meinen Hannes und das Fernglas konnte ich in der anderen kaum richtig halten.
Dann sah ich wie meine Nachbarin sich ein langes schwarzes Seil nahm und begann der Frau dieses um die Brüste zu fesseln. Ich sah wie diese kleinen Titten fest um seilt waren, und dann holte meine Nachbarin noch irgendetwas aus einer Schublade und zack dann hangen, da doch an beiden Titten Klammern mit kleinen Gewichten daran. Sie zog und spielte ca. 2 Minuten mit den Klammern und haute dann der Frau auf einmal plötzlich ohne ersichtlichen Grund eine Ohrfeige rechts und links runter.
Dann sah ich wie meine Nachbarin aus einer weiteren Schublade einen schwarzen Leder Ball Knebel raus nahm und der Frau in den Mund anlegte. Sie hatte wohl anscheinend geschrien bei der Titten Torture.
Dann anscheinend wieder ein Kommando von meiner Nachbarin und die Frau legte sich auf das Bett spreizte ihre Beine und hob ihr Becken leicht an.
Und meine Nachbarin legte sich die Beine von ihr auf ihre Schultern / Oberarme und rammte ihr den Strapon in die Möse. Ich stöhnte, so etwas hätte ich nie in meinem Haus erwartet. Ich konnte mich nicht länger halten und spritzte in mitgebrachte Zewa Tücher. Die Ausdauer meiner Nachbarin war bewundernswert sie fickte die Frau in dieses Stellung über 30 Minuten und spielte mit den Klammern an den Titten, bevor sie die Stellung änderte und sie in der Hundestellung in den Po fickte. Ich war so geil das ich fast rüber gerannt wäre und dann an der Tür geschellt hätte mit der Bitte um mitmachen zu dürfen.

Dann auf einmal die Junge Frau hatte bestimmt schon mehrere Orgasmen hörte meine Nachbarin auf schnallte den Strapon ab. Und nahm eine dicke lange rote Kerze und begann eine Zeitlang die junge Frau damit zu ficken. Dann sah ich ein kleines Aufblitzen und die Kerze brannte.
Meine Nachbarin begann nun den gesamten Po der Frau mit dem heißen Wachs zu beträufeln. Ich konnte das Fernglas kaum noch halten meine Finger zitterten war das Bizarr was ich da gerade mit bekam. Ich hatte schon wieder abgespritzt in die Zewa Tücher.

Dann auf einmal war Schluss und meine Nachbarin machte die Kerze aus und stellte sie auf den Nachtisch. Sie schaute sich Ihr Werk an, ging an die Seite im Zimmer und kam mit einem Rohrstock aus Bambus und begann das gesamte Wachs von dem Hintern der jungen Dame abzuklopfen. Es sah so aus das Sie das mit einem bestimmten System machte rechte Seite 5 Schläge dann die linke Seite 5. Nach ca. 15 Minuten. hörte Sie auf.

Sie löste den Ballgag und sagte irgendetwas. Jedenfalls kroch die junge Frau vom Bett und bewegte sich auf allen vieren aus dem Zimmer. Meine Nachbarin legte sich auf das Bett und spreizte Ihre Beine. Ich konnte ihre rasierte Möse durch meine Fernglas sehen.

Nach ca. 5 bis 7 Minuten kam die junge Frau wieder auf allen vieren rein gekrochen, und dann sah ich wie meine Nachbarin auf Ihre Muschi deutete. Die junge Dame kroch auf das Bett zwischen den Beinen meiner Nachbarin und begann die Möse zu lecken. Brrr war das geil. Ich sah die Unterleibs Zuckungen meiner Nachbarin. Nach ca. 20 Minuten lecken stand meine Nachbarin auf einmal auf und verließ den Raum. Die junge Frau bewegte sich nicht vom Bett sie verhielt in der Hundestellung mit den gefesselten Titten und den Klammern mit den Gewichten daran.

Nach 10 Minuten kam meine Nachbarin zurück, sagte irgend etwas worauf die Junge Frau aus dem Bett kroch und sich vor meiner Nachbarin hinstellte. Diese löste dann die Klammern und befreite auch die Brüste von der Fesselung. Dann küsste Sie die junge Frau innig auf den Mund, gab ihr einen Klaps auf den Po und zeigte zur Tür. Die junge Frau machte einen Knicks vor Ihr und verschwand durch die Tür. Ich sah wie meine Nachbarin ihr folgte und dachte Brrr für mich wird es auch Zeit das ich einpacke. Ich verließ die Wohnung still mit dem Gedanken mal sehen was es Morgen so zu sehen gibt und vielleicht begegne ich ja der jungen Frau bei mir im Hausflur.

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In vacanza con mia moglie Monica 02

…Nonostante parlammo dell’esperienza dell’autogrill come una avventura da ripetere, la vacanza scorse via tranquilla fino agli ultimi giorni. Fino ad allora mi ero divertita a fare un po’ l’esibizionista in alcuni luoghi (albergo, spiaggia, strada) vestendo abiti molto corti senza mutandine o prendendo il sole in topless con un bel perizoma. Sopratutto in spiaggia mi sdraiavo allargando le gambe e mi lasciavo guardare le grandi labbra della figa che non erano completamente coperte dal costumino ridotto. Quel porco di mio marito Diego aveva preteso solo perizomi anche in spiaggia. Il massimo era quello bianco che appena bagnato diventava pressoché trasparente lasciandomi praticamente nuda alla vista di molti uomini. A cena nei vari ristoranti invece voleva che trovavassi sempre il modo di farmi vedere la figa depilata da chi mi stava di fronte o dai camerieri per la sua e loro grande gioia. L’eccitazione di mio marito era sempre al massimo e in albergo appena poteva mi saltava subito addosso per farsi un bella scopata dicendomi di come le ero piaciuta a mostrarmi alla gente. Spesso mentre mi scopava, in preda all’orgasmo, mi chiedeva se mi sarebbe piaciuto ripetere quello che avevo fatto con quei cinque ragazzi. A me l’esibizionismo eccitava parecchio ma dopo 12 giorni avevo una grandissima voglia di sentirmi riempita da qualche bel cazzone. Anche io avevo goduto moltissimo ad essere trattata da troia all’autogrill, ma volevo che fosse il mio uomo a spingermi a farlo nuovamente.
Il penultimo giorno di vacanza mi disse se avevo voglia di prendere il sole nuda. Gli risposi che lo avrei fatto in una zona meno frequentata della spiaggia. Scegliemmo una spiaggetta abbastanza isolata e mi spogliai completamente. C’erano due coppie a poca distanza, entrambe le donne erano nude, ma non più bellissime per via dell’età. Verso le 15 cominciarono ad arrivare alcuni singoli che si posizionarono proprio di fronte alla mia figa completamente esposta. Il cazzo di mio marito era durissimo….io mi stavo bagnando. Mi toccai la figa iniziando ad entrare con due dita presa da una gran voglia di scopare. Due uomini bel oltre la cinquantina presero a toccarsi il cazzo e a masturbarsi apertamente guardando nella mia direzione. Ormai era difficile fermarsi….iniziai ad aumentare la velocità del ditalino con gli occhi fissi sui cazzi di quei due maiali. Si avvicinarono sempre di più per vedermi meglio e sborrarono sulla sabbia non appena mi aprii la figa con due mani per far vedere quanto fossi bagnata. Volevo essere riempita e chiesi a mio marito di tornare all’albergo. Il suo cazzo stava scoppiando dentro al costume. Infilai il mio vestitino e allungammo il passo verso la macchina. L’eccitazione era alle stelle. Mio marito voleva ancora mostrarmi, mi divaricò le gambe e lasciò che fossi guardata da tutti quelli che si avvicinavo alla macchina non appena rallentavamo. Appena entrati in camera mi alzò il miniabito e mi penetrò; era una furia…. continuava a ripetermi che in spiaggia ero stata bravissima, di come i due vecchi si erano segati per me e di come si era eccitato al pensiero di vederli entrare dentro di me fino a sborrarmi nella figa. Fece aumentare così anche la mia eccitazione, mi bagnai moltissimo e venni; poi per farlo sborrare gli dissi che se veramente lo voleva ancora ero pronta a soddisfarlo, a fare di nuovo la troia. A quelle parole tolse il cazzo dalla fica per portarlo alla mia bocca, ma venne prima del tempo sporcandomi la schiena e il culo. Il resto della giornata se ne andò tranquilla.
Dopo cena salimmo in camera a cambiarci, non gli dissi niente, solo di uscire e di aspettarmi nella hall. Decisi di vestirmi in modo da farlo rizzare a chiunque mi avesse guardata. Una canottiera bianca molto aderente senza reggiseno, un perizoma bianco trasparente, che copriva a stento la figa depilata, coperto da una microgonna nera che arrivava di poco sotto al sedere con un piccolo spacco dalla parte sinistra. Ai piedi indossavo delle scarpe da schiava allacciate intorno ai polpacci color argento con un tacco da 12 cm. Un trucco non molto vistoso con un rossetto rosa e i capelli ricci biondi raccolti a coda di cavallo. Uscii dalla camera, due ragazzi fermarono l’ascensore e mi aspettarono. Non mi toglievano gli occhi di dosso, camminando verso di loro feci salire un poco la gonna e sicuramente poterono vedere il bianco del mio perizoma. Arrivata alla hall cercai mio marito, mi vide, mi raggiunse complimentandosi per l’abbigliamento e mi disse se volevo andare ad una festa organizzata dall’albergo sulla spiaggia. Non camminammo a lungo, la spiaggia era vicina, per strada attiravo l’attenzione di tutti con la minigonna da mignotta che saliva a scoprire sempre di più il mio culo abbronzato. Arrivati alla festa prendemmo da bere e ci sedemmo ad un tavolino; molti ragazzi ballavo al ritmo di musiche caraibiche, poi ad un tratto mi convinsi e dissi: “ti spiace se vado a ballare un po’?” “No, cara fai pure, divertiti”. Mi alzai, tentai di riabbassare un po’ la gonna che era salita parecchio e andai in pista a ballare. Non ci volle molto. Subito fui avvicinata da diversi ragazzi, ma ballai solo con quelli che mi piacevano. Mio marito era là seduto con il bicchiere in mano, mi guardava ballare le danze latine con altri maschi. Sicuramente notò di come alcuni si avvicinavano baciarmi sul collo o di come le mani scendevano lungo i fianchi fino a palparmi il culo. Non lo notò subito, ma glielo raccontai dopo, un ragazzo introdusse la mano destra nel piccolo spacco della mini, la alzò un po’ e mi toccò direttamente il sedere; lo lasciai fare, ero senza freni, non so quante mani mi avessero già palpato, ma io sentivo solo la fica bagnarsi sempre di più. Ad un tratto il DJ annunciò una pausa di pochi minuti, la gente stava lasciando la pista, e persi di vista più mio marito. Due ragazzi con cui avevo ballato si avvicinarono, mi lasciai toccare e mi chiesero di seguirli in spiaggia. Chissà la faccia di mio marito quando non mi vide tornare e chissà il suo cazzo….pensai. (dopo mi disse che gli si era rizzato subito pensandomi con qualcuno). Ci avviammo verso un lembo di spiaggia poco frequentato, dietro ad una barca in riva al mare, io li seguivo, tenevo in mano le scarpe che avevo tolto abbassandomi a novanta, facendo salire la mini sui fianchi. Il mio culo era a loro disposizione, spostarono il perizoma, mi guardarono la fica e mi penetrarono con le dita. Continuarono a palparmi la figa fino alla barca e anche io li toccai da sopra i jeans. Dietro alla barca mi abbassai allargando le gambe, mentre loro con i pantaloni alle ginocchia mi diedero da succhiare. Li alternavo nella mia bocca, spostai di lato il perizoma e mi masturbai un poco per preparami a prenderli dentro. Uno dei due giovani (avranno avuto poco più di 20 anni), mi fece alzare prendendomi per la coda di cavallo, mi fece appoggiare una gamba sulla barca, sputò sulla figa e iniziò a scoparmi. Cominciai a godere subito, loro si alternavano e io gemevo ad ogni colpo dei loro cazzi durissimi. Poi uno salì sulla barca per farmelo leccare, erano eccitatissimi, contenti di potersi soddisfare con una bella puttana. Sentivo che stavano per godere, io avevo già goduto un paio di volte, poi quello che mi scopava gettò un urlo e mi venne dentro, l’altro forse sorpreso per dove mi ero lasciata sborrare, si menò il cazzo velocemente davanti alla mia bocca e mi venne sul viso. Molto colò sulla canottiera sporcandomi tutta. Mi scoparono ancora scambiandosi le posizioni. Dopo essermi presa due sborrate in figa e due sborrate in faccia mi ricomposi, sistemai il perizoma, la mini e mi asciugai la bocca con un loro fazzolettino. Mi chiesero di seguirli a casa loro per continuare. Avrebbero voluto incularmi insieme a due loro amici. Io rifiutai spiegando che dovevo tornare da mio marito e che per me era stato solo un gioco. Mi riaccompagnarono alla festa dopo circa 30 minuti; ad ogni passo lo sperma dei due ragazzi usciva dalla mia figa per bagnare il perizoma. Indossai di nuovo le scarpe e ci salutammo. Andai dietro ai bagni dove non c’era nessuno e cercai di fare uscire ancora un pò di sperma dalla figa per bagnare ancora di più le mutandine. Poi le sfilai e le strinsi in mano. Mi diressi verso mio marito, mi vide….. ebbi un attimo di esitazione quando lo vidi al tavolo con due uomini intento a chiacchierare. Mi decisi ad andare verso di loro, lui disse: “ah….ecco mia moglie, divertita a ballare?” “Direi di sì” risposi e appoggiai sul tavolo il perizoma completamente sporco di sborra dicendogli “ecco questo è il regalo che volevi tesoro”. Mi sedetti allargando le gambe, tutti e tre rimasero senza parole e mi guardarono la figa ancora bella aperta per le due scopate, presi un fazzoletto di carta sul tavolo e asciugai le poche gocce di sperma che ancora stavano uscendo. “Ok possiamo andare adesso”, mi alzai prendendo mio marito per mano, che si accorse solo ora delle macchie sulla canottiera. Lui si mise in tasca il mio perizoma ed io appoggiai il fazzolettino sporco sul tavolo lasciando senza parole i due maschietti…

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Arztbesuch

Kurz nach meinem 18. Geburtstag musste ich zum Arzt, es sollte gleichzeitig die Vorbereitung auf die Musterungsuntersuchung sein. Mein Termin war um 18:00 Uhr, trotzdem musste ich eine halbe Stunde warten. Die Sprechstundenhilfe rief mich auf und ich sollte in Zimmer 2 gehen, mich bis auf die Unterhose ausziehen und warten.

Es vergingen weitere zehn Minuten, dann kam der Arzt herein. Er bat mich mit ihm ins Untersuchungszimmer zu kommen. Ich musste auch noch die Unterhose ausziehen und mich auf einem Stuhl platzieren, die Füße wurden dabei auf Tabletts gestellt.

Er fragte mich ein paar Dinge, unter anderem ob ich überhaupt zum Bund wolle. Ich hatte eigentlich nichts dagegen und beantwortete die Frage entsprechend. Er fragte mich nach Beschwerden beim wassr lassen, oder ob sonst irgend etwas akutes anläge. Dem war nicht so, ich war hier nur für eine Routineuntersuchung.

Dann kam er zu mir und schob die die Tabletts auseinander. Ich fühlte mich eigentlich nicht wohl, so wie ich jetzt da lag. Er hatte den kompletten Blich auf Schwanz, Eier und auch mein Poloch. Es war aber erst einmal alles harmlos. Er hörte mich ab, tastete meine Brust ab (?) drückte mich auf den unteren Bauch und in die leiste.

“Sie sind sehr verspannt junger Mann” sagte er. “Da müssen wir etwas dagegen tun, sagte es, drehte sich um und kam mit einer Spritze zurück. Bevor ich fragen konnte, was denn das sollte, hatte er die Spritze an meinem Hintern angesetzt und den Inhalt in den Muskel verabreicht.

“Ich werde jetzt Ihre Prostata abtasten und dann sehen wir weiter” hörte ich wie durch einen Schleier. Mir wurde warm und ich fühlte mich völlig losgelöst. Dann spürte ich einen Finger in meinem Arsch der sich langsam drehte und in meinem Innern untersuchte. Ich empfand dieses Gefühl als sehr anregend, was in dem Zustand meines “Kleinen” deutlich zum Ausdruck kam. Ich sage mal Halbsteif war das Ding geworden. Niemand hatte bis jetzt eigentlich etwas wirklich anregendes getan. Der Finger blieb drin und ich hatte das Gefühl, dass sich ein zweiter dazu gesellt hätte. “Wir müssen hier alles sehr gründlich untersuchen” sagte der Arzt und schob einen dritten hinein. Inzwischen hatte sich mein Schwanz zu voller Größe entwickelt. “Na, der ist offensichtlich gesund” sagte er um dann weiter mit seinen Fingern in meinem Arsch zu wühlen. Ich wusste nicht wie mir geschah. Auf der einen Seite wollte ich eine Untersuchung, auf der anderen fand ich diese Art ausgesprochen geil.

“Wenn Du zum Bund willst, werde ich Dich nun darauf vorbereiten” sagte der Doktor. Er kam hinter mich und legte mir ein Tuch auf Muund und Nase. Das Zeug das ich einatmete war unglaublich. Mir wurde derart heiß wie ich es noch nie erlebt hatte. Gleichzeitig hatte ich das Gefühl, dass mein Schwanz noch weiter anschwoll. “Wir verzischten aufs Vorspiel, es ist sowieso schon sehr spät” sagte er und ging wieder zwischen meine Beine. Mit dem Tuch vor dem Gesicht konnte ich nichts sehen, ich hatte auch gar nicht vor es wegzunehmen. Plötzlich spürte ich etwas hartes an meinem Poloch. Es drückte ohne große Rücksicht nach vorne und in Nullkommanix hatte er meinen Schließmuskel hinter sich. Er stieß ohne Vorwarnung ungemein hart zu, mir verging Hören und Sehen. Dann wartete er einen Moment. “Das musst Du schon können, wenn Du beim Bund Erfolg haben willst” sagte er und fing ganz langsam an mich zu ficken. Ich war so geil, dass ich nicht im Traum daran dachte zu protestieren. Er gab nun Gas: Rein, raus , rein raus und immer so weiter und das mit sehr viel Nachdruck. Mein Schwanz wurde immer härter, aber seinen anscheinend auch. Er stieß noch drei bis vier Mal zu und dann spritzte er in meinen Darm. Als ich das merkte kam es auch mir und vergoß meinen ganzen Saft auf meinem Bauch.

Nach einer kurzen Erholungszeit teilte er mir mit, dass er mich für tauglich hielt. Er stellte mir frei noch einmal zu ihm zu kommen um dieses Ergebnis überprüfen zu können.

Leider habe ich mich nicht mehr getraut.

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Ho rubato il ragazzo a mia sorella (Parte 3)

La mia famiglia ritornò a casa il giorno seguente così il mio fine settimana con Giacomo finì. Prima di andarsene Giacomo chiese ad Alice di parlargli in privato. Accompagnai Giacomo alla sua macchina. “Mi sono appena separato da tua sorella.” Disse. “Lei non ne sembrava troppo felice.”
“Capisco” dissi mentre Giacomo apriva la portiera.
“Ci vediamo domani.” Disse. “Ti amo.”
“Anch’io ti amo.”
Ritornai dentro. I miei genitori erano nella loro camera a disfare i bagagli Alice mi venne vicino. “Cosa ti ha detto Giacomo questo fine settimana?”
“Non mi ha detto niente di te.” Dissi, mi allontanai ed andai in camera mia. Mi sdraiai sul letto su cui solo poche ore prima c’era Giacomo di schiena ed il mio cazzo era dentro di lui. Non lasciai la mia stanza finché i miei genitori non mi chiamarono per la cena.

Il giorno seguente a scuola passò velocemente. Alice guardò in maniera strana Giacomo e me seduti a mangiare insieme. Pensava che non fossimo solo amici? Lei non sapeva che Giacomo ora era il mio ragazzo, ma nessun’altro lo sa.
Avevo allenamento di nuoto dopo la scuola e fui sorpreso nel trovare Giacomo che parlava coi miei genitori quando tornai a casa. “Nick può andare in camera tua per favore.” disse mia madre. “Dobbiamo parlare con Giacomo in privato.” Io accennai col capo ed andai in camera mia.
Di cosa dovevano parlare con Giacomo i miei genitori? Avevano scoperto di noi? In quel caso cosa sarebbe successo? Dieci minuti più tardi bussarono alla porta. “Sono io.” Disse Giacomo.
Entrò e si sedette sull’orlo del letto. “Di cosa volevano parlarti i miei genitori?”
“Alice è stata male oggi dopo pranzo, ha vomitato in bagno. L’ufficio ha chiamato tua mamma che è venuta a prenderla e l’ha portata dal dottore, è risultato che è incinta.”
“Cosa? “
“Sì. Loro pensano che io sia il padre. Ma ho detto ai tuoi genitori che Alice ed io non abbiamo mai dormito insieme, ma Alice sta insistendo che sia io il padre. Loro hanno detto che faranno fare una prova di paternità.”
“Quindi non hai niente di cui preoccuparti.”
“Penso che finché non ci saranno i risultati non potrò venire qui spesso, i tuoi genitori non mi hanno creduto quando ho detto che non ho mai dormito con loro figlia. Stavo per dire che avevo dormito con loro figlio”
Io risi: “Sì, scommetto che sarebbe stato bello.”
“Avrei preferito che i tuoi genitori non fossero in casa ora, avrei voluto dormire di nuovo con loro figlio.”
“Anch’io, ma dobbiamo essere pazienti.”

Mi misi a sedere e gli diedi un bacio. Giacomo mi palpò l’inguine. “Giacomo non possiamo coi miei genitori qui.” Lui non mi ascoltò ma aprì la ceniera dei miei pantaloni ed estrasse il mio uccello. Io mi sdraiai indietro mentre lui metteva la bocca sul mio cazzo e cominciava a succhiare. Io emisi un piccolo lamenti mentre lui saliva e scendeva sul mio pene. Sentii la sua lingua turbinare intorno alla mia cappella. Con tutte le mie forze tentavo di non lamentarmi rumorosamente ed in breve eruttai nella sua bocca e lui ingoiò il mio sperma.
Quando ebbe tolto la bocca dal mio cazzo mi rimisi a posto i pantaloni. “Penso che dovremo farlo ancora.” Disse Giacomo. “Puoi venire a casa mia domani dopo l’allenamento di nuoto? I miei genitori torneranno tardi.”
“Sicuro.”

Accompagnai fuori Giacomo e quando ritornai mia madre mi disse: “Nick, tuo padre ed io vorremmo parlarti.”
Io gemetti, andai inl soggiorno e mi sedetti sul divano. I miei genitori erano in piedi di fonte a me: “Nick, ti volevamo chiedere se Giacomo non ti ha mai detto di aver dormito con Alice.”
“No”
“Ok, so che è tuo amico e che lui ed Alice non si stanno più incontrando.” Disse mio padre. “Ma devi sapere che Alice è incinta. Giacomo ha detto che loro due non sono mai stati a letto insieme.”
“Giacomo probabilmente sta dicendo la verità.” I miei genitori sembrarono sbalorditi ma mi lasciarono continuare. “Quante volte l’avete visto venire qui a trovare Alice? La maggior parte del tempo che ha passato qui l’ha passato con me. Le uniche cose che faceva con Alice era andare a qualche festa e a qualche spettacolo. Io non penso che avesse alcuna vera intenzione con Alice salvo avere una bella ragazza al suo braccio a scuola. Ci sono anche dicerie che girano per la scuola su Alice e dei ragazzi.
I miei genitori avevano un’espressione scioccata. Per loro era impensabile che Alice fosse meno che perfetta. “Nick.” disse mia madre. “Tu sai che Alice non farebbe mai una cosa del genere.”
“Onestamente voi due non la vedete per quello che è veramente.Lei è sempre perfetta ed io quello sbagliato”
Quella era la verità, i miei genitori avevano sempre trovato scuse per il comportamento di mia sorella invece di vedere che Alice aveva grossi problemi di disciplina.
“Nick perché non vai in camera tua?” Io mi alzai e me ne andai.

Il giorno seguente andai da Giacomo dopo l’allenamento di nuoto. Per i miei genitori andava bene, non volevano Giacomo in casa fino a dopo la prova di paternità che era stata programmata per la fine della settimana. Non appena entrato Giacomo fu su di me per baciarmi profondamente. Andammo in camera sua dove precipitammo sul letto. Giacomo non sprecò tempo ed in breve io e lui fummo nudi. Si sedette sul mio grembo mentre io ero sdraiato di schiena. Prese una bottiglia di lubrificante e ne mise un po’ sul mio cazzo. La sensazione del lubrificante sull’uccello fu come una cosa che non avevo mai sentito prima, me lo scosse e poi applicò del lubrificante al suo buco e si sedette sul mio pene. Sentii una calda sensazione quando sentii che lo stavo penetrando. L’espressione sulla sua faccia era di piacere estremo. Si chinò in avanti e mi baciò mentre prendevamo un buon ritmo. Mantenemmo il ritmo poi sentii qualche cosa di caldo schizzare sul mio torace e compresi che Giacomo aveva sparato il suo sperma su di me. Ne presi, lo succhiai, ne diedi un po’ a lui e subito dopo gli sborrai dentro.

Restammo sdraiati a coccolarci per un po’ baciandoci spesso. “I tuoi genitori ti hanno parlato di Alice?” Mi chiese.
“Sì, e non sono stati contenti di quello che ho detto.”
“Cosa hai detto?”
Gli raccontai della conversazione della sera prima. “Non capisco perché loro non vedono il figlio meraviglioso che hanno.” Disse Giacomo.
“Tu sei prevenuto.”
“Forse, ma io sono stato capace di vedere anche prima che ci conoscessimo veramente, ricordi. Mi sono subito innamorato di te.”
“Lo so.” Restammo sdraiati ancora per un po’ ma prema che i suoi genitori tornassero a casa eravamo vestiti, lo salutai e tornai a casa mia.

I miei genitori erano fuori quando arrivai, ma c’era Alice. “Allora tu arrogante egocentrico non pensi che sia stato Giacomo il perfetto a mettermi incinta.”
“Oh Chiudi quella bocca, tu lo sai che Giacomo non è il padre di quel bambino.”
“Perché prendi le difese di Giacomo contro tua sorella.”
“Forse perché se avessi una sorella che agisce un po’ più da sorella con me non sarebbe un problema.”
“Notizie d’ultima ora per te, Nick. L’unica ragione per cui sei così simpatico a Giacomo perchè lui vuole entrare nei tuoi pantaloni.”
Io l’ho guardata: “Ho guardato nel suo computer una volta che ero da lui e ho visto che aveva dei porno gay.”
“Tu sei fottutamente pazza.”
“E’ innamorato di te ed io lo so.”
Io scossi la testa, mi allontanai ed andai nella mia camera.

La settimana fin’ ed il test di paternità provò che Giacomo non era il padre del bambino di Alice. I miei genitori si scusarono con me ma io avevo la sensazione che Alice non avesse finito di tormentare Giacomo…

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Inzest

Die schöne von Bali

Netzfund und einer meiner Favoriten….

„Is it okay so?” Der Masseur, der mich von Kopf bis Fuß massiert und dessen Handarbeit ich bisher sehr genossen habe, kommt seit ein paar Minuten gefährlich nahe, mich geil machend an den unteren Rand meiner Arschbacke heran, wenn er meine Beine von den Fußgelenken herauf mit festem Druck super langsam entlang streicht. Ich hätte mich lieber von einer Frau massieren lassen. Aber hier auf Bali ist es nicht üblich, dass eine Frau einen Mann massiert und ein Mann eine Frau. Höchstens in den ganz teuren Etablissements, wo bekannt ist, dass die Touristen aus Australien oder Europa viel Geld mitbringen, aber auch da wird genau darauf geachtet, dass der gute Ruf des Hauses nicht beschädigt wird.

„Yes, it is okay!” sage ich. Ein Mann, der meinen Körper behandelt und ganz deutliche sexuelle Lust in mir hervor ruft, ich wusste nicht, dass mir das passieren kann!

Offensichtlich empfindet er meine Antwort als indirekte Aufforderung, mit genau diesen Einheiten weiter zu machen, von denen ich überdeutlich spüre, dass sie mich total scharf machen.

Er scheint das zu registrieren. Dass ich stärker atme, ist angesichts der stärkeren Hebungen des Rückens beim Ein- und Ausatmen wohl nicht zu verbergen.

Gut, dann ist es eben so.

Ich versuche mir klar zu machen, dass er hier jeden Tag bestimmt zehn Männer nackt massiert und für ihn das wohl etwas absolut Normales ist.

Falls er aber schwul ist, müsste das für ihn aber doch wohl unerträglich sein, seine Hände einzusetzen, aber niemals einen der Männer zum Orgasmus bringen zu dürfen. Es sei denn, er würde darum gebeten.

Wieso also bei mir?

Gut, ich bin relativ schlank und mein Po hat etlichen Frauen schon sehr gefallen.

Nur, was nützen mir diese Gedankengänge jetzt, wo ich dabei bin, regelrecht geil zu werden. Jedoch nicht auf ihn!

Und wenn er das genau weiß und er das trotzdem geil findet? Immer wieder, bei den Männern, die ihm gefallen? Weil vielleicht die Lust durch seine Hände direkt zu seinen Eiern fließt und er das will und braucht?

„It is very good!”, stöhnt es aus mir heraus.

Was soll mir schon passieren? Dass ich hier beim Massiert-werden zum Orgasmus komme, das könnte mir passieren!

Ja, und wenn schon, denke ich. Dann habe ich es zugelassen! Bin ich deshalb schwul?

Verdammt, seine Finger kreisen soeben um meinen After. Mann, ist das geil!

„Do You want to see a wonderful lady?”, höre ich ihn fragen. Seine zweite Hand knetet meine rechte Arschbacke, ich werde es nicht mehr lange halten können, er wird das natürlich voll mitkriegen!

„Yes, please”, stöhne ich heraus. Augenblicklich rutscht der entblößte, rasierte Schoß einer Frau in mein Sichtfeld. Die Massageliege hat eine Öffnung für das Gesicht, das sehr weich gepolstert ist, und eine längliche Öffnung, quasi ein etwas breiterer Schlitz, durch den mein Sack und mein Schwanz nach unten hängen. Die Haut des Sacks muss sich schon zusammen gezogen haben durch die Erregung; meine Eier sind wahrscheinlich knallhart, wenn der Masseur sie befühlen würde,

aber das macht er zum Glück nicht.

Der Anblick der Nackten unter mir, die ich nicht ganz sehe,

sondern nur den Schoß und einen fast flachen, nur ganz leicht gewölbten Bauch,

der wahrscheinlich noch kein Kind geboren hat, er gibt mir den Rest, die pochende, pulsierende Geilheit in meinem Unterleib, sie schreit nach Erlösung…

Ich kann den Stau der Samen kurz vor dem Eintritt in die Harnröhre fast spüren, muss an die absurde Szene aus Woody Allens Film `Was Sie schon immer über Sex wissen wollten, aber nie zu fragen wagten!?` denken, an den Augenblick, kurz bevor das Gehirn dem Lustzentrum den Befehl „Los!” gibt und die Spermien, dargestellt von weiß gekleideten Männern mit langen weißen Schwänzen hinten dran, mittendrin Woody Allen, sich auf den Weg machen, über eine Rutsche beschleunigt werden und durch die Harnröhre hindurch mit Tempo 20 km/h in die sehnsuchtsvoll wartende, pulsierende Vagina hinein schießen.

Wieso denke ich hier, in dieser geilen Situation, an so etwas Blödes?

Jetzt dreht sie sich anders herum, ich kann es fast nicht glauben. Ich sehe für einen Augenblick ein schönes Frauengesicht mit vollen Lippen. Sehe sie jetz tauf dem Kopf Fünfunddreißig Jahre, vielleicht auch jünger. Die Frau von der Rezeption! Jetzt ist ihr Gesicht weg aus meinem Blickfeld.

Sie liegt auf einer sehr schmalen Liege, schiebt sich mit den Armen in die richtige Position, eine Liege auf Rollen, nicht breiter als ein Rollbrett, auf dem ein KfZ-Mechaniker unter ein Auto rollt, um es dort besser an Ort und Stelle reparieren zu können.

Die schöne nackte Frau unter mir macht ihre Beine weit auseinander.

Der Masseur streicht mit festem Druck meine beiden Pobacken von oben

zum Damm hin, seine Fingerspitzen streichen gewollt über meinen After. Die Frau bewegt ihre Beine senkrecht hoch; die Kniekehlen liegen am Längsrand der Liege,, ihre Waden schließen sich um meinen Hinterkopf…

Meine Eichel ist in ihrem Mund, wird augenblicklich umleckt mit ihrer Zunge. Weiche, feuchte Wärme, augenblicklich zieht sich mein Unterleib zusammen.

Der Länge der Fingernägel nach zu urteilen ist es ihre Hand, die eins meiner Eier zwischen Daumen und Zeigefinger gefasst hat und lustvoll zudrückt;

immer ein ganz kurzer, scharfer Druck, sofort wieder loslassend.

Spüre ihre Zungenspitze in meine Harnröhre drängen; dadurch, dass meine Eichel

beschnitten ist, spüre ich alles noch unmittelbarer als früher.

Ich sehe ihre zweite Hand, sie scheint voller Honig zu sein, hält es nahe vor mein Gesicht; dreht ihre Hand, um mit dem Mittelfinger und ihrem Zeigefinger einen freien Blick auf ihre Klitoris hervorzurufen, sehe, dass sie eine goldglänzende dickliche Flüssigkeit auf ihre Muschi massiert, sehe ihre

Hand weiter nach unten in ihr Lustzentrum bewegen; der Mittelfinger muss wohl jetzt tief in sie eingetaucht sein. Die Hand, die eben noch meinen

Hoden liebevoll zwickte, spüre ich nun am Ansatz meines Schwanzes ihn fest umfassen und gekonnte, meinen Schwanz fest umklammernde Wichsbewegungen im Zeitlupentempo machen, sehe sie ihren Mittelfinger nass glänzend aus ihrer Muschi ziehen, umdrehen und meine Lippen

berühren, die sie nicht sehen kann, weil sie dicht unter meiner Liege liegt. Im Augenblick des Schmeckens ihres Saftes will das Gehirn sagen: „Los!”, ihr Finger jedoch verlässt meine Lippen,

ihr Schoß verlässt ebenso mein Blickfeld, spüre jetzt ihre Schamlippen an meiner Eichel und sie blitzschnell von ihrer Nässe umgeben, warmer, feuchter Druck auf die Hälfte der Länge meines Schwanzes, dann sagt das Gehirn: „Los!”.

Spüre ihre Waden meinen Arsch umklammern und sie meinen Saft aus mir rauspumpen, spüre heftigste Kontraktionen ihre Pussywände, ja, geil, ich werde gemolken, will alles hergeben,….

der Finger des Masseurs dringt in meines Anus ein, was fällt dem ein, scheiße ist das geil, drückt mit der Fingerkuppe

gegen den Damm, spüre es als wollte der Orgasmus, der noch nicht zu Ende ist, erneut loslegen, nur diesmal noch intensiver, mit halbem Widerwillen

gemischt und deshalb noch stärker, kurzzeitig das Gefühl als sollte das Ausströmen nie aufhören……

Sie schafft es, meines Schwanz fast in der vollen Länge in sich hinein zu bekommen…

Zucken, das langsam schwächer wird und der Finger des Masseurs sich langsam aus mir heraus zieht….

Ich will ihn, den Masseur, gar nicht ansehen, da ich mich etwas schäme. Würde lieber die geile Frau, die sich mich genommen hat, in Natura sehen. Den tollen nackten Schoß, den so weiblichen, ganz leicht gerundeten, der bestimmt noch kein Kind geboren hat…, das schöne Gesicht der Frau mit den wundervollen Augen…

…was, wenn mein Samen dazu beiträgt, dass ein neues Leben entsteht?

Im Moment sehe ich noch ihre schönen Waden,.. sie scheint meinen Penis noch fest umklammert zu halten…,

möchte sie küssen, diese Schöne, die mich so geil befriedigt hat.

„Was she good to You?”, höre ich den Masseur fragen..”Was it okay, my finger in Your ass? In Your sexy ass?”

„Oh,..yes, really”, sage ich,

mit meinem Gesicht noch nach unten gewandt,

und irgendwie stimmt es auch, auch wenn ich vorher nicht das volle

Einverständnis dazu geäußert hatte. Schön, dass er meinen Arsch sexy findet, auch, wenn ich nichts von ihm will.

Aber es war insofern spannend, ja sogar richtig geil, weil er meine Beckenregion angesprochen hat, die mir sonst beim Sex mit geilen Frauen nicht bewusst geworden war. Auch vielleicht deshalb, weil die Frauen, mit denen ich

tolle Nächte verbracht habe, von diesem Moment der Luststeigerung selbst nichts wussten. Oder es war einfach nur Ekel im Spiel…

„You can stand up!”, sagt er zu mir. Do You wanna see the beautiful girl?”

„Yes, shure”, sage ich, und jetzt steht sie splitternackt vor mir, das Mädchen, (oder junge Frau, was ist, wenn sie 35 ist,…schwanger wird vielleicht, von mir..?

Ich lächle, weil sie einfach eine äußerst erotisch wirkende Schönheit ist, einen ganzen Kopf kleiner als ich, und jetzt trägt sie meinen Samen in sich…

„Lay down” sagt sie, fast herrisch, jedoch völlig liebevoll wirkt ihre natürliche Autorität,..wieso sollte ich aufbegehren?

„At Your backside!”

Sie scheint nicht genug zu bekommen. Will sie mich jetzt hier vor den Augen des Masseurs ficken?

Als ich auf dem Rücken liege, steigt sie über mich.

„Open Your lips!” Ihre Stimme hat einen schönen Klang,…

Wieso gehorche ich ihr so willenlos?…

dann springt sie fast zu mir auf die Liege, nimmt meinen Kopf zwischen ihren Schoß, wie die 69er, meine Lieblingsstellung…

Senkt ihren Schoß auf mich hinab, ich will ihn lecken, diesen herrlichen Schoß, meine Zunge findet sofort den Eingang unterhalb ihrer kleinen Schamlippen,…ihre fast schwarzen großen Schamlippen gehen innerhalb weniger Millimeter in ihr Innerstes hinein in helles Rosa über,…ich finde es so geil, so anders als bei den anderen Frauen, die ich hatte,……, die Öffnung ist noch geweitet und völlig gleitend, heiß, ..ein geiler Schlund, in den ich versinken will, ihre geilen Scheidenwände,….. den Gebärmuttermund mit meiner Zunge lecken will,…

warum bin ich kein Chamäeleon…, hätte gerne eine Zunge von einem halben Meter Länge…

sehe es dickflüssig aus ihrem Innerem langsam heraus fließen, dicklich weißlich, klar, mein Samen, vermischt mit dem Saft ihre göttlichen Muschi,

sie drückt es regelrecht hinaus aus sich,..will sie es nicht?…..aber einige Samenfäden werden schon unterwegs sein in Richtung Gebärmuttermund…

…..eins der Eier wird befruchtet werden….

sauge es auf, welch eine wahnwitzig geile Mischung, bade meine Lippen, meine Zunge darin,

blitzschnell ist ihr Mund auf meinem, verkehrt herum, lasse ihr Zunge in die schleimig geile Mischung eintauchen und jetzt noch ihren Speichel dazu,…Gott,.. ist das geil!

Senkt wieder ihre Muschi auf meinen Mund, zieht ihre Öffnung auseinander,…”Give it back to me,…sie will es wieder haben, in sich hinein, nimmt ihre Hand zu Hilfe, den schleimig-geilen Saft wieder in ihre Pussy zurück zu bewegen,..

„Take Your fingers and put it into me!”

Sie stöhnt dabei,..mit zwei Fingern drücke ich den Saft in ihre Muschi zurück,..

„Take three fingers!”, stöhnt sie,..

wie sie es braucht!

Mein Schwanz steht wieder, sie sieht es, küsst mich noch einmal, dann sehe ich ihren Arsch auf meine Stange flutschen, die in dem Moment für mich geilsten Arschbacken der Welt und das dünne Häutchen nahe an ihrem Damm, das als letztes sichtbar wird in dem Moment, als ihr Gesäß sich nach oben bewegt, an dem nassen Glanz auf meinem Penis kann ich mich selbst gar nicht satt sehen, herauf und herunter rasen, sehe ihren wundervollen After, den ich noch lecken will, später, wenn sie mit mir fertig ist…., höre ihre geilen Schreie, wie sie immer schneller wird und ich fast im selben Tempo dagegen halte, dass ich noch tiefer in sie eindringe….

„Is it okay so?” Der Masseur, der mich von Kopf bis Fuß massiert und dessen Handarbeit ich bisher sehr genossen habe, kommt seit ein paar Minuten gefährlich nahe, mich geil machend an den unteren Rand meiner Arschbacke heran, wenn er meine Beine von den Fußgelenken herauf mit festem Druck super langsam entlang streicht. Ich hätte mich lieber von einer Frau massieren lassen. Aber hier auf Bali ist es nicht üblich, dass eine Frau einen Mann massiert und ein Mann eine Frau. Höchstens in den ganz teuren Etablissements, wo bekannt ist, dass die Touristen aus Australien oder Europa viel Geld mitbringen, aber auch da wird genau darauf geachtet, dass der gute Ruf des Hauses nicht beschädigt wird.

„Yes, it is okay!” sage ich. Ein Mann, der meinen Körper behandelt und ganz deutliche sexuelle Lust in mir hervor ruft, ich wusste nicht, dass mir das passieren kann!

Offensichtlich empfindet er meine Antwort als indirekte Aufforderung, mit genau diesen Einheiten weiter zu machen, von denen ich überdeutlich spüre, dass sie mich total scharf machen.

Er scheint das zu registrieren. Dass ich stärker atme, ist angesichts der stärkeren Hebungen des Rückens beim Ein- und Ausatmen wohl nicht zu verbergen.

Gut, dann ist es eben so.

Ich versuche mir klar zu machen, dass er hier jeden Tag bestimmt zehn Männer nackt massiert und für ihn das wohl etwas absolut Normales ist.

Falls er aber schwul ist, müsste das für ihn aber doch wohl unerträglich sein, seine Hände einzusetzen, aber niemals einen der Männer zum Orgasmus bringen zu dürfen. Es sei denn, er würde darum gebeten.

Wieso also bei mir?

Gut, ich bin relativ schlank und mein Po hat etlichen Frauen schon sehr gefallen.

Nur, was nützen mir diese Gedankengänge jetzt, wo ich dabei bin, regelrecht geil zu werden. Jedoch nicht auf ihn!

Und wenn er das genau weiß und er das trotzdem geil findet? Immer wieder, bei den Männern, die ihm gefallen? Weil vielleicht die Lust durch seine Hände direkt zu seinen Eiern fließt und er das will und braucht?

„It is very good!”, stöhnt es aus mir heraus.

Was soll mir schon passieren? Dass ich hier beim Massiert-werden zum Orgasmus komme, das könnte mir passieren!

Ja, und wenn schon, denke ich. Dann habe ich es zugelassen! Bin ich deshalb schwul?

Verdammt, seine Finger kreisen soeben um meinen After. Mann, ist das geil!

„Do You want to see a wonderful lady?”, höre ich ihn fragen. Seine zweite Hand knetet meine rechte Arschbacke, ich werde es nicht mehr lange halten können, er wird das natürlich voll mitkriegen!

„Yes, please”, stöhne ich heraus. Augenblicklich rutscht der entblößte, rasierte Schoß einer Frau in mein Sichtfeld. Die Massageliege hat eine Öffnung für das Gesicht, das sehr weich gepolstert ist, und eine längliche Öffnung, quasi ein etwas breiterer Schlitz, durch den mein Sack und mein Schwanz nach unten hängen. Die Haut des Sacks muss sich schon zusammen gezogen haben durch die Erregung; meine Eier sind wahrscheinlich knallhart, wenn der Masseur sie befühlen würde,

aber das macht er zum Glück nicht.

Der Anblick der Nackten unter mir, die ich nicht ganz sehe,

sondern nur den Schoß und einen fast flachen, nur ganz leicht gewölbten Bauch,

der wahrscheinlich noch kein Kind geboren hat, er gibt mir den Rest, die pochende, pulsierende Geilheit in meinem Unterleib, sie schreit nach Erlösung…

Ich kann den Stau der Samen kurz vor dem Eintritt in die Harnröhre fast spüren, muss an die absurde Szene aus Woody Allens Film `Was Sie schon immer über Sex wissen wollten, aber nie zu fragen wagten!?` denken, an den Augenblick, kurz bevor das Gehirn dem Lustzentrum den Befehl „Los!” gibt und die Spermien, dargestellt von weiß gekleideten Männern mit langen weißen Schwänzen hinten dran, mittendrin Woody Allen, sich auf den Weg machen, über eine Rutsche beschleunigt werden und durch die Harnröhre hindurch mit Tempo 20 km/h in die sehnsuchtsvoll wartende, pulsierende Vagina hinein schießen.

Wieso denke ich hier, in dieser geilen Situation, an so etwas Blödes?

Jetzt dreht sie sich anders herum, ich kann es fast nicht glauben. Ich sehe für einen Augenblick ein schönes Frauengesicht mit vollen Lippen. Sehe sie jetz tauf dem Kopf Fünfunddreißig Jahre, vielleicht auch jünger. Die Frau von der Rezeption! Jetzt ist ihr Gesicht weg aus meinem Blickfeld.

Sie liegt auf einer sehr schmalen Liege, schiebt sich mit den Armen in die richtige Position, eine Liege auf Rollen, nicht breiter als ein Rollbrett, auf dem ein KfZ-Mechaniker unter ein Auto rollt, um es dort besser an Ort und Stelle reparieren zu können.

Die schöne nackte Frau unter mir macht ihre Beine weit auseinander.

Der Masseur streicht mit festem Druck meine beiden Pobacken von oben

zum Damm hin, seine Fingerspitzen streichen gewollt über meinen After. Die Frau bewegt ihre Beine senkrecht hoch; die Kniekehlen liegen am Längsrand der Liege,, ihre Waden schließen sich um meinen Hinterkopf…

Meine Eichel ist in ihrem Mund, wird augenblicklich umleckt mit ihrer Zunge. Weiche, feuchte Wärme, augenblicklich zieht sich mein Unterleib zusammen.

Der Länge der Fingernägel nach zu urteilen ist es ihre Hand, die eins meiner Eier zwischen Daumen und Zeigefinger gefasst hat und lustvoll zudrückt;

immer ein ganz kurzer, scharfer Druck, sofort wieder loslassend.

Spüre ihre Zungenspitze in meine Harnröhre drängen; dadurch, dass meine Eichel

beschnitten ist, spüre ich alles noch unmittelbarer als früher.

Ich sehe ihre zweite Hand, sie scheint voller Honig zu sein, hält es nahe vor mein Gesicht; dreht ihre Hand, um mit dem Mittelfinger und ihrem Zeigefinger einen freien Blick auf ihre Klitoris hervorzurufen, sehe, dass sie eine goldglänzende dickliche Flüssigkeit auf ihre Muschi massiert, sehe ihre

Hand weiter nach unten in ihr Lustzentrum bewegen; der Mittelfinger muss wohl jetzt tief in sie eingetaucht sein. Die Hand, die eben noch meinen

Hoden liebevoll zwickte, spüre ich nun am Ansatz meines Schwanzes ihn fest umfassen und gekonnte, meinen Schwanz fest umklammernde Wichsbewegungen im Zeitlupentempo machen, sehe sie ihren Mittelfinger nass glänzend aus ihrer Muschi ziehen, umdrehen und meine Lippen

berühren, die sie nicht sehen kann, weil sie dicht unter meiner Liege liegt. Im Augenblick des Schmeckens ihres Saftes will das Gehirn sagen: „Los!”, ihr Finger jedoch verlässt meine Lippen,

ihr Schoß verlässt ebenso mein Blickfeld, spüre jetzt ihre Schamlippen an meiner Eichel und sie blitzschnell von ihrer Nässe umgeben, warmer, feuchter Druck auf die Hälfte der Länge meines Schwanzes, dann sagt das Gehirn: „Los!”.

Spüre ihre Waden meinen Arsch umklammern und sie meinen Saft aus mir rauspumpen, spüre heftigste Kontraktionen ihre Pussywände, ja, geil, ich werde gemolken, will alles hergeben,….

der Finger des Masseurs dringt in meines Anus ein, was fällt dem ein, scheiße ist das geil, drückt mit der Fingerkuppe

gegen den Damm, spüre es als wollte der Orgasmus, der noch nicht zu Ende ist, erneut loslegen, nur diesmal noch intensiver, mit halbem Widerwillen

gemischt und deshalb noch stärker, kurzzeitig das Gefühl als sollte das Ausströmen nie aufhören……

Sie schafft es, meines Schwanz fast in der vollen Länge in sich hinein zu bekommen…

Zucken, das langsam schwächer wird und der Finger des Masseurs sich langsam aus mir heraus zieht….

Ich will ihn, den Masseur, gar nicht ansehen, da ich mich etwas schäme. Würde lieber die geile Frau, die sich mich genommen hat, in Natura sehen. Den tollen nackten Schoß, den so weiblichen, ganz leicht gerundeten, der bestimmt noch kein Kind geboren hat…, das schöne Gesicht der Frau mit den wundervollen Augen…

…was, wenn mein Samen dazu beiträgt, dass ein neues Leben entsteht?

Im Moment sehe ich noch ihre schönen Waden,.. sie scheint meinen Penis noch fest umklammert zu halten…,

möchte sie küssen, diese Schöne, die mich so geil befriedigt hat.

„Was she good to You?”, höre ich den Masseur fragen..”Was it okay, my finger in Your ass? In Your sexy ass?”

„Oh,..yes, really”, sage ich,

mit meinem Gesicht noch nach unten gewandt,

und irgendwie stimmt es auch, auch wenn ich vorher nicht das volle

Einverständnis dazu geäußert hatte. Schön, dass er meinen Arsch sexy findet, auch, wenn ich nichts von ihm will.

Aber es war insofern spannend, ja sogar richtig geil, weil er meine Beckenregion angesprochen hat, die mir sonst beim Sex mit geilen Frauen nicht bewusst geworden war. Auch vielleicht deshalb, weil die Frauen, mit denen ich

tolle Nächte verbracht habe, von diesem Moment der Luststeigerung selbst nichts wussten. Oder es war einfach nur Ekel im Spiel…

„You can stand up!”, sagt er zu mir. Do You wanna see the beautiful girl?”

„Yes, shure”, sage ich, und jetzt steht sie splitternackt vor mir, das Mädchen, (oder junge Frau, was ist, wenn sie 35 ist,…schwanger wird vielleicht, von mir..?

Ich lächle, weil sie einfach eine äußerst erotisch wirkende Schönheit ist, einen ganzen Kopf kleiner als ich, und jetzt trägt sie meinen Samen in sich…

„Lay down” sagt sie, fast herrisch, jedoch völlig liebevoll wirkt ihre natürliche Autorität,..wieso sollte ich aufbegehren?

„At Your backside!”

Sie scheint nicht genug zu bekommen. Will sie mich jetzt hier vor den Augen des Masseurs ficken?

Als ich auf dem Rücken liege, steigt sie über mich.

„Open Your lips!” Ihre Stimme hat einen schönen Klang,…

Wieso gehorche ich ihr so willenlos?…

dann springt sie fast zu mir auf die Liege, nimmt meinen Kopf zwischen ihren Schoß, wie die 69er, meine Lieblingsstellung…

Senkt ihren Schoß auf mich hinab, ich will ihn lecken, diesen herrlichen Schoß, meine Zunge findet sofort den Eingang unterhalb ihrer kleinen Schamlippen,…ihre fast schwarzen großen Schamlippen gehen innerhalb weniger Millimeter in ihr Innerstes hinein in helles Rosa über,…ich finde es so geil, so anders als bei den anderen Frauen, die ich hatte,……, die Öffnung ist noch geweitet und völlig gleitend, heiß, ..ein geiler Schlund, in den ich versinken will, ihre geilen Scheidenwände,….. den Gebärmuttermund mit meiner Zunge lecken will,…

warum bin ich kein Chamäeleon…, hätte gerne eine Zunge von einem halben Meter Länge…

sehe es dickflüssig aus ihrem Innerem langsam heraus fließen, dicklich weißlich, klar, mein Samen, vermischt mit dem Saft ihre göttlichen Muschi,

sie drückt es regelrecht hinaus aus sich,..will sie es nicht?…..aber einige Samenfäden werden schon unterwegs sein in Richtung Gebärmuttermund…

…..eins der Eier wird befruchtet werden….

sauge es auf, welch eine wahnwitzig geile Mischung, bade meine Lippen, meine Zunge darin,

blitzschnell ist ihr Mund auf meinem, verkehrt herum, lasse ihr Zunge in die schleimig geile Mischung eintauchen und jetzt noch ihren Speichel dazu,…Gott,.. ist das geil!

Senkt wieder ihre Muschi auf meinen Mund, zieht ihre Öffnung auseinander,…”Give it back to me,…sie will es wieder haben, in sich hinein, nimmt ihre Hand zu Hilfe, den schleimig-geilen Saft wieder in ihre Pussy zurück zu bewegen,..

„Take Your fingers and put it into me!”

Sie stöhnt dabei,..mit zwei Fingern drücke ich den Saft in ihre Muschi zurück,..

„Take three fingers!”, stöhnt sie,..

wie sie es braucht!

Mein Schwanz steht wieder, sie sieht es, küsst mich noch einmal, dann sehe ich ihren Arsch auf meine Stange flutschen, die in dem Moment für mich geilsten Arschbacken der Welt und das dünne Häutchen nahe an ihrem Damm, das als letztes sichtbar wird in dem Moment, als ihr Gesäß sich nach oben bewegt, an dem nassen Glanz auf meinem Penis kann ich mich selbst gar nicht satt sehen, herauf und herunter rasen, sehe ihren wundervollen After, den ich noch lecken will, später, wenn sie mit mir fertig ist…., höre ihre geilen Schreie, wie sie immer schneller wird und ich fast im selben Tempo dagegen halte, dass ich noch tiefer in sie eindringe….

sie kommt,…wie sie kommt,..der Masseur versetzt ihr heftige Ohrfeigen rechts und links auf ihre Wangen, weiß, dass sie das braucht, klatscht seine Hände gegen ihre wild schaukelnden Brüste, zieht fast brutal heftig ihre fast schwarzen dicken Nippel lang, sie schreit alles raus….

ihre Lust, Gott, ich kann ihre Lust, Erregung, ihre Geilheit körperlich spüren,

…..und plötzlich…

auch ich komme nochmal, urplötzlich, kein intensiver Orgasmus, jedoch spürend, wie weitere Samenflüssigkeit aus mir heraus jagt…in sie, tief in ihr Innerstes.

…..

Sie ist die Frau, die vorher an der Rezeption saß, die mich so gnadenlos liebevoll anlächelte, wohl schon wissend, was sie mit mir machen würde, und ich wusste noch nichts davon!…

Und er, der Masseur, wusste genau was sie braucht in ihrem höchsten, persönlichen Augenblick, im Augenblick der seelischen Nacktheit, ihrem totalen Entblößtsein, wollend, dass andere diesen Augenblick mit erleben…

…….

…….

„Can`t say, how wonderful You were, how wonderful You are”..sage ich…, mir fällt nichts Besseres ein…

„I want to see You again!”

Wie in dem Lied aus den Siebzigern, von drei schwarzen Frauen gesungen. „When will I see You again?” Klar, von den „Three Degrees”.

.

Gab ihr meine Telefonnummer, die Adresse meines Hotels,

..erst drei Tage später erschien sie in meinem Zimmer,…wieso hatte sie schon wieder nichts an, war sie nackt ins Hotel gekommen? Ich hätte sie noch gar nicht anders als nackt, ausgezogen, sehen wollen, mit knallrotem Lippenstift auf ihren Lippen und knallroten Pumps an ihren Füßen…

…, der Tag hatte gerade erst begonnen, endete für uns beide zusammen erst im Morgengrauen des nächsten Tages,..

…..

……

sie sagte, sie würde auf mich warten, wenn nur ich es auch wollte,…

meine balinesische Schönheit,..

…….

…..

unsere gemeinsame Tochter kommt bald in die Schule,

……

……..

..eine Schönheit wie ihre Mutter!

…welch ein Geschenk!

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Racconti Erotici

Gli anni

La stanza era piccola, niente di che, ma fortunatamente c’entravamo tutti.
Erano quasi venti anni che non ci vedevamo. Era strano pensare a quel particolare modo di fare una rimpatriata, tutti di solito si riuniscono per una cena parlando di ricordi e di persone, di come sono diventati e della vita che fanno. Noi invece ci rivedevamo per evocare i pomeriggi alle fontane del palazzo, un labirinto di muri e porte in legno chiuse con lucchetti e catene arrugginite.
A quei tempi avevamo quattordici o forse sedici anni, ma di quelle avventure ho ricordi ancora vividi.
Quell’emozioni così forti e intense avrebbero determinato il corso di tutta la mia vita e lo capii immediatamente.
Li sopra nascosti da tutto e tutti, la mia fidanzata masturbava i miei 4 amici quasi tutti i giorni, ed a me, questa cosa mi faceva sentire come mai mi ero sentito prima.
E’ assurdo a pensarci, ma evidentemente così ci sono sempre stato. Al mondo ci sono due tipi di uomini, quelli che fottono e quelli che amano guardar fottere, io sono sempre stato al di qua della siepe, ad un passo dalla siepe.
Io mi mettevo di guardia e loro uno alla volta si facevano masturbare, fare le seghe o le pippe come dicevamo noi.
Era elettrizzante per me. Stare li, guardare e poi dover andare via a controllare per tornare.
Daniela è sempre stata una ragazza svelta. Ricordo che quando le chiesi di farlo obiettò, ma poi accettò e ne fece una a Roberto. Da li in poi non fu difficile convincerla a farla anche agli altri tre, magari solo per mettere a paro, infine diventò un gioco vero e proprio.
Per un lungo periodo di tempo ci accontentammo soltanto di quello, tutti. Indistintamente. Forse quando si è ragazzi non si ha quella morbosità che invece attanaglia da adulti e nessuno pensò ad altro, ad andare oltre. Nella nostra innocenza sembrava che quello fosse tutto ciò che ci fosse al mondo.
Fui io un giorno a chiederle di assaggiarne uno, di provare a vedere cosa sarebbe successo e cosa avrei provato provato se invece di fargli una sega lo avesse succhiato.
Ricordo benissimo che fu vederla la prima volta in ginocchio davanti a loro.
Lei dolcissima e carina con quei piselli eretti a pochissimi centimetri dalla faccia.
Fu devastante per quanta emozione mi regalò.
La bellezza di quegli anni me la sento ancora addosso.
Le cose cambiavano senza che nulla potesse scuoterci. Il mio ruolo restava lo stesso e il mio correre e controllare non mutava di una virgola, tutto era bellissimo ed avere davanti lei con uno di loro o con tutti e quattro assieme era ogni volta un emozione inspiegabile.
E’ bello il rapporto orale, se poi donato per amicizia lo è ancora di più.
Ricordo che singolarmente, mi piaceva di più quando lo faceva con Roberto, lui dei quattro era quello che ce l’aveva più grosso e per lei era più complicato farlo entrare tutto dentro, ma era bello anche vederla inginocchiata in mezzo a quella stellina di ragazzi che la circondavano e le tenevano saltuariamente le mani in testa.
E’ strano a dirsi ma c’era un grande rispetto per lei e per me. Nessuno trascendeva in parolacce o ridicolezze, nemmeno per gioco, nemmeno così, tanto per parlare. Erano li, erano con la mia fidanzata, ma non si azzardavano a trattarla o farla sentire una “puttana”. Tutti celavamo un segreto meraviglioso e tutti lo consideravano un legame, non un opportunità.
Un giorno quando ci ritrovammo con Roberto, gli dissi di provare a venirle in bocca.
Ricordo che lei non proferì parola. Non l’aveva fatto mai nessuno. Tra noi regole non scritte decretavano ruoli ai quali attenersi senza fare obiezioni. Ero io che dovevo dare il via, proprio come era successo nel momento in cui avevo proposto di provare a metterglielo in bocca.
Chissà, magari era da un pezzo che avrebbero voluto venirle dentro, ma fino a che non lo chiesi nessuno si azzardò a farlo.
Come sempre il primo fu lui, Roberto, il mio preferito, l’amico del cuore.
Quella volta non mi mossi di un centimetro. Eravamo noi tre e noi tre rimanemmo a costo di essere scoperti perché nessuno mi avrebbe spostato per controllare.
La faccia di Roberto quando schizzò ancora la ricordo bene.
Probabilmente il primo vero orgasmo da adulto. Schizzò nella bocca della mia fidanzata sporcandola tutta. Si. Lei non riuscì a trattenerlo, forse non aveva nemmeno idea di cosa sarebbe stato. Lo sperma le cadde dalle labbra imbrattandole il maglione e i pantaloni. Ricordo che quasi pianse dalla paura di quelle macchie, che invece poi poco alla volta evaporarono sole.
Non lo dicemmo agli altri. Per un periodo diventò una sorta di segreto che riguardava solo noi tre, poi, Maurizio si fece coraggio e chiese di poterlo fare ed alla fine entrò a far parte della naturale conclusione delle cose.
Più difficile fu passare oltre, varcare la linea.
Per quello lei non sembrò affatto disponibile.
L’avevamo fatto noi, io e lei intendo, ma nonostante questo avere un rapporto completo con i miei amici lo considerava troppo.
La convinsi solo molto tempo dopo, quando Daniele compì diciotto anni utilizzando quella come scusa.
Ricordo benissimo l’organizzazione della cantina nella quale ci nascondevamo il giorno in cui portammo la brandina.
A pensarci oggi quelle quattro mura sporche ed ammuffite sarebbero squallide, ma a quei tempi per noi era come avere una casa dei sogni.
Quel giorno volle rimanere da sola, nessuno di noi sarebbe dovuto entrare.
Io ricordo perfettamente la sensazione che provai quando uscirono da li.
Un miscuglio di ansia, piacere, paura. Nessuno sapeva se l’avevano fatto, se era andata bene, male, tutti li guardammo ed io più degli altri li guardai col cuore in gola.
Daniele sorrise mescolando imbarazzo e soddisfazione da sciupa femmine, lei sorrise abbassando la testa ed io dentro esplosi letteralmente. L’aveva fatto! L’aveva fatto con un altro, con un mio amico, l’aveva fatto a due metri da me e quasi certamente l’avrebbe fatto anche con gli altri. Credo che li capii definitivamente che io lei saremmo stati insieme per sempre.
In quei via vai che continuavo ligio tra le mura e la porta c’era tutta l’emozione della nostra evoluzione, aveva iniziato masturbandoli ed ora li sorvegliavo mentre uno alla volta facevano sesso con lei. con la mia fidanzata.
In quel”anno e mezzo andò con loro quasi tutti i giorni, si concedeva mentre loro, ligi, attendevano il proprio turno uno alla volta, senza mai sbraitare, senza mai discutere su chi dovesse essere il primo.
Fu meraviglioso quel periodo, bellissimo per tutti noi.
Come è ovvio però le cose cambiano. Crescendo cambiano le abitudini, i luoghi e nel nostro caso anche le città. Due di loro si trasferirono, io e lei ci fidanzammo ufficialmente ed alla fine ci perdemmo di vista.
Circa otto anni dopo ci sposammo, naturalmente la nostra relazione è rimasta come doveva rimanere, con lei tra le braccia di altri uomini ed io fedele compagno bramoso di mandarcela.
Col tempo abbiamo conosciuto altre guide, uomini più o meno grandi con i quali si è giocato e si è potuto giocare meravigliosamente, abbiamo conosciuto il piacere degli sconosciuti e degli incontri occasionali nei bagni e nelle stazioni di servizio ed io il piacere di prestarla ad altri, di accompagnarla nelle loro case e di andarla a riprendere uno o due giorni dopo. Adesso, fortuna vuole, quello di re incontrare quei ragazzi ormai uomini con i quali ho diviso lei e l’origine del mio modo di essere.

La stanza era piccola, niente di che, ma fortunatamente c’entravamo tutti.
Su quel grosso letto matrimoniale, leggermente più maturi ed appesantiti, i miei amici hanno scopato mia moglie tutti e quattro assieme, per la gioia dei miei occhi, per la sua e la loro soddisfazione. Lei è rimasta bellissima, eccitantissima in quei vestiti da troia di classe e su quei tacchi da femmina. I loro cazzi sono tornati nuovamente nella sua bocca, il loro sperma si è fatto nuovamente assaggiare, una sola cosa è stata piacevolmente nuova, la sua disponibilità nell’essere presa da dietro, sodomizzata. Da ragazzina, a quindici o sedici anni non l’avrebbe mai fatto.
Per il resto sono stati due giorni lunghi, divertenti e leggermente nostalgici. Me l’hanno scopata, me l’hanno consumata come si deve, a gambe larghe, in ginocchio, in piedi. Se la sono passatae ripassate uno alla volta e tutti assieme. Ha ingoiato sperma tra sorriso e commozione. Siamo stati benissimo ed ora è il caso che io la sposi di nuovo.

Estemporaneo stralcio di idee tra il surreale ed il nostalgico.
Comincio evidentemente ad invecchiare ed a temere “l’anno che verrà”